2. Ciao!
Mi chiamo Verdiana Amorosi e sono SEO Specialist
presso Pro Web Consulting.
Ho un passato da giornalista, ma lavoro nel mondo della
SEO da oltre 10 anni. Ho lavorato per alcune note
web agency romane, per gruppi editoriali, per e-
commerce e oggi seguo siti di vario tipo di medi e
grandi brand.
2
3. Questo è il mio libro
Questo è il mio libro dedicato alla SEO
un manuale operativo e pratico
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digitale/1655-seo-checklist.html
3
4. Cosa vedremo insieme
• Mini audit del sito Boots.com - gli
errori più comuni
• Siti multi lingua/multi country e
geolocalizzazione
• Utilizzo di JavaScript - Progressive
enhancement e graceful degradation
• Testi in pagina
• Alberatura e navigazione
• Link interni
• Contenuti duplicati
4
5. Mini audit di Boots.com
Tassonomia e nomenclatura
In questo sito colpisce la tassonomia e la
nomenclatura, in particolare quella relativa
a:
• «beauty & skincare» (macrocategoria)
• «skincare» (categoria)
• «all skincare» (sottocategoria)
• pagina singolo prodotto
La parola skincare è associata a tre
pagine differenti
5
6. Mini audit di Boots.com
Tassonomia e nomenclatura
L’utilizzo di un termine all’interno di più tab di
navigazione (in particolare nella categoria e nella
sottocategoria) rappresenta uno degli errori più
frequenti nell’ambito della SEO.
Rappresenta un problema di sovrapposizione
semantica tra due o più pagine differenti che
concorrono per la stessa keyword.
In questi casi, il motore di ricerca potrebbe
chiedersi: per questa parola chiave/tematica,
quale pagina devo restituire in SERP?
6
7. Mini audit di Boots.com
La navigazione in un sito
Oltre al problema della tassonomia e
nomenclatura, questo sito evidenzia una
serie di aspetti migliorabili anche nella
navigazione.
Sono previsti tre livelli di categoria (macro
categoria, categoria, sottocategoria) prima
di arrivare alla pagina del prodotto, che si
trova al 4° livello di profondità.
7
8. Mini audit di Boots.com
La navigazione in un sito
Per favorire la scansione di un sito da parte
del bot di Google, occorrerebbe prestare
attenzione al numero dei livelli di
profondità.
In linea generale, ci dovrebbero essere al
massimo due livelli di categoria (categoria
e sottocategoria) e un livello per i prodotti.
I prodotti dovrebbero trovarsi non oltre il 3°
livello di navigazione.
8
9. Mini audit di Boots.com
La navigazione in un sito
Più un sito aumenta i suoi livelli di
profondità (oltre il 3°) - rendendo così più
difficile il lavoro del bot e il
raggiungimento delle pagine di prodotto -
maggiori saranno le difficoltà di
scansione da parte del motore di ricerca.
Inoltre, una pagina molto lontana dalla
homepage sarà considerata dal bot molto
meno importante di una pagina più vicina
alla homepage.
9
10. Mini audit di Boots.com
Struttura degli URL
Altro aspetto riguarda la struttura dell’URL della
pagina di prodotto:
nell’indirizzo è presente tutto il path di navigazione:
macrocategoria, categoria, sottocategoria e
prodotto:
https://www.boots.com/beauty/luxury-beauty-
skincare/all-luxury-skincare/liz-earle-your-daily-
routine-introduction-kit-with-skin-
repair%E2%84%A2-rich-cream--10278921
Nel caso dell’esempio, l’URL è composto da un
totale di 164 caratteri.
10
11. Mini audit di Boots.com
Struttura degli URL
Un URL che supera i 100 caratteri
complessivi di lunghezza potrebbe avere
più difficoltà ad indicizzarsi rispetto ad
un URL più breve.
In ogni caso, un URL breve tende a
posizionarsi meglio in SERP.
Qui c’è anche un’altra criticità: se un
prodotto è disponibile in più categorie o
sottocategorie, si dovranno creare
necessariamente due o più URL differenti,
che poi andranno canonicalizzati.
.
11
12. Mini audit di Boots.com
Struttura degli URL
Per limitare gli inconvenienti, gli URL di prodotto sono stati
tutti canonicalizzati sui rispettivi URL senza path di
macrocategoria/sottocategoria/categoria.
