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LA MIA GIORNATA A TAVOLA
Ogni famiglia italiana può ridurre i consumi di petrolio
e le emissioni di gas a effetto serra di 2000 kg di CO2
l’anno.
Tante idee per la colazione
•	Partiamo dalla base della colazione italiana: il caffè con il latte. Scegliere il caffè sfuso del commercio
equo (fair trade), usando l’imballaggio di un unico materiale, riciclabile.
•	Se non abbiamo a disposizione dolci fatti in casa la scelta può cadere su biscotti prodotti da aziende
vicine. Si può andare a comperarli direttamente all’ingrosso.
•	Vogliamo aggiungere uno yogurt? È fai da te! Lo yogurt fatto in casa è ottimo: servono solo il latte
(biologico) e i fermenti lattici (si trovano in farmacia). Non c’è altro, nessun conservante o additivo
chimico. I vasetti si riusano con una forte riduzione di imballaggi. L’unico rifiuto è la bottiglia del latte:
pensa a quanti vasetti di yogurt avremmo dovuto buttare!
9 passi:
•	Preferire l’acquisto di prodotti locali che non necessitano lunghi
trasporti;
•	Scegliere frutta e verdura di stagione che non consumano energia
per la loro conservazione;
•	Cercare di fare acquisti direttamente dal produttore, così facendo si
evitano tanti passaggi nella filiera del prodotto che spesso significano
inutili trasporti;
•	Privilegiare i prodotti sfusi senza imballaggi;
•	Preferire l’acquisto di confezioni formato famiglia per ridurre
il consumo di imballaggi;
•	Fare acquisti di gruppo (per esempio in condominio) per ridurre
i trasporti;
•	Riutilizzare le borse della spesa e servirsi di quelle fatte
con materiali biodegradabili;
•	Evitare di utilizzare piatti e bicchieri di plastica che consumano
energia e inquinano l’ambiente;
•	Fare la raccolta differenziata per consentire il recupero di energia
dai rifiuti prodotti.
Merende in arrivo!
In cartella è meglio avere:
•	frutta biologica con la buccia, panino integrale
con burro e miele (ottimo!) o marmellata; carote pulite
da sgranocchiare; yogurt e torta fatta in casa.
•	E per i succhi di frutta? Acqua, zucchero, limone
e frullati con frutta di stagione!
•	 Cercate soluzioni per un pranzo o una cena “sostenibili”, oppure fatevi venire in mente qualche idea
per fare una spesa amica dell’ambiente.
•	 Create un cartellone dove applicare dei fogli con tutte le vostre idee.
ORA TOCCA A VOI
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©SergiyBykhunenko-Fotolia.com,©al62-Fotolia.com
PROGRAMMA PANDA CLUB 2011-2012 POSTER PER LA CLASSE
In collaborazione con
NEL PIATTO UN MONDO DI PROBLEMI
L’alimentazione nel mondo si basa su una serie di passaggi che vanno dalla produzione dei cibi, vegetali
e animali, alla loro trasformazione, al trasporto, alla distribuzione, al consumo e allo smaltimenti dei rifiuti prodotti.
In tutti questi passaggi non sempre le cose “filano lisce” per l’ambiente. E in qualche parte del mondo…
… agricoltura intensiva
… consumo del suolo
… inquinamento da pesticidi
… crisi idrica
… sovrapesca
… perdita di biodiversità
… malattie per un’alimentazione sbagliata
… sfruttamento delle
popolazioni locali
… povertà e fame
… deforestazione
•	 Divisi in gruppi, scegliete un tema fra quelli indicati
e realizzate un cartellone d’approfondimento.
ORA TOCCA A VOI
Foto:ArchivioCanonWWF;©Designer_Andrea-Fotolia.com
PROGRAMMA PANDA CLUB 2011-2012 POSTER PER LA CLASSE
In collaborazione con
CIBO IN VIAGGIO
Spesa amica dell’ambiente significa
anche considerare il collegamento fra i cibi
che compriamo e i chilometri che hanno
percorso per arrivare fino a noi.
