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Progettare per
competenza
Didattica attiva e
Tecniche innovative di apprendimento
a cura della
dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
Formatore Pedagogista
5/22/2017
Metodo attivo
Un metodo per definirsi “attivo” deve contenere le seguenti specificità:
 In primo luogo, l’allievo si trovi in un’autentica situazione di esperienza, che sia
impegnato in un’attività continua che lo interessa per se stessa.
 In secondo luogo, che in questa situazione si presenti un vero problema come
stimolo alla riflessione.
 In terzo luogo, che l’allievo disponga dell’informazione e che faccia le
osservazioni necessarie alla soluzione.
 In quarto luogo, che gli si presentino soluzioni provvisorie e che sia
responsabile delle loro elaborazioni ordinate.
 In quinto luogo, che gli siano date la possibilità e l’occasione di sottoporre le
sue idee alla prova dell’esperienza per determinare la loro portata e scoprire la
loro validità.
5/22/2017
Caratteristiche
Analizziamo il significato del termine “attivo”.
“il termine ‘attivo’ evoca, sul piano concreto, comportamenti dinamici
del gruppo di apprendimento come:
• esecuzione di esercizi,
• riproduzione orale, singola o collettiva di regole, compilazioni di
documenti, ecc., in contrapposizione alla staticità di chi ascolta e/o
osserva in modo “passivo”.
5/22/2017
Caratteristiche metodo attivo
«I metodi attivi d’apprendimento si basano sulla massima mobilitazione
delle risorse individuali al fine di coinvolgere nell’atto di apprendere la
globalità psicofisica dei soggetti, limitando al minimo funzionale i momenti di
ricezione passiva di contenuti. L’apprendimento attivo non è una semplice
modalità pedagogico-didattica alternativa ad altre, ma costituisce l’unico
tentativo possibile di avvicinamento alla naturalità dell’apprendimento
caratterizzata dalla compresenza interagente del sapere, del saper essere e
del saper fare oltre che dal coinvolgimento contemporaneo delle risorse
psichiche e di quelle corporee.»
Roberto Vaccani5/22/2017
Presupposto di base
 Il presupposto concettuale che sta alla base dei
metodi attivi è “learning by doing”, ossia imparare
facendo. Tale presupposto fa assumere alla
formazione un carattere meno subordinato rispetto
a quello scolastico tradizionale, poiché gli allievi
sono partecipi, attivi, nel loro momento formativo. Il
tutto, con lo scopo di incidere nel miglioramento
degli obiettivi formativi stabiliti, nel nostro caso
specifico, le competenze.
5/22/2017
Obiettivi metodo attivo
Il metodo attivo si propone generalmente due ordini di obiettivi:
L’appropriazione del sapere
Il metodo attivo favorisce un’acquisizione di sapere per appropriazione-scoperta,
piuttosto che per trasferimento-ricezione. Gli allievi sono posti di fronte a situazioni
problematiche fin dall’inizio del processo formativo, in tal modo, essi sono stimolati alla
ricerca di risposte e soluzioni, utilizzando procedimenti d’analisi, d’intuizione e di ricerca.
Si parla di appropriazione perché i discenti costruiscono attivamente il loro sapere
utilizzando al massimo le loro risorse intellettive, anziché riceverlo per trasmissione.
Ciò determina, da parte degli allievi, una maggiore padronanza delle competenze che
hanno contribuito personalmente a costruire.
5/22/2017
L’appropriazione del sapere
E’ proprio nell’atto soggettivo di “costruzione del proprio sapere” che il
metodo attivo si differenzia da quello interrogativo: nel metodo interrogativo,
infatti, l’allievo sperimentava sì, da solo, delle soluzioni a quesiti o problemi
emersi all’interno del processo pedagogico, ma sempre sulla base di specifici
quesiti predisposti dal docente, secondo uno schema da lui stesso
prefigurato. Nell’ottica attiva, invece, gli allievi si costruiscono da soli,
attraverso il dialogo e la collaborazione, il percorso per raggiungere delle
soluzioni. Ildocente interviene soltanto per orientare e far riflettere il gruppo
rispetto agli obiettivi prefissati.
5/22/2017
Obiettivo metodi attivi
Crescita delle componenti soggettive
Il secondo obiettivo dimostra il carattere d’innovazione del metodo attivo .
L'innovazione consiste nell’attribuire all’allievo un ruolo centrale nel processo formativo.
Secondo tale concezione, non si può realizzare alcuna azione formativa se l’allievo non dimostra
un desiderio e una motivazione ad apprendere. Solo se il docente si mostrerà attento a tali
componenti, si potranno porre le basi e le premesse per una crescita dei discenti.
Dalle riflessioni e dalle esplicitazioni dei due attori della situazione formativa, il docente e i
discenti, potrà nascere quello che è comunemente definito il “contratto pedagogico”. Si
stabiliscono, così, gli obiettivi formativi del gruppo d’apprendimento e lo schema metodologico
più adatto per il raggiungimento degli stessi. Questo modo di approccio del docente al gruppo
d’apprendimento pone gli allievi di fronte alla necessità di riflettere su se stessi, sulle proprie
motivazioni ed aspettative, e di confrontarsi con gli altri per ricercare delle soluzioni sulla base di
elementi caratterizzanti la situazione pedagogica (il docente, i programmi, i vincoli, i valori, i
bisogni, le motivazioni e le aspettative).
5/22/2017
Modelli epistemologici
Per raggiungere lo scopo di insegnare agli studenti a pensare dobbiamo usare
diversi modelli epistemologici
 Epistemologia in parole povere significa: «Come arriviamo a conoscere quello
che pensiamo di sapere?»
 Un modello epistemologico è un metodo specifico per focalizzare un certo
elemento informativo, un’idea , un fatto, un programma o un’intuizione, valutando
l’informazione specifica in termini di precisione,
completezza,rilevanza,correttezza documentata e utilità.
 Utilizzare il metodo attivo significa applicare un pensiero efficace che Jerome Lis
ha chiamato modelli epistemologici in modo da guidare gli studenti nella loro
produzione cognitiva orare e scritta.
