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SOS TIME COMENIUS - PRODOTTI TIPICI DEL TRASIMENO
PRODOTTO Olio.
TIPOLOGIA DI PRODOTTO Alimentare, da condimento.
SPECIE BOTANICA Olea europea.
ORIGINE Ulivo:
L'olivo o ulivo è una pianta da frutto. Originario del Vicino Oriente, è utilizzato fin dall'antichità per
l'alimentazione. I suoi frutti, le olive, sono impiegate per l'estrazione dell'olio e, in misura minore, per
l'impiego diretto nell'alimentazione. A causa del sapore amaro dovuto al contenuto in polifenoli, l'uso
delle olive come frutti nell'alimentazione richiede però trattamenti specifici finalizzati alla
deamaricazione, realizzata con metodi vari. L'olivo è una pianta centrale nella storia delle civiltà che si
affacciano sul bacino del Mediterraneo, e di tutto l'Occidente.
Si narrano numerose leggende: una di queste è di origine greca e narra di Atena che nell'intento di
benedire gli uomini piantò la sua lancia nel suolo ivi crebbe il primo ramoscello d'ulivo, un'altra ci parla
di un olivo raccolto ai confini del mondo da Ercole, in quel luogo nacque il bosco sacro a Zeus, dalle cui
fronde venivano intrecciate le corone per i vincitori dei giochi olimpici. Un altro aneddoto sull'ulivo
riguarda invece la colomba che, per annunciare a Noè la fine del diluvio universale, gli portò un
ramoscello d'ulivo che teneva stretto tra le zampe. Comunque si è appurato che le prime piante
selvatiche esistevano sull'isola di Creta fin dal 4000 A.C. e che successivamente i cretesi si sono
specializzati nella coltivazione di tale pianta la quale successivamente verrà esportata in tutto il bacino
del mediterraneo.
COLORE Verde-giallo.
ASPETTO Liquido.
PACKAGING Stoccaggio e imbottigliamento.
All’uscita dal separatore centrifugo, l’olio è un prodotto pronto al consumo. Questo però contiene
ancora residui solidi in sospensione e per questo si presenta torbido.
Tramite lo stoccaggio il residuo solido si deposita sul fondo del recipiente e l’olio diventa limpido
spontaneamente. Di conseguenza, l’olio che arriva dalla centrifugazione viene conservato in vasi
d’acciaio, con un’atmosfera d’azoto per prevenire le ossidazioni, per sfruttare la sedimentazione
spontanea della morchia. L’olio invece destinato subito alla commercializzazione è sottoposto a
filtrazione mediante filtri prima del confezionamento.
L’olio extra vergine di oliva deve essere posto in vendita al dettaglio in confezioni di capacità non
superiori a 5 litri. Per il mercato nazionale, è confezionato prevalentemente in bottiglie di vetro e
lattine, mentre sui mercati esteri hanno una notevole diffusione i materiali plastici
Nel caso dell’olio extra-vergine d’oliva, il packaging riveste un ruolo fondamentale come barriera
protettiva nei confronti di luce ed ossigeno e quindi come mezzo per preservare le caratteristiche
qualitative dell’olio. L’utilizzo di bottiglie in vetro scuro, verde o ambra, può rappresentare un efficace
mezzo per di protezione dalla foto-ossidazione cui l’olio extra vergine di oliva può essere soggetto
durante l’esposizione negli ambienti di commercializzazione del prodotto o durante l’utilizzo
domestico.
Particolare attenzione merita anche il tipo di chiusura applicato sulla bottiglia che, oltre a garantire la
chiusura ermetica, deve protegge la confezione dal rischio di gocciolamento.
LAVORAZIONE Il frutto dell’olivo, l’oliva, detto anche drupa, è formata dall’epicarpo (buccia), dal mesocarpo (polpa) e
dall’endocarpo (nocciolo). Quest’ultimo contiene il seme. L’oliva inizia la sua maturazione a metà
ottobre e prosegue fino a fine novembre, passando dal colore verde al rosso, per finire al viola intenso.
La raccolta delle olive è la fase più critica per l’ottenimento di un buon olio. In passato questa veniva
eseguita esclusivamente a mano (brucatura) mentre oggi, grazie alle nuove tecnologie, è stata
meccanizzata, permettendo così di ottenere un considerevole risparmio di tempo dalla raccolta alla
spremitura ed una migliore qualità dell’olio.
Una volta raccolte le olive si procede alla fase di estrazione dell’olio (il succo del frutto) dall’oliva. La
produzione dell’olio d’oliva di maggiore importanza si basa su processi di estrazione esclusivamente
meccanici. In questo modo si distinguono merceologicamente gli oli “vergini” da quelli ottenuti
mediante processi basati su metodi fisici e chimici (oli di semi, oli di oliva rettificati e raffinati, oli di
sansa).
Le linee di lavorazione nell’estrazione meccanica differiscono per i metodi usati nelle singole fasi ma, in
generale, la linea di produzione di un oleificio comprende 6 fasi fondamentali:
1) Operazioni preliminari
Questa prima operazione serve per preparare le olive raccolte alla lavorazione ed all’estrazione vera e
propria. Le operazioni preliminari riguardano la “cernita” – in cui le olive sono separate dalla terra,
rametti e foglie-, la “pesatura” e lo “stoccaggio”, al fine di ottenere una massa sufficiente di olive da
avviare all’estrazione.
2) Molitura
Ha lo scopo di rompere le pareti delle cellule e far fuoriuscire i succhi tramite azioni meccaniche che
provocano lo sfregamento dei frammenti del nocciolo sulle polpe, oppure all’urto di dispositivi
meccanici in rotazione ad alta velocità nella massa delle polpe.
I sistemi utilizzati sono di due tipi:
Molitura classica: la rottura delle pareti cellulari avviene attraverso l’azione meccanica della “molazza”
(strumento in pietra composto da due o più ruote) che frantuma i noccioli e rimescola la massa
lavorata. La fuoriuscita dei succhi non è dovuta allo schiacciamento ma all’azione di sfregamento degli
spigoli taglienti dei frammenti di nocciolo sulla polpa delle olive.
Frangitura: il frangitore a martelli è il macchinario più utilizzato nei moderni impianti, perché si integra
perfettamente con le esigenze di automazione degli impianti e richiede tempi molto più brevi rispetto
alla molitura classica. La rottura della polpa avviene a causa degli urti dei dispositivi ruotanti ad alta
velocità e solo in parte dall’azione meccanica dei frammenti di nocciolo.
La pasta ottenuta dopo questa fase di lavorazione è detta “ pasta d’olio” ed è composta da olio, acqua e
parti solide.
3) Gramolatura
Questa operazione viene svolta da macchine chiamate gramole o gramolatrici, che hanno lo scopo di
rompere, tramite il rimescolamento, l’emulsione di olio e acqua proveniente dalla fase della molitura.
Tale lavorazione si rende necessaria per facilitare la lavorazione nelle fasi successive e per
incrementare la resa complessiva dell’impianto.
Grazie all’azione di rimescolamento, le gocce d’olio tendono a separarsi automaticamente dall’acqua.
Questo avviene in una vasca d’acciaio dove ruotano pale elicoidali che effettuano 20-30 giri al minuto.
La fase della gramolatura, per evitare l’eccessiva ossidazione del prodotto, ha una durata media di 20-
40 minuti e mai superiore ai 60 minuti.
4) Estrazione del mosto d’olio
Questa fase è resa necessaria per separare il mosto d’olio dalla sansa, la frazione solida costituita dai
frammenti di nocciolo, buccette e da frammenti di polpa.
