Workshop easw mody provincia di vibo valentia 2010 forum ambientale per lo sviluppo sostenibile
Forum Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile
Per una visione condivisa sul futuro dell’area vasta provinciale
REPORT EASW® Mosaico Digitale
Seminario Europeo di Simulazione Partecipativa
EUROPEAN AWARENESS SCENARIO WORKSHOP
29 Aprile 2010 – Salone del Valentianum – Vibo Valentia
REGIONE CALABRIA
POR Calabria FESR 2007- 2013 ASSE III Ambiente - Linea di intervento 3.5.1.1
Responsabile Progetto Field
Salvatore Barresi
Esperti Field
Francesca Diano, Elvira Dodaro, Francesca Ferraro, Marco Maretta, Maria Teresa Muraca,
Fausto Scervino, Simona Scrivano, Michele Sorrentino, Aurelio Paola, Valeria Gigliotti
Facilitazione e National Monitor EASW a cura di FUTOUR
Paolo Martinez e Alessandra Modi
Comunicazione e Ufficio Stampa a cura di
Dino Granata e Fernando Miriello
Sommario
PROMUOVERE LE POLITICHE DI SVILUPPO SOSTENIBILE AMBIENTALE .................... 3
1. PREMESSA ................................................................................................................................... 5
1.1 METODOLOGIA ..................................................................................................................... 6
1.2 RISULTATI ATTESI ............................................................................................................... 6
2. INIZIO DEL PROCESSO PARTECIPATO - AUDIT TERRITORIALE................................. 7
3. WORKSHOP EASW PROVINCIA DI VIBO VALENTIA ....................................................... 10
3.1 RISORSE IMPIEGATE NEL WORKSHOP EASW ......................................................... 12
3.1.1 PARTECIPANTI AL FORUM ........................................................................................... 13
3.2 PRESENTAZIONE ............................................................................................................... 13
3.3 OBIETTIVI.............................................................................................................................. 15
3.4 CO-PROGETTARE IL FUTURO – METODI E STRUMENTI PARTECIPATIVI......... 15
3.5 SCENARIO WORKSHOP MOSAICO DIGITALE ............................................................ 17
3.6 SESSIONE “VISIONI” .......................................................................................................... 19
3.6.1 VISIONI NEGATIVE PROSPETTATE DAI GRUPPI DI INTERESSE ...................... 20
3.6.2. ELABORAZIONE DI UN SENSO COMUNE RISPETTO ALLE VISIONI
NEGATIVE ................................................................................................................................... 21
3.6.3 VISIONI POSITIVE PROSPETTATE DAI GRUPPI DI INTERESSE ........................ 21
3.6.4 ELABORAZIONE DI UN SENSO COMUNE RISPETTO ALLE VISIONI POSITIVE
........................................................................................................................................................ 23
3.7 “LANCIO delle IDEE” nelle SESSIONI TEMATICHE...................................................... 23
3.7.1 LE SESSIONI TEMATICHE ............................................................................................ 23
3.8 SESSIONE IDEE E AZIONI ................................................................................................ 39
3.9 PROGETTI E IDEE DEI GRUPPI TEMATICI .................................................................. 40
3.10 IDEE SELEZIONATE ......................................................................................................... 45
Allegati............................................................................................................................................... 47
FORUM PROMOSSO ............................................................................................................ 48
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PROMUOVERE LE POLITICHE DI SVILUPPO SOSTENIBILE AMBIENTALE
La Fondazione FIELD, organismo in house regionale, in affiancamento e supporto al Dipartimento
14 - Politiche per l’Ambiente della Regione Calabria, impegnato su attività specifiche di animazione
dei sistemi locali e territoriali, sta implementando attività legate al POR Calabria FESR 2007-2013
in particolare all’Asse III Ambiente - Linea di intervento 3.5.1.1.
L’obiettivo è quello, attraverso azioni per garantire la sostenibilità ambientale delle politiche di
sviluppo, di avviare il processo di Agenda 21 locale sul territorio calabrese.
Una attività utile alla predisposizione di un quadro diagnostico che integri il sistema di conoscenze
già acquisite dall'amministrazione e al tempo stesso ne riorganizzi i contenuti informativi in modo
comprensibile da tutti gli attori della comunità.
La valorizzazione dei processi di coinvolgimento dei cittadini e di partecipazione pubblica, già
avviati con i principali "portatori di interessi" locali (stakeholders), e l'individuazione di modalità
organizzative e procedurali, condivise attraverso il lavoro di un Forum, che disegnino un rapporto
più trasparente tra pubblica amministrazione e cittadini calabresi.
Lo studio di modalità tecnico-amministrative per l'integrazione e l'implementazione delle azioni
previste dalla costituzione del Piano di Azione Ambientale.
Gli esperti della Fondazione FIELD promuoveranno a livello territoriale gli strumenti di analisi e
reporting ambientali e le metodologie e pratiche di Agenda 21 - Certificazioni / Registrazioni d’Area
o di Distretto; Certificazioni EMAS e di Prodotto (Ecolabel); Sistemi di Contabilità Ambientale.
Particolare sarà la diffusione tra i vari soggetti sociali e istituzionali - e anche all'interno della
struttura amministrativa - della cultura dello sviluppo sostenibile, della ricerca di strumenti e
progetti per la valorizzazione delle risorse ambientali, della capacità di valutare gli effetti ambientali
delle politiche e di programmi settoriali.
La condivisione tra i vari soggetti sociali e istituzionali dell'analisi sullo stato dell'ambiente, delle
sue criticità, degli strumenti di governo e di gestione (pubblica e privata) per la qualità ambientale,
delle potenzialità di promozione del benessere sociale ed economico legate alla valorizzazione e
tutela delle risorse ambientali e all'innovazione tecnologica e gestionale dei modi di produrre e
consumare, sarà uno dei punti forza dell’attività degli esperti Field in questo primo anno di attività
al Dipartimento Politiche Ambientali regionali.
La Regione Calabria e la Fondazione FIELD sono a servizio delle Amministrazioni Locali per il
consolidamento di forme di dialogo e di pianificazione partecipata tra i vari soggetti istituzionali e
sociali attorno ad una "visione comune" di sviluppo sostenibile e per la costruzione di progetti e
azioni comuni.
Inoltre, l’attività di Field guarderà molto all’integrazione tra obiettivi di sostenibilità ambientale e
obiettivi di coesione sociale, benessere economico ed equità di genere - pari opportunità.
L’esigenza espressa in fase di concertazione relativa alla integrazione degli obiettivi ambientali
nelle politiche e nei programmi di settore, sarà trattata attraverso l'individuazione di criteri condivisi
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di valutazione preventiva delle politiche e dei programmi, secondo l'approccio della valutazione
ambientale strategica.
Che cosa dovrà fare il gruppo di lavoro A21 della Field? Agire per migliorare la comprensione delle
questioni ambientali e per: rafforzare il ruolo delle autorità locali nella gestione ambientale
(specialmente nelle città di piccole e medie dimensioni); sviluppare idonee procedure politiche e
amministrative, rivolte in particolare alla partecipazione dei cittadini; applicare in modo efficiente gli
strumenti di gestione; accrescere il ruolo di esempio delle municipalità in campo ambientale, verso
i propri cittadini e verso le altre municipalità.
Ogni comunità è unica: le esperienze da essa maturate possono guidare le decisioni di altre
comunità, non fornire schemi operativi direttamente trasferibili; tuttavia, esempi e casi di studio
formano una sezione sostanziale dell’attività Field, destinata a stimolare utili riflessioni.
Naturalmente, ogni comunità si troverà a un differente livello nel processo di Agenda 21 Locale:
alcune amministrazioni calabresi hanno già istituito il forum, predisposto il rapporto sullo stato
dell’ambiente e si accingono a definire le linee di intervento, altre invece sono solo all’inizio del
processo.
Gli esperti accompagneranno le comunità che non dispongono di sistemi per l’analisi, la
valutazione e la pianificazione ambientale e che, più in generale, non hanno ancora attivato il
processo di Agenda 21 Locale.
Dr. Salvatore Barresi
Responsabile Progetto Field
POR Calabria FESR 2007- 2013
ASSE III Ambiente - Linea di intervento 3.5.1.1
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1. PREMESSA
Nell’ambito delle attività di accompagnamento e animazione dei sistemi locali e territoriali relativi
alla Linea di intervento 3.5.1.1, previste dall’Asse III Ambiente del POR Calabria 2007-2013, la
Regione Calabria e la Provincia di Vibo Valentia hanno organizzato il primo “Forum Ambientale per
lo Sviluppo Sostenibile” quale momento importante di confronto sulla sostenibilità.
Il Forum Ambientale Provinciale - Workshop EASW – Seminario locale di simulazione, coordinato
dagli esperti della Fondazione FIELD con la partecipazione del National Monitor Paolo Martinez, si
tenuto giorno 29 Aprile 2010 presso l’Auditorium Valentianum di Vibo Valentia.
In un’ottica di massimo coinvolgimento, al Forum sono state invitate a partecipare tutte le
organizzazioni rappresentative del sistema economico e sociale nonché le associazioni di cittadini
(ambientaliste, del tempo libero, dei consumatori, ecc.) e le altre organizzazioni locali (Università,
Centri di ricerca, ecc.) dove si è discusso e definito gli interventi di sostenibilità locale.
Il Forum, con la funzione di analisi dello stato del territorio locale e consultazione e proposta nella
definizione di strategie e nella individuazione di azioni comuni per costruire il Piano d’Azione per lo
sviluppo sostenibile della Provincia, a livello operativo, il Forum è stato articolato in gruppi tematici
ed ha lavorato all’analisi dell’esistente, dei problemi e delle loro cause, all’individuazione dei fattori
di criticità o alle opportunità da considerare.
Sulla base di tale analisi, i gruppi di lavoro hanno individuato gli obiettivi generali e specifici, le
priorità di intervento, le azioni da attuare, le responsabilità, gli attori da coinvolgere e gli indicatori
di prestazione e monitoraggio.
I gruppi tematici proposti dall’amministrazione provinciale sono stati i seguenti:
a. Mobilità sostenibile
b. Risorse e Territorio
c. Ambiente urbano
d. Produzione e Ambiente
e. Qualità sociale e qualità del territorio
In ognuno dei gruppi sono state affrontate specifiche tematiche di settore anche alla luce delle
priorità d’intervento segnalate nelle schede di adesione.
All’inizio delle attività è stato adottato dai partecipanti il Regolamento del “Forum Ambientale per lo
Sviluppo Sostenibile” della Provincia di Vibo Valentia (allegato 1) attivando, con la Regione
Calabria e la Fondazione FIELD, la metodologia "European Awareness Scenario Workshop"
promossa dalla Commissione europea, Direzione Generale ENTERPRISE, Programma
Innovation, quale strumento per discutere e favorire lo sviluppo di città ecologicamente sostenibili.
Il Forum si è svolto in un’atmosfera di grande partecipazione, con oltre 60 persone rappresentative
di tutte le categorie sociali, culturali, economiche e ambientali del territorio.