5/22/2017
 ESEMPIO
 STUDENTE:questo governo è incapace.
 INSEGNANTE:
un'idea interessante.Propongo che tutti gli
studenti d'accordo con te presentino esempi
specifici tratti dalla propria esperienza, da un
giornale, da un libro o da un documentario
televisivo, che illustrino situazioni specifiche
in cui il governo ha agito oppure no,
dimostrando di essere incapace.
 E propongo che gli studenti in disaccordo
con questa opinione propongono esempi
specifici che dimostrono il contrario,
ovvero, che il governo è utile
 Siete daccordo con questa proposta?
5/22/2017
Applicare le regole di HEMPEL:il metodo a due colonne
 L’idea di base della filosofia della scienza di Carl
Hempel è in sintonia con il concetto di pensiero
efficace: in entrambi i casi è necessario muoversi fra
i due regni distinti dei fatti concreti e dei concetti
interpretativi.
 I fatti concreti sono costituiti da un insieme di dati
non elaborati, che riferiscono un’esperienza diretta o
registrano un evento come una videocamera.
 Il campo più astratto dei concetti interpretativi,
dall’altra parte è costituita da opinioni, spiegazioni,e
ipotesi.
 La realizzazione della nostra struttura teorica
consiste nell’integrare i concetti interpretativi in un
tutto unico, a volte servendosi di nuovi concetti
interpretativi derivati da altre ricerche per
completare il quadro.
 In questa interazione fatto interpretazione, è
importante che le interpretazioni siano strettamente
collegate a un serie di fatti catalogati.5/22/2017
Applicare le regole di HEMPEL:il metodo
a due colonne
L’approccio dell’apprendimento attivo richiede che quando elaboriamo pensiero libero, originale e
immaginativo, è importante che almeno alcuni dei nostri concetti –base siano accompagnati da prove.
Questo modello offre utili elementi per valutare la qualità di varie produzioni intellettuali:dibattiti,
articoli,libri,film. Abbiamo dei principi guida che ci permettono di essere rigorosi:
 Buona documentazione: i fatti sono adeguati per precisione, approfondimento e quantità, e le fonti
informative sono affidabili.
 Chiarezza di formulazione:i concetti base sono esposti con limpidezza e ci aiutano a capire i diversi fatti.
 Concretezza:la maggioranza dei concetti base sono correlati a fatti.
 Coerenza:le idee sono logicamente connesse una con l'altra e con altre teorie riconosciute provenienti
dallo stesso campo.
5/22/2017
Modello che ci aiuta a guidare e
valutare le nostre azioni.
A volte vogliamo riflettere sulle
nostre azioni.In questo caso bisogna
evitare la trappola delle nozioni
rigide, ponendosi l'interrogativo
questa azione è giusta o sbagliata?
La maggior parte delle nostre
questioni di routine quotidiana non
presentano istanze radicali(violenza
fisica,tortura,omicidio ecc).Il nostro
proposito è quello di aiutare le
persone a riflettere efficacemene
sulla situazione della vita reale per
le quali si desidera scoprire
soluzioni praticabili.5/22/2017
Panificare secondo i nostri scopi e i
nostri metodi.
Il lavoro da fare è quello di imparare
a pensare concretamente.
5/22/2017
A volte quello che non funziona
non è nè il modello di pensiero
per la conoscenza,ne il modello
di pensiero per l'azione ma la
nostra capacità di aprirci l'un
l'altro.
5/22/2017
Ogni punto di vista merita di essere
ascoltato con rispetto e con la stessa
attenzione: il nostro e quello degli altri.
La nostra conoscenza del mondo
arricchisce con la sovrapposizione di
punti di vista diversi.
Karl Mannheim
5/22/2017
Tecniche attive
Azioni strategiche di
insegnamento/apprendimento
5/22/2017
Tecniche attive
 Le tecniche attive respingono il ruolo passivo,
dipendente e sostanzialmente ricettivo dell’allievo;
esse, al contrario, comportano la partecipazione
sentita e consapevole dello studente, poiché
contestualizzano le situazioni di apprendimento in
ambienti reali analoghi a quelli che l’allievo ha
esperito nel passato (attualizzazione
dell’esperienza), che vive attualmente
(integrazione qui e ora della pluralità dei contesti) o
che vivrà in futuro (previsione e virtualità).
5/22/2017
Tecniche attive
Le tecniche che prenderemo in esame sono 4 e si
caratterizzano per:
 la partecipazione "vissuta" degli studenti
(coinvolgono tutta la personalità dell'allievo).
 Il controllo costante e ricorsivo (feed-back)
sull’apprendimento e l’autovalutazione.
 La formazione in situazione, la formazione in gruppo.
5/22/2017
1 Tecniche simulative
 In cui troviamo il role playing
(gioco dei ruoli) per
l’interpretazione e l’analisi dei
comportamenti e dei ruoli sociali
nelle relazioni interpersonali.
5/22/2017
Il role playing
 Il role playing (gioco o interpretazione dei
ruoli) consiste nella simulazione dei
comportamenti e degli atteggiamenti adottati
generalmente nella vita reale;
i ruoli sono assunti da due o più studenti
davanti al gruppo dei compagni - osservatori.
5/22/2017
Il role playing
 Gli studenti devono assumere i ruoli assegnati dall'insegnante e
comportarsi come pensano che si comporterebbero realmente
nella situazione data. Questa tecnica ha, pertanto, l'obiettivo di far
acquisire la capacità di impersonare un ruolo e di comprendere in
profondità ciò che il ruolo richiede.
 Il role playing non è la ripetizione di un copione, ma una vera e
propria recita a soggetto. Riguarda i comportamenti degli individui
nelle relazioni interpersonali in precise situazioni operative per
scoprire come le persone possono reagire in tali circostanze.
5/22/2017
Elementi fondamentali del role playing
Si predispone una scena in cui partecipanti devono agire;
I partecipanti sono al centro dell'azione e devono recitare spontaneamente secondo l'ispirazione del
momento;
L’uditorio assume particolare importanza poiché il gruppo non funge da semplice osservatore, ma
cerca di esaminare e di capire quanto avviene sulla scena;
Il docente deve mantenere l'azione dei partecipanti e la situazione scenica, anche sollecitando,
suggerendo, facilitando l'azione fino al momento in cui gli studenti protagonisti non agiscono
autonomamente;
Il docente può avvalersi di collaboratori incaricati di favorire la recita, anche con la loro recitazione.
