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EDITORIALE
PATRIZIA TOIA
capodelegazione
degli eurodeputati Pd,
vicepresidente
commissione Industria
patrizia.toia@europarl.europa.eu
n questa sessione plenaria del
Parlamento europeo a Strasbur-
go abbiamo portato a termine
due dossier fondamentali per il futuro
dell’Europa e per il benessere dei cit-
tadini europei. Da un parte abbiamo
approvato i tre rapporti sulle riforme
necessarie per portare a compimento il
processo di integrazione. Con l’impor-
tante rapporto firmato da Mercedes
Bresso abbiamo, tra le altre cose, messo
nero su bianco la richiesta di rivedere
il Fiscal Compact in Parlamento, come
promesso dal Pd e come chiediamo noi
da anni. Nel testo se ne chiede la collo-
cazione delle parti eventuali“nel quadro
giuridico Ue”. Significa che un patto nato
in forma intergovernativa, cioè con i le-
ader seduti intorno a un tavolo (senza
il Parlamento) e con la Germania che
inevitabilmente prevale, dovrà essere
rivisto all’interno della normale, demo-
cratica e trasparente procedura legislati-
va comunitaria, con tanto di discussione
pubblica al Parlamento europeo.
Sarà quella l’occasione per rivederlo e
l’occasione di trasformare un patto per
l’austerità in un patto per la crescita.
Inoltre, si precisa nella relazione appro-
vata, l’integrazione del patto di bilancio
nel quadro giuridico Ue dovrà avvenire
“sulla base di una valutazione globale
dell’esperienza acquisita nell’ambito
della sua attuazione”.
Significa che tutti i limiti del Fiscal Com-
pact, emersi chiaramente con gli sfo-
ramenti del deficit di Francia, Spagna
e Portogallo, dovranno essere presi in
I
considerazione insieme alla comunica-
zione sulla flessibilità ottenuta dall’Italia
nel 2015 e alle richieste per una golden
rule sugli investimenti. Nello stesso te-
sto abbiamo chiesto e ottenuto di con-
siderare l’istituzione di un “fondo di rim-
borso del debito”, che è di fatto quella
mutualizzazione dei debiti pubblici di
cui si discute da anni parlando di Euro-
bond e fondo di redenzione. Per l’Italia
è una delle priorità. Inoltre nella relazio-
ne abbiamo chiesto il varo del sussidio
di disoccupazione europeo, come pro-
posto dal ministro Pier Carlo Padoan, e
abbiamo evitato che passasse la richie-
sta del ministro tedesco delle Finanze
Wolfgang Schauble per un sistema che
di fatto consenta il fallimento degli Stati,
perché sulla solidarietà europea non si
torna indietro.
Con l’approvazione dell’accordo Ceta
tra Ue-Canada abbiamo scelto il mondo
di Trudeau a quello di Trump. Abbiamo
scelto l’apertura, il commercio, il benes-
sere e le relazioni internazionali pacifi-
che e proficue rispetto alla chiusura, al
protezionismo, all’impoverimento di im-
prese e lavoratori e alle relazioni basate
sui rapporti di forza militari. Non esiste
alcun pericolo di importare Ogm, car-
ne agli ormoni o pesticidi dal Canada. Il
Ceta offre garanzie chiare su tutto que-
sto e sulla possibilità di varare legisla-
zioni future a protezione dell’ambiente,
della salute, dei lavoratori e dei consu-
matori. Inoltre per la prima volta si supe-
ra il vecchio modello di arbitrato Isds per
la risoluzione delle dispute e si vara un
sistema più democratico e trasparente.
Il Ceta è il primo passo di una globaliz-
zazione aperta e regolata con equità,
anche se rispettiamo la scelta di chi ha
dato un giudizio differente sull’accordo.
Giovedì l’aula della plenaria ha ospitato
il premier canadese Justin Trudeau. “Il
Canada - ha detto - sa che una voce eu-
ropea efficace sulla scena internazionale
non solo è preferibile, ma essenziale”.
STRASBURGO
PLENARIA 13-16 FEBBRAIO 2017
UE-CANADA
L’accordo economico e commerciale globale
UE-Canada (CETA), che ha l’obiettivo di au-
mentare il commercio in beni e servizi e gli
investimenti, è stato ratificato mercoledì dal
Parlamento europeo. In attesa delle ratifiche
dei parlamenti nazionali l’intesa sarà applica-
ta in via provvisoria già dall’aprile 2017.
EMISSIONI
Il Parlamento ha approvato mercoledì la ri-
duzione delle quote di emissione di gas serra
disponibili sul mercato del carbonio dell’UE
(ETS), in modo da riallineare la politica clima-
tica dell’UE con gli obiettivi dell’accordo di
Parigi.
FUTURO DELL’UE
La plenaria del Parlamento europeo ha ap-
provato tre rapporti sul futuro dell’Ue. Uno
sulle riforme possibili già oggi, uno sulla rifor-
ma dei trattati e uno sul rafforzamento della
zona euro. Le misure proposte vanno dal
potenziamento della governance della zona
euro, anche con l’istituzione di un vero e pro-
prio ministro Ue delle finanze, alla nascita di
un Fondo monetario europeo.
ROBOT
Nella risoluzione approvata giovedì, i deputati
chiedono norme UE nel campo della robotica,
un settore in rapida evoluzione, ad esempio
per far rispettare standard etici o per stabilire
la responsabilità civile in caso di incidenti che
coinvolgono un’auto senza conducente.
TERRORISMO
Grazie al regolamento approvato giovedì, tut-
ti i cittadini dell’UE e di Paesi terzi che entrano
o escono dall’UE saranno sistematicamente
controllati tramite la consultazione di banche
dati, ad esempio quella sui documenti persi
oppure rubati. Approvate in via definitiva
anche le nuove norme per contrastare le cre-
scenti minacce dei “combattenti stranieri” in
viaggio verso zone di conflitto a fini terroristi-
ci e dei“lupi solitari”che pianificano attacchi.
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017 1
L’ACCORDO UE-CANADA
CANADAEUNIONEEUROPEACONDIVIDONOLOSTESSOIMPEGNOPER
LA DEMOCRAZIA, PER LA TRASPARENZA E PER LA REALIZZAZIONE DI
UN PIENO STATO DI DIRITTO. CONDIVIDONO LO STESSO ALTO LIVELLO
DITUTELA DEI DIRITTI UMANI ED ENTRAMBE LE PARTI CONFERISCONO
LA MEDESIMA IMPORTANZA A CONCETTI CHE DOVREBBERO
CARATTERIZZARE LA CITTADINANZA CONTEMPORANEA, COME LA
DIVERSITÀ E L’INCLUSIONE.
“L’Unione europea rappresenta una
conquista veramente notevole e un
modello senza precedenti di coopera-
zione pacifica. Il Canada sa che avere
un’efficace voce europea sulla scena
globale non è solo preferibile - è essen-
ziale.
Sappiamo che l’UE è il principale dona-
tore mondiale di assistenza umanitaria
e allo sviluppo, e che, insieme, i vostri
Stati membri costituiscono una delle
più grandi economie del mondo. Siete
un player fondamentale nell’affrontare
le sfide che tutti noi, come comunità
internazionale, abbiamo di fronte. Per
certo, tutto il mondo trae beneficio da
un’Unione Europea forte”. Questo è uno
dei passaggi più significativi dell’inter-
vento che Justin Trudeau, Primo Mini-
stro del Canada, ha pronunciato davanti
all’Aula di Strasburgo lo scorso giovedì.
Al di là dei suoi meriti economici, do-
cumentati da diversi studi di impatto,
questo accordo, i cui negoziati inizia-
rono sette anni fa, viene firmato in un
momento storico che gli conferisce un
significato più profondo e rilevante per
gli equilibri geopolitici mondiali.
Canada e Unione Europea condividono
lo stesso impegno per la democrazia,
per la trasparenza e per la realizzazio-
ne di un pieno Stato di diritto. Condivi-
dono lo stesso alto livello di tutela dei
diritti umani ed entrambe le parti con-
feriscono la medesima importanza a
concetti che dovrebbero caratterizzare
la cittadinanza contemporanea, come
la diversità e l’inclusione.
E’innegabile che, in un momento in cui
gli Stati Uniti guidati da Donald Trump
si trincerano dietro politiche protezioni-
stiche e ordini esecutivi che parlano di
chiusura, come il “Muslim Ban”, il CETA
rappresenta la capacità di azione di due
soggetti, peraltro, che condividono il
valore dell’apertura e della solidarietà
verso i popoli in difficoltà.
Questo accordo tra due controparti
molto simili sul piano dei valori ha per-
messo di fissare standard elevati con
i quali chiunque vorrà, da oggi in poi,
fare affari con l’Unione Europea o con
il Canada dovrà, in qualche modo, fare
i conti. La nostra politica commerciale è
entrata in una fase nuova, dove si devo-
no rafforzare gli scambi proteggendo i
cittadini, i lavoratori e l’ambiente. Dove
lo scopo principale non è più liberaliz-
zare ma regolamentare: siamo convin-
ti che sia questo il modo per plasmare
una nuova globalizzazione, più demo-
cratica e che non lasci nessuno indietro.