SVANTAGGIO
Non c’è risparmio di crawl budget, perché il motore di
ricerca deve comunque andare su quelle pagine, analizzarle e
decidere – eventualmente – di non restituirle in SERP.
COSA OCCORRE FARE?
Creare URL più brevi
VANTAGGI
1) URL più facilmente indicizzabili
2) Possibilità di associare lo stesso URL a più categorie
.
12
13. Mini audit di Boots.com
Come strutturare degli URL?
In linea generale, per le schede di prodotto di un
e-commerce o per gli articoli di un sito
editoriale è preferibile creare degli URL che
contengano soltanto i riferimenti della pagina.
Esempi:
https://www.miosito.it/lumatek-alimentatore-
elettronico~p1234.html
https://www.miosito.it/weekend-festeggiare-40-
anni.html
.
13
14. Mini audit di Boots.com
Testi in pagina
Le criticità che abbiamo visto nella tassonomia e
nei nomi dei tab di navigazione si riflette anche
nei contenuti dei testi in pagina.
Il testo presente nella pagina di categoria principale
«Beauty & skincare» contiene la parola
«skincare», ma nello stesso testo è presente un
link – in corrispondenza dell’ancora skincare - che
conduce alla pagina della sottocategoria
«Skincare».
Anche i testi e i link interni contribuiscono ad
aumentare la confusione e a mettere in difficoltà il
motore di ricerca.
.
14
15. Mini audit di Boots.com
Evidenze in SERP
Questo comporta naturalmente un
problema di cannibalizzazione in SERP:
per due keyword molto simili tra loro si
posizionano due pagine diverse.
Essendo entrambe in prima pagina, al
momento non destano preoccupazione, ma
in futuro il motore di ricerca potrebbe
rivalutarle negativamente.
.
15
16. Mini audit di Boots.com
Come fare per risolvere?
Per evitare di creare pagine
semanticamente sovrapponibili, occorre
mappare tutto il sito, procedendo in due
fasi:
- suddividere tutto l’elenco delle parole
chiave in blocchi tematici (cluster
keyword);
- associare ciascun cluster all’URL di
pagina corrispondente.
.
16
17. Mini audit di Boots.com
Performance=velocità
Le performance - ovvero le prestazioni di
un sito con riferimento particolare alla
velocità – sono ancora oggi uno dei fattori
più importanti della SEO.
La velocità di caricamento di una pagina
fa la differenza tra un utente soddisfatto
che continua a navigare sul sito e un utente
insoddisfatto che abbandona il sito e va a
cercare altrove.
Questo aspetto è estremamente
importante per il ranking di un sito.
17
18. Mini audit di Boots.com
Cache del browser
Inserendo una data di scadenza (più lontana
possibile) per tutte le tipologie di risorse, il browser
salva nella cache una copia della pagina e
quando l'utente torna per una nuova visita, il
browser la fornisce direttamente (e in meno
tempo) senza doverla richiedere al server.
Riduce i tempi di caricamento della pagina per i
visitatori abituali.
È particolarmente efficace sui siti web in cui gli
utenti visitano regolarmente le stesse aree del sito
.
18
Un esempio di elenco delle risorse
ottimizzabili (Gtmetrix):
19. Mini audit di Boots.com
Scalare le immagini
Scalare le immagini è una delle operazioni di
ottimizzazione più importanti per quanto riguarda le
immagini.
Scalare l’immagine significa ridimensionare
l’immagine per fornirla esattamente nelle
dimensioni realmente necessarie.
Ad esempio, se devi mostrare una thumbmail
10x10, è inutile utilizzare un’immagine 600x600,
che verrà poi ridimensionata automaticamente.
.
19
Un esempio di elenco delle risorse
ottimizzabili (Gtmetrix):
20. Mini audit di Boots.com
Posticipare i JavaScript
Per ridurre i tempi di caricamento,
dove possibile, è opportuno
posticipare lo scaricamento di tutte
quelle risorse JavaScript non
essenziali (quelle che non servono per
ridisegnare la parte above the fold
della pagina) e scaricarli
successivamente, in modo da non
creare colli di bottiglia.