5/22/2017
2 Tecniche di analisi della situazione
Si avvalgono di casi reali: nello
studio di caso si analizzano
situazioni comuni e frequenti.
Con lo studio di caso si sviluppano le
capacità analitiche e le modalità di
approccio ad un problema.
5/22/2017
Lo studio di caso
Lo studio di caso consiste nella descrizione
dettagliata di una situazione reale. Con esso si
intende sviluppare negli studenti le capacità
analitiche necessarie per affrontare
sistematicamente una situazione complessa di
cui sono fornite tutte le indicazioni
fondamentali.
5/22/2017
Lo studio di caso
 Con lo studio di caso si presenta agli studenti la
descrizione di una situazione reale (e in quanto tale
complessa), frequente o esemplare. La descrizione
di un caso è un brano scritto al quale possono
essere associati documenti, tabelle o schemi.
Benché nella letteratura si prospettino descrizioni
molto lunghe, si ritiene didatticamente opportuno
non superare una o due pagine.
5/22/2017
Lo studio di caso
La situazione da esaminare può anche
riguardare un caso problematico, ma
bisogna non dimenticare che l'obiettivo
di questa tecnica non è quello di
risolvere un problema, bensì quello di
imparare ad affrontare i problemi, ad
individuarli.
F. TESSARO - Processi e metodologie dell'insegnamento
5/22/2017
3 Tecniche di riproduzione operativa
 Dimostrazioni e le esercitazioni: esse puntano ad
affinare le abilità tecniche e operative mediante la
riproduzione di una procedura. Sono
complementari e richiedono la scomposizione
della procedura in operazioni e in fasi da porre in
successione e da verificare ad ogni passaggio.
5/22/2017
4 Tecniche di produzione cooperativa
 Brainstorming (cervelli in tempesta), per
l’elaborazione di idee creative in gruppo.
Il metodo del cooperative learning per lo
sviluppo integrato di competenze cognitive,
operative e relazionali.
5/22/2017
Braingstorming
 Il brainstorming è forse la più conosciuta tra le tecniche di creatività; fu
ideato tra gli anni '40 e '50 da Alex Osborn e trovò un'applicazione ideale
soprattutto nel mondo della pubblicità, anche se poi fu utilizzato e diffuso in
molti altri ambienti: dal mondo dell'industria alla scuola.
 La sua diffusione fu tale che oggi la parola "brain-storming" è annoverata
anche nei più comuni dizionari,es Garzanti, il suo significato "tempesta di
cervelli" contiene già in parte l'idea di che cosa si tratta. Essa consiste in
una "discussione di gruppo incrociata e guidata da un animatore"il cui
scopo è trovare e far emergere il più alto numero di idee possibile su un
argomento precedentemente definito; solo e assolutamente al termine di
questo compito si potrà poi selezionare, criticare e valutare nell'alto numero
di idee prodotte.
5/22/2017
Braingstorming
 Il brainstorming "insiste soprattutto su una funzione che è
rapportabile ai tre principali fattori del pensiero divergente:
 la capacità di produrre molte idee;
 idee diversificate;
 idee insolite;
 queste qualità sono amplificate e sfruttate dal lavoro condotto
in gruppo i cui due pregi sono "l'interazione fra le persone e la
moltiplicazione dello sforzo di ciascuno con quello di un'altro.
5/22/2017
Apprendimento cooperativo
finalità
Ø Fare in modo che tutti gli studenti lavorino di più e sviluppino una
maggiore motivazione intrinseca all'apprendimento.
Ø Creare uno spirito di squadra nella classe, legami di solidarietà in cui si
apprezzi la diversità.
Ø Ottenere un clima più disteso che porti ad una crescita dell’ autostima
e dell’autoefficacia.
Ø Consentire il recupero di allievi problematici (poco motivati allo studio;
con problemi affettivi, sociali, cognitivi).
Ø Favorire l‘integrazione degli alunni in situazione di handicap.
Ø Favorire l’interiorizzazione di regole e norme sociali.
5/22/2017
Obiettivi
Migliorare le abilità di RELAZIONE e di
GESTIONE della classe ed eliminare i
conflitti interpersonali.
Assicurare un buon livello di
Apprendimento
5/22/2017
….. Cooperazione vs. Competizione
- Scopi interdipendenti
- Il raggiungimento di
un obiettivo da parte di un membro
è il raggiungimento dell’obiettivo
da parte di tutti
- Gli individui lavorano
l’uno contro l’altro
COOPERAZIONE COMPETIZIONE
ØPunto cruciale: incoraggiare gli alunni a percepire gli scopi di gruppo come
funzionali anche al raggiungimento di obiettivi personali.
5/22/2017
Cosa spinge gli studenti a collaborare?
Ø L’azione di cooperazione può anche nascere dal bisogno di
riconoscimento, di mettersi alla prova, di affermare se stessi …
Ø La cooperazione nasce anche spontaneamente, in situazioni non
strutturate, se gli studenti coinvolti sono amici …
Ø Spesso l’interdipendenza degli obiettivi non è sufficiente; dovrà
essere integrata con l’interdipendenza di premi, ruoli.
Ø Per il raggiungimento di un obiettivo comune, i soggetti dovranno
imparare ad anteporre la meta del gruppo alla propria: l’obiettivo
si potrà considerare raggiunto solo quando tutti i componenti del
gruppo avranno fornito il loro apporto essenziale al suo
conseguimento. Se solo uno dei soggetti non porta a termine il
proprio compito, il traguardo finale non potrà essere conquistato.
