Il 4-3-3: impostazione della tattica globale e di gioco difensivo
C. Chincoli - F. Pasqualetti
http://www.calzetti-mariucci.it/shop/prodotti/il-4-3-3-impostazione-della-tattica-globale-e-di-gioco-difensivo
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
Calcio 433 difesa_cap2
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CAPITOLO 2
SISTEMA DI GIOCO:
NOZIONE E REQUISITI
I.2.1 Sistema di gioco: nozione e requisiti. I.2.2 Principi generali di gioco: in fase
di possesso ed in fase di non possesso - I.2.3 Conoscenza delle fasi di gioco
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Sistema di gioco: nozione e requisiti
I.2.1 - Sistema di gioco: nozione e requisiti
Il sistema di gioco indica la dislocazione di base dei giocatori in campo e i compiti loro assegnati.
Esso costituisce la base, poi vi sono tutti i movimenti con/senza palla che costituiscono la tattica di squadra ed il modo di interpretarlo.
Il modo di interpretare il sistema di gioco si esprime nel modulo di gioco. Si tratta
di un concetto dinamico, non statico, che descrive le linee essenziali della codifica
dei comportamenti: sia per mezzo della posizione e dei movimenti preferenziali dei
calciatori nelle due fasi di gioco, sia per mezzo degli sviluppi tattici adottati.
Il sistema di gioco, qualunque esso sia, deve sempre soddisfare tre requisiti: deve
risultare equilibrato, elastico e razionale.
Equilibrato
Deve prevedere delle simmetrie che consentano un’occupazione ottimale degli
spazi.Si devono tenere in considerazione allo stesso modo e nello stesso tempo le
due fasi (possesso – non possesso) in ogni situazione di gioco e in ogni momento, prevedendo ed anticipando sempre il passaggio da una fase all’altra (annullando la transizione) con scaglionamenti e dislocazioni preordinati (meno tempo
si impiega nel passaggio di fase e meglio è, soprattutto quando si passa dal possesso al non possesso). L’ideale è che appena viene persa o conquistata la palla,
mentalmente e strategicamente ogni calciatore assuma l’atteggiamento dovuto in
base alla situazione di gioco. Bisogna sempre elaborare l’equilibrio in funzione e
in dipendenza dei principi e degli sviluppi della tattica.Significa che, appena si
conquista palla, gli uomini più vicini al possessore pensino allo smarcamento utile
in funzione della posizione in campo tenuta in quel momento; oppure, appena
persa palla, che già gli uomini vicini alla zona della stessa si dispongano in modo
da rendere più agevole la fase difensiva.
Elastico
Occorre sapersi adattare con flessibilità alle situazioni contingenti, pur rimanendo fedeli alla propria organizzazione generale di gioco. Il sistema di gioco si deve
facilmente adattare ad ogni tipo di atteggiamento avversario, senza squilibri, pur
eventualmente cambiando compito, funzione o posizione in campo di qualche
calciatore. L’elasticità consente di mantenere sempre gli equilibri, anche se con
degli adattamenti. In linea generale vi sono due possibilità:
- si mantiene comunque lo stesso sistema, poiché le caratteristiche dei singoli permettono in ogni caso di fronteggiare il comportamento della squadra avversaria;
- si cambia il sistema di gioco, ma sempre col presupposto che i calciatori cono-
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scano e sappiano interpretare la nuova disposizione, mantenendo i nuovi equilibri.
Razionale
I.2.2 - Principi generali di gioco: in fase di possesso ed in
fase di non possesso
I.2.2.1 - La tattica collettiva
Deve prevedere l’utilizzo dei singoli giocatori nelle posizioni e coi compiti più congeniali. Deve essere formulato in base alle caratteristiche fisico – tecnico – tattiche – di personalità dei calciatori a disposizione. Un sistema può essere oggettivo come idea e struttura, ma poi deve adattarsi negli equilibri alle capacità, qualità e valori dei singoli calciatori.
Nel predisporre il piano del lavoro tattico generale e, nel particolare, la strategia
tattica per le singole gare è opportuno distinguere preliminarmente gli elementi
stabili da quelli variabili.
Gli elementi stabili sono gli aspetti dell’impostazione tattica globale che non è
conveniente modificare (vedi anche retro, Introduzione), a prescindere dalle
caratteristiche dell’avversario di turno e dalle circostanze in cui si disputerà la partita. Sono da considerarsi tali: la mentalità della squadra (intesa ad esprimere le
proprie potenzialità nella realtà del confronto con l’avversario); l’atteggiamento
mentale generale (concentrazione, determinazione, convinzione, impegno, personalità, modo di affrontare le situazioni ad handicap); le caratteristiche generali
dell’organizzazione di gioco della squadra nelle due fasi (i temi e gli sviluppi tattici privilegiati).
