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LE CONSEGUENZE DI UN’EVENTUALE USCITA
DEL REGNO UNITO DALLA UE
17 maggio 2013
400www.freenewsonline.it
2
INDICE
 Il referendum del 2017;
 La posizione di Cameron;
 Le reazioni degli elettori britannici
 Il difficile rapporto con l’Europa:
 L’Economia inglese
 Una posizione fiscale poco sostenibile
 I Legami commerciali con l’Europa
 Il ruolo della finanza
 Le conseguenze per il Regno Unito
 Le conseguenze per l’Unione Europea
 Conclusioni
2
3
IL REFERENDUM DEL 2017
 In un recente discorso sui rapporti tra Regno Unito e Unione
Europea, il premier britannico David Cameron ha proposto ai
cittadini britannici un referendum, da tenersi entro la fine del 2017,
sulla permanenza all’interno della Ue, nel caso in cui il partito
conservatore dovesse vincere le elezioni nel 2015.
3
LA POSIZIONE DI CAMERON
 La visione di Cameron sul futuro europeo è precisa: il mercato unico,
e non la moneta unica, deve essere posto al centro del processo
d’integrazione.
 L’Europa, secondo Cameron, dovrebbe seguire 5 principi:
 Competitività;
 Flessibilità;
 Maggiori poteri ai parlamenti nazionali;
 Responsabilità democratica;
 Correttezza.
LE REAZIONI DEGLI ELETTORI BRITANNICI
 Il sentimento della popolazione britannica è cambiato drasticamente
nelle ultime settimane a favore di una posizione più europeista.
 Se il referendum si tenesse oggi, il 40% degli inglesi voterebbe per
la permanenza in Europa e il 34% per uscire. Lo scorso novembre,
invece, la maggioranza (51%) era favorevole all’uscita e solo il
30% alla permanenza.
 Le ragioni di questo repentino cambiamento possono essere
individuate nel chiaro supporto alla posizione europeista espressa
dal partito laburista, che in questo momento è in vantaggio nei
sondaggi, e dall’endorsement politico alla permanenza espresso da
Barack Obama.
IL DIFFICILE RAPPORTO CON L’EUROPA
 Il Regno Unito è il secondo più grande contribuente netto al bilancio
dell’Unione Europea (circa 14 mld di Sterline all’anno).
 E’ sempre stato un paese leader nella definizione delle politiche
europee, soprattutto in tema di mercato unico, libero scambio,
cambiamento climatico e aiuti allo sviluppo. Parallelamente a
questo, però, si è sempre contraddistinto per il forte scetticismo
mostrato verso il processo di integrazione.
 Senza la sua leadership la UE potrebbe perdere l’opportunità di
rafforzare ulteriormente le politiche di libero scambio di beni e
servizi:
 Assieme alla Germania è sempre stato un accanito avversario
delle politiche protezionistiche
L’ECONOMIA INGLESE
 La performance economica del Regno Unito negli ultimi dieci anni è
stata molto vicina a quella degli altri paesi dell’Unione;
 Il tasso di crescita del PIL annuale (1,4% medio) ha superato solo di
poco quello medio dei 27 paesi europei (1,2%);
 La crescita della produttività è rimasta quasi invariata per entrambi
(0,3% annuale);
 Il tasso d’inflazione è stato in media pari al 2,7% sia nel Regno
Unito che nell’UE27;
 Tuttavia, il Regno Unito fa un affidamento maggiore sulla
componente dei consumi rispetto agli altri paesi UE e la frazione di
esportazioni rispetto al PIL è molto più bassa. Anche il tasso di
risparmio nazionale è molto più basso.
