SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 11
Descargar para leer sin conexión
SCENARI FINANZIARI
JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE
Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital

La direzione del compromesso
di John Mauldin | 15 settembre 2012 - Anno 3 - Numero 37

In questo numero:
Le conseguenze economiche di una decisione politica
Eccezionalismo Americano
Il costo di dover gestire il deficit
Quale programma dei candidati risolverà il problema del deficit
Chicago, Atlanta, New York e Scandinavia

“Come hai fatto a finire in bancarotta?”
“In due modi. Gradualmente, poi improvvisamente.”
– Ernest Hemingway, The Sun Also Rises

Ci viene spesso detto che l'attuale campagna elettorale è la più importante degli ultimi
anni. Credo di averlo sentito dire almeno in una decina di cicli presidenziali, sin da quando
da giovane ho votato per la prima volta per McGovern. E guardandomi indietro solo una di
quelle elezioni effettivamente può essere considerata in questo modo. Credo che queste
elezioni abbiano il potenziale per essere una di quelle rare volte, almeno in termini di
risultati economici. In Thoughts from the Frontline (Scenari Finanziari) noi ci occupiamo di
economia, investimenti, denaro e di finanza. Ci siamo mossi solo poche volte nel mondo
politico e facendo solo brevi riflessioni. Oggi attraversiamo quella linea grigia, ma con un
taglio un po' diverso esaminando le conseguenze economiche che arriveranno dalle scelte
politiche che faremo nel mese di novembre negli Stati Uniti.

Ma non è così semplice come si possa pensare, la scelta di una delle due parti non
risolverà i mali economici della nazione. Se così fosse non ci troveremmo di fronte ad una
sfida epocale, perché entrambe le parti politiche hanno avuto in questi ultimi anni un fermo
controllo delle leve del potere, ma entrambe hanno fallito nel fare quello che è diventato,
almeno per questo analista economico, il tema scottante del giorno. Infatti entrambe non
hanno fatto altro che far peggiorare le cose. Oggi prenderemo in considerazione le
possibili scelte e le loro conseguenze.

Le conseguenze economiche di una decisione politica

L'anteprima delle conseguenze economiche dipende dal vostro punto di vista sulle
questioni più importanti su cui devono essere prese delle decisioni (in termini economici).
Permettetemi di presentarvi la mia lista delle top ten.

1. Il deficit

2. Il deficit

3. Il deficit

4. Il deficit
5. Il deficit

6-10. Tutto il resto

Sto per essere solo leggermente irriverente. Come dobbiamo gestire il deficit che è
l'elemento chiave di tutto il resto. E il non affrontare il deficit porterà ad un disastro di
proporzioni bibliche, l'equivalente di tutte le prime otto piaghe del mondo. Chiedete alla
Grecia o alla Spagna.

E' facile classificare il deficit come qualcosa che c'è sempre stato. I Chicken Littles non ci
dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare
ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è
la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta
crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto
deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l'occupazione, rifacendosi a
periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l'economia sembrava
rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere.

E' facile dire che il deficit è qualcosa che possiamo affrontare in seguito. Come il
personaggio di Hemingway, che alla domanda "Come hai fatto a finire in bancarotta?"
Rispose: "In due modi. Gradualmente, poi improvvisamente."

Per la maggior parte del tempo, i deficit non sono considerati un problema. Molte famiglie,
imprese e governi fanno crescere le perdite e prendono in prestito denaro per evitare di
dover ridurre i loro stili di vita. In realtà il problema non è l'immediato deficit, ma il debito
totale. Se il debito è contenuto e il flusso di cassa è positivo, allora il deficit può essere una
buona cosa. Genererà benefici il debito che viene investito in attività generatrici di reddito
o in infrastrutture che rendono una famiglia o un impresa o una nazione più efficiente nel
modo di lavorare.

E' quando il totale del debito diventa troppo grande che la gestione del debito stesso
diventa un problema. E cioè quando i finanziatori chiedono ulteriori garanzie o interessi
maggiori e poi se il debito non viene messo sotto controllo sospendono i prestiti. Per una
nazione questo significa semplicemente il crollo del suo mercato obbligazionario.

In un libro che abbiamo citato numerose volte, This Time Is Different, Ken Rogoff e
Carmen Reinhart elencano in maniera dettagliata oltre 200 casi in cui le nazioni hanno
avuto una crisi del credito. Uno dei loro punti principali è che le nazioni sembrano essere
in grado di prendere in prestito soldi fino a quando arrivano a quello che loro chiamano il
"Bang Moment" e in quel momento succede che il mercato obbligazionario non funziona
più. Fino a quel momento, coloro che sono a favore di un maggior debito sostengono che
"questa volta è diverso", ma non è mai così.

Nelle prime pagine di Anna Karenina di Lev Tolstoj, ella dice: "Le famiglie felici sono tutte
uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo." E anche i governi e le nazioni che
hanno problemi di debito, ci arrivano con un loro individuale percorso. La Spagna ci ha
detto, non siamo la Grecia. E certamente non lo è. La Spagna ha intrapreso un percorso
completamente diverso nella sua crisi del debito rispetto a ciò che ha fatto la Grecia. E la
Francia, sostiene di non essere né la Grecia né la Spagna (né l'Italia né il Portogallo, ecc),
ma si trova nella situazione di dover riequilibrare rapidamente le proprie finanze (e sembra
certamente in maniera massiccia), essi metteranno a punto un altro modo per affrontare
una vera e propria crisi del debito, con i vigilantes obbligazionari alla loro porta.

E' un processo che ho descritto in Endgame. Gran parte dell'Europa sta affrontando una
crisi del debito. Non sarà un lieto fine. La Spagna e la Grecia sono inciampate in quella
che può solo essere descritta come una depressione. Gran parte del resto d'Europa o è in
recessione o al punto di non ritorno, e una depressione su scala continentale è del tutto
possibile, per le motivazione che abbiamo esaminato nelle lettere precedenti.
Semplicemente, l'Europa meridionale (insieme all'Irlanda) hanno preso in prestito troppo
denaro (per motivi diversi), tutte le banche europee hanno troppa leva (con la benedizione
delle autorità di regolamentazione), e gli europei hanno creato enormi squilibri commerciali
interni.

E' impossibile riequilibrare il deficit di bilancio mentre vi è un deficit commerciale enorme,
soprattutto se vi è una fuga di capitali. Una svalutazione dei cambi è il meccanismo di
normale bilanciamento per un deficit commerciale ma non è attuabile per la Grecia, la
Spagna e gli altri fintanto che rimangono nella zona euro. Questo porta a un significativo
cambiamento nel costo del lavoro come l'unico modo per riequilibrare la situazione, ma
tale soluzione non può avvenire rapidamente nei paesi periferici senza riforme strutturali
politicamente impossibili. La zona euro non ha facili scelte da fare. Non importa quello che
(come collettività l'Europa e i singoli paesi) sceglieranno di fare, questo porterà anni di
estreme difficoltà economiche.

Il Giappone, come sono solito dire, è un moscone alla ricerca di un parabrezza. Hanno
trasmutato i risparmi di due generazioni nel più grande debito che sia mai stato contratto
per un paese, almeno tra quelli che io conosco (in termini di PIL). Si avvicina al 220% del
PIL ed è in aumento a un ritmo prodigioso, circa il 10% nel 2011. Si è passati da un tasso
di risparmio del 16% a circa l'1%, in gran parte a causa di un invecchiamento della
popolazione che ora vive senza risparmiare.

Quando i tassi di risparmio diventeranno negativi e la situazione demografica sarà più
incerta, il Giappone potrà essere costretto a pagare tassi di interesse più elevati o a
stampare enormi quantità di yen o tagliare la spesa pubblica per importi altrettanto enormi.
Tutte queste opzioni sono molto brutte nel breve termine. Se i tassi di interesse
aumentano di appena un 2% , il Giappone dovrebbe utilizzare nel giro di pochi anni più del
70% del proprio PIL solo per ripagare gli interessi passivi. Questo non è un modello di
business perseguibile. Oggi, non possiamo entrare nel merito delle elezioni di fine mese in
Giappone, ma saranno importanti.


                                       SAVE the DATE

            INVESTIRE NELLA NUOVA RUSSIA - IPO, azioni e obbligazioni

   3 ottobre 2012 - Milano, Palazzo Mezzanotte - Piazza degli Affari, 6 - ore 9.30/13.00
      4 ottobre 2012 - Lugano, Grand Hotel Eden - Riva Paradiso, 1 - ore 9.30/13.00

              R.S.V.P. - segreteria@novecentoeventi.it - Tel. +39 02 36523455


Eccezionalismo Americano
Il deficit degli Stati Uniti (quello reso pubblico) è ormai oltre il 72% del PIL e continua ad
aumentare.

"Egan-Jones Ratings Co., Venerdì [Settembre 14] ha declassato il rating sovrano degli
Stati Uniti ad AA- da AA sulle preoccupazioni di un nuovo round della Fed di quantitative
easing o QE3 che avrebbe un impatto sull'economia USA. L'agenzia di rating ha detto che
il piano della Fed di acquistare 40 miliardi di dollari al mese di titoli garantiti da ipoteca e di
mantenere i tassi di interesse vicino allo zero non aumenterà il PIL, ma ridurrà il valore del
dollaro e farà crescere il prezzo delle materie prime. Egan-Jones ha detto in una nota che
'dal 2006 ad oggi, il debito degli Stati Uniti è aumentato dal 66% al 104% e probabilmente
sotto determinate circostanze a partire da oggi ed entro un anno il debito salirà al 110%, il
deficit di bilancio annuale è pari all'8%,'. 'In confronto, la Spagna ha un debito pari al
68,5% del PIL e un deficit di bilancio annuo del 8,5%.' (MarketWatch)

(Per quel che vale, non viene considerato come debito il "Social Security Trust Fund", in
quanto è una finzione contabile. Esso non esiste se non per un bilancio fittizio, così per me
il debito è leggermente minore di quello di Egan-Jones, invece è giusto il loro dato sul
deficit.)

Non vi è un punto predefinito in cui il rapporto debito / PIL è tale, per cui una nazione
perde la propria capacità di poter prendere in prestito del denaro a tassi ragionevoli. Per la
Russia è stato del 12% nel 1998. Per il Giappone, come ho sottolineato sopra è al 220%
(la cifra esatta è alquanto in discussione, ma questo è abbastanza reale). Spagna ha
perso l'accesso ai mercati senza gli interventi della BCE a meno del 68%. L'Italia è al
120% e ha visto i suoi tassi aumentare fino a livelli che non possono essere sostenuti.

