2. Eleonora Bompieri
Sapienza Universita’ di Roma | Facolta’ di Architettura
Corso di Laurea Triennale in Disegno Industriale a.a. 2013 / 2014
Laboratorio di Sintesi Finale per la sperimentazione
3. “Per portare i miei modelli, una donna non ha
bisogno di essere perfetta, nè tantomeno
bella: sarà il vestito a farla tale.”
La Maison Balenciaga fu fondata a San
Sebastián, in Spagna nel 1919 da Cristóbal
Balenciaga.
Cristobal Balenciaga Eisaguirre nasce nel
1895 in Guetaria, Spagna. E’ il creatore di
uno degli stili più incisori del ventesimo
secolo, tanto da essere descritto come un
profeta della moda contemporanea: il suo
modo di interpretare le forme femminili, di
creare volumi a partire da esse.
Dopo aver appreso l’arte sartoriale a San
Sabastiàn e Madrid, aprì il suo primo salone
couture nel 1915, a soli vent’anni, chiamandolo
col nome di sua madre, Eisa.
Negli stessi anni, visitò frequentemente
Parigi per studiare nuovi stili e prender
notorietà nel contesto parigino, in pieno
clima d’avanguardia. Lasciò la Spagna solo allo
scoppiare della guerra civile, trasferendosi
nella capitale francese dove aprì, nel 1937,
la sua maison haute couture, Da qui, iniziò il
suo lungo percorso di definizione di stile che
gli regalò trenta gloriosi anni di successo.
4. Quando nel 1938 la Duchessa di Westminster gli ordinò un
abito rosa in jersey, la sua fama raggiunse il successo, tanto
da avere ordini dall’oltreoceano.
Nel 1947 Balenciaga lanciò i suoi modelli celebri per
l’innovativo stile “barrel”:
egli creò uno nuovo segno
nell’abbigliamento, dalla linea stretta e dritta, che
influenzò intere generazioni di designer.
Balenciaga odiava la stampa del settore, affamata di
pubblicità e continue, così dal 1957 vietò l’ingresso alle
sue collezioni a tutti i giornalisti. Lo stilista odiava l’idea
di dover soddisfare la voracità dei media, sempre in cerca
e pretesa di di nuove tendenze in ogni collezione. La sua
aspirazione era differente: affinare lo stile fino ad arrivare
ad un livello di eccellenza superiore.
He trained Givenchy, Courreges, Ungaro and others and they
even now, regard him as their mentor.
5. Egli fece da maestro a Givenchy, Courreges, Ungaro e molti
altri che continuarono a vedere in lui un vero mentore di stile.
Nel 1957 inventò la linea trapezoidale negli abiti.
Il 1958 fu l’anno in cui introdusse la linea impero e il famoso
vestito “a sbuffo”. Non meno importante fu il design del
cappello “pillbox”.
Negli anni Sessanta perse la sua popolarità con il diffondersi
del pret-a-porter, promosso da molti designer del tempo ma
completamente opposto alla sua filosofia della moda.
“La moda non sarà più la stessa”, diceva. Nel 1968 decise di
ritirarsi, con gran sorpresa di tutti. La sua unica e ultima
creazione fu l’abito da sposa della Duqesa de Cadiz nel 1972.
Dopo trent’anni di lavoro a Parigi, decise di chiudere, una per
una, anche le altre boutique, a Barcellona e Madrid. Morì nello
stesso anno a Valencia.
Solo verso la metà degli anni Novanta, l’etichetta fu rilanciata
nel settore, come pietra miliare nonchè potenziale marchio per
continuare a dettare le sorti della moda.
6. Balenciaga fu sempre stimato dagli altri designer del settore.
Fu soprannominato “il maestro” in quanto creò alcuni degli stili
più incisivi del ventesimo secolo. Il suo design era ammirato
perchè sofisticato, senza tempo nello stile e nel taglio.
I lavori firmati Balenciaga erano austeri ma stravaganti,
focalizzati sulle proporzioni e modellati affinchè il taglio
dell’abito seguisse le linee del corpo, lasciando sempre una
totale liberta di movimento. La fusione tra corpo femminile,
tessuto e taglio era assoluta.
I suoi vestiti da giorno, le suit, nonchè i cappelli, erano semplici,
pratici ma innegabilmente eleganti. L’abbigliamneto da sera
dava spazio a alla fivolezza, usando stoffe elaborate, piume e
gonne pompose e con drappeggi.
Molti dei suoi lavori erano sipirati ai tipici abbigliamenti locali
spagnoli, oltre che influenzati dalle pitture dei vecchi maestri
spagnoli (Goya, Velasquez...).
7. Lo stilista fu sempre ossessionato dalle maniche.
Balenciaga le tagliò con estrema precisione, quasi matematicamente,
e non permise mai che maniche imperfette, dell’etichetta e degli
stessi visitatori, lasciassero la sua boutique.
Secondo lo stilista, la mancia perfetta deve essere una scultura
vivente, bella da guardare, un discreto gioco di volumi che incarnasse
il totale comfort.
Riguardo i colori, il nero fu dominante (il nero di Spagna, in
particolare), così profondo nel tono da far schiarire qualsiasi altra
tipologia dello stesso colore. Egli usò tutte le sfumature del marrone,
dal cioccolato al nocciola, con acquamarina quasi cristallino, rosa
pallidi o accesi, blu “pavone”, arancio melone e verdi chiarissimi.
Raramente usò tessuti stampati, preferendo ricamati e lustrini. Era però molto
attento alle nuove fibre sintetiche, usate spesso in accordo coi materiali naturali.
8. Oggi, Balenciaga è di
proprietà
del
gruppo
Gucci, e distribuito nelle
migliori
boutique
del
mondo.
Oltre
alle
classiche
collezioni
per
signore,
il
marchio
Balenciaga
è
famoso
attualmente
soprattutto
per
le
creazioni sperimentali e
fantasiose.
Continuando
sulle
linneguida
del
suo
fondatore,
Balenciaga
procede
su
uno
stile
dal taglio netto, dai
volumi
ben
definiti,
seppur
confrontandosi
con
sperimentazioni
su materiali e texture.
Il Balenciaga non ha
paura
di
confrontarsi
con
le
fantasie,
ma
l’accostamento a colori
intesi e monoblocco è quasi
un must della Maison.
9. Oggi, Balenciaga è di proprietà del gruppo Gucci,
e distribuito nelle migliori boutique del mondo.
Oltre alle classiche collezioni per signore,
il marchio Balenciaga è famoso attualmente
soprattutto per le creazioni sperimentali e
fantasiose.
Continuando sulle linneguida del suo fondatore,
Balenciaga procede su uno stile dal taglio netto,
dai volumi ben definiti, seppur confrontandosi
con sperimentazioni su materiali e texture. Il
Balenciaga non ha paura di confrontarsi con
le fantasie, ma l’accostamento a colori intesi e
monoblocco è quasi un must della Maison.
Dopo quindici anni di guida sotto Nicolas
Ghesquière, nel 2012 il ruolo di creative director
passa ad Alexander Wang, dalle linee pulite e
con silhouette rifini e classiche che non mancano
di un provocativo carattere di urban street style.