I metodi di estrazione sono di tre tipi:
Pressione: è il metodo classico di separazione del mosto d’olio dalle sanse. Si dispone la pasta d’olio su
sottili dischi filtranti (fiscoli) che, impilati uno sull’altro, lasciano fuoriuscire l’olio per forza della
pressione idraulica.
Centrifugazione: la pasta d’olio subisce la centrifugazione in un cono ruotante orizzontale (decanter) ad
una velocità di rotazione di 3000-3500 giri al minuto. Per effetto della centrifugazione si ottengono tre
frazioni: le sanse, il mosto d’olio e le acque di vegetazione.
Sinolea: si basa su un impianto a ciclo continuo che consiste in una vasca contenente la pasta d’olio,
nella quale viene immerso il dispositivo estrattore costituito da lame d’acciaio. L’estrattore ripercorre
in un ciclo continuo piuttosto lento (7-9 giri al minuto) le seguenti fasi: immersione, sollevamento e
raschiamento dell’olio.
Il prodotto di questa fase è detto “mosto d’olio” che, se ottenuto tramite i primi due processi descritti,
contiene ancora un residuo solido detto morchia. 5) Separazione dell’olio dall’acqua.
Ha lo scopo di separare i due componenti del mosto d’olio. Nel processo si separano le due fasi liquide
non miscibili e gran parte delle morchie. Tale fase può essere svolta attraverso la decantazione o la
centrifugazione.
Decantazione: è la separazione dall’acqua dell’olio che, essendo più leggero, tende a risalire in
superficie. E’ un metodo che non viene più usato, poiché non permette di avere prodotti di alta qualità.
Centrifugazione verticale: questo processo riguarda sia il mosto dell’olio che l’acqua di vegetazione che,
per effetto della differente densità, vengono separati in due diversi efflussi da separatori centrifughi
verticali. Successivamente, attraverso la rotazione, i residui solidi (morchie) vengono eliminati tramite
un sistema di sicurezza automatizzato.
CONSERVAZIONE E' importante che l'olio sia conservato in contenitori che lo proteggano dai raggi solari. Durante lo
stoccaggio in azienda il problema della luce non si pone se il prodotto viene conservato dentro silos in
acciaio inox. Il problema è tipico invece della fase distributiva, nella sua permanenza sulle pedane o a
scaffale.
Oggi la tendenza generale è verso l'utilizzo del vetro scuro o delle lattine, è bene comunque prendere
qualsiasi precauzione utile per evitare che, specie durante i trasferimenti da uno stabilimento all'altro e
dal negozio a casa, le confezioni di olio rimangano a lungo sotto il sole. E' necessario evitare
temperature troppo basse alle quali l'olio congelerebbe e altresì temperature troppo alte che ne
provocherebbero il riscaldamento. E' bene sapere che al di sotto dei 10°C è possibile che si formino dei
depositi e delle particelle in sospensione di colore biancastro.
Questo fenomeno, che può allertare il consumatore, è in realtà un fenomeno naturale di
cristallizzazione dell'olio a causa delle basse temperature e coinvolge dapprima i grassi saturi e le
particelle in sospensione per poi estendersi a tutta la massa di olio con l'abbassarsi ulteriore delle
temperature. Sarà sufficiente riportare l'olio ad una temperatura ideale (12-18°C) perché questo
riacquisti la sua limpidezza. Occorre tenere i contenitori di stoccaggio ben chiusi ed evitare che questi
trattengano ossigeno al loro interno. L'olio deve essere conservato dentro fusti e silos preferibilmente
in acciaio inox che siano facilmente lavabili, chiudibili in modo ermetico e con un dispositivo sul fondo
che permetta di rimuovere le morchie ed il materiale di deposito. Tali contenitori devono essere dotati
di dispositivi che permettano l'inserimento di gas nobili o inerti (gas che hanno una scarsa propensione
a reagire con altre molecole), in particolare l'azoto per uso alimentare che viene immesso nello "spazio
di testa" lasciato libero dall'olio man mano che il contenitore si svuota. Tali gas inerti vanno così ad
occupare quello spazio che verrebbe altrimenti occupato dall'aria e dall'ossigeno. A tal fine è molto
importante separare l'olio dalle morchie che interferiscono negativamente con l'olio.
Questo può avvenire in maniera naturale attraverso la decantazione, ossia lasciando a riposo l'olio con
conseguente deposito sul fondo delle particelle in sospensione-dispersione. Successivamente l'olio
verrà travasato in nuovi contenitori puliti oppure il deposito verrà rimosso se il contenitore è dotato di
un sistema per lo smaltimento delle morchie.
Altra soluzione è la filtrazione con sistemi a filtro che possono intervenire sull'olio appena prodotto
oppure prima del confezionamento. La filtrazione è importante per stabilizzare le caratteristiche
chimico-compositive, garantendo una maggiore conservabilità del prodotto e mantenendo nel tempo le
caratteristiche nutrizionali ed organolettiche (shelf-life). Il rispetto di queste precauzioni è condizione
essenziale per la conservazione dell'olio, diversamente si potrebbero produrre i seguenti effetti
negativi: aumento dell'acidità, appiattimento delle note fruttate o insorgere di difetti importanti come il
rancido, la morchia o il fermentato. La causa principale di tutti questi processi di deterioramento
qualitativo dell'olio è l'ossidazione dei grassi insaturi.
ALLERGENI In Italia si registrano numerose segnalazioni d’intolleranza all'olio di oliva, con manifestazioni di
congiuntivite allergica. Questa forma di allergia inizia come sensibilizzazione per via respiratoria al
polline dell'olivo e poi diviene alimentare per reazione crociata con gli antigeni degli oli vegetali, che
contengono gli antigeni del frutto d'origine
PROPRIETÀ (proteine, grassi….) L'olio è una sostanza lipidica e come tutti i lipidi alimentari è costituito soprattutto da trigliceridi, a loro
volta formati dall'esterificazione dei tre gruppi ossidrilici del glicerolo con altrettanti acidi grassi
PRODUTTORI LOCALI La zona di produzione delle olive comprende i territori amministrativi dei seguenti comuni: Perugia,
Piegaro, Paciano, Panicale, Castiglione del Lago, Magione, Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul
Trasimeno, Lisciano Niccone, Umbertide, Città di Castello, Monte Santa Maria Tiberina, Corciano,
Citerna, San Giustino, Montone, Pietralunga.
ABBINAMENTI CON ALTRI PRODOTTI
DEL TERRITORIO
Si abbina con carpaccio di pesce di lago, pesci nobili arrosto e passati di verdure.
PIATTI DA PREPARARE Nella dieta mediterranea la principale fonte di lipidi è l’olio d’oliva. L’olio d’oliva rispetto ad altri grassi
animali o vegetali apporta lipidi in un modo assai più salutare: è composto in gran parte di acidi grassi
monoinsaturi, e per questo garantisce una serie di benefici per la salute del nostro corpo - un
sostanziale equilibrio tra colesterolo “buono” (quello trasportato dalle lipoproteine HDL, che funziona
come “spazzino delle arterie”) e quello “cattivo” (che invece è trasportato dalle lipoproteine LDL). - un
apporto di acidi grassi estremamente digeribili - una fonte di vitamine e un aiuto per l’assimilazione
delle vitamine contenute negli altri cibi. L’olio d’oliva è inoltre validissimo come grasso di cottura,
proprio perché ricco di acidi grassi monoinsaturi che resistono meglio al calore.
