2. Struttura
L’ampia diffusione dei social network sta sollevando nuovi interrogativi
anche sul versante educativo, dato che il loro impiego ha un impatto
sulla vita socio-relazionale delle persone e sulle modalità di fruizione e
produzione della conoscenza. Il problema può essere affrontato
distinguendo tre dimensioni rilevanti:
1.Educare ai social network: in questo caso, l’attenzione è posta sui
social network come oggetto d’apprendimento nell’ottica di
promuovere nel soggetto capacità critiche di uso consapevole e
creativo.
2.Apprendere con i social network: in questo caso, l’interesse cade
sull’individuazione delle potenzialità dei social network per
l’apprendimento, tenendo conto da un lato delle loro peculiari
caratteristiche e dall’altro delle coordinate teorico-pedagogiche utili
per identificarle.
3.Formarsi con i social network: ci riferiamo a quelle forme di
apprendimento informale che possono generarsi dall’esperienza
stessa dei social network e, in particolare, ai potenziali benefici legati
all’appartenenza a gruppi informali d’interesse, specie nel campo dello
sviluppo professionale e del lifelong learning.
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3. Contenuti
Prefazione*
Introduzione
Social network: origini e definizioni
Educare all’uso consapevole dei social network
Insegnare e apprendere con i social network
Formarsi nei social network: comunità informali e
gruppi professionali
Conclusioni
APPENDICE 1 Schede di buone pratiche**
APPENDICE 2 Schede tecniche***
Glossario
* A cura di Guglielmo Trentin.
**Contributi di Manuela Delfino, Lorenzo Denicolai, Mauro Coccoli e Emanuela Cotroneo, Santi
Scimeca
** *A cura di Luca Caviglione. Contributi su «Geolocalizzazione e servizi basati sulla posizione
geografica», «Aspetti di sicurezza nei siti di social network» e «Suggerimenti pratico-operativi per
allestire attività formative nei social network»
3
5. Reti sociali e siti di social network
RETE SOCIALE:
una struttura composta da un qualsiasi gruppo di attori (siano essi
individui o gruppi) connessi tra loro da diversi legami sociali. Si
tratta, quindi, innanzitutto di una rete fisica che può riferirsi a una
comunità lavorativa, culturale, sportiva, religiosa, ecc. Una rete è
costituita da una serie di nodi (gli individui) e di legami (le relazioni
tra gli individui), la cui configurazione interna caratterizza la
struttura di ogni specifica rete.
5
SITI DI SOCIAL NETWORK(ING):
«servizi Web che consentono alle persone di (1) costruire un profilo
pubblico o semi-pubblico all’interno di un sistema definito, di (2)
articolare una lista di altri utenti con cui instaurare delle
connessioni, e di (3) visualizzare e navigare la lista di connessioni di
questi utenti e quelle di altri all’interno del sistema» (boyd & Ellison,
2007: 211). Esempi più noti sono Facebook, Twitter, LinkedIn,
Google Plus, ecc.
6. Tipologie di legami
FORTI:
i legami di sangue e i vincoli di parentela, le relazioni amicali e di luogo quali il
vicinato. Si tratta di rapporti reciproci che tendono a rendere le persone simili
tra loro e che creano dei vincoli stabili o permanenti.
DEBOLI:
quelli riferibili agli incontri occasionali o strumentali mediante i quali le
persone si raccordano sulla base di una serie di principi comuni. A differenza
dei legami forti, quelli deboli poggiano sulla natura transitoria ed
emotivamente lasca della relazione, oltre che sul loro carattere di
impermanenza.
LATENTI:
connessioni (deboli) tecnicamente possibili ma non ancora attivate
socialmente. I legami latenti che sono stati attivati diventano legami deboli
che confluiscono all’interno del capitale sociale di tipo bridging, quello che
consente il rinnovamento all’interno della rete sociale grazie al contributo di
nuove immissioni.
6
7. I social network e il capitale sociale
CAPITALE SOCIALE:
l’«insieme delle risorse attuali o future collegate al possesso di una rete durevole di
relazioni di conoscenza o riconoscimento reciproco più o meno istituzionalizzate»
(Bourdieu, 1986: 248). Il capitale sociale svolge un ruolo molto importante all’interno
delle comunità umane dal momento che ne facilita il coordinamento e la
cooperazione per mutui benefici, che vanno dallo scambio di risorse e di informazioni
utili alle relazioni personali, alla capacità di creare e gestire i gruppi.
