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                     IL DONO
 COME VALORE E RICCHEZZA SOCIALE
                          Riflessione di

                     Salvatore Barresi




                                                             1




                            Seminario

                        ANTEAS
associazione nazionale terza età attiva per la solidarietà




                    Crotone, 14 settembre 2012
Premessa
1. In un epoca dominata dal consumismo i gesti gratuiti sono un dato decisivo nello sviluppo delle società
   che fanno uscire dall’utilitarismo esasperato.

2. La gente crede che il “dono” e la generosità siano inutili fronzoli, sentimenti polverosi gettati in soffitta.
   Questa idea viene fatta valere con un bombardamento quotidiano dal modello economico dominante,
   secondo il quale non solo il mercato e gli scambi moneterai ma anche l’apprendimento, il matrimonio, la
   fede religiosa, l’amore e l’odio, la giustizia e il delitto, sono regolati dalla logica egoistica. Ed invece, il
   “dono” ha un ruolo oggi come lo aveva nel passato delle società umane.

3. Anticamente, nelle società arcaiche e primitive, la pratica di dare, prendere e ricambiare, aveva valore
   materiale, erano simboli della relazione sociale.

4. Cosa resta del dono arcaico nella società di oggi? Prendiamo il caso dei donatori di sangue o di organi,
   fanno un dono che potenzialmente è destinato a tutti, alla famiglia, ai vicini, ai concittadini come agli
   stranieri. È chiaro che l’obbligo di dare rimane una regola della socialità primaria ed esprime, secondo
   me, un sentimento d’amore con interesse per gli altri. Anche in questo, però, c’è una forma di “egoismo
   altruistico”, cioè la soddisfazione del suo interesse personale massimizzando la soddisfazione degli
   interessi del numero maggiore di persone.

5. Donare, ricevere, ricambiare sono dimensioni della relazione interpersonale il cui legame è riconosciuto
   fin dalla mitologia classica1, nonché ripreso attraverso l’intera tradizione cristiana che per suo tramite ha
   colto la relazione tra il Dio rivelato in Gesù e l’uomo che si dispone alla fede in Lui.

6. Noi siamo “dono” ma non ci doniamo. Noi non doniamo nulla perché siamo egoisti totali. Noi non ci
   doniamo perchè vogliamo, pretendiamo sempre qualcosa in cambio.
                                                                                                                                                                2

Prima riflessione.
7. Il dono è una ricchezza sociale.

Il dono crea legami sociali, fonda un sistema di relazioni, crea, a sua volta, ricchezza. Lo spirito del dono è
quello di creare un flusso di legami che attraversa i singoli determina un sistema sociale di prestazioni e
contro-prestazioni. Il dono è impegnativo e vincolante per chi lo riceve che si trova nell’alternativa di
accogliere e trasmettere con fiducia l’offerta di un legame, oppure di trasmettere per se il bene scambiato
destinato a trasformarsi in un veleno mortale.

8. Il dono è un valore.


                 a. Valore di legame                                                          b. Valore umano

     Il dono come valore di legame crea una stabilità Il donare istituisce una relazione in vista della
     che non si esaurisce, anzi si alimenta creando degli realizzazione del bene altrui.
     scambi positivi che costruisce la comunità.
                                                          Chi dona diventa inconsapevolmente un modello
     Cosa distingue il dono dallo scambio mercantile? da seguire.
     La “reciprocità”.
                                                          Il dono infonde la speranza a superare le scissioni
     La reciprocità è sempre radicale o esiste ed è ed aiuta a superare la confusione operata nel nostro
     positiva o non esiste ed è negativa e cancella la

1
  Seneca, De Benficiis, I, III, 3 – trinomio donare, ricevere, ricambiare – Seneca articola il volto della generosità incarnata nella tre Grazie: “obbligare,
rendere, ricevere e rendere al contempo”.
relazione.                                              tempo tra amore e giustizia.

                                                            Il dono segna anche il momento della fine della
                                                            violenza del conflitto. Il passaggio dalla guerra
                                                            alla pace ed implica sempre un scambio di doni.

                                                            Il dono, grazie alla sua forza e ambivalenza, è il
                                                            motore che può far tramutare il nemico in amico.


9. L’etica del dono.

    L’etica del dono risiede non nel pagare un prezzo per ciò che si riceve, ma nel non spezzare la catena,
    cioè non si tratta di restituire immediatamente l’equivalente economico della cosa o prestazione ricevuta,
    quanto piuttosto di trovarsi all’interno di un circolo di reciprocità che ci porterà a donare a nostra volta in
    un secondo momento.