STORIA DEL PRODOTTO L’origine dell’olio d’oliva resta un mistero. Le prime prove di olive coltivate risalgono ad oltre 6.000
anni fa in Medio Oriente: qui, inizialmente, l’olio di oliva veniva utilizzato come unguento per la pelle,
olio per lampade o anche assunto come medicinale.
Successivamente, intorno al 3500 a.C., si ebbero i primi segni di coltivazione dell’olivo anche in zone
non adatte dal punto di vista climatico, segno evidente degli sforzi compiuti per diffondere la
coltivazione di questo frutto.
Nel 2500 a.C. il codice babilonese di Hammurabi regolava la produzione e il commercio dell’olio di
oliva, mentre in Egitto, già prima dell’inizio della XIX dinastia (1300 a.c.), i rami dell’olivo adornavano le
tombe dei faraoni.
Successivamente, grazie ai greci, la coltivazione dell’olivo iniziò a diffondersi nel bacino del
Mediterraneo. A dimostrazione dell’importanza della pianta di olivo, essa è presente in numerose
leggende greche.
I Greci narrano infatti che il primo olivo fu fatto spuntare sull’Acropoli dalla dea Atena durante la
contesa con il dio Poseidone per il predominio della regione dell’Attica; Zeus decretò il dono di Atena
come il più utile agli ateniesi, per il suo utilizzo nella preparazione dei cibi, nella cura della persona e
come fonte di luce. Ed ancora: Apollo nacque sotto una pianta di olivo, mentre suo figlio Aristeo, dopo
aver appreso dalle ninfe come innestare l’olivo selvatico per avere un raccolto abbondante, insegnò agli
uomini a frangere le olive per ricavarne l’olio.
Ma è con il dominio di Roma nel Mediterraneo che si assistette all’epoca di maggior sviluppo della
coltivazione dell’olivo: i romani diffusero la pianta in tutti i territori conquistati ed addirittura
imposero il pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. Grazie ai romani, il processo di
coltivazione, estrazione e conservazione dell’olio migliorò, e la diffusione del prodotto arrivò fino ai
territori del nord Europa. Sempre i romani iniziarono a suddividere le tipologie di olio in funzione del
momento della spremitura. Si identificarono così cinque qualità di olio: “oleum ex albis ulivis”, dalla
spremitura di olive verdi; “oleum viride”, da olive raccolte ad uno stadio più avanzato di maturazione;
“oleum maturum”, da olive mature; “oleum caducum”, da olive cadute a terra e “oleum cibarium”,
ricavato da olive quasi passite.
L’olio è presente anche nella mitologia romana, la quale attribuisce a Ercole l’introduzione dell’olivo dal
Nordafrica. La dea Minerva avrebbe poi insegnato l’arte della coltivazione e dell’estrazione dell’olio agli
uomini.
Con la caduta dell’impero romano, anche la coltivazione dell’olivo cadde in disgrazia, e per centinaia di
anni gli uliveti sopravvissero solo in poche regioni.
Nel Medioevo l’agricoltura aveva una funzione di sostentamento più che commerciale, e per questo
motivo i terreni migliori venivano recuperati per produrre cereali di base. In questo periodo si
preferiva un uso alimentare di grassi animali (vista la loro maggiore conservabilità) più che di olio.
Erano principalmente gli ordini religiosi a possedere la maggior parte degli olivi; l’olio infatti veniva
diffusamente utilizzato per le funzioni liturgiche. Fu solamente intorno al 1100 d.c. che gli oliveti
ricominciano a fiorire in Italia, anche grazie alla borghesia commerciale che scoprì nel commercio
dell’olio una fonte importante di guadagno.
Durante il Trecento si delineano due scuole di pensiero riguardo ai condimenti. Da una parte, le
popolazioni del nord Europa affermano il primato dei grassi animali, mentre nel sud, specialmente in
Italia, l’olio diventa il condimento naturale per ogni tipo di preparazione.
Nel 1400 l’Italia era il maggior produttore di olio d’oliva nel mondo, ed offriva uno straordinario olio
che abbelliva le tabelle del Rinascimento in tutta Europa.
Nel 1700 si iniziarono a catalogare l’ulivo e i suoi frutti, classificandoli a seconda della provenienza
geografica. Inoltre, grazie ad un’economia in continua crescita, la coltivazione dell’olivo venne
incentivata e la sua fama si allargò fino a raggiungere la maggior parte dei paesi europei.
Il prodotto italiano per eccellenza continuò sempre più a farsi conoscere, e fu proprio a metà del
Settecento che la Toscana definì la sua vocazione olivicola, estendendo al massimo la coltivazione
dell’olivo. Nello stesso periodo, missionari francescani portarono i primi alberi di oliva nel Nuovo
Mondo; cento anni dopo, l’olio d’oliva fece il suo debutto commerciale in America grazie agli immigrati
italiani e greci che iniziarono a chiederne l’importazione dall’Europa.
Si arriva così al Novecento. Nei decenni del dopoguerra e del boom economico l’olio, considerato
elemento povero, vide diminuire notevolmente la propria valenza di ingrediente nutrizionale e venne
gradualmente sostituito dai più “ricchi” grassi animali.
Il XXI secolo decretò il successo della dieta mediterranea e la conseguente rivalutazione della valenza
nutrizionale di uno dei suoi elementi cardine, l’olio di oliva.
L’olio di oliva è così diventato uno dei prodotti alimentari più graditi al mondo.
ANALISI ORGANOLETTICA La metodologia stabilisce la tecnica di assaggio, le dimensioni del bicchiere, le caratteristiche del luogo
dove si ritrova il Panel (gruppo di assaggio), il vocabolario di riferimento per l'olio d'oliva, la scheda di
rilevazione e il calcolo per la classificazione.
Il panel è formato da un gruppo di assaggiatori (da 8 a 10) preventivamente selezionati e addestrati da
un capo panel, che coordina ed ha la responsabilità del funzionamento del gruppo.
Ciascun membro del gruppo esegue l'assaggio dell'olio individualmente in un'apposita cabina.
L'olio è contenuto nel tipico bicchiere colorato, per impedirne la vista ed evitare che il colore influenzi
l'assaggiatore.
L'analisi del campione avviene valutandone l'odore e il sapore: l'assaggio inizia con il prendere il
bicchiere tra le mani, riscaldarlo e odorare il contenuto attraverso inspirazioni lente e intense, poi dopo
aver distribuito in bocca una quantità sufficiente, si procede con la prova gustativa. Vengono effettuate
aspirazioni corte e successive per distribuire il campione su tutto il cavo orale e per percepire per via
retronasale i componenti volatili dell'olio. Le sensazioni positive (pregi) o negative (difetti) riscontrate
da ciascun assaggiatore vengono annotate su un'apposita scheda.
Spetta al capo panel verificare la coerenza della valutazione del suo gruppo e, seguendo un preciso
calcolo matematico, attribuire al campione la corrispondente classificazione merceologica.
CARATTERISTICHE SPECIFICHE L'Italia è il secondo produttore in Europa e nel mondo di olio di oliva con una produzione nazionale
media di oltre 464 000 tonnellate, due terzi dei quali extravergine e con ben 41 denominazioni DOP e
un'IGP riconosciute dall'Unione europea.
n Italia l'olivo è diffuso su circa un milione di ettari in coltura principale e su di una superficie di poco
inferiore in coltura secondaria, consociata con seminativi o con altre specie arboree (vite, agrumi,
mandorlo eccetera).In Umbria la produzione di olio corrisponde a 138.602 quintali (informazione del
2010).