. 20
Un esempio di elenco delle risorse
ottimizzabili (PageSpeedGoogle):
21. Mini audit di Boots.com
Eliminare JS e CSS inutilizzati
Per alleggerire le pagine del sito - e quindi i
tempi di caricamento - è opportuno
eliminare tutti i JavaScript e CSS non
utilizzati.
Sfoltendo il codice si alleggeriscono le
pagine e si riduce la latenza.
Caso tipico dei template ad es
WordPress, inserire JS e CSS in tutte le
pagine, anche dove non servono.
.
21
Un esempio di elenco delle risorse
ottimizzabili (PageSpeedGoogle):
22. Mini audit di Boots.com
Come gestire i CSS nel sito
Per gestire correttamente i CSS ed evitare
che appesantiscano le pagine, occorre
ragionare per tipologie di pagina.
Bisogna prevedere:
-un file CSS di base comune a tutte le
pagine (presente ovunque),
-un file CSS solo nelle pagine di categoria
e sottocategoria
-un file CSS solo per le pagine prodotto,
ecc.
.
22
23. Mini audit di Boots.com
Ottimizzare le immagini
Ottimizzare le immagini significa
rimuovere tutti i dati non necessari e
ridurre così il peso delle risorse. In
particolare:
Ritagliare le singole immagini eliminando
- ove presenti - i bordi intorno alle
immagini e fornire eventuali bordi via
CSS.
Salvare il file nelle dimensioni dell'immagine
che verrà effettivamente mostrata all'utente.
.
23
24. Mini audit di Boots.com
Comprimere le immagini
Attivare la compressione (ad
esempio con il software Gzip)
consente di comprimere varie
risorse, in particolare le immagini
prima di inviarle al browser.
Questo permette di ridurre
drasticamente il numero di byte e,
quindi, i tempi di caricamento.
.
.
24
26. Altri errori comuni
Gestione versioni linguistiche e
geolocalizzazione
26
Ricerca in lingua inglese «shoes for sale
online», SERP UK dopo il click dalle SERP
risultato in italiano…
Versione del sito
in italiano senza
pulsanti/link per
cambiare lingua
27. Altri errori comuni
Gestione versioni linguistiche e
geolocalizzazione
Una delle prassi più frequenti nella
gestione di un sito multilingua (o di
una realtà internazionale su domini
differenti) è prevedere un
reindirizzamento automatico –
tramite un redirect 302 – sulla base
dell’IP dell’utente.
.
27
28. Gestione versioni linguistiche e geolocalizzazione
LATO SEO
Questa pratica è molto diffusa
ma sconsigliata lato SEO,
perché potrebbe impedire al
bot dei motori di ricerca di
consultare e scansionare
correttamente tutte le pagine
del sito.
28
LATO UTENTE
Inoltre, potrebbe essere
frustrante per l’utente: se un
turista americano digita nella
sua lingua da un hotel italiano, è
costretto a consultare una
versione del sito non aderente
alle sue aspettative.
29. Altri errori comuni
Pop-up per la scelta della lingua
29
Poiché abbiamo cliccato un
risultato restituito da Google.com,
a seguito di una ricerca
effettuata in lingua inglese da
un IP italiano, questa è una
soluzione accettabile: popup che
consente di scegliere la
lingua/Paese.
.
.
31. Raccomandazioni relative alla
geolocalizzazione
31
Questa la soluzione ideale per Google
Qui alcuni approfondimenti:
https://support.google.com/webmasters/ans
wer/182192?hl=it
https://webmasters.googleblog.com/2014/05
/creating-right-homepage-for-your.html
https://www.seroundtable.com/google-
geolocation-redirects-are-okay-26933.html
.
33. Come utilizzare JavaScript secondo
Google
33
Secondo le linee guida di Google,
JavaScript può essere utilizzato
sui siti a patto che i contenuti
testuali/descrittivi e i link di
navigazione siano visibili,
accessibili e consultabili sia con
JS attivo che con JS
disattivato.
.
.
JavaScript attivo
JavaScript NON attivo
35. 35
Con JavaScript disattivato i link ai
prodotti non sono più accessibili e
cliccando sul tab «make up» non si
riesce ad accedere ad alcuna pagina.
.
Come utilizzare JavaScript secondo
Google
36. 36
Questo non impedisce al bot di
scansionare, valutare e archiviare le
pagine, perché i link sono presenti nel
codice HTML della pagina.