Le emissioni della “cucina italiana”
•	Quanto misurano le emissioni di gas serra degli alimenti che si trovano
sugli scaffali dei supermercati italiani?
•	Secondo i dati della Coldiretti, 1 kg di ciliegie per giungere sulle tavole
italiane dal Cile deve percorrere quasi 12 000 km, consumando 6,9 kg
di petrolio ed emettendo 21,6 kg di anidride carbonica.
E 1 kg di mirtilli dall’Argentina? Deve volare per più di 11 000 km con un consumo di 6,4 kg di petrolio!
•	Sempre secondo la Coldiretti, consumando prodotti locali, di stagione e a “chilometri zero” con imballaggi ridotti
(retine, buste, contenitori di plastica ecc.), una famiglia può risparmiare fino a 1000 kg di anidride carbonica l’anno.
Lunghi viaggi:
•	Le prugne cilene devono volare per 12 000 km con un
consumo di 7,1 kg di petrolio che liberano 22 kg di Co2
.
•	La carne argentina viaggia per 11 000 km, bruciando
6,7 kg di petrolio e liberando 20,8 kg di Co2
.
•	Un pasto medio percorre più di 1900 km in camion,
navi e/o aeroplani prima di arrivare sulla nostra
tavola e spesso ci vuole più energia per portarlo al
consumatore di quanta il pasto stesso provveda in
termini nutrizionali.
C’è anche l’acqua
•	L’etichetta Water Footprint informa il consumatore sul quantitativo
di acqua che è stato utilizzato per produrre l’alimento appena acquistato.
•	L’acqua rientra nella produzione di tutte le cose che vengono quotidianamente consumate, come ad esempio la carne
rossa o bianca, il latte, la farina per il pane e la pasta, il riso, la frutta e la verdura, ovviamente in quantità diverse.
•	Uno studio recente ha evidenziato che per produrre un famoso sacchettino giallo contenente caramelle al cioccolato
sono necessari ben 1000 litri di acqua.
•	Qualche altro esempio?
Alimento	 Acqua necessaria per produzione
grano	 1300 litri per 1 kg
riso	 3400 litri per 1 kg
mela	 70 litri
carne bovina	 15 300 litri per 1 kg
pollo	 3900 litri per 1 kg
maiale	 4800 litri per 1 Kg
birra	 75 litri di acqua per un bicchiere
caffè	 140 litri di acqua per una tazzina
Prodotto	 Paese	 Distanza	 Emissioni	 Consumo petrolio
		 (km)	 (kg CO2 x kg prodotto)	 (kg)
Noci	 California	 8657	 15,6	 + 5
Arance	 Brasile	 9175	 5,5	 + 17,2
Asparagi	 Perù	 7018	 12,6	 + 4
Prugne	 Cile	 7000	 7,1	 + 22
Carne	 Argentina	 11 180	 6,7	 + 20,8
Fagiolini	 Egitto	 2130	 3,8	 + 1,2
ALIMENTI CHE VIAGGIANO VERSO L’EUROPA
Per calcolare la propria impronta idrica, basta inserire i dati richiesti nel sito: www.waterfootprint.org
PROGRAMMA PANDA CLUB 2011-2012 POSTER PER LA CLASSE
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•	 Tracciate su un planisfero
le rotte dei cibi che arrivano
fino alle vostre case.
•	 Elencate in ordine crescente
le distanze di ogni alimento.
•	 Provate a realizzare una
tabella che collega le distanze
alle emissioni di CO2
.
ORA TOCCA A VOI
In collaborazione con
AGRICOLTURA NEL PIATTO
L’agricoltura è una delle attività umane più antiche: nei secoli ha modellato il paesaggio,
influenzato l’ambiente e la biodiversità dei territori. Negli ultimi decenni la produzione
agricola è diventata sempre più simile a un’industria, con uso crescente di derivati
del petrolio (fertilizzanti e pesticidi, carburante per le attrezzature), una produzione
limitata a poche varietà vegetali, la diffusione delle monocolture.
Agricoltura e ambiente
Le risorse naturali come l’acqua, il suolo e le foreste sono ormai considerate semplici
materie prime da consumare e trasformare su vasta scala, con uno sfruttamento
continuo che non tiene conto della loro limitatezza.