Si è registrata la volontà della Provincia di voler perseguire l’obiettivo della sostenibilità, obiettivo,
per altro, non solo affermato più volte nell’intervento dell’Assessore Provinciale all’Ambiente
Martino Porcelli.
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In particolare, l’obiettivo ultimo di Agenda 21, che è quello di addivenire alla certificazione
ambientale, è diventato obiettivo condiviso nel Forum attraverso la proposizione di idee-azioni nei
tavoli delle sessioni tematiche.
Il riequilibrio territoriale, per favorire la permanenza della popolazione locale nelle aree già
urbanizzate, comprende il contenimento di uso di suolo, per contrastare la dispersione urbana
indifferenziata.
Considerando la fragilità del territorio e, contemporaneamente, il grande pregio ambientale dello
stesso, l’idea-azione più significativa è quello che punta a valorizzare la risorsa turistica, del tipo
eco-compatibile, con la riqualificazione dei centri antichi attraverso una serie di azioni che puntino
ad ottenere marchi d’area e miglioramento del sistema di mobilità sostenibile.
1.1 METODOLOGIA
La metodologia EUROPEAN AWARENESS SCENARIO WORKSHOP è nata come strumento
innovativo per facilitare il coinvolgimento e la partecipazione attiva dei diversi attori sociali nei
processi di innovazione relativi allo sviluppo urbano sostenibile. Il progetto EAWS ha sperimentato
con successo questa metodologia in decine di città ed aree rurali europee (Glasgow, Torino, Lione,
Barcellona, Monaco).
Il metodo ha portato ad una aumentata consapevolezza dello sviluppo sostenibile e del ruolo delle
tecnologie, nonché alla produzione di nuove idee per la sostenibilità locale e per possibili piani di
intervento e si basa su due attività principali: (1) lo sviluppo di scenari; (2) le proposte di azioni.
Nello sviluppo di scenari i partecipanti sono invitati a proiettarsi nel futuro per immaginare, in
relazione ai temi della discussione, come sviluppare e gestire il proprio paese in un'ottica di
sostenibilità.
Per facilitare il processo vengono proposti, dai referenti provinciali e regionali, degli scenari che
servono da stimolo. Le visioni elaborate da ciascun gruppo dovranno produrre una visione comune
condivisa.
Sulla base della visione comune condivisa i partecipanti sono chiamati ad elaborare le azioni
necessarie per ottenere gli obiettivi indicati nella visione comune.
Lo svolgimento del seminario potrà essere certificato presso la Commissione europea attraverso la
presenza durante il seminario, di un National Monitor accreditato (National Monitor EASW – UE
DGXIII), il quale assicurerà credibilità e rilevanza all'evento.
1.2 RISULTATI ATTESI
In conformità con la Deliberazione CIPE n. 57 del 8 Agosto 2002, il “Forum Ambientale per lo
Sviluppo Sostenibile” della Provincia di Vibo Valentia, quale espressione delle forze sociali,
culturali, economiche dei settori industriale, artigianale, commerciale, terziario, agricolo e del
lavoro, rappresenta il principale organo consultivo ed è sede di confronto e discussione tra attori
istituzionali, economici e sociali del territorio provinciale per la definizione degli obiettivi, degli
strumenti, delle azioni e delle priorità per un futuro durevole e sostenibile.
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Il Forum Ambientale persegue, nell’ambito dei Programmi d’Azione Europea i principi di
sussidiarietà, partecipazione e cooperazione, sostenibilità, integrazione, equità e prevenzione. I
risultati attesi sono: Scambio conoscenze, opinioni e idee tra residenti, esperti, amministratori
pubblici e rappresentanti del settore privato; partecipazione attiva della cittadinanza alla definizione
di uno sviluppo sostenibile del proprio paese; predisposizione di un piano di azione locale
condiviso da tutti gli attori sociali.
2. INIZIO DEL PROCESSO PARTECIPATO - AUDIT TERRITORIALE
La fase preliminare dell’Audit si è concentrata sulla mappatura delle caratteristiche territoriali,
evidenziandone in particolare i punti di forza e debolezza, le criticità e le opportunità (Cfr.
Relazione AUDIT TERRITORIALE Provincia di Vibo Valentia - Attività di accompagnamento e
animazione dei sistemi locali e territoriali. POR Calabria FESR 2007- 2013 Asse III Ambiente -
Linea di intervento 3.5.1.1).
Grazie alla collaborazione della Provincia di Vibo Valentia e dei Comuni del territorio, e in
particolare dei referenti economici e politici, si è provveduto a definire con precisione i target
dell'azione di marketing e a creare un database di contenuti utili da mettere a loro disposizione.
E' stata inoltre promossa un'azione di coordinamento con gli altri soggetti coinvolti nell’audit.
L'Audit ha analizzato nello specifico le peculiarità del territorio in riferimento ai seguenti elementi
critici:
• aspetti demografici, sociali, culturali, storici del territorio;
• sistema commerciale e imprenditoriale, domanda interna;
• infrastrutture, viabilità, servizi, accesso agli stessi;
• elementi incentivanti.
Questionari, interviste e colloqui - utilizzati come strumenti di rilevazione - sono stati somministrati
ad amministratori presenti nel territorio. Inoltre si è provveduto a operare una rilevazione da
banche dati territoriali già esistenti. Infine, ci si è soffermati su un'analisi approfondita del sistema
ambientale locale al fine di individuare possibili idee - azioni - progetto verso le quali promuovere
azioni istituzionali. Gli obiettivi sono stati quelli di pervenire ad un quadro diagnostico dettagliato
sullo stato fisico-ambientale, economico e sociale del territorio della Provincia di Crotone, quale
base di riferimento per una conoscenza approfondita del territorio al servizio del Forum.
Si sono tenute riunioni presso la sede della Provincia di Vibo Valentia con il Gruppo Esperti Field
A21 e i referenti dell’Ente istituzionale per valutare e insieme decidere le buone prassi di sviluppo
ambientale sostenibile, in particolare:
(1) le certificazioni d’Area o di distretto finalizzate a realizzare un effettivo valore aggiunto
attraverso le sinergie e la cooperazione tra attività produttive, lo scambio di “buone pratiche” e
l’utilizzazione di risorse comuni;
(2) Le certificazioni di prodotto ovvero adozione del marchio europeo Ecolabel per la certificazione
ambientale dei prodotti e servizi ciò è sinonimo di qualità ambientale in quanto permette di
collocare il prodotto/servizio sul mercato europeo e garantire il consumatore interessato e sensibile
alla sostenibilità ambientale;
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(3) Sistemi di contabilità ambientale che permetteranno di integrare le informazioni che descrivono
la stato dell’ambiente con rapporti, rendiconti e bilanci in grado di indirizzare la pianificazione e la
programmazione degli Enti Pubblici.
Nel merito si è stabilita la data di attivazione del Forum Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile e si
è visionato il regolamento del Forum, invitando, in un ottica di massimo coinvolgimento, tutte le
organizzazioni rappresentative del sistema economico sociale, nonché gli amministratori, le
associazioni, i rappresentanti delle attività produttive e gli esperti del settore.
Agli stessi, si precisa, è stata consegnata, attraverso la spedizione via telematica e postale l’invito
al Forum Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile, il Regolamento e la scheda di adesione, una
brochure delle sessioni tematiche (mobilità sostenibile, risorse e territorio/ambiente urbano,
ambiente e produzione, qualità sociale e qualità della vita).
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3. WORKSHOP EASW PROVINCIA di VIBO VALENTIA
Programma
29 Aprile 2010 – Auditorium Valentianum - Vibo Valentia.
9.30 Registrazione
10.00 Apertura dei lavori Dr. Salvatore Barresi
Coordinatore Progetto
• Approvazione del regolamento del Forum A21 Fondazione FIELD
• Obiettivi e programma della giornata
• Presentazione dello staff di lavoro Dr. Salvatore Lopresti
Dirigente di settore
Politiche per l’Ambiente
Regione Calabria
10.15 La metodologia EASW: le regole e le fasi di lavoro Dr. Paolo Martinez
National Monitor UE
Presentazione degli scenari di riferimento
10.30 Principali Piani e Progetti dell'Amministrazione Provinciale Ing. Gianfranco Comito
Dirigente Provinciale
Breve prospetto dei progetti attuati e in programma in
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particolare riferiti agli aspetti trattati nel workshop all’Ambiente
Arch. Fortunato Griffo
10.45 Sessione di lavoro: gruppi di ruolo
Costituzione dei gruppi di ruolo
Doppie interviste
(retrospettiva di uno scenario negativo 15') Dr. Paolo Martinez
(retrospettiva di uno scenario positivo 15') Drsa Alessandra Modi
Discussione dei gruppi: (Scenari negativi - 20') - (Scenari postivi National Monitor +
- 20') - (Preparazione della presentazione della visione 20') Gruppo di Lavoro FIELD
12.00 Sessione plenaria: Dr. Paolo Martinez
Presentazione delle visioni elaborate dai singoli gruppi National Monitor Dr.
Comunicazione su: Le politiche ambientali nel territorio: Dr. Francesco Marcianò
Agenda 21 e Rete Ecologica Assessore Provinciale
all’Ambiente
13.15 Pausa pranzo
14.15 Sessione plenaria - continua: Dr. Paolo Martinez
Discussione: verso una visione comune (30') National Monitor
Elaborazione della visione comune (15')
Valutazione (15')
15.30 Presentazione della visione comune condivisa Dr. Salvatore Barresi
Coordinatore Progetto
A21 FIELD
16.45 Ogni singolo gruppo dovrà definire quali azioni reputa Dr. Paolo Martinez
necessarie per ottenere gli obiettivi definiti nella visione comune National Monitor
e chi deve realizzarle. Le azioni saranno discusse e votate per
ordine di priorità. Questo costituirà una prima versione del piano
di sviluppo ambientale provinciale.
Comunicazione su: Il supporto tecnico al Dipartimento Mario MUZZI’
Regionale Politiche Ambiente per la definizione di politiche di Presidente Fondazione
sviluppo e dei relativi strumenti operativi. FIELD
Comunicazione su: <<Ambiente e territorio nell’area vasta
provinciale>> Ing. Francesco De Nisi
Presidente della Provincia
18.30 di Vibo Valentia
Conclusioni
La sostenibilità ambientale in Calabria
Assessore all’Ambiente
della Regione Calabria
Chiusura della giornata
On. Franco PUGLIANO
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3.1 RISORSE IMPIEGATE NEL WORKSHOP EASW
Team della Provincia di Crotone: Ing. Gianfranco COMITO - Dirigente Provinciale all’Ambiente,
Arch. Fortunato GRIFFO – Funzionario Responsabile Provinciale all’Ambiente.
Organizzatori locali: Fondazione FIELD in collaborazione con i referenti del Settore Ambiente
della Provincia di Crotone, hanno seguito gli aspetti organizzativi nonché la promozione e
selezione dei partecipanti e la cura dei rapporti con gli attori locali.
Facilitatore: Supervisore Nazionale EASW Dott. Paolo Martinez, individuato sul sito della Unione
Europea dalla lista dei facilitatori certificati, affiancato dalla Dott.ssa Alessandra Modi supervisore
tecnico, hanno condotto le sessioni di lavoro plenarie, stimolato la discussione e guida d processi
di decisione.