La potatura dell’ulivo può anche non essere effettuata tutti gli anni: bisogna operare in base alle
proprie necessità e agli spazi che si hanno a disposizione. L’importante, in ogni caso, è prediligere i
mesi di fine inverno o inizio primavera, febbraio - marzo, in cui la pianta non ha ancora iniziato la prima
fase della fruttificazione. Le principali accortezze nell'effettuare la potatura sono:
-riconoscere i rami più giovani e quelli più vecchi, andando a salvaguardare i primi, i quali sono più
sottili ma spesso più produttivi;
-potare in modo da lasciare solo una "punta": l’ulivo è un albero che tendea crescere in altezza, andando
ad allungarsi verso la luce;
-eliminare buona parte dei rami interni che ostruiscono maggiormente una buona illuminazione di
tutta la pianta.
I tagli delle branche devono essere precisi e netti; è importante che non venga danneggiata la buccia, in
modo da scongiurare l'insorgenza di problemtiche future fra cui le malattie.
EVENTI E ATTRAZIONI DEL
TERRITORIO
5 Weekend dedicati all’Olio Extravergine di Oliva e ai prodotti agroalimentari di qualità tra
degustazioni, passeggiate, convegni e musica. Cuore dell’evento sarà il FRANTOIO, luogo d’incontro
dove vivere l’esperienza della spremitura delle olive. La mostra Sensational Umbria con gli scatti di
Steve Mc Curry e la rassegna d’arte chiaveumbra diverranno veicoli di comunicazione della qualità dei
prodotti e della bellezza dei luoghi. Si avvicina l’appuntamento con Frantoi Aperti 2014, l’iniziativa
incentrata sulla valorizzazione dell’Olio extravergine di Oliva Dop Umbria, sul turismo rurale e dei
borghi medievali che ormai da 17 edizioni anima l’Umbria, cuore verde d’Italia nel mese di novembre.
Cuore pulsante della manifestazione, in programma dal 1° Novembre per cinque fine settimana
consecutivi, saranno i Frantoi, luoghi d’incontro e socializzazione, con una serie di iniziative che
consentiranno ai visitatori di respirarne appieno l’atmosfera: degustazioni di olio appena franto,
accompagnate da pane bruscato e vino, riscaldate dal fuoco dei camini, possibilità di assistere alla
lavorazione delle olive per l’estrazione dell’olio, occasioni d’incontro e dialogo sia con i produttori, vere
e proprie sentinelle del territorio, incaricate di preservarne l’integrità dal punto di vista ambientale e
paesaggistico, sia con i residenti, persone che, portando le olive in frantoio per la spremitura, attendono
di riceverne il prodotto finale, l’oro verde umbro.
L’edizione 2014 della rassegna, organizzata dalla Comunità Montana Monti Martani Serano e Subasio
con la collaborazione della Strada dell’Olio, sarà caratterizzata da bellissime manifestazioni nei Borghi
aderenti (Assisi, Attigliano, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Castiglione del Lago, Foligno, Giano
dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Magione, Passignano sul Trasimeno, Piegaro, Spello, Spoleto, Trevi,
Valtopina) all’ insegna della tradizione, dove si festeggerà la venuta dell’ olio nuovo, ma anche da novità
importanti, con eventi che utilizzeranno l’arte contemporanea e la fotografia come veicoli per
valorizzare la bellezza dei luoghi e comunicare la qualità dei prodotti della terra. Il 1° novembre, negli
spazi dell’Oleoteca- Ex Mattatoio di Trevi, uno dei borghi umbri aderenti alla manifestazione, si
inaugurerà infatti la mostra Sensational Umbria, esposizione di scatti fotografici realizzati da Steve
McCurry e promossa dalla Regione Umbria che metterà in risalto, attraverso la bellezza delle immagini,
il rapporto inscindibile tra armonia e integrità paesaggistica e qualità dei prodotti agricoli e alimentari,
con l’olio umbro come indiscusso protagonista. Inoltre, per l’intera durata della rassegna, sarà a
disposizione del pubblico la mostra itinerante d’arte contemporanea Chiave Umbra, allestita in alcuni
luoghi romiti dei borghi aderenti, aperti per l’occasione, come cascine, chiese campestri, castelli,
immersi nel paesaggio olivato e raggiungibili tramite le navette di collegamento dai Borghi medievali
aderenti ai Frantoi aperti.
Accanto alle novità, Frantoi Aperti 2014 sarà l’occasione, come tutti gli anni, di vivere il territorio e la
natura umbra, partecipando a passeggiate tra gli ulivi con soste nei frantoi, scoprire ed apprezzare i
prodotti alimentari di qualità, tra cui indiscusso protagonista è l’Olio extravergine di Oliva Dop Umbria
delle 5 prestigiose zone dell’Umbria (Colli del Trasimeno, dei Colli Orvietani, Colli Amerini, dei Colli di
Assisi e di Spoleto e dei DOP Colli Martani), attraverso una serie di appuntamenti organizzati nei
Comuni aderenti che includeranno le classiche degustazioni d’olio guidate da esperti sensoriali, la
possibilità di conoscere le numerose eccellenze alimentari dell’Umbria, il tartufo, presidi slow food, i
vini Doc e Docg, i salumi, i legumi, anche grazie alla partnership con il Movimento del Turismo del Vino
Umbria e ilConsorzio di Tutela della Lenticchia di Castelluccio di Norcia IGP, concerti di musica
popolare umbra, giochi tradizionali per bambini e adulti, scuole di cucina, partecipazione alla raccolta
delle olive, fattorie didattiche, trekking tra gli ulivi, servizi di navette gratuite per i frantoi; Frantoi
Aperti questo anno sarà anche occasione d’incontro e conoscenza con le tradizioni dell’artigianato
locale, come la Mostra Mercato di Artigiani Innovatori, in programma ad Assisi il 1° e 2 novembre, e
momenti di dibattito e confronto su tematiche legate al territorio. In particolare, il 15 novembre ad
Assisi si terrà il convegno dal titolo “Verso Expo 2015. Il turismo dell’olio: esperienze di valorizzazione
del territorio”, in cui, con l’intervento di docenti universitari ed esperti di turismo enogastronomico, si
racconteranno le buone pratiche di alcune Regioni italiane con particolare riguardo al caso della Strada
dell’Olio e di Frantoi Aperti, presentato come esempio da seguire e raffrontato con altre esperienze
italiane, anche in vista dell’Expo 2015, espressione di valori incarnati dal caso umbro.
Frantoi Aperti 2014 conferma poi l’attenzione verso il mondo dei social e dei moderni strumenti di
comunicazione attraverso due iniziative: il nuovo contest di cucina creativa riservato ai Food Blogger,
che si cimenteranno nella preparazione di originali ricette per vincere un fine settimana in Umbria
durante l’evento, e la IV edizione del Blog Tour che, grazie ad un format rinnovato, accoglierà Travel
Blogger da tutta Italia, accompagnandoli, oltre che nell’itinerario classico di Frantoi Aperti, in un
percorso alternativo, predisposto per l’occasione da giovani residenti, invitati ad elaborare proposte di
visita nei territori dell’olio umbro e diventando così compagni di viaggio dei blogger ospiti. Per
l’occasione Frantoi Aperti ha lanciato una selezione di volontari, chiamati a proporre un itinerario
tematico nella zona di residenza e ad accogliere per un fine settimana i Travel Blogger.
Come di consueto Frantoi Aperti farà vivere l’atmosfera dell’Umbria anche su Facebook, Twitter, Flikr;
un utile strumento per trovare i Frantoi ed i vari luoghi della manifestazione è la App Frantoi Aperti
(gratuita) per iPhone e Android. Novità social di quest’anno è infine il progetto non convenzionale che
invita tutti a condividere i “baci scattati in luoghi suggestivi della campagna umbra al sapore di olio” su
Instagram con l’hashtag #kissingreen #kissinumbria; le foto dei luoghi bellissimi e dei baci all’olio,
verranno inseriti nella mappa dei luoghi dove baciarsi in Umbria. Chi si metterà in gioco con un bacio
nelle terre dell’Olio riceverà sconti e omaggi dai frantoi aderenti all’iniziativa.