Negli ultimi decenni l’aumento di produzione agricola ha contribuito:
•	all’inquinamento di falde sotterranee, fonti di acqua potabile
•	all’eutrofizzazione dei corpi idrici
superficiali (laghi e fiumi)
•	all’acidificazione delle emissioni in
atmosfera
•	all’impoverimento e all’erosione dei suoli
•	a un aumento enorme dell’uso di acqua
•	alla diminuzione della biodiversità
•	al cambiamento del paesaggio
•	alla distruzione delle aree naturali residue
Diamo i numeri
•	Un terzo delle emissioni globali di gas serra sono attribuibili
al settore agroalimentare
•	Ogni anno si tagliano 13 milioni di ettari di foresta per fare
spazio alle coltivazioni estensive o ai pascoli
•	Solo 12 specie vegetali e 5 specie animali forniscono circa il
75% degli alimenti nel mondo
•	Solo 3 colture (riso, mais e grano) forniscono il 60% delle
calorie e delle proteine vegetali all’alimentazione mondiale
• Sono 100 000
i composti
chimici immessi
nell’ambiente negli
ultimi 50 anni, usati
soprattutto
in agricoltura
Nel mondo
In America del Nord e in Europa i paesaggi
rurali sono di tipo intensivo, i terreni sono
soggetti a una coltivazione continua: con
l’impiego di moderni macchinari e di grandi
quantità di prodotti chimici si producono
enormi quantità di alimenti destinati
all’esportazione e alla produzione industriale.
In gran parte delle nazioni africane, asiatiche
e del Sud America si assiste a un doppio
fenomeno. Le popolazioni locali usano
tecniche tradizionali per soddisfare i bisogni
della comunità, mentre grandi distese di
terreni sono coltivate in modo intensivo con
un unico tipo di pianta, generalmente quella più richiesta
per le esportazioni. In questo caso poco o nulla rimane
alle popolazioni locali, e s’impoverisce la diversità del
paesaggio e delle specie vegetali e animali.
•	 Individuate quante piante o parti
di piante, semplici o lavorate, ci sono
nella vostra dieta. Da dove provengono?
•	 Coltivate delle piante alimentari a
scuola, in giardino o sul balcone.
È un’attività semplice e divertente!
•	 Cercate e assaggiate varietà
di frutta e verdura tipiche della vostra
zona: scoprirete sapori nuovi e genuini!
•	 Confrontate la frutta e la verdura
esposta nei supermercati con quella
dei mercati contadini, valutate le
differenze e le somiglianze fra i prodotti.
Ora tocca a voi
Foto:©Anyka-Fotolia.com,©Beboy-Fotolia.com,
©LeonidIkan-Fotolia.com
In collaborazione con
Programma Panda Club poster per la classe
LA CUCINA AMICA DELL’AMBIENTE
La cucina è diventata la principale fonte di inquinamento della casa per il consumo di acqua
e di energia, per la produzione di rifiuti e per l’uso di detersivi. Circa il 10% dei consumi
energetici di una famiglia sono dovuti all’uso del forno, del frigo, dei fornelli e degli elettrodomestici
come tostapane, microonde ecc. Per dare una mano all’ambiente si può far attenzione
a ciò che si acquista, ma anche evitare gli sprechi.
Ognuno di noi può fare le sua parte
•	Acquistare solo prodotti di stagione
•	Preferire prodotti tipici provenienti da produzioni locali
•	Evitare di acquistare prodotti che arrivano
da molto lontano
•	Preferire le produzioni biologiche o integrate
•	Evitare i cibi troppo elaborati, con additivi di ogni genere
•	Ridurre il consumo di carne
•	Consumare il pesce pescato nei nostri mari e appartenente
a specie non minacciate
•	Preferire prodotti con pochi imballaggi
•	Utilizzare anche parti che normalmente sono considerate
di scarto come gambi, bucce, foglie, baccelli ecc.