2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017
ALESSIA MOSCA
coordinatrice commissione
commercio internazionale
alessia.mosca@europarl.europa.eu
I VANTAGGI DEL CETA
IL CETA PROMUOVERÀ LE NOSTRE PRODUZIONI DI QUALITÀ: IL
CANADA RICONOSCERÀ INFATTI 41 INDICAZIONI GEOGRAFICHE AI
PRODOTTI AGROALIMENTARI ITALIANI (DAL GRANA PADANO AL
PECORINO TOSCANO, DAL LARDO DI COLONNATA AL PROSCIUTTO DI
PARMA E ALLA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA), TUTELANDOLI
DA FRODI E IMITAZIONI. GRAZIE ALL’INSERIMENTO NEL CETA
DELL’ACCORDO UE-CANADA SU VINI E ALCOLICI DEL 2004, ANCHE I
NOMI DI SPECIFICIVINI ITALIANI (COME IL CHIANTI) CONTINUERANNO
A GODERE DI PROTEZIONE COMPLETA.
L’accordo raggiunto col Canada apre
la strada a una grande stagione di op-
portunità per l’Europa e per l’Italia. A
livello continentale, infatti, l’eliminazio-
ne della burocrazia e del 99% delle tarif-
fe industriali del Canada farà risparmia-
re agli esportatori europei €500 milioni
all’anno.
Si tratta di un mercato importante pri-
ma di tutto per l’Italia: il nostro export
in Canada vale oltre €5 miliardi all’an-
no, destinati a salire grazie all’accordo.
Per la prima volta le nostre imprese
godranno, in quel mercato, delle stesse
condizioni riservate ai produttori nazio-
nali. Nonostante le polemiche e le “bu-
fale” circolate nelle scorse settimane, il
CETA non modificherà gli standard eu-
ropei. I requisiti in materia di diritti dei
lavoratori, protezione dei consumatori,
sicurezza degli alimenti, qualità dei pro-
dotti e tutela dell’ambiente rimarranno
inalterati. Tutte le importazioni dal Ca-
nada dovranno soddisfare le normative
europee, senza eccezioni e col massimo
rigore.
Lo smantellamento dell’alto livello di
dazi finora vigenti favorirà soprattutto
le PMI, vero pilastro dell’economia ita-
liana. Tra i settori del Made in Italy che
beneficeranno in modo particolare di
questa liberalizzazione tariffaria, pos-
siamo citare l’elettronica e i macchinari
(che nel 2015 ha contato esportazioni in
Canada per €1 miliardo), l’abbigliamen-
to e le calzature – l’Italia è il più grande
esportatore UE di capi d’abbigliamento,
per una cifra di €261 milioni – e anco-
ra le ceramiche (oltre €160 milioni nel
2015), il legno-arredo, i prodotti in pelle
ed il comparto dei pezzi di ricambio per
autoveicoli.
Il CETA promuoverà inoltre le nostre
produzioni di qualità: il Canada rico-
noscerà infatti 41 indicazioni geografi-
che ai prodotti agroalimentari italiani
(dal Grana Padano al Pecorino Toscano,
dal Lardo di Colonnata al Prosciutto di
Parma e alla Mozzarella di Bufala Cam-
pana), tutelandoli da frodi e imitazioni.
Grazie all’inserimento nel CETA dell’ac-
cordo UE-Canada su vini e alcolici del
2004, anche i nomi di specifici vini ita-
liani (come il Chianti) continueranno a
godere di protezione completa.
Più in generale, il CETA può rappresen-
tare il rilancio della politica commercia-
le comune, in risposta al protezionismo
di Donald Trump e di molti suoi emu-
li in Europa. L’accordo col Canada è il
più importante passo avanti compiuto
dall’Europa nell’obiettivo di regolamen-
tare la globalizzazione secondo uno
sviluppo sostenibile, ponendosi come
il nuovo standard di riferimento per il
commercio internazionale.
3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017
NICOLA DANTI
coordinatore commissione
mercato interno e
tutela dei consumatori
nicola.danti@europarl.
europa.eu
GLI INSEDIAMENTI ISRAELIANI NEI TERRITORI PALESTINESI
DOPO LA RISOLUZIONE ONU DI CONDANNA DEGLI INSEDIAMENTI
DELLO SCORSO 23 DICEMBRE, È INIZIATA UNA PERICOLOSA
ESCALATION CHE, SECONDO LE DICHIARAZIONE DEI PARTITI DELLA
DESTRA ISRAELIANA, POTREBBE PORTARE VERSO L’ANNESSIONE DEI
TERRITORI. QUESTA LEGGE REGOLARIZZA RETROATTIVAMENTE OLTRE
4000 ABITAZIONI
Con l’approvazione da parte del Par-
lamento Israeliano, la Knesset, della
legge sulla regolarizzazione degli inse-
diamenti nei territori palestinesi (Regu-
lation Bill) lo stato ebraico ha superato
un limite che non aveva mai oltrepas-
sato: per la prima volta viene imposta
ufficialmente la legge israeliana nell’a-
rea “C” della Cisgiordania, sottoposta,
in base agli accordi di Oslo, al controllo
civile e militare ma non alla giurisdi-
zione di Israele. La legge è una palese
violazione del diritto internazionale,
probabilmente anche della Costituzio-
ne israeliana - si attende in proposito il
pronunciamento della Corte Costituzio-
nale - e compromette di fatto la soluzio-
ne dei due Stati.
Dopo la risoluzione ONU di condanna
degli insediamenti dello scorso 23 di-
cembre, è iniziata una pericolosa esca-
lation che, secondo le dichiarazione dei
partiti della destra israeliana, potrebbe
portare verso l’annessione dei territori.
Questa legge regolarizza retroattiva-
mente oltre 4000 abitazioni costruite su
800 ettari di terra palestinese, e inoltre,
a partire all’insediamento di Trump alla
Casa Bianca, il governo israeliano ha
autorizzato la costruzione di oltre 6mila
abitazioni per i coloni negli insedia-
menti, forte delle ambiguità dalla nuo-
va amministrazione americana.
L’ONU e la comunità internazionale
hanno condannato duramente questa
azione, ed e a questo punto è più che
mai necessario che l’Unione europea
esca da una contraddizione. Se da un
lato, infatti, viene espressa la condanna
ufficiale, invitando le autorità israeliane
a non attuare la legge, dall’altro si pre-
para l’avvio dei negoziati del Consiglio
di associazione con Israele. Due azioni
che rendono evidente tutte le ambigui-
tà della politica estera europea. Proprio
perché tutto questo sta avvenendo in
un contesto geopolitico completamen-
te nuovo e turbolento, non abbiamo
bisogno di un insensato realismo po-
litico. Da parte dell’Unione europea è
necessario, ora più che mai, uno sforzo
di coerenza: quella coerenza che le im-
pone moralmente e giuridicamente di
rimanere fedele ai propri principi e ai
valori costitutivi, condizionando qual-
siasi tipo di accordo con i paesi terzi al
rispetto dei diritti umani e del diritto in-
ternazionale.
Qualcosa di significativo lo può fare
anche il Parlamento Europeo: certo
non è possibile trovare a Strasburgo
la soluzione del processo di pace, ma
sicuramente è possibile prendere po-
sizione per sospendere e posticipare il
Consiglio di associazione fino a quando
Israele non avrà chiarito definitivamen-
te le proprie intenzioni nei confronti
dei territori colonizzati. Questo rappre-
senterebbe nei confronti della comuni-
tà internazionale un chiaro segnale di
maturità politica dalla nostra Unione
europea.
4NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017
PIER ANTONIO PANZERI
presidente commissione diritti
umani
antonio.panzeri@europarl.
europa.eu
LA STRATEGIA EUROPEA PER L’AVIAZIONE
L’ENORME POTENZIALE CHE IL SETTORE DELL’AVIAZIONE È IN GRADO
DI ESPRIMERE RISCHIA DI ESSERE COMPROMESSO A CAUSA DI
QUESTIONI BILATERALI TRA STATI MEMBRI CHE BLOCCANO ALCUNI
DOSSIER IN SENO AL CONSIGLIO. NE È UN ESEMPIO IL CASO DI
GIBILTERRA, DOVE SPAGNA E REGNO UNITO SI CONTENDONO DA
TEMPO LA SOVRANITÀ DI UN LEMBO DI TERRA SUL QUALE SORGE
L’AEROPORTO DELLA CITTÀ.
Il settore dell’aviazione rappresenta
un elemento chiave del sistema di tra-
sporto europeo, indispensabile al fine
di garantire la connettività all’interno
e all’esterno dell’Unione. Su questo
presupposto si basa la proposta di ri-
soluzione del Parlamento europeo sul-
la strategia per l’aviazione in Europa,
approvata durante la seduta plenaria
di febbraio a Strasburgo. La capacità
attuale, la domanda prevista e le neces-
sità infrastrutturali future rappresenta-
no elementi chiave nell’ambito di una
pianificazione strategica del sistema
aeroportuale europeo, che dovrà va-
lorizzare tanto gli hub internazionali
quanto gli aeroporti regionali. Questi
ultimi, infatti, non solo contribuiscono
alla creazione di occupazione e allo svi-
luppo del turismo, ma giocano un ruolo
essenziale nel promuovere la coesione
territoriale, l’inclusione sociale e la cre-
scita economica nelle aree remote, fa-
vorendo nel contempo il decongestio-
namento dei principali scali europei.