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  • 1. SOS TIME COMENIUS - PRODOTTI TIPICI DEL TRASIMENO PRODOTTO Olio. TIPOLOGIA DI PRODOTTO Alimentare, da condimento. SPECIE BOTANICA Olea europea. ORIGINE Ulivo: L'olivo o ulivo è una pianta da frutto. Originario del Vicino Oriente, è utilizzato fin dall'antichità per l'alimentazione. I suoi frutti, le olive, sono impiegate per l'estrazione dell'olio e, in misura minore, per l'impiego diretto nell'alimentazione. A causa del sapore amaro dovuto al contenuto in polifenoli, l'uso delle olive come frutti nell'alimentazione richiede però trattamenti specifici finalizzati alla deamaricazione, realizzata con metodi vari. L'olivo è una pianta centrale nella storia delle civiltà che si affacciano sul bacino del Mediterraneo, e di tutto l'Occidente. Si narrano numerose leggende: una di queste è di origine greca e narra di Atena che nell'intento di benedire gli uomini piantò la sua lancia nel suolo ivi crebbe il primo ramoscello d'ulivo, un'altra ci parla di un olivo raccolto ai confini del mondo da Ercole, in quel luogo nacque il bosco sacro a Zeus, dalle cui fronde venivano intrecciate le corone per i vincitori dei giochi olimpici. Un altro aneddoto sull'ulivo riguarda invece la colomba che, per annunciare a Noè la fine del diluvio universale, gli portò un ramoscello d'ulivo che teneva stretto tra le zampe. Comunque si è appurato che le prime piante selvatiche esistevano sull'isola di Creta fin dal 4000 A.C. e che successivamente i cretesi si sono specializzati nella coltivazione di tale pianta la quale successivamente verrà esportata in tutto il bacino del mediterraneo. COLORE Verde-giallo. ASPETTO Liquido. PACKAGING Stoccaggio e imbottigliamento. All’uscita dal separatore centrifugo, l’olio è un prodotto pronto al consumo. Questo però contiene ancora residui solidi in sospensione e per questo si presenta torbido. Tramite lo stoccaggio il residuo solido si deposita sul fondo del recipiente e l’olio diventa limpido spontaneamente. Di conseguenza, l’olio che arriva dalla centrifugazione viene conservato in vasi d’acciaio, con un’atmosfera d’azoto per prevenire le ossidazioni, per sfruttare la sedimentazione spontanea della morchia. L’olio invece destinato subito alla commercializzazione è sottoposto a filtrazione mediante filtri prima del confezionamento. L’olio extra vergine di oliva deve essere posto in vendita al dettaglio in confezioni di capacità non superiori a 5 litri. Per il mercato nazionale, è confezionato prevalentemente in bottiglie di vetro e lattine, mentre sui mercati esteri hanno una notevole diffusione i materiali plastici Nel caso dell’olio extra-vergine d’oliva, il packaging riveste un ruolo fondamentale come barriera protettiva nei confronti di luce ed ossigeno e quindi come mezzo per preservare le caratteristiche qualitative dell’olio. L’utilizzo di bottiglie in vetro scuro, verde o ambra, può rappresentare un efficace mezzo per di protezione dalla foto-ossidazione cui l’olio extra vergine di oliva può essere soggetto durante l’esposizione negli ambienti di commercializzazione del prodotto o durante l’utilizzo domestico. Particolare attenzione merita anche il tipo di chiusura applicato sulla bottiglia che, oltre a garantire la chiusura ermetica, deve protegge la confezione dal rischio di gocciolamento. LAVORAZIONE Il frutto dell’olivo, l’oliva, detto anche drupa, è formata dall’epicarpo (buccia), dal mesocarpo (polpa) e
  • 2. dall’endocarpo (nocciolo). Quest’ultimo contiene il seme. L’oliva inizia la sua maturazione a metà ottobre e prosegue fino a fine novembre, passando dal colore verde al rosso, per finire al viola intenso. La raccolta delle olive è la fase più critica per l’ottenimento di un buon olio. In passato questa veniva eseguita esclusivamente a mano (brucatura) mentre oggi, grazie alle nuove tecnologie, è stata meccanizzata, permettendo così di ottenere un considerevole risparmio di tempo dalla raccolta alla spremitura ed una migliore qualità dell’olio. Una volta raccolte le olive si procede alla fase di estrazione dell’olio (il succo del frutto) dall’oliva. La produzione dell’olio d’oliva di maggiore importanza si basa su processi di estrazione esclusivamente meccanici. In questo modo si distinguono merceologicamente gli oli “vergini” da quelli ottenuti mediante processi basati su metodi fisici e chimici (oli di semi, oli di oliva rettificati e raffinati, oli di sansa). Le linee di lavorazione nell’estrazione meccanica differiscono per i metodi usati nelle singole fasi ma, in generale, la linea di produzione di un oleificio comprende 6 fasi fondamentali: 1) Operazioni preliminari Questa prima operazione serve per preparare le olive raccolte alla lavorazione ed all’estrazione vera e propria. Le operazioni preliminari riguardano la “cernita” – in cui le olive sono separate dalla terra, rametti e foglie-, la “pesatura” e lo “stoccaggio”, al fine di ottenere una massa sufficiente di olive da avviare all’estrazione. 2) Molitura Ha lo scopo di rompere le pareti delle cellule e far fuoriuscire i succhi tramite azioni meccaniche che provocano lo sfregamento dei frammenti del nocciolo sulle polpe, oppure all’urto di dispositivi meccanici in rotazione ad alta velocità nella massa delle polpe. I sistemi utilizzati sono di due tipi: Molitura classica: la rottura delle pareti cellulari avviene attraverso l’azione meccanica della “molazza” (strumento in pietra composto da due o più ruote) che frantuma i noccioli e rimescola la massa lavorata. La fuoriuscita dei succhi non è dovuta allo schiacciamento ma all’azione di sfregamento degli spigoli taglienti dei frammenti di nocciolo sulla polpa delle olive. Frangitura: il frangitore a martelli è il macchinario più utilizzato nei moderni impianti, perché si integra perfettamente con le esigenze di automazione degli impianti e richiede tempi molto più brevi rispetto alla molitura classica. La rottura della polpa avviene a causa degli urti dei dispositivi ruotanti ad alta velocità e solo in parte dall’azione meccanica dei frammenti di nocciolo. La pasta ottenuta dopo questa fase di lavorazione è detta “ pasta d’olio” ed è composta da olio, acqua e parti solide. 3) Gramolatura Questa operazione viene svolta da macchine chiamate gramole o gramolatrici, che hanno lo scopo di rompere, tramite il rimescolamento, l’emulsione di olio e acqua proveniente dalla fase della molitura. Tale lavorazione si rende necessaria per facilitare la lavorazione nelle fasi successive e per incrementare la resa complessiva dell’impianto. Grazie all’azione di rimescolamento, le gocce d’olio tendono a separarsi automaticamente dall’acqua. Questo avviene in una vasca d’acciaio dove ruotano pale elicoidali che effettuano 20-30 giri al minuto. La fase della gramolatura, per evitare l’eccessiva ossidazione del prodotto, ha una durata media di 20- 40 minuti e mai superiore ai 60 minuti. 4) Estrazione del mosto d’olio