10. I valori.

    È difficile parlare oggi dei valori. Non appena se ne fa cenno, ci si espone al rischio o di essere fraintesi
    o di essere derisi. Sembra infatti molto più semplice limitarsi a dire che i valori sono in crisi e pertanto
    non ha alcun senso prestarvi attenzione. I valori si possono apprendere non già riflettendovi sopra,
    cercando di conoscerli, ma facendone il contenuto della nostra esperienza quotidiana. Poiché sono i
    criteri per cui ne va di mezzo il senso del nostro essere al mondo, se ne può affermare il significato e la
    capacità di orientare l’esistenza solo vedendoli realizzati e trasformandoli in stili di comportamento.


Seconda riflessione.                                                                                                  3
11. Se il dono è un valore, oggi deve diventare ricchezza importante.


Il dono nella società globalizzata Perché?        - Innanzitutto, il dono è libero, non vi è nessun vincolo e
ha un ruolo marginale.                            nessun contratto che ci spinga a donare o ricambiare;

                                                  - nel dono non esistono garanzie.


La lingua italiana non riesce ad esprimere L’italiano possiede i lemmi “dono” e “regalo” e i
adeguatamente le implicature contenute nell’atto del loro rispettivi verbi, ma questi termini sono vaghi, se
“donare”.                                            non addirittura contraddittori.


Se il dono è ricchezza e se noi lo Che significa?       -    Fare dono significa marcare simbolicamente la
riteniamo importante, quello che                             necessità sociale dello scambio.
potrebbe sembrare un atto                               -    Il dono costruisce legami e pertanto getta le basi
puramente      gratuito,   proprio                           della società.
perché non chiede niente in
cambio, si rileva invece un gesto                       Differenza tra dono e carità.
ambiguo e forse anche rischioso,
perché nulla è meno gratuito del                        -    La carità non ha niente di tutto ciò essa gratifica
dono.                                                        che fa e gli mette il cuore in pace.
                                                        -    È un medicamento per l’anima, un aiuto alla
                                                             società ma non è un dono.
Terza riflessione.
12. Oggi l’uomo è insicuro a causa della diffidenza verso gli estranei, gli stranieri, tutti coloro che sono
    “diversi”.
                  L’eterogeneità è dunque motivo di paure in quanto mina la nostra sicurezza.
                  Ci rifugiamo in noi stessi, abbiamo grande fiducia in noi e nel nostro essere autonomi e
                  indipendenti.
                  Per questo motivo spesso rifuggiamo dal dono, perché rappresenta un pericolo.
                  Il dono impone di mettere a disposizione del tempo e delle risorse e di impegnarsi ad
                  instaurare e a gestire legami con gli altri.
                  Può dunque spaventare per la sua caratteristica di coinvolgimento.
                  Per questo motivo siamo sempre abbastanza generosi quando ci si chiede di regalare
                  soldi per opere caritatevoli, l’importante e che non ci si chieda di mettere in discussione
                  il nostro modello di vita.

13. Nella cultura odierna si tende spesso a parlare di una logica del “dono”, a proposito e a sproposito.

        a. Si usa il termine quando si fa riferimento alla solidarietà sociale, al volontariato, ma anche
           quando all’interno dei dibattiti bioetici.

        b. Per esempio si parla di donazione di organi, ma anche di dono per la fecondazione eterologa, o
           addirittura di dono dell’utero.

        c. Il termine dono rischia di usurarsi e di confondersi per esempio nel dono come regalo, ti do per
           ricevere nella logica dello scambio di doni.

        d. Dobbiamo recuperare, invece, la gioia del “dono gratuito” ovvero nel dono come reciprocità, ti
           do perché tu possa a tua volta dare – non necessariamente a me.                                       4

        e. Se si considera che non è mai vero che uno riceve ciò che dona, ma al contrario che uno dona
           solo se ha fatto l’esperienza del dono, si riesce a comprendere dove sta la forza dirompente
           dell’autentica azione volontaria.

14. Il volontariato autentico è dono gratuito.

-   L’essere umano ha un bisogno fondamentale di vincere l’insoddisfazione e la paura dell’altro.

-   Può vincere questa situazione con l’incrementare il rapporto interpersonale scoprendosi sempre più
    bisognoso di reciprocità.


Ma cosa genera ed alimenta la Due sono le fonti principali:                     (1) il dono gratuito;
reciprocità?
                                                                                (2) e lo scambio di
                                                                                    equivalenti cioè il
                                                                                    contratto.


