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ESTERNA

VALUTAZIONE

INTERNA

• Molto centrata sui risultati,
meno centrata sul contesto e
sul processi del singolo istituto
• Condotta dall’INVALSI (prove
strutturate) e dal progetto
ValSiS (– Valutazione di
Sistema e delle Scuole)
• Gerarchica

• Molto centrata sul contesto e sui
processi del singolo istituto,
meno centrata sui „risultati‟
• Condotta dall’unità scolastica
mediante operatori appartenenti
all’unità scolastica medesima
• formativa, partecipata,
pragmatica

SCOPI:
• Confronto con altre scuole
• Stabilire standard di apprendimento

SCOPI: strumento partecipato di
giudizio, per individuare punti di forza
e di debolezza dell’istituto.
NORMATIVA
• Decreto legislativo n. 286 del 19 /11/ 2004: istituisce il Servizio nazionale di
valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (INVALSI, ex CEDE), con
lo scopo della verifica periodica degli apprendimenti degli studenti e lo studio dei
fattori che influenzano tali apprendimenti, quali ad esempio il contesto, le risorse, la
qualità dell’offerta formativa.
• Direttiva n. 74/2008: il MIUR definisce le attività dell’INVALSI nel triennio 2008 –
2011, individuando, fra le altre, due aree di intervento: la valutazione di sistema e la
valutazione delle scuole (ribadito nel Decreto n. 213/2009, ove si attribuisce
all’INVALSI anche il compito di studiare modelli per la valutazione delle istituzioni
scolastiche e di quelle di istruzione e formazione professionale).
• Circolare INVALSI del 16/10/ 2012: specifica che dal corrente a.s. le prove sono
strutturate in modo da consentire anche un confronto diacronico per le classi V
• Autonomia scolastica, legge 15/03/1997, art. 21: le scuole hanno «l’obbligo di
adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività
scolastica e del raggiungimento degli obiettivi».
AUTONOMIA E VALUTAZIONE
Vi sono molti aspetti dell’autonomia degli istituti scolastici che richiamano la
necessità dell’autovalutazione della singola scuola:
• La libertà di innovare in campo scolastico, con la conseguente necessità di
verificarne gli esiti;
• Il decentramento delle responsabilità finanziarie;
• Esprimere l’autocontrollo come la forma più efficace di controllo;
• Superare il rischio di autoreferenzialità, anche attraverso il confronto tra
valutazione interna ed esterna;
• Migliorare la qualità della scuola;
• Condivisione del sistema valutativo.
L’AUTOVALUTAZIONE O VALUTAZIONE INTERNA

Che cosa si valuta? Il funzionamento complessivo dell’istituto, le
azioni e non i soggetti.
Come? Mediante un modello basato sui campi d’indagine, fattori di
qualità e indicatori; i dati vengono confrontati sia diacronicamente,
sia sincronicamente
Per quale scopo? Per il miglioramento della qualità del servizio
fornito dal singolo istituto; altre finalità importanti sono:
l’intersoggettività e la trasparenza nei confronti degli utenti e delle
istituzioni.
A vantaggio di chi? Di studenti, genitori, istituzioni e di tutti gli
operatori della scuola
I CAMPI DI INDAGINE
Attualmente l’INVALSI fa riferimento al modello CIPP. Tuttavia, dal confronto di vari modelli,
i campi d’indagine sono riconducibili a:
CONTESTO: è il contesto economico e socio-culturale nel quale la scuola opera e con il quale
si deve confrontare per adeguare la sua offerta formativa, anche nella possibilità di scoprire
nel territorio associazioni e agenzie con le quali confrontarsi o che possano costituire
potenziali risorse per potenziare l’offerta stessa.
RISORSE (o INPUT): sono le norme, le leggi e le risorse strutturali, tecnologiche, umane,
finanziarie
PROCESSI: sono tutte le attività che svolge la scuola in ambito organizzativo (utilizzo dei
materiali e degli spazi, continuità didattica…), didattico e formativo (regolarità dei percorsi e
valutazione degli alunni, clima scolastico…)
RISULTATI (o PRODOTTO/OUTPUT): in «senso stretto» si riferisce al numero di iscritti
rispetto a quelli licenziati; di profitto (misurazione dei livelli di uscita rispetto a quelli di
entrata) di outcome (livelli di apprendimento, riuscita scolastica, soddisfazione dell’utenza,
raggiungimento degli obiettivi del POF)
OBIETTIVI
Sostenere ed accompagnare il processo di autonomia