Ad un certo punto se una nazione non tiene il suo debito e il suo deficit sotto controllo,
perderà l'accesso al mercato delle obbligazioni a prezzi ragionevoli. Non ci sono mai state
eccezioni. C'è un punto in cui il mercato obbligazionario comincia a preoccuparsi per la
capacità di un paese di ripagare il suo debito con una valuta che ora ha un valore inferiore
rispetto a quando gli è stato prestato il denaro, e quindi i tassi di interesse cominciano a
salire.

Non vi è alcun motivo di pensare che gli Stati Uniti saranno una eccezione a questa
regola. Questo non è ciò che si intende per eccezionalismo americano.

Perché penso che il deficit sia un problema? Quello che mi rende preoccupato è che non
possiamo aspettare altri quattro anni fino a quando anche gli Stati Uniti perdono l'accesso
al mercato obbligazionario con tassi d'interesse bassi? Sarebbe davvero un disastro?

In primo luogo, in un mondo senza Europa o Giappone, gli Stati Uniti potrebbero
probabilmente per l'ultima parte di questo decennio far registrare disavanzi di grandi
dimensioni. Abbiamo una valuta che è utilizzata come riserva nel mondo, noi siamo la
superpotenza, il motore del libero mercato, ecc.

Ma credo che l'Europa possa realmente scontrarsi con un vero e proprio muro entro la fine
del 2013 o la metà del 2014, se non prima. Lo stesso vale per il Giappone. Temo che gli
operatori dei mercati obbligazionari prenderanno atto delle loro perdite in Europa e in
Giappone e diranno al governo degli Stati Uniti un qualcosa di simile a questo:

"Abbiamo già visto i film per quanto riguarda il debito europeo e giapponese. Che non ha
avuto un lieto fine. Il film del debito degli Stati Uniti sembra essere basato sulla stessa
sceneggiatura, quindi se non vi dispiace, dal momento che sappiamo come finirà, ci
prepariamo ad uscire durante l'intervallo".

A mio parere, il disavanzo deve essere affrontato nel 2013. Se aspettiamo fino al 2014,
saremo nel bel mezzo di un'altra elezione. Come vedremo di seguito, la soluzione del
deficit sta portando a compromessi politicamente impopolari per una o entrambe le parti.
Mentre io sono ottimista sul fatto che si può fare qualcosa nel 2013, sono risoluto nel
pensare che il 2014 sia politicamente più problematico.

Entro il 2015 il debito sarà ben superiore al 90% del PIL. Come ho già scritto nelle lettere
precedenti, vi è una crescente evidenza che quando il debito di un paese arriva al 90%, il
PIL rallenta di circa l'1%, il che naturalmente rende più difficile trovare la tua via d'uscita
dal debito.

In quel momento i tassi di interesse cominciano a salire e questo rende ancora più difficile
il pareggio di bilancio. Sì, lo so, la Fed può mantenere i tassi bassi e stampare moneta, ma
la stampa di denaro in quantità non è una strategia volta a rafforzare la fiducia dei mercati
obbligazionari in termini di valore del dollaro.

Non solo la ricerca di Rogoff e Reinhart, ma anche numerosi altri studi, indicano che
quando la fiducia svanisce, a quel punto si innesca un processo abbastanza veloce. E
infatti quello è il momento del Bang!.

Se i tassi cominciano a crescere, forse il Congresso sarà costretto a fare qualcosa. Ma a
quel punto, sarà il momento per maggiori imposte e profondi tagli che ognuno di noi non è
nemmeno in grado di immaginare. Le cose non possono andare più avanti così, il peggior
risultato finale sarà una ristrutturazione.

Abbiamo spesso detto che prendere denaro a prestito crea un problema per i nostri figli. E
questo è vero. Ma questo crea anche un problema per questa generazione.

Gran parte dell'Europa e il Giappone stanno per cadere in una depressione a causa della
loro mancanza di volontà di affrontare i deficit e i problemi strutturali. Il 25% di
disoccupazione è una brutta, brutta realtà che si sta diffondendo in tutta l'Europa
meridionale. Il Giappone dovrà affrontare la propria versione di una crisi del debito, e
credo che il risultato sarà una significativa inflazione data dai suoi prezzi di importazione e
un calo del tenore di vita dei suoi anziani.

Forse mi sbaglio e gli Stati Uniti possono andare avanti per altri quattro anni prima di
raggiungere il momento di fare Bang!. Le cose possono andare avanti a volte più a lungo
di quanto si possa pensare, per ragioni che (o almeno io) non capisco. Ma l'attesa
certamente non rende affatto le cose più facili. I piani previsti sono in costante
peggioramento, e i costi per gli interessi saranno di altri 80 miliardi di dollari l'anno per il
debito aggiuntivo. Cercando di risolvere il problema tra quattro anni si presuppone che le
decisioni saranno ancora più difficili di quelle che oggi dobbiamo prendere.

Il costo di dover gestire il deficit

Cerchiamo di essere chiari. Per ragioni sulle quali ho scritto a lungo, ci sono dei costi
molto significativi da sostenere per ridurre il deficit. Questo avrà un impatto sull'attuale PIL
annuale. Certamente non desidero che sia raggiunto l'equilibrio di bilancio in un sola anno
o anche in pochi anni. Mi farebbe piacere suggerire un taglio di non più del 1% del PIL
all'anno, pari a circa $150 miliardi di dollari l'anno. Così anche quel poco di crescita che
rimane può produrre qualche beneficio.

I tagli alle tasse o gli aumenti hanno un impatto sull'economia. Cito un articolo preso da
Forbes:

"Un importante analisi fatta dal primo Consiglio dei Consulenti Economici (CEA) del
presidente Barack Obama segnala che gli aumenti fiscali proposti dal presidente
avrebbero ucciso la ripresa economica e portato quasi 1 milione di americani a rimanere
senza lavoro. Queste sono le straordinarie implicazioni della ricerca accademica di
Christina D. Romer che ha presieduto la CEA dal 28 gennaio 2009 – al 3 settembre 2010.
In un documento dal titolo "The Macrcoeconomic Effects of Tax Changes" pubblicato dalla
prestigiosa American Economic Review nel giugno del 2010 (durante il suo mandato alla
Casa Bianca), lei ha dichiarato che: 'Sembra che nel breve gli aumenti fiscali abbiano un
ampio, sostenuto e un fortemente negativo impatto sulla crescita.'

"L'articolo della AER ha avuto come co-autore il marito e collega professor UC Berkeley,
David H. Romer, che ha esaminato l'impatto degli aumenti fiscali e le conseguenti riduzioni
della crescita economica degli Stati Uniti nel periodo 1945-2007. Uno degli aspetti più
innovativi presenti nel documento è la focalizzazione sui cambiamenti "esogeni" generati
dalle imposte, cioè quelle variazioni delle imposte che avevano sia lo scopo di aumentare
il tasso di crescita economica (e non solo di frenare la recessione) come i tagli fiscali di
Kennedy, Reagan e Bush, che di ridurre il deficit di bilancio come ad esempio l'aumento
delle imposte fatte Clinton. Sono state escluse dall'analisi solo le modifiche fiscali
'endogene' che sono state puramente anticicliche, come gli sgravi fiscali del 1975 o quelle
che sono state usate solo per 'compensare un altro fattore che tendeva a spostare la
crescita della produzione fuori da una situazione normale', come ad esempio la l'aumento
delle tasse per finanziare la guerra in Corea e l'introduzione dell'imposta sui salari per
finanziare il Medicare.

"Una stima che i Romers fanno indica che un aumento delle tasse pari al 1% del PIL (sono
circa $160 miliardi di dollari nell'economia di oggi) riduce nei prossimi 10 trimestri il PIL
reale del 3%. Inoltre, i Romers hanno usato una varietà di test statistici per tener conto di
altri fattori che possono influenzare la crescita economica nel momento in cui vengono
attuate delle variazioni fiscali, tra cui la spesa pubblica, la politica monetaria, il relativo
prezzo del petrolio ed anche se il Presidente era stato un democratico o repubblicano
(anche se questo non avuto alcun significato). Una sintesi del lavoro statistico svolto stima
che un aumento delle tasse pari al 1% del PIL genererebbe nei prossimi 10 trimestri un
calo della produzione tra il 2,2% e il 3,6%.

Loro scrivono che "'In tutti i casi, l'effetto delle variazioni delle imposte sulla produzione
rimane ampio e statisticamente molto significativo'.

"'Quindi sembra essere molto fondata l'affermazione che i cambiamenti fiscali hanno degli
impatti notevoli sulla crescita. Questo ha incluso anche l'analisi che degli shock sulla
crescita hanno avuto poco effetto sulla stima dell'impatto dei cambiamenti fiscali, risulta
invece importante una prova indiretta ossia che la nostra nuova misura degli shock fiscali
non è correlata ad altri fattori che influenzano la produzione.'
"'Il comportamento della produzione a seguito di modifiche maggiormente esogene indica
che l'aumento delle tasse è fortemente restrittivo. Gli effetti sono fortemente significativi,
molto importanti e molto più ampi di quelli ottenuti con misure più allargate di modifiche
fiscali.'"

Forbes continua sottolineando che "Nel bilancio 2013 il presidente Obama ha proposto nel
2013 $103 miliardi dollari di aumento delle tasse, di cui $83 miliardi dollari di maggiori
imposte sul reddito di coloro che guadagnano più di $250.000 dollari l'anno pari a circa lo
0,65% del PIL. Utilizzando la stima di base di Romer questa scelta dovrebbe ridurrebbe il
PIL reale di 2 punti percentuali nel corso dei prossimi 10 trimestri. Sulla base della
relazione generale tra la crescita economica e la disoccupazione, un calo della produzione
implica una perdita di oltre 800.000 posti di lavoro."

(Nota: Ci sono quelli che non sono d'accordo e spesso anche in modo vigoroso con le
conclusioni del documento, ma per quanto io sappia non offrono però alcuna contro analisi
dei dati. Romer si è dimesso meno di due mesi dopo avere pubblicato il documento.)

Le semplici nozioni di contabilità economica e la ricerca accademica indicano che i tagli di
spesa avranno un effetto di contrazione del PIL per circa 4-5 trimestri. Ma se si taglia l'1%
l'anno per 5 anni, a questo punto si è ridotto il PIL potenziale del 1% l'anno per i 5 anni, il
che non aiuta la crescita di posti di lavoro.

Naturalmente se gli Stati Uniti perdono l'accesso a bassi costi al mercato obbligazionario,
questo sarà un disastro ancora peggiore rispetto alla perdita dei posti di lavoro. Ci
troviamo di fronte o ad una difficile situazione o ad un enorme disastroso. Questa è la
natura dell'Endgame, quando il superciclo del debito è nelle sue fasi finali. Non ci sono
scelte facili. In questo momento gli Stati Uniti hanno di fronte a loro solo alcune scelte
molto difficili. Se aspetteremo troppo a lungo nell'affrontarle, ci troveremo di fronte le scelte
disastrose dell'Europa.