    (1) Nella reciprocità che nasce dal dono,              (2) Non così invece nella reciprocità che nasce dal
        l’apertura all’altro – una apertura che può        contratto, il cui principio fondativo è la perfetta
        assumere le forme più varie, dall’aiuto            simmetria tra ciò che si da e ciò che si può
        materiale a quello spirituale – determina una      pretendere di ottenere in cambio.
        modificazione dell’IO, che nel suo rientro
        verso la propria interiorità, si trova più ricco   - Avere un interesse ad ottenere personalmente
        per l’incontro avvenuto.                           vantaggi.
-   Quando mi dono mi arricchisco.


15. Il principio della fraternità

                      Il nocciolo del dono gratuito – se la gratuità è pensata come la cifra della condizione
                      umana - sta nel principio della fraternità che consente, a persone che sono già in qualche
                      senso eguali – se la solidarietà è il principio di organizzazione della società che tende a
                      rendere eguali i diversi - di esprimere la propria diversità, di affermare cioè la propria
                      identità.

                      È per questo che la vita fraterna è la vita che rende felici.

16. Il Volontariato autentico è la risposta all’egoismo spudorato ponendo il dono gratuito alla base di ogni
    rapporto interpersonale, anche quello di natura economico che fa marciare assieme efficienza, equità e
    felicità pubblica.


Conclusioni
17. All’origine di ogni dono la Bibbia insegna a riconoscere una iniziativa divina <<ogni dono valido ….
    Discende dal Padre >>(Gc 1,17).

18. Il dono senza ricambio.

-   Il movimento del dono agli altri acquista una ampiezza ed una intensità mai conosciuta. <<Da a chi ti
    chiede>> (Mt 5,42).
                                                                                                                    5
-   Noi ormai non ricerchiamo la reciprocità, vogliamo rimanere nel nostro habitat senza dare nulla e senza
    che modificano la nostra vita quotidiana – egoisti.

-   <<Avete ricevuto gratuitamente, date gratuitamente>> (Mt 10,8).

-   Beni materiali o doni spirituali, il cristiano è chiamato a considerare tutto come ricchezze di cui non è
    che l’amministratore e che gli sono affidate per il servizio degli altri. (1Pt 4,10s).

19. Il dono di Dio.

-   Il dono di Dio in Gesù Cristo ci porta ancora più lontano: Gesù <<ha offerto la sua vita per noi>>, la sua
    grazia ci porta a <<offrire anche noi la nostra vita per i fratelli>>(1Gv 3,16); <<non c’è amore più
    grande>> (Gv 15,13).

20. Concludendo, in definitiva: <<c’è più felicità nel dare che nel ricevere>> (Atti 20,35).



Salvatore Barresi

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Il dono come valore e ricchezza sociale (sb2012)

