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PREMIO 3x3
IL CONTEST PER SOSTENIBILITÀ AL SUD
1. Descrizione della soluzione
Nell’era della transizione digitale, che sta proponendo nuovi paradigmi di pensiero,
processo e realizzazione in ogni ramo dell’economia, il mondo AEC (Architettura,
Ingegneria, Costruzioni) sta affrontando una significativa trasformazione grazie al
progressivo ed estensivo utilizzo della metodologia BIM (Building Information Modeling)
che favorisce la digitalizzazione dei processi di tutte le fasi della catena del valore delle
costruzioni.
Le nuove tecnologie abilitanti consentono l’attivazione di un processo circolare di
produzione e analisi di dati, simulazioni, modellazioni, riconfigurazioni e azioni correttive.
In questa logica processuale e non solo progettuale, il Building Information Modeling
prefigura metodologie e strumenti che permettono l’attuazione di un nuovo sistema
integrato che si completa in filiere più ampie attraverso il governo di processi circolari
continui
Nel solco di questa trasformazione, si inserisce la soluzione proposta che prevede la
definizione di una strategia di gestione integrata BIM-BASED ed il relativo sviluppo di una
piattaforma abilitante per la gestione da parte delle Pubblica Amministrazione (PA)
dell’intero ciclo di un’opera pubblica, dalla fase di progettazione fino alla costruzione,
gestione, manutenzione, demolizione.
Le attività in corso si inquadrano nell’ambito del più ampio Progetto di Ricerca PROSIT -
PROgettare in SostenibilITà: qualificazione e digitalizzazione in edilizia - finanziato
nell'ambito dell'Accordo di Programma: "Distretti ad Alta Tecnologia, Aggregazioni e
Laboratori Pubblico Privati per il rafforzamento del potenziale scientifico e tecnologico
della Regione Campania", e prevedono una innovativa sperimentazione in relazione
all’ampio progetto di riqualificazione dell’Area Ex-Corradini avviato dal Comune di Napoli.
La sperimentazione, che prevede una costante collaborazione tra gli uffici tecnici del
Comune di Napoli e le strutture di ricerca del Distretto STRESS, ha come obiettivo la
validazione delle metodologie e degli strumenti di progettazione integrata BIM-BASED
rispetto ad un caso studio paradigmatico di una diffusa necessità di riqualificazione
sostenibile del patrimonio edilizio pubblico di natura industriale: l’Area Ex-Corradini per la
quale, con delibera di Giunta Comunale n. 785/2014, è stato approvato il progetto
preliminare denominato “completamento del restauro degli edifici di archeologia industriale
ex-Corradini a San Giovanni a Teduccio”, avente ad oggetto il restauro e il risanamento
conservativo degli edifici facenti parte del complesso immobiliare della società Corradini.
L’area scelta per la sperimentazione ricade nel territorio di San Giovanni a Teduccio,
quartiere “working-class” di Napoli, oggi target di una città in continua espansione nella
sua ricerca di sviluppo ed investimenti, che cerca di implementare attività complementari e
spazi culturali e di svago anche in un quartiere problematico. Dal 2015 nell’area si è
insediato il polo scientifico universitario dell’Università Federico II, con l’obiettivo di
costituire una importante occasione di riqualificazione di tutta la zona di Napoli Est. In tal
senso, la scelta dell’area di studio saprà evidenziare i caratteri di sostenibilità
dell’approccio integrato proposto, sostenibilità che nel settore delle costruzioni va
declinata analizzando e governando le ricadute degli interventi e delle trasformazioni sui
piani economico, sociale ed ambientale. In questo senso la soluzione propone un
approccio “informatizzato” che offre la possibilità di gestire in maniera integrata un sistema
di informazioni complesso, come quelli relativi agli impatti ambientali, economici e sociali,
determinanti nel processo decisionale alla base della
2. Descrizione del team e delle proprie risorse e competenze
STRESS s.c.a r.l. ,Sviluppo Tecnologie e Ricerca per l’Edilizia Sismicamente Sicura ed
ecoSostenibile, è una società consortile senza fini di lucro, nata a Napoli nel 2010, con
l’obiettivo di promuovere l’innovazione quale elemento qualificante di una filiera
complessa come quella delle costruzioni, attraverso un network eterogeneo di primari
istituti di ricerca ed importanti realtà imprenditoriali operanti sul territorio nazionale ed
internazionale.