Quale programma dei candidati risolverà il problema del deficit?

In questa lettera non ho intenzione di entrare nei dettagli su come può essere raggiunto il
pareggio di bilancio nel corso del tempo. Ci sono molti modi per arrivarci. La Simpson-
Bowles (la commissione presidenziale sul debito) è un percorso. Questa propone di
togliere molte delle cosiddette spese fiscali e così ridurre effettivamente l'aliquota massima
del 24% e di conseguenza aumentare le tasse.

Io preferirei invece che ci sbarazzassimo di quasi tutte le detrazioni fiscali, ad eccezione di
quella sul credito d'imposta sul reddito guadagnato per poi arrivare a diminuire l'aliquota
più alta. Comunque, la maggior parte delle detrazioni fiscali favorisce quelli che hanno un
reddito più elevato. Se questo mio sogno si realizzasse ci sarebbe ovviamente qualche
tipo di imposta sui consumi (come l'IVA), ma delle imposte sul reddito su tutti i livelli molto
più basse e forse avremmo anche una riduzione della tassa per la Social Security e
questo sarebbe un contributo ai cittadini con un basso reddito. Per quel che vale le
imposte sui consumi hanno un minore impatto negativo sull'economia rispetto alle imposte
sul reddito.

Né la proposta di bilancio di Romney né il bilancio che Obama ha presentato al Congresso
(e che non ha ottenuto nemmeno un voto favorevole da parte del suo stesso partito) è
politicamente fattibile, ed entrambe hanno delle serie difficoltà nel provare a gestire il
deficit.

Per arrivare ad una vera e propria soluzione di bilancio bisogna arrivare ad un
compromesso, il che significa una combinazione di tagli alla spesa e aumenti delle tasse.
Si deve fare i conti con i diritti e con l'assistenza sanitaria. In un certo senso, l'elezione è
su quanta assistenza sanitaria vogliamo e su come vogliamo pagarla. Dopo di questo,
tutto il resto è "facile".

Negli ultimi anni ho parlato con un sacco di membri del Congresso, senatori, membri dello
staff di entrambi i partiti. Tutti sono d'accordo che deve essere fatto qualcosa e la mia
sensazione è che faranno qualcosa dopo queste elezioni. Le conseguenze del non fare
nulla sarebbero disastrose, soprattutto in considerazione delle "doppie scadenze." Di
fronte a tale scenario credo che il Congresso agirà.

Quindi la questione diventa, ma qual è la natura di questo compromesso? E questo caro
lettore sarà il reale effetto economico di queste elezioni.

Stiamo votando in modo "puro e semplice" sulla direzione del compromesso.

Una strada è quella di avere un governo ed un bilancio ancora più enorme, invece l'altra è
quella di avere un governo (relativamente) più piccolo, anche se non vedo il percorso per
avere un governo veramente più piccolo in termini di pressione fiscale, a meno che non
decidiamo di avere molta meno assistenza sanitaria, ma non vedo nessuno che preveda
questo o che lo stia sostenendo.

Un "sweep" da entrambe le parti sarebbe un punto di svolta, ma questo non sembra
probabile almeno secondo i sondaggi che sto guardando oggi.

Come abbiamo visto nella ricerca Europea che ho citato la scorsa settimana, esiste una
correlazione tra le dimensioni dei governi e la crescita del PIL. Il che ha un senso, in
quanto i posti di lavoro realmente provengono dal settore privato. I posti di lavoro dei
governi dipendono solo dalle tasse che provengono dal settore privato. Si prega di notare
che questo non è lo stesso che dire che dovremmo sbarazzarci di tutti i costi del governo
per aumentare l'efficienza economica - che non è certamente vero. Ma dovremmo essere
in grado di comprendere quali sono i costi della spesa pubblica e la tassazione del settore
privato.

Non è una sorpresa il fatto che io sia favorevole verso una versione più ridotta del
governo. Ma spero che mentre ci muoviamo verso un compromesso riusciamo anche a
fare una completa revisione della legge fiscale, e mentre semplifichiamo il processo ed
abbassiamo le diverse aliquote, eliminiamo anche la maggior parte delle detrazioni fiscali.
E forse ci sbarazziamo di tutte le detrazioni fiscali previste per le imprese, riducendo nel
contempo la tassazione sul reddito prodotto negli USA al 15%, e al 10% quella sui redditi
esteri. Ciò significherebbe le società di grandi dimensioni che cercano di nascondere il
reddito e il domicilio in diversi modi pagherebbero le tasse come le imprese locali. Si
potrebbero far scendere i tassi verso il basso ed ancora continuare a raccogliere maggiori
tasse ed aumentare davvero la nostra competitività economica.

Se raggiungiamo il pareggio di bilancio nel corso del tempo (diciamo 5-6 anni) e abbiamo
aliquote più basse, mentre eliminiamo gli speciali sgravi fiscali e le spese (e io dico che
dobbiamo sbarazzarci di quasi tutto!), ed estrarre maggiormente petrolio e gas in modo
tale da poter avviare l'esportazione di energia, io sarò completamente “bull” sul mercato e
senza nemmeno aspettare troppo tempo. In un tale scenario il futuro degli Stati Uniti
sarebbe migliore e più luminoso che mai. E questo è quello che voglio per i miei figli.

E se non agiamo in modo responsabile? A quel punto avremo bisogno di prepararci a
chiudere i boccaporti, perché assisteremo ad una tempesta estremamente dura. Credo
che lo sapremo entro la metà del prossimo anno. E sì, lo so che le nostre scelte ci
porteranno a contesti di investimento completamente diversi, ma è per questo che questa
elezione farà differenza. E' davvero il caso di evitare una depressione.

Nelle prossime settimane ho intenzione di pubblicare due interviste che ho fatto su questi
temi, una con Newt Gingrich e l'altra con Erskine Bowles. Penso che le troverete molto
interessanti.

Mentre io preferisco il percorso per avere un governo di più piccole dimensione, la cosa
più importante però è quello di riequilibrare il bilancio. Come imprenditori dobbiamo
affrontare la realtà. Io preferisco le scelte che favoriscono maggiori risparmi e mi permetto
di investire maggiormente nella crescita della mia attività, ne verremo fuori. Se non
prendiamo seriamente il tema del bilancio e del debito, ci incammineremo sicuramente
verso il disastro. Tutti assieme dobbiamo cercare di far si che i nostri deputati e senatori
lavorino insieme per raggiungere il risultato.

Chicago, Atlanta, New York e Scandinavia

Sarò a Chicago il 19 settembre, dove parlerò al Financial Forum Network RDA Investor Il
Forum si terrà al Marriott Chicago Oak Brook. L'evento è sponsorizzato da Steve
Blumenthal e dai miei amici di CMG. Se desiderate partecipare si prega di inviare una mail
a Linda Cianci Linda@cmgwealth.com.

E poi parlerò il 1 ottobre a New York, al 8th Annual Value Investing Congress. Sarò
assieme ad una serie di relatori veramente in gamba, tra cui Bill Ackman e David Einhorn.
Sono stato in grado di garantire uno sconto agli "amici", se volete partecipare avrete uno
sconto di $1.500 sul normale prezzo di iscrizione. Per usufruire di questo sconto è
necessario iscriversi entro il 7 settembre su www.ValueInvestingCongress.com/Mauldin
con il seguente codice di sconto N12JM.

E poi il prossimo gennaio andrò in Scandinavia per tre giorni, è fantastico.

E' il momento di premere il pulsante di invio. La prossima settimana vi racconterò della
Conferenza di Casey e delle persone che ho incontrato a Palo Alto.

Buona settimana. E pensate alle scelte che dovete fare.

Il tuo analista che non ha nessuna intenzione di continuare a correre ancora per niente,




John Mauldin
subscribers@mauldineconomics.com

Copyright 2010-2012 John Mauldin. All Rights Reserved
Copyright 2010-2012 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati

Disclaimer: La presente pubblicazione è distribuita da Horo Capital srl. Pur ponendo la
massima cura nella traduzione della presente pubblicazione e considerando affidabili i
suoi contenuti, Horo Capital srl non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito
all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti
ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di
conseguenza Horo Capital srl declina ogni responsabilità per errori od omissioni. Horo
Capital srl si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o
correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso.
La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non
costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di
servizi e/o attività di investimento né nei confronti di persone residenti in Italia né di
persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o
promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non
costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento
o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come
fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione
d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e
professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una
sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento né
raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi
unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Né Horo Capital
srl né John Mauldin potranno essere ritenuti responsabili, in tutto o in parte, per i danni
(inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno,
interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque
natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle
informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e
disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del Cliente che può decidere di darvi o
meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione
operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi
assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto
presente nella pubblicazione può essere riprodotto unicamente nella sua interezza ed
esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni
caso vietato ogni utilizzo commerciale. Si intende per Contenuto tutte le analisi, grafici,
immagini, articoli i quali sono tutti protetti da copyright. Horo Capital srl ha la facoltà di
agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi
informazione a cui tale materiale si ispira ovvero è tratto anche prima che lo stesso venga
pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Horo Capital srl può
occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con
riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In
nessun caso e per nessuna ragione Horo Capital srl, sarà tenuta, ad agire
conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione.
Ogni violazione del copyright in qualsiasi modo si esprima ai danni di Horo Capital srl e
John Mauldin, sarà perseguita legalmente.
Per iscriversi alla newsletter GRATUITA settimanale SCENARI FINANZIARI cliccare qui:
www.scenarifinanziari.it/Registrazione.aspx

Per modificare il proprio indirizzo email di invio della newsletter, effettuare il login su
www.scenarifinanziari.it e andare sulla pagina di registrazione.