•	Usare con attenzione gli elettrodomestici, le luci
e il riscaldamento
•	Acquistare elettrodomestici solo di classe energetica
A o superiore
•	Ridurre la quantità di rifiuti e differenziare quelli destinati
alla pattumiera
•	Fare attenzione alla corretta conservazione dei cibi
per evitare che si deteriorino
•	Organizzare la spesa con attenzione alle scadenze
•	Ridurre l’uso di pentole e altri strumenti limitando così
l’acqua e il detersivo per il lavaggio
•	Evitare inutili sprechi d’acqua
•	Usare minime quantità di detersivi e prodotti di pulizia
delle superfici
•	Evitare il ricorso a stoviglie, contenitori, sacchetti usa e getta
•	Recuperare l’uso di piccoli strumenti manuali:
spremiagrumi, frullatori, grattugie ecc.
•	Riutilizzare i contenitori (barattoli, sacchetti, vaschette ecc.)
•	Ridurre l’acquisto di bottiglie e contenitori usa e getta
in plastica
•	Riparare tutto ciò che è riparabile, per evitare di aumentare
la quantità di rifiuti
•	Provare a produrre in casa il pane, lo yogurt, i detersivi o a
coltivare sul balcone le verdure
Foto:©posh-Fotolia.com,©Subbotina
Anna-Fotolia.com,©federicofoto-Fotolia.com
•	 Verificate se in casa potete
seguire qualcuno di questi
suggerimenti.
•	 Scoprite come funziona
la mensa della vostra scuola.
Riportate su un foglio le azioni
consigliate e mettete
una crocetta accanto a quelle
che sono già in uso.
•	 Inventate una ricetta amica
dell’ambiente che tenga conto
di questi suggerimenti.
Ora tocca a voi
In collaborazione con
Programma Panda Club poster per la classe
ABBASSO GLI SPRECHI
Il 30% del cibo acquistato in Italia finisce nella spazzatura.
Perdite e sprechi significano anche un enorme sperpero
di risorse come acqua, terra, energia, lavoro e soldi, inoltre
producono inutili emissioni di gas serra, che contribuiscono
al riscaldamento globale e al cambiamento climatico.
Come ridurre gli sprechi alimentari
•	Preparare una lista della spesa per non comprare ciò che abbiamo già in casa
e che potremmo acquistare in seguito
•	Fare attenzione alla tante offerte promozionali che invadono gli scaffali: acquistare troppi
prodotti insieme è rischioso perché scadranno prima di quando riusciremo a consumarli
•	Sui ripiani del frigo e della dispensa conviene mettere in prima fila il cibo che deve essere
consumato più in fretta
•	Se si cucina per più persone è meglio acquistare le giuste quantità e scegliere piatti che
possano essere consumati anche il giorno dopo
•	Consumare i prodotti già aperti prima di aprire nuove confezioni
•	Usare gli avanzi e gli scarti di cucina per preparare ricette fantasiose
•	Evitare di acquistare prodotti fuori stagione poiché, oltre ad avere un impatto ambientale
più pesante, hanno un tempo di conservazione minore
Quanto cibo buttato!
•	Circa un terzo del cibo prodotto ogni anno nel mondo (1,3 miliardi di tonnellate) va perduto o sprecato
•	Ogni anno i consumatori dei paesi ricchi sprecano quasi la stessa quantità di cibo (222 milioni
di tonnellate) dell’intera produzione alimentare dell’Africa sub-sahariana (230 milioni di tonnellate)
•	Frutta e verdura sono gli alimenti che vengono sprecati maggiormente
•	La quantità di cibo che va perduto o sprecato ogni anno nel mondo equivale a più di metà della
produzione annuale mondiale di cereali
•	In Europa la quantità di cibo sprecato ogni anno è di 180 kg a persona. Le famiglie europee sprecano
circa il 25% della spesa alimentare domestica
•	Ogni anno in Italia finiscono tra i rifiuti dai 10 ai
20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari,
per un valore di circa 37 miliardi di euro. Cibo che
basterebbe a sfamare circa 44 milioni di persone
Fonte: Global Food Losses and Food Waste e Last Minute Market
•	 Provate a fare un’indagine di quanto e quale cibo finisce nel sacco dei rifiuti
di casa vostra.