Tuttavia Google tende a preferire i
siti che forniscono lo stesso
contenuto sia con JS attivo che
disattivato.
.
Come utilizzare JavaScript secondo
Google
38. Progressive Enhancement VS Graceful
Degradation
38
Il modello di sviluppo dei siti web
Progressive Enhancement prevede
una base di partenza uguale per
tutti, con l’obiettivo di offrire la
migliore esperienza possibile per
l’utente, indipendentemente dagli
strumenti a disposizione.
.
39. 39
Semplificazione del concetto di
«progressive enhancement»: tutti
gli utenti vedono la torta,
indipendentemente dal browser.
Gli utenti che dispongono di
strumenti più evoluti vedono
ulteriori dettagli e funzionalità.
.
Progressive Enhancement VS Graceful
Degradation
40. Progressive enhancement VS graceful degradation
La graceful degradation
La graceful degradation è, invece, il
modello di sviluppo
diametralmente opposto: si
concepisce un sito per coloro che
dispongono di strumenti di ultima
generazione e si prevede un
depauperamento dei contenuti e
dell’esperienza utente per coloro che
hanno strumenti più datati.
40
La scelta ideale per andare incontro
alle esigenze degli utenti e a quelle
del motore di ricerca (che a sua volta
opera per rendere il web
maggiormente fruibile e più
interessante per l’utente) è sposare la
causa del progressive
enhancement, più in linea con i
principi chiave che regolano il
comportamento del bot del motore
di ricerca.
41. Progressive enhancement VS graceful degradation
Ciò che è fondamentale – nel
momento in cui si accede ad un
sito - deve essere visibile a
tutti, mentre chi dispone di
mezzi superiori può vedere
alcune funzionalità in più, che –
tuttavia – non sono determinanti
per la qualità della navigazione e
per l’esperienza complessiva
dell’utente.
41
Questo significa che anche chi
dispone di hardware o software di
vecchia generazione può avere
facilmente accesso a tutti i
contenuti del sito.
Per coloro che, invece, dispongono
di strumenti più moderni e software
più avanzati sono previsti, a monte,
degli elementi aggiuntivi e di
arricchimento.
42. Soluzione di compromesso
Sebbene la soluzione ideale lato
SEO sia quella di fornire gli stessi
identici contenuti sia con
JavaScript attivo che con
JavaScript disattivato, proponiamo
di adottare una soluzione di
compromesso per rendere visibili
in pagina gli elementi essenziali
attualmente non visibili e non
utilizzabili con JavaScript disattivato.
42
Nello specifico, raccomandiamo di inserire
dei tag <noscript> per:
- creare un messaggio ad hoc per
l'utente che visualizza la pagina senza JS,
in cui si avverta che per visualizzare tutti i
contenuti è necessario aggiornare il
browser/attivare JavaScript;
- valorizzare i nomi dei prodotti e i
contenuti presenti in pagina
- valorizzare i link ai prodotti presenti in
pagina
- valorizzare le immagini dei prodotti in
pagina
44. Testi in pagina
Pagina di categoria: trucco occhi
44
Una delle pagine di categoria più
importanti (trucco occhi) è priva di
testo descrittivo.
Gli unici testi presenti sono i nomi
dei prodotti elencati nella pagina.
.
45. Testi in pagina
cosa succede quando non sono presenti
45
L’assenza di testo in pagina
impedisce al motore di ricerca di
capirne il contenuto e questo fa sì
che la pagina si posizioni
principalmente per keyword branded,
mentre le altre sono lontane dalla
prima pagina delle SERP.
.
46. Testi in pagina
cosa succede quando non sono presenti
46
Inoltre, le parole chiave commerciali
non branded che tendono a
posizionarsi fanno riferimento ai nomi
dei prodotti per i quali dovrebbero
posizionarsi le singole schede
prodotto e non il listing di categoria.
.
47. Testi in pagina
perché sono importanti
47
In sostanza, la presenza di testo
descrittivo in pagina è uno strumento
essenziale per poter far capire al
motore di ricerca l’argomento
trattato e rappresenta una vera e
propria opportunità.
.
49. Eccessiva profondità dei livelli di navigazione
Uno dei problemi più frequenti
sui siti di grandi dimensioni e dal
forte storico è la profondità dei
livelli di navigazione che
impediscono al bot e all’utente di
raggiungere facilmente
determinate pagine.
49
In linea generale, ogni pagina foglia
non dovrebbe mai trovarsi oltre il
3° click dalla homepage.
50. Livelli di navigazione
50
È il caso tipico degli e-commerce
molto articolati e popolati da
categorie e sottocategorie annidate
che impongono tanti click prima di
arrivare alla scheda prodotto.
.
51. Livelli di navigazione
51
In questi casi occorre:
- un’analisi del menu di navigazione
- della paginazione
- dei livelli di profondità
per individuarle le criticità.
.
52. Livelli di navigazione
52
Cosa fare in caso di un numero
eccessivo dei livelli di navigazione?
Valutare l’opportunità di creare
delle pagine tag “tematiche”
(hub semantici/raccoglitori
tematici) per sviluppare il sito non
solo in profondità, ma anche
orizzontalmente.
54. Linking interno
54
I link interni sono fondamentali per
tre motivi principali:
- consentono all’utente e al motore di
navigare un sito
- aiutano a definire la gerarchia tra
le sezioni di un sito
- trasmettono link juice (del valore)
da una pagina all’altra.
55. Gestire i link interni
La gestione del linking interno
è quindi un aspetto
estremamente importante per
l’ottimizzazione di un sito per i
motori di ricerca.
55
Tuttavia, generalmente vengono
messi in atto due comportamenti
diametralmente opposti:
- assenza totale di link interni
- presenza eccessiva di link interni
56. Gestire i link interni
La prima (assenza di link interni)
non sfrutta il linking interno
per valorizzare e spingere in
SERP le pagine
strategicamente importanti del
sito.
56
La seconda – eccessiva
presenza di link in una pagina -
genera una diluizione
esagerata del valore di ciascun
link.
57. Linking interno
57
La raccomandazione è di:
- inserire orientativamente 3-5 link
all’interno di ogni pagina;
- avere cura di puntare alle pagine
strategicamente importanti;
- evitare di utilizzare ancore simili
per linkare pagine differenti.
59. Contenuti duplicati
Perché oggi ci sono tanti
siti con pagine simili o
duplicate?
Fino a qualche anno fa molti
erano convinti che a un
numero elevato di pagine
corrispondesse maggiore
visibilità in SERP.
59
Il ragionamento seguiva questa
logica: più pagine ci sono sul
sito, più alte sono le possibilità
di visibilità e di posizionarsi in
SERP.
60.
61. E il crawl budget?
61
Il crawl budget è l’insieme del
tempo e delle risorse che il
motore di ricerca decide di
dedicare a ciascun sito ogni
volta che lo visita e la frequenza
con la quale decide di tornare a
scansionare le pagine.
62. Contenuti duplicati
Occorre ricordare che più
pagine inutili ci sono sul tuo
sito, maggiore è il crawl
budget che andrà sprecato,
con il rischio che Google – nel
tempo a disposizione per la
scansione del tuo sito - visiterà
pagine inutili, tralasciando
quelle di maggior qualità.
62
Ogni pagina presente sul sito,
quindi, deve avere un valore in
sé, la sua presenza deve essere
motivata, altrimenti (con molta
probabilità) è ritenuta inutile.
63. Cosa fare quando un sito ha
tante pagine simili?
63
Si interviene con una serie di attività di
pulizia e snellimento - che per semplificare
chiamiamo «potatura» - destinata ad
eliminare le pagine prive di valore (rami
secchi) e lasciare solo quelle
strategicamente importanti per il business
del sito (rami vigorosi).
Qui un mio webinar di approfondimento sulla
potatura:
https://www.youtube.com/watch?v=DTsVbwcz86M
&t=596s
64. Potare significa
64
- Lasciare le pagine davvero utili
per il motore e per gli utenti
- Avere una distribuzione migliore
della link juice, che - in questo modo
- non viene dispersa su pagine inutili
- Ottimizzare il crawl budget
65. Contenuti duplicati
Sebbene il termine “potatura”
suggerisca l’eliminazione
(ovvero la cancellazione di una o
più pagine di basso valore), in
realtà la strategia di potatura
prevede una valutazione
approfondita, che può portare a
soluzioni differenti.
65
- Revisione/aggiornamento e
integrazione del contenuto
- fusione di due o più contenuti
- eliminazione del contenuto
- valorizzazione-spostamento del
contenuto