CAPITALE SOCIALE di tipo BONDING:
struttura di rete composta principalmente da legami forti e stabili che si riferisce
soprattutto al supporto emotivo e ai benefici che solitamente le persone traggono
dalle relazioni intime
CAPITALE SOCIALE di tipo BRIDGING:
presenza prevalente di legami deboli e occasionali, si basa sullo scambio di
informazioni utili
CAPITALE SOCIALE di tipo MAINTAINED:
rete di legami che si mantiene nel tempo (Ellison et al, 2007)
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9. Social network chiusi e aperti
SOCIAL NETWORK CHIUSI:
Ambienti studiati specificamente per obiettivi didattici che consentono
l’accesso solo a chi è utente registrato per quel determinato ambiente.
Esempi noti sono Elgg, Ning, Edmodo, Schoology, ecc.
Oltre a mettere a disposizione una serie di strumenti pensati appositamente
per la didattica, offrono il vantaggio di offrire un ambiente protetto,
riproducendo in qualche misura i confini e le caratteristiche della classe o di
un ambiente di apprendimento circoscritto e delimitato.
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SOCIAL NETWORK APERTI:
Social network nati con finalità di socializzazione, quali Facebook e Twitter,
che consentono l’iscrizione a qualunque utente.
Il loro valore aggiunto è quello di mescolare i diversi piani
dell’apprendimento – sia esso di tipo formale, informale o non formale –
con la dimensione sociale e ludica della quotidianità, con molteplici vantaggi
per quanti vi sono coinvolti. Allo stesso tempo, questa ibridazione di
contesti, di ruoli e di obiettivi pone una serie di sfide e di criticità di cui
occorre essere consapevoli.
11. Social network tra vecchi meccanismi
e nuove sfide
La diffusione dei social network ha rinvigorito il dibattito su alcuni
aspetti chiave che caratterizzano il nostro essere e interagire nei
social network, generando nuove sfide per chi si occupa di media ed
educazione.
Come gestire la propria identità nei social network?
In che modo coniugare le esigenze di visibilità, che in alcuni casi –
si pensi, ad esempio, ai social network professionali – possono
essere di rilevante importanza, con il bisogno di tutelare la privacy e
la sicurezza?
Fino a che punto possiamo fidarci dell’autenticità delle
informazioni che gli utenti condividono online? Vi sono indizi che
possono corroborare le nostre credenze e la nostra fiducia negli
altri?
Come si riconfigurano le relazioni e gli affetti in ambienti
saldamente ancorati all’idea di “essere sempre connessi”?
11
12. Social network tra vecchi meccanismi
e nuove sfide tra esplorazione di sé e esibizione narcisistica e
IDENTITA’. Il gioco dell’identità
12
frammentata. «Un avatar, spiega [Audrey, ndr], “è un profilo di Facebook che
prende vita”. […] L’importante è offrire “una esibizione di te stesso”» (Turkle,
2012, p. 242)
PARTECIPAZIONE E e-ENGAGEMENT. I social network possono offrire ai giovani
l’opportunità di fare esperienza di ruoli partecipativi con implicazioni positive
sullo sviluppo delle loro capacità critico-argomentative e dialogiche.
PRIVACY. Il paradosso della privacy nei social network: da un lato, le persone
manifestano preoccupazioni sulla protezione dei propri dati, dall’altra, rivelano
informazioni personali dettagliate nel loro profilo.
CREDIBILITA’. «La formazione della fiducia online è un processo difficile, ma una
volta che si è stabilita essa aiuta a mitigare le percezioni di rischio, incertezza e
vulnerabilità che sono associate alla rivelazione di informazioni personali e
identificative» (Mesh, 2012, p. 1471).
EMOZIONI. L’ambivalenza di certe pratiche segnala la complessità. Ad es. se, da
un lato, la pratica del defriending suggerisce l’esistenza di una dimensione
riflessiva nella gestione delle relazioni nei social network, dall’altro, è indicativa
anche di pratiche semplicistiche di gestione degli affetti (= analfabetismo
affettivo).