  • 1. Working Papers IL DONO COME VALORE E RICCHEZZA SOCIALE Riflessione di Salvatore Barresi 1 Seminario ANTEAS associazione nazionale terza età attiva per la solidarietà Crotone, 14 settembre 2012
  • 2. Premessa 1. In un epoca dominata dal consumismo i gesti gratuiti sono un dato decisivo nello sviluppo delle società che fanno uscire dall’utilitarismo esasperato. 2. La gente crede che il “dono” e la generosità siano inutili fronzoli, sentimenti polverosi gettati in soffitta. Questa idea viene fatta valere con un bombardamento quotidiano dal modello economico dominante, secondo il quale non solo il mercato e gli scambi moneterai ma anche l’apprendimento, il matrimonio, la fede religiosa, l’amore e l’odio, la giustizia e il delitto, sono regolati dalla logica egoistica. Ed invece, il “dono” ha un ruolo oggi come lo aveva nel passato delle società umane. 3. Anticamente, nelle società arcaiche e primitive, la pratica di dare, prendere e ricambiare, aveva valore materiale, erano simboli della relazione sociale. 4. Cosa resta del dono arcaico nella società di oggi? Prendiamo il caso dei donatori di sangue o di organi, fanno un dono che potenzialmente è destinato a tutti, alla famiglia, ai vicini, ai concittadini come agli stranieri. È chiaro che l’obbligo di dare rimane una regola della socialità primaria ed esprime, secondo me, un sentimento d’amore con interesse per gli altri. Anche in questo, però, c’è una forma di “egoismo altruistico”, cioè la soddisfazione del suo interesse personale massimizzando la soddisfazione degli interessi del numero maggiore di persone. 5. Donare, ricevere, ricambiare sono dimensioni della relazione interpersonale il cui legame è riconosciuto fin dalla mitologia classica1, nonché ripreso attraverso l’intera tradizione cristiana che per suo tramite ha colto la relazione tra il Dio rivelato in Gesù e l’uomo che si dispone alla fede in Lui. 6. Noi siamo “dono” ma non ci doniamo. Noi non doniamo nulla perché siamo egoisti totali. Noi non ci doniamo perchè vogliamo, pretendiamo sempre qualcosa in cambio. 2 Prima riflessione. 7. Il dono è una ricchezza sociale. Il dono crea legami sociali, fonda un sistema di relazioni, crea, a sua volta, ricchezza. Lo spirito del dono è quello di creare un flusso di legami che attraversa i singoli determina un sistema sociale di prestazioni e contro-prestazioni. Il dono è impegnativo e vincolante per chi lo riceve che si trova nell’alternativa di accogliere e trasmettere con fiducia l’offerta di un legame, oppure di trasmettere per se il bene scambiato destinato a trasformarsi in un veleno mortale. 8. Il dono è un valore. a. Valore di legame b. Valore umano Il dono come valore di legame crea una stabilità Il donare istituisce una relazione in vista della che non si esaurisce, anzi si alimenta creando degli realizzazione del bene altrui. scambi positivi che costruisce la comunità. Chi dona diventa inconsapevolmente un modello Cosa distingue il dono dallo scambio mercantile? da seguire. La “reciprocità”. Il dono infonde la speranza a superare le scissioni La reciprocità è sempre radicale o esiste ed è ed aiuta a superare la confusione operata nel nostro positiva o non esiste ed è negativa e cancella la 1 Seneca, De Benficiis, I, III, 3 – trinomio donare, ricevere, ricambiare – Seneca articola il volto della generosità incarnata nella tre Grazie: “obbligare, rendere, ricevere e rendere al contempo”.
  • 3. relazione. tempo tra amore e giustizia. Il dono segna anche il momento della fine della violenza del conflitto. Il passaggio dalla guerra alla pace ed implica sempre un scambio di doni. Il dono, grazie alla sua forza e ambivalenza, è il motore che può far tramutare il nemico in amico. 9. L’etica del dono. L’etica del dono risiede non nel pagare un prezzo per ciò che si riceve, ma nel non spezzare la catena, cioè non si tratta di restituire immediatamente l’equivalente economico della cosa o prestazione ricevuta, quanto piuttosto di trovarsi all’interno di un circolo di reciprocità che ci porterà a donare a nostra volta in un secondo momento. 10. I valori. È difficile parlare oggi dei valori. Non appena se ne fa cenno, ci si espone al rischio o di essere fraintesi o di essere derisi. Sembra infatti molto più semplice limitarsi a dire che i valori sono in crisi e pertanto non ha alcun senso prestarvi attenzione. I valori si possono apprendere non già riflettendovi sopra, cercando di conoscerli, ma facendone il contenuto della nostra esperienza quotidiana. Poiché sono i criteri per cui ne va di mezzo il senso del nostro essere al mondo, se ne può affermare il significato e la capacità di orientare l’esistenza solo vedendoli realizzati e trasformandoli in stili di comportamento. Seconda riflessione. 3 11. Se il dono è un valore, oggi deve diventare ricchezza importante. Il dono nella società globalizzata Perché? - Innanzitutto, il dono è libero, non vi è nessun vincolo e ha un ruolo marginale. nessun contratto che ci spinga a donare o ricambiare; - nel dono non esistono garanzie. La lingua italiana non riesce ad esprimere L’italiano possiede i lemmi “dono” e “regalo” e i adeguatamente le implicature contenute nell’atto del loro rispettivi verbi, ma questi termini sono vaghi, se “donare”. non addirittura contraddittori. Se il dono è ricchezza e se noi lo Che significa? - Fare dono significa marcare simbolicamente la riteniamo importante, quello che necessità sociale dello scambio. potrebbe sembrare un atto - Il dono costruisce legami e pertanto getta le basi puramente gratuito, proprio della società. perché non chiede niente in cambio, si rileva invece un gesto Differenza tra dono e carità. ambiguo e forse anche rischioso, perché nulla è meno gratuito del - La carità non ha niente di tutto ciò essa gratifica dono. che fa e gli mette il cuore in pace. - È un medicamento per l’anima, un aiuto alla società ma non è un dono.