Nel 2012, STRESS, è stata designata dal MIUR soggetto attuatore del Distretto ad alta
tecnologia sulle costruzioni sostenibili, ed è oggi tra i più accreditati riferimenti nel settore
dell’innovazione per le costruzioni nel Mezzogiorno. STRESS opera sulle tematiche della
sostenibilità, della sicurezza e della resilienza del costruito storico, delle città del futuro e
delle reti infrastrutturali, dando centralità alle ricadute sui sistemi urbani e sociali,
utilizzando un approccio che individua nella qualità della vita e nel benessere dei cittadini,
gli indicatori di una gestione positiva delle trasformazioni urbane e dell’utilizzo di risorse
naturali.
Attraverso le attività di ricerca e il know-how maturato, Stress punta a fornire un supporto
alla trasformazione del comparto in un’ottica industriale attivando azioni di dimostrazione e
diffusione, realizzazioni di prototipi e sperimentazioni, per trasferire conoscenze
tecnologiche e risultati ai contesti produttivi ed alle aziende operanti nel settore.
Per le attività di ricerca e sperimentazione qui presentate, è stato costruito un team
interdisciplinare che vede il coinvolgimento primario del Dipartimento di Strutture per
l’Ingegneria e l’Architettura e del Dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli
Federico II. L'Ateneo della Federico II è impegnato nella promozione e diffusione
dell'utilizzo delle metodologie BIM quale strumento per orientare la progettazione
sostenibile, sia con attività di didattica e formazione, sia con attività di ricerca in ambito
nazionale ed internazionale che, partendo dalla peculiarità storica delle nostre città, sono
da sempre state verticalizzate sullo sviluppo della metodologia BIM come strumento di
conoscenza e riqualificazione del patrimonio costruito.
3. Descrizione dei bisogni che si intende soddisfare
Come evidenziato dal Manuale per l'introduzione del BIM da parte della domanda pubblica
in Europa, redatto da EUBIM Taskforce, i vantaggi del BIM riguardano una pluralità di
soggetti: committenti o enti pubblici proprietari di infrastrutture e immobili, detentori
pubblici di infrastrutture e immobili coinvolti nella fase di gestione e di manutenzione;
funzionari e dirigenti preposti alle politiche pubbliche. Vantaggi che vengono individuati
soprattutto in “un migliore coordinamento e in una produzione più veloce di informazioni
precise e attendibili al fine di migliorare il processo decisionale e la qualità dei risultati.
Benefici che si traducono in vantaggi economici, quali: un miglior rapporto qualità-prezzo
durante la fase di consegna e una migliore qualità delle merci e dei servizi pubblici
durante l'utilizzo del bene edificato.”
Anche nel nostro Paese il ricorso al BIM è stato introdotto come un percorso irreversibile
nella progettazione, realizzazione e gestione dei lavori pubblici. Dal 1°Gennaio 2020,
infatti, entra nel vivo della sua applicazione il cosiddetto Decreto BIM, ovvero il DM
560/17, che definisce l’obbligatorietà BIM per le stazioni appaltanti e le amministrazioni in
relazione a lavori complessi di opere con importo a base di gara pari o superiore a 50
milioni di euro, importo a base di gara che a partire dal 1°Gennaio 2021 sarà ridotto a 15
milioni di euro.