Per tali ragioni sarebbe auspicabile
favorire il sostegno, anche attraverso
l’utilizzo di risorse pubbliche e la con-
cessione di aiuti di stato all’investimen-
to e al funzionamento, degli aeroporti
regionali con traffico commerciale esi-
guo, tali da non poter entrare in situa-
zioni di concorrenzialità con gli altri
hub europei.
L’enorme potenziale che il settore
dell’aviazione è in grado di esprimere,
tuttavia, rischia di essere compromesso
a causa di questioni bilaterali tra Stati
membri che bloccano alcuni dossier
in seno al Consiglio. Ne è un esempio
il caso di Gibilterra, dove Spagna e
Regno Unito si contendono da tem-
po la sovranità di un lembo di terra
sul quale sorge l’aeroporto della città.
Sarà pertanto necessario avanzare nei
negoziati su tali fascicoli, riguardanti
in particolare la revisione dei regola-
menti sull’assegnazione delle ban-
de orarie e sui diritti dei passeggeri.
Ultimi, ma di fondamentale importanza,
i temi della sicurezza e della protezione
sociale dei lavoratori, rispetto ai quali
si riconosce la necessità di promuove-
re una formazione di elevata qualità e
di contrastare le pratiche commerciali
sleali, con un attenzione particolare
all’utilizzo di bandiere di comodo e di
alcuni contratti di lavoro atipici, quali i
contratti a zero ore e i programmi “pay-
to-fly”. Tutti gli aspetti descritti rappre-
sentano priorità strategiche per la so-
stenibilità e il futuro dell’aviazione in
Europa, nonché per la creazione di un
vero“Cielo unico europeo”.
5NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017
ISABELLA DE MONTE
membro commissione
trasporti e turismo
isabella.demonte@europarl.europa.eu
LE RIFORME PER IL FUTURO DELL’UE
LA ZONA EURO DEVE COMPLETARE LA GOVERNANCE CON QUELLA
SOCIALE, FISCALE E DARSI NORME COMUNI SU DIFESA, SICUREZZA
E POLITICA ESTERA COMUNI. GRAZIE AL LAVORO DEI SOCIALISTI E
DEMOCRATICI ABBIAMO APERTO LA STRADA ALLA MUTUALIZAZIONE
DEL DEBITO SOVRANO E QUINDI DEGLI EUROBOND E COSA
ANCORA PIU IMPORTANTI ABBIAMO MESSO LE BASI PER CAMBIARE
FINALMENTE IL FISCAL COMPACT.
Il Parlamento europeo ha approvato
tre relazioni cruciali per delineare il fu-
turo dell’Europa: la mia, frutto di un la-
voro di due anni con il collega popolare
Elamr Brok che definisce gli strumenti e
le misure da adottare a Trattati vigenti
per rendere il progetto europeo più for-
te, piu efficiente, democratico e di con-
seguenza piu vicino ai cittadini; quella
del collega liberale Verhostat su una
possibile revisione dei Trattati; quella
dei colleghi Beres- Boge sulla possibili-
tà di una creazione di un bilancio della
zona euro.
Come ha ribadito il vicepresidente della
Commissione europea Frans Timmer-
mans il cambiamento dei Trattati non è
in cima all’agenda politica perché «c’è
ampio spazio in quelli esistenti» ed è
«nostro dovere focalizzarci su politiche
che ci uniscano perché in questo pe-
riodo di instabilità abbiamo bisogno di
unità per rimanere forti». Rimanere forti
nonostante la Brexit, nonostante Mari-
ne Le Pen, nonostante Matteo Salvini o
Beppe Grillo; rimanere forti nonostante
il vento populista che arriva da oltre
oceano. Per resistere però dobbiamo
anche avere il coraggio di cambiare.
Non è un caso che a farla da padrone
in questo momento storico sia il dibat-
tito sul futuro dell’Europa a due velocità
che non solo è possibile, ma è anche la
logica conseguenza dell’euro.
La zona euro deve completare la gover-
nance con quella sociale, fiscale e darsi
norme comuni su difesa, sicurezza e po-
litica estera comuni. Grazie al lavoro dei
socialisti e democratici abbiamo aperto
la strada alla mutualizazione del debito
sovrano e quindi degli Eurobond e cosa
ancora piu importanti abbiamo messo
le basi per cambiare finalmente il Fiscal
compact. Inoltre abbiamo introdotto l’i-
stituzione di un’assicurazione europea
contro la disoccupazione. Davanti ab-
biamo delle sfide importanti che non ci
possiamo permettere di perdere come
la crisi dei rifugiati, la lotta contro il ter-
rorismo, la globalizzazione economica,
il cambiamento climatico, la debolezza
dell’unione economica e monetaria nel
contesto della crisi internazionale, la
mancanza di competitività e le sue con-
seguenze sociali.
A marzo nella capitale si terranno le
celebrazioni del sessantesimo anniver-
sario dei Trattati di Roma. Un’occasione
importante per confrontarsi sul futuro
che immaginiamo per il progetto euro-
peo che abbiamo sognato e per il quale
abbiamo lavorato con passione e tena-
cia. È importante che chiunque creda
veramente nell’Europa sia presente per
ribadire la propria voglia di unione. Il
nostro Governo deve farsi trovare pron-
to per quell’appuntamento perché l’Ita-
lia è uno degli Stati fondatori dell’UE e
deve mantenere il proprio ruolo raffor-
zandolo, oltre che consolidandolo.
6
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio
MERCEDES BRESSO
coordinatrice commissione sviluppo
regionale e affari costituzionali
mercedes.bresso@europarl.europa.eu
L’EUROPA DI FRONTE ALL’AVVENTO DEI ROBOT
SIAMO DI FRONTE A SCELTE DI GRANDE RILEVANZA: COME METTERE
A VALORE LE NUOVE TECNOLOGIE EVITANDO DI CANCELLARE
PATRIMONI DI CONOSCENZE, ABILITÀ, ESPERIENZE, UMANITÀ DI
CUI SOLO LA INTELLIGENZA UMANA PUÒ DISPORRE? LA RICERCA
CI PROPONE UN CAMBIAMENTO RADICALE. L’EUROPA NON PUÒ
SOTTRARSI DAL COMPIERE SCELTE ANCHE CORAGGIOSE
Si intrecciano nella nostra discussio-
ne, valutazioni, riflessioni importanti e
anche decisive per la vita delle persone,
per l’economia, per il lavoro che sarà
dentro una cornice etica e morale che
ci richiama alle nostre responsabilità di
decisori. Può una macchina essere con-
siderate alla stregua di una persona?
Possono essere affidate responsabilità
decisionali senza prevedere un sistema
di garanzie per i cittadini?
Certamente è una grande opportunità
per l’industria europea che rafforzerà il
suo ruolo di leader in un sistema di re-
gole certe.
Nel mentre salutiamo positivamente
l’introduzione della robotica nell’am-
bito dei sistemi di salute, di cura, di
riabilitazione e di presa in carico delle
persone fragili e con limitazioni dell’au-
tonomia personale, convinti che l’utiliz-
zo delle nuove tecnologie soprattutto
in campo sanitario migliorerà la perfor-
mance del sistema con un evidente e
non trascurabile impatto sui costi del si-
stema pubblico, richiamiamo l’attenzio-
ne sulla imprescindibilità del valore del-
la relazione medico paziente, operatore
paziente, come ulteriore elemento di
garanzia, convinti che il binomio uomo
macchina costituisce una straordinaria
opportunità per migliorare la qualità
della vita ed il benessere delle persone
salvaguardando ruolo e competenza
del capitale umano nel rapporto di re-
lazione e di cura con gli interlocutori.
Siamo di fronte a scelte di grande rile-
vanza. Come mettere a valore le nuove
tecnologie evitando di cancellare patri-
moni di conoscenze, abilità, esperienze,
umanità di cui solo la intelligenza uma-
na può disporre. La ricerca ci propone
un cambiamento radicale. L’Europa non
può sottrarsi dal compiere scelte anche
coraggiose capaci di fare sintesi tra i
vantaggi inconfutabili della diffusione
di nuove tecnologie e la sua visione di
garanzia e tutela della persona, dei suoi
diritti, della sua dignità salvaguardando
il principio della accessibilità evitando
nuove diseguaglianze.
  Ultima considerazione che non può
sfuggire ai decisori piu sensibili: la dif-
fusione dell’utilizzazione delle machine
intelligenti che permettono nuovi me-
todi di analisi e di intervento porterà
alla decimazione degli occupati con
profili poco qualificati e alla necessita di
costruirne altri con competenze piu raf-
finate; per questo bisognerà attrezzarsi
in tempo con investimenti adeguati, sia
per la formazione di nuove competen-
ze attraverso la promozione di standard
comuni di specializzazione, sia per so-
stenere in un sistema di welfare consa-
pevole coloro i quali saranno inevitabil-
mente espulsi dal mondo del lavoro. Si
apre dunque una nuova riflessione sulla
necessità che il sistema d`impresa assu-
ma finalmente la scelta di condividere
le responsabilità sociali che la sfida tec-
nologica oggi impone.