Per cancellare l'iscrizione alla newsletter scrivere una mail a:info@scenarifinanziari.it

Thoughts from the Frontline
3204 Beverly Drive
Dallas, Texas 75205

Horo Capital
Independent Financial Advisory Firm
Via Silvio Pellico, 12
20121 Milano
Tel. 02 89096674

Más contenido relacionado

La actualidad más candente

Competenze, formazione e lavoro
Competenze, formazione e lavoroCompetenze, formazione e lavoro
Competenze, formazione e lavoroHoro Capital
 
I Pericoli del Fiscal Cliff
I Pericoli del Fiscal CliffI Pericoli del Fiscal Cliff
I Pericoli del Fiscal CliffHoro Capital
 
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie vele
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleI banchieri delle banche centrali vanno a gonfie vele
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleHoro Capital
 
Le conseguenze di una politica monetaria accomodante
Le conseguenze di una politica monetaria accomodanteLe conseguenze di una politica monetaria accomodante
Le conseguenze di una politica monetaria accomodanteHoro Capital
 
La necessità di fare un grosso cambiamento
La necessità di fare un grosso cambiamentoLa necessità di fare un grosso cambiamento
La necessità di fare un grosso cambiamentoHoro Capital
 
Preparandosi per una Crisi del Credito
Preparandosi per una Crisi del CreditoPreparandosi per una Crisi del Credito
Preparandosi per una Crisi del CreditoHoro Capital
 
Banzai! banzai! banzai!
Banzai! banzai! banzai!Banzai! banzai! banzai!
Banzai! banzai! banzai!Horo Capital
 
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizione
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizionePrevisioni per il 2013: insostenibilità e transizione
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizioneHoro Capital
 
Un Successo Catastrofico
Un Successo CatastroficoUn Successo Catastrofico
Un Successo CatastroficoHoro Capital
 
La Risposta Che Noi Non Vogliamo Sapere
La Risposta Che Noi Non Vogliamo SapereLa Risposta Che Noi Non Vogliamo Sapere
La Risposta Che Noi Non Vogliamo SapereHoro Capital
 
Tutti in attesa del quantitative easing
Tutti in attesa del quantitative easingTutti in attesa del quantitative easing
Tutti in attesa del quantitative easingPaolo Soro
 
Bang! Il Momento è Arrivato
Bang! Il Momento è ArrivatoBang! Il Momento è Arrivato
Bang! Il Momento è ArrivatoHoro Capital
 
Fissare Nel Profondo Dell Abisso
Fissare Nel Profondo Dell AbissoFissare Nel Profondo Dell Abisso
Fissare Nel Profondo Dell AbissoHoro Capital
 
Le riforme-a-costo-zero-primo-capitolo1
Le riforme-a-costo-zero-primo-capitolo1Le riforme-a-costo-zero-primo-capitolo1
Le riforme-a-costo-zero-primo-capitolo1Giorgio Rizzuto
 
Da Dove Arriveranno I Posti Di Lavoro
Da Dove Arriveranno I Posti Di LavoroDa Dove Arriveranno I Posti Di Lavoro
Da Dove Arriveranno I Posti Di LavoroHoro Capital
 
La teologia dell'inflazione
La teologia dell'inflazioneLa teologia dell'inflazione
La teologia dell'inflazioneHoro Capital
 
La Fine Dell Europa
La Fine Dell EuropaLa Fine Dell Europa
La Fine Dell EuropaHoro Capital
 

La actualidad más candente (19)

Competenze, formazione e lavoro
Competenze, formazione e lavoroCompetenze, formazione e lavoro
Competenze, formazione e lavoro
 
I Pericoli del Fiscal Cliff
I Pericoli del Fiscal CliffI Pericoli del Fiscal Cliff
I Pericoli del Fiscal Cliff
 
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie vele
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie veleI banchieri delle banche centrali vanno a gonfie vele
I banchieri delle banche centrali vanno a gonfie vele
 
Le conseguenze di una politica monetaria accomodante
Le conseguenze di una politica monetaria accomodanteLe conseguenze di una politica monetaria accomodante
Le conseguenze di una politica monetaria accomodante
 
La necessità di fare un grosso cambiamento
La necessità di fare un grosso cambiamentoLa necessità di fare un grosso cambiamento
La necessità di fare un grosso cambiamento
 
Preparandosi per una Crisi del Credito
Preparandosi per una Crisi del CreditoPreparandosi per una Crisi del Credito
Preparandosi per una Crisi del Credito
 
Banzai! banzai! banzai!
Banzai! banzai! banzai!Banzai! banzai! banzai!
Banzai! banzai! banzai!
 
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizione
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizionePrevisioni per il 2013: insostenibilità e transizione
Previsioni per il 2013: insostenibilità e transizione
 
Un Successo Catastrofico
Un Successo CatastroficoUn Successo Catastrofico
Un Successo Catastrofico
 
La Risposta Che Noi Non Vogliamo Sapere
La Risposta Che Noi Non Vogliamo SapereLa Risposta Che Noi Non Vogliamo Sapere
La Risposta Che Noi Non Vogliamo Sapere
 
Tutti in attesa del quantitative easing
Tutti in attesa del quantitative easingTutti in attesa del quantitative easing
Tutti in attesa del quantitative easing
 
Stampare O Morire
Stampare O MorireStampare O Morire
Stampare O Morire
 
Bang! Il Momento è Arrivato
Bang! Il Momento è ArrivatoBang! Il Momento è Arrivato
Bang! Il Momento è Arrivato
 
Fissare Nel Profondo Dell Abisso
Fissare Nel Profondo Dell AbissoFissare Nel Profondo Dell Abisso
Fissare Nel Profondo Dell Abisso
 
Le riforme-a-costo-zero-primo-capitolo1
Le riforme-a-costo-zero-primo-capitolo1Le riforme-a-costo-zero-primo-capitolo1
Le riforme-a-costo-zero-primo-capitolo1
 
Da Dove Arriveranno I Posti Di Lavoro
Da Dove Arriveranno I Posti Di LavoroDa Dove Arriveranno I Posti Di Lavoro
Da Dove Arriveranno I Posti Di Lavoro
 
La teologia dell'inflazione
La teologia dell'inflazioneLa teologia dell'inflazione
La teologia dell'inflazione
 
Considerazioni sui mercati 31.08.11
Considerazioni sui mercati 31.08.11Considerazioni sui mercati 31.08.11
Considerazioni sui mercati 31.08.11
 
La Fine Dell Europa
La Fine Dell EuropaLa Fine Dell Europa
La Fine Dell Europa
 

Destacado

CIPD North Staffordshire and Cheshire Social Media November 2012
CIPD North Staffordshire and Cheshire Social Media November 2012CIPD North Staffordshire and Cheshire Social Media November 2012
CIPD North Staffordshire and Cheshire Social Media November 2012Philip Oakley
 
Arch stylesandpatternsmi
Arch stylesandpatternsmiArch stylesandpatternsmi
Arch stylesandpatternsmilord14383
 
National railway equipment company interview questions and answers
National railway equipment company interview questions and answersNational railway equipment company interview questions and answers
National railway equipment company interview questions and answersselinasimpson284
 
The Contstant Contact Toolkit - 20minute.academy
The Contstant Contact Toolkit - 20minute.academyThe Contstant Contact Toolkit - 20minute.academy
The Contstant Contact Toolkit - 20minute.academyFrithjof Petscheleit
 
淘寶日 品牌代理Shannon
淘寶日 品牌代理Shannon淘寶日 品牌代理Shannon
淘寶日 品牌代理Shannonebmgroup
 
Pathfinders to Information: 2003 version
Pathfinders to Information:  2003 versionPathfinders to Information:  2003 version
Pathfinders to Information: 2003 versionJohan Koren
 
C affairs training_14_march 2014
C affairs training_14_march 2014C affairs training_14_march 2014
C affairs training_14_march 2014Christine Brennan
 

Destacado (10)

Charlie Kimball Racing Driver
Charlie Kimball Racing DriverCharlie Kimball Racing Driver
Charlie Kimball Racing Driver
 
CIPD North Staffordshire and Cheshire Social Media November 2012
CIPD North Staffordshire and Cheshire Social Media November 2012CIPD North Staffordshire and Cheshire Social Media November 2012
CIPD North Staffordshire and Cheshire Social Media November 2012
 
Iosifidis_PhDch4_1996
Iosifidis_PhDch4_1996Iosifidis_PhDch4_1996
Iosifidis_PhDch4_1996
 
Arch stylesandpatternsmi
Arch stylesandpatternsmiArch stylesandpatternsmi
Arch stylesandpatternsmi
 
National railway equipment company interview questions and answers
National railway equipment company interview questions and answersNational railway equipment company interview questions and answers
National railway equipment company interview questions and answers
 
The Contstant Contact Toolkit - 20minute.academy
The Contstant Contact Toolkit - 20minute.academyThe Contstant Contact Toolkit - 20minute.academy
The Contstant Contact Toolkit - 20minute.academy
 
淘寶日 品牌代理Shannon
淘寶日 品牌代理Shannon淘寶日 品牌代理Shannon
淘寶日 品牌代理Shannon
 
Pathfinders to Information: 2003 version
Pathfinders to Information:  2003 versionPathfinders to Information:  2003 version
Pathfinders to Information: 2003 version
 
C affairs training_14_march 2014
C affairs training_14_march 2014C affairs training_14_march 2014
C affairs training_14_march 2014
 
Reincarnazione
ReincarnazioneReincarnazione
Reincarnazione
 

Similar a La direzione del compromesso

Dovè La Macchina Da Stampa Della Bce
Dovè La Macchina Da Stampa Della BceDovè La Macchina Da Stampa Della Bce
Dovè La Macchina Da Stampa Della BceHoro Capital
 
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in ItaliaRivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in ItaliaConfindustria
 
2012: la grande crisi
2012: la grande crisi2012: la grande crisi
2012: la grande crisiEnrico Bigli
 
LA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONA
LA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONALA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONA
LA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONApdl-approfondimenti
 
Conseguenze Involontarie
Conseguenze InvolontarieConseguenze Involontarie
Conseguenze InvolontarieHoro Capital
 
Quando Il Latino Lascia Il Posto All’Economia Parte I
Quando Il Latino Lascia Il Posto All’Economia   Parte IQuando Il Latino Lascia Il Posto All’Economia   Parte I
Quando Il Latino Lascia Il Posto All’Economia Parte Itterre
 
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...IrinaBouros
 
Relazione Presidente Bolla
Relazione Presidente BollaRelazione Presidente Bolla
Relazione Presidente Bolla85killcill
 
La crisi dell’euro: cause e rimedi_Intervento Francesco Boccia
La crisi dell’euro: cause e rimedi_Intervento Francesco Boccia La crisi dell’euro: cause e rimedi_Intervento Francesco Boccia
La crisi dell’euro: cause e rimedi_Intervento Francesco Boccia FrancescoBoccia
 
Lincontro Europeo Un Piano Senza Dettagli
Lincontro Europeo   Un Piano Senza DettagliLincontro Europeo   Un Piano Senza Dettagli
Lincontro Europeo Un Piano Senza DettagliHoro Capital
 
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardiEditoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardipdl-approfondimenti
 
La guerra per la Spagna
La guerra per la SpagnaLa guerra per la Spagna
La guerra per la SpagnaHoro Capital
 
La situazione economica italiana
La situazione economica italianaLa situazione economica italiana
La situazione economica italianaKevin Tempestini
 
Ci sarà un contagio
Ci sarà un contagioCi sarà un contagio
Ci sarà un contagioHoro Capital
 
Chi Vuole Prendersi Il Mio Facile Pulsante
Chi Vuole Prendersi Il Mio Facile PulsanteChi Vuole Prendersi Il Mio Facile Pulsante
Chi Vuole Prendersi Il Mio Facile PulsanteHoro Capital
 

Similar a La direzione del compromesso (19)

Dovè La Macchina Da Stampa Della Bce
Dovè La Macchina Da Stampa Della BceDovè La Macchina Da Stampa Della Bce
Dovè La Macchina Da Stampa Della Bce
 
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in ItaliaRivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
 
L'ottobre nero del nostro debito
L'ottobre nero del nostro debitoL'ottobre nero del nostro debito
L'ottobre nero del nostro debito
 
2012: la grande crisi
2012: la grande crisi2012: la grande crisi
2012: la grande crisi
 
Twist And Shout?
Twist And Shout?Twist And Shout?
Twist And Shout?
 