In realtà la rivoluzione del BIM è partita prima ancora della sua obbligatorietà così come
evidenziato dall’ultimo rapporto dell’Oice, l’associazione delle società di Ingegneria, che
certifica un balzo del 223% nel numero di bandi Bim pubblicati nel 2018 rispetto al 2017
(che pure aveva segnato un incremento del 70% sull’anno prima). Si è passati dagli 83
bandi Bim del 2017 ai 268 del 2018 che in termini economici ha visto una crescita dai 30,5
milioni del 2017 agli oltre 161 milioni del 2018 (+428,5%). Sono state le Amministrazioni
dello Stato sia centrali che periferiche, tra le quali brilla soprattutto l’Agenzia del Demanio,
ad emanare la maggiore quantità di bandi BIM nel 2018, alle quali fanno coda i Comuni, le
Università e gli istituti di ricerca, le Concessionarie, le Province, gli Ospedali, le ASL, e
così via. Dal punto di vista territoriale, invece, si emerge ruolo importante, comunque, si
registra dalle amministrazioni del Sud con 94 bandi e 87,2 milioni di euro messi in gara
Ciò significa che le Pubbliche Amministrazioni devono essere in grado, sia per gli obblighi
normativi sia per sfruttare i vantaggi indiscussi offerti dalle nuove tecnologie digitali, di
dotarsi di nuovi strumenti per il controllo e la gestione dell’intero ciclo di vita delle opere
oggetto dell’appalto, nonché di avviare processi formativi nel segno della digitalizzazione
delle procedure, qualificando e garantendo competenza e professionalità del proprio
personale tecnico.
Da qui la nascita del progetto volto a favorire il ricorso al BIM come modello di gestione di
una commessa per la progettazione, la realizzazione e la manutenzione di un’opera
pubblica.
La sperimentazione proposta supporterà, in tal senso, il Comune di Napoli alla Gestione
del Primo Appalto in BIM secondo il DM 560/2/17.
4. Descrizione dei destinatari della misura
Le metodologie e gli strumenti che si intendono sviluppare sono prettamente destinati alle
Stazioni Appaltanti ed alle Pubbliche Amministrazioni, che dovranno, in virtù dei
sopramenzionati obblighi normativi, realizzare un percorso in grado, attraverso le più
innovative metodologie conoscitive, rappresentative, organizzative e di processo, di
gestire l’intero ciclo di vita dell’immobile, favorendo e ottimizzando la collaborazione tra
tutti i professionisti coinvolti in ciascuna delle fasi distintive durante la vita utile dello
stesso; raccogliendo e organizzando in un unico modello digitale tutti gli asset informativi
che nel ciclo di vita del bene si modificano o si aggiungono; programmando e gestendo
tutte le attività correlate.
5. Descrizione della tecnologia adottata
Con particolare riferimento alla soluzione proposta, un ruolo centrale è ricoperto dalla
strutturazione della piattaforma collaborativa per creare e gestire correttamente i processi
BIM secondo le indicazioni del Codice degli Appalti (d.lgs 50/2016), del decreto BIM (dm
560/2017), delle norme UNI 11337 e PAS. La gestione del flusso di informazioni digitali e
le procedure ad esse correlate rappresentano il maggiore impegno durante l’intero ciclo
progettuale BIM-oriented. L’accuratezza con cui lo schema di decreto BIM descrive
l’ambiente di condivisione dei dati (ACDat), precisandone funzioni e caratteristiche,
sottolinea, infatti, l’importanza che tale ambiente riveste nell’attuazione del processo BIM
“ACDat: un ambiente digitale di raccolta organizzata e condivisione di dati relativi ad
un’opera e strutturati in informazioni relative a modelli ed elaborati digitali prevalentemente
riconducibili ad essi, basato su un’infrastruttura informatica la cui condivisione è regolata
da precisi sistemi di sicurezza per l’accesso, di tracciabilità e successione storica delle
variazioni apportate ai contenuti informativi, di conservazione nel tempo e relativa
accessibilità del patrimonio informativo contenuto, di definizione delle responsabilità
nell’elaborazione e di tutela della proprietà intellettuale.”