7
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio
ELENA GENTILE
membro commissione
occupazione e affari sociali
elena.gentile@europarl.europa.eu
I FONDI EUROPEI PER IL TERREMOTO
LA MODIFICA DEL REGOLAMENTO CHE CONSENTIRÀ L’EROGAZIONE
DEI FONDI STRUTTURALI GRAZIE AL MECCANISMO DELL’ARTICOLO E
SENZA COFINANZIAMENTO SEGUIRÀ LA PROCEDURA SEMPLIFICATA
E GIÀ NELLA SESSIONE PLENARIA DI APRILE POTREBBE ESSERE
ADOTTATO L’ATTO DEFINITIVO. SI TRATTA DI CIRCA 200 MILIONI
DI EURO DI FONDI STRUTTURALI A DISPOSIZIONE DELLE REGIONI
COINVOLTE PER IL SETTENNATO 2014-2020 - SARÀ UN GRANDE
SEGNALE VERSO CHI AUSPICA MAGGIORE ADERENZA ALLE NUOVE
ISTANZE DI UN CONTESTO PROFONDAMENTE CAMBIATO.
60.000 scosse in sei mesi. Danni per ol-
tre 23 miliardi di euro. Centinaia di mor-
ti. Case, scuole, edifici pubblici, struttu-
re produttive, tutto perduto. Il Centro
Italia stravolto da un terremoto infinito.
Mentre a Strasburgo e Bruxelles si di-
scute. Ma una prima vittoria c’è stata.
Giovedì scorso, durante la riunione stra-
ordinaria della Commissione Regi con
la Commissaria alla Politiche regionali
Corina Cretu, c’era ancora chi avanzava
dubbi, distinguo, cavilli sulla proposta
(della Commissione europea!) di utiliz-
zare i fondi strutturali per la ricostruzio-
ne delle Regioni colpite dal sisma con
un finanziamento al 100%, cioè senza
imporre alle amministrazioni pubbliche
coinvolte di partecipare al cofinanzia-
mento come di prassi. Ma - diciamo noi
- se non ora, quando? Quando, se non
in drammatici casi come questo, dimo-
strare che la coesione e la solidarietà
tra Stati, valori fondanti della nostra
Unione, non sono soltanto belle paro-
le? Grazie al nostro impegno, a giornate
di mediazione e di incontri con i molti
colleghi “scettici” di diverse delegazioni
e Gruppi, il primo risultato é arrivato.
La modifica del regolamento che con-
sentirà l’erogazione dei fondi strutturali
grazie al meccanismo dell’articolo e
senza cofinanziamento seguirà la pro-
cedura semplificata e già nella sessione
plenaria di aprile potrebbe essere
adottato l’atto definitivo. In fondo é
solo un piccolo aiuto - circa 200 mi-
lioni di euro sono i fondi strutturali a
disposizione delle Regioni coinvolte
per il settennato 2014-2020 - ma sarà
un grande segnale verso chi auspica
maggiore aderenza alle nuove istanze
di un contesto profondamente cam-
biato. E coerenza con i principi su cui è
nata: unità, solidarietà. In un momento
in cui - proprio nella Plenaria appena
conclusa se ne è parlato durante un di-
battito in aula, la politica di Coesione,
che gode di un budget massiccio nel
bilancio dell’Unione Europea, è ad un
giro di boa, impantanata nel dibattito
tra valutazione delle novità introdotte
dall’ultima riforma e necessità di revi-
sione e cambiamento. La riflessione sul
futuro della politica regionale non può
prescindere da due elementi di cui te-
ner conto alla vigilia della sua revisione
perché sia efficace in termini di crescita
e sviluppo: flessibilità e semplificazio-
ne. Non si possono seguire solo le lo-
giche del rispetto delle regole e dello
zero virgola, perché l’obiettivo non è
esclusivamente quello di uniformare il
PIL nelle diverse regioni d’Europa ma di
raggiungere una vera coesione sociale.
La politica deve tornare centrale anche
e soprattutto nelle discussioni che ri-
guardano l’uso dei fondi.
8NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017
MICHELA GIUFFRIDA
membro commissione
per lo sviluppo regionale
michela.giuffrida@europarl.europa.eu
UN PATTO PER LA POLITICA DI COESIONE
PER NOI, PER I SOCIALISTI E DEMOCRATICI EUROPEI, È PRIORITARIA
UNA RIFORMA COMPLESSIVA DEL SEMESTRE EUROPEO, CHE INTEGRI
I BISOGNI DEI TERRITORI, PER UNA GOVERNANCE EUROPEA NON PIÙ
POLITICA PUNITIVA, MA INTERPRETE E PROMOTRICE DI UN’AGENDA
DI PRIORITÀ DI INVESTIMENTO IN CUI ISTITUZIONI LOCALI, NAZIONALI
ED EUROPEE COSTRUISCONO SINERGIE PER POLITICHE DI CRESCITA.
Ad una settimana dal tour in Cam-
pania con la Commissaria europea per
la politica regionale, Corina Cretu, pro-
mosso dal gruppo Socialisti e Democra-
tici, è positivo il bilancio che si può trar-
re da un’esperienza bella e significativa:
per noi che l’abbiamo promossa e per i
nostri territori, che sono stati i protago-
nisti. Il nostro tour è partito da Pompei,
la città degli Scavi Archeologici, tra le
più visitate al mondo: il simbolo di una
ripresa, di una migliore capacità di spe-
sa e opportunità per il rilancio.
Pompei è stata la prima tappa di un
viaggio, che ci ha portato, nel pome-
riggio di giovedì, al polo universitario
della Federico II nel quartiere di San
Giovanni, nella periferia di Napoli, per
il dialogo con i cittadini. Il giorno suc-
cessivo con gli stessi presidenti e con il
Ministro Claudio De Vincenti, ci siamo
confrontati sullo politica di coesione
dopo il 2020. Da Città della Scienza,
a Bagnoli, altro quartiere simbolo di
Napoli, abbiamo posto le basi per un
nuovo patto politico-istituzionale tra
Governo, Presidenti delle Regioni del
Sud ed Europa. Dalle parole di tutti, la
voglia e la consapevolezza di rilanciare
la crescita in Europa. Un cambio di rotta
sulle politica di coesione. Diritti, ugua-
glianza, giovani, sviluppo.
Dalla Sala Newton ho lanciato la pro-
posta e la sfida a costruire una misura
eccezionale per dare dignità alle nuove
generazioni. Un grande investimento
sulle persone: una misura universale,
flessibile e graduale che accompagni
i giovani nel loro percorso di crescita,
assecondando esigenze e vocazioni e
assicurando il sostegno a tutte le fasi
della formazione e dell’inserimento nel
mondo del lavoro: scuola e università,
formazione professionale, sviluppo di
idee e start-up.
Le crisi hanno prodotto ripercussioni
sulla politica di coesione, trasforman-
dola, trasfigurandola e legandola in
maniera sempre più stringente alle se-
mestre europeo e al patto di stabilità.
Per noi, per i Socialisti e Democratici
europei, è prioritaria una riforma com-
plessiva del Semestre Europeo, che
integri i bisogni dei territori, per una
governance europea non più politica
punitiva, ma interprete e promotrice di
un’agenda di priorità di investimento in
cui istituzioni locali, nazionali ed euro-
pee costruiscono sinergie per politiche
di crescita.
A Napoli, lo abbiamo detto forte e chia-
ro: la politica di coesione deve tornare
ad essere lo strumento di una politica
economica espansiva, capace di rispon-
dere alle priorità che giungono dai ter-
ritori con attenzione alle fasce deboli.