Gli elementi variabili sono quelli che, muovendo dall’analisi specifica di una serie
di stati e situazioni, può essere opportuno o necessario modificare e/o attuare in
forme differenti in ragione di determinate esigenze o contingenze. Tra questi, sia
gli accorgimenti del gioco difensivo (difesa aggressiva o attendistica, scalature di
posizioni e marcature, modalità e zone di raddoppio, tipo zone e altezze del pressing, tipo situazioni ed altezze del fuorigioco) sia quelli relativi al gioco offensivo
(quali uscite difensive privilegiare, quali modalità preferire riguardo alle sotto fasi
di post conquista/costruzione/sviluppo/rifinitura/conclusione, dove e come creare e sfruttare situazioni di soprannumero e di superiorità numerica).
Sulla base di queste considerazioni, sarà poi possibile gestire al meglio la programmazione e la periodizzazione annuale dell’attività didattica, definendo quali
unità di lavoro, in quali periodi della stagione e quanto tempo dedicare al perfezionamento dell’impostazione tattica globale e alla cura specifica di singole
gare.
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La tattica collettiva rappresenta in modo semplificato “il movimento coordinato di
due o più calciatori, di un reparto o dell’intera squadra inteso ad ottenere uno
scopo determinato in precedenza”.
I fattori determinanti della tattica sono rappresentati, quindi, dal “movimento
coordinato” e da uno “scopo determinato in precedenza”.
Per quanto riguarda lo “scopo predeterminato”, nella fase di possesso l’obiettivo
in generale è quello di superare o eludere uno o più avversari, mentre nella fase
di non possesso l’obiettivo è rappresentato dal non farsi mai superare da un
avversario (con o senza palla, a seconda delle situazioni). Tutto ciò grazie alla collaborazione dei compagni.
Per quanto riguarda il “movimento coordinato”, devono considerarsi tutte le possibilità di comportamento avversario e quindi proporre eventuali atteggiamenti
individuali e collettivi.
Il calcio, individualmente e collettivamente, è determinato dai fattori spazio e
tempo nelle due fasi di gioco: ed è proprio su questi parametri che deve fondarsi l’allenamento tattico.
Ciò che dobbiamo considerare non è solo il singolo in tutte le sue manifestazioni con o senza palla, ma anche la necessità che il movimento e i comportamenti delle individualità siano collocati in una struttura relazionale ordinata, omogenea, interrelata e plastica: cioè il gruppo-squadra, col suo atteggiarsi in entrambe le fasi di gioco.
Lo scopo della tattica è agevolare la trasformazione di un gruppo sociologico di
elementi spesso eterogenei in un gruppo che parli lo stesso linguaggio calcistico:
che sia unitario, in cui tutti capiscano e ragionino allo stesso modo nella medesima situazione di gioco. In una squadra il fondamento tattico è l’organizzazione:
quanto più una squadra esprime organizzazione, cioè capacità di capire le stesse cose nella stessa situazione, tante più possibilità ha di conseguire gli obiettivi
nelle due fasi di gioco.
Bisogna pertanto giungere a parlare una “lingua comune” all’interno del grupposquadra, in modo da capire le situazioni in maniera univoca; occorre creare le
interrelazioni tra i calciatori in modo da essere una squadra equilibrata e funzionale, oltre che elastica e razionale.
Il calciatore deve sapere quando, come, dove muoversi e cosa fare nel modo più
economico ed utile per la squadra e per sé. Il calciatore efficace è colui che –
rispetto alle richieste del modello di prestazione – esprime una tecnica precisa in
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Sistema di gioco: nozione e requisiti
rapidità, abbinata a ripetute velocità di spostamento, inserita in azioni di gioco
(con e senza palla), con una rapida e variegata capacità di decisione tattica.
Ognuno è responsabile e quindi ha libertà decisionale in relazione a modi, tempi,
spazi, scelta, esecuzione, pur tenendo conto del movimento coordinato degli altri;
il calciatore, inoltre, si comporta e attua i movimenti in base ed in relazione alle
proprie caratteristiche tecnico-tattiche, fisiche e di personalità.
Il lavoro tattico deve consentire di realizzare il movimento coordinato per uno
scopo predeterminato, con una lettura univoca ed una interpretazione individuale, considerando i tempi di gioco come risultano dalle situazioni e dalla loro lettura ed interpretazione.
principi che trascendono la scelta del sistema di gioco e del modo di interpretarlo: essi vanno comunque rispettati e mantenuti, se si vuole conseguire l’obiettivo
prefissato in ciascuna fase di gioco. Sono i punti fondamentali sui quali si basa
l’organizzazione di gioco.