Si tratta, dunque, di un ambiente virtuale (cloud, server) a cui tutti gli attori della
commessa dovranno affidare le proprie informazioni ed i propri modelli, organizzato e
strutturato al fine di migliorare i work-flow produttivi delle diverse realtà professionali,
andando a ridurre la perdita di informazioni, la non rintracciabilità delle stesse e
facilitandone l’utilizzo e l’aggiornamento
L’ACDat è un sistema composto da più tecnologie, operanti in modo complesso ma non
complicato, che permette di utilizzare processi collaborativi e cicli di approvazione legati
all'espletamento contrattuale. È composto da diversi tipi di software, integrati tra loro con
framework web, che permettono di gestire non solo il modello BIM, ma l'intero processo di
implementazione, arrivando fino alla costruzione e alla gestione del ciclo di vita
dell'edificio. È un ambiente che va molto al di la del singolo software.
La piattaforma, proposta, consentirà di non lavorare solo sulla modellazione digitale
parametrica, ma sull’utilizzo integrato dei dati info-grafici. Infatti, uno dei principali problemi
ancora irrisolti nel BIM è rappresentato dalla mancanza di una precisa definizione della
relazione tra le informazioni relative ai diversi “elementi” che costituiscono una
struttura/infrastruttura (sia essa esistente o in fase di progettazione) e i diversi modi con
cui nella prassi quotidiana in diverse realtà professionali essi vengono studiati,
approfonditi ed esposti servendosi in modo non sempre integrato ed aggiornato di
differenti modelli e/o elaborati grafici, numerici e testuali.
Con riferimento agli aspetti di modellazione parametrica, inoltre, la piattaforma sarà
abilitata a gestire, visualizzare e modificare i modelli BIM in formato IFC (Industry
Foundation Classes), consentendo, in tal modo, all’Amministrazione di poter gestire il
processo in BIM senza l’adozione di alcun software di Authoring.
6. Indicazione dei valori economici in gioco (costi, risparmi ipotizzati, investimenti
necessari)
Il progetto ha ottenuto cofinanziamento dalla Regione Campania, richiedendo un
investimento così come indicato di seguito:
Totale
Totale spese € 564.970,00
Totale contributo richiesto € 394.518,00
Investimento richiesto € 170.452,00
7. Tempi di progetto
Il progetto, attualmente in corso, si concluderà il 30 settembre 2020.

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Premio 3x3

  • 1. PREMIO 3x3 IL CONTEST PER SOSTENIBILITÀ AL SUD 1. Descrizione della soluzione Nell’era della transizione digitale, che sta proponendo nuovi paradigmi di pensiero, processo e realizzazione in ogni ramo dell’economia, il mondo AEC (Architettura, Ingegneria, Costruzioni) sta affrontando una significativa trasformazione grazie al progressivo ed estensivo utilizzo della metodologia BIM (Building Information Modeling) che favorisce la digitalizzazione dei processi di tutte le fasi della catena del valore delle costruzioni. Le nuove tecnologie abilitanti consentono l’attivazione di un processo circolare di produzione e analisi di dati, simulazioni, modellazioni, riconfigurazioni e azioni correttive. In questa logica processuale e non solo progettuale, il Building Information Modeling prefigura metodologie e strumenti che permettono l’attuazione di un nuovo sistema integrato che si completa in filiere più ampie attraverso il governo di processi circolari continui Nel solco di questa trasformazione, si inserisce la soluzione proposta che prevede la definizione di una strategia di gestione integrata BIM-BASED ed il relativo sviluppo di una piattaforma abilitante per la gestione da parte delle Pubblica Amministrazione (PA) dell’intero ciclo di un’opera pubblica, dalla fase di progettazione fino alla costruzione, gestione, manutenzione, demolizione. Le attività in corso si inquadrano nell’ambito del più ampio Progetto di Ricerca PROSIT - PROgettare in SostenibilITà: qualificazione e digitalizzazione in edilizia - finanziato nell'ambito dell'Accordo di Programma: "Distretti ad Alta Tecnologia, Aggregazioni e Laboratori Pubblico Privati per il rafforzamento del potenziale scientifico e tecnologico della Regione Campania", e prevedono una innovativa sperimentazione in relazione all’ampio progetto di riqualificazione dell’Area