  • 3. Questa fase è resa necessaria per separare il mosto d’olio dalla sansa, la frazione solida costituita dai frammenti di nocciolo, buccette e da frammenti di polpa. I metodi di estrazione sono di tre tipi: Pressione: è il metodo classico di separazione del mosto d’olio dalle sanse. Si dispone la pasta d’olio su sottili dischi filtranti (fiscoli) che, impilati uno sull’altro, lasciano fuoriuscire l’olio per forza della pressione idraulica. Centrifugazione: la pasta d’olio subisce la centrifugazione in un cono ruotante orizzontale (decanter) ad una velocità di rotazione di 3000-3500 giri al minuto. Per effetto della centrifugazione si ottengono tre frazioni: le sanse, il mosto d’olio e le acque di vegetazione. Sinolea: si basa su un impianto a ciclo continuo che consiste in una vasca contenente la pasta d’olio, nella quale viene immerso il dispositivo estrattore costituito da lame d’acciaio. L’estrattore ripercorre in un ciclo continuo piuttosto lento (7-9 giri al minuto) le seguenti fasi: immersione, sollevamento e raschiamento dell’olio. Il prodotto di questa fase è detto “mosto d’olio” che, se ottenuto tramite i primi due processi descritti, contiene ancora un residuo solido detto morchia. 5) Separazione dell’olio dall’acqua. Ha lo scopo di separare i due componenti del mosto d’olio. Nel processo si separano le due fasi liquide non miscibili e gran parte delle morchie. Tale fase può essere svolta attraverso la decantazione o la centrifugazione. Decantazione: è la separazione dall’acqua dell’olio che, essendo più leggero, tende a risalire in superficie. E’ un metodo che non viene più usato, poiché non permette di avere prodotti di alta qualità. Centrifugazione verticale: questo processo riguarda sia il mosto dell’olio che l’acqua di vegetazione che, per effetto della differente densità, vengono separati in due diversi efflussi da separatori centrifughi verticali. Successivamente, attraverso la rotazione, i residui solidi (morchie) vengono eliminati tramite un sistema di sicurezza automatizzato. CONSERVAZIONE E' importante che l'olio sia conservato in contenitori che lo proteggano dai raggi solari. Durante lo stoccaggio in azienda il problema della luce non si pone se il prodotto viene conservato dentro silos in acciaio inox. Il problema è tipico invece della fase distributiva, nella sua permanenza sulle pedane o a scaffale. Oggi la tendenza generale è verso l'utilizzo del vetro scuro o delle lattine, è bene comunque prendere qualsiasi precauzione utile per evitare che, specie durante i trasferimenti da uno stabilimento all'altro e dal negozio a casa, le confezioni di olio rimangano a lungo sotto il sole. E' necessario evitare temperature troppo basse alle quali l'olio congelerebbe e altresì temperature troppo alte che ne provocherebbero il riscaldamento. E' bene sapere che al di sotto dei 10°C è possibile che si formino dei depositi e delle particelle in sospensione di colore biancastro. Questo fenomeno, che può allertare il consumatore, è in realtà un fenomeno naturale di cristallizzazione dell'olio a causa delle basse temperature e coinvolge dapprima i grassi saturi e le particelle in sospensione per poi estendersi a tutta la massa di olio con l'abbassarsi ulteriore delle temperature. Sarà sufficiente riportare l'olio ad una temperatura ideale (12-18°C) perché questo riacquisti la sua limpidezza. Occorre tenere i contenitori di stoccaggio ben chiusi ed evitare che questi trattengano ossigeno al loro interno. L'olio deve essere conservato dentro fusti e silos preferibilmente in acciaio inox che siano facilmente lavabili, chiudibili in modo ermetico e con un dispositivo sul fondo che permetta di rimuovere le morchie ed il materiale di deposito. Tali contenitori devono essere dotati di dispositivi che permettano l'inserimento di gas nobili o inerti (gas che hanno una scarsa propensione
  • 4. a reagire con altre molecole), in particolare l'azoto per uso alimentare che viene immesso nello "spazio di testa" lasciato libero dall'olio man mano che il contenitore si svuota. Tali gas inerti vanno così ad occupare quello spazio che verrebbe altrimenti occupato dall'aria e dall'ossigeno. A tal fine è molto importante separare l'olio dalle morchie che interferiscono negativamente con l'olio. Questo può avvenire in maniera naturale attraverso la decantazione, ossia lasciando a riposo l'olio con conseguente deposito sul fondo delle particelle in sospensione-dispersione. Successivamente l'olio verrà travasato in nuovi contenitori puliti oppure il deposito verrà rimosso se il contenitore è dotato di un sistema per lo smaltimento delle morchie. Altra soluzione è la filtrazione con sistemi a filtro che possono intervenire sull'olio appena prodotto oppure prima del confezionamento. La filtrazione è importante per stabilizzare le caratteristiche chimico-compositive, garantendo una maggiore conservabilità del prodotto e mantenendo nel tempo le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche (shelf-life). Il rispetto di queste precauzioni è condizione essenziale per la conservazione dell'olio, diversamente si potrebbero produrre i seguenti effetti negativi: aumento dell'acidità, appiattimento delle note fruttate o insorgere di difetti importanti come il rancido, la morchia o il fermentato. La causa principale di tutti questi processi di deterioramento qualitativo dell'olio è l'ossidazione dei grassi insaturi. ALLERGENI In Italia si registrano numerose segnalazioni d’intolleranza all'olio di oliva, con manifestazioni di congiuntivite allergica. Questa forma di allergia inizia come sensibilizzazione per via respiratoria al polline dell'olivo e poi diviene alimentare per reazione crociata con gli antigeni degli oli vegetali, che contengono gli antigeni del frutto d'origine PROPRIETÀ (proteine, grassi….) L'olio è una sostanza lipidica e come tutti i lipidi alimentari è costituito soprattutto da trigliceridi, a loro volta formati dall'esterificazione dei tre gruppi ossidrilici del glicerolo con altrettanti acidi grassi PRODUTTORI LOCALI La zona di produzione delle olive comprende i territori amministrativi dei seguenti comuni: Perugia, Piegaro, Paciano, Panicale, Castiglione del Lago, Magione, Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul Trasimeno, Lisciano Niccone, Umbertide, Città di Castello, Monte Santa Maria Tiberina, Corciano, Citerna, San Giustino, Montone, Pietralunga. ABBINAMENTI CON ALTRI PRODOTTI DEL TERRITORIO Si abbina con carpaccio di pesce di lago, pesci nobili arrosto e passati di verdure. PIATTI DA PREPARARE Nella dieta mediterranea la principale fonte di lipidi è l’olio d’oliva. L’olio d’oliva rispetto ad altri grassi animali o vegetali apporta lipidi in un modo assai più salutare: è composto in gran parte di acidi grassi monoinsaturi, e per questo garantisce una serie di benefici per la salute del nostro corpo - un sostanziale equilibrio tra colesterolo “buono” (quello trasportato dalle lipoproteine HDL, che funziona come “spazzino delle arterie”) e quello “cattivo” (che invece è trasportato dalle lipoproteine LDL). - un apporto di acidi grassi estremamente digeribili - una fonte di vitamine e un aiuto per l’assimilazione delle vitamine contenute negli altri cibi. L’olio d’oliva è inoltre validissimo come grasso di cottura, proprio perché ricco di acidi grassi monoinsaturi che resistono meglio al calore. STORIA DEL PRODOTTO L’origine dell’olio d’oliva resta un mistero. Le prime prove di olive coltivate risalgono ad oltre 6.000 anni fa in Medio Oriente: qui, inizialmente, l’olio di oliva veniva utilizzato come unguento per la pelle, olio per lampade o anche assunto come medicinale. Successivamente, intorno al 3500 a.C., si ebbero i primi segni di coltivazione dell’olivo anche in zone non adatte dal punto di vista climatico, segno evidente degli sforzi compiuti per diffondere la coltivazione di questo frutto. Nel 2500 a.C. il codice babilonese di Hammurabi regolava la produzione e il commercio dell’olio di