Durante la gara vi sono due fasi di gioco, connotate dal possesso o meno della
palla da parte di una delle due squadre:
fase di attacco;
fase di difesa.
Principi Generali di Gioco
Tattica di principio
E’ la preparazione in senso lato ed omnicomprensivo che si preordina in vista
della partita da disputare; può essere modificata di impegno in impegno in ragione di vari fattori: condizioni climatiche e/o del terreno di gioco, stato di forma dei
giocatori, disposizione e qualità degli avversari, posizione di classifica, stato psicologico etc.. Essa è conseguente al lavoro di preparazione alla partita: è correlata al lavoro settimanale svolto nel microciclo, comunque svolto in considerazione del carico didattico somministrato in precedenza e di quello che verrà proposto in futuro. Comprende le soluzioni elaborate in funzione della gara e dell’avversario.
Fase di attacco
(possesso palla)
Fase di difesa
(non possesso palla)
Scaglionamento
Penetrazione
Ampiezza
Mobilità
Imprevedibilità
Scaglionamento
Azione ritardatrice
Concentrazione
Equilibrio
Controllo e limitazione
Tattica applicata
Difesa in funzione dell’attacco
Fa riferimento alle modifiche apportate a gara in corso ai temi di gioco da sviluppare, previa analisi ed interpretazione dell’andamento e dell’evoluzione complessiva della partita. La tattica applicata definisce tutte le decisioni assunte e le modifiche apportate alla tattica di principio in ragione degli sviluppi dell’incontro
(cambi di marcatura, cambi di posizione, adozione di soluzioni alternative, sostituzioni, determinazione di differenti sviluppi di gioco, previsione di particolari
accorgimenti). Sono tutte le decisioni che si assumono e le scelte che si operano
durante la partita col fine di migliorare l’efficacia della prestazione.
I.2.2.3 - Fase di possesso di palla
Scaglionamento
Nel gioco del calcio vi sono dei principi di tattica che vanno sempre considerati
e rispettati; sono regole che vanno oltre la soluzione prospettata e delle quali
bisogna tenere conto nell’analisi e nell’interpretazione della situazione. Si tratta di
Quando la squadra è in possesso di palla, la dislocazione in campo rispetto al
possessore non deve mai presentarsi come una linea.
La figura geometrica che meglio integra la disposizione più idonea è il triangolo,
di qualsiasi forma.
Si offrono più soluzioni al possessore e si evita la pericolosità del passaggio orizzontale che, in caso di intercettamento, ha la conseguenza di tagliare fuori dal
gioco numerosi giocatori.
Si rende inoltre più agevole il mantenimento del possesso di palla, giacché permette di aiutare da angolazioni diverse e con distanze differenti in modo che chi
è in possesso di palla disponga di varie soluzioni.
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I.2.2.2 - Principi generali di gioco: in fase di possesso ed
in fase di non possesso
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Sistema di gioco: nozione e requisiti
Osservazione
Quando due giocatori provengono da uno stesso settore angolare,
devono indirizzarsi in profondità contrarie (muoversi uno lungo e
l’altro corto oppure uno stringe e l’altro allarga), in modo da aprire lo spazio di gioco e la possibilità di passaggio in profondità
(corto – lungo) o in ampiezza (largo – stretto).
Osservazione
Quando si riceve palla verso l’interno da un laterale in fascia e non
è possibile o utile verticalizzare immediatamente, è necessario il
cambio di gioco: questo è un segnale per cui tutti si preparano
immediatamente a ricevere, anche se sono in ampiezza e non in
profondità (si può cambiare gioco non solo lungo, ma anche facendo girare la palla). Nella zona difensiva, invece, i giocatori più arretrati si smarcano in ampiezza arretrando preventivamente per poi
ricevere la palla.
Penetrazione (profondità/verticalizzazione)
Bisogna cercare di arrivare prima possibile nei pressi della porta avversaria; ciò
significa che in ogni circostanza in cui è possibile, è preferibile un passaggio preciso in avanti che conquisti spazio e superi un avversario piuttosto che una trasmissione di palla in disimpegno laterale e vicino. La profondità, in generale, deve
rappresentare la scelta privilegiata per ogni possessore.
La palla mantenuta in possesso oltre un avversario oppure oltre una linea avversaria e che consenta di conquistare spazio è molto importante per l’economia del
gioco. Nella scala delle priorità in fase di possesso palla, la prima è quella di conquistare spazio in avanti: non solo i passaggi del possessore, quindi, ma anche
gli smarcamenti devono soddisfare questa priorità.