13. Social network: quali skills?
• Decodificare e valutare l’affidabilità
delle informazioni condivise nei social
network e la credibilità delle fonti
• Creare contenuti attraverso il remix
•Comprensione della grammatica
del dispositivo
•Capacità di valutarne il potenziale
per la soluzione di problemi vicini
alla vita reale
•Tutelare la propria privacy,
tenendo conto della dinamicità di
questo concetto
• Comportarsi in modo adeguato e
nel rispetto degli altri
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•Lavorare in modo
collaborativo attraverso gli
strumenti di social networking
•Partecipare attivamente a reti
di interesse
14. Formare le social network skills
DIMENSIONE TECNOLOGICA
Un primo nucleo di attività ruota intorno allo sviluppo di consapevolezza
sulle pratiche tecnologiche personali e di capacità di problem solving
tecnologico. La familiarità con i dispositivi può indurre ad automatismi dalle
conseguenze incerte e non sempre desiderabili. Accanto a ciò, è importante
anche far riflettere gli studenti sul potenziale dei social network come
strumenti che possono aiutarci nella soluzione di problemi della vita
quotidiana. Esempi: diario degli usi, esplorazioni semiguidate, problem
solving tecnologico
DIMENSIONE COGNITIVA
Un secondo nucleo di attività riguarda lo sviluppo di capacità di ricerca e uso
critico delle informazioni e di produzione di contenuti. In ambienti come
Facebook o LinkedIn, vengono condivise ingenti quantità di informazioni:
offerte di lavoro, segnalazioni di articoli, etc. Chi garantisce la loro
autenticità? Bisogna imparare a riconoscere gli indizi e a fare inferenze
corrette. Al tempo stesso, i social network non sono solo ambienti di
fruizione, ma anche di condivisione di informazioni o contenuti prodotti da
noi. Esempi: Information problem solving, produzione e
14
condivisione di contenuti
15. Formare le social network skills
DIMENSIONE ETICA
Un terzo nucleo di attività mira allo sviluppo della capacità di gestire in
modo sicuro i propri dati personali e di utilizzare i social network per scopi
eticamente accettabili. Per lavorare su queste dimensioni, il ricorso a
tecniche simulative come il gioco di ruolo risulta particolarmente
interessante poiché consente di fare esperienze in una situazione protetta.
Esempi: gioco di ruolo, simulazione, gioco di gruppo
DIMENSIONE SOCIALE
un quarto nucleo di attività punta allo sviluppo di capacità sociocomunicative e partecipative in senso stretto. Tipicamente, la discussione, il
lavoro in piccoli gruppi, la partecipazione a reti, consentono di concentrarsi
su queste dimensioni e di maturare una consapevolezza dei doveri che
abbiamo nei riguardi di coloro con i quali comunichiamo.
Esempi: definizione di una socioquette, lavoro collaborativo,
partecipazione a reti
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17. Le affordance pedagogiche dei social network tra
apprendimento formale e edutainment
Socializzazione, comunicazione e costruzione
della comunità
Apprendimento sociale e attività collaborative
Condivisione di risorse e di materiali originali
Ampliamento dei contesti di apprendimento
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18. Le principali criticità dei SN aperti
(Facebook)
Digital divide e tasso di adozione incompleto da parte di docenti e studenti
Mancanza di funzionalità specifiche per l’apprendimento formale
Mancanza di tempo e ulteriore carico di lavoro per i docenti e studenti
Erosione dei ruoli docente/studente e ridefinizione delle identità
professionali
Essere o non essere amici su Facebook?
Facebook come attività volontaria?
Potere distraente e incidenza sul rendimento scolastico/accademico
Perdita del calore dei contatti reali
Mancanza di strategie di valutazione adeguate
Incertezza legata all’identificazione
Carenza di buone pratiche
Questioni relative alla privacy e sicurezza online
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19. Alcune linee guida 1/2
Dimensione socio-tecnica
–Garantire che tutti gli studenti siano registrati su FB
–Promuovere negli insegnanti e negli studenti lo sviluppo di abilità tecniche e sociali
per partecipare nei SN – social networking skills
Dimensione amministrativa e gestionale
–Supportare gli insegnanti sia negli aspetti tecnici che pedagogici attraverso la
formazione e la condivisione di buone pratiche
–Utilizzare i SN come uno strumento opzionale dentro e fuori la classe
Dimensione istituzionale
–Definire a livello istituzionale un regolamento sull’uso dei SN in ambito educativo
tenendo conto dei problemi relativi alla privacy e alla sicurezza, e del supporto per
insegnanti e studenti
–Negoziare una visione comune sulla relazione insegnanti-studenti
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20. Alcune linee guida 2/2
Dimensione pedagogica
–Utilizzare i SN come strumenti per supportare e facilitare la discussione e la
collaborazione a scopo educativo
–Promuovere lo sviluppo di capacità metacognitive e autoregolative per gestire il
rischio della distrazione
–Valutare le riflessioni degli studenti sul proprio apprendimento nei SN sotto forma di
valutazione formativa
–Sviluppare strategie di valutazione che includano la partecipazione alle attività in
Facebook attraverso dispositivi come rubriche, portfolio e riflessioni
–Essere consapevoli delle pedagogie implicite che informano il modo in cui le attività
di apprendimento e i ruoli sono concepiti
Dimensione etica
–Promuovere negli studenti la consapevolezza sui problemi inerenti la privacy e la
sicurezza
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21. In sintesi…
1) Cauto ottimismo…
2) Attenzione alle PEDAGOGIE IMPLICITE!!!