Ex-Corradini avviato dal Comune di Napoli. La sperimentazione, che prevede una costante collaborazione tra gli uffici tecnici del Comune di Napoli e le strutture di ricerca del Distretto STRESS, ha come obiettivo la validazione delle metodologie e degli strumenti di progettazione integrata BIM-BASED rispetto ad un caso studio paradigmatico di una diffusa necessità di riqualificazione sostenibile del patrimonio edilizio pubblico di natura industriale: l’Area Ex-Corradini per la quale, con delibera di Giunta Comunale n. 785/2014, è stato approvato il progetto preliminare denominato “completamento del restauro degli edifici di archeologia industriale ex-Corradini a San Giovanni a Teduccio”, avente ad oggetto il restauro e il risanamento conservativo degli edifici facenti parte del complesso immobiliare della società Corradini. L’area scelta per la sperimentazione ricade nel territorio di San Giovanni a Teduccio, quartiere “working-class” di Napoli, oggi target di una città in continua espansione nella sua ricerca di sviluppo ed investimenti, che cerca di implementare attività complementari e spazi culturali e di svago anche in un quartiere problematico. Dal 2015 nell’area si è
  • 2. insediato il polo scientifico universitario dell’Università Federico II, con l’obiettivo di costituire una importante occasione di riqualificazione di tutta la zona di Napoli Est. In tal senso, la scelta dell’area di studio saprà evidenziare i caratteri di sostenibilità dell’approccio integrato proposto, sostenibilità che nel settore delle costruzioni va declinata analizzando e governando le ricadute degli interventi e delle trasformazioni sui piani economico, sociale ed ambientale. In questo senso la soluzione propone un approccio “informatizzato” che offre la possibilità di gestire in maniera integrata un sistema di informazioni complesso, come quelli relativi agli impatti ambientali, economici e sociali, determinanti nel processo decisionale alla base della 2. Descrizione del team e delle proprie risorse e competenze STRESS s.c.a r.l. ,Sviluppo Tecnologie e Ricerca per l’Edilizia Sismicamente Sicura ed ecoSostenibile, è una società consortile senza fini di lucro, nata a Napoli nel 2010, con l’obiettivo di promuovere l’innovazione quale elemento qualificante di una filiera complessa come quella delle costruzioni, attraverso un network eterogeneo di primari istituti di ricerca ed importanti realtà imprenditoriali operanti sul territorio nazionale ed internazionale. Nel 2012, STRESS, è stata designata dal MIUR soggetto attuatore del Distretto ad alta tecnologia sulle costruzioni sostenibili, ed è oggi tra i più accreditati riferimenti nel settore dell’innovazione per le costruzioni nel Mezzogiorno. STRESS opera sulle tematiche della sostenibilità, della sicurezza e della resilienza del costruito storico, delle città del futuro e delle reti infrastrutturali, dando centralità alle ricadute sui sistemi urbani e sociali, utilizzando un approccio che individua nella qualità della vita e nel benessere dei cittadini, gli indicatori di una gestione positiva delle trasformazioni urbane e dell’utilizzo di risorse naturali. Attraverso le attività di ricerca e il know-how maturato, Stress punta a fornire un supporto alla trasformazione del comparto in un’ottica industriale attivando azioni di dimostrazione e diffusione, realizzazioni di prototipi e sperimentazioni, per trasferire conoscenze tecnologiche e risultati ai contesti produttivi ed alle aziende operanti nel settore. Per le attività di ricerca e sperimentazione qui presentate, è stato costruito un team interdisciplinare che vede il coinvolgimento primario del Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura e del Dipartimento di Architettura dell’Università di Napoli Federico II. L'Ateneo della Federico II è impegnato nella promozione e diffusione dell'utilizzo delle metodologie BIM quale strumento per orientare la progettazione sostenibile, sia con attività di didattica e formazione, sia con attività di ricerca in ambito nazionale ed internazionale che, partendo dalla peculiarità storica delle nostre città, sono da sempre state verticalizzate sullo sviluppo della metodologia BIM come strumento di conoscenza e riqualificazione del patrimonio costruito.