9
NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio
ANDREA COZZOLINO
vicepresidente commissione
sviluppo regionale
andrea.cozzolino@europarl.europa.eu
10NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio
BRANDO BENIFEI
membro commissione
occupazione e affari sociali
ROBERTO GUALTIERI
presidente commissione
affari economici e monetari
NICOLA CAPUTO
membro commissione
agricoltura e sviluppo rurale
MASSIMO PAOLUCCI
membrocommissioneambiente,
sanità e sicurezza alimentare
PAOLO DE CASTRO
coordinatore commissione
agricoltura e sviluppo rurale
PATRIZIA TOIA
vicepresidente commissione
industria, ricerca ed energia
GOFFREDO MARIA BETTINI
membro commissione
affari esteri
CECILE KASHETU KYENGE
membrocommissionelibertàcivili,
giustizia e affari interni
CATERINA CHINNICI
membrocommissionelibertàcivili,
giustizia e affari interni
PINA PICIERNO
membro
commissione bilanci
ISABELLA DE MONTE
membro commissione
trasporti e turismo
DANIELE VIOTTI
membro
commissione bilanci
SIMONA BONAFE’
membrocommissioneambiente,
sanità e sicurezza alimentare
LUIGI MORGANO
membro commissione
cultura e istruzione
SILVIA COSTA
presidente commissione
cultura e istruzione
GIANNI PITTELLA
presidente
Gruppo S&D
ENRICO GASBARRA
membro
commissione giuridica
FLAVIO ZANONATO
membro commissione
industria, ricerca ed energia
MERCEDES BRESSO
coordinatricecommissionesviluppo
regionale e affari costituzionali
ALESSIA MOSCA
membro commissione
commercio internazionale
ANDREA COZZOLINO
vicepresidente commissione
sviluppo regionale
DAVID SASSOLI
vicepresidente
Parlamento europeo
ELENA GENTILE
membro commissione
occupazione e affari sociali
DAMIANO ZOFFOLI
membrocommissioneambiente,
sanità e sicurezza alimentare
eurodeputatipd.eu
RENATA BRIANO
vicepresidente
commissione pesca
PIER ANTONIO PANZERI
membro commissione
affari esteri
NICOLA DANTI
vicepresidente commissione
mercato interno
RENATO SORU
membro commissione
affari economici e monetari
MICHELA GIUFFRIDA
membro commissione
sviluppo regionale

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Newsletter eurodeputati pd_febbraio2017

  • 1. EDITORIALE PATRIZIA TOIA capodelegazione degli eurodeputati Pd, vicepresidente commissione Industria patrizia.toia@europarl.europa.eu n questa sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasbur- go abbiamo portato a termine due dossier fondamentali per il futuro dell’Europa e per il benessere dei cit- tadini europei. Da un parte abbiamo approvato i tre rapporti sulle riforme necessarie per portare a compimento il processo di integrazione. Con l’impor- tante rapporto firmato da Mercedes Bresso abbiamo, tra le altre cose, messo nero su bianco la richiesta di rivedere il Fiscal Compact in Parlamento, come promesso dal Pd e come chiediamo noi da anni. Nel testo se ne chiede la collo- cazione delle parti eventuali“nel quadro giuridico Ue”. Significa che un patto nato in forma intergovernativa, cioè con i le- ader seduti intorno a un tavolo (senza il Parlamento) e con la Germania che inevitabilmente prevale, dovrà essere rivisto all’interno della normale, demo- cratica e trasparente procedura legislati- va comunitaria, con tanto di discussione pubblica al Parlamento europeo. Sarà quella l’occasione per rivederlo e l’occasione di trasformare un patto per l’austerità in un patto per la crescita. Inoltre, si precisa nella relazione appro- vata, l’integrazione del patto di bilancio nel quadro giuridico Ue dovrà avvenire “sulla base di una valutazione globale dell’esperienza acquisita nell’ambito della sua attuazione”. Significa che tutti i limiti del Fiscal Com- pact, emersi chiaramente con gli sfo- ramenti del deficit di Francia, Spagna e Portogallo, dovranno essere presi in I considerazione insieme alla comunica- zione sulla flessibilità ottenuta dall’Italia nel 2015 e alle richieste per una golden rule sugli investimenti. Nello stesso te- sto abbiamo chiesto e ottenuto di con- siderare l’istituzione di un “fondo di rim- borso del debito”, che è di fatto quella mutualizzazione dei debiti pubblici di cui si discute da anni parlando di Euro- bond e fondo di redenzione. Per l’Italia è una delle priorità. Inoltre nella relazio- ne abbiamo chiesto il varo del sussidio di disoccupazione europeo, come pro- posto dal ministro Pier Carlo Padoan, e abbiamo evitato che passasse la richie- sta del ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schauble per un sistema che di fatto consenta il fallimento degli Stati, perché sulla solidarietà europea non si torna indietro. Con l’approvazione dell’accordo Ceta tra Ue-Canada abbiamo scelto il mondo di Trudeau a quello di Trump. Abbiamo scelto l’apertura, il commercio, il benes- sere e le relazioni internazionali pacifi- che e proficue rispetto alla chiusura, al protezionismo, all’impoverimento di im- prese e lavoratori e alle relazioni basate sui rapporti di forza militari. Non esiste alcun pericolo di importare Ogm, car- ne agli ormoni o pesticidi dal Canada. Il Ceta offre garanzie chiare su tutto que- sto e sulla possibilità di varare legisla- zioni future a protezione dell’ambiente, della salute, dei lavoratori e dei consu- matori. Inoltre per la prima volta si supe- ra il vecchio modello di arbitrato Isds per la risoluzione delle dispute e si vara un sistema più democratico e trasparente. Il Ceta è il primo passo di una globaliz- zazione aperta e regolata con equità, anche se rispettiamo la scelta di chi ha dato un giudizio differente sull’accordo. Giovedì l’aula della plenaria ha ospitato il premier canadese Justin Trudeau. “Il Canada - ha detto - sa che una voce eu- ropea efficace sulla scena internazionale non solo è preferibile, ma essenziale”. STRASBURGO PLENARIA 13-16 FEBBRAIO 2017 UE-CANADA L’accordo economico e commerciale globale UE-Canada (CETA), che ha l’obiettivo di au- mentare il commercio in beni e servizi e gli investimenti, è stato ratificato mercoledì dal Parlamento europeo. In attesa delle ratifiche dei parlamenti nazionali l’intesa sarà applica- ta in via provvisoria già dall’aprile 2017. EMISSIONI Il Parlamento ha approvato mercoledì la ri- duzione delle quote di emissione di gas serra disponibili sul mercato del carbonio dell’UE (ETS), in modo da riallineare la politica clima- tica dell’UE con gli obiettivi dell’accordo di Parigi. FUTURO DELL’UE La plenaria del Parlamento europeo ha ap- provato tre rapporti sul futuro dell’Ue. Uno sulle riforme possibili già oggi, uno sulla rifor- ma dei trattati e uno sul rafforzamento della zona euro. Le misure proposte vanno dal potenziamento della governance della zona euro, anche con l’istituzione di un vero e pro- prio ministro Ue delle finanze, alla nascita di un Fondo monetario europeo. ROBOT Nella risoluzione approvata giovedì, i deputati chiedono norme UE nel campo della robotica, un settore in rapida evoluzione, ad esempio per far rispettare standard etici o per stabilire la responsabilità civile in caso di incidenti che coinvolgono un’auto senza conducente. TERRORISMO Grazie al regolamento approvato giovedì, tut- ti i cittadini dell’UE e di Paesi terzi che entrano o escono dall’UE saranno sistematicamente controllati tramite la consultazione di banche dati, ad esempio quella sui documenti persi oppure rubati. Approvate in via definitiva anche le nuove norme per contrastare le cre- scenti minacce dei “combattenti stranieri” in viaggio verso zone di conflitto a fini terroristi- ci e dei“lupi solitari”che pianificano attacchi. NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017 1