LA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONA
LA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONALA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONA
LA VERITÀ VIENE A GALLA - LA MONETA UNICA IN CRISI AFFOSSA TUTTA L'EUROZONA
 
Conseguenze Involontarie
Conseguenze InvolontarieConseguenze Involontarie
Conseguenze Involontarie
 
Quando Il Latino Lascia Il Posto All’Economia Parte I
Quando Il Latino Lascia Il Posto All’Economia   Parte IQuando Il Latino Lascia Il Posto All’Economia   Parte I
Quando Il Latino Lascia Il Posto All’Economia Parte I
 
BNL Focus #30
BNL Focus #30BNL Focus #30
BNL Focus #30
 
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...
Leconomia ai tempi_del_coronavirus-intervista_a_leconomia_ai_tempi_del_corona...
 
Relazione Presidente Bolla
Relazione Presidente BollaRelazione Presidente Bolla
Relazione Presidente Bolla
 
La crisi dell’euro: cause e rimedi_Intervento Francesco Boccia
La crisi dell’euro: cause e rimedi_Intervento Francesco Boccia La crisi dell’euro: cause e rimedi_Intervento Francesco Boccia
La crisi dell’euro: cause e rimedi_Intervento Francesco Boccia
 
Lincontro Europeo Un Piano Senza Dettagli
Lincontro Europeo   Un Piano Senza DettagliLincontro Europeo   Un Piano Senza Dettagli
Lincontro Europeo Un Piano Senza Dettagli
 
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardiEditoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
Editoriale - L'ennesimo regalo di Monti. Una manovra bis da 16 miliardi
 
La guerra per la Spagna
La guerra per la SpagnaLa guerra per la Spagna
La guerra per la Spagna
 
La situazione economica italiana
La situazione economica italianaLa situazione economica italiana
La situazione economica italiana
 
Ci sarà un contagio
Ci sarà un contagioCi sarà un contagio
Ci sarà un contagio
 
Chi Vuole Prendersi Il Mio Facile Pulsante
Chi Vuole Prendersi Il Mio Facile PulsanteChi Vuole Prendersi Il Mio Facile Pulsante
Chi Vuole Prendersi Il Mio Facile Pulsante
 
CHI TROPPO VUOLE ...
CHI TROPPO VUOLE ...CHI TROPPO VUOLE ...
CHI TROPPO VUOLE ...
 

Más de Horo Capital

Il cumulo di sabbia fatto dal qe
Il cumulo di sabbia fatto dal qeIl cumulo di sabbia fatto dal qe
Il cumulo di sabbia fatto dal qeHoro Capital
 
Ipotizziamo di stare in un mondo perfetto
Ipotizziamo di stare in un mondo perfettoIpotizziamo di stare in un mondo perfetto
Ipotizziamo di stare in un mondo perfettoHoro Capital
 
L'argentina è in saldo
L'argentina è in saldoL'argentina è in saldo
L'argentina è in saldoHoro Capital
 
Come non arrivare ad una pensione
Come non arrivare ad una pensioneCome non arrivare ad una pensione
Come non arrivare ad una pensioneHoro Capital
 
Una guerra valutaria o è un qualcosa di completamente diverso
Una guerra valutaria o è un qualcosa di completamente diversoUna guerra valutaria o è un qualcosa di completamente diverso
Una guerra valutaria o è un qualcosa di completamente diversoHoro Capital
 
Prigionieri della burocrazia
Prigionieri della burocraziaPrigionieri della burocrazia
Prigionieri della burocraziaHoro Capital
 
L'assicurazione della banca centrale
L'assicurazione della banca centraleL'assicurazione della banca centrale
L'assicurazione della banca centraleHoro Capital
 
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimale
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimalePicco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimale
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimaleHoro Capital
 
Alla ricerca del santo graal
Alla ricerca del santo graalAlla ricerca del santo graal
Alla ricerca del santo graalHoro Capital
 
Formazione del Capitale e Fiscal Cliff
Formazione del Capitale e Fiscal CliffFormazione del Capitale e Fiscal Cliff
Formazione del Capitale e Fiscal CliffHoro Capital
 
Da dove arriveranno i posti di lavoro
Da dove arriveranno i posti di lavoroDa dove arriveranno i posti di lavoro
Da dove arriveranno i posti di lavoroHoro Capital
 
Assicurazione della Banca Centrale
Assicurazione della Banca CentraleAssicurazione della Banca Centrale
Assicurazione della Banca CentraleHoro Capital
 
Tre uomini fanno una tigre
Tre uomini fanno una tigreTre uomini fanno una tigre
Tre uomini fanno una tigreHoro Capital
 
La Ricerca di Certezza
La Ricerca di CertezzaLa Ricerca di Certezza
La Ricerca di CertezzaHoro Capital
 
Singolarità Economica
Singolarità EconomicaSingolarità Economica
Singolarità EconomicaHoro Capital
 
La sorpresa del Tasso di Disoccupazione
La sorpresa del Tasso di DisoccupazioneLa sorpresa del Tasso di Disoccupazione
La sorpresa del Tasso di DisoccupazioneHoro Capital
 
Incertezza e Rischio
Incertezza e RischioIncertezza e Rischio
Incertezza e RischioHoro Capital
 
Qe Infinity: Conseguenze non Intenzionali
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliQe Infinity: Conseguenze non Intenzionali
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliHoro Capital
 

Más de Horo Capital (19)

Il cumulo di sabbia fatto dal qe
Il cumulo di sabbia fatto dal qeIl cumulo di sabbia fatto dal qe
Il cumulo di sabbia fatto dal qe
 
Ipotizziamo di stare in un mondo perfetto
Ipotizziamo di stare in un mondo perfettoIpotizziamo di stare in un mondo perfetto
Ipotizziamo di stare in un mondo perfetto
 
L'argentina è in saldo
L'argentina è in saldoL'argentina è in saldo
L'argentina è in saldo
 
A qualunque costo
A qualunque costoA qualunque costo
A qualunque costo
 
Come non arrivare ad una pensione
Come non arrivare ad una pensioneCome non arrivare ad una pensione
Come non arrivare ad una pensione
 
Una guerra valutaria o è un qualcosa di completamente diverso
Una guerra valutaria o è un qualcosa di completamente diversoUna guerra valutaria o è un qualcosa di completamente diverso
Una guerra valutaria o è un qualcosa di completamente diverso
 
Prigionieri della burocrazia
Prigionieri della burocraziaPrigionieri della burocrazia
Prigionieri della burocrazia
 
L'assicurazione della banca centrale
L'assicurazione della banca centraleL'assicurazione della banca centrale
L'assicurazione della banca centrale
 
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimale
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimalePicco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimale
Picco del petrolio o picco dell'energia. una soluzione ottimale
 
Alla ricerca del santo graal
Alla ricerca del santo graalAlla ricerca del santo graal
Alla ricerca del santo graal
 
Formazione del Capitale e Fiscal Cliff
Formazione del Capitale e Fiscal CliffFormazione del Capitale e Fiscal Cliff
Formazione del Capitale e Fiscal Cliff
 
Da dove arriveranno i posti di lavoro
Da dove arriveranno i posti di lavoroDa dove arriveranno i posti di lavoro
Da dove arriveranno i posti di lavoro
 
Assicurazione della Banca Centrale
Assicurazione della Banca CentraleAssicurazione della Banca Centrale
Assicurazione della Banca Centrale
 
Tre uomini fanno una tigre
Tre uomini fanno una tigreTre uomini fanno una tigre
Tre uomini fanno una tigre
 
La Ricerca di Certezza
La Ricerca di CertezzaLa Ricerca di Certezza
La Ricerca di Certezza
 
Singolarità Economica
Singolarità EconomicaSingolarità Economica
Singolarità Economica
 
La sorpresa del Tasso di Disoccupazione
La sorpresa del Tasso di DisoccupazioneLa sorpresa del Tasso di Disoccupazione
La sorpresa del Tasso di Disoccupazione
 
Incertezza e Rischio
Incertezza e RischioIncertezza e Rischio
Incertezza e Rischio
 
Qe Infinity: Conseguenze non Intenzionali
Qe Infinity: Conseguenze non IntenzionaliQe Infinity: Conseguenze non Intenzionali
Qe Infinity: Conseguenze non Intenzionali
 

