2. «Se ognuno di noi fa qualcosa,
allora si può fare molto»
"Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono
essere un segno.
Non è qualcosa che può trasformare Brancaccio.
Questa è un'illusione che non possiamo permetterci.
É soltanto un segno per fornire altri modelli,
soprattutto ai giovani.
Lo facciamo per poter dire: dato che non c'è niente,
noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire
qualche cosa.
E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare
molto...”. (P. Pino Puglisi)
3. «3P» Padre Pino Puglisi
Così lo chiamavano i suoi parrocchiani. È stato ucciso dalla mafia una
sera di fine estate sotto il portone della sua casa. Era il giorno del suo
compleanno.
Vincenzo Cremone
4. Padre Pino Puglisi
martire
La sua attività pastorale ha
costituito il movente
dell'omicidio.
Per questo già subito dopo il
delitto numerose voci si
sono levate per chiedere il
riconoscimento del martirio.
Anche perché si è voluto
sottolineare che chi
appartiene alla mafia non
può essere considerato
cristiano.
Vincenzo Cremone
5. LA VITA
Don Pino Puglisi nasce nella borgata
palermitana di Brancaccio il 15 settembre
1937, figlio di un calzolaio, Carmelo, e di una
sarta, Giuseppa Fana.
Le inclinazioni della famiglia, umile e religiosa,
alimentano nel giovane Pino un'ansia di
servizio a Dio, un bisogno di rispondere “sì” alla
Sua chiamata. Infatti, a 16 anni entra in
seminario e il 2 luglio 1960 viene ordinato
sacerdote. “O Signore, che io sia strumento
valido nelle tue mani per la salvezza del
mondo” si legge nell'immaginetta ricordo
dell’ordinazione.
Vincenzo Cremone
6. Sin dai primi anni di sacerdozio segue in particolare
modo i giovani e si interessa delle problematiche
sociali dei quartieri più emarginati della città.
Ma l'esperienza più significativa della vita
sacerdotale P. Puglisi la vive a Godrano, paesino di
faide mafiose a due passi da Palermo. Per quasi 10
anni, dal 1970 al 1978, 3P parla di perdono e di
Padre Nostro riuscendo a riconciliare le famiglie
dilaniate dalla violenza con la forza del perdono. Lì,
insieme al movimento Presenza del Vangelo,
costruisce le condizioni per la conversione di un
paese che aveva tanta voglia di Dio e di pace.
Vincenzo Cremone
7. Il 24 novembre del 1979 è scelto dall'arcivescovo Salvatore
Pappalardo come direttore del Centro diocesano vocazioni e
nel 1986 è direttore del Centro regionale vocazioni e membro
del Consiglio nazionale. Ai giovani del Centro diocesano
vocazioni ha dedicato con passione lunghi anni realizzando,
attraverso una serie di "campi scuola", un percorso formativo
esemplare dal punto di vista pedagogico e cristiano. Così, tra le
centinaia di giovani che inizia a seguire diventa lievito di Cristo,
suo strumento di dialogo e di promozione vocazionale. Il suo
slogan preferito era: “Sì, ma verso dove?”. Verso il mondo,
verso i poveri, verso il servizio alla Chiesa sofferente sembra
rispondere 3P a quei giovani che lo hanno incontrato.
Vincenzo Cremone
8. Vincenzo Cremone
Così, nel 1990, 3P è
abbastanza forte e
maturo per affrontare
Brancaccio.
Il 29 settembre viene
nominato parroco a San
Gaetano, la parrocchia
di quel quartiere.
Qui il nostro P. Puglisi riesce a seminare il
chicco di frumento anche se la mafia ne
impedisce l’irrigazione.
9. Vincenzo Cremone
P. Puglisi non faceva antimafia urlata ma produceva
cultura antimafiosa. Cominciando dai più piccoli, con i
quali aveva un rapporto straordinario. Per essi
organizzò doposcuola e vari momenti di catechesi.
Cercando di far capire l’amore per il prossimo fin dalla
più tenera età.
10. Vincenzo Cremone
Cercò di instaurare un rapporto
anche con le famiglie de picciriddi.
Lo fece alla sua maniera, con
dolcezza e disponibilità.
Era il simbolo della carità
cristiana che ti viene incontro,
che ti salva, che ti porge una
mano. Sempre pronto ad
ascoltarti.
12. Vincenzo Cremone
“Quella mafiosa è un cultura e una mentalità
antievangelica e anticristiana. È necessario
contestare e scardinare questa mentalità,
sostituirla con una mentalità e un
comportamento autenticamente cristiano ed
evangelico. Questo cammino vogliamo farlo con
le parole del Padre nostro”. (P. Pino Puglisi)
13. Vincenzo Cremone
Il 29 gennaio 1993 inaugura il centro "Padre
Nostro", che diventa il punto di riferimento per i
giovani e le famiglie del quartiere.
Collabora con i laici della zona dell'Associazione
Intercondominiale per rivendicare i diritti civili
della borgata, denunciando collusioni e malaffari
e subendo minacce e intimidazioni.
14. Vincenzo Cremone
A causa della sua azione pastorale
che toglieva i ragazzi dalla strada, i
mafiosi di Brancaccio cominciarono a
minacciarlo fino a passare ai
maltrattamenti.
Durante una predica così si rivolse agli uomini
d’onore: “Venite in chiesa, alla luce del sole,
discutiamone. Riflettiamo insieme sulla violenza
che sa generare altra violenza. Vorrei conoscervi e
conoscere i motivi che vi spingono a ostacolare chi
tenta di educare i vostri figli alla legalità, al rispetto
reciproco, ai valori dell’amore e della cultura”.
15. Vincenzo Cremone
P. Puglisi era un prete mite che aveva
il “vizio” di credere nella dirompente
forza innovatrice del Vangelo. Quei
suoi occhi sempre sorridenti lo
dimostrano.
16. Vincenzo Cremone
15 settembre 1993
A chi era venuto per ucciderlo lo guardò negli
occhi, gli sorrise e disse:
“Me lo aspettavo”