Alle volte, però, per verticalizzare con sicurezza e precisione è opportuno un passaggio preliminare all’indietro: per eludere un avversario impedendogli la pressione oppure per evitare la sua zona d’ombra, per semplificare le difficoltà di un
gesto tecnico, per velocizzare il gioco con palla rasoterra, in mancanza di spazio
etc..
Ampiezza
Significa cercare di sfruttare tutto il fronte del campo: riuscire in questo intento
consente di far allargare il fronte difensivo avversario grazie al continuo movimento e riadattamento cui è costretto. Il gioco deve svilupparsi in ogni zona del
campo, anche in quella opposta a dove si trova la palla; si sfrutta la larghezza
mantenendo aperti i giocatori, ma anche facendoli convergere in modo che si
creino spazi per inserimenti a sorpresa da dietro; altri sviluppi utili allo scopo sono
i cambi di gioco, le sovrapposizioni, il gioco in zona cieca, l’1-2-3. La difesa
avversaria deve essere impegnata su tutto il fronte; sfruttare l’ampiezza significa
altresì dare un ulteriore tempo di gioco per l’assunzione della posizione ottimale
degli attaccanti e per gli inserimenti da dietro.
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Mobilità
Il calcio è dinamismo. Per costituire possibilità di gioco e per ricevere la palla
bisogna cercarsi il tempo e gli spazi idonei con movimenti adeguati. Gli smarcamenti devono essere effettuati nei tempi, nei modi e negli spazi giusti: il movimento deve essere sempre funzionale e finalizzato, mai fine a se stesso. E’ necessario
che gli smarcamenti siano eseguiti in forma altamente esplosiva, onde togliere il
tempo di reazione al difendente; altro fondamentale requisito è la finta di partenza: effettuare il movimento iniziale al contrario di quello dove abbiamo intenzione di andare (contromovimento).
L’organizzazione di gioco deve prevedere il movimento di più giocatori, in modo
che la gestione degli spazi risulti produttiva e coordinata. Spesso il movimento di
un calciatore diventa moltiplicatore di movimento per la squadra: infatti muovendosi, lascia anche uno spazio libero in cui può inserirsi qualche compagno e così
via per tutti gli altri. In queste situazioni di creazione ed occupazione degli spazi,
ovviamente brevi e momentanee, si determinano i presupposti per ricevere palla
in modo utile in ampiezza e/o in profondità.
Imprevedibilità
Ogni movimento deve risultare inatteso ed improvviso per gli avversari. Il calcio
positivo è quello che inganna: non dobbiamo essere ripetitivi e monotematici.
I movimenti, preparati e studiati, non devono essere ripetuti pedissequamente
all’infinito: devono sorprendere gli avversari. Se la comprensione degli sviluppi
del nostro gioco da parte degli avversari è semplice, è molto più difficile prendere loro tempo e/o spazio.
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I.2.2.4 - Fase di non possesso di palla
Concentrazione
Scaglionamento
Significa creare densità nella zona della palla per determinare una situazione di
soprannumero. La disposizione ad imbuto consente di mantenere e ridurre lo spazio della zona pericolosa del tiro in porta.
La difesa deve cercare di porsi in soprannumero per garantirsi le coperture reciproche. Man mano che ci si avvicina alla nostra porta le distanze tra i difendenti diminuiscono, sia in senso verticale sia in senso orizzontale; si difende la zona
di campo più pericolosa, quella centrale rispetto alla porta, zona da cui il tiro in
porta ha la maggiore ampiezza visiva e il portiere ha il maggiore spazio da coprire, anche se avanza sulla bisettrice.
Non bisogna difendersi staticamente in linea, bensì garantirsi copertura reciproca (profondità).
E’ necessario disporsi sul campo in modo tale da restringere lo spazio attraverso
il quale ed entro il quale gli avversari possano muoversi con sicurezza. I difendenti oltre a marcare il proprio avversario, debbono coprire collettivamente gli spazi.
Significa che l’attenzione del difendente non deve essere rivolta solo al proprio
avversario diretto, dovendo comunque valutare anche la copertura dei compagni
vicini e dello spazio circostante: spesse volte occorre porsi in posizione intermedia per poter assolvere una duplice funzione e cioè in posizione tale da poter
intervenire eventualmente sia sul proprio avversario sia in copertura ad un compagno (diagonale di copertura).
Azione ritardatrice
Significa agire per alterare i tempi di gioco avversari, facendo perdere tempo alla
squadra avversaria nella profondità oppure limitandogli i tempi di gioco.