Individuare modelli generalizzabili di autovalutazione
Migliorare la qualità del servizio intervenendo sui punti deboli
Coinvolgere le componenti scolastiche
Informare famiglie e comunità locale

METODI
Raccolta di dati
Questionari di soddisfazione dell’utenza e del personale scolastico
Rappresentazione dei dati
Eventuale pubblicizzazione dei dati
INDICATORI
Economico e demografico

Livello culturale dei genitori, dispersione scolastica,
sostegno in caso di difficoltà di apprendimento, continuità
di presenza dei docenti.
Livello e utilizzo delle risorse strutturali

Dotazioni tecnologiche

Livello e utilizzo delle risorse tecnologiche

Dotazioni finanziarie

Livello, provenienza e utilizzo delle risorse finanziarie

Indicatori di risorse
umane

INPUT

Socio-culturale-educativo

Dotazioni strutturali

CONTESTO

Dati forniti dal comune sull’evoluzione e le caratteristiche
demografiche, allievi che usufruiscono di provvidenze per lo
studio

Qualità dell’organizzazione, capacità di attrazione sul
territorio dell’Istituto, utilizzo delle risorse,
aggiornamento/autoformazione.

Apprendimento

Grado di difficoltà dell’apprendimento, integrazione ed
esigenze di sostegno, (stili di apprendimento)

Atteggiamento

Livello motivazionale, rapporto con la scuola

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PROCESSI
Comunicazione e
partecipazione
Struttura
organizzativa

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capacità di realizzazione e progettuale dell’Istituto,
partecipazione alle iniziative

didattica

PROCESSI

Livello di soddisfazione del POF, capacità di promuovere
l’Istituto, livelli di partecipazione esterna ed interna

Sperimentazione, articolazione del sistema di valutazione,
delle metodologie didattiche, integrazione nella
programmazione, motivazione allo studio.

Livelli di soddisfazione rispetto a metodologie didattiche,
scuola, sistema di valutazione

Clima

OUTPUT/
RISULTATI

Livelli di soddisfazione rispetto a offerta didattica, da parte
di allievi, personale scolastico, genitori.