•	 E a scuola come va? Ispezionate il cestino dei rifiuti in classe e gli scarti
della mensa scolastica. Quanto cibo si butta? Si può fare qualcosa per evitarlo?
•	 Avanzi tutta! Preparate un menu di classe con ricette che si preparano
utilizzando gli avanzi.
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  • 1. LA MIA GIORNATA A TAVOLA Ogni famiglia italiana può ridurre i consumi di petrolio e le emissioni di gas a effetto serra di 2000 kg di CO2 l’anno. Tante idee per la colazione • Partiamo dalla base della colazione italiana: il caffè con il latte. Scegliere il caffè sfuso del commercio equo (fair trade), usando l’imballaggio di un unico materiale, riciclabile. • Se non abbiamo a disposizione dolci fatti in casa la scelta può cadere su biscotti prodotti da aziende vicine. Si può andare a comperarli direttamente all’ingrosso. • Vogliamo aggiungere uno yogurt? È fai da te! Lo yogurt fatto in casa è ottimo: servono solo il latte (biologico) e i fermenti lattici (si trovano in farmacia). Non c’è altro, nessun conservante o additivo chimico. I vasetti si riusano con una forte riduzione di imballaggi. L’unico rifiuto è la bottiglia del latte: pensa a quanti vasetti di yogurt avremmo dovuto buttare! 9 passi: • Preferire l’acquisto di prodotti locali che non necessitano lunghi trasporti; • Scegliere frutta e verdura di stagione che non consumano energia per la loro conservazione; • Cercare di fare acquisti direttamente dal produttore, così facendo si evitano tanti passaggi nella filiera del prodotto che spesso significano inutili trasporti; • Privilegiare i prodotti sfusi senza imballaggi; • Preferire l’acquisto di confezioni formato famiglia per ridurre il consumo di imballaggi; • Fare acquisti di gruppo (per esempio in condominio) per ridurre i trasporti; • Riutilizzare le borse della spesa e servirsi di quelle fatte con materiali biodegradabili; • Evitare di utilizzare piatti e bicchieri di plastica che consumano energia e inquinano l’ambiente; • Fare la raccolta differenziata per consentire il recupero di energia dai rifiuti prodotti. Merende in arrivo! In cartella è meglio avere: • frutta biologica con la buccia, panino integrale con burro e miele (ottimo!) o marmellata; carote pulite da sgranocchiare; yogurt e torta fatta in casa. • E per i succhi di frutta? Acqua, zucchero, limone e frullati con frutta di stagione! • Cercate soluzioni per un pranzo o una cena “sostenibili”, oppure fatevi venire in mente qualche idea per fare una spesa amica dell’ambiente. • Create un cartellone dove applicare dei fogli con tutte le vostre idee. ORA TOCCA A VOI Foto:©AlexanderPotapov-Fotolia.com,©Kzenon-Fotolia.com, ©SergiyBykhunenko-Fotolia.com,©al62-Fotolia.com PROGRAMMA PANDA CLUB 2011-2012 POSTER PER LA CLASSE In collaborazione con
  • 2. NEL PIATTO UN MONDO DI PROBLEMI L’alimentazione nel mondo si basa su una serie di passaggi che vanno dalla produzione dei cibi, vegetali e animali, alla loro trasformazione, al trasporto, alla distribuzione, al consumo e allo smaltimenti dei rifiuti prodotti. In tutti questi passaggi non sempre le cose “filano lisce” per l’ambiente. E in qualche parte del mondo… … agricoltura intensiva … consumo del suolo … inquinamento da pesticidi … crisi idrica … sovrapesca … perdita di biodiversità … malattie per un’alimentazione sbagliata … sfruttamento delle popolazioni locali … povertà e fame … deforestazione • Divisi in gruppi, scegliete un tema fra quelli indicati e realizzate un cartellone d’approfondimento. ORA TOCCA A VOI Foto:ArchivioCanonWWF;©Designer_Andrea-Fotolia.com PROGRAMMA PANDA CLUB 2011-2012 POSTER PER LA CLASSE In collaborazione con