Responsabile Progetto FIELD: Dott. Salvatore Barresi, economista, esperto di sviluppo
sostenibile;
Esperti in materia ambientale che hanno condotto le sessioni tematiche di lavoro: Dott.ssa
Francesca Diano, Ing. Elvira Dodaro, Arch. Francesca Ferraro, Ing. Marco Maretta, Arch. Maria
Teresa Muraca, Avv. Fausto Scervino, Ing. Simona Scrivano, Arch. Michele Sorrentino, Avv.
Aurelio Paola;
Responsabile del box office: Dott.ssa Valeria Gigliotti;
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Comunicazione e Ufficio Stampa a cura di Dino Granata e Fernando Miriello;
3.1.1 PARTECIPANTI AL FORUM
1 Maria Teresa Muraca FIELD
2 Barbara Gullotta FIELD
3 Valeria Gigliotti FIELD
4 Salvatore Barresi FIELD
5 Michele Sorrentino FIELD
6 Francesca Diano FIELD
7 Aurelio Paola FIELD
8 Marco Maretta FIELD
9 Osvaldo De Benedictis FIELD
10 Rocco Pallavicini FIELD
11 Francesca Ferraro FIELD
12 Domenico De Lorenzo Confindustria
13 Corrado Gennaro Confindustria
14 Guglielmo Loschiavo Confindustria
15 Emiliano Musuraca FIELD
16
17 Antonio Cirillo Promo Arena
18 Giuseppe Gerace Promo Arena
19 Michele Aiello Tarzia Promo Arena
20 Adriano Renda Prociv Serre Calabre
21 Nicola Valelà Prociv Serre Calabre
22 Giuseppe Dominelli Prociv Serre Calabre
23 Gessica Garcea Prociv Serre Calabre
24 M. Stella Fresca CNA
25 Onofrio Casuscelli Coldiretti
26 Vincenzo Lacacaria Provincia di Vibo Valentia
27 Antonio Pata Provincia di Vibo Valentia
28 Massimiliano Pitimada Italia Nostra
29 Gaetano Luciano Forum Vivibile
30 Vincenzo Le Rose Collegio geometri
31 Raffaele Denami Regione Calabria
32 Fortunato Griffo Provincia di Vibo Valentia
33 Giuseppe Dominelli Prociv Serre Calabrie
34 Antonino Distilo Confconsumatori
35 Giuseppe Malta Confconsumatori
36 Domenico Console FIELD
37 Mario Malfarà
Sacchini UPA Unione Prov. Artigiani
38 Salvatore Longo ANVVF
39 Giovanni Tassone Libero professionista
40 Luigi Sisi Asropromotion
41 Aurora Agostino Ordine Geologi
42 Matteo Barbieri Libero cittadino
43 Onofrio Maragò FIELD
44 Daniela De Vita Provincia di Vibo Valentia
45 Fabio De Lorenzo Provincia di Vibo Valentia
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46 Donatella Bruni CGIL VV
47 Luciano Prestia UIL
48 Salvatore Disi Provincia di Vibo Valentia
49 Maria Rosa Pintimalli Provincia di Vibo Valentia
50 Adriana Pannace Provincia di Vibo Valentia
51 Francesco Bruni Provincia di Vibo Valentia
52 Domenico Petrolo C.I.A. VV
53 Carlo Osso Provincia di Vibo Valentia
54 Francesco Suraci Arpacal VV
55 Domenico Crudo VF
56 Pasquale Petrolo Provincia di Vibo Valentia
57 Franco Dario Giuliano Arpacal VV
58 Domenico Santoro WWF VV
59 Giacomo Pizzonia Provincia di Vibo Valentia
60 Rodolfo Barbieri Impresa Romano Pasquale
61 Maurizio Angotti ARSSA VV
62 Lorenzo Passaniti Nautilus scarl
63 Raffaele Fabiano ARSSA
64 Silvia Destito Privato
65 Francesco Dileo Studio Architetti
66 Michele Dileo Studio Architetti
67 Antonio Scuticchio Radio Onda
68 Gianfranco Comito Provincia di Vibo Valentia
69 Simona Scrivano FIELD
70 Elvira Dodaro FIELD
71 Simona Merenda FIELD
72 Domenico Calabrò FIELD
73 Giuseppe Cosentino Promo ARENA
74 Fernando Miriello FIELD
75 Fausto Scervino FIELD
76 Maria Teresa Muraca FIELD
3.2 PRESENTAZIONE
Il Forum Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile della Provincia di Vibo Valentia “Per una visione
condivisa sul futuro dell’area vasta provinciale”, condotto utilizzando la metodologia di lavoro
EASW ® della Commissione Europea, adottata nel 1995 quale strumento comune per le città
europee per stimolare la partecipazione dei soggetti locali a contribuire nella risoluzione dei
problemi tipici dei territori di area vasta e delle città, si è tenuto giorno 29 Aprile 2010.
Nell’arco di una giornata attraverso la metodologia a Mosaico Digitale (Modì) di IDEAI FUTOR si
sono raccolte le idee, facilitate le discussioni e date gli spunti di riflessione al gruppo su potenziali
idee/azioni da realizzare diventando azioni progettuali per elaborare il Piano di Azione Ambientale
della Provincia.
I risultati della giornata di simulazione e partecipazione, sono riassunti nel rapporto, e forniscono
una prima visione comune di sviluppo sostenibile da parte di quattro gruppi di attori diversi
(amministratori, associazioni, attività produttive e esperti) e numerose idee progetto che saranno
sviluppate successivamente all’interno dei gruppi di lavoro tematici del Forum.
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3.3 OBIETTIVI
Obiettivo generale del Forum Ambientale è stato quello di definire le linee guida per il Piano di
Azione della Provincia di Vibo Valentia.
In particolare, gli obiettivi specifici di simulazione sono stati i seguenti:
• Scambiare conoscenze, opinioni e idee tra i vari gruppi di interesse;
• Identificare e analizzare le visioni positive e negative dei diversi gruppi di interesse;
• Generare nuove idee e direttive per azioni che siano la base delle linee guida per il Piano di
Azione.
3.4 CO-PROGETTARE IL FUTURO – METODI E STRUMENTI PARTECIPATIVI
di Paolo Martinez e Alessandra Modi (IDEAI FUTOUR).
Per arrivare a obiettivi nuovi e diversi bisogna spesso utilizzare strumenti e metodologie innovative
che riescano ad attivare la creatività e concretezza di tutte le parti in gioco. L’innovazione è infatti
anche un processo sociale che nasce dall’interazione tra le varie anime degli ecosistemi sociali,
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economici e ambientali e tra cittadini, aziende, rappresentanti di associazioni di categoria, centri di
ricerca, università, artisti, enti pubblici e studenti, e così via.
I benefici che nascono dalla partecipazione a riunioni strutturate e organizzate con metodi
partecipativi sono notevoli.
Da questo tipo di incontri facilitati e interattivi, strutturati con metodologie rigorose ed efficaci, sono
nati progetti molto importanti con fondamenta solide.
Per creare ambienti favorevoli all’innovazione nei
workshop adottiamo metodologie e competenze di
facilitazione riconosciute a livello internazionale nel
supporto ai processi di concertazione e pianificazione
territoriale.
Tali metodologie sono utilizzate dai principali Future
Center internazionali, incubatori e acceleratori della
creatività attraverso la progettazione partecipata,
ambienti di lavoro attrezzati e facilitati che aiutano la
società e le organizzazioni a prepararsi per le sfide del
futuro creando ambienti collaborativi e proattivi dando
sistematicità ai processi creativi.
La varietà dei possibili metodi a supporto della partecipazione è vastissima e per ogni fase o
tipologia di problemi forniamo un’ampia scelta fra metodologie diverse.
Il Mosaico Digitale (MODÍ) di IDEAI FUTOUR viene utilizzato per raccogliere le idee, facilitare la
discussione e dare degli spunti di riflessione al gruppo.
Uno dei vantaggi dei workshop e degli interventi facilitati è la possibilità, in tempi molto stretti, di
ottenere risultati condivisi con la
collaborazione di tutti i soggetti presenti in
sala. L'ottimizzazione dei tempi e le
modalità di restituzione dei risultati (idee,
progetti, singoli commenti) garantita dai
metodi partecipativi, contribuiscono al
raggiungimento di una serie di obiettivi
quali, per esempio: accelerare i processi
decisionali e di condivisione; stimolare la
partecipazione e progettazione condivisa
dei vari attori locali (aziende, istituzioni
pubbliche, associazioni di categoria, parti
sociali, studenti.. ) sui temi specifici
riguardanti l’attivazione di progetti di
sviluppo e innovazione sistemica; elaborare progetti innovativi facendo emergere i diversi punti di
vista e le migliori pratiche per creare progetti solidi e sostenibili; creare percorsi e progetti che
generino benefici per tutte le parti in causa e siano coerenti con i loro tempi, strategie e percorsi
operativi; sensibilizzare e sollecitare idee e indicazioni concertate da sviluppare da parte dei
partecipanti per futuri progetti come contributo al processo d’innovazione e competitività sistemica
locale e regionale; rafforzare in modo propedeutico e metodologico le attività dei gruppi di lavoro
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tematici che potranno essere attivati; rafforzare il coinvolgimento, la fantasia, creatività e
concretezza dei partecipanti.
La metodologia EASW nasce nel mondo scandinavo, ed è stata adottata, promossa e diffusa dal
programma Innovazione della Commissione Europea per stimolare la progettualità partecipata,
negoziata, consensuale e dal basso. Grazie alla rete di National Monitor, i facilitatori accreditati
dalla CE, alla disponibilità di manuali, istruzioni e linee guida per organizzare e gestire i Workshop
EASW in tutte le lingue della UE, la metodologia è stata adottata da centinaia di città e realtà in
Europa e nel mondo.
Sono ormai tantissime le iniziative nelle quali l’EASW ha contribuito ad attivare forti cambiamenti e
innovazioni a livello locale. Bilbao, in Spagna durante il periodo di declino industriale ha utilizzato
la metodologia EASW per rilanciare l’immagine ed elaborare un piano di sviluppo di grande
successo con una corna di iniziative urbanistiche, ambientali, socio economiche nella quale spicca
l’avveniristico museo di arte moderna Guggenheim.
Le Nazioni Unite hanno utilizzato il metodo in India per elaborare strategie relative ai sistemi di
pubblica istruzione e per attivare processi di progettazione partecipata nello sviluppo locale. Sono
stati co-progettati spazi museali e spazi aperti (EASW bambini e Città della Scienza), un eco-parco
a Torino, il Piano del traffico a Perugia, un progetto per rafforzare le reti di impresa, Forum Agenda
21.
Il ruolo del National Monitor e del team di facilitatori è stato quello di offrire ai partecipanti ed
esperti locali la consulenza di processo per identificare le motivazioni, gli obiettivi, le azioni e
priorità che possano rientrare nella linea di intervento 3.5.1.1 del POR CALABRIA FESR
2007-2013 Asse III Ambiente.