Si può perseguire per mezzo di due atteggiamenti differenti riguardo ai tempi di
gioco:
Temporeggiamento. Arretrare, concedendo campo all’avversario, ma aumentando la densità verso la nostra porta (in tal modo i lanci lunghi avversari
hanno meno spazio libero a disposizione in ragione della nostra densità,
oppure gli avversari inizieranno una manovra più prolungata per cui avremo
più tempo per ricompattare la squadra).
Ordine di priorità per la squadra che ha perso il possesso di palla:
1. la propria porta;
2. lo spazio esistente tra i giocatori in difesa in senso orizzontale e quello dietro l’ultimo uomo;
3. stringere la marcatura degli avversari quanto più essi si avvicinano alla
nostra porta;
4. privilegiare l’imbuto difensivo (concentrazione difensiva).
Pressing e fuorigioco. Non si indietreggia, ma si effettua uno scalare in avanti per limitare tempo e spazio al possessore di palla avversario ed impedirgli
soluzioni di gioco facili.
Costringendo gli avversari a giocare in maniera affrettata e con poco spazio
utile a disposizione per la trasmissione, si ottiene il vantaggio di poter prevedere lo sviluppo del gioco nello spazio dell’avversario e la possibilità di non
farlo giocare nei tempi a lui necessari.
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Equilibrio
La disposizione in campo deve consentire un’ottimale occupazione degli spazi.
Mantenimento della possibilità di copertura reciproca in ogni circostanza.
Coprire lo spazio è molto importante; occorre mantenere l’equilibrio e la copertura reciproca (dipende sempre, ovviamente, dal trovarsi o meno in soprannumero).
Oltre al proprio avversario, i riferimenti sono sempre la porta, la palla, i compagni e gli avversari.
Controllo e limitazione
Consapevolezza del rischio e delle priorità: bisogna sempre ragionare e conoscere le eventuali conseguenze della nostra scelta e del nostro comportamento.
Bisogna sempre prestare attenzione a quanto accade e quindi è necessaria un’ottima visione periferica.
Non farsi attrarre solo dalla palla, ma:
1. relazionarsi coi compagni (capire gli sviluppi del gioco ed interagire coi compagni più vicini);
2. analizzare il modo in cui i l’avversario segue i movimenti della palla;
3. sapersi orientare e saper leggere la situazione per poter scegliere con calma
e buona capacità decisionale.
I.2.2.5 - Concludendo
Tutti i principi generali devono essere rispettati: poi, in base alla concezione di
gioco che si vuol attuare, pur contemperandoli, se ne accentueranno alcuni
rispetto ad altri.
L’obiettivo di una squadra è: esprimere un calcio di tipo positivo (con difesa in
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Sistema di gioco: nozione e requisiti
funzione dell’attacco, con cambi di ritmo di gioco e di ruolo, in grado di proporre dei movimenti organizzati non intuiti dagli avversari) ed organizzato.
Mentalità vincente e volontà offensiva.
Il calcio che una squadra esprime dipende:
dall’abilità tecnica dei singoli giocatori;
dalle doti intellettuali dei singoli giocatori;
dall’organizzazione delle cooperazioni (che permette di avere efficacia in fase
difensiva ed offensiva e di essere equilibrati).
I.2.3 - Conoscenza delle fasi di gioco
I.2.3.1 - Fasi di gioco: possesso di palla; non possesso di
palla; (transizione)
Possesso di palla. Squadra in possesso di palla, indipendentemente dalla
posizione sul terreno di gioco in cui avviene il possesso.
Non possesso di palla. Squadra avversaria in possesso di palla, indipendentemente dalla zona di campo in cui è la palla.
(Transizione). Cambio del possesso di palla: dal possesso al non possesso e
viceversa.
I.2.3.2 - Principali comportamenti collettivi nelle due fasi
di gioco
Gioco controllato
In attacco
contro difesa schierata ed organizzata
In difesa
con squadra ripiegata
Possesso di palla
Ampiezza
Muovere la palla
Creare sorpresa
Tiro da fuori
Gioco in zona cieca
Equilibrio
Difesa attiva
Pressione sulla palla
Copertura a chi affronta il pp.
Restringere gli spazi in zona-tiro
Pressing e fuorigioco
Mentalità vincente
e volontà offensiva...
Contropiede
Attuazione del contropiede
Semplicità e velocità
Verticalizzazione
Offrire rapido sostegno
Accorciare in avanti
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Difesa dal contropiede
Ritardare
Ripiegare rapidamente
Costituire il blocco
Pressing e fuorigioco
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