UNA POSIZIONE FISCALE POCO SOSTENIBILE
Tab.1: Rapporto tra disavanzo primario e debito pubblico (% PIL) negli Stati Uniti, Giappone, Regno
Unito ed euro area
Fonte: Fondo Monetario Internazionale, World Economic Outlook
 L’aggiustamento fiscale compiuto dal Regno Unito nel 2009-2012 è
stato più marcato che negli altri paesi;
 Tuttavia, la sua posizione fiscale è una delle più insostenibili
all’interno della UE, il che rende necessarie delle politiche fiscali
restrittive nel prossimo futuro;
 Inoltre, l’economia britannica è meno resistente della media europea
agli shocks finanziari, sia a causa dell’elevata dipendenza dal
settore finanziario, sia per l’elevato indebitamento privato. Il grado
di sensitività a variazioni del tasso d’interesse è quindi molto
elevato, esponendo così il paese, ad esempio, a fenomeni di credit
crunch e bolle immobiliari.
UNA POSIZIONE FISCALE POCO SOSTENIBILE
I LEGAMI COMMERCIALI CON L’EUROPA
 Il Regno Unito è un parter chiave per tutta l’Europa, è un
contribuente negativo netto al commercio UE con il resto del mondo
ed è un importatore netto di beni dalla UE;
 L’Unione Europea è la principale destinazione degli investimenti
britannici in attività
Tab.2: Investimenti britannici in attività
Fonte: ONS Pink Book 2012, Crédit Agricole CIB
IL RUOLO DELLA FINANZA
 La City londinese rappresenta un punto d’entrata al mercato unico
europeo dei servizi finanziari; Il London Stock Exchange è di gran
lunga il mercato finanziario più sviluppato d’Europa;
 Il Regno Unito domina inoltre il mercato IPO europeo, con più della
metà di IPO europee effettuate dal 2002 al 2007;
 Il mercato britannico del private equity è quello più sviluppato al di
fuori degli Stati Uniti
 Circa la metà dei fondi raccolti dalle società inglesi di private
equity sono investite in paesi Europei
LE CONSEGUENZE PER IL REGNO UNITO
 Per il Regno Unito il mercato europeo vale
 Circa la metà del commercio complessivo e degli investimenti
stranieri;
 Genera tra le 1.100 e 3.300 sterline annue per cittadino
britannico
 Gli otto decimi dei dieci principali mercati d’export sono
nell’Unione Europea
 Circa 3,5 milioni di posti di lavoro nel Regno Unito sono legati ai
beni d’esportazione di beni e servizi al mercato europeo
LE CONSEGUENZE PER IL REGNO UNITO
 Consenso generale: sarebbero disastrose, politicamente ed
economicamente perché
 Il Regno Unito perderebbe il suo potere politico d’influenza nel
processo decisionale;
 se gli accordi contrattuali con i clienti non fossero assicurati,
vedrebbe aumentare le tariffe sull’export;
 l’accesso al mercato dei servizi sarebbe limitato.
LE CONSEGUENZE PER L’UNIONE EUROPEA
 Sono rappresentate principalmente dal rischio di allentamento dei
legami tra mercati finanziari del Regno Unito ed Unione Europea
attualmente molto significativi
 Il Regno Unito conta per il 36% dell’industria finanziaria
all’ingrosso dell’Unione Europea e per il 61% delle esportazioni
nette delle transazioni internazionali in servizi finanziari.
LE IMPLICAZIONI PER L’UNIONE BANCARIA
 Cameron si è espresso negativamente circa il progetto di unione
bancaria europea posta sotto la supervisione della BCE, che
creerebbe certamente problemi per la Gran Bretagna, siccome tutti
e 17 i paesi membri voteranno in blocco sulle future regole
bancarie. Il rischio è quello di vedersi imposte delle regole
finanziarie dai paesi aderenti all’Euro, che potrebbero creare un
incentivo per le società finanziarie a lasciare la City per insediarsi
nei paesi dell’area Euro.
CONCLUSIONI
 L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea avrebbe degli effetti
negativi per entrambe le parti;
 Il Regno Unito è un partner economico indispensabile in termini di
commercio, investimenti, difesa militare e servizi finanziari;
 Dall’uscita il blocco Settentrionale soffrirebbe una perdita nella
capacità di influenzare le decisioni europee in tema di libero
scambio;
 Nonostante l’offensiva del partito conservatore, i sondaggi mostrano
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  • 2. 2 INDICE  Il referendum del 2017;  La posizione di Cameron;  Le reazioni degli elettori britannici  Il difficile rapporto con l’Europa:  L’Economia inglese  Una posizione fiscale poco sostenibile  I Legami commerciali con l’Europa  Il ruolo della finanza  Le conseguenze per il Regno Unito  Le conseguenze per l’Unione Europea  Conclusioni 2
  • 3. 3 IL REFERENDUM DEL 2017  In un recente discorso sui rapporti tra Regno Unito e Unione Europea, il premier britannico David Cameron ha proposto ai cittadini britannici un referendum, da tenersi entro la fine del 2017, sulla permanenza all’interno della Ue, nel caso in cui il partito conservatore dovesse vincere le elezioni nel 2015. 3
  • 4. LA POSIZIONE DI CAMERON  La visione di Cameron sul futuro europeo è precisa: il mercato unico, e non la moneta unica, deve essere posto al centro del processo d’integrazione.  L’Europa, secondo Cameron, dovrebbe seguire 5 principi:  Competitività;  Flessibilità;  Maggiori poteri ai parlamenti nazionali;  Responsabilità democratica;  Correttezza.
  • 5. LE REAZIONI DEGLI ELETTORI BRITANNICI  Il sentimento della popolazione britannica è cambiato drasticamente nelle ultime settimane a favore di una posizione più europeista.  Se il referendum si tenesse oggi, il 40% degli inglesi voterebbe per la permanenza in Europa e il 34% per uscire. Lo scorso novembre, invece, la maggioranza (51%) era favorevole all’uscita e solo il 30% alla permanenza.  Le ragioni di questo repentino cambiamento possono essere individuate nel chiaro supporto alla posizione europeista espressa dal partito laburista, che in questo momento è in vantaggio nei sondaggi, e dall’endorsement politico alla permanenza espresso da Barack Obama.
  • 6. IL DIFFICILE RAPPORTO CON L’EUROPA  Il Regno Unito è il secondo più grande contribuente netto al bilancio dell’Unione Europea (circa 14 mld di Sterline all’anno).  E’ sempre stato un paese leader nella definizione delle politiche europee, soprattutto in tema di mercato unico, libero scambio, cambiamento climatico e aiuti allo sviluppo. Parallelamente a questo, però, si è sempre contraddistinto per il forte scetticismo mostrato verso il processo di integrazione.  Senza la sua leadership la UE potrebbe perdere l’opportunità di rafforzare ulteriormente le politiche di libero scambio di beni e servizi:  Assieme alla Germania è sempre stato un accanito avversario delle politiche protezionistiche
  • 7. L’ECONOMIA INGLESE  La performance economica del Regno Unito negli ultimi dieci anni è stata molto vicina a quella degli altri paesi dell’Unione;  Il tasso di crescita del PIL annuale (1,4% medio) ha superato solo di poco quello medio dei 27 paesi europei (1,2%);  La crescita della produttività è rimasta quasi invariata per entrambi (0,3% annuale);  Il tasso d’inflazione è stato in media pari al 2,7% sia nel Regno Unito che nell’UE27;  Tuttavia, il Regno Unito fa un affidamento maggiore sulla componente dei consumi rispetto agli altri paesi UE e la frazione di esportazioni rispetto al PIL è molto più bassa. Anche il tasso di risparmio nazionale è molto più basso.
  • 8. UNA POSIZIONE FISCALE POCO SOSTENIBILE Tab.1: Rapporto tra disavanzo primario e debito pubblico (% PIL) negli Stati Uniti, Giappone, Regno Unito ed euro area Fonte: Fondo Monetario Internazionale, World Economic Outlook
  • 9.  L’aggiustamento fiscale compiuto dal Regno Unito nel 2009-2012 è stato più marcato che negli altri paesi;  Tuttavia, la sua posizione fiscale è una delle più insostenibili all’interno della UE, il che rende necessarie delle politiche fiscali restrittive nel prossimo futuro;  Inoltre, l’economia britannica è meno resistente della media europea agli shocks finanziari, sia a causa dell’elevata dipendenza dal settore finanziario, sia per l’elevato indebitamento privato. Il grado di sensitività a variazioni del tasso d’interesse è quindi molto elevato, esponendo così il paese, ad esempio, a fenomeni di credit crunch e bolle immobiliari. UNA POSIZIONE FISCALE POCO SOSTENIBILE
  • 10. I LEGAMI COMMERCIALI CON L’EUROPA  Il Regno Unito è un parter chiave per tutta l’Europa, è un contribuente negativo netto al commercio UE con il resto del mondo ed è un importatore netto di beni dalla UE;  L’Unione Europea è la principale destinazione degli investimenti britannici in attività Tab.2: Investimenti britannici in attività Fonte: ONS Pink Book 2012, Crédit Agricole CIB
  • 11. IL RUOLO DELLA FINANZA  La City londinese rappresenta un punto d’entrata al mercato unico europeo dei servizi finanziari; Il London Stock Exchange è di gran lunga il mercato finanziario più sviluppato d’Europa;  Il Regno Unito domina inoltre il mercato IPO europeo, con più della metà di IPO europee effettuate dal 2002 al 2007;  Il mercato britannico del private equity è quello più sviluppato al di fuori degli Stati Uniti  Circa la metà dei fondi raccolti dalle società inglesi di private equity sono investite in paesi Europei
  • 12. LE CONSEGUENZE PER IL REGNO UNITO  Per il Regno Unito il mercato europeo vale  Circa la metà del commercio complessivo e degli investimenti stranieri;  Genera tra le 1.100 e 3.300 sterline annue per cittadino britannico  Gli otto decimi dei dieci principali mercati d’export sono nell’Unione Europea  Circa 3,5 milioni di posti di lavoro nel Regno Unito sono legati ai beni d’esportazione di beni e servizi al mercato europeo
  • 13. LE CONSEGUENZE PER IL REGNO UNITO  Consenso generale: sarebbero disastrose, politicamente ed economicamente perché  Il Regno Unito perderebbe il suo potere politico d’influenza nel processo decisionale;  se gli accordi contrattuali con i clienti non fossero assicurati, vedrebbe aumentare le tariffe sull’export;  l’accesso al mercato dei servizi sarebbe limitato.
  • 14. LE CONSEGUENZE PER L’UNIONE EUROPEA  Sono rappresentate principalmente dal rischio di allentamento dei legami tra mercati finanziari del Regno Unito ed Unione Europea attualmente molto significativi  Il Regno Unito conta per il 36% dell’industria finanziaria all’ingrosso dell’Unione Europea e per il 61% delle esportazioni nette delle transazioni internazionali in servizi finanziari.
  • 15. LE IMPLICAZIONI PER L’UNIONE BANCARIA  Cameron si è espresso negativamente circa il progetto di unione bancaria europea posta sotto la supervisione della BCE, che creerebbe certamente problemi per la Gran Bretagna, siccome tutti e 17 i paesi membri voteranno in blocco sulle future regole bancarie. Il rischio è quello di vedersi imposte delle regole finanziarie dai paesi aderenti all’Euro, che potrebbero creare un incentivo per le società finanziarie a lasciare la City per insediarsi nei paesi dell’area Euro.
  • 16. CONCLUSIONI  L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea avrebbe degli effetti negativi per entrambe le parti;  Il Regno Unito è un partner economico indispensabile in termini di commercio, investimenti, difesa militare e servizi finanziari;  Dall’uscita il blocco Settentrionale soffrirebbe una perdita nella capacità di influenzare le decisioni europee in tema di libero scambio;  Nonostante l’offensiva del partito conservatore, i sondaggi mostrano come, anche in caso di vittoria del partito conservatore alle prossime elezioni, attualmente gli elettori voterebbero per la permanenza nell’Unione Europea.