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3.5 SCENARIO WORKSHOP MOSAICO DIGITALE
Lo scenario Workshop Mosaico Digitale ha previsto due principali fasi:
(1) Elaborazione delle visioni: in un primo momento i singoli gruppi di interesse hanno elaborato
visioni relative al futuro possibile per l’anno 2020. In questa sessione, sono state identificate le
criticità della Provincia di Vibo Valentia analizzando diverse aspetti geologico, urbanistico,
geomorfologico, trasportistico, economico, sociale (visioni negative, catastrofiche) e i possibili
obiettivi da raggiungere (visioni positive, utopiche).
I partecipanti sono stati stimolati e lasciati liberi di esprimersi in maniera creativa all’interno della
sala e nei tempi previsti dalla metodologia.
I tempi stretti hanno aiutato i partecipanti a focalizzare le proposte e a collaborare.
Tali visioni del futuro, sono stati esposti a tutti gli altri partecipanti in una sessione plenaria, gli
obiettivi e le visioni convergenti e comuni elaborate dai gruppi di interesse sono stati raccolti ed
organizzate in modo da fornire ai partecipanti il punto di partenza e gli obiettivi per le aree
tematiche della sessione successiva.
(2) Lancio di idee e azioni: in questa fase i partecipanti al workshop si sono distribuiti in quattro
gruppi di lavoro tematici nei quali hanno elaborato le idee/progetto concreti per raggiungere visioni
e obiettivi identificati nella prima sessione.
Ai partecipanti è stato chiesto di indicare cosa andrebbe fatto, da chi e come. I gruppi tematici
sono stati composti in maniera eterogenea con un almeno rappresentante di ciascun gruppo di
interesse.
Attraverso tecniche di brainstorming e negoziazione interna ciascun gruppo ha condiviso e
selezionato le idee più convincenti e le ha presentate agli altri partecipanti nell’assemblea
conclusiva.
I partecipanti hanno ascoltato le idee proposte dai gruppi e hanno ne hanno selezionato cinque per
ciascuno dei quattro gruppi.
Un Workshop EASW produce in poco tempo risultati che sarebbero altrimenti impensabili.
Questo rapporto è il prodotto di una giornata nella quale tante energie si sono attivate in parallelo
per raggiungere il consenso su idee e soluzioni proposte dagli stessi partecipanti.
Data la grande quantità di informazioni elaborate e prodotte dai partecipanti normalmente un
Workshop EASW (nella versione danese) dura due giorni.
Si cerca di far passare un mese tra il primo incontro sulle visioni e il secondo sulle idee, per
consentire alle persone di elaborare visioni e progetti più approfonditi. In questo caso per motivi
organizzativi il tutto si è svolto in una intensa giornata.
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Malgrado la breve durata delle sessioni dei gruppi paralleli, come si può vedere dalle visioni
emerse e dalle idee selezionate dai partecipanti, sono state elaborate visioni e idee molto
interessanti.
Il presente rapporto è il risultato del lavoro di una sessantina di persone, che in un giorno hanno
messo in campo tutto il loro sapere e le loro energie per ottenere risultati e azioni convergenti.
Vorremo ringraziare tutti coloro che direttamente e indirettamente hanno contribuito al successo
dell’iniziativa. L’organizzazione e la gestione del workshop EASW richiede un grosso lavoro di
squadra con molti attori e protagonisti, a cominciare dai partecipanti.
Naturalmente i contenuti e i risultati del workshop dipendono principalmente dalla creatività e dalle
idee dei partecipanti. Come si può vedere dalla scheda allegata hanno partecipato attivamente
circa sessanta rappresentanti dei quattro gruppi di interesse.
Son quindi emerse visioni, idee, azioni che rappresentano un punto di partenza per delineare e
mettere in cantiere un Piano di Azione Ambientale di Sviluppo Sostenibile per il territorio di area
vasta.
3.6 SESSIONE “VISIONI”
I partecipanti suddivisi in gruppi di interesse hanno sviluppato le proiezioni del proprio territorio
sostenibile nel 2020, utilizzando come fonte di ispirazione la propria conoscenza e creatività sui
possibili scenari futuri che guardino l’area vasta in un ottica di sviluppo sostenibile.
I gruppi di interesse che hanno espresso le loro visioni sono stati:
• Amministratori;
• Associazioni;
• Attività produttive;
• Esperti.
I gruppi di interesse hanno proiettato scenari negativi e positivi su quattro sessioni tematiche:
1. Mobilità sostenibile;
2. Ambiente urbano
3. Risorse e territorio;
4. Ambiente e produzione;
5. Qualità sociale e qualità della vita.
Il lavoro si è articolato in quattro sessioni:
1. Sviluppo di scenari negativi nel 2020: Peggio di così non poteva andare! Raccontatela;
2. Elaborazione di un senso comune rispetto alle visioni negative esposte da ogni singolo
gruppo di interesse;
3. Sviluppo di scenari positivi nel 2020: Tutti i sogni si sono avverati! Raccontateli;
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4. Elaborazione di un senso comune rispetto alle visioni positive esposte da ogni singolo
gruppo di interesse.
3.6.1 VISIONI NEGATIVE PROSPETTATE DAI GRUPPI DI INTERESSE
AMMINISTRATORI
• abolizione della provincia
• saremo sommersi di rifiuti
• divieti di balneazione permanenti
• sommersi dall’inquinamento di amianto con aumento della patologia dell’asbetosi
• inquinamento di tutte le falde acquifere
• alluvioni e dissesto idrogeologico
• frane e smottamenti su tutto il territorio provinciale
• inquinamento acustico e smog in tutta la provincia
• incapacità dei comuni ad essere liberi nel prendere decisioni ed operare per
condizionamenti mafiosi
• la popolazione sotto la soglia di povertà
• sensibile aumento dell’analfabetismo
• carenza e siccità idrica
• abbandono totale dell’agricoltura
• desertificazione del territorio
• spopolamento dei piccoli centri e della città di Vibo
• fuga totale dei cervelli
• assoluta impunita dei reati
• danno paesaggistico dovuto alle pale eoliche
ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
• la qualità della sanità è peggiorata
• scarsi collegamenti interni pubblici,
• distruzione dei parchi marino e montano e dei loro ecosistemi
• depuratori che non funzionano e scaricano nel
• strade costruite che distruggono l’ambiente
• inefficienza dei sistemi di comunicazione
• fuga dei giovani
• assenza di una guida professionale che possa isoee ili
• mancanza di cultura ambientale
• grossa disparita sociale
• aumento dei disastri idrogeologici
• aumento della singolarità
• sfiducia nelle istituzioni e negli enti
• mancanza di energia elettrica
• invasione dei rifiuti incremento dell’abusivismo edilizio dissesto idrogeologico esondazione
dei fiumi inquinamento dei mari
IMPRENDITORI
• abbandono delle spiagge dai turisti a causa dell’inquinamento e disservizi
• disoccupazione dovuta alla cattiva mentalità degli imprenditori e amministratori
• abbandono dei centri montani
• erosione delle coste
• cattiva progettazione di opere
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• emigrazione e invecchiamento della popolazione
• assenza di lavoro
• mancanza di servizi socio sanitari
• degrado di edifici di importanza storico culturale
• strade franate
• centrale nucleare a monte poro
• costruzioni non a norma sismica e costruite in zone sismiche
SINDACATI E ASSOCIAZIONI CATEGORIA
• inquinamento elettromagnetico
• pessima qualità dell’aria
• privatizzazione di tutte le risorse
• scorie radioattive
• problemi demografici
• inquinamento atmosferico
• assenza di senso civico
• Berlusconi al Quirinale
• assenza di servizi e di assistenza per gli anziani
• assenza di qualità dell’istruzione
• collasso del sistema sanitario nazionale
• privatizzazione del sistema sanitario nazionale
• nuove malattie
• diminuzione della partecipazione alla politica (al voto)
• la caduta del Castello di Vibo
3.6.2. ELABORAZIONE DI UN SENSO COMUNE RISPETTO ALLE VISIONI NEGATIVE
Sfiducia nelle istituzioni a tutti i livelli, povertà in tutti i sensi, non rispetto delle regole e perdita
identità culturale. Degrado sia nei rapporti umani, sociali e ambientali. Abbandono agricoltura,
malessere generali e spopolamento dell’entroterra.
3.6.3 VISIONI POSITIVE PROSPETTATE DAI GRUPPI DI INTERESSE
AMMINISTRATORI
• ottimizzazione nello sfruttamento delle risorse idriche
• termovalorizzatore dei rifiuti e produzione di energia
• miglioramento del trasporto pubblico
• utilizzare le risorse idriche a livello intercomunale
• piattaforme depurative funzionanti e successivo riutilizzo dell’ acqua
• autosufficienza energetica dei comuni
• ripresa dell’agricoltura biologia
• ripresa dei parchi naturali
• competitività dei prodotti tipici
• percorsi intercomunali con servizi alternativi
• zero disoccupazione
• il rispetto delle regole;e per una buona gestione del territorio
• sconfitta della ndrangheta
• bonifica dei corsi fiumi
• boom del turismo legato ad una gestione perfetta dei rifiuti ed al miglioramento dei servizi
• elevato standard dei servizi turistici e di trasporto
• un calabrese presidente del consiglio
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• assoluto rispetto dei rispetto dei diritti altrui
ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
• i parchi marino e montano sono operativi al 100 per 100
• sviluppo del turismo
• Calabria futuro del mondo
• tasso di disoccupazione ridotto al minimo
• fine delle raccomandazioni,premio alla meritocrazia
• rientro dei cervelli
• maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili
• diminuzione della criminalità
• garanzia della pena
• acculturamento della tematica ambientale
• interesse da parte dei giovani nei vita sociale
• maggiore utilizzo dell’energia rinnovabile
• convinzione di una diminuzione dei carburanti
• fine della volontà autodistruttiva da parte dell’essere umano
• innovazione dello stato sociale
• distaccamento della cultura marcia per le nuove generazioni
• evoluzione dell’individuo da passivo consumatore a propositore di nuovi stili di vita che
diano spazio alla spiritualità dell’individuo
• maggiore partecipazione degli organismi del terzo settore ai tavoli decisionali
• riutilizzo come energia rinnovabile del rifiuto
IMPRENDITORI
• assenza di inquinamento atmosferico
• decoro urbano
• assenza di rifiuti per le strade
• mare e spiagge pulite
• abolizione della provincia
• sconfitta la mafia
• nuova classe dirigente under 50
• nuovi piani di urbanizzazione
• miglioramento della mobilita
• reddito procapite èlevato
• bruno censore presidente della regione Calabria
• eliminazione delle fonti di inquinamento elettromagnetico
• miglioramento paesaggistico
• incremento e promozione dei prodotti locali e tipici
• ampliamento del porto turistico
• parco regionale delle serre funzionanti
• turismo alternativo in crescita
• assenza di mafia
• educazione alla lotta della criminalità nelle scuole
• miglioramento delle strutture sanitarie
• centri di eccellenza in sanità
• riqualificazione dei docenti
SINDACATI E ASSOCIAZIONI CATEGORIA
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• mare pulito
• turismo di qualità
• migliore viabilità
• coesione sociale
• più tempo per i rapporti sociali
• qualità della vita migliore
• assenza di ecomostri
• recupero dei centri storici e dei beni architettonici
• raccolti differenziata al cento per cento
• riutilizzo di tutte le acque reflue civili e industriali
• utilizzo di acque piovane
• rottamazione degli edifici lungo la fascia costiera
• tetti con coperture fotovoltaiche
• Vibo giardino sul mare
• rivalutazione in termini produttivi delle risorse naturali
• meno omertà
3.6.4 ELABORAZIONE DI UN SENSO COMUNE RISPETTO ALLE VISIONI POSITIVE
Senso estetico del paesaggio, sicurezza del territorio, innovazione e formazione. Qualità della vita
alta, ridistribuzione ricchezza, difesa ambiente, ecosostenibile, tracciabilità, soft economy, green
economy, legalità. Cultura come economia pulita e formazione alla cultura ambientale.
3.7 “LANCIO delle IDEE” nelle SESSIONI TEMATICHE
Le visioni comuni elaborate nella prima parte del workshop dai gruppi di interesse sono state la
base di partenza per il lancio di idee e azioni concrete, operative elaborate nella seconda fase del
workshop.
All’interno dei quattro gruppi di lavoro per sessione tematica c’era almeno un rappresentante di
ciascun gruppo di interesse.
Ai partecipanti è stato chiesto di proporre idee e azioni concrete, fattibili, definendo CHI (Soggetto/i
coinvolti), COME (lo sviluppo delle idee), QUANDO (asso temporale di fattibilità).
È stato chiesto e così è stato di essere propositivi, di essere ambiziosi e di pensare che ogni
azione da intraprendere deve essere necessariamente coerenti con la linea di intervento 3.5.1.1.
del POR CALABRIA FESR 2007-2013.
In questa parte del rapporto vengono presentati i risultati elaborati dai partecipanti al gruppo, in
termini di idee e di proposte di azione.
3.7.1 LE SESSIONI TEMATICHE
Le proposte di azione prendono in riferimento le seguenti sessioni tematiche:
1. MOBILITÀ SOSTENIBILE;
2. AMBENTE URBANO/RISORSE E TERRITORIO;
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3. AMBIENTE E PRODUZIONE;
4. QUALITÀ SOCIALE E QUALITÀ DEL TERRITORIO.
SESSIONE
MOBILITÀ SOSTENIBILE (1)
TEMATICA
Note di indirizzo
La mobilità sostenibile è un sistema di mobilità urbana in grado di conciliare il diritto alla mobilità con
l'esigenza di ridurre l'inquinamento e le esternalità negative, quali le emissioni di gas serra, lo smog,
l'inquinamento acustico, la congestione del traffico urbano e l'incidentalità. Queste esternalità hanno un
costo sociale che grava su tutti. Possono essere rimosse soltanto con una adeguata regolamentazione
mediante intervento pubblico. In Italia la mobilità sostenibile è stata introdotta con il Decreto
Interministeriale Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane del 27/03/1998. La normativa non ha però
raggiunto i risultati sperati. I problemi relativi alla mobilità sono stati spesso demandati alle
amministrazioni locali, senza un vero e proprio piano di intervento a livello nazionale e sovranazionale.
Gli interventi di mobilità sostenibile
Attualmente gli interventi di mobilità sostenibile possono considerarsi ancora alla fase sperimentale.
Elenchiamo i principali:
Trasporto pubblico locale
E' la prima storica forma di mobilità sostenibile. Veicoli adibiti al trasporto di massa
consentono di ridurre l'utilizzo dei mezzi privati.
Corsie preferenziali
Queste corsie sono autorizzate soltanto ai mezzi pubblici (autobus, tax, mezzi di emergenza).
Permettono di creare due forme di scorrimento, congestionata per i mezzi privati e scorrevole
per quelli pubblici o di pubblico intervento.
Piste ciclabili
In alcune città del Nord Europa sono la vera alternativa all'automobile. Le piste ciclabili sono
situate a lato delle strade e riservate esclusivamente alle biciclette. Città come Amsterdam
dimostrano come questa scelta sia praticabile e a basso costo. Non è però adatta ovunque,
soltanto nelle città pianeggianti o con bassi dislivelli.
Pedaggio urbano
L'accesso a pagamento a strade o zone urbane. Trova la sua massima applicazione nel Road
Pricing che estende il pagamento del ticket a tutte le automobili in entrata nella città (es.
Londra).
Park pricing (o parcheggi a pagamento)
L'applicazione di ticket orari sui parcheggi tende ad aumentare il costo di utilizzo
dell'automobile privata e facilita l'accesso al parcheggio per soste di breve periodo. In Italia
sono conosciute come 'strisce blu'. Questa forma di intervento è adatta soprattutto nelle aree
centrali della città. Crea invece malcontento nelle aree sub-urbane e periferiche.
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Car sharing e Car pooling
Questi servizi sono basati sul principio dell'auto privata per uso collettivo. Nel caso del Car
Sharing l'automobile è noleggiata per poche ore presso le apposite società e riconsegnata al
termine del suo utilizzo. Nel caso del Car Pooling l'automobile è di proprietà di un privato che
la mette a disposizione per compiere tragitti casa-lavoro insieme ad altre persone, spesso
conoscenti o colleghi, con la stessa esigenza di orario e di percorso.
Blocco del Traffico
Il momentaneo blocco del traffico urbano è una misura di emergenza per ridurre il traffico
veicolare e le emissioni inquinanti. Non risolve il problema. L'intervento mira a vietare l'uso
dell'automobile per far provare forme di mobilità alternative e più sostenibili (es. trasporto
pubblico). Il blocco del traffico può essere parziale o totale. In caso di blocchi ripetuti nel
tempo viene applicato sotto forma di blocco per 'targhe alterne' (pari o dispari) o per tipologia
di veicolo (euro0, euro1, euro2, euro3, euro4).
SESSIONE
RISORSE E TERRITORIO (2)
TEMATICA
Note di indirizzo
Il concetto di “territorio” ha subito, specialmente negli ultimi decenni, una trasformazione radicale: da
semplice risorsa materiale suscettibile di sfruttamento, da spazio controllabile nel quale le differenziazioni
sono viste come resistenze alla trasformazione, si è giunti ad una interpretazione in cui è riconosciuto il
carattere relazionale e incerto proprio di un sistema complesso. La conoscenza del territorio passa
attraverso il riconoscimento delle interazioni tra dinamiche a differente scala (globale/locale) e tra le
dinamiche tra l’osservatore e l’oggetto osservato (abitante/territorio); il territorio non è più il medium neutro
su cui si svolgono gli eventi, ma è il frutto delle dinamiche interattive che si svolgono continuamente tra di
essi. Un prezioso contributo è fornito da Magnaghi (2000), per il quale il territorio è un «soggetto vivente
ad alta complessità», intendendo per soggetto vivente nè il complesso di ecosistemi, nè la società
presente che vive in un determinato luogo e neppure il milieu (inteso come giacimento socioculturale di un
luogo). Per tale autore il territorio è soggetto vivente in quanto prodotto dalla interazione di lunga durata
tra insediamento umano ed ambiente, ciclicamente trasformato dal succedersi delle civilizzazioni; non è
un oggetto fisico, («il territorio non esiste in natura»), piuttosto rappresenta l’esito di un «processo di
territorializzazione», ovvero un processo di strutturazione dello spazio fisico da parte della società
insediata; il suolo, la terra, l’ambiente fisico, il paesaggio, l’ecosistema, l’architettura, le infrastrutture non
sono ancora il territorio, essi ne rappresentano i supporti fisici e simbolici. La specificità del territorio
consiste nel suo essere esito della capacità di strutturazione simbolica dello spazio, consentendo il
riconoscimento di una correlazione fra luogo fisico e spazio culturale, simbolico, economico della società
insediata; il territorio è inscindibile sia dai suoi supporti materiali che dalle diverse forme di appropriazione
che si sono succedute. Il tema della finitezza delle risorse: dal Club di Roma al Rapporto M.I.T. di
Meadows-Forrester. Modelli “catastrofici”. Limiti del modello. Gli approcci normativi: la Conferenza di
Stoccolma (1972), Basic Needs, Self-Reliance, Ecosviluppo. Rapporto tra economia e risorse; l’economia
classica e le risorse; dalla sostenibilità dello sviluppo allo stato stazionario. L’ecological economics.
L’applicazione della legge dell’entropia e la bioeconomia di Georgescu-Roegen. Riconoscibilità ed
accessibilità delle risorse. Lo sviluppo locale e lo sviluppo autosostenibile. Risorse rinnovabili e risorse
non rinnovabili. Risorse primarie e risorse secondarie. Risorse alternative e risorse sostitutive: effetti
sociali, ambientali ed economici della sostituzione di risorse. Trasferimento delle risorse sul territorio;
incidenza ambientale del sistema locazione allocazione delle risorse. Ciclo di produzione, trasformazione,
e fine vita delle risorse. Uso sostenibile delle risorse. Crescita illimitata e sviluppo. Risorse materiali ed
energia. Energia feedstock. Uso dei combustibili fossili. L’economia a idrogeno.
SESSIONE
AMBIENTE URBANO - URBANISTICA E SOSTENIBILITA' (3)
TEMATICA
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Note di indirizzo
L’ambiente urbano; stile e qualità della vita; demografia urbana; risorse naturali; inurbamento nelle aree
ad alta industrializzazione; traffico urbano; spazio personale; stress; frustrazione; aggressività;
affollamento; rumore; microclima urbano; patologia degli agglomerati urbani; antropologia culturale
urbana; cultura dell’immagine; contrabbando culturale; “pastiche” culturale; inquinamento atmosferico e
acustico; effetti dell’inquinamento sulla salute; inquinamento luminoso; inquinamento visivo; il mito del
benessere; antropocentrismo; psicopatologia urbana.
Migliorare la qualità urbana, intesa come raggiungimento di parametri che definiscono livelli soddisfacenti
nella qualità degli elementi fisici (aria, acqua, rumore, elettromagnetismo, ecc.), sociali (accessibilità e
spostamenti, servizi pubblici e privati, luoghi di incontro, rete commerciale, ecc.), psicologici (accettazione,
sicurezza, paesaggio, ecc.).
definizione di criteri per un nuovo approccio alla progettazione degli spazi urbani; definizione di indicatori
e standard per valutare la “social friendly” delle comunità, assumendoli come parametro per eventuali
forme di incentivo selezionato; messa a punto di interventi per aumentare la sicurezza e la coesione
sociale; recupero delle aree verdi di quartiere; utilizzo di un mix funzionale nella pianificazione dei nuovi
quartieri e negli interventi di ristrutturazione
del tessuto urbano; localizzazione dei servizi coerente con la distribuzione della popolazione sul territorio;
indirizzi e direttive agli enti nella predisposizione degli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale;
mitigazione degli impatti negativi dovuti al traffico ed alla congestione urbana.
URBANISTICA E SOSTENIBILITA'
URBANISTICA
Con urbanistica o, con un'accezione più ampia, pianificazione territoriale si intende quella disciplina volta
a studiare un territorio, solitamente una città o un'area metropolitana, da un punto di vista geografico,
economico e sociale.
L'urbanistica si ripropone di agire su un territorio migliorandone le condizioni, attraverso la riqualifica di
vecchie aree dismesse o la loro riorganizzazione spaziale o sociale.
L'identità di un territorio è costituita da molti elementi; in particolare, rileva la forma del territorio, cioè il
paesaggio, in relazione al quale si pone il problema della sostenibilità dello sfruttamento delle risorse. Uno
degli scopi della pianificazione urbanistica è di delineare le grandi opzioni di organizzazione dello spazio e
indirizzare a priori (piuttosto che controllare a posteriori) tutte le attività sul territorio, attraverso atti
georeferenziati (che evidenziano la vulnerabilità e la riproducibilità delle risorse ambientali).
In Italia l'urbanistica conosce il primo esempio di Piano Regolatore nel 1884, con l'opera dell'ingegner
Cesare Beruto che compilò per la città di Milano il piano d'espansione oltre i Bastioni Spagnoli e oggi
riconoscibile nella fascia tra la circonvallazione interna (sorta al posto delle vecchie mura) ed esterna.
L'urbanistica diviene una disciplina riconosciuta ufficialmente negli anni trenta con il Razionalismo italiano
e la fondazione delle nuove città ad opera del regime fascista, alcune anche di alto livello urbanistico ed
architettonico, come Portolago e Sabaudia. Nel 1942 viene emanata la prima legge generale di
coordinamento urbanistico territoriale.
Il dopoguerra in Italia è contraddistinto dal boom edilizio che con le sue aberrazioni, generò, anche se in
ritardo e insufficientemente la cultura della salvaguardia dei centri storici e del territorio, con lo sviluppo di
una legislazione di tutela.
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disciplina che studia le condizioni, le manifestazioni e le esigenze di vita e di sviluppo delle città al fine
pratico di attrezzare entità urbane e territori in funzione della vita della collettività nelle migliori condizioni.
L'urbanistica prende in considerazione tutti gli aspetti della vita di un organismo urbano tenendo
soprattutto presente il decentramento, la viabilità, lo scorrimento, la zonizzazione, la funzione insostituibile
del verde pubblico, le aree pedonali.
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
La pianificazione territoriale è una disciplina che nasce in Italia in seno all'architettura. Mentre in altri paesi
esiste una tradizione nel planning, in Italia lo studio della città e del territorio è sempre stato collegato
all'urbanistica ed è solo da pochi anni che si tenta di dare un'autonomia disciplinare alla pianificazione.
Ciò che differenzia la pianificazione dall'urbanistica è il forte contenuto politico e sociale, non a caso la
pianificazione ha più a che fare con discipline quali l'economia regionale, le politiche pubbliche e la
sociologia urbana che non direttamente con l'architettura.
Attività che porta a progettare l’utilizzo ottimale del territorio, tenendo conto di una serie di fattori
economici, demografici e ambientali, in modo da mantenere, nel tempo, un equilibrio positivo fra l’uomo e
l’ecosistema, senza superare la capacità di quest’ultimo, di assorbire l’impatto ambientale antropico.
E’ corretto, quindi, in ogni caso parlare di progetto pianificatorio e, più semplicemente, di pianificazione,
perché qualsiasi intervento a scala territoriale, sia essa urbana, provinciale, regionale, ecc., su qualsiasi
tematica (assetto urbano, inquinamento, infrastrutture, ecc.) discende da processi univoci e
sovrapponibili.
In particolare la pianificazione urbanistica, regolando le trasformazioni dell’uso del suolo, determina alcuni
decisivi effetti sullo sviluppo socio-economico dei territori:
- stabilisce il dove e il come esercitare i diritti edificatori;
- individua la localizzazione degli insediamenti, delle infrastrutture e dei servizi;
- modifica i valori fondiari e le relative rendite immobiliari;
- condiziona l’attività edilizia e produttiva.
Pertanto, l’adozione di modelli di pianificazione territoriale e urbanistica informati ai principi della
sostenibilità, consente di perseguire strategie coerenti con gli obiettivi di qualità sociale e ambientale dello
sviluppo.
Un primo rilevante problema è determinato dagli aspetti giuridici e disciplinari caratterizzanti le due attività
di pianificazione urbanistica e ambientale.
La prima si costituisce su principi economici, giuridici, culturali e tecnici assai diversi e, per molti versi e
per molto tempo, in tante parti d’Italia, antagonisti alla seconda. Anche nella terminologia delle due
“pianificazioni” assumono significati assai diversi termini come: indicatori, indici, standard, obiettivi di
qualità. Tuttavia, non appare più proponibile una separazione tra attività tese prevalentemente alla
trasformazione, seppure ordinata, del territorio e della città, funzionale alla realizzazione di insediamenti,
infrastrutture, servizi a rilevante significato economico e sociale, e un’altra volta a contenere gli impatti
delle attività antropiche, a riparare danni spesso evitabili, a proteggere beni collettivi, talvolta privi di una
specifica tutela giuridica, salvo per luoghi e manufatti espressamente individuati e confinati.
Molte delle attività che determinano forti impatti sulla qualità degli ecosistemi sono di fatto connaturate
con gli insediamenti antropici, legittimamente realizzati proprio sulla base di piani e programmi urbanistici.
Il sistema regolativo pubblico, progressivamente implementato, essenzialmente basato su azioni di
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comando e controllo, anche nelle situazioni in cui è stato correttamente applicato, si è dimostrato nel
tempo poco efficace, in quanto fondato su procedure autorizzative, preventive e formali, prive di verifiche
in itinere e di controlli ex post.
In realtà molto di più hanno prodotto, in termini di riduzione degli impatti: i mutamenti nei processi
produttivi, i fenomeni di deindustrializzazione, l’innovazione tecnologica, il “ritardo” dello sviluppo in alcune
aree, i vincoli di tutela dei beni ambientali di particolare valore.
L’insieme del territorio nazionale è stato oggetto di uno sfruttamento intenso, che ha prodotto danni non
sempre reversibili, in particolare quando è avvenuto senza regole e senza attenzione ai beni collettivi
primari.
Decisivo è il superamento contestuale di due concezioni, per molti versi antagoniste ed esposte al rischio
della staticità, che contrappongono trasformazione e conservazione. Le trasformazioni territoriali e
urbanistiche sono elementi essenziali nel governo del territorio; sono attività insopprimibili, storicamente
funzionali a rispondere alle esigenze socio-economiche di una comunità.
Oggi tali attività, però, non possono prescindere dalle esigenze di tutela e protezione degli ecosistemi e
da obiettivi di recupero e miglioramento della qualità dei contesti urbani, in particolare di quelli realizzati
nel corso dell’ultimo secolo.
La riqualificazione ambientale della città e del territorio passa infatti attraverso piani e interventi di
trasformazione in grado di introdurre maggiori livelli di qualità ambientale e sociale, riducendo o
eliminando le profonde distorsioni prodotte, soprattutto nell’ultimo secolo, con la realizzazione di
insediamenti residenziali, produttivi e di infrastrutture in aree inidonee.
Densità insediative eccessive ovvero eccessivo spreco di territorio, l’uso di tecnologie obsolete, hanno
determinato congestione, dispersione, carenze di servizi, assenza di equilibrio e di integrazione tra
insediamenti ed ecosistemi.
Trasformazione e tutela debbono quindi concorrere insieme per produrre maggiore qualità urbana, sociale
e ambientale. Le concezioni e le prassi, effettivamente in contrasto con la prospettiva di sviluppo
sostenibile, sono quelle che determinano pianificazione essenzialmente incrementale e speculativa e la
scelta degenerativa dei condoni.
La crescente consapevolezza, da parte dei cittadini, degli amministratori pubblici e di progettisti, della
necessità di inserire i progetti di trasformazione in strategie di governo integrato del territorio, con cui
assicurare benessere economico e sociale, si manifesta nel moltiplicarsi di esperienze concrete di
pianificazione territoriale e urbanistica, attente alla tutela e valorizzazione degli ecosistemi e del
patrimonio storico-ambientale, aperte al contributo di altre discipline, preoccupate di ridurre l’uso di suolo
naturale e volte al recupero delle aree dismesse o a riqualificare parti di città.
Per sostenere tali esperienze e diffonderle è indispensabile il consolidamento di normative regionali e
nazionali, coerenti con questi criteri e obiettivi, che consentano di affermare il governo unitario del
territorio e dell’ambiente urbano, nei loro caratteri storici, sociali, identitari e naturali.
Il governo del territorio non coincide con l’attività di pianificazione territoriale o urbanistica, altri strumenti,
politici, istituzionali, economici sono egualmente forti e condizionano la stessa pianificazione chiamata a
dare risposte ad una molteplicità di istanze, non sempre coerenti e conciliabili. Gli strumenti di piano sono
tuttavia la condizione per stabilire regole e opportunità valide per tutti, per questo dovrebbero risultare
chiari, trasparenti nei contenuti e nelle modalità operative, e definiti in modo partecipato dai cittadini.
Altro aspetto rilevante del concetto di “governo del territorio” è il superamento di una pianificazione
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urbanistica intesa prevalentemente come regolazione dell’attività di trasformazione e
degli aspetti ad essa correlati (infrastrutture, standard di servizi,…). E’ ovviamente fondamentale
mantenere l’efficacia del piano urbanistico, per la parte relativa al valore giuridico delle prescrizioni
conformative della proprietà, ponendolo in relazione forte con altri strumenti pianificatori privi di tale
essenziale caratteristica, che dovrebbero essere egualmente precisi quanto ad ambito di efficacia e
certezza delle regole. Tuttavia serve sempre più spesso orientare, dare senso al disegno di città che il
piano propone.
Altrettanto essenziale è il quadro dei vincoli strutturali costituito dalle reti della mobilità di merci e persone,
da quelle energetiche e ambientali.
Proprio la relazione tra diversi strumenti e ambiti (tematici e territoriali) di pianificazione costituisce uno dei
problemi principali in termini di definizione della gerarchia istituzionale e giuridica tra i piani, della loro
efficacia prescrittiva, delle regole di trasparenza della governance connessa ad ognuno degli strumenti.
La sovrapposizione senza integrazione tra livelli ed ambiti diversi di pianificazione rende di più difficile
lettura le scelte e costituisce un oggettivo ostacolo alla partecipazione attiva dei cittadini ed è motivo di
conflitto.
Anche sotto questo aspetto assumono particolare rilevanza e andrebbero adeguatamente sostenute e
potenziate, anche nell’ambito delle agende 21 locali tutte le strutture e le attività di documentazione, di
informazione e di riflessione utili alla rilettura delle dinamiche e delle tendenze dello sviluppo urbano,
considerate anche dal punto di vista temporale, dei modelli insediativi adottati nei diversi territori.
Gli Aalborg commitments e gli impegni comunitari
Con la conferenza Aalborg+10, svolta nel giugno scorso e con il documento finale “Ispirare il futuro”, sono
stati attualizzati e confermati gli impegni e gli obiettivi comuni della carta: “Una visione che prevede città
ospitali, prospere, creative e sostenibili, in grado di offrire una buona qualità della vita a tutti i cittadini,
consentendo loro di partecipare a tutti gli aspetti della vita urbana”.
Particolarmente importante è la riaffermazione della responsabilità dei decisori istituzionali delle città
firmatarie, sottolineata dal documento finale:
“Svolgiamo un ruolo centrale nell’assicurare uno sviluppo sostenibile, affrontando allo stesso tempo le
sfide in cooperazione con tutte le altre sfere di governo. Questo ruolo centrale esige un approccio più
deciso ed integrato all’elaborazione delle strategie locali e all’armonizzazione degli obiettivi ambientali,
sociali, culturali ed economici. Allo stesso tempo dovremo assicurarci che le nostre azioni per migliorare la
qualità della vita locale non minaccino quella delle persone in altre parti del mondo o delle future
generazioni. Siamo la componente governativa più vicina ai cittadini europei e abbiamo quindi opportunità
uniche per indirizzare i comportamenti individuali a favore della sostenibilità.
Possiamo offrire supporto locale nell’attuazione delle strategie e delle politiche europee, come la Strategia
di Lisbona, la Strategia per uno Sviluppo Sostenibile Europeo, il Sesto Programma d'Azione per
l'Ambiente, la Strategica Tematica Urbana dell’UE, le iniziative europee per i cambiamenti climatici, la
salute, la governance e nell’implementazione dei Millennium Development Goals delle Nazioni Unite e del
piano di attuazione del Summit di Johannesburg.”
Il richiamo ad Aalborg+10 è decisivo anche al fine di ribadire, nell’ambito del progetto “Pianificare con
l’ambiente”, la distinzione formale presente tra le azioni svolte nell’ambito dell’agenda 21 locale,
interamente volontarie e non codificate da norme internazionali o nazionali, sostanziate sotto il profilo
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giuridico e la prassi della pianificazione urbanistica che segue, come più sopra ricordato, uno specifico
apparato legislativo, volto a riconoscere, regolare e tutelate interessi soggettivi legati alla proprietà degli
immobili.
Tra i punti di possibile connessione tra urbanistica e ambiente, sui quali costruire una più forte relazione e
integrazione, nella prospettiva dello sviluppo sostenibile sono:
- l’intreccio e l’integrazione tra le norme relative alla pianificazione urbanistica e quelle finalizzate
alla tutela degli ecosistemi (protezione ambientale, paesaggistica, storico-architettonica,
sanitaria…), che contengono prescrizioni, vincoli, obiettivi;
- l’adozione di strategie volontarie dei decisori locali, che sono al contempo responsabili dell’assetto
urbanistico e dei sistemi di regolazione degli insediamenti e impegnati alla promozione della
sostenibilità urbana ovvero della qualità ambientale e sociale della città.
Il 5° Aalborg commitments: Pianificazione e progett azione urbana, esplicita la natura degli impegni politici,
volontari, che dovrebbero ispirare il governo dei processi di pianificazione e progettazione urbanistica:
”Ci impegniamo a svolgere un ruolo strategico nella pianificazione e progettazione urbane, affrontando
problematiche ambientali, sociali, economiche, sanitarie e culturali per il beneficio di tutti.
Lavoreremo quindi per:
1. rivitalizzare e riqualificare aree abbandonate o svantaggiate.
2. prevenire una espansione urbana incontrollata, ottenendo densità urbane appropriate e dando
precedenza alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente.
3. assicurare una miscela di destinazioni d’uso, con un buon equilibrio di uffici, abitazioni e servizi,
1. dando priorità all’uso residenziale nei centri città.
4. garantire una adeguata tutela, restauro e uso/riuso del nostro patrimonio culturale urbano.
5. applicare i principi per una progettazione e una costruzione sostenibili, promovendo progetti
architettonici e tecnologie edilizie di alta qualità.”
La piattaforma rappresentata dai diversi punti suggerisce anche una possibile definizione generale di
“qualità urbana”, che non è standardizzabile né coincidente con le “forme” assunte dai diversi contesti
urbani. Grandi città, centri minori, cittadine di medie dimensioni, territori a insediamento sparso o aree
dense, possono egualmente presentare elementi ritenuti dalla maggioranza degli abitanti portatori di
qualità urbana, riferita tanto alla sfera antropica quanto a quella naturale, che insieme formano l’ambiente
urbano.
Assumendo tale approccio, alla definizione della “qualità urbana” concorrono:
- le prestazioni del sistema urbano e gli obiettivi, ritenuti soddisfacenti o desiderabili dai cittadini;
- gli indicatori di stato (ambientali, sanitari, sociali, culturali, economici, di sicurezza), riconosciuti
come idonei a misurare quali-quantitativamente le prestazioni del sistema urbano;
- l’accessibilità ai beni e ai servizi e la loro disponibilità per le generazioni future, quale esercizio
primario dei diritti di cittadinanza;
- gli elementi estetici e paesaggistici che rinviano a componenti identitarie e di appartenenza
presenti nella comunità urbana.
La compresenza di dati rilevabili e quantificabili secondo parametri scientificamente testati e di
componenti percettive e di senso, rafforza la necessità di innestare percorsi partecipati per tradurre in
progetti e azioni condivisi e per trasformare in norme di piano (Regolamenti attuativi e Regolamenti
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edilizi), gli obiettivi del 5° commitment di Aalbor g+10. Anche in relazione a queste indicazioni, appare utile
sviluppare una idonea strumentazione delle agende 21 locali, per il dialogo e la collaborazione con gli
strumenti propri della pianificazione urbanistica, sviluppando un approccio strategico comune.
Anche per l’Unione Europea assume un crescente impegno l’implementazione di politiche di sostenibilità
urbana attraverso politiche di integrazione, come indicato nella Decisone del 2001 del Parlamento e del
Consiglio relativa alla definizione di un quadro comunitario di cooperazione per l’Integrazione della
dimensione ambientale nell’ambiente urbano. Con la comunicazione: Verso una strategia tematica
sull’ambiente urbano (COM 2004/60), la Commissione della UE ha voluto impegnare il Parlamento, il
Consiglio, il Comitato Economico Sociale e il Comitato delle Regioni in un approfondimento delle azioni
nei paesi dell’Unione, eventualmente sostenute da specifici programmi di intervento anche finanziario, per
il complessivo miglioramento dell’ambiente urbano. Nella comunicazione viene fatto esplicito riferimento ai
problemi dello sviluppo insediativi, alle caratteristiche della pianificazione urbanistica e ai suoi obiettivi.
Criteri e strumenti generali
L’agenda 21 locale strategica dovrebbe contenere gli obiettivi generali relativi alla qualità sociale e
ambientale dello sviluppo di una comunità, quale elemento sostanziale di coesione sociale tra le
generazioni, tra i diversi gruppi sociali e tra le diverse specie naturali (biodiversità), declinati in una ottica
“glocale” di interdipendenza tra comunità, popoli ed ecosistemi ed inseriti nei processi più ampi di
rinnovamento della governance, sul piano metodologico e sostanziale.
L’agenda 21 locale strategica dovrebbe quindi indicare gli obiettivi, le azioni e gli strumenti da adottare nei
piani e nei programmi di trasformazione territoriale e urbanistica, più coerenti con le strategie scelte.
Criteri e strumenti generali sono:
- un apparato normativo regionale che favorisca l’integrazione tra attività di pianificazione
urbanistica, territoriale e ambientale, superando ovunque sia tecnicamente possibile, la
separazione settoriale che frammenta competenze, ambiti, soggetti. Sono in questo senso
coerenti le scelte compiute in alcune regioni per superare la vecchia strumentazione urbanistica
(PRG), articolando le previsioni di piano in due distinti documenti: il Piano Strutturale e il Piano
Operativo. Il Piano Strutturale dovrebbe contenere gli elementi strategici quindi le invarianti
ambientali e gli obiettivi di sostenibilità socio-economica. Tra i due si stanno sperimentando
strumenti normativi o informativo-cartografici intermedi, che puntano a dimensionare il rapporto tra
territorio e servizi (intesi in una accezione molto ampia) o a produrre flessibilità interpretative delle
norme di piano finalizzate alla qualità del progetto da valutare caso per caso;
- un adeguato apparato conoscitivo (SIT) che consenta di affrontare le attività di pianificazione,
integrando dati e informazioni sulle dinamiche socio-economiche con lo stato dell’ambiente
interessato, delle emergenze da tutelare e valorizzare, confrontando tendenze e scenari anche
sulla base di analisi diacroniche (scansioni temporali e storiche), supportando la partecipazione
dei cittadini con efficaci azioni informative;
- l’individuazione dell’area vasta, sovracomunale o infraregionale, di riferimento per la
pianificazione, necessaria a confrontare a tale scala gli effetti delle previsioni insediative e
infrastrutturali sulle matrici ambientali, il cui andamento travalica i confini amministrativi e le
competenze istituzionali7. Il principio generale dell’interdipendenza è infatti massimamente attivo
nelle aree tra loro contigue, sulle quali sono inevitabili gli effetti della sovrapposizione (eccesso di
carico) o della incoerenza delle previsioni insediative o di infrastrutturazione dei diversi territori
contermini. La pianificazione di area vasta, provinciale e regionale, in particolare attraverso il
PTCP dovrebbe affermare decisamente il primato del governo del territorio, rendendo pienamente
coerenti a questo obiettivo le singole previsioni urbanistiche comunali.
Le previsioni insediative (quantità, localizzazione) e le relative compatibilità socio-ambientali dovrebbero
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essere indicate in modo coincidente nel PTCP e nei Piani Strutturali dei comuni.
Le agende 21 locali strategiche dovrebbero quindi contemplare in via prioritaria tali aspetti e quindi
formarsi anche alla luce di un confronto tra comunità contermini, interessate da elementi di
interdipendenza sociale e ambientale, formulando obiettivi e strategie comuni all’area territoriale vasta,
oggetto di pianificazione integrata e condivisa (co-pianificazione);
- l’integrazione delle previsioni di piano urbanistico-territoriale e ambientale su scala comunale e
sovracomunale, alla luce di adeguate informazioni, dovrebbe realizzarsi anche attraverso
conferenze di pianificazione, supportate dai percorsi partecipativi di agenda 21 locale, inclusivi
delle specifiche attività di “urbanistica partecipata”;
- gli aspetti di qualità sociale dello sviluppo vanno integrati con quelli ambientali, adottando una
strumentazione specifica per programmare la dotazione di servizi (sanitari, sociali, culturali,
aggregativi, ecc.), in coerenza con le strategie di qualità dell’ambiente urbano (riduzione
dell’inquinamento, promozione della salute, organizzazione delle aree verdi, miglioramento della
sicurezza, dell’accessibilità e della vivibilità degli spazi pubblici), prevedendo anche in questo
caso un percorso partecipativo specifico nell’ambito dell’agenda 21 locale;
- il collegamento organico con agenda 21 strategica, dei percorsi partecipativi attivati su tematiche
specifiche (Piani della salute, Piani della sicurezza, Piani dei servizi, urbanistica partecipata, Piani
per la qualità urbana rivolta alle bambine e ai bambini…), per rendere davvero efficaci le
esperienze di innovazione della governance e non disperdere, polverizzandole, le istanze di
partecipazione dei cittadini, singoli e associati.
Le complesse relazioni che intercorrono tra regolazione dell’attività insediativa, definizione delle previsioni
di sviluppo urbanistico e le strategie di sviluppo sostenibile non sono comprimibili in una sola procedura e
in una unica strumentazione. Riportando ora tutti i processi all’interno dell’agenda 21
locale, si rischia di stravolgerne le finalità specifiche. Le agende 21 strategiche dovrebbero quindi
funzionare come “master-plan” delle azioni sui driver propri del processo pianificatorio, che si sviluppa in
progressione con tempi e soggetti diversi, su obiettivi generali condivisi. Su quelle basi gli strumenti di
piano, secondo le proprie specifiche regole, individuano le condizioni per realizzare gli obiettivi generali e
definiscono le implicazioni territoriali delle scelte di sviluppo socio-economico condivise e scelte. I progetti
e le azioni politico-istituzionali dovrebbero rafforzare le coerenze tra governo delle trasformazioni
territoriali e dinamiche socio-economiche verso la sostenibilità urbana. In questo processo ruolo
fondamentale riveste lo spazio pubblico, che interpreta e materializza parte di quei beni pubblici, non
negoziabili, che costituiscono valori essenziali per la coesione sociale, la vivibilità e il benessere dei
cittadini e ad un tempo valorizzano, anche in termini economici, i beni individuali privati.
Il confronto tra strategie, interessi, esigenze talvolta contrapposte, che si esprimono nelle scelte dei piani
urbanistici e il rapporto tra queste e gli obiettivi di sviluppo sostenibile non può che essere un luogo
pubblico e partecipato, nel quale le informazioni, gli interessi in gioco, gli obiettivi generali sono espressi in
modo trasparente e responsabile. Tale luogo non può coincidere con l’ambito in cui, almeno per ora, si
esprimono prevalentemente valori e sensibilità ambientali, ma deve consentire l’assunzione dell’insieme
delle problematiche dello sviluppo socio-economico. Anche in questo caso può essere utile una
strumentazione intermedia, che promuova la partecipazione sui molteplici punti di contatto tra Piano
urbanistico strutturale e agenda 21 strategica. Per questo occorre pensare ad un modello di forum o ad
una sua articolazione specifica idonea, in termini di rappresentanza e contesto culturale, istituzionale e
politico, ad individuare, interpretare e comporre, sui punti strategici, la molteplicità degli interessi in
campo. Per rendere efficace il dialogo, anche l’impianto culturale, le procedure e i contenuti delle Agende
21 e in particolare dei piani di azione dovrebbero essere sottoposti ad una puntuale e meditata revisione,
superandone, almeno sul piano concettuale, il carattere spesso marcato di somma di singole azioni. Il
forum è comunque il luogo primario del confronto sugli obiettivi, sulle caratteristiche e sulla
strumentazione del Piano Strutturale Comunale, ove presente e degli indirizzi di PRG ove ancora vigente
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tale strumento.
Criteri e strumenti specifici
Anche la pianificazione urbanistico - ambientale richiede una rinnovata strumentazione, circa la
formazione delle previsioni insediative (residenza, produzione, servizi, infrastrutture) e la loro
realizzazione, che concorra ad un miglioramento complessivo della qualità del progetto urbano, della
dotazione infrastrutturale e di servizio della città, della qualità edilizia, compresi gli aspetti estetici,
identitari (culturali) e di fruibilità dello spazio urbano.
Criteri e strumenti per tali obiettivi sono:
- la definizione del limite di carico dell’area interessata e delle matrici ambientali coinvolte,
comparata con le caratteristiche tipologiche e tecnologiche degli insediamenti, generalizzando il
metodo del bilancio ambientale dell’intervento (ecobilancio), che può anche contemplare quindi
un alleggerimento del carico presente. Il bilancio è formulato sulla base di una puntuale contabilità
ambientale e contempla: il capitale ambientale disponibile (bilancio consuntivo dello stato di fatto,
ovvero la somma algebrica dei valori ambientali e degli impatti, rilevando gli eventuali deficit
ambientali storicamente accumulati), il bilancio socio-ambientale del progetto, il bilancio
previsionale quale esito della sottrazione di naturalità o dell’alleggerimento degli impatti prodotti
dal progetto sul capitale ambientale esistente;
- valutazione di impatto ambientale e sociale dei piani e dei programmi (VAST) e la valutazione di
impatto ambientale dei singoli progetti (VIA), pubblici e privati, prevedendo l’obbligo del bilancio
ambientale dell’intervento anche per quelli di dimensioni contenute. Si tratta di mutuare a scala
locale, alleggerendone sostanzialmente tempi, procedure formali e obiettivi, la normativa
comunitaria e nazionale e di applicare quella regionale ove previsto, enfatizzando il carattere di
auditing ambientale e di test di sostenibilità del procedimento di valutazione, distinguendolo da
quello autorizzativo, che resta incardinato nella normativa urbanistica vigente nelle regioni.
Particolare attenzione va posta all’interazione tra fattori che determinano le criticità,
disaccoppiando carichi ed effetti;
- formulazione e adozione di una carta delle vocazioni storico-ambientali e del paesaggio, che a
integrazione dalla specifica strumentazione vincolistica o di tutela, assicurata da norme e da
soggetti da queste delegati, consenta all’istituzione pubblica titolare del procedimento
pianificatorio, di leggere e guidare parte delle strategie insediative sul piano delle identità
territoriali, della qualità del progetto di trasformazione e delle opportunità di valorizzazione socio-
economica del patrimonio storico-ambientale;
- adozione di indicatori specifici in grado di rendere misurabili gli obiettivi di qualità ambientale e
sociale dell’insediamento, traducibili in parametri (indici e standard) urbanistici. Tali parametri,
confrontati coi dati disponibili del quadro conoscitivo condiviso, costituiscono il riferimento per la
valutazione dei singoli interventi di trasformazione e dei piani.
Integrare obiettivi e strumenti
Il progetto urbanistico, sia che si tratti di un piano, di un intervento edilizio o infrastrutturale complesso è
frutto sempre di una idea di trasformazione, che può contenere obiettivi di miglioramento
dell’organizzazione urbana, della sua sostenibilità, o rispondere prevalentemente ad altre esigenze di tipo
economico e sociale. Le esigenze dell’intervento di trasformazione devono seguire regole dettate dalle
norme attuative dei piani urbanistici, che solitamente contengono una parte prescrittiva, rafforzata da un
sistema sanzionatorio e da una parte flessibile, lasciata alla discrezionalità del decisore e alla capacità
progettuale del proponente. Le regole della trasformazione possono quindi essere adeguate non più solo
all’obiettivo del controllo dell’espansione o al miglioramento delle dotazioni standard, ma essere formulate
in modo da consentire una nuova flessibilità nella valutazione del progetto, sulla base di nuovi parametri
di sostenibilità.
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Sono in questo modo rimessi in gioco e diversamente combinati tra loro i tre pilastri del progetto:
- gli aspetti economico-finanziari (rendita fondiaria e valorizzazione dell’investimento, su cui si
manifestano prevalenti interessi degli operatori; sostegno allo sviluppo e agli investimenti, oneri di
urbanizzazione e fiscalità locale - soprattutto ICI – su cui si manifestano i prevalenti interessi
pubblici);
- gli aspetti urbanistici (dotazione di servizi, mobilità, qualità del contesto, miglioramento
dell’organizzazione urbana, individuazione degli interessi condivisi tra pubblico e privato);
- gli aspetti ambientali ( suolo, biodiversità, aria, acqua, rifiuti, promozione della salute, su cui si
manifestano interessi controversi del pubblico e del privato).
Le più recenti esperienze di pianificazione urbanistica, in alcune aree in fase di consolidamento, hanno
adottato criteri di flessibilità del sistema regolatorio in direzione di due obiettivi: migliorare la qualità del
progetto di trasformazione, rendere più equa la ridistribuzione della rendita fondiaria tra le proprietà
interessate e tra queste e il soggetto pubblico.
Tale strumentazione risulta indispensabile alla luce delle limitazioni imposte al ricorso all’esproprio e per
affrontare con strumenti del tutto nuovi e più coerenti il governo di una nuova fase dello sviluppo urbano,
meno improntata all’espansione e più alla riqualificazione dell’esistente.
Gli obiettivi e gli indicatori propri della sostenibilità ambientale di un contesto urbano e territoriale, scelti
attraverso i percorsi di Agenda 21 locale, possono essere declinati nella strumentazione urbanistica di più
recente sperimentazione, adeguando le norme di attuazione dei piani e ovviamente implementando in
questi, sul piano dimensionale e qualitativo, i criteri base della sostenibilità:
- mantenimento e miglioramento della biopotenzialità;
- riduzione delle materie prime naturali avviate alla trasformazione ovvero mantenimento delle
caratteristiche naturali nei prodotti e nei cicli di produzione;
- riduzione del consumo di suolo e di risorse naturali non rinnovabili;
- recupero di suolo, di energia e di materia dagli attuali processi di utilizzazione;
- riduzione degli impatti e dei rischi connessi (sicurezza, salute pubblica);
- universalismo nell’accessibilità ai beni naturali e ambientali (urbani e territoriali).
Possono concorrere a formulare strategie condivise, l’applicazione di sistemi di co-pianificazione
realizzata sia nell’ambito delle relazioni interistituzionali: tra enti pubblici del medesimo livello e con
analoghe competenze (comuni confinanti) e tra enti pubblici di livello diverso con diverse competenze
(comune, provincia, regione, stato); sia nelle relazioni tra istituzione titolare della competenza urbanistica
specifica e altri enti pubblici titolari di competenze di pianificazione di settore; sia nel rapporto tra
pianificatore istituzionale, quale decisore ultimo, e soggetti privati (portatori di interessi specifici o
generali).
Anche i criteri di perequazione nell’individuazione dei diritti di trasformazione fondiaria, relativi a più
proprietà di una determinata area soggetta a valorizzazione immobiliare, possono essere finalizzati a
perseguire non solo maggiore equità economica tra i beneficiari, ma possono concorrere ad un maggiore
equilibrio ecologico nella scelta localizzativa degli insediamenti da realizzare nell’area di espansione (o
nella riqualificazione di un’area dismessa), in relazione alla permanenza o alla realizzazione di un
miglioramento ambientale, considerando tale obiettivo alla stregua di un miglioramento di viabilità, di
dotazione di servizi o altra azione di pubblico interesse.
Analogamente lo strumento della compensazione può essere utilizzato per governare previsioni di piano,
che hanno determinato legittimi diritti di trasformazione, orientando o modificando scelte localizzative
impattanti o semplicemente inidonee, ovvero compensando previsioni volumetriche eccessive o inattuali.
La compensazione può essere utile leva per migliorare la qualità del progetto, ovvero per intervenire,
mitigandole sul piano urbanistico e ambientale, sulle trasformazioni che insistono su aree sovraccariche,
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