  • 2. L’ACCORDO UE-CANADA CANADAEUNIONEEUROPEACONDIVIDONOLOSTESSOIMPEGNOPER LA DEMOCRAZIA, PER LA TRASPARENZA E PER LA REALIZZAZIONE DI UN PIENO STATO DI DIRITTO. CONDIVIDONO LO STESSO ALTO LIVELLO DITUTELA DEI DIRITTI UMANI ED ENTRAMBE LE PARTI CONFERISCONO LA MEDESIMA IMPORTANZA A CONCETTI CHE DOVREBBERO CARATTERIZZARE LA CITTADINANZA CONTEMPORANEA, COME LA DIVERSITÀ E L’INCLUSIONE. “L’Unione europea rappresenta una conquista veramente notevole e un modello senza precedenti di coopera- zione pacifica. Il Canada sa che avere un’efficace voce europea sulla scena globale non è solo preferibile - è essen- ziale. Sappiamo che l’UE è il principale dona- tore mondiale di assistenza umanitaria e allo sviluppo, e che, insieme, i vostri Stati membri costituiscono una delle più grandi economie del mondo. Siete un player fondamentale nell’affrontare le sfide che tutti noi, come comunità internazionale, abbiamo di fronte. Per certo, tutto il mondo trae beneficio da un’Unione Europea forte”. Questo è uno dei passaggi più significativi dell’inter- vento che Justin Trudeau, Primo Mini- stro del Canada, ha pronunciato davanti all’Aula di Strasburgo lo scorso giovedì. Al di là dei suoi meriti economici, do- cumentati da diversi studi di impatto, questo accordo, i cui negoziati inizia- rono sette anni fa, viene firmato in un momento storico che gli conferisce un significato più profondo e rilevante per gli equilibri geopolitici mondiali. Canada e Unione Europea condividono lo stesso impegno per la democrazia, per la trasparenza e per la realizzazio- ne di un pieno Stato di diritto. Condivi- dono lo stesso alto livello di tutela dei diritti umani ed entrambe le parti con- feriscono la medesima importanza a concetti che dovrebbero caratterizzare la cittadinanza contemporanea, come la diversità e l’inclusione. E’innegabile che, in un momento in cui gli Stati Uniti guidati da Donald Trump si trincerano dietro politiche protezioni- stiche e ordini esecutivi che parlano di chiusura, come il “Muslim Ban”, il CETA rappresenta la capacità di azione di due soggetti, peraltro, che condividono il valore dell’apertura e della solidarietà verso i popoli in difficoltà. Questo accordo tra due controparti molto simili sul piano dei valori ha per- messo di fissare standard elevati con i quali chiunque vorrà, da oggi in poi, fare affari con l’Unione Europea o con il Canada dovrà, in qualche modo, fare i conti. La nostra politica commerciale è entrata in una fase nuova, dove si devo- no rafforzare gli scambi proteggendo i cittadini, i lavoratori e l’ambiente. Dove lo scopo principale non è più liberaliz- zare ma regolamentare: siamo convin- ti che sia questo il modo per plasmare una nuova globalizzazione, più demo- cratica e che non lasci nessuno indietro. 2NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017 ALESSIA MOSCA coordinatrice commissione commercio internazionale alessia.mosca@europarl.europa.eu
  • 3. I VANTAGGI DEL CETA IL CETA PROMUOVERÀ LE NOSTRE PRODUZIONI DI QUALITÀ: IL CANADA RICONOSCERÀ INFATTI 41 INDICAZIONI GEOGRAFICHE AI PRODOTTI AGROALIMENTARI ITALIANI (DAL GRANA PADANO AL PECORINO TOSCANO, DAL LARDO DI COLONNATA AL PROSCIUTTO DI PARMA E ALLA MOZZARELLA DI BUFALA CAMPANA), TUTELANDOLI DA FRODI E IMITAZIONI. GRAZIE ALL’INSERIMENTO NEL CETA DELL’ACCORDO UE-CANADA SU VINI E ALCOLICI DEL 2004, ANCHE I NOMI DI SPECIFICIVINI ITALIANI (COME IL CHIANTI) CONTINUERANNO A GODERE DI PROTEZIONE COMPLETA. L’accordo raggiunto col Canada apre la strada a una grande stagione di op- portunità per l’Europa e per l’Italia. A livello continentale, infatti, l’eliminazio- ne della burocrazia e del 99% delle tarif- fe industriali del Canada farà risparmia- re agli esportatori europei €500 milioni all’anno. Si tratta di un mercato importante pri- ma di tutto per l’Italia: il nostro export in Canada vale oltre €5 miliardi all’an- no, destinati a salire grazie all’accordo. Per la prima volta le nostre imprese godranno, in quel mercato, delle stesse condizioni riservate ai produttori nazio- nali. Nonostante le polemiche e le “bu- fale” circolate nelle scorse settimane, il CETA non modificherà gli standard eu- ropei. I requisiti in materia di diritti dei lavoratori, protezione dei consumatori, sicurezza degli alimenti, qualità dei pro- dotti e tutela dell’ambiente rimarranno inalterati. Tutte le importazioni dal Ca- nada dovranno soddisfare le normative europee, senza eccezioni e col massimo rigore. Lo smantellamento dell’alto livello di dazi finora vigenti favorirà soprattutto le PMI, vero pilastro dell’economia ita- liana. Tra i settori del Made in Italy che beneficeranno in modo particolare di questa liberalizzazione tariffaria, pos- siamo citare l’elettronica e i macchinari (che nel 2015 ha contato esportazioni in Canada per €1 miliardo), l’abbigliamen- to e le calzature – l’Italia è il più grande esportatore UE di capi d’abbigliamento, per una cifra di €261 milioni – e anco- ra le ceramiche (oltre €160 milioni nel 2015), il legno-arredo, i prodotti in pelle ed il comparto dei pezzi di ricambio per autoveicoli. Il CETA promuoverà inoltre le nostre produzioni di qualità: il Canada rico- noscerà infatti 41 indicazioni geografi- che ai prodotti agroalimentari italiani (dal Grana Padano al Pecorino Toscano, dal Lardo di Colonnata al Prosciutto di Parma e alla Mozzarella di Bufala Cam- pana), tutelandoli da frodi e imitazioni. Grazie all’inserimento nel CETA dell’ac- cordo UE-Canada su vini e alcolici del 2004, anche i nomi di specifici vini ita- liani (come il Chianti) continueranno a godere di protezione completa. Più in generale, il CETA può rappresen- tare il rilancio della politica commercia- le comune, in risposta al protezionismo di Donald Trump e di molti suoi emu- li in Europa. L’accordo col Canada è il più importante passo avanti compiuto dall’Europa nell’obiettivo di regolamen- tare la globalizzazione secondo uno sviluppo sostenibile, ponendosi come il nuovo standard di riferimento per il commercio internazionale. 3NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017 NICOLA DANTI coordinatore commissione mercato interno e tutela dei consumatori nicola.danti@europarl. europa.eu
  • 4. GLI INSEDIAMENTI ISRAELIANI NEI TERRITORI PALESTINESI DOPO LA RISOLUZIONE ONU DI CONDANNA DEGLI INSEDIAMENTI DELLO SCORSO 23 DICEMBRE, È INIZIATA UNA PERICOLOSA ESCALATION CHE, SECONDO LE DICHIARAZIONE DEI PARTITI DELLA DESTRA ISRAELIANA, POTREBBE PORTARE VERSO L’ANNESSIONE DEI TERRITORI. QUESTA LEGGE REGOLARIZZA RETROATTIVAMENTE OLTRE 4000 ABITAZIONI Con l’approvazione da parte del Par- lamento Israeliano, la Knesset, della legge sulla regolarizzazione degli inse- diamenti nei territori palestinesi (Regu- lation Bill) lo stato ebraico ha superato un limite che non aveva mai oltrepas- sato: per la prima volta viene imposta ufficialmente la legge israeliana nell’a- rea “C” della Cisgiordania, sottoposta, in base agli accordi di Oslo, al controllo civile e militare ma non alla giurisdi- zione di Israele. La legge è una palese violazione del diritto internazionale, probabilmente anche della Costituzio- ne israeliana - si attende in proposito il pronunciamento della Corte Costituzio- nale - e compromette di fatto la soluzio- ne dei due Stati. Dopo la risoluzione ONU di condanna degli insediamenti dello scorso 23 di- cembre, è iniziata una pericolosa esca- lation che, secondo le dichiarazione dei partiti della destra israeliana, potrebbe portare verso l’annessione dei territori. Questa legge regolarizza retroattiva- mente oltre 4000 abitazioni costruite su 800 ettari di terra palestinese, e inoltre, a partire all’insediamento di Trump alla Casa Bianca, il governo israeliano ha autorizzato la costruzione di oltre 6mila abitazioni per i coloni negli insedia- menti, forte delle ambiguità dalla nuo- va amministrazione americana. L’ONU e la comunità internazionale hanno condannato duramente questa azione, ed e a questo punto è più che mai necessario che l’Unione europea esca da una contraddizione. Se da un lato, infatti, viene espressa la condanna ufficiale, invitando le autorità israeliane a non attuare la legge, dall’altro si pre- para l’avvio dei negoziati del Consiglio di associazione con Israele. Due azioni che rendono evidente tutte le ambigui- tà della politica estera europea. Proprio perché tutto questo sta avvenendo in un contesto geopolitico completamen- te nuovo e turbolento, non abbiamo bisogno di un insensato realismo po- litico. Da parte dell’Unione europea è necessario, ora più che mai, uno sforzo di coerenza: quella coerenza che le im- pone moralmente e giuridicamente di rimanere fedele ai propri principi e ai valori costitutivi, condizionando qual- siasi tipo di accordo con i paesi terzi al rispetto dei diritti umani e del diritto in- ternazionale. Qualcosa di significativo lo può fare anche il Parlamento Europeo: certo non è possibile trovare a Strasburgo la soluzione del processo di pace, ma sicuramente è possibile prendere po- sizione per sospendere e posticipare il Consiglio di associazione fino a quando Israele non avrà chiarito definitivamen- te le proprie intenzioni nei confronti dei territori colonizzati. Questo rappre- senterebbe nei confronti della comuni- tà internazionale un chiaro segnale di maturità politica dalla nostra Unione europea. 4NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017 PIER ANTONIO PANZERI presidente commissione diritti umani antonio.panzeri@europarl. europa.eu