  • 4. Terza riflessione. 12. Oggi l’uomo è insicuro a causa della diffidenza verso gli estranei, gli stranieri, tutti coloro che sono “diversi”. L’eterogeneità è dunque motivo di paure in quanto mina la nostra sicurezza. Ci rifugiamo in noi stessi, abbiamo grande fiducia in noi e nel nostro essere autonomi e indipendenti. Per questo motivo spesso rifuggiamo dal dono, perché rappresenta un pericolo. Il dono impone di mettere a disposizione del tempo e delle risorse e di impegnarsi ad instaurare e a gestire legami con gli altri. Può dunque spaventare per la sua caratteristica di coinvolgimento. Per questo motivo siamo sempre abbastanza generosi quando ci si chiede di regalare soldi per opere caritatevoli, l’importante e che non ci si chieda di mettere in discussione il nostro modello di vita. 13. Nella cultura odierna si tende spesso a parlare di una logica del “dono”, a proposito e a sproposito. a. Si usa il termine quando si fa riferimento alla solidarietà sociale, al volontariato, ma anche quando all’interno dei dibattiti bioetici. b. Per esempio si parla di donazione di organi, ma anche di dono per la fecondazione eterologa, o addirittura di dono dell’utero. c. Il termine dono rischia di usurarsi e di confondersi per esempio nel dono come regalo, ti do per ricevere nella logica dello scambio di doni. d. Dobbiamo recuperare, invece, la gioia del “dono gratuito” ovvero nel dono come reciprocità, ti do perché tu possa a tua volta dare – non necessariamente a me. 4 e. Se si considera che non è mai vero che uno riceve ciò che dona, ma al contrario che uno dona solo se ha fatto l’esperienza del dono, si riesce a comprendere dove sta la forza dirompente dell’autentica azione volontaria. 14. Il volontariato autentico è dono gratuito. - L’essere umano ha un bisogno fondamentale di vincere l’insoddisfazione e la paura dell’altro. - Può vincere questa situazione con l’incrementare il rapporto interpersonale scoprendosi sempre più bisognoso di reciprocità. Ma cosa genera ed alimenta la Due sono le fonti principali: (1) il dono gratuito; reciprocità? (2) e lo scambio di equivalenti cioè il contratto. (1) Nella reciprocità che nasce dal dono, (2) Non così invece nella reciprocità che nasce dal l’apertura all’altro – una apertura che può contratto, il cui principio fondativo è la perfetta assumere le forme più varie, dall’aiuto simmetria tra ciò che si da e ciò che si può materiale a quello spirituale – determina una pretendere di ottenere in cambio. modificazione dell’IO, che nel suo rientro verso la propria interiorità, si trova più ricco - Avere un interesse ad ottenere personalmente per l’incontro avvenuto. vantaggi.
  • 5. - Quando mi dono mi arricchisco. 15. Il principio della fraternità Il nocciolo del dono gratuito – se la gratuità è pensata come la cifra della condizione umana - sta nel principio della fraternità che consente, a persone che sono già in qualche senso eguali – se la solidarietà è il principio di organizzazione della società che tende a rendere eguali i diversi - di esprimere la propria diversità, di affermare cioè la propria identità. È per questo che la vita fraterna è la vita che rende felici. 16. Il Volontariato autentico è la risposta all’egoismo spudorato ponendo il dono gratuito alla base di ogni rapporto interpersonale, anche quello di natura economico che fa marciare assieme efficienza, equità e felicità pubblica. Conclusioni 17. All’origine di ogni dono la Bibbia insegna a riconoscere una iniziativa divina <<ogni dono valido …. Discende dal Padre >>(Gc 1,17). 18. Il dono senza ricambio. - Il movimento del dono agli altri acquista una ampiezza ed una intensità mai conosciuta. <<Da a chi ti chiede>> (Mt 5,42). 5 - Noi ormai non ricerchiamo la reciprocità, vogliamo rimanere nel nostro habitat senza dare nulla e senza che modificano la nostra vita quotidiana – egoisti. - <<Avete ricevuto gratuitamente, date gratuitamente>> (Mt 10,8). - Beni materiali o doni spirituali, il cristiano è chiamato a considerare tutto come ricchezze di cui non è che l’amministratore e che gli sono affidate per il servizio degli altri. (1Pt 4,10s). 19. Il dono di Dio. - Il dono di Dio in Gesù Cristo ci porta ancora più lontano: Gesù <<ha offerto la sua vita per noi>>, la sua grazia ci porta a <<offrire anche noi la nostra vita per i fratelli>>(1Gv 3,16); <<non c’è amore più grande>> (Gv 15,13). 20. Concludendo, in definitiva: <<c’è più felicità nel dare che nel ricevere>> (Atti 20,35). Salvatore Barresi