La direzione del compromesso

  • 1. SCENARI FINANZIARI JOHN MAULDIN'STHOUGHTS FROM THE FRONTLINE Newsletter settimanale - Versione Italiana a cura di Horo Capital La direzione del compromesso di John Mauldin | 15 settembre 2012 - Anno 3 - Numero 37 In questo numero: Le conseguenze economiche di una decisione politica Eccezionalismo Americano Il costo di dover gestire il deficit Quale programma dei candidati risolverà il problema del deficit Chicago, Atlanta, New York e Scandinavia “Come hai fatto a finire in bancarotta?” “In due modi. Gradualmente, poi improvvisamente.” – Ernest Hemingway, The Sun Also Rises Ci viene spesso detto che l'attuale campagna elettorale è la più importante degli ultimi anni. Credo di averlo sentito dire almeno in una decina di cicli presidenziali, sin da quando da giovane ho votato per la prima volta per McGovern. E guardandomi indietro solo una di quelle elezioni effettivamente può essere considerata in questo modo. Credo che queste elezioni abbiano il potenziale per essere una di quelle rare volte, almeno in termini di risultati economici. In Thoughts from the Frontline (Scenari Finanziari) noi ci occupiamo di economia, investimenti, denaro e di finanza. Ci siamo mossi solo poche volte nel mondo politico e facendo solo brevi riflessioni. Oggi attraversiamo quella linea grigia, ma con un taglio un po' diverso esaminando le conseguenze economiche che arriveranno dalle scelte politiche che faremo nel mese di novembre negli Stati Uniti. Ma non è così semplice come si possa pensare, la scelta di una delle due parti non risolverà i mali economici della nazione. Se così fosse non ci troveremmo di fronte ad una sfida epocale, perché entrambe le parti politiche hanno avuto in questi ultimi anni un fermo controllo delle leve del potere, ma entrambe hanno fallito nel fare quello che è diventato, almeno per questo analista economico, il tema scottante del giorno. Infatti entrambe non hanno fatto altro che far peggiorare le cose. Oggi prenderemo in considerazione le possibili scelte e le loro conseguenze. Le conseguenze economiche di una decisione politica L'anteprima delle conseguenze economiche dipende dal vostro punto di vista sulle questioni più importanti su cui devono essere prese delle decisioni (in termini economici). Permettetemi di presentarvi la mia lista delle top ten. 1. Il deficit 2. Il deficit 3. Il deficit 4. Il deficit
  • 2. 5. Il deficit 6-10. Tutto il resto Sto per essere solo leggermente irriverente. Come dobbiamo gestire il deficit che è l'elemento chiave di tutto il resto. E il non affrontare il deficit porterà ad un disastro di proporzioni bibliche, l'equivalente di tutte le prime otto piaghe del mondo. Chiedete alla Grecia o alla Spagna. E' facile classificare il deficit come qualcosa che c'è sempre stato. I Chicken Littles non ci dicono che il deficit è in calo da decenni? Il Giappone sembra essere in grado di affrontare ampi disavanzi e noi non siamo in alcun modo vicini al loro livello di indebitamento. Non è la "Malattia giapponese" il peggior risultato a cui stiamo guardando - è solo una lenta crescita mondiale che, anche se frustrante, non è catastrofica? E alcuni hanno chiesto deficit ancora più grandi per stimolare la crescita economica e l'occupazione, rifacendosi a periodi in cui il governo aveva effettivamente dei disavanzi e l'economia sembrava rispondere positivamente riprendendo ancora una volta a crescere. E' facile dire che il deficit è qualcosa che possiamo affrontare in seguito. Come il personaggio di Hemingway, che alla domanda "Come hai fatto a finire in bancarotta?" Rispose: "In due modi. Gradualmente, poi improvvisamente." Per la maggior parte del tempo, i deficit non sono considerati un problema. Molte famiglie, imprese e governi fanno crescere le perdite e prendono in prestito denaro per evitare di dover ridurre i loro stili di vita. In realtà il problema non è l'immediato deficit, ma il debito totale. Se il debito è contenuto e il flusso di cassa è positivo, allora il deficit può essere una buona cosa. Genererà benefici il debito che viene investito in attività generatrici di reddito o in infrastrutture che rendono una famiglia o un impresa o una nazione più efficiente nel modo di lavorare. E' quando il totale del debito diventa troppo grande che la gestione del debito stesso diventa un problema. E cioè quando i finanziatori chiedono ulteriori garanzie o interessi maggiori e poi se il debito non viene messo sotto controllo sospendono i prestiti. Per una nazione questo significa semplicemente il crollo del suo mercato obbligazionario. In un libro che abbiamo citato numerose volte, This Time Is Different, Ken Rogoff e Carmen Reinhart elencano in maniera dettagliata oltre 200 casi in cui le nazioni hanno avuto una crisi del credito. Uno dei loro punti principali è che le nazioni sembrano essere in grado di prendere in prestito soldi fino a quando arrivano a quello che loro chiamano il "Bang Moment" e in quel momento succede che il mercato obbligazionario non funziona più. Fino a quel momento, coloro che sono a favore di un maggior debito sostengono che "questa volta è diverso", ma non è mai così. Nelle prime pagine di Anna Karenina di Lev Tolstoj, ella dice: "Le famiglie felici sono tutte uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo." E anche i governi e le nazioni che hanno problemi di debito, ci arrivano con un loro individuale percorso. La Spagna ci ha detto, non siamo la Grecia. E certamente non lo è. La Spagna ha intrapreso un percorso completamente diverso nella sua crisi del debito rispetto a ciò che ha fatto la Grecia. E la Francia, sostiene di non essere né la Grecia né la Spagna (né l'Italia né il Portogallo, ecc), ma si trova nella situazione di dover riequilibrare rapidamente le proprie finanze (e sembra certamente in maniera massiccia), essi metteranno a punto un altro modo per affrontare
  • 3. una vera e propria crisi del debito, con i vigilantes obbligazionari alla loro porta. E' un processo che ho descritto in Endgame. Gran parte dell'Europa sta affrontando una crisi del debito. Non sarà un lieto fine. La Spagna e la Grecia sono inciampate in quella che può solo essere descritta come una depressione. Gran parte del resto d'Europa o è in recessione o al punto di non ritorno, e una depressione su scala continentale è del tutto possibile, per le motivazione che abbiamo esaminato nelle lettere precedenti. Semplicemente, l'Europa meridionale (insieme all'Irlanda) hanno preso in prestito troppo denaro (per motivi diversi), tutte le banche europee hanno troppa leva (con la benedizione delle autorità di regolamentazione), e gli europei hanno creato enormi squilibri commerciali interni. E' impossibile riequilibrare il deficit di bilancio mentre vi è un deficit commerciale enorme, soprattutto se vi è una fuga di capitali. Una svalutazione dei cambi è il meccanismo di normale bilanciamento per un deficit commerciale ma non è attuabile per la Grecia, la Spagna e gli altri fintanto che rimangono nella zona euro. Questo porta a un significativo cambiamento nel costo del lavoro come l'unico modo per riequilibrare la situazione, ma tale soluzione non può avvenire rapidamente nei paesi periferici senza riforme strutturali politicamente impossibili. La zona euro non ha facili scelte da fare. Non importa quello che (come collettività l'Europa e i singoli paesi) sceglieranno di fare, questo porterà anni di estreme difficoltà economiche. Il Giappone, come sono solito dire, è un moscone alla ricerca di un parabrezza. Hanno trasmutato i risparmi di due generazioni nel più grande debito che sia mai stato contratto per un paese, almeno tra quelli che io conosco (in termini di PIL). Si avvicina al 220% del PIL ed è in aumento a un ritmo prodigioso, circa il 10% nel 2011. Si è passati da un tasso di risparmio del 16% a circa l'1%, in gran parte a causa di un invecchiamento della popolazione che ora vive senza risparmiare. Quando i tassi di risparmio diventeranno negativi e la situazione demografica sarà più incerta, il Giappone potrà essere costretto a pagare tassi di interesse più elevati o a stampare enormi quantità di yen o tagliare la spesa pubblica per importi altrettanto enormi. Tutte queste opzioni sono molto brutte nel breve termine. Se i tassi di interesse aumentano di appena un 2% , il Giappone dovrebbe utilizzare nel giro di pochi anni più del 70% del proprio PIL solo per ripagare gli interessi passivi. Questo non è un modello di business perseguibile. Oggi, non possiamo entrare nel merito delle elezioni di fine mese in Giappone, ma saranno importanti. SAVE the DATE INVESTIRE NELLA NUOVA RUSSIA - IPO, azioni e obbligazioni 3 ottobre 2012 - Milano, Palazzo Mezzanotte - Piazza degli Affari, 6 - ore 9.30/13.00 4 ottobre 2012 - Lugano, Grand Hotel Eden - Riva Paradiso, 1 - ore 9.30/13.00 R.S.V.P. - segreteria@novecentoeventi.it - Tel. +39 02 36523455 Eccezionalismo Americano
  • 4. Il deficit degli Stati Uniti (quello reso pubblico) è ormai oltre il 72% del PIL e continua ad aumentare. "Egan-Jones Ratings Co., Venerdì [Settembre 14] ha declassato il rating sovrano degli Stati Uniti ad AA- da AA sulle preoccupazioni di un nuovo round della Fed di quantitative easing o QE3 che avrebbe un impatto sull'economia USA. L'agenzia di rating ha detto che il piano della Fed di acquistare 40 miliardi di dollari al mese di titoli garantiti da ipoteca e di mantenere i tassi di interesse vicino allo zero non aumenterà il PIL, ma ridurrà il valore del dollaro e farà crescere il prezzo delle materie prime. Egan-Jones ha detto in una nota che 'dal 2006 ad oggi, il debito degli Stati Uniti è aumentato dal 66% al 104% e probabilmente sotto determinate circostanze a partire da oggi ed entro un anno il debito salirà al 110%, il deficit di bilancio annuale è pari all'8%,'. 'In confronto, la Spagna ha un debito pari al 68,5% del PIL e un deficit di bilancio annuo del 8,5%.' (MarketWatch) (Per quel che vale, non viene considerato come debito il "Social Security Trust Fund", in quanto è una finzione contabile. Esso non esiste se non per un bilancio fittizio, così per me il debito è leggermente minore di quello di Egan-Jones, invece è giusto il loro dato sul deficit.) Non vi è un punto predefinito in cui il rapporto debito / PIL è tale, per cui una nazione perde la propria capacità di poter prendere in prestito del denaro a tassi ragionevoli. Per la Russia è stato del 12% nel 1998. Per il Giappone, come ho sottolineato sopra è al 220% (la cifra esatta è alquanto in discussione, ma questo è abbastanza reale). Spagna ha perso l'accesso ai mercati senza gli interventi della BCE a meno del 68%. L'Italia è al 120% e ha visto i suoi tassi aumentare fino a livelli che non possono essere sostenuti. Ad un certo punto se una nazione non tiene il suo debito e il suo deficit sotto controllo, perderà l'accesso al mercato delle obbligazioni a prezzi ragionevoli. Non ci sono mai state eccezioni. C'è un punto in cui il mercato obbligazionario comincia a preoccuparsi per la capacità di un paese di ripagare il suo debito con una valuta che ora ha un valore inferiore rispetto a quando gli è stato prestato il denaro, e quindi i tassi di interesse cominciano a salire. Non vi è alcun motivo di pensare che gli Stati Uniti saranno una eccezione a questa regola. Questo non è ciò che si intende per eccezionalismo americano. Perché penso che il deficit sia un problema? Quello che mi rende preoccupato è che non possiamo aspettare altri quattro anni fino a quando anche gli Stati Uniti perdono l'accesso al mercato obbligazionario con tassi d'interesse bassi? Sarebbe davvero un disastro? In primo luogo, in un mondo senza Europa o Giappone, gli Stati Uniti potrebbero probabilmente per l'ultima parte di questo decennio far registrare disavanzi di grandi dimensioni. Abbiamo una valuta che è utilizzata come riserva nel mondo, noi siamo la superpotenza, il motore del libero mercato, ecc. Ma credo che l'Europa possa realmente scontrarsi con un vero e proprio muro entro la fine del 2013 o la metà del 2014, se non prima. Lo stesso vale per il Giappone. Temo che gli operatori dei mercati obbligazionari prenderanno atto delle loro perdite in Europa e in Giappone e diranno al governo degli Stati Uniti un qualcosa di simile a questo: "Abbiamo già visto i film per quanto riguarda il debito europeo e giapponese. Che non ha