5/22/2017
Elementi costitutivi dell’apprendimento cooperativo
INTERDIPENDENZA POSITIVA
(“Uno per tutti e tutti per uno” : fallimento del singolo=del gruppo).
di scopo
di valutazione (risultati di ciascun membro o lavoro complessivo)
di ricompensa
di risorse (i membri condividono informazioni e materiali)
di ruolo
di compito (ogni membro svolge una parte del lavoro)
di identità
di ambiente (ogni gruppo deve avere uno spazio per lavorare)
di fantasia (dare spazio alle proprie idee);
rispetto all’avversario (situazione di competizione tra gruppi)
tra gruppi (per raggiungere un obiettivo sovraordinato)
5/22/2017
Elementi costitutivi dell’apprendimento cooperativo
Ø RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE e INTERAZIONE COSTRUTTIVA: ogni membro svolge
il proprio compito e sostiene gli sforzi degli altri.
Ø ABILITÀ SOCIALI: comunicazione efficace, problem-solving, gestione dei conflitti,
autoregolazione emotiva.
Ø VALUTAZIONE DI GRUPPO:
- raggiungimento degli obiettivi;
- efficacia delle relazioni interpersonali;
- identificazione delle azioni positive e negative dei singoli individui;
- decisione su quali comportamenti mantenere e modificare.
5/22/2017
Prendere decisioni preliminari
Definire gli obiettivi
Decidere le dimensioni dei gruppi
Decidere la composizione del gruppo
Assegnare i ruoli
Sistemare l’aula
Organizzare i materiali
Spiegare il compito
e
l’approccio cooperativo
Spiegare il compito
Spiegare i criteri di valutazione
Strutturare l’interdipendenza positiva
Strutturare la cooperazione intergruppo
Strutturare la responsabilità individuale
Insegnare le abilità sociali
Monitoraggio e intervento
Monitorare il comportamento degli alunni
Favorire l’interazione costruttiva diretta
Intervenire per migliorare il lavoro di gruppo
Chiudere la lezione
Verifica e valutazione Valutare l’apprendimento e il funzionamento dei gruppi
Ilruolodell’insegnante
5/22/2017
PRENDERE DECISIONI PRELIMINARI
DEFINIRE GLI OBIETTIVI
- Abilità scolastiche
- Abilità sociali
ASSEGNARE I RUOLI
DIMENSIONI DEI GRUPPI
Non più di 4 studenti per gruppo
COMPOSIZIONE DEI GRUPPI
- Eterogenei (competenze, genere e
background culturale)
-
SISTEMARE L’AULA
- Uno di fronte all’altro
- In modo da vedere l’insegnante
ORGANIZZARE I
MATERIALI
- Una copia a gruppo o
una parte ad ogni studente.
- Fornire ad ogni membro
informazioni necessarie
per svolgere il compito.
- Fornire materiale per
organizzare tornei
di giochi a gruppi
5/22/2017
Come organizzare l’ambiente di lavoro
 È necessario lasciare un certo spazio tra un gruppo e l’altro, quindi i
tavoli vanno distanziati secondo il seguente schema:
 Per delimitare le aree di lavoro si possono usare: etichette, frecce di
segnalazione appese ai muri, nastro adesivo da incollare sul
pavimento e sulle pareti, poster o collage fatti dai gruppi come
contrassegno ed esposti nella loro area di lavoro.
5/22/2017
SPIEGARE IL COMPITO E L’APPROCCIO COOPERATIVO
SPIEGARE IL COMPITO
(consegne, obiettivi della lezione,
concetti da conoscere, procedure)
STRUTTURARE LA
RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE
SPIEGARE I CRITERI
DI VALUTAZIONE
STRUTTURARE
L’INTERDIPENDENZA POSITIVA
STRUTTURARE LA
COOPERAZIONE INTERGRUPPO
(i gruppi devono confrontarsi
e aiutarsi a vicenda)
INSEGNARE LE
ABILITÀ SOCIALI
5/22/2017
MONITORAGGIO, VERIFICA E VALUTAZIONE
MONITORARE IL COMPORTAMENTO
(supervisionare i gruppi,
fornire sostegno,
lodare il buon uso delle abilità di gruppo)
FAVORIRE
L’INTERAZIONE DIRETTA
(assicurarsi che gli studenti
si aiutino reciprocamente)
INTERVENIRE DURANTE I LAVORI
(fornire chiarimenti se gli alunni
sono in difficoltà)
CHIUDERE LA LEZIONE
(ricapitolare e rivedere i punti importanti)
VALUTARE
(coinvolgendo gli alunni):
- l’apprendimento
- il funzionamento dei
gruppi
Dr.ssa Antonetta Cimmarrusti
Didattica laboratoriale e
cooperative learning
2014/2015
5/22/2017
IN CONCLUSIONE
 Le tecniche definiscono il rapporto tra il soggetto che apprende e la situazione
d’apprendimento.
 Con le tecniche di simulazione il soggetto impara immerso nelle situazioni; con
quelle di analisi della situazione impara dalle situazioni (leggendole); con le
tecniche di riproduzione operativa impara operando sulle situazioni, e con
quelle di produzione cooperativa impara a modificare (o a inventare) le
situazioni.
 Naturalmente è variabile anche il coinvolgimento emotivo degli studenti: è
profondo nelle tecniche simulative, con l'immersione nella realtà e con
l'assunzione di ruoli specifici, più distaccato nelle analisi delle situazioni e nelle
riproduzioni operative.
5/22/2017
Bibliografia
 Brainstorming ... cosa è e come si applica, Ed. ET/AS Kompass, Milano, 1963, p. 62.