Risultati finali
generali

Livelli di apprendimento conseguiti

Risultati per area
disciplinare

Livelli di apprendimento conseguiti per disciplina
Esistono diverse tipologie di modelli, ma con numerose somiglianze e con campi
d’indagine analoghi; qualche variazione si nota nei sottocampi.
MODELLI VALUTATIVI APPLICATI ANCHE ALLE SCUOLE, CON OPPORTUNI ADATTAMENTI:
1. CAF (modello europeo per le amministrazioni pubbliche, basato su 9 indicatori)
Attualmente adottato dal MIUR (qualita.pa, FORMIUR) e applicato in alcune regioni, Calabria,
Campania, Sicilia, Puglia)
MODELLI REALIZZATI DA RETI DI SCUOLE: la finalità è anche quella di operare confronti tra
scuole e stabilire degli standard di qualità. Si avvalgono spesso di agenzie esterne o operano
in sinergia con il territorio =
AIR : avviato nel ’98, il servizio è a pagamento.
RETE STRESA ( nata a Bergamo nel ‘98 per iniziativa di un gruppo di Dirigenti e un’ispettrice; si
avvale del modello CIPP e coinvolge 34 scuole, di cui una superiore)
MODELLO TRENTINO (istituito dal Comitato Provinciale di Valutazione del sistema scolastico
dal 1990); si avvale del modello CIPP e scuole efficaci di Hopkins.
MONIPOF: avviato dal MPI nel biennio ‘98/2000 con l’obiettivo di rilevare la capacità delle
scuole in autonomia di strutturare le proprie offerte POF.
MODELLO CIPP
Il riferimento concettuale scelto dal’Invalsi e dallo studio ValSIS per l’elaborazione dei dati è
il modello CIPP (Context – Input – Process - Product) L’idea che sta alla base del modello è
semplice: per una corretta valutazione dei risultati (di un sistema, di un programma o di un
progetto) è necessario collegare questi ultimi ad una preliminare valutazione degli input,
delle risorse e dei processi attivati in un determinato contesto.
Un ulteriore utilizzo del modello è quello di considerare ogni elemento di per sé, giudicando
se ciascun aspetto / indicatore si manifesti o meno in modo ‘accettabile’, o ad un livello
‘accettabile’.
• Contesto: in cui le scuole operano (aspetti demografici, economici e socio-culturali nei cui
confini la scuola si trova ad operare e che ne determinano la popolazione);
• gli input, ossia le risorse di cui il sistema educativo e le singole unità scolastiche
dispongono per offrire il proprio servizio e le tipologie di utenti (risorse umane, materiali,
ed economiche a disposizione, caratteristiche degli studenti in entrata);
• i processi attuati, ossia le attività realizzate dalla scuola (l'offerta formativa, le scelte
organizzative e didattiche, gli stili di direzione);
• i risultati ottenuti, sia immediati (percentuali di promossi, votazioni conseguite agli esami
di stato, livelli di apprendimenti rilevati con prove standardizzate) sia nel medio, sia nel
lungo periodo (accesso all’università e al mondo del lavoro).
MODELLO CAF
E’ un modello per rilevare la qualità di un sistema, applicato anche alla scuola.
Il progetto FORMIUR “Miglioramento delle performance delle Istituzioni scolastiche” è
realizzato nell'ambito del PON 2007-2013 "Competenze per lo sviluppo" (FSE Asse II
Capacità istituzionale - Obiettivo H) dal Dipartimento della Funzione Pubblica, su incarico
del MIUR, in collaborazione con FormezPA.
E’ operativo in 345 scuole di Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, previ corsi di formazione
e intervento di equipe di esperti.
E’ incentrato sui seguenti indicatori:

FATTORI ABILITANTI
Leadership
Politiche e strategie
Personale
Partnership e risorse
processi

RISULTATI
Risultati orientati a alunno/famiglia
Risultati orientati al personale
Risultati relativi alla società
Risultati relativi alle performance chiave
I DATI DA RILEVARE
Complessivamente i dati considerati sono:
• dati descrittivi di struttura in possesso dell’INVALSI (dati relativi alla valutazione degli
apprendimenti e delle competenze, o tratti dai questionari studenti e dalle schede per le
famiglie per rilevare il contesto familiare, di studio, ecc.)
• dati già presenti (come la disponibilità di computer o la percentuale di studenti
ripetenti) e di altre fonti istituzionali (Comune.);
• informazioni apprese grazie ad alcuni strumenti (questionari genitori e insegnanti,
schede, griglie di rilevazione, ecc.)
Il sistema ValSIS può rilevare ulteriori dati dalle scuole che ne richiedano l’intervento:
• Questionari rivolti ai D.S sulla scuola sul funzionamento dell’Istituto (es. descrizione dei
locali, partecipazione dei genitori, numero di assenze registrate…)
• Informazioni rilevate attraverso un ciclo di visite ispettive per osservare in modo
strutturato i processi didattici e organizzativi attuati a livello di scuola e di classe (anche
con osservazione diretta delle lezioni).
PROCEDURE PER RILEVARE I DATI
•
•
•
•
•
•

Analisi degli obiettivi del POF in termini verificabili (a partire dall’analisi dei bisogni)
Definizione degli indicatori di istituto
Raccolta dei dati dagli archivi e dai registri della scuola per creare gli indicatori
Somministrazione dei questionari (famiglie, studenti, personale scolastico)
Elaborazione e interpretazione dei dati
Utilizzazione dei dati in vista della revisione del POF e del miglioramento dei servizi
offerti.

Va considerata la possibilità di rendere pubbliche le analisi dei dati ottenuti, anche
all’esterno della scuola, per rendere conto alle famiglie della valutazione effettuata.
E’ stato rilevato come in alcune scuole l’autovalutazione rischi di scivolare verso derive
aziendalistiche. Le pratiche valutative hanno, invece, la finalità di migliorare qualità e
condivisione dell’offerta, non certamente quella di incentivare competizioni tra istituti
scolastici.

La centralità dell’azione scolastica resta quella educativa e formativa.

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Autovalutazione scolastica diapositive per ffss

  • 1. ESTERNA VALUTAZIONE INTERNA • Molto centrata sui risultati, meno centrata sul contesto e sul processi del singolo istituto • Condotta dall’INVALSI (prove strutturate) e dal progetto ValSiS (– Valutazione di Sistema e delle Scuole) • Gerarchica • Molto centrata sul contesto e sui processi del singolo istituto, meno centrata sui „risultati‟ • Condotta dall’unità scolastica mediante operatori appartenenti all’unità scolastica medesima • formativa, partecipata, pragmatica SCOPI: • Confronto con altre scuole • Stabilire standard di apprendimento SCOPI: strumento partecipato di giudizio, per individuare punti di forza e di debolezza dell’istituto.
  • 2. NORMATIVA • Decreto legislativo n. 286 del 19 /11/ 2004: istituisce il Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (INVALSI, ex CEDE), con lo scopo della verifica periodica degli apprendimenti degli studenti e lo studio dei fattori che influenzano tali apprendimenti, quali ad esempio il contesto, le risorse, la qualità dell’offerta formativa. • Direttiva n. 74/2008: il MIUR definisce le attività dell’INVALSI nel triennio 2008 – 2011, individuando, fra le altre, due aree di intervento: la valutazione di sistema e la valutazione delle scuole (ribadito nel Decreto n. 213/2009, ove si attribuisce all’INVALSI anche il compito di studiare modelli per la valutazione delle istituzioni scolastiche e di quelle di istruzione e formazione professionale). • Circolare INVALSI del 16/10/ 2012: specifica che dal corrente a.s. le prove sono strutturate in modo da consentire anche un confronto diacronico per le classi V • Autonomia scolastica, legge 15/03/1997, art. 21: le scuole hanno «l’obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi».
  • 3. AUTONOMIA E VALUTAZIONE Vi sono molti aspetti dell’autonomia degli istituti scolastici che richiamano la necessità dell’autovalutazione della singola scuola: • La libertà di innovare in campo scolastico, con la conseguente necessità di verificarne gli esiti; • Il decentramento delle responsabilità finanziarie; • Esprimere l’autocontrollo come la forma più efficace di controllo; • Superare il rischio di autoreferenzialità, anche attraverso il confronto tra valutazione interna ed esterna; • Migliorare la qualità della scuola; • Condivisione del sistema valutativo.
  • 4. L’AUTOVALUTAZIONE O VALUTAZIONE INTERNA Che cosa si valuta? Il funzionamento complessivo dell’istituto, le azioni e non i soggetti. Come? Mediante un modello basato sui campi d’indagine, fattori di qualità e indicatori; i dati vengono confrontati sia diacronicamente, sia sincronicamente Per quale scopo? Per il miglioramento della qualità del servizio fornito dal singolo istituto; altre finalità importanti sono: l’intersoggettività e la trasparenza nei confronti degli utenti e delle istituzioni. A vantaggio di chi? Di studenti, genitori, istituzioni e di tutti gli operatori della scuola
  • 5. I CAMPI DI INDAGINE Attualmente l’INVALSI fa riferimento al modello CIPP. Tuttavia, dal confronto di vari modelli, i campi d’indagine sono riconducibili a: CONTESTO: è il contesto economico e socio-culturale nel quale la scuola opera e con il quale si deve confrontare per adeguare la sua offerta formativa, anche nella possibilità di scoprire nel territorio associazioni e agenzie con le quali confrontarsi o che possano costituire potenziali risorse per potenziare l’offerta stessa. RISORSE (o INPUT): sono le norme, le leggi e le risorse strutturali, tecnologiche, umane, finanziarie PROCESSI: sono tutte le attività che svolge la scuola in ambito organizzativo (utilizzo dei materiali e degli spazi, continuità didattica…), didattico e formativo (regolarità dei percorsi e valutazione degli alunni, clima scolastico…) RISULTATI (o PRODOTTO/OUTPUT): in «senso stretto» si riferisce al numero di iscritti rispetto a quelli licenziati; di profitto (misurazione dei livelli di uscita rispetto a quelli di entrata) di outcome (livelli di apprendimento, riuscita scolastica, soddisfazione dell’utenza, raggiungimento degli obiettivi del POF)
  • 6. OBIETTIVI Sostenere ed accompagnare il processo di autonomia Individuare modelli generalizzabili di autovalutazione Migliorare la qualità del servizio intervenendo sui punti deboli Coinvolgere le componenti scolastiche Informare famiglie e comunità locale METODI Raccolta di dati Questionari di soddisfazione dell’utenza e del personale scolastico Rappresentazione dei dati Eventuale pubblicizzazione dei dati
  • 7. INDICATORI Economico e demografico Livello culturale dei genitori, dispersione scolastica, sostegno in caso di difficoltà di apprendimento, continuità di presenza dei docenti. Livello e utilizzo delle risorse strutturali Dotazioni tecnologiche Livello e utilizzo delle risorse tecnologiche Dotazioni finanziarie Livello, provenienza e utilizzo delle risorse finanziarie Indicatori di risorse umane INPUT Socio-culturale-educativo Dotazioni strutturali CONTESTO Dati forniti dal comune sull’evoluzione e le caratteristiche demografiche, allievi che usufruiscono di provvidenze per lo studio Qualità dell’organizzazione, capacità di attrazione sul territorio dell’Istituto, utilizzo delle risorse, aggiornamento/autoformazione. Apprendimento Grado di difficoltà dell’apprendimento, integrazione ed esigenze di sostegno, (stili di apprendimento) Atteggiamento Livello motivazionale, rapporto con la scuola Capacità cognitive e linguistiche Impegno, comprensione, livelli cognitivi… PROCESSI
  • 8. Comunicazione e partecipazione Struttura organizzativa Articolazione dei servizi complementari alla didattica, capacità di realizzazione e progettuale dell’Istituto, partecipazione alle iniziative didattica PROCESSI Livello di soddisfazione del POF, capacità di promuovere l’Istituto, livelli di partecipazione esterna ed interna Sperimentazione, articolazione del sistema di valutazione, delle metodologie didattiche, integrazione nella programmazione, motivazione allo studio. Livelli di soddisfazione rispetto a metodologie didattiche, scuola, sistema di valutazione Clima OUTPUT/ RISULTATI Livelli di soddisfazione rispetto a offerta didattica, da parte di allievi, personale scolastico, genitori. Risultati finali generali Livelli di apprendimento conseguiti Risultati per area disciplinare Livelli di apprendimento conseguiti per disciplina
  • 9. Esistono diverse tipologie di modelli, ma con numerose somiglianze e con campi d’indagine analoghi; qualche variazione si nota nei sottocampi. MODELLI VALUTATIVI APPLICATI ANCHE ALLE SCUOLE, CON OPPORTUNI ADATTAMENTI: 1. CAF (modello europeo per le amministrazioni pubbliche, basato su 9 indicatori) Attualmente adottato dal MIUR (qualita.pa, FORMIUR) e applicato in alcune regioni, Calabria, Campania, Sicilia, Puglia) MODELLI REALIZZATI DA RETI DI SCUOLE: la finalità è anche quella di operare confronti tra scuole e stabilire degli standard di qualità. Si avvalgono spesso di agenzie esterne o operano in sinergia con il territorio = AIR : avviato nel ’98, il servizio è a pagamento. RETE STRESA ( nata a Bergamo nel ‘98 per iniziativa di un gruppo di Dirigenti e un’ispettrice; si avvale del modello CIPP e coinvolge 34 scuole, di cui una superiore) MODELLO TRENTINO (istituito dal Comitato Provinciale di Valutazione del sistema scolastico dal 1990); si avvale del modello CIPP e scuole efficaci di Hopkins. MONIPOF: avviato dal MPI nel biennio ‘98/2000 con l’obiettivo di rilevare la capacità delle scuole in autonomia di strutturare le proprie offerte POF.
  • 10. MODELLO CIPP Il riferimento concettuale scelto dal’Invalsi e dallo studio ValSIS per l’elaborazione dei dati è il modello CIPP (Context – Input – Process - Product) L’idea che sta alla base del modello è semplice: per una corretta valutazione dei risultati (di un sistema, di un programma o di un progetto) è necessario collegare questi ultimi ad una preliminare valutazione degli input, delle risorse e dei processi attivati in un determinato contesto. Un ulteriore utilizzo del modello è quello di considerare ogni elemento di per sé, giudicando se ciascun aspetto / indicatore si manifesti o meno in modo ‘accettabile’, o ad un livello ‘accettabile’. • Contesto: in cui le scuole operano (aspetti demografici, economici e socio-culturali nei cui confini la scuola si trova ad operare e che ne determinano la popolazione); • gli input, ossia le risorse di cui il sistema educativo e le singole unità scolastiche dispongono per offrire il proprio servizio e le tipologie di utenti (risorse umane, materiali, ed economiche a disposizione, caratteristiche degli studenti in entrata); • i processi attuati, ossia le attività realizzate dalla scuola (l'offerta formativa, le scelte organizzative e didattiche, gli stili di direzione); • i risultati ottenuti, sia immediati (percentuali di promossi, votazioni conseguite agli esami di stato, livelli di apprendimenti rilevati con prove standardizzate) sia nel medio, sia nel lungo periodo (accesso all’università e al mondo del lavoro).
  • 11. MODELLO CAF E’ un modello per rilevare la qualità di un sistema, applicato anche alla scuola. Il progetto FORMIUR “Miglioramento delle performance delle Istituzioni scolastiche” è realizzato nell'ambito del PON 2007-2013 "Competenze per lo sviluppo" (FSE Asse II Capacità istituzionale - Obiettivo H) dal Dipartimento della Funzione Pubblica, su incarico del MIUR, in collaborazione con FormezPA. E’ operativo in 345 scuole di Campania, Calabria, Sicilia e Puglia, previ corsi di formazione e intervento di equipe di esperti. E’ incentrato sui seguenti indicatori: FATTORI ABILITANTI Leadership Politiche e strategie Personale Partnership e risorse processi RISULTATI Risultati orientati a alunno/famiglia Risultati orientati al personale Risultati relativi alla società Risultati relativi alle performance chiave
  • 12.
  • 13. I DATI DA RILEVARE Complessivamente i dati considerati sono: • dati descrittivi di struttura in possesso dell’INVALSI (dati relativi alla valutazione degli apprendimenti e delle competenze, o tratti dai questionari studenti e dalle schede per le famiglie per rilevare il contesto familiare, di studio, ecc.) • dati già presenti (come la disponibilità di computer o la percentuale di studenti ripetenti) e di altre fonti istituzionali (Comune.); • informazioni apprese grazie ad alcuni strumenti (questionari genitori e insegnanti, schede, griglie di rilevazione, ecc.) Il sistema ValSIS può rilevare ulteriori dati dalle scuole che ne richiedano l’intervento: • Questionari rivolti ai D.S sulla scuola sul funzionamento dell’Istituto (es. descrizione dei locali, partecipazione dei genitori, numero di assenze registrate…) • Informazioni rilevate attraverso un ciclo di visite ispettive per osservare in modo strutturato i processi didattici e organizzativi attuati a livello di scuola e di classe (anche con osservazione diretta delle lezioni).
  • 14. PROCEDURE PER RILEVARE I DATI • • • • • • Analisi degli obiettivi del POF in termini verificabili (a partire dall’analisi dei bisogni) Definizione degli indicatori di istituto Raccolta dei dati dagli archivi e dai registri della scuola per creare gli indicatori Somministrazione dei questionari (famiglie, studenti, personale scolastico) Elaborazione e interpretazione dei dati Utilizzazione dei dati in vista della revisione del POF e del miglioramento dei servizi offerti. Va considerata la possibilità di rendere pubbliche le analisi dei dati ottenuti, anche all’esterno della scuola, per rendere conto alle famiglie della valutazione effettuata. E’ stato rilevato come in alcune scuole l’autovalutazione rischi di scivolare verso derive aziendalistiche. Le pratiche valutative hanno, invece, la finalità di migliorare qualità e condivisione dell’offerta, non certamente quella di incentivare competizioni tra istituti scolastici. La centralità dell’azione scolastica resta quella educativa e formativa.