  • 3. 3. Descrizione dei bisogni che si intende soddisfare Come evidenziato dal Manuale per l'introduzione del BIM da parte della domanda pubblica in Europa, redatto da EUBIM Taskforce, i vantaggi del BIM riguardano una pluralità di soggetti: committenti o enti pubblici proprietari di infrastrutture e immobili, detentori pubblici di infrastrutture e immobili coinvolti nella fase di gestione e di manutenzione; funzionari e dirigenti preposti alle politiche pubbliche. Vantaggi che vengono individuati soprattutto in “un migliore coordinamento e in una produzione più veloce di informazioni precise e attendibili al fine di migliorare il processo decisionale e la qualità dei risultati. Benefici che si traducono in vantaggi economici, quali: un miglior rapporto qualità-prezzo durante la fase di consegna e una migliore qualità delle merci e dei servizi pubblici durante l'utilizzo del bene edificato.” Anche nel nostro Paese il ricorso al BIM è stato introdotto come un percorso irreversibile nella progettazione, realizzazione e gestione dei lavori pubblici. Dal 1°Gennaio 2020, infatti, entra nel vivo della sua applicazione il cosiddetto Decreto BIM, ovvero il DM 560/17, che definisce l’obbligatorietà BIM per le stazioni appaltanti e le amministrazioni in relazione a lavori complessi di opere con importo a base di gara pari o superiore a 50 milioni di euro, importo a base di gara che a partire dal 1°Gennaio 2021 sarà ridotto a 15 milioni di euro. In realtà la rivoluzione del BIM è partita prima ancora della sua obbligatorietà così come evidenziato dall’ultimo rapporto dell’Oice, l’associazione delle società di Ingegneria, che certifica un balzo del 223% nel numero di bandi Bim pubblicati nel 2018 rispetto al 2017 (che pure aveva segnato un incremento del 70% sull’anno prima). Si è passati dagli 83 bandi Bim del 2017 ai 268 del 2018 che in termini economici ha visto una crescita dai 30,5 milioni del 2017 agli oltre 161 milioni del 2018 (+428,5%). Sono state le Amministrazioni dello Stato sia centrali che periferiche, tra le quali brilla soprattutto l’Agenzia del Demanio, ad emanare la maggiore quantità di bandi BIM nel 2018, alle quali fanno coda i Comuni, le Università e gli istituti di ricerca, le Concessionarie, le Province, gli Ospedali, le ASL, e così via. Dal punto di vista territoriale, invece, si emerge ruolo importante, comunque, si registra dalle amministrazioni del Sud con 94 bandi e 87,2 milioni di euro messi in gara Ciò significa che le Pubbliche Amministrazioni devono essere in grado, sia per gli obblighi normativi sia per sfruttare i vantaggi indiscussi offerti dalle nuove tecnologie digitali, di dotarsi di nuovi strumenti per il controllo e la gestione dell’intero ciclo di vita delle opere oggetto dell’appalto, nonché di avviare processi formativi nel segno della digitalizzazione delle procedure, qualificando e garantendo competenza e professionalità del proprio personale tecnico. Da qui la nascita del progetto volto a favorire il ricorso al BIM come modello di gestione di una commessa per la progettazione, la realizzazione e la manutenzione di un’opera pubblica. La sperimentazione proposta supporterà, in tal senso, il Comune di Napoli alla Gestione del Primo Appalto in BIM secondo il DM 560/2/17.