 Larocca F., Oltre la creatività l'educazione, Ed. La Scuola, Brescia, 1983, p. 205
 F. Tessaro. Metodologia e didattica dell’insegnamento secondario, cap. III, Armando, Roma, 2002
 F.Batini e G. Capecchi, Strumenti di Partecipazione,Erickson 2005, pag 17, 63
 J. Liss, Apprendimento attivo,Imparare cose essenziali divertendosi, Armando editore, 2002
 P. Iacci, C. Penati, I metodi attivi per una formazione al cambiamento, in “Skill”, n.4, 1984, pp. 55-56
 Gherardi V.,  Metodologie e didattiche attive. Prospettive di ricerca e proposte operative, Aracne,
Roma 2013
 Gherardi V., La didattica nella scuola di base, Carocci, Roma 2010
 Carletti A. e Varani A. (2005), Didattica costruttivista. Dalle teorie alla pratica in classe, Erickson
 M.Castoldi, Progettare per competenza,Percorsi e strumenti,Carocci editore,2017 pag 103
5/22/2017

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Didattica attiva e tecniche innovative di apprendimento

  • 1. Progettare per competenza Didattica attiva e Tecniche innovative di apprendimento a cura della dr.ssa Antonetta Cimmarrusti Formatore Pedagogista 5/22/2017
  • 2. Metodo attivo Un metodo per definirsi “attivo” deve contenere le seguenti specificità:  In primo luogo, l’allievo si trovi in un’autentica situazione di esperienza, che sia impegnato in un’attività continua che lo interessa per se stessa.  In secondo luogo, che in questa situazione si presenti un vero problema come stimolo alla riflessione.  In terzo luogo, che l’allievo disponga dell’informazione e che faccia le osservazioni necessarie alla soluzione.  In quarto luogo, che gli si presentino soluzioni provvisorie e che sia responsabile delle loro elaborazioni ordinate.  In quinto luogo, che gli siano date la possibilità e l’occasione di sottoporre le sue idee alla prova dell’esperienza per determinare la loro portata e scoprire la loro validità. 5/22/2017
  • 3. Caratteristiche Analizziamo il significato del termine “attivo”. “il termine ‘attivo’ evoca, sul piano concreto, comportamenti dinamici del gruppo di apprendimento come: • esecuzione di esercizi, • riproduzione orale, singola o collettiva di regole, compilazioni di documenti, ecc., in contrapposizione alla staticità di chi ascolta e/o osserva in modo “passivo”. 5/22/2017
  • 4. Caratteristiche metodo attivo «I metodi attivi d’apprendimento si basano sulla massima mobilitazione delle risorse individuali al fine di coinvolgere nell’atto di apprendere la globalità psicofisica dei soggetti, limitando al minimo funzionale i momenti di ricezione passiva di contenuti. L’apprendimento attivo non è una semplice modalità pedagogico-didattica alternativa ad altre, ma costituisce l’unico tentativo possibile di avvicinamento alla naturalità dell’apprendimento caratterizzata dalla compresenza interagente del sapere, del saper essere e del saper fare oltre che dal coinvolgimento contemporaneo delle risorse psichiche e di quelle corporee.» Roberto Vaccani5/22/2017
  • 5. Presupposto di base  Il presupposto concettuale che sta alla base dei metodi attivi è “learning by doing”, ossia imparare facendo. Tale presupposto fa assumere alla formazione un carattere meno subordinato rispetto a quello scolastico tradizionale, poiché gli allievi sono partecipi, attivi, nel loro momento formativo. Il tutto, con lo scopo di incidere nel miglioramento degli obiettivi formativi stabiliti, nel nostro caso specifico, le competenze. 5/22/2017
  • 6. Obiettivi metodo attivo Il metodo attivo si propone generalmente due ordini di obiettivi: L’appropriazione del sapere Il metodo attivo favorisce un’acquisizione di sapere per appropriazione-scoperta, piuttosto che per trasferimento-ricezione. Gli allievi sono posti di fronte a situazioni problematiche fin dall’inizio del processo formativo, in tal modo, essi sono stimolati alla ricerca di risposte e soluzioni, utilizzando procedimenti d’analisi, d’intuizione e di ricerca. Si parla di appropriazione perché i discenti costruiscono attivamente il loro sapere utilizzando al massimo le loro risorse intellettive, anziché riceverlo per trasmissione. Ciò determina, da parte degli allievi, una maggiore padronanza delle competenze che hanno contribuito personalmente a costruire. 5/22/2017
  • 7. L’appropriazione del sapere E’ proprio nell’atto soggettivo di “costruzione del proprio sapere” che il metodo attivo si differenzia da quello interrogativo: nel metodo interrogativo, infatti, l’allievo sperimentava sì, da solo, delle soluzioni a quesiti o problemi emersi all’interno del processo pedagogico, ma sempre sulla base di specifici quesiti predisposti dal docente, secondo uno schema da lui stesso prefigurato. Nell’ottica attiva, invece, gli allievi si costruiscono da soli, attraverso il dialogo e la collaborazione, il percorso per raggiungere delle soluzioni. Ildocente interviene soltanto per orientare e far riflettere il gruppo rispetto agli obiettivi prefissati. 5/22/2017
  • 8. Obiettivo metodi attivi Crescita delle componenti soggettive Il secondo obiettivo dimostra il carattere d’innovazione del metodo attivo . L'innovazione consiste nell’attribuire all’allievo un ruolo centrale nel processo formativo. Secondo tale concezione, non si può realizzare alcuna azione formativa se l’allievo non dimostra un desiderio e una motivazione ad apprendere. Solo se il docente si mostrerà attento a tali componenti, si potranno porre le basi e le premesse per una crescita dei discenti. Dalle riflessioni e dalle esplicitazioni dei due attori della situazione formativa, il docente e i discenti, potrà nascere quello che è comunemente definito il “contratto pedagogico”. Si stabiliscono, così, gli obiettivi formativi del gruppo d’apprendimento e lo schema metodologico più adatto per il raggiungimento degli stessi. Questo modo di approccio del docente al gruppo d’apprendimento pone gli allievi di fronte alla necessità di riflettere su se stessi, sulle proprie motivazioni ed aspettative, e di confrontarsi con gli altri per ricercare delle soluzioni sulla base di elementi caratterizzanti la situazione pedagogica (il docente, i programmi, i vincoli, i valori, i bisogni, le motivazioni e le aspettative). 5/22/2017
  • 9. Modelli epistemologici Per raggiungere lo scopo di insegnare agli studenti a pensare dobbiamo usare diversi modelli epistemologici  Epistemologia in parole povere significa: «Come arriviamo a conoscere quello che pensiamo di sapere?»  Un modello epistemologico è un metodo specifico per focalizzare un certo elemento informativo, un’idea , un fatto, un programma o un’intuizione, valutando l’informazione specifica in termini di precisione, completezza,rilevanza,correttezza documentata e utilità.  Utilizzare il metodo attivo significa applicare un pensiero efficace che Jerome Lis ha chiamato modelli epistemologici in modo da guidare gli studenti nella loro produzione cognitiva orare e scritta. 5/22/2017
  • 10.  ESEMPIO  STUDENTE:questo governo è incapace.  INSEGNANTE: un'idea interessante.Propongo che tutti gli studenti d'accordo con te presentino esempi specifici tratti dalla propria esperienza, da un giornale, da un libro o da un documentario televisivo, che illustrino situazioni specifiche in cui il governo ha agito oppure no, dimostrando di essere incapace.  E propongo che gli studenti in disaccordo con questa opinione propongono esempi specifici che dimostrono il contrario, ovvero, che il governo è utile  Siete daccordo con questa proposta? 5/22/2017
  • 11. Applicare le regole di HEMPEL:il metodo a due colonne  L’idea di base della filosofia della scienza di Carl Hempel è in sintonia con il concetto di pensiero efficace: in entrambi i casi è necessario muoversi fra i due regni distinti dei fatti concreti e dei concetti interpretativi.  I fatti concreti sono costituiti da un insieme di dati non elaborati, che riferiscono un’esperienza diretta o registrano un evento come una videocamera.  Il campo più astratto dei concetti interpretativi, dall’altra parte è costituita da opinioni, spiegazioni,e ipotesi.  La realizzazione della nostra struttura teorica consiste nell’integrare i concetti interpretativi in un tutto unico, a volte servendosi di nuovi concetti interpretativi derivati da altre ricerche per completare il quadro.  In questa interazione fatto interpretazione, è importante che le interpretazioni siano strettamente collegate a un serie di fatti catalogati.5/22/2017
  • 12. Applicare le regole di HEMPEL:il metodo a due colonne L’approccio dell’apprendimento attivo richiede che quando elaboriamo pensiero libero, originale e immaginativo, è importante che almeno alcuni dei nostri concetti –base siano accompagnati da prove. Questo modello offre utili elementi per valutare la qualità di varie produzioni intellettuali:dibattiti, articoli,libri,film. Abbiamo dei principi guida che ci permettono di essere rigorosi:  Buona documentazione: i fatti sono adeguati per precisione, approfondimento e quantità, e le fonti informative sono affidabili.  Chiarezza di formulazione:i concetti base sono esposti con limpidezza e ci aiutano a capire i diversi fatti.  Concretezza:la maggioranza dei concetti base sono correlati a fatti.  Coerenza:le idee sono logicamente connesse una con l'altra e con altre teorie riconosciute provenienti dallo stesso campo. 5/22/2017
  • 13. Modello che ci aiuta a guidare e valutare le nostre azioni. A volte vogliamo riflettere sulle nostre azioni.In questo caso bisogna evitare la trappola delle nozioni rigide, ponendosi l'interrogativo questa azione è giusta o sbagliata? La maggior parte delle nostre questioni di routine quotidiana non presentano istanze radicali(violenza fisica,tortura,omicidio ecc).Il nostro proposito è quello di aiutare le persone a riflettere efficacemene sulla situazione della vita reale per le quali si desidera scoprire soluzioni praticabili.5/22/2017
  • 14. Panificare secondo i nostri scopi e i nostri metodi. Il lavoro da fare è quello di imparare a pensare concretamente. 5/22/2017
  • 15. A volte quello che non funziona non è nè il modello di pensiero per la conoscenza,ne il modello di pensiero per l'azione ma la nostra capacità di aprirci l'un l'altro. 5/22/2017
  • 16. Ogni punto di vista merita di essere ascoltato con rispetto e con la stessa attenzione: il nostro e quello degli altri. La nostra conoscenza del mondo arricchisce con la sovrapposizione di punti di vista diversi. Karl Mannheim 5/22/2017
  • 17. Tecniche attive Azioni strategiche di insegnamento/apprendimento 5/22/2017
  • 18. Tecniche attive  Le tecniche attive respingono il ruolo passivo, dipendente e sostanzialmente ricettivo dell’allievo; esse, al contrario, comportano la partecipazione sentita e consapevole dello studente, poiché contestualizzano le situazioni di apprendimento in ambienti reali analoghi a quelli che l’allievo ha esperito nel passato (attualizzazione dell’esperienza), che vive attualmente (integrazione qui e ora della pluralità dei contesti) o che vivrà in futuro (previsione e virtualità). 5/22/2017
  • 19. Tecniche attive Le tecniche che prenderemo in esame sono 4 e si caratterizzano per:  la partecipazione "vissuta" degli studenti (coinvolgono tutta la personalità dell'allievo).  Il controllo costante e ricorsivo (feed-back) sull’apprendimento e l’autovalutazione.  La formazione in situazione, la formazione in gruppo. 5/22/2017
  • 20. 1 Tecniche simulative  In cui troviamo il role playing (gioco dei ruoli) per l’interpretazione e l’analisi dei comportamenti e dei ruoli sociali nelle relazioni interpersonali. 5/22/2017
  • 21. Il role playing  Il role playing (gioco o interpretazione dei ruoli) consiste nella simulazione dei comportamenti e degli atteggiamenti adottati generalmente nella vita reale; i ruoli sono assunti da due o più studenti davanti al gruppo dei compagni - osservatori. 5/22/2017
  • 22. Il role playing  Gli studenti devono assumere i ruoli assegnati dall'insegnante e comportarsi come pensano che si comporterebbero realmente nella situazione data. Questa tecnica ha, pertanto, l'obiettivo di far acquisire la capacità di impersonare un ruolo e di comprendere in profondità ciò che il ruolo richiede.  Il role playing non è la ripetizione di un copione, ma una vera e propria recita a soggetto. Riguarda i comportamenti degli individui nelle relazioni interpersonali in precise situazioni operative per scoprire come le persone possono reagire in tali circostanze. 5/22/2017
  • 23. Elementi fondamentali del role playing Si predispone una scena in cui partecipanti devono agire; I partecipanti sono al centro dell'azione e devono recitare spontaneamente secondo l'ispirazione del momento; L’uditorio assume particolare importanza poiché il gruppo non funge da semplice osservatore, ma cerca di esaminare e di capire quanto avviene sulla scena; Il docente deve mantenere l'azione dei partecipanti e la situazione scenica, anche sollecitando, suggerendo, facilitando l'azione fino al momento in cui gli studenti protagonisti non agiscono autonomamente; Il docente può avvalersi di collaboratori incaricati di favorire la recita, anche con la loro recitazione. 5/22/2017
  • 24. 2 Tecniche di analisi della situazione Si avvalgono di casi reali: nello studio di caso si analizzano situazioni comuni e frequenti. Con lo studio di caso si sviluppano le capacità analitiche e le modalità di approccio ad un problema. 5/22/2017
  • 25. Lo studio di caso Lo studio di caso consiste nella descrizione dettagliata di una situazione reale. Con esso si intende sviluppare negli studenti le capacità analitiche necessarie per affrontare sistematicamente una situazione complessa di cui sono fornite tutte le indicazioni fondamentali. 5/22/2017
  • 26. Lo studio di caso  Con lo studio di caso si presenta agli studenti la descrizione di una situazione reale (e in quanto tale complessa), frequente o esemplare. La descrizione di un caso è un brano scritto al quale possono essere associati documenti, tabelle o schemi. Benché nella letteratura si prospettino descrizioni molto lunghe, si ritiene didatticamente opportuno non superare una o due pagine. 5/22/2017
  • 27. Lo studio di caso La situazione da esaminare può anche riguardare un caso problematico, ma bisogna non dimenticare che l'obiettivo di questa tecnica non è quello di risolvere un problema, bensì quello di imparare ad affrontare i problemi, ad individuarli. F. TESSARO - Processi e metodologie dell'insegnamento 5/22/2017
  • 28. 3 Tecniche di riproduzione operativa  Dimostrazioni e le esercitazioni: esse puntano ad affinare le abilità tecniche e operative mediante la riproduzione di una procedura. Sono complementari e richiedono la scomposizione della procedura in operazioni e in fasi da porre in successione e da verificare ad ogni passaggio. 5/22/2017
  • 29. 4 Tecniche di produzione cooperativa  Brainstorming (cervelli in tempesta), per l’elaborazione di idee creative in gruppo. Il metodo del cooperative learning per lo sviluppo integrato di competenze cognitive, operative e relazionali. 5/22/2017
  • 30. Braingstorming  Il brainstorming è forse la più conosciuta tra le tecniche di creatività; fu ideato tra gli anni '40 e '50 da Alex Osborn e trovò un'applicazione ideale soprattutto nel mondo della pubblicità, anche se poi fu utilizzato e diffuso in molti altri ambienti: dal mondo dell'industria alla scuola.  La sua diffusione fu tale che oggi la parola "brain-storming" è annoverata anche nei più comuni dizionari,es Garzanti, il suo significato "tempesta di cervelli" contiene già in parte l'idea di che cosa si tratta. Essa consiste in una "discussione di gruppo incrociata e guidata da un animatore"il cui scopo è trovare e far emergere il più alto numero di idee possibile su un argomento precedentemente definito; solo e assolutamente al termine di questo compito si potrà poi selezionare, criticare e valutare nell'alto numero di idee prodotte. 5/22/2017
  • 31. Braingstorming  Il brainstorming "insiste soprattutto su una funzione che è rapportabile ai tre principali fattori del pensiero divergente:  la capacità di produrre molte idee;  idee diversificate;  idee insolite;  queste qualità sono amplificate e sfruttate dal lavoro condotto in gruppo i cui due pregi sono "l'interazione fra le persone e la moltiplicazione dello sforzo di ciascuno con quello di un'altro. 5/22/2017
  • 32. Apprendimento cooperativo finalità Ø Fare in modo che tutti gli studenti lavorino di più e sviluppino una maggiore motivazione intrinseca all'apprendimento. Ø Creare uno spirito di squadra nella classe, legami di solidarietà in cui si apprezzi la diversità. Ø Ottenere un clima più disteso che porti ad una crescita dell’ autostima e dell’autoefficacia. Ø Consentire il recupero di allievi problematici (poco motivati allo studio; con problemi affettivi, sociali, cognitivi). Ø Favorire l‘integrazione degli alunni in situazione di handicap. Ø Favorire l’interiorizzazione di regole e norme sociali. 5/22/2017
  • 33. Obiettivi Migliorare le abilità di RELAZIONE e di GESTIONE della classe ed eliminare i conflitti interpersonali. Assicurare un buon livello di Apprendimento 5/22/2017
  • 34. ….. Cooperazione vs. Competizione - Scopi interdipendenti - Il raggiungimento di un obiettivo da parte di un membro è il raggiungimento dell’obiettivo da parte di tutti - Gli individui lavorano l’uno contro l’altro COOPERAZIONE COMPETIZIONE ØPunto cruciale: incoraggiare gli alunni a percepire gli scopi di gruppo come funzionali anche al raggiungimento di obiettivi personali. 5/22/2017