  • 5. avuto un lieto fine. Il film del debito degli Stati Uniti sembra essere basato sulla stessa sceneggiatura, quindi se non vi dispiace, dal momento che sappiamo come finirà, ci prepariamo ad uscire durante l'intervallo". A mio parere, il disavanzo deve essere affrontato nel 2013. Se aspettiamo fino al 2014, saremo nel bel mezzo di un'altra elezione. Come vedremo di seguito, la soluzione del deficit sta portando a compromessi politicamente impopolari per una o entrambe le parti. Mentre io sono ottimista sul fatto che si può fare qualcosa nel 2013, sono risoluto nel pensare che il 2014 sia politicamente più problematico. Entro il 2015 il debito sarà ben superiore al 90% del PIL. Come ho già scritto nelle lettere precedenti, vi è una crescente evidenza che quando il debito di un paese arriva al 90%, il PIL rallenta di circa l'1%, il che naturalmente rende più difficile trovare la tua via d'uscita dal debito. In quel momento i tassi di interesse cominciano a salire e questo rende ancora più difficile il pareggio di bilancio. Sì, lo so, la Fed può mantenere i tassi bassi e stampare moneta, ma la stampa di denaro in quantità non è una strategia volta a rafforzare la fiducia dei mercati obbligazionari in termini di valore del dollaro. Non solo la ricerca di Rogoff e Reinhart, ma anche numerosi altri studi, indicano che quando la fiducia svanisce, a quel punto si innesca un processo abbastanza veloce. E infatti quello è il momento del Bang!. Se i tassi cominciano a crescere, forse il Congresso sarà costretto a fare qualcosa. Ma a quel punto, sarà il momento per maggiori imposte e profondi tagli che ognuno di noi non è nemmeno in grado di immaginare. Le cose non possono andare più avanti così, il peggior risultato finale sarà una ristrutturazione. Abbiamo spesso detto che prendere denaro a prestito crea un problema per i nostri figli. E questo è vero. Ma questo crea anche un problema per questa generazione. Gran parte dell'Europa e il Giappone stanno per cadere in una depressione a causa della loro mancanza di volontà di affrontare i deficit e i problemi strutturali. Il 25% di disoccupazione è una brutta, brutta realtà che si sta diffondendo in tutta l'Europa meridionale. Il Giappone dovrà affrontare la propria versione di una crisi del debito, e credo che il risultato sarà una significativa inflazione data dai suoi prezzi di importazione e un calo del tenore di vita dei suoi anziani. Forse mi sbaglio e gli Stati Uniti possono andare avanti per altri quattro anni prima di raggiungere il momento di fare Bang!. Le cose possono andare avanti a volte più a lungo di quanto si possa pensare, per ragioni che (o almeno io) non capisco. Ma l'attesa certamente non rende affatto le cose più facili. I piani previsti sono in costante peggioramento, e i costi per gli interessi saranno di altri 80 miliardi di dollari l'anno per il debito aggiuntivo. Cercando di risolvere il problema tra quattro anni si presuppone che le decisioni saranno ancora più difficili di quelle che oggi dobbiamo prendere. Il costo di dover gestire il deficit Cerchiamo di essere chiari. Per ragioni sulle quali ho scritto a lungo, ci sono dei costi molto significativi da sostenere per ridurre il deficit. Questo avrà un impatto sull'attuale PIL
  • 6. annuale. Certamente non desidero che sia raggiunto l'equilibrio di bilancio in un sola anno o anche in pochi anni. Mi farebbe piacere suggerire un taglio di non più del 1% del PIL all'anno, pari a circa $150 miliardi di dollari l'anno. Così anche quel poco di crescita che rimane può produrre qualche beneficio. I tagli alle tasse o gli aumenti hanno un impatto sull'economia. Cito un articolo preso da Forbes: "Un importante analisi fatta dal primo Consiglio dei Consulenti Economici (CEA) del presidente Barack Obama segnala che gli aumenti fiscali proposti dal presidente avrebbero ucciso la ripresa economica e portato quasi 1 milione di americani a rimanere senza lavoro. Queste sono le straordinarie implicazioni della ricerca accademica di Christina D. Romer che ha presieduto la CEA dal 28 gennaio 2009 – al 3 settembre 2010. In un documento dal titolo "The Macrcoeconomic Effects of Tax Changes" pubblicato dalla prestigiosa American Economic Review nel giugno del 2010 (durante il suo mandato alla Casa Bianca), lei ha dichiarato che: 'Sembra che nel breve gli aumenti fiscali abbiano un ampio, sostenuto e un fortemente negativo impatto sulla crescita.' "L'articolo della AER ha avuto come co-autore il marito e collega professor UC Berkeley, David H. Romer, che ha esaminato l'impatto degli aumenti fiscali e le conseguenti riduzioni della crescita economica degli Stati Uniti nel periodo 1945-2007. Uno degli aspetti più innovativi presenti nel documento è la focalizzazione sui cambiamenti "esogeni" generati dalle imposte, cioè quelle variazioni delle imposte che avevano sia lo scopo di aumentare il tasso di crescita economica (e non solo di frenare la recessione) come i tagli fiscali di Kennedy, Reagan e Bush, che di ridurre il deficit di bilancio come ad esempio l'aumento delle imposte fatte Clinton. Sono state escluse dall'analisi solo le modifiche fiscali 'endogene' che sono state puramente anticicliche, come gli sgravi fiscali del 1975 o quelle che sono state usate solo per 'compensare un altro fattore che tendeva a spostare la crescita della produzione fuori da una situazione normale', come ad esempio la l'aumento delle tasse per finanziare la guerra in Corea e l'introduzione dell'imposta sui salari per finanziare il Medicare. "Una stima che i Romers fanno indica che un aumento delle tasse pari al 1% del PIL (sono circa $160 miliardi di dollari nell'economia di oggi) riduce nei prossimi 10 trimestri il PIL reale del 3%. Inoltre, i Romers hanno usato una varietà di test statistici per tener conto di altri fattori che possono influenzare la crescita economica nel momento in cui vengono attuate delle variazioni fiscali, tra cui la spesa pubblica, la politica monetaria, il relativo prezzo del petrolio ed anche se il Presidente era stato un democratico o repubblicano (anche se questo non avuto alcun significato). Una sintesi del lavoro statistico svolto stima che un aumento delle tasse pari al 1% del PIL genererebbe nei prossimi 10 trimestri un calo della produzione tra il 2,2% e il 3,6%. Loro scrivono che "'In tutti i casi, l'effetto delle variazioni delle imposte sulla produzione rimane ampio e statisticamente molto significativo'. "'Quindi sembra essere molto fondata l'affermazione che i cambiamenti fiscali hanno degli impatti notevoli sulla crescita. Questo ha incluso anche l'analisi che degli shock sulla crescita hanno avuto poco effetto sulla stima dell'impatto dei cambiamenti fiscali, risulta invece importante una prova indiretta ossia che la nostra nuova misura degli shock fiscali non è correlata ad altri fattori che influenzano la produzione.'
  • 7. "'Il comportamento della produzione a seguito di modifiche maggiormente esogene indica che l'aumento delle tasse è fortemente restrittivo. Gli effetti sono fortemente significativi, molto importanti e molto più ampi di quelli ottenuti con misure più allargate di modifiche fiscali.'" Forbes continua sottolineando che "Nel bilancio 2013 il presidente Obama ha proposto nel 2013 $103 miliardi dollari di aumento delle tasse, di cui $83 miliardi dollari di maggiori imposte sul reddito di coloro che guadagnano più di $250.000 dollari l'anno pari a circa lo 0,65% del PIL. Utilizzando la stima di base di Romer questa scelta dovrebbe ridurrebbe il PIL reale di 2 punti percentuali nel corso dei prossimi 10 trimestri. Sulla base della relazione generale tra la crescita economica e la disoccupazione, un calo della produzione implica una perdita di oltre 800.000 posti di lavoro." (Nota: Ci sono quelli che non sono d'accordo e spesso anche in modo vigoroso con le conclusioni del documento, ma per quanto io sappia non offrono però alcuna contro analisi dei dati. Romer si è dimesso meno di due mesi dopo avere pubblicato il documento.) Le semplici nozioni di contabilità economica e la ricerca accademica indicano che i tagli di spesa avranno un effetto di contrazione del PIL per circa 4-5 trimestri. Ma se si taglia l'1% l'anno per 5 anni, a questo punto si è ridotto il PIL potenziale del 1% l'anno per i 5 anni, il che non aiuta la crescita di posti di lavoro. Naturalmente se gli Stati Uniti perdono l'accesso a bassi costi al mercato obbligazionario, questo sarà un disastro ancora peggiore rispetto alla perdita dei posti di lavoro. Ci troviamo di fronte o ad una difficile situazione o ad un enorme disastroso. Questa è la natura dell'Endgame, quando il superciclo del debito è nelle sue fasi finali. Non ci sono scelte facili. In questo momento gli Stati Uniti hanno di fronte a loro solo alcune scelte molto difficili. Se aspetteremo troppo a lungo nell'affrontarle, ci troveremo di fronte le scelte disastrose dell'Europa. Quale programma dei candidati risolverà il problema del deficit? In questa lettera non ho intenzione di entrare nei dettagli su come può essere raggiunto il pareggio di bilancio nel corso del tempo. Ci sono molti modi per arrivarci. La Simpson- Bowles (la commissione presidenziale sul debito) è un percorso. Questa propone di togliere molte delle cosiddette spese fiscali e così ridurre effettivamente l'aliquota massima del 24% e di conseguenza aumentare le tasse. Io preferirei invece che ci sbarazzassimo di quasi tutte le detrazioni fiscali, ad eccezione di quella sul credito d'imposta sul reddito guadagnato per poi arrivare a diminuire l'aliquota più alta. Comunque, la maggior parte delle detrazioni fiscali favorisce quelli che hanno un reddito più elevato. Se questo mio sogno si realizzasse ci sarebbe ovviamente qualche tipo di imposta sui consumi (come l'IVA), ma delle imposte sul reddito su tutti i livelli molto più basse e forse avremmo anche una riduzione della tassa per la Social Security e questo sarebbe un contributo ai cittadini con un basso reddito. Per quel che vale le imposte sui consumi hanno un minore impatto negativo sull'economia rispetto alle imposte sul reddito. Né la proposta di bilancio di Romney né il bilancio che Obama ha presentato al Congresso (e che non ha ottenuto nemmeno un voto favorevole da parte del suo stesso partito) è politicamente fattibile, ed entrambe hanno delle serie difficoltà nel provare a gestire il