  • 3. CIBO IN VIAGGIO Spesa amica dell’ambiente significa anche considerare il collegamento fra i cibi che compriamo e i chilometri che hanno percorso per arrivare fino a noi. Le emissioni della “cucina italiana” • Quanto misurano le emissioni di gas serra degli alimenti che si trovano sugli scaffali dei supermercati italiani? • Secondo i dati della Coldiretti, 1 kg di ciliegie per giungere sulle tavole italiane dal Cile deve percorrere quasi 12 000 km, consumando 6,9 kg di petrolio ed emettendo 21,6 kg di anidride carbonica. E 1 kg di mirtilli dall’Argentina? Deve volare per più di 11 000 km con un consumo di 6,4 kg di petrolio! • Sempre secondo la Coldiretti, consumando prodotti locali, di stagione e a “chilometri zero” con imballaggi ridotti (retine, buste, contenitori di plastica ecc.), una famiglia può risparmiare fino a 1000 kg di anidride carbonica l’anno. Lunghi viaggi: • Le prugne cilene devono volare per 12 000 km con un consumo di 7,1 kg di petrolio che liberano 22 kg di Co2 . • La carne argentina viaggia per 11 000 km, bruciando 6,7 kg di petrolio e liberando 20,8 kg di Co2 . • Un pasto medio percorre più di 1900 km in camion, navi e/o aeroplani prima di arrivare sulla nostra tavola e spesso ci vuole più energia per portarlo al consumatore di quanta il pasto stesso provveda in termini nutrizionali. C’è anche l’acqua • L’etichetta Water Footprint informa il consumatore sul quantitativo di acqua che è stato utilizzato per produrre l’alimento appena acquistato. • L’acqua rientra nella produzione di tutte le cose che vengono quotidianamente consumate, come ad esempio la carne rossa o bianca, il latte, la farina per il pane e la pasta, il riso, la frutta e la verdura, ovviamente in quantità diverse. • Uno studio recente ha evidenziato che per produrre un famoso sacchettino giallo contenente caramelle al cioccolato sono necessari ben 1000 litri di acqua. • Qualche altro esempio? Alimento Acqua necessaria per produzione grano 1300 litri per 1 kg riso 3400 litri per 1 kg mela 70 litri carne bovina 15 300 litri per 1 kg pollo 3900 litri per 1 kg maiale 4800 litri per 1 Kg birra 75 litri di acqua per un bicchiere caffè 140 litri di acqua per una tazzina Prodotto Paese Distanza Emissioni Consumo petrolio (km) (kg CO2 x kg prodotto) (kg) Noci California 8657 15,6 + 5 Arance Brasile 9175 5,5 + 17,2 Asparagi Perù 7018 12,6 + 4 Prugne Cile 7000 7,1 + 22 Carne Argentina 11 180 6,7 + 20,8 Fagiolini Egitto 2130 3,8 + 1,2 ALIMENTI CHE VIAGGIANO VERSO L’EUROPA Per calcolare la propria impronta idrica, basta inserire i dati richiesti nel sito: www.waterfootprint.org PROGRAMMA PANDA CLUB 2011-2012 POSTER PER LA CLASSE Foto:©MarinaZlochin-Fotolia.com,©rémyvallée-Fotolia.com,©hakaner- Fotolia.com,©VictoriaGerman-Fotolia.com,©Gorilla-Fotolia.com • Tracciate su un planisfero le rotte dei cibi che arrivano fino alle vostre case. • Elencate in ordine crescente le distanze di ogni alimento. • Provate a realizzare una tabella che collega le distanze alle emissioni di CO2 . ORA TOCCA A VOI In collaborazione con
  • 4. AGRICOLTURA NEL PIATTO L’agricoltura è una delle attività umane più antiche: nei secoli ha modellato il paesaggio, influenzato l’ambiente e la biodiversità dei territori. Negli ultimi decenni la produzione agricola è diventata sempre più simile a un’industria, con uso crescente di derivati del petrolio (fertilizzanti e pesticidi, carburante per le attrezzature), una produzione limitata a poche varietà vegetali, la diffusione delle monocolture. Agricoltura e ambiente Le risorse naturali come l’acqua, il suolo e le foreste sono ormai considerate semplici materie prime da consumare e trasformare su vasta scala, con uno sfruttamento continuo che non tiene conto della loro limitatezza. Negli ultimi decenni l’aumento di produzione agricola ha contribuito: • all’inquinamento di falde sotterranee, fonti