  • 5. oliva, mentre in Egitto, già prima dell’inizio della XIX dinastia (1300 a.c.), i rami dell’olivo adornavano le tombe dei faraoni. Successivamente, grazie ai greci, la coltivazione dell’olivo iniziò a diffondersi nel bacino del Mediterraneo. A dimostrazione dell’importanza della pianta di olivo, essa è presente in numerose leggende greche. I Greci narrano infatti che il primo olivo fu fatto spuntare sull’Acropoli dalla dea Atena durante la contesa con il dio Poseidone per il predominio della regione dell’Attica; Zeus decretò il dono di Atena come il più utile agli ateniesi, per il suo utilizzo nella preparazione dei cibi, nella cura della persona e come fonte di luce. Ed ancora: Apollo nacque sotto una pianta di olivo, mentre suo figlio Aristeo, dopo aver appreso dalle ninfe come innestare l’olivo selvatico per avere un raccolto abbondante, insegnò agli uomini a frangere le olive per ricavarne l’olio. Ma è con il dominio di Roma nel Mediterraneo che si assistette all’epoca di maggior sviluppo della coltivazione dell’olivo: i romani diffusero la pianta in tutti i territori conquistati ed addirittura imposero il pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. Grazie ai romani, il processo di coltivazione, estrazione e conservazione dell’olio migliorò, e la diffusione del prodotto arrivò fino ai territori del nord Europa. Sempre i romani iniziarono a suddividere le tipologie di olio in funzione del momento della spremitura. Si identificarono così cinque qualità di olio: “oleum ex albis ulivis”, dalla spremitura di olive verdi; “oleum viride”, da olive raccolte ad uno stadio più avanzato di maturazione; “oleum maturum”, da olive mature; “oleum caducum”, da olive cadute a terra e “oleum cibarium”, ricavato da olive quasi passite. L’olio è presente anche nella mitologia romana, la quale attribuisce a Ercole l’introduzione dell’olivo dal Nordafrica. La dea Minerva avrebbe poi insegnato l’arte della coltivazione e dell’estrazione dell’olio agli uomini. Con la caduta dell’impero romano, anche la coltivazione dell’olivo cadde in disgrazia, e per centinaia di anni gli uliveti sopravvissero solo in poche regioni. Nel Medioevo l’agricoltura aveva una funzione di sostentamento più che commerciale, e per questo motivo i terreni migliori venivano recuperati per produrre cereali di base. In questo periodo si preferiva un uso alimentare di grassi animali (vista la loro maggiore conservabilità) più che di olio. Erano principalmente gli ordini religiosi a possedere la maggior parte degli olivi; l’olio infatti veniva diffusamente utilizzato per le funzioni liturgiche. Fu solamente intorno al 1100 d.c. che gli oliveti ricominciano a fiorire in Italia, anche grazie alla borghesia commerciale che scoprì nel commercio dell’olio una fonte importante di guadagno. Durante il Trecento si delineano due scuole di pensiero riguardo ai condimenti. Da una parte, le popolazioni del nord Europa affermano il primato dei grassi animali, mentre nel sud, specialmente in Italia, l’olio diventa il condimento naturale per ogni tipo di preparazione. Nel 1400 l’Italia era il maggior produttore di olio d’oliva nel mondo, ed offriva uno straordinario olio che abbelliva le tabelle del Rinascimento in tutta Europa. Nel 1700 si iniziarono a catalogare l’ulivo e i suoi frutti, classificandoli a seconda della provenienza geografica. Inoltre, grazie ad un’economia in continua crescita, la coltivazione dell’olivo venne incentivata e la sua fama si allargò fino a raggiungere la maggior parte dei paesi europei. Il prodotto italiano per eccellenza continuò sempre più a farsi conoscere, e fu proprio a metà del Settecento che la Toscana definì la sua vocazione olivicola, estendendo al massimo la coltivazione dell’olivo. Nello stesso periodo, missionari francescani portarono i primi alberi di oliva nel Nuovo
  • 6. Mondo; cento anni dopo, l’olio d’oliva fece il suo debutto commerciale in America grazie agli immigrati italiani e greci che iniziarono a chiederne l’importazione dall’Europa. Si arriva così al Novecento. Nei decenni del dopoguerra e del boom economico l’olio, considerato elemento povero, vide diminuire notevolmente la propria valenza di ingrediente nutrizionale e venne gradualmente sostituito dai più “ricchi” grassi animali. Il XXI secolo decretò il successo della dieta mediterranea e la conseguente rivalutazione della valenza nutrizionale di uno dei suoi elementi cardine, l’olio di oliva. L’olio di oliva è così diventato uno dei prodotti alimentari più graditi al mondo. ANALISI ORGANOLETTICA La metodologia stabilisce la tecnica di assaggio, le dimensioni del bicchiere, le caratteristiche del luogo dove si ritrova il Panel (gruppo di assaggio), il vocabolario di riferimento per l'olio d'oliva, la scheda di rilevazione e il calcolo per la classificazione. Il panel è formato da un gruppo di assaggiatori (da 8 a 10) preventivamente selezionati e addestrati da un capo panel, che coordina ed ha la responsabilità del funzionamento del gruppo. Ciascun membro del gruppo esegue l'assaggio dell'olio individualmente in un'apposita cabina. L'olio è contenuto nel tipico bicchiere colorato, per impedirne la vista ed evitare che il colore influenzi l'assaggiatore. L'analisi del campione avviene valutandone l'odore e il sapore: l'assaggio inizia con il prendere il bicchiere tra le mani, riscaldarlo e odorare il contenuto attraverso inspirazioni lente e intense, poi dopo aver distribuito in bocca una quantità sufficiente, si procede con la prova gustativa. Vengono effettuate aspirazioni corte e successive per distribuire il campione su tutto il cavo orale e per percepire per via retronasale i componenti volatili dell'olio. Le sensazioni positive (pregi) o negative (difetti) riscontrate da ciascun assaggiatore vengono annotate su un'apposita scheda. Spetta al capo panel verificare la coerenza della valutazione del suo gruppo e, seguendo un preciso calcolo matematico, attribuire al campione la corrispondente classificazione merceologica. CARATTERISTICHE SPECIFICHE L'Italia è il secondo produttore in Europa e nel mondo di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 464 000 tonnellate, due terzi dei quali extravergine e con ben 41 denominazioni DOP e un'IGP riconosciute dall'Unione europea. n Italia l'olivo è diffuso su circa un milione di ettari in coltura principale e su di una superficie di poco inferiore in coltura secondaria, consociata con seminativi o con altre specie arboree (vite, agrumi, mandorlo eccetera).In Umbria la produzione di olio corrisponde a 138.602 quintali (informazione del 2010). La potatura dell’ulivo può anche non essere effettuata tutti gli anni: bisogna operare in base alle proprie necessità e agli spazi che si hanno a disposizione. L’importante, in ogni caso, è prediligere i mesi di fine inverno o inizio primavera, febbraio - marzo, in cui la pianta non ha ancora iniziato la prima fase della fruttificazione. Le principali accortezze nell'effettuare la potatura sono: -riconoscere i rami più giovani e quelli più vecchi, andando a salvaguardare i primi, i quali sono più sottili ma spesso più produttivi; -potare in modo da lasciare solo una "punta": l’ulivo è un albero che tendea crescere in altezza, andando ad allungarsi verso la luce; -eliminare buona parte dei rami interni che ostruiscono maggiormente una buona illuminazione di tutta la pianta. I tagli delle branche devono essere precisi e netti; è importante che non venga danneggiata la buccia, in modo da scongiurare l'insorgenza di problemtiche future fra cui le malattie.
  • 7. EVENTI E ATTRAZIONI DEL TERRITORIO 5 Weekend dedicati all’Olio Extravergine di Oliva e ai prodotti agroalimentari di qualità tra degustazioni, passeggiate, convegni e musica. Cuore dell’evento sarà il FRANTOIO, luogo d’incontro dove vivere l’esperienza della spremitura delle olive. La mostra Sensational Umbria con gli scatti di Steve Mc Curry e la rassegna d’arte chiaveumbra diverranno veicoli di comunicazione della qualità dei prodotti e della bellezza dei luoghi. Si avvicina l’appuntamento con Frantoi Aperti 2014, l’iniziativa incentrata sulla valorizzazione dell’Olio extravergine di Oliva Dop Umbria, sul turismo rurale e dei borghi medievali che ormai da 17 edizioni anima l’Umbria, cuore verde d’Italia nel mese di novembre. Cuore pulsante della manifestazione, in programma dal 1° Novembre per cinque fine settimana consecutivi, saranno i Frantoi, luoghi d’incontro e socializzazione, con una serie di iniziative che consentiranno ai visitatori di respirarne appieno l’atmosfera: degustazioni di olio appena franto, accompagnate da pane bruscato e vino, riscaldate dal fuoco dei camini, possibilità di assistere alla lavorazione delle olive per l’estrazione dell’olio, occasioni d’incontro e dialogo sia con i produttori, vere e proprie sentinelle del territorio, incaricate di preservarne l’integrità dal punto di vista ambientale e paesaggistico, sia con i residenti, persone che, portando le olive in frantoio per la spremitura, attendono di riceverne il prodotto finale, l’oro verde umbro. L’edizione 2014 della rassegna, organizzata dalla Comunità Montana Monti Martani Serano e Subasio con la collaborazione della Strada dell’Olio, sarà caratterizzata da bellissime manifestazioni nei Borghi aderenti (Assisi, Attigliano, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Castiglione del Lago, Foligno, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Magione, Passignano sul Trasimeno, Piegaro, Spello, Spoleto, Trevi, Valtopina) all’ insegna della tradizione, dove si festeggerà la venuta dell’ olio nuovo, ma anche da novità importanti, con eventi che utilizzeranno l’arte contemporanea e la fotografia come veicoli per valorizzare la bellezza dei luoghi e comunicare la qualità dei prodotti della terra. Il 1° novembre, negli spazi dell’Oleoteca- Ex Mattatoio di Trevi, uno dei borghi umbri aderenti alla manifestazione, si inaugurerà infatti la mostra Sensational Umbria, esposizione di scatti fotografici realizzati da Steve McCurry e promossa dalla Regione Umbria che metterà in risalto, attraverso la bellezza delle immagini, il rapporto inscindibile tra armonia e integrità paesaggistica e qualità dei prodotti agricoli e alimentari, con l’olio umbro come indiscusso protagonista. Inoltre, per l’intera durata della rassegna, sarà a disposizione del pubblico la mostra itinerante d’arte contemporanea Chiave Umbra, allestita in alcuni luoghi romiti dei borghi aderenti, aperti per l’occasione, come cascine, chiese campestri, castelli, immersi nel paesaggio olivato e raggiungibili tramite le navette di collegamento dai Borghi medievali aderenti ai Frantoi aperti. Accanto alle novità, Frantoi Aperti 2014 sarà l’occasione, come tutti gli anni, di vivere il territorio e la natura umbra, partecipando a passeggiate tra gli ulivi con soste nei frantoi, scoprire ed apprezzare i prodotti alimentari di qualità, tra cui indiscusso protagonista è l’Olio extravergine di Oliva Dop Umbria delle 5 prestigiose zone dell’Umbria (Colli del Trasimeno, dei Colli Orvietani, Colli Amerini, dei Colli di Assisi e di Spoleto e dei DOP Colli Martani), attraverso una serie di appuntamenti organizzati nei Comuni aderenti che includeranno le classiche degustazioni d’olio guidate da esperti sensoriali, la possibilità di conoscere le numerose eccellenze alimentari dell’Umbria, il tartufo, presidi slow food, i vini Doc e Docg, i salumi, i legumi, anche grazie alla partnership con il Movimento del Turismo del Vino Umbria e ilConsorzio di Tutela della Lenticchia di Castelluccio di Norcia IGP, concerti di musica popolare umbra, giochi tradizionali per bambini e adulti, scuole di cucina, partecipazione alla raccolta delle olive, fattorie didattiche, trekking tra gli ulivi, servizi di navette gratuite per i frantoi; Frantoi Aperti questo anno sarà anche occasione d’incontro e conoscenza con le tradizioni dell’artigianato
  • 8. locale, come la Mostra Mercato di Artigiani Innovatori, in programma ad Assisi il 1° e 2 novembre, e momenti di dibattito e confronto su tematiche legate al territorio. In particolare, il 15 novembre ad Assisi si terrà il convegno dal titolo “Verso Expo 2015. Il turismo dell’olio: esperienze di valorizzazione del territorio”, in cui, con l’intervento di docenti universitari ed esperti di turismo enogastronomico, si racconteranno le buone pratiche di alcune Regioni italiane con particolare riguardo al caso della Strada dell’Olio e di Frantoi Aperti, presentato come esempio da seguire e raffrontato con altre esperienze italiane, anche in vista dell’Expo 2015, espressione di valori incarnati dal caso umbro. Frantoi Aperti 2014 conferma poi l’attenzione verso il mondo dei social e dei moderni strumenti di comunicazione attraverso due iniziative: il nuovo contest di cucina creativa riservato ai Food Blogger, che si cimenteranno nella preparazione di originali ricette per vincere un fine settimana in Umbria durante l’evento, e la IV edizione del Blog Tour che, grazie ad un format rinnovato, accoglierà Travel Blogger da tutta Italia, accompagnandoli, oltre che nell’itinerario classico di Frantoi Aperti, in un percorso alternativo, predisposto per l’occasione da giovani residenti, invitati ad elaborare proposte di visita nei territori dell’olio umbro e diventando così compagni di viaggio dei blogger ospiti. Per l’occasione Frantoi Aperti ha lanciato una selezione di volontari, chiamati a proporre un itinerario tematico nella zona di residenza e ad accogliere per un fine settimana i Travel Blogger. Come di consueto Frantoi Aperti farà vivere l’atmosfera dell’Umbria anche su Facebook, Twitter, Flikr; un utile strumento per trovare i Frantoi ed i vari luoghi della manifestazione è la App Frantoi Aperti (gratuita) per iPhone e Android. Novità social di quest’anno è infine il progetto non convenzionale che invita tutti a condividere i “baci scattati in luoghi suggestivi della campagna umbra al sapore di olio” su Instagram con l’hashtag #kissingreen #kissinumbria; le foto dei luoghi bellissimi e dei baci all’olio, verranno inseriti nella mappa dei luoghi dove baciarsi in Umbria. Chi si metterà in gioco con un bacio nelle terre dell’Olio riceverà sconti e omaggi dai frantoi aderenti all’iniziativa.