  • 8. deficit. Per arrivare ad una vera e propria soluzione di bilancio bisogna arrivare ad un compromesso, il che significa una combinazione di tagli alla spesa e aumenti delle tasse. Si deve fare i conti con i diritti e con l'assistenza sanitaria. In un certo senso, l'elezione è su quanta assistenza sanitaria vogliamo e su come vogliamo pagarla. Dopo di questo, tutto il resto è "facile". Negli ultimi anni ho parlato con un sacco di membri del Congresso, senatori, membri dello staff di entrambi i partiti. Tutti sono d'accordo che deve essere fatto qualcosa e la mia sensazione è che faranno qualcosa dopo queste elezioni. Le conseguenze del non fare nulla sarebbero disastrose, soprattutto in considerazione delle "doppie scadenze." Di fronte a tale scenario credo che il Congresso agirà. Quindi la questione diventa, ma qual è la natura di questo compromesso? E questo caro lettore sarà il reale effetto economico di queste elezioni. Stiamo votando in modo "puro e semplice" sulla direzione del compromesso. Una strada è quella di avere un governo ed un bilancio ancora più enorme, invece l'altra è quella di avere un governo (relativamente) più piccolo, anche se non vedo il percorso per avere un governo veramente più piccolo in termini di pressione fiscale, a meno che non decidiamo di avere molta meno assistenza sanitaria, ma non vedo nessuno che preveda questo o che lo stia sostenendo. Un "sweep" da entrambe le parti sarebbe un punto di svolta, ma questo non sembra probabile almeno secondo i sondaggi che sto guardando oggi. Come abbiamo visto nella ricerca Europea che ho citato la scorsa settimana, esiste una correlazione tra le dimensioni dei governi e la crescita del PIL. Il che ha un senso, in quanto i posti di lavoro realmente provengono dal settore privato. I posti di lavoro dei governi dipendono solo dalle tasse che provengono dal settore privato. Si prega di notare che questo non è lo stesso che dire che dovremmo sbarazzarci di tutti i costi del governo per aumentare l'efficienza economica - che non è certamente vero. Ma dovremmo essere in grado di comprendere quali sono i costi della spesa pubblica e la tassazione del settore privato. Non è una sorpresa il fatto che io sia favorevole verso una versione più ridotta del governo. Ma spero che mentre ci muoviamo verso un compromesso riusciamo anche a fare una completa revisione della legge fiscale, e mentre semplifichiamo il processo ed abbassiamo le diverse aliquote, eliminiamo anche la maggior parte delle detrazioni fiscali. E forse ci sbarazziamo di tutte le detrazioni fiscali previste per le imprese, riducendo nel contempo la tassazione sul reddito prodotto negli USA al 15%, e al 10% quella sui redditi esteri. Ciò significherebbe le società di grandi dimensioni che cercano di nascondere il reddito e il domicilio in diversi modi pagherebbero le tasse come le imprese locali. Si potrebbero far scendere i tassi verso il basso ed ancora continuare a raccogliere maggiori tasse ed aumentare davvero la nostra competitività economica. Se raggiungiamo il pareggio di bilancio nel corso del tempo (diciamo 5-6 anni) e abbiamo aliquote più basse, mentre eliminiamo gli speciali sgravi fiscali e le spese (e io dico che dobbiamo sbarazzarci di quasi tutto!), ed estrarre maggiormente petrolio e gas in modo
  • 9. tale da poter avviare l'esportazione di energia, io sarò completamente “bull” sul mercato e senza nemmeno aspettare troppo tempo. In un tale scenario il futuro degli Stati Uniti sarebbe migliore e più luminoso che mai. E questo è quello che voglio per i miei figli. E se non agiamo in modo responsabile? A quel punto avremo bisogno di prepararci a chiudere i boccaporti, perché assisteremo ad una tempesta estremamente dura. Credo che lo sapremo entro la metà del prossimo anno. E sì, lo so che le nostre scelte ci porteranno a contesti di investimento completamente diversi, ma è per questo che questa elezione farà differenza. E' davvero il caso di evitare una depressione. Nelle prossime settimane ho intenzione di pubblicare due interviste che ho fatto su questi temi, una con Newt Gingrich e l'altra con Erskine Bowles. Penso che le troverete molto interessanti. Mentre io preferisco il percorso per avere un governo di più piccole dimensione, la cosa più importante però è quello di riequilibrare il bilancio. Come imprenditori dobbiamo affrontare la realtà. Io preferisco le scelte che favoriscono maggiori risparmi e mi permetto di investire maggiormente nella crescita della mia attività, ne verremo fuori. Se non prendiamo seriamente il tema del bilancio e del debito, ci incammineremo sicuramente verso il disastro. Tutti assieme dobbiamo cercare di far si che i nostri deputati e senatori lavorino insieme per raggiungere il risultato. Chicago, Atlanta, New York e Scandinavia Sarò a Chicago il 19 settembre, dove parlerò al Financial Forum Network RDA Investor Il Forum si terrà al Marriott Chicago Oak Brook. L'evento è sponsorizzato da Steve Blumenthal e dai miei amici di CMG. Se desiderate partecipare si prega di inviare una mail a Linda Cianci Linda@cmgwealth.com. E poi parlerò il 1 ottobre a New York, al 8th Annual Value Investing Congress. Sarò assieme ad una serie di relatori veramente in gamba, tra cui Bill Ackman e David Einhorn. Sono stato in grado di garantire uno sconto agli "amici", se volete partecipare avrete uno sconto di $1.500 sul normale prezzo di iscrizione. Per usufruire di questo sconto è necessario iscriversi entro il 7 settembre su www.ValueInvestingCongress.com/Mauldin con il seguente codice di sconto N12JM. E poi il prossimo gennaio andrò in Scandinavia per tre giorni, è fantastico. E' il momento di premere il pulsante di invio. La prossima settimana vi racconterò della Conferenza di Casey e delle persone che ho incontrato a Palo Alto. Buona settimana. E pensate alle scelte che dovete fare. Il tuo analista che non ha nessuna intenzione di continuare a correre ancora per niente, John Mauldin
  • 10. subscribers@mauldineconomics.com Copyright 2010-2012 John Mauldin. All Rights Reserved Copyright 2010-2012 Horo Capital. Tutti i Diritti Riservati Disclaimer: La presente pubblicazione è distribuita da Horo Capital srl. Pur ponendo la massima cura nella traduzione della presente pubblicazione e considerando affidabili i suoi contenuti, Horo Capital srl non si assume tuttavia alcuna responsabilità in merito all’esattezza, completezza e attualità dei dati e delle informazioni nella stessa contenuti ovvero presenti sulle pubblicazioni utilizzate ai fini della sua predisposizione. Di conseguenza Horo Capital srl declina ogni responsabilità per errori od omissioni. Horo Capital srl si riserva il diritto, senza assumersene l'obbligo, di migliorare, modificare o correggere eventuali errori ed omissioni in qualsiasi momento e senza obbligo di avviso. La presente pubblicazione viene fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, non costituendo in nessun caso offerta al pubblico di prodotti finanziari ovvero promozione di servizi e/o attività di investimento né nei confronti di persone residenti in Italia né di persone residenti in altre giurisdizioni, a maggior ragione quando tale offerta e/o promozione non sia autorizzata in tali giurisdizioni. Le informazioni fornite non costituiscono un'offerta o una raccomandazione per effettuare o liquidare un investimento o porre in essere qualsiasi altra transazione. Esse non possono essere considerate come fondamento di una decisione d'investimento o di altro tipo. Qualsiasi decisione d'investimento deve essere basata su una consulenza pertinente, specifica e professionale. Tutte le informazioni pubblicate non devono essere considerate una sollecitazione al pubblico risparmio o la promozione di alcuna forma d'investimento né raccomandazioni personalizzate ai sensi del Testo Unico della Finanza trattandosi unicamente di informazione standardizzata rivolta al pubblico indistinto. Né Horo Capital srl né John Mauldin potranno essere ritenuti responsabili, in tutto o in parte, per i danni (inclusi, a titolo meramente esemplificativo, il danno per perdita o mancato guadagno, interruzione dell’attività, perdita di informazioni o altre perdite economiche di qualunque natura) derivanti dall’uso, in qualsiasi forma e per qualsiasi finalità, dei dati e delle informazioni presenti nella presente pubblicazione. Ogni decisione di investimento e disinvestimento è pertanto di esclusiva competenza del Cliente che può decidere di darvi o meno esecuzione con qualsivoglia intermediario autorizzato; qualsiasi eventuale decisione operativa presa dal Cliente in base alle informazioni pubblicate è, infatti, da considerarsi assunta in piena autonomia decisionale e a proprio esclusivo rischio. Il Contenuto presente nella pubblicazione può essere riprodotto unicamente nella sua interezza ed esclusivamente citando il nome di Horo Capital srl e di John Mauldin, restandone in ogni caso vietato ogni utilizzo commerciale. Si intende per Contenuto tutte le analisi, grafici, immagini, articoli i quali sono tutti protetti da copyright. Horo Capital srl ha la facoltà di agire in base a/ovvero di servirsi di qualsiasi elemento sopra esposto e/o di qualsiasi informazione a cui tale materiale si ispira ovvero è tratto anche prima che lo stesso venga pubblicato e messo a disposizione della sua clientela. Horo Capital srl può occasionalmente, a proprio insindacabile giudizio, assumere posizioni lunghe o corte con riferimento ai prodotti finanziari eventualmente menzionati nella presente pubblicazione. In nessun caso e per nessuna ragione Horo Capital srl, sarà tenuta, ad agire conformemente, in tutto o in parte, alle opinioni riportate nella presente pubblicazione. Ogni violazione del copyright in qualsiasi modo si esprima ai danni di Horo Capital srl e John Mauldin, sarà perseguita legalmente.
  • 11. Per iscriversi alla newsletter GRATUITA settimanale SCENARI FINANZIARI cliccare qui: www.scenarifinanziari.it/Registrazione.aspx Per modificare il proprio indirizzo email di invio della newsletter, effettuare il login su www.scenarifinanziari.it e andare sulla pagina di registrazione. Per cancellare l'iscrizione alla newsletter scrivere una mail a:info@scenarifinanziari.it Thoughts from the Frontline 3204 Beverly Drive Dallas, Texas 75205 Horo Capital Independent Financial Advisory Firm Via Silvio Pellico, 12 20121 Milano Tel. 02 89096674