  • 35. Cosa spinge gli studenti a collaborare? Ø L’azione di cooperazione può anche nascere dal bisogno di riconoscimento, di mettersi alla prova, di affermare se stessi … Ø La cooperazione nasce anche spontaneamente, in situazioni non strutturate, se gli studenti coinvolti sono amici … Ø Spesso l’interdipendenza degli obiettivi non è sufficiente; dovrà essere integrata con l’interdipendenza di premi, ruoli. Ø Per il raggiungimento di un obiettivo comune, i soggetti dovranno imparare ad anteporre la meta del gruppo alla propria: l’obiettivo si potrà considerare raggiunto solo quando tutti i componenti del gruppo avranno fornito il loro apporto essenziale al suo conseguimento. Se solo uno dei soggetti non porta a termine il proprio compito, il traguardo finale non potrà essere conquistato. 5/22/2017
  • 36. Elementi costitutivi dell’apprendimento cooperativo INTERDIPENDENZA POSITIVA (“Uno per tutti e tutti per uno” : fallimento del singolo=del gruppo). di scopo di valutazione (risultati di ciascun membro o lavoro complessivo) di ricompensa di risorse (i membri condividono informazioni e materiali) di ruolo di compito (ogni membro svolge una parte del lavoro) di identità di ambiente (ogni gruppo deve avere uno spazio per lavorare) di fantasia (dare spazio alle proprie idee); rispetto all’avversario (situazione di competizione tra gruppi) tra gruppi (per raggiungere un obiettivo sovraordinato) 5/22/2017
  • 37. Elementi costitutivi dell’apprendimento cooperativo Ø RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE e INTERAZIONE COSTRUTTIVA: ogni membro svolge il proprio compito e sostiene gli sforzi degli altri. Ø ABILITÀ SOCIALI: comunicazione efficace, problem-solving, gestione dei conflitti, autoregolazione emotiva. Ø VALUTAZIONE DI GRUPPO: - raggiungimento degli obiettivi; - efficacia delle relazioni interpersonali; - identificazione delle azioni positive e negative dei singoli individui; - decisione su quali comportamenti mantenere e modificare. 5/22/2017
  • 38. Prendere decisioni preliminari Definire gli obiettivi Decidere le dimensioni dei gruppi Decidere la composizione del gruppo Assegnare i ruoli Sistemare l’aula Organizzare i materiali Spiegare il compito e l’approccio cooperativo Spiegare il compito Spiegare i criteri di valutazione Strutturare l’interdipendenza positiva Strutturare la cooperazione intergruppo Strutturare la responsabilità individuale Insegnare le abilità sociali Monitoraggio e intervento Monitorare il comportamento degli alunni Favorire l’interazione costruttiva diretta Intervenire per migliorare il lavoro di gruppo Chiudere la lezione Verifica e valutazione Valutare l’apprendimento e il funzionamento dei gruppi Ilruolodell’insegnante 5/22/2017
  • 39. PRENDERE DECISIONI PRELIMINARI DEFINIRE GLI OBIETTIVI - Abilità scolastiche - Abilità sociali ASSEGNARE I RUOLI DIMENSIONI DEI GRUPPI Non più di 4 studenti per gruppo COMPOSIZIONE DEI GRUPPI - Eterogenei (competenze, genere e background culturale) - SISTEMARE L’AULA - Uno di fronte all’altro - In modo da vedere l’insegnante ORGANIZZARE I MATERIALI - Una copia a gruppo o una parte ad ogni studente. - Fornire ad ogni membro informazioni necessarie per svolgere il compito. - Fornire materiale per organizzare tornei di giochi a gruppi 5/22/2017
  • 40. Come organizzare l’ambiente di lavoro  È necessario lasciare un certo spazio tra un gruppo e l’altro, quindi i tavoli vanno distanziati secondo il seguente schema:  Per delimitare le aree di lavoro si possono usare: etichette, frecce di segnalazione appese ai muri, nastro adesivo da incollare sul pavimento e sulle pareti, poster o collage fatti dai gruppi come contrassegno ed esposti nella loro area di lavoro. 5/22/2017
  • 41. SPIEGARE IL COMPITO E L’APPROCCIO COOPERATIVO SPIEGARE IL COMPITO (consegne, obiettivi della lezione, concetti da conoscere, procedure) STRUTTURARE LA RESPONSABILITÀ INDIVIDUALE SPIEGARE I CRITERI DI VALUTAZIONE STRUTTURARE L’INTERDIPENDENZA POSITIVA STRUTTURARE LA COOPERAZIONE INTERGRUPPO (i gruppi devono confrontarsi e aiutarsi a vicenda) INSEGNARE LE ABILITÀ SOCIALI 5/22/2017
  • 42. MONITORAGGIO, VERIFICA E VALUTAZIONE MONITORARE IL COMPORTAMENTO (supervisionare i gruppi, fornire sostegno, lodare il buon uso delle abilità di gruppo) FAVORIRE L’INTERAZIONE DIRETTA (assicurarsi che gli studenti si aiutino reciprocamente) INTERVENIRE DURANTE I LAVORI (fornire chiarimenti se gli alunni sono in difficoltà) CHIUDERE LA LEZIONE (ricapitolare e rivedere i punti importanti) VALUTARE (coinvolgendo gli alunni): - l’apprendimento - il funzionamento dei gruppi Dr.ssa Antonetta Cimmarrusti Didattica laboratoriale e cooperative learning 2014/2015 5/22/2017
  • 43. IN CONCLUSIONE  Le tecniche definiscono il rapporto tra il soggetto che apprende e la situazione d’apprendimento.  Con le tecniche di simulazione il soggetto impara immerso nelle situazioni; con quelle di analisi della situazione impara dalle situazioni (leggendole); con le tecniche di riproduzione operativa impara operando sulle situazioni, e con quelle di produzione cooperativa impara a modificare (o a inventare) le situazioni.  Naturalmente è variabile anche il coinvolgimento emotivo degli studenti: è profondo nelle tecniche simulative, con l'immersione nella realtà e con l'assunzione di ruoli specifici, più distaccato nelle analisi delle situazioni e nelle riproduzioni operative. 5/22/2017
  • 44. Bibliografia  Brainstorming ... cosa è e come si applica, Ed. ET/AS Kompass, Milano, 1963, p. 62.  Larocca F., Oltre la creatività l'educazione, Ed. La Scuola, Brescia, 1983, p. 205  F. Tessaro. Metodologia e didattica dell’insegnamento secondario, cap. III, Armando, Roma, 2002  F.Batini e G. Capecchi, Strumenti di Partecipazione,Erickson 2005, pag 17, 63  J. Liss, Apprendimento attivo,Imparare cose essenziali divertendosi, Armando editore, 2002  P. Iacci, C. Penati, I metodi attivi per una formazione al cambiamento, in “Skill”, n.4, 1984, pp. 55-56  Gherardi V.,  Metodologie e didattiche attive. Prospettive di ricerca e proposte operative, Aracne, Roma 2013  Gherardi V., La didattica nella scuola di base, Carocci, Roma 2010  Carletti A. e Varani A. (2005), Didattica costruttivista. Dalle teorie alla pratica in classe, Erickson  M.Castoldi, Progettare per competenza,Percorsi e strumenti,Carocci editore,2017 pag 103 5/22/2017