di acqua potabile • all’eutrofizzazione dei corpi idrici superficiali (laghi e fiumi) • all’acidificazione delle emissioni in atmosfera • all’impoverimento e all’erosione dei suoli • a un aumento enorme dell’uso di acqua • alla diminuzione della biodiversità • al cambiamento del paesaggio • alla distruzione delle aree naturali residue Diamo i numeri • Un terzo delle emissioni globali di gas serra sono attribuibili al settore agroalimentare • Ogni anno si tagliano 13 milioni di ettari di foresta per fare spazio alle coltivazioni estensive o ai pascoli • Solo 12 specie vegetali e 5 specie animali forniscono circa il 75% degli alimenti nel mondo • Solo 3 colture (riso, mais e grano) forniscono il 60% delle calorie e delle proteine vegetali all’alimentazione mondiale • Sono 100 000 i composti chimici immessi nell’ambiente negli ultimi 50 anni, usati soprattutto in agricoltura Nel mondo In America del Nord e in Europa i paesaggi rurali sono di tipo intensivo, i terreni sono soggetti a una coltivazione continua: con l’impiego di moderni macchinari e di grandi quantità di prodotti chimici si producono enormi quantità di alimenti destinati all’esportazione e alla produzione industriale. In gran parte delle nazioni africane, asiatiche e del Sud America si assiste a un doppio fenomeno. Le popolazioni locali usano tecniche tradizionali per soddisfare i bisogni della comunità, mentre grandi distese di terreni sono coltivate in modo intensivo con un unico tipo di pianta, generalmente quella più richiesta per le esportazioni. In questo caso poco o nulla rimane alle popolazioni locali, e s’impoverisce la diversità del paesaggio e delle specie vegetali e animali. • Individuate quante piante o parti di piante, semplici o lavorate, ci sono nella vostra dieta. Da dove provengono? • Coltivate delle piante alimentari a scuola, in giardino o sul balcone. È un’attività semplice e divertente! • Cercate e assaggiate varietà di frutta e verdura tipiche della vostra zona: scoprirete sapori nuovi e genuini! • Confrontate la frutta e la verdura esposta nei supermercati con quella dei mercati contadini, valutate le differenze e le somiglianze fra i prodotti. Ora tocca a voi Foto:©Anyka-Fotolia.com,©Beboy-Fotolia.com, ©LeonidIkan-Fotolia.com In collaborazione con Programma Panda Club poster per la classe
  • 5. LA CUCINA AMICA DELL’AMBIENTE La cucina è diventata la principale fonte di inquinamento della casa per il consumo di acqua e di energia, per la produzione di rifiuti e per l’uso di detersivi. Circa il 10% dei consumi energetici di una famiglia sono dovuti all’uso del forno, del frigo, dei fornelli e degli elettrodomestici come tostapane, microonde ecc. Per dare una mano all’ambiente si può far attenzione a ciò che si acquista, ma anche evitare gli sprechi. Ognuno di noi può fare le sua parte • Acquistare solo prodotti di stagione • Preferire prodotti tipici provenienti da produzioni locali • Evitare di acquistare prodotti che arrivano da molto lontano • Preferire le produzioni biologiche o integrate • Evitare i cibi troppo elaborati, con additivi di ogni genere • Ridurre il consumo di carne • Consumare il pesce pescato nei nostri mari e appartenente a specie non minacciate • Preferire prodotti con pochi imballaggi • Utilizzare anche parti che normalmente sono considerate di scarto come gambi, bucce, foglie, baccelli ecc. • Usare con attenzione gli elettrodomestici, le luci e il riscaldamento • Acquistare elettrodomestici solo di classe energetica A o superiore • Ridurre la quantità di rifiuti e differenziare quelli destinati alla pattumiera • Fare attenzione alla corretta conservazione dei cibi per evitare che si deteriorino • Organizzare la spesa con attenzione alle scadenze • Ridurre l’uso di