1. Stile di vita e percezione del dolore
nelle patologie osteoarticolari
Dott.ssa Ducci Maria Benedetta
Medico Fisiatra
2. ● La Medicina di genere, uno dei capitoli più promettenti della
Medicina personalizzata e di precisione, studia l’impatto
specifico del “genere”, maschile e femminile, sullo sviluppo e
l’evoluzione delle malattie, con l’obiettivo di assicurare a tutti,
uomini e donne, il miglior trattamento possibile sulla base delle
caratteristiche personali.
● Umberto Veronesi. «E questa idea di una sempre maggiore
precisione e della personalizzazione della cura non può non
investire un aspetto fondamentale dell’identità delle persone
come quello legato al genere: capire pienamente quali siano le
differenze di genere che influenzano maggiormente le malattie e
le terapie è una delle grandi sfide della scienza del futuro».
3. ● L’appartenenza di genere è uno dei fattori chiave nella medicina
personalizzata: sono ormai numerosi gli studi scientifici che
dimostrano come essere uomo o donna, maschio o femmina,
condizioni l’insorgenza e l’evoluzione delle malattie, l’approccio
diagnostico e terapeutico, così come la riabilitazione e la
guarigione.
● Ad esempio, le donne muoiono per malattie cardiovascolari in
misura maggiore rispetto agli uomini; le donne inoltre sono a
maggior rischio di sviluppare la Malattia di Alzheimer mentre gli
uomini sono più esposti alla Malattia di Parkinson, il tumore del
fegato nelle donne progredisce più lentamente e i disturbi d’ansia
colpiscono due volte le donne più degli uomini.
● Il vantaggio della donna in termini di longevità (cinque anni di
più dell’uomo) si traduce in anni di malattia e disabilità, dovute
principalmente alle malattie cardiovascolari e neurodegenerative.
4. ● In questa ottica, il concetto di genere si amplia, e oltre
la differenza relativa ai caratteri sessuali degli
individui include anche soprattutto numerose
peculiarità che derivano sia dalle diffrenze anatomo-
fisio- patologiche, ma anche da fattori relativi
all’ambiente e alla società.
6. Salute secondo O.M.S
● Uno stato di completo benessere fisico mentale e
sociale e non la semplice assenza di malattia o di
infermità (O.M.S 1948).
● Quindi quando si parla di salute è opportuno fare
riferimento alla costituzione O.M.Sche si pone
l’obbiettivo di operare per far raggiungere a tutte le
popolazioni il livello di salute più elevato possibile
7. Storia della medicina
● Nella storia della medicina per millenni la malattia è
stata considerata un fenomeno magico-religioso.
● Ippocrate(460 -377 A.C )introduce per primo il
concetto innovativo secondo il quale la malattia e la
salute di una persona dipendono da specifiche
circostanze umane della persona stessa e non da
superiori interventi divini.
8. Ricerca superspecialistica del xx
secolo
● Si perde la visione dell’ uomo come entità unica .
● La ricerca diviene sempre più superspecialistica.
● L’individuo si identifica addirittura con una sola
“parte”, un solo organo.
9. Concetto di salute globale
● Il concetto di salute globale invece porta con sè una
concezione della persona vista come unità psicofisica
intereagente con l’ambiente circostante; ed è il
presupposto per :
● “promozione ed educazione alla salute “.
● “una medicina che si interessi della persona nella sua
totalità.
10. Ippocrate
● Ippocrate ,considerato il padre della
Medicina,credeva che solo la considerazione dell’
intero stile di vita del malato ( fattori
dietetici ,atmosferici,psicologici, costituzionali e
persino sociali) permettevano di comprendere e
sconfiggere la malattia.
● Nasce così nell’antica Grecia una Medicina razionale
fondata sull’ osservazione
11. Totale integrazione mente corpo
● Nel 1981 R .Ader pubblico’ il volume
“Psiconeuroimmunology” sancendo definitivamente la
nascita dell omonima disciplina. L’implicazione
fondamentale riguarda l’ unitarietà dell’ organismo la
sua unità psicobiologica ,non più postulata sulla base di
convinzioni filosofiche o empirismi terapeutici,ma il
frutto della scoperta che comparti cosi ’diversi dell’
organismo umano funzionano con le stesse sostanze.
13. Omeostasi
● Questa comunicazione a tre vie serve a mantenere
costante l’equilibrio dell’ organismo
● La sua caratteristica principale è un organizzazione a
rete strutturata su rapporti anatomici e funzionali
esistenti tra i tre sistemi.
● Le relazioni che si stabiliscono sono di tipo
orizzontale non c’è gerarchia tra i tre sistemi.
14. La rete delle reti● Psiconeuro
● endocrino
● Immunologia
SISTEMA
ORMONALE
METABOLISMO
SISTEMA
NERVOSO
MENTE-PSICHE
SISTEMA
IMMUNITARIO
MATRICE
16. Citochine-mediatori tra le
cellule
● Classe eterogenea di
proteine secretorie prodotte
da diversi tipi di cellule con
la funzione di modificare il
comportamento di altre
cellule
● Azione:
● Autocrina
● Paracrina
● Endocrina
● Azioni delle citochine:
● Sistema immunitario-
cellulare-umorale
● Regolare emopoiesi
● Controllo proliferazione e
differenzazione cellulare
● Modulare la guarigione
19. Medicine complementari
● Malattia, rottura di un equilibrio tra più fattori.
● Cause di malattia in MTC :
1. Fattori esogeni o climatici: fuoco, vento, umidità, secchezza, freddo, ecc;
2. Fattori endogeni: emozioni (gioia tristezza malinconia angoscia paura ansia
stress mentale);
3. Fattori eterogenei:
4. Fattori costituzionali
5. Fattori acquisiti detti ambientali: dieta stress fisici carenza di esercizio fisico,
eccessivo lavoro, eccesso di attività sessuale, mancanza di riposo.
20. Servizio Sanitario Regione Toscana
stili di vita sani
● Gli stili di vita sono modelli di comportamento che si ripercuotono
positivamente sulla salute degli individui.
● Stili di vita sani:
1. Fare vita all’ aria aperta per ossigenare l’ organismo;
2. Adottare un alimentazione sana e corretta;
3. Si ad una moderata attivita fisica giornaliera;
4. Ritagliarsi del tempo libero dando spazio ai rapporti umani e coltivando la
propria creatività;
5. Dormire con regolarità;
6. Evitare lo stress.
21. Impatto dei determinanti di genere- sociali sugli stili
di vita nella provincia autonoma di Trento 2008-13
Essere donna protegge:
● Abitudine al fumo
● Da un consumo carente di frutta e verdura
● Sovrappeso e obesità
● Consumo di alcol ad alto rischio
● Mentre c’è un più alto rischio di sedentarietà
23. Progressivo invecchiamento
della popolazione
Il progressivo invecchiamento della popolazione è ormai noto a tutti,
esperti e non. Ciò che colpisce maggiormente nel panorama del 21°
secolo è il fatto di assistere a una ridistribuzione demografica senza
precedenti.
Entro il 2050 la proporzione di anziani tenderà a raddoppiare, passando
dall’11% al 22% della popolazione totale.
Nei prossimi 5 anni, per la prima volta nella storia dell’umanità, il
numero di individui di età uguale o superiore a 65 anni supererà
quello dei bambini al di sotto dei 5 anni. L’incremento della
popolazione anziana sarà più evidente nei Paesi in via di sviluppo,
ma soprattutto nei Paesi industrializzati il segmento di popolazione
che aumenterà maggiormente sarà quello degli ultraottantenni, il cui
numero assoluto, entro il 2050, risulterà praticamente quadruplicato
24. ● Negli ultimi 50 anni l’invecchiamento della popolazione italiana è
stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati e si stima
che nel 2050 la quota di ultra65enni ammonterà al 35,9% della
popolazione totale, con un’attesa di vita media pari a 82,5 anni (79,5
per gli uomini e 85,6 per le donne)
● Nei paesi occidentali l ‘aspettativa di vita tra uomo e donna e di 5
anni in più, tuttavia la spettanza di vita sana tra i due generi è
identica per cui la spettanza di vita in vantaggio per la donna si
traduce in 5 anni di vita ammalata e disabile soprattutto per patologie
cardiovascolari osteoarticolari e neurologiche.
● La donna poi oltre i 65 anni è molto più sola dell’ uomo, ha un livello
culturale più basso e una situazione economica più fragile
26. Malattie osteoarticolari
● L ‘artrosi è una patologia molto diffusa e causa di
disabilità soprattutto nella terza età.
● La donna sopra i 65 anni ha il doppio di artrosi alle mani
e all’ anca rispetto all’ uomo e tre volte più artrosi al
ginocchio. Gli studi sulle differenze di genere nell’ artrosi
sono assai pochi,la donna ha un aumentata velocità di
perdita della cartilagine. La donna ha soprattutto tanta
disabilità legata all’ artrosi responsabile insieme alle
conseguenze cardiovascolari e neurologiche della
scadente qualità di vita con perdita dell autonomia
27. Unità Biomeccanica
• cartilagine
•Osso
•Membrana sinoviale
Imaging ( RX-RM-ECO)
Marcatori molecolari hanno messo
in luce un crosstalk tra le cellule
dell’unità biomeccanica
Tipologie artrosi
•Post traumatica giovani al di
sotto dei 45 anni
•Metabolica dai 45 ai 65 anni
•Artrosi dell’anziano oltre i 65
anni
Condrociti e osteoblasti
rispondono a stimoli
meccanici con la
produzione di enzimi e
altre molecole
responsabili
dell’equilibrio tra i
processi di degradazione
e produzione dei tessuti
28. Dolore cronico
● Osteoartrosi (OA)
● Il sintomo più comune è il dolore esacerbato dal movimento che spesso diminuisce
nell’attività giornaliera e quindi porta ad atrofia dei muscoli seguita da altro dolore ecc.
Il dolore è profondo, continuo causato da processi degenerativi a carico di una o più
articolazioni.
● È una malattia degenerativa molto comune, prevale nei maschi in età inferiore ai 45
anni e nelle donne sopra i 45 anni.
Nel complesso le donne sono più colpite degli uomini.
● Più dell’80% dei soggetti con più di 55 anni mostrano alterazioni radiologiche, di questi
solo il 25% sono sintomatiche.
● Per comprendere la relazione tra genere e OA si deve tenere presente che differenze di
genere esistono nella presenza o intensità del dolore, e che i due sessi sono diversi sia
nella risposta comportamentale al dolore che sulla disabilità fisica.
● In soggetti con OA sono state descritte differenze di genere in comportamenti motori
come il digrignamento dei denti, movimenti di protezione o massaggio dell’area
dolente. Una risposta che è stata studiata poco ma che può essere particolarmente
importante per spiegare le differenze di genere in questa patologia è la catastrofiz-
zazione.
29. catastrostrofizzazione
● Questa è stata definita come la tendenza a focalizzarsi e ad esagerare il danno indotto
dallo stimolo doloroso con conseguente valutazione negativa della capacità di
affrontare il dolore. Molti studiosi hanno descritto che le donne con questo tipo di
dolore mostrano una tendenza alla catastrofizzazione maggiore degli uomini.
● È interessante notare come la differenza di genere nella catastrofizzazione emerga già
in giovane età. Questa tendenza è presente anche quando i soggetti non hanno dolore.
● Questi dati possono avere particolari implicazioni nel trattamento del dolore. Infatti si
dovrà tenere presente che interventi terapeutici simili possono sortire effetti diversi a
seconda che il soggetto sia femmina o maschio. Per esempio, sapendo che le donne
catastrofizzano di più degli uomini è possibile focalizzare gli interventi per diminuire
questo aspetto. Per esempio, la ristrutturazione cognitiva può avere un impatto
maggiore nelle donne che negli uomini sofferenti di OA.
● L’OA è una malattia caratterizzata da aumentata fragilità dello scheletro che si
evidenzia soprattutto nell’anziano; la maggiore incidenza nel sesso femminile è
accompagnata da una maggiore frequenza di fratture nelle donne che nell’uomo.
Questa differenza di genere nella frequenza delle fratture potrebbe dipendere dalla
frequenza delle cadute ma anche dal fatto che gli uomini hanno le ossa intrinseca-
mente più forti e/o che soffrano meno del degrado strutturale dell’età.
30. Paziente
Vuole stare bene
Essere efficiente
Non avere effetti collaterali
Sapere di cosa soffre
Essere “assistito” dal SSN
MMG/PLS
Cerca di rispondere alle
richieste del paziente
Ha esigenza di ottimizzare i tempi
Stampa
Non validità scientifica
ASL e SSN
Vuole ottimizzare l’uso di risorse
che sono limitate
Specialisti
Collabora nella gestione
Note limitative
Obbligo di legge per tutti
Casa farmaceutica
Vuole realizzare utili
Esalta le novità
Internet
Notizie generiche
Non personalizzate
31. DIFFERENZA DELLA PERCEZIONE DEL
DOLORE TRA UOMO E DONNA
• DONNA
• Maggiore frequenza
• Attivazione delle regioni
limbiche(funzioni psichiche,
emotività e comportamento)
• Genetica(mutazione del gene sul
cromosoma16 piu sensibili ai
farmaci come la pentazocina
che agisce sui recettori k degli
oppioidi)
• Ormonale:presenza di estrogeni
che influiscono sul sistema
nervoso centrale,
sensibilizzandolo agli stimoli
anche dolorosi
• UOMO
• Minore frequenza
• Attivazione maggiore delle
regioni cognitive del cervello
• Ormonale:minor sensibilità
al dolore , TESTOSTERONE
ha effetto analgesico
32. Genere - dolore cronico -
disturbi del sonnoI disturbi del sonno hanno
maggiore incidenza nelle donne
rispetto
agli uomini, rappresentando un
problema diffuso, il 60 % delle
donne ne soffre in ragione
dell’assetto ormonale scandito
dai bioritmi che si modificano
nel corso della vita gravidanza
1,9 %, climaterio e menopausa
42,2%.
il 51% delle donne riferisce la presenza di dolore contro il
9,8% degli uomini. Il dato è in linea con gli studi
epidemiologici che documentano che molte delle sindromi
dolorose croniche tendono ad avere incidenza più elevata
nella popolazione femminile (lombalgie, cefalee,artrosi,
sindrome del colon irritabile, artrite reumatoide,dolore
pelvico cronico, endometriosi …)Come noto, il dolore
cronico si associa frequentemente a insonnia,
comportando un peggioramento del quadro clinico: da un
lato il dolore interferisce con la qualità del sonno .
33. Il sonno regola i più importanti ritmi
biologici cardiovascolari, neuroendocrini e
riproduttivi, un’alterazione in termini
quantitativi e qualitativi di tale funzione,
reiterata nel tempo, produce ripercussioni
sull’equilibrio psico-fisico della persona,
compromettendone l’efficienza funzionale
globale, inficiandone la qualità di vita e lo
stato di salute – generale, psicoemotiva,
riproduttiva – sino a predisporre all’insorgenza
di patologie organiche e psichiche.
Sebbene le donne denuncino una pesante
interferenza di questi disturbi con il proprio
benessere psico-fisico e con la vita di
relazione, esse li affrontano nella maggior
parte dei casi in autonomia e senza avere una
figura medica di riferimento. Se hanno
bisogno di qualche consiglio, preferiscono
rivolgersi al farmacista, ma di base prevale un
atteggiamento di totale autogestione del
problema
37. ● L'effetto dell'ipnosi nel controllo del dolore è noto da
tempo. Gli studi degli ultimi cinquant'anni, dimostrano
che l'ipnosi è in grado di ridurre o eliminare un vasto
numero di dolori, sia sperimentalmente (dolore
ischemico, da pressione, da freddo, da caldo, da
stimolazione elettrica), che clinicamente. Esistono
diverse procedure ipnotiche per il controllo del dolore.
La sensibilità può essere modulata sia in difetto
(analgesia, anestesia), sia qualitativamente (parestesie).
38. ● L'ipnosi si è dimostrata capace di alleviare sia la
componente sensoriale discriminativa dell'esperienza
dolorosa, sia la componente affettiva, l’esperienza
psicologica del dolore, contenendo stati di ansia, di
depressione o di stress. Paura e ansia, sensazione di
impotenza e aspettative negative possono tutte essere
ridotte con l’ipnosi).
39. ● La persona sente di avere più potere e viene incoraggiata ad assumere un
ruolo attivo e sano nella gestione del dolore.
● Inoltre l’ipnosi rende la persona capace di raggiungere un miglior stato di
benessere generale in totale autonomia. Questo grazie al fatto che la
persona non si limita a sottoporsi ad un trattamento ma, apprendendo
l’autoipnosi, si dota di strategie attive di gestione del sintomo che può
metter in atto nel momento del bisogno.
● Le metodiche ipnotiche possono essere efficaci sia nel dolore acuto che nel
dolore cronico.
● Per il dolore acuto, le principali indicazioni cliniche riguardano il dolore
chirurgico; il dolore post-operatorio; il dolore procedurale (ossia quel
dolore che deriva da una procedura di routine, di base, quale ad esempio
la rimozione della medicazione, la pulizia o l’applicazione della
medicazione). Inoltre l’ipnosi può essere utilizzata in ostetricia, in
odontoiatria e nella cura delle ustioni.
● Per quanto riguarda il dolore cronico, l’ipnosi trova impiego nella cura
delle cefalee, nella fibromialgia, nel dolore neuropatico, in quello
oncologico e nella sindrome dell’arto fantasma doloroso
41. 30 minuti di attività fisica
giornaliera costante inducono
l’attivazione di citochine anti
infiammatorie
Alimenti
PRO-INFIAMMATORI
•Carni e Salumi
•Latticini
•Carboidrati raffinati e doli
ANTI-INFIAMMATORI
•Pesce azzurro
•Cereali integrali
•Olio extravergine
•Frutta e verdura
Il sonno influisce sulle risposte immunitarie