  • 5. LA STRATEGIA EUROPEA PER L’AVIAZIONE L’ENORME POTENZIALE CHE IL SETTORE DELL’AVIAZIONE È IN GRADO DI ESPRIMERE RISCHIA DI ESSERE COMPROMESSO A CAUSA DI QUESTIONI BILATERALI TRA STATI MEMBRI CHE BLOCCANO ALCUNI DOSSIER IN SENO AL CONSIGLIO. NE È UN ESEMPIO IL CASO DI GIBILTERRA, DOVE SPAGNA E REGNO UNITO SI CONTENDONO DA TEMPO LA SOVRANITÀ DI UN LEMBO DI TERRA SUL QUALE SORGE L’AEROPORTO DELLA CITTÀ. Il settore dell’aviazione rappresenta un elemento chiave del sistema di tra- sporto europeo, indispensabile al fine di garantire la connettività all’interno e all’esterno dell’Unione. Su questo presupposto si basa la proposta di ri- soluzione del Parlamento europeo sul- la strategia per l’aviazione in Europa, approvata durante la seduta plenaria di febbraio a Strasburgo. La capacità attuale, la domanda prevista e le neces- sità infrastrutturali future rappresenta- no elementi chiave nell’ambito di una pianificazione strategica del sistema aeroportuale europeo, che dovrà va- lorizzare tanto gli hub internazionali quanto gli aeroporti regionali. Questi ultimi, infatti, non solo contribuiscono alla creazione di occupazione e allo svi- luppo del turismo, ma giocano un ruolo essenziale nel promuovere la coesione territoriale, l’inclusione sociale e la cre- scita economica nelle aree remote, fa- vorendo nel contempo il decongestio- namento dei principali scali europei. Per tali ragioni sarebbe auspicabile favorire il sostegno, anche attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche e la con- cessione di aiuti di stato all’investimen- to e al funzionamento, degli aeroporti regionali con traffico commerciale esi- guo, tali da non poter entrare in situa- zioni di concorrenzialità con gli altri hub europei. L’enorme potenziale che il settore dell’aviazione è in grado di esprimere, tuttavia, rischia di essere compromesso a causa di questioni bilaterali tra Stati membri che bloccano alcuni dossier in seno al Consiglio. Ne è un esempio il caso di Gibilterra, dove Spagna e Regno Unito si contendono da tem- po la sovranità di un lembo di terra sul quale sorge l’aeroporto della città. Sarà pertanto necessario avanzare nei negoziati su tali fascicoli, riguardanti in particolare la revisione dei regola- menti sull’assegnazione delle ban- de orarie e sui diritti dei passeggeri. Ultimi, ma di fondamentale importanza, i temi della sicurezza e della protezione sociale dei lavoratori, rispetto ai quali si riconosce la necessità di promuove- re una formazione di elevata qualità e di contrastare le pratiche commerciali sleali, con un attenzione particolare all’utilizzo di bandiere di comodo e di alcuni contratti di lavoro atipici, quali i contratti a zero ore e i programmi “pay- to-fly”. Tutti gli aspetti descritti rappre- sentano priorità strategiche per la so- stenibilità e il futuro dell’aviazione in Europa, nonché per la creazione di un vero“Cielo unico europeo”. 5NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017 ISABELLA DE MONTE membro commissione trasporti e turismo isabella.demonte@europarl.europa.eu
  • 6. LE RIFORME PER IL FUTURO DELL’UE LA ZONA EURO DEVE COMPLETARE LA GOVERNANCE CON QUELLA SOCIALE, FISCALE E DARSI NORME COMUNI SU DIFESA, SICUREZZA E POLITICA ESTERA COMUNI. GRAZIE AL LAVORO DEI SOCIALISTI E DEMOCRATICI ABBIAMO APERTO LA STRADA ALLA MUTUALIZAZIONE DEL DEBITO SOVRANO E QUINDI DEGLI EUROBOND E COSA ANCORA PIU IMPORTANTI ABBIAMO MESSO LE BASI PER CAMBIARE FINALMENTE IL FISCAL COMPACT. Il Parlamento europeo ha approvato tre relazioni cruciali per delineare il fu- turo dell’Europa: la mia, frutto di un la- voro di due anni con il collega popolare Elamr Brok che definisce gli strumenti e le misure da adottare a Trattati vigenti per rendere il progetto europeo più for- te, piu efficiente, democratico e di con- seguenza piu vicino ai cittadini; quella del collega liberale Verhostat su una possibile revisione dei Trattati; quella dei colleghi Beres- Boge sulla possibili- tà di una creazione di un bilancio della zona euro. Come ha ribadito il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmer- mans il cambiamento dei Trattati non è in cima all’agenda politica perché «c’è ampio spazio in quelli esistenti» ed è «nostro dovere focalizzarci su politiche che ci uniscano perché in questo pe- riodo di instabilità abbiamo bisogno di unità per rimanere forti». Rimanere forti nonostante la Brexit, nonostante Mari- ne Le Pen, nonostante Matteo Salvini o Beppe Grillo; rimanere forti nonostante il vento populista che arriva da oltre oceano. Per resistere però dobbiamo anche avere il coraggio di cambiare. Non è un caso che a farla da padrone in questo momento storico sia il dibat- tito sul futuro dell’Europa a due velocità che non solo è possibile, ma è anche la logica conseguenza dell’euro. La zona euro deve completare la gover- nance con quella sociale, fiscale e darsi norme comuni su difesa, sicurezza e po- litica estera comuni. Grazie al lavoro dei socialisti e democratici abbiamo aperto la strada alla mutualizazione del debito sovrano e quindi degli Eurobond e cosa ancora piu importanti abbiamo messo le basi per cambiare finalmente il Fiscal compact. Inoltre abbiamo introdotto l’i- stituzione di un’assicurazione europea contro la disoccupazione. Davanti ab- biamo delle sfide importanti che non ci possiamo permettere di perdere come la crisi dei rifugiati, la lotta contro il ter- rorismo, la globalizzazione economica, il cambiamento climatico, la debolezza dell’unione economica e monetaria nel contesto della crisi internazionale, la mancanza di competitività e le sue con- seguenze sociali. A marzo nella capitale si terranno le celebrazioni del sessantesimo anniver- sario dei Trattati di Roma. Un’occasione importante per confrontarsi sul futuro che immaginiamo per il progetto euro- peo che abbiamo sognato e per il quale abbiamo lavorato con passione e tena- cia. È importante che chiunque creda veramente nell’Europa sia presente per ribadire la propria voglia di unione. Il nostro Governo deve farsi trovare pron- to per quell’appuntamento perché l’Ita- lia è uno degli Stati fondatori dell’UE e deve mantenere il proprio ruolo raffor- zandolo, oltre che consolidandolo. 6 NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio MERCEDES BRESSO coordinatrice commissione sviluppo regionale e affari costituzionali mercedes.bresso@europarl.europa.eu
  • 7. L’EUROPA DI FRONTE ALL’AVVENTO DEI ROBOT SIAMO DI FRONTE A SCELTE DI GRANDE RILEVANZA: COME METTERE A VALORE LE NUOVE TECNOLOGIE EVITANDO DI CANCELLARE PATRIMONI DI CONOSCENZE, ABILITÀ, ESPERIENZE, UMANITÀ DI CUI SOLO LA INTELLIGENZA UMANA PUÒ DISPORRE? LA RICERCA CI PROPONE UN CAMBIAMENTO RADICALE. L’EUROPA NON PUÒ SOTTRARSI DAL COMPIERE SCELTE ANCHE CORAGGIOSE Si intrecciano nella nostra discussio- ne, valutazioni, riflessioni importanti e anche decisive per la vita delle persone, per l’economia, per il lavoro che sarà dentro una cornice etica e morale che ci richiama alle nostre responsabilità di decisori. Può una macchina essere con- siderate alla stregua di una persona? Possono essere affidate responsabilità decisionali senza prevedere un sistema di garanzie per i cittadini? Certamente è una grande opportunità per l’industria europea che rafforzerà il suo ruolo di leader in un sistema di re- gole certe. Nel mentre salutiamo positivamente l’introduzione della robotica nell’am- bito dei sistemi di salute, di cura, di riabilitazione e di presa in carico delle persone fragili e con limitazioni dell’au- tonomia personale, convinti che l’utiliz- zo delle nuove tecnologie soprattutto in campo sanitario migliorerà la perfor- mance del sistema con un evidente e non trascurabile impatto sui costi del si- stema pubblico, richiamiamo l’attenzio- ne sulla imprescindibilità del valore del- la relazione medico paziente, operatore paziente, come ulteriore elemento di garanzia, convinti che il binomio uomo macchina costituisce una straordinaria opportunità per migliorare la qualità della vita ed il benessere delle persone salvaguardando ruolo e competenza del capitale umano nel rapporto di re- lazione e di cura con gli interlocutori. Siamo di fronte a scelte di grande rile- vanza. Come mettere a valore le nuove tecnologie evitando di cancellare patri- moni di conoscenze, abilità, esperienze, umanità di cui solo la intelligenza uma- na può disporre. La ricerca ci propone un cambiamento radicale. L’Europa non può sottrarsi dal compiere scelte anche coraggiose capaci di fare sintesi tra i vantaggi inconfutabili della diffusione di nuove tecnologie e la sua visione di garanzia e tutela della persona, dei suoi diritti, della sua dignità salvaguardando il principio della accessibilità evitando nuove diseguaglianze.   Ultima considerazione che non può sfuggire ai decisori piu sensibili: la dif- fusione dell’utilizzazione delle machine intelligenti che permettono nuovi me- todi di analisi e di intervento porterà alla decimazione degli occupati con profili poco qualificati e alla necessita di costruirne altri con competenze piu raf- finate; per questo bisognerà attrezzarsi in tempo con investimenti adeguati, sia per la formazione di nuove competen- ze attraverso la promozione di standard comuni di specializzazione, sia per so- stenere in un sistema di welfare consa- pevole coloro i quali saranno inevitabil- mente espulsi dal mondo del lavoro. Si apre dunque una nuova riflessione sulla necessità che il sistema d`impresa assu- ma finalmente la scelta di condividere le responsabilità sociali che la sfida tec- nologica oggi impone. 7 NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio ELENA GENTILE membro commissione occupazione e affari sociali elena.gentile@europarl.europa.eu