pentole e altri strumenti limitando così l’acqua e il detersivo per il lavaggio • Evitare inutili sprechi d’acqua • Usare minime quantità di detersivi e prodotti di pulizia delle superfici • Evitare il ricorso a stoviglie, contenitori, sacchetti usa e getta • Recuperare l’uso di piccoli strumenti manuali: spremiagrumi, frullatori, grattugie ecc. • Riutilizzare i contenitori (barattoli, sacchetti, vaschette ecc.) • Ridurre l’acquisto di bottiglie e contenitori usa e getta in plastica • Riparare tutto ciò che è riparabile, per evitare di aumentare la quantità di rifiuti • Provare a produrre in casa il pane, lo yogurt, i detersivi o a coltivare sul balcone le verdure Foto:©posh-Fotolia.com,©Subbotina Anna-Fotolia.com,©federicofoto-Fotolia.com • Verificate se in casa potete seguire qualcuno di questi suggerimenti. • Scoprite come funziona la mensa della vostra scuola. Riportate su un foglio le azioni consigliate e mettete una crocetta accanto a quelle che sono già in uso. • Inventate una ricetta amica dell’ambiente che tenga conto di questi suggerimenti. Ora tocca a voi In collaborazione con Programma Panda Club poster per la classe
  • 6. ABBASSO GLI SPRECHI Il 30% del cibo acquistato in Italia finisce nella spazzatura. Perdite e sprechi significano anche un enorme sperpero di risorse come acqua, terra, energia, lavoro e soldi, inoltre producono inutili emissioni di gas serra, che contribuiscono al riscaldamento globale e al cambiamento climatico. Come ridurre gli sprechi alimentari • Preparare una lista della spesa per non comprare ciò che abbiamo già in casa e che potremmo acquistare in seguito • Fare attenzione alla tante offerte promozionali che invadono gli scaffali: acquistare troppi prodotti insieme è rischioso perché scadranno prima di quando riusciremo a consumarli • Sui ripiani del frigo e della dispensa conviene mettere in prima fila il cibo che deve essere consumato più in fretta • Se si cucina per più persone è meglio acquistare le giuste quantità e scegliere piatti che possano essere consumati anche il giorno dopo • Consumare i prodotti già aperti prima di aprire nuove confezioni • Usare gli avanzi e gli scarti di cucina per preparare ricette fantasiose • Evitare di acquistare prodotti fuori stagione poiché, oltre ad avere un impatto ambientale più pesante, hanno un tempo di conservazione minore Quanto cibo buttato! • Circa un terzo del cibo prodotto ogni anno nel mondo (1,3 miliardi di tonnellate) va perduto o sprecato • Ogni anno i consumatori dei paesi ricchi sprecano quasi la stessa quantità di cibo (222 milioni di tonnellate) dell’intera produzione alimentare dell’Africa sub-sahariana (230 milioni di tonnellate) • Frutta e verdura sono gli alimenti che vengono sprecati maggiormente • La quantità di cibo che va perduto o sprecato ogni anno nel mondo equivale a più di metà della produzione annuale mondiale di cereali • In Europa la quantità di cibo sprecato ogni anno è di 180 kg a persona. Le famiglie europee sprecano circa il 25% della spesa alimentare domestica • Ogni anno in Italia finiscono tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37 miliardi di euro. Cibo che basterebbe a sfamare circa 44 milioni di persone Fonte: Global Food Losses and Food Waste e Last Minute Market • Provate a fare un’indagine di quanto e quale cibo finisce nel sacco dei rifiuti di casa vostra. • E a scuola come va? Ispezionate il cestino dei rifiuti in classe e gli scarti della mensa scolastica. Quanto cibo si butta? Si può fare qualcosa per evitarlo? • Avanzi tutta! Preparate un menu di classe con ricette che si preparano utilizzando gli avanzi. Ora tocca a voi Foto:©flashpics-Fotolia.com,©Patryssia-Fotolia.com Programma Panda Club poster per la classe In collaborazione con