  • 4. 4. Descrizione dei destinatari della misura Le metodologie e gli strumenti che si intendono sviluppare sono prettamente destinati alle Stazioni Appaltanti ed alle Pubbliche Amministrazioni, che dovranno, in virtù dei sopramenzionati obblighi normativi, realizzare un percorso in grado, attraverso le più innovative metodologie conoscitive, rappresentative, organizzative e di processo, di gestire l’intero ciclo di vita dell’immobile, favorendo e ottimizzando la collaborazione tra tutti i professionisti coinvolti in ciascuna delle fasi distintive durante la vita utile dello stesso; raccogliendo e organizzando in un unico modello digitale tutti gli asset informativi che nel ciclo di vita del bene si modificano o si aggiungono; programmando e gestendo tutte le attività correlate. 5. Descrizione della tecnologia adottata Con particolare riferimento alla soluzione proposta, un ruolo centrale è ricoperto dalla strutturazione della piattaforma collaborativa per creare e gestire correttamente i processi BIM secondo le indicazioni del Codice degli Appalti (d.lgs 50/2016), del decreto BIM (dm 560/2017), delle norme UNI 11337 e PAS. La gestione del flusso di informazioni digitali e le procedure ad esse correlate rappresentano il maggiore impegno durante l’intero ciclo progettuale BIM-oriented. L’accuratezza con cui lo schema di decreto BIM descrive l’ambiente di condivisione dei dati (ACDat), precisandone funzioni e caratteristiche, sottolinea, infatti, l’importanza che tale ambiente riveste nell’attuazione del processo BIM “ACDat: un ambiente digitale di raccolta organizzata e condivisione di dati relativi ad un’opera e strutturati in informazioni relative a modelli ed elaborati digitali prevalentemente riconducibili ad essi, basato su un’infrastruttura informatica la cui condivisione è regolata da precisi sistemi di sicurezza per l’accesso, di tracciabilità e successione storica delle variazioni apportate ai contenuti informativi, di conservazione nel tempo e relativa accessibilità del patrimonio informativo contenuto, di definizione delle responsabilità nell’elaborazione e di tutela della proprietà intellettuale.” Si tratta, dunque, di un ambiente virtuale (cloud, server) a cui tutti gli attori della commessa dovranno affidare le proprie informazioni ed i propri modelli, organizzato e strutturato al fine di migliorare i work-flow produttivi delle diverse realtà professionali, andando a ridurre la perdita di informazioni, la non rintracciabilità delle stesse e facilitandone l’utilizzo e l’aggiornamento L’ACDat è un sistema composto da più tecnologie, operanti in modo complesso ma non complicato, che permette di utilizzare processi collaborativi e cicli di approvazione legati all'espletamento contrattuale. È composto da diversi tipi di software, integrati tra loro con framework web, che permettono di gestire non solo il modello BIM, ma l'intero processo di implementazione, arrivando fino alla costruzione e alla gestione del ciclo di vita dell'edificio. È un ambiente che va molto al di la del singolo software. La piattaforma, proposta, consentirà di non lavorare solo sulla modellazione digitale parametrica, ma sull’utilizzo integrato dei dati info-grafici. Infatti, uno dei principali problemi ancora irrisolti nel BIM è rappresentato dalla mancanza di una precisa definizione della
  • 5. relazione tra le informazioni relative ai diversi “elementi” che costituiscono una struttura/infrastruttura (sia essa esistente o in fase di progettazione) e i diversi modi con cui nella prassi quotidiana in diverse realtà professionali essi vengono studiati, approfonditi ed esposti servendosi in modo non sempre integrato ed aggiornato di differenti modelli e/o elaborati grafici, numerici e testuali. Con riferimento agli aspetti di modellazione parametrica, inoltre, la piattaforma sarà abilitata a gestire, visualizzare e modificare i modelli BIM in formato IFC (Industry Foundation Classes), consentendo, in tal modo, all’Amministrazione di poter gestire il processo in BIM senza l’adozione di alcun software di Authoring. 6. Indicazione dei valori economici in gioco (costi, risparmi ipotizzati, investimenti necessari) Il progetto ha ottenuto cofinanziamento dalla Regione Campania, richiedendo un investimento così come indicato di seguito: Totale Totale spese € 564.970,00 Totale contributo richiesto € 394.518,00 Investimento richiesto € 170.452,00 7. Tempi di progetto Il progetto, attualmente in corso, si concluderà il 30 settembre 2020.