  • 8. I FONDI EUROPEI PER IL TERREMOTO LA MODIFICA DEL REGOLAMENTO CHE CONSENTIRÀ L’EROGAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI GRAZIE AL MECCANISMO DELL’ARTICOLO E SENZA COFINANZIAMENTO SEGUIRÀ LA PROCEDURA SEMPLIFICATA E GIÀ NELLA SESSIONE PLENARIA DI APRILE POTREBBE ESSERE ADOTTATO L’ATTO DEFINITIVO. SI TRATTA DI CIRCA 200 MILIONI DI EURO DI FONDI STRUTTURALI A DISPOSIZIONE DELLE REGIONI COINVOLTE PER IL SETTENNATO 2014-2020 - SARÀ UN GRANDE SEGNALE VERSO CHI AUSPICA MAGGIORE ADERENZA ALLE NUOVE ISTANZE DI UN CONTESTO PROFONDAMENTE CAMBIATO. 60.000 scosse in sei mesi. Danni per ol- tre 23 miliardi di euro. Centinaia di mor- ti. Case, scuole, edifici pubblici, struttu- re produttive, tutto perduto. Il Centro Italia stravolto da un terremoto infinito. Mentre a Strasburgo e Bruxelles si di- scute. Ma una prima vittoria c’è stata. Giovedì scorso, durante la riunione stra- ordinaria della Commissione Regi con la Commissaria alla Politiche regionali Corina Cretu, c’era ancora chi avanzava dubbi, distinguo, cavilli sulla proposta (della Commissione europea!) di utiliz- zare i fondi strutturali per la ricostruzio- ne delle Regioni colpite dal sisma con un finanziamento al 100%, cioè senza imporre alle amministrazioni pubbliche coinvolte di partecipare al cofinanzia- mento come di prassi. Ma - diciamo noi - se non ora, quando? Quando, se non in drammatici casi come questo, dimo- strare che la coesione e la solidarietà tra Stati, valori fondanti della nostra Unione, non sono soltanto belle paro- le? Grazie al nostro impegno, a giornate di mediazione e di incontri con i molti colleghi “scettici” di diverse delegazioni e Gruppi, il primo risultato é arrivato. La modifica del regolamento che con- sentirà l’erogazione dei fondi strutturali grazie al meccanismo dell’articolo e senza cofinanziamento seguirà la pro- cedura semplificata e già nella sessione plenaria di aprile potrebbe essere adottato l’atto definitivo. In fondo é solo un piccolo aiuto - circa 200 mi- lioni di euro sono i fondi strutturali a disposizione delle Regioni coinvolte per il settennato 2014-2020 - ma sarà un grande segnale verso chi auspica maggiore aderenza alle nuove istanze di un contesto profondamente cam- biato. E coerenza con i principi su cui è nata: unità, solidarietà. In un momento in cui - proprio nella Plenaria appena conclusa se ne è parlato durante un di- battito in aula, la politica di Coesione, che gode di un budget massiccio nel bilancio dell’Unione Europea, è ad un giro di boa, impantanata nel dibattito tra valutazione delle novità introdotte dall’ultima riforma e necessità di revi- sione e cambiamento. La riflessione sul futuro della politica regionale non può prescindere da due elementi di cui te- ner conto alla vigilia della sua revisione perché sia efficace in termini di crescita e sviluppo: flessibilità e semplificazio- ne. Non si possono seguire solo le lo- giche del rispetto delle regole e dello zero virgola, perché l’obiettivo non è esclusivamente quello di uniformare il PIL nelle diverse regioni d’Europa ma di raggiungere una vera coesione sociale. La politica deve tornare centrale anche e soprattutto nelle discussioni che ri- guardano l’uso dei fondi. 8NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio 2017 MICHELA GIUFFRIDA membro commissione per lo sviluppo regionale michela.giuffrida@europarl.europa.eu
  • 9. UN PATTO PER LA POLITICA DI COESIONE PER NOI, PER I SOCIALISTI E DEMOCRATICI EUROPEI, È PRIORITARIA UNA RIFORMA COMPLESSIVA DEL SEMESTRE EUROPEO, CHE INTEGRI I BISOGNI DEI TERRITORI, PER UNA GOVERNANCE EUROPEA NON PIÙ POLITICA PUNITIVA, MA INTERPRETE E PROMOTRICE DI UN’AGENDA DI PRIORITÀ DI INVESTIMENTO IN CUI ISTITUZIONI LOCALI, NAZIONALI ED EUROPEE COSTRUISCONO SINERGIE PER POLITICHE DI CRESCITA. Ad una settimana dal tour in Cam- pania con la Commissaria europea per la politica regionale, Corina Cretu, pro- mosso dal gruppo Socialisti e Democra- tici, è positivo il bilancio che si può trar- re da un’esperienza bella e significativa: per noi che l’abbiamo promossa e per i nostri territori, che sono stati i protago- nisti. Il nostro tour è partito da Pompei, la città degli Scavi Archeologici, tra le più visitate al mondo: il simbolo di una ripresa, di una migliore capacità di spe- sa e opportunità per il rilancio. Pompei è stata la prima tappa di un viaggio, che ci ha portato, nel pome- riggio di giovedì, al polo universitario della Federico II nel quartiere di San Giovanni, nella periferia di Napoli, per il dialogo con i cittadini. Il giorno suc- cessivo con gli stessi presidenti e con il Ministro Claudio De Vincenti, ci siamo confrontati sullo politica di coesione dopo il 2020. Da Città della Scienza, a Bagnoli, altro quartiere simbolo di Napoli, abbiamo posto le basi per un nuovo patto politico-istituzionale tra Governo, Presidenti delle Regioni del Sud ed Europa. Dalle parole di tutti, la voglia e la consapevolezza di rilanciare la crescita in Europa. Un cambio di rotta sulle politica di coesione. Diritti, ugua- glianza, giovani, sviluppo. Dalla Sala Newton ho lanciato la pro- posta e la sfida a costruire una misura eccezionale per dare dignità alle nuove generazioni. Un grande investimento sulle persone: una misura universale, flessibile e graduale che accompagni i giovani nel loro percorso di crescita, assecondando esigenze e vocazioni e assicurando il sostegno a tutte le fasi della formazione e dell’inserimento nel mondo del lavoro: scuola e università, formazione professionale, sviluppo di idee e start-up. Le crisi hanno prodotto ripercussioni sulla politica di coesione, trasforman- dola, trasfigurandola e legandola in maniera sempre più stringente alle se- mestre europeo e al patto di stabilità. Per noi, per i Socialisti e Democratici europei, è prioritaria una riforma com- plessiva del Semestre Europeo, che integri i bisogni dei territori, per una governance europea non più politica punitiva, ma interprete e promotrice di un’agenda di priorità di investimento in cui istituzioni locali, nazionali ed euro- pee costruiscono sinergie per politiche di crescita. A Napoli, lo abbiamo detto forte e chia- ro: la politica di coesione deve tornare ad essere lo strumento di una politica economica espansiva, capace di rispon- dere alle priorità che giungono dai ter- ritori con attenzione alle fasce deboli. 9 NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio ANDREA COZZOLINO vicepresidente commissione sviluppo regionale andrea.cozzolino@europarl.europa.eu
  • 10. 10NEWSLETTER EurodeputatiPD - plenaria Strasburgo 13-16 febbraio BRANDO BENIFEI membro commissione occupazione e affari sociali ROBERTO GUALTIERI presidente commissione affari economici e monetari NICOLA CAPUTO membro commissione agricoltura e sviluppo rurale MASSIMO PAOLUCCI membrocommissioneambiente, sanità e sicurezza alimentare PAOLO DE CASTRO coordinatore commissione agricoltura e sviluppo rurale PATRIZIA TOIA vicepresidente commissione industria, ricerca ed energia GOFFREDO MARIA BETTINI membro commissione affari esteri CECILE KASHETU KYENGE membrocommissionelibertàcivili, giustizia e affari interni CATERINA CHINNICI membrocommissionelibertàcivili, giustizia e affari interni PINA PICIERNO membro commissione bilanci ISABELLA DE MONTE membro commissione trasporti e turismo DANIELE VIOTTI membro commissione bilanci SIMONA BONAFE’ membrocommissioneambiente, sanità e sicurezza alimentare LUIGI MORGANO membro commissione cultura e istruzione SILVIA COSTA presidente commissione cultura e istruzione GIANNI PITTELLA presidente Gruppo S&D ENRICO GASBARRA membro commissione giuridica FLAVIO ZANONATO membro commissione industria, ricerca ed energia MERCEDES BRESSO coordinatricecommissionesviluppo regionale e affari costituzionali ALESSIA MOSCA membro commissione commercio internazionale ANDREA COZZOLINO vicepresidente commissione sviluppo regionale DAVID SASSOLI vicepresidente Parlamento europeo ELENA GENTILE membro commissione occupazione e affari sociali DAMIANO ZOFFOLI membrocommissioneambiente, sanità e sicurezza alimentare eurodeputatipd.eu RENATA BRIANO vicepresidente commissione pesca PIER ANTONIO PANZERI membro commissione affari esteri NICOLA DANