La metacognizione come predittore di ruminazione rabbiosa e esperienza di rab...
Mindfulness e mindful eating – Congresso SITCC 2018
1. A L E S S I A M I N N I T I
P S Y C H O A R E A
S T U D I C O G N I T I V I N E T W O R K
MINDFULNESS E MINDFUL EATING
NELLA PREVENZIONE DEI DISTURBI
DELL’ALIMENTAZIONE E
DELL’OBESITÀ
2. Fattori di rischio nei DA: regolazione emotiva e
consapevolezza enterocettiva
Adattato da Wolever & Best
A Minniti, SITCC 2018, Verona
Gli individui con DA hanno deficit nell’autoregolazione delle emozioni: è
dimostrata l’associazione tra DA e alessitimia.
La scarsa consapevolezza enterocettiva è un tratto distintivo dei DA: i segnali
fisiologici delle emozioni vengono confusi con gli stimoli di regolazione
dell’appetito.
Tendenza a confondere sensazioni fisiche con emozioni: pienezza gastrica =
emozione in grado di cancellare il disagio emotivo precedente l’abbuffata.
I soggetti con DA hanno difficoltà a gestire e utilizzare le emozioni in modo
adattivo: il cibo può diventare un metodo per dissociarsi dall’esperienza
emotiva negativa, ritenuta intollerabile.
L’alimentazione emotiva può diventare uno stile evitante di coping dello stress.
Difficoltà a proiettare nel futuro le conseguenze del proprio comportamento e
preferenza per una soddisfazione immediata.
3. Fattori di rischio nei DA: perfezionismo, rimuginio e
distorsioni cognitive
I soggetti con DA hanno un pensiero caratterizzato da
estrema rigidità, perfezionismo e distorsioni cognitive
relative a peso e forme corporee.
Hanno una bassa autostima e tendono a mantenere
convinzioni disadattive di sè.
Presentano un’elevata tendenza al rimuginio.
Cercano di regolare il comportamento attraverso un rigido
orientamento alla restrizione.
A Minniti, SITCC 2018, Verona
4. Mindfulness e Mindful Eating
A Minniti, SITCC 2018, Verona
Mindfulness: “La capacità di prestare attenzione a qualcosa in un modo
particolare: intenzionalmente, nel momento presente, e in modo
non giudicante” (Jon Kabat-Zinn, 2003).
Mindful Eating: non esiste una definizione univoca ma secondo una
posizione comune in letteratura consiste nel fare scelte alimentari
consapevoli, sviluppando una consapevolezza della fame fisica vs quella
psicologica e dei segnali di sazietà, significa mangiare sano in risposta a
quei segnali. È concettualizzato come l’essere consapevoli del momento
presente mentre si sta mangiando, prestando molta attenzione
all’effetto del cibo sui sensi, e notando le sensazioni fisiche ed emotive
in risposta al cibo (Warren et al., 2017).
5. Mindful Eating è:
A Minniti, SITCC 2018, Verona
Diventare consapevoli della grande opportunità che
abbiamo di nutrirci bene quando prepariamo e
consumiamo il cibo rispettando la nostra saggezza interna.
Scegliere di mangiare un cibo che sia piacevole e allo stesso
tempo nutra il corpo usando tutti i sensi per esplorarlo e
assaporarlo.
Riconoscere le proprie risposte al cibo (piacevoli, spiacevoli
o neutre) senza giudizio.
Imparare a essere consapevoli degli stimoli fisici di fame e
sazietà e farsi guidare da questi nella decisione di iniziare e
concludere il pasto.
tratto da: the principles of mindful eating. Trad. italiana Alessia Minniti
The Center of Mindful Eating (www.tcme.org)
6. Efficacia degli interventi mindfulness-based nella cura dei
DA:
A Minniti, SITCC 2018, Verona
Negli ultimi anni sono state pubblicate alcune review e
metanalisi sull'efficacia degli interventi basati sulla
mindfulness e mindful eating nel ridurre il binge eating,
i disturbi alimentari, l’obesità e i comportamenti
disadattivi correlati all’obesità. I risultati sono più
evidenti nel binge eating, emotional eating ed exernal
eating, con effect size moderato, meno per il calo di peso
(Godfrey et al., 2015; Katterman et al., 2014; Godsey,
2013; Olson et al., 2015; O’Reilly et al., 2014).
La ricerca in questo campo è promettente ma ancora
giovane e alcuni studi hanno mostrato delle criticità
metodologiche.
7. Il potenziale ruolo degli approcci mindfulness-based nella
prevenzione dei DA:
A Minniti, SITCC 2018, Verona
Le pratiche di mindfulness applicate specificamente
all’alimentazione permettono agli individui di
differenziare i correlati fisiologici delle emozioni da
quelli di fame e sazietà, aspetti rilevanti nel processo di
cambiamento nei DA e nell’obesità, che sappiamo
essere molto spesso caratterizzati da una scarsa
consapevolezza enterocettiva. In questo senso possono
essere concepite anche come interventi efficaci in
ambito preventivo, per allenare quelle abilità
fondamentali nel prevenire veri e propri disturbi.
8. JM Warren, N Smith & M Ashwell
Nutrition Research Reviews (2017), 30, 272-283
Mindfulness e Mindful Eating sono risultate essere pratiche utili
per cambiare i comportamenti alimentari.
Gli effetti maggiormente promettenti si hanno per il binge
eating, ma anche l’emotional eating e l’external eating.
Gli studi sul craving per il cibo, gli atteggiamenti nei confronti
del cibo e l’insoddisfazione corporea sono ancora poco numerosi
per essere considerati delle forti evidenze a favore della
mindfulness.
In generale questi approcci risultano in un cambiamento positivo
delle abitudini alimentari e delle quantità di cibo consumate.
Incoraggiare un approccio consapevole all’alimentazione è un
messaggio positivo da includere nei suggerimenti per un sano
controllo del peso ricolti alla popolazione.
A Minniti, SITCC 2018, Verona
9. Potenziali meccanismi d’azione della mindfulness e
mindful eating
A Minniti, SITCC 2018, Verona
Warren e colleghi hanno individuato tre meccanismi potenziali alla base degli
effetti sul comportamento alimentare:
1. un aumento della consapevolezza, accompagnata da maggiore
responsività, degli stimoli fisiologici interni. Studi di neuroimaging e
classici confermano che le pratiche di mindful eating sono correlate a
maggiori capacità di percepire i segnali di fame e sazietà e a un maggiore
controllo sull’alimentazione.
1. una maggiore consapevolezza, e ridotta responsività, degli stimoli
emotivi interni. La mindfulness migliora la capacità di differenziare le
emozioni dagli stimolo di fame e sazietà e riduce gli episodi di fame
emotiva. Gli studi di neuroimaging, hanno ampiamente dimostrato il
coinvolgimento di molte aree cerebrali deputate alla regolazione emotiva.
1. una maggiore consapevolezza, e ridotta responsività, degli stimoli esterni
e ambientali. La pratica di mindfulness, e di mindful eating in
particolare, riducono l’impatto delle norme e stimoli esterni sul
comportamento alimentare e permetto agli individui di regolare il loro
introito alimentare.
10. Il programma i-EAT
connect with your body wisdom
A Minniti, SITCC 2018, Verona
iEAT permette di esplorare il rapporto con l’alimentazione ed il corpo
attraverso la modalità della consapevolezza. iEAT aiuta a sviluppare una
relazione salutare e gioiosa con il cibo, basata sull’ascolto dei segnali
interni del corpo, sull’uso dei cinque sensi, delle emozioni, dei pensieri e
sull’ utilizzo degli ingredienti essenziali della compassione e fiducia nel
corpo.
Oltre alle teorie sulla regolazione del peso corporeo, i meccanismi di
fame e sazietà e le conoscenze neuroscietifiche degli effetti della
mindfulness un contributo importante arriva anche dal lavoro di Paul
Gilbert e Kristin Neff sulla compassione, così come quello di Ken Goss
sulla compassione applicata alla sovralimentazione.
Infine, si fa riferimento al movimento “Health at Every Size’' per gli
spunti di riflessione sulle assunzioni scientifiche e culturali che
circondano il dibattito intorno alla magrezza o il peso del corpo.
12. Struttura del programma i-EAT
A Minniti, SITCC 2018, Verona
8 incontri settimanali di 2h
Gruppi aperti di sostegno dopo le 8 settimane
6-15 partecipanti
Temi:
Introduzione al ME
Comprendere il corpo
Comprendere la connessione emozioni-cibo
Sviluppare saggezza e fiducia del corpo
Il craving
Sviluppare auto-accettazione e auto-compassione
Essere a proprio agio con se stessi
Dare continuità agli apprendimenti
13. “Ho imparato ad aprirmi
maggiormente alle
sensazioni, al mio modo di
percepire le varie
situazioni della mia vita,
in cui entra in gioco il
mangiare, il desiderare.”
“Ciò che mi ha colpito è che
il cibo è un modo per
nutrirci ma anche per
provare piacere e non
sempre dobbiamo farlo per
come ci hanno educato ma
possiamo personalizzarlo.”
“… ho imparato a fare scelte più sane,
ma soprattutto più consapevoli e in
modo sereno, senza giudicarmi ma
imparando ad ascoltarmi.”
“Sto imparando a prendermi cura
di me, a focalizzarmi sul piacere del
cibo, assaporandolo lentamente.”
Le voci dei partecipanti