3) Importanza delle SOCIAL NETWORKING
SKILLS
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23. Verso il ‘professional facebooking’ e altro
Benché social network come Facebook siano nati principalmente
per scopi di socializzazione, stiamo assistendo a una sorta di
transizione da un uso meramente ricreativo di simili ambienti a un
impiego di tipo professionale.
Del resto, gli adulti sono sempre più presenti nei social network e a
questo fenomeno sembra accompagnarsi l’emergere di nuove
pratiche d’uso di questi dispositivi, legate alle esigenze della
professione.
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24. Insegnanti nei SN. Benefici e criticità
Vantaggi
• Costruzione e negoziazione
dell’identità professionale
• Condivisione delle pratiche e delle
esperienze didattiche, confronto
metodologico e sulle pedagogie
implicite
• Mentoring continuo per i docenti
novizi e confronto con risorse esterne
per supporto tra pari
• Supporto emotivo e sociorelazionale rispetto alle
problematiche relative al vissuto
professionale
• Contaminazione tra reale e virtuale
come fattore di innesco per nuove
iniziative
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Svantaggi
• Erosione dei confini tra identità
personale e professionale, con
conseguente difficoltà di gestione
delle identità
• Possibile controllo da parte dei
superiori di quanto viene reso
pubblico nel social network con
conseguenze imprevedibili sul piano
amministrativo
• Livelli relativamente bassi di
adozione di tecnologie come i social
network
• Livelli bassi di capacità d’uso dei
social network
25. Medici nei SN. Benefici e criticità
Vantaggi
• Espressione e negoziazione
dell’identità professionale
• Condivisione delle informazioni
Problem solving in ambiente
d’apprendimento “allargato”
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Svantaggi
• Rischi per la reputazione e
l’immagine professionale
• Rischi per la privacy propria e
altrui, in particolare i pazienti
• Rischi legati all’affidabilità
delle informazioni
26. Accademici nei SN. Benefici e criticità
Vantaggi
• Riduzione dei tempi del ciclo
della ricerca con ricadute
positive sui costi
• Allargamento dell’accesso
all’informazione scientifica
attraverso la disseminazione
aperta dei prodotti della ricerca
• Maggiori possibilità per la
collaborazione, la condivisione
e la generazione di nuove idee
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Svantaggi
• Tempi eccessivi per la gestione
del profilo personale su uno o più
social network
• Rischi per la qualità legati alla
disseminazione di semilavorati o
lavori in progress (problema
dell’affidabilità)
• Mancanza di procedure
valutative alternative dei risultati
della ricerca e di metriche
spendibili ai fini della carriera
27. Uno sguardo al futuro
Un primo ambito di riflessione riguarda il rapporto tra formale e
informale nell’apprendimento. L’esposizione crescente a informazioni
per così dire autentiche, senza per questo essere necessariamente
affidabili, la difficoltà a stabilire confini tra spontaneo e istituzionale, la
tendenza degli utenti ad appropriarsi dei social network non solo per il
divertimento ma anche per apprendimento e formazione, tutto ciò sta
generando tensioni per le quali non si intravvedono all’orizzonte facili
soluzioni.
Una seconda area di interesse ha a che fare con il tema dell’identità
professionale. Questo tema riguarda la reputazione, l’immagine e la
credibilità del professionista, ossia aspetti cruciali della rappresentazione
sociale della professione. I social network stanno erodendo i confini tra
identità personale e professionale, rimettendo seriamente in discussione
il concetto di reputazione con conseguenze significative sul piano
sociale.
Un terzo campo di ricerca, infine, concerne lo studio delle nuove
pratiche emergenti: dall’online people tagging alla content curation
all’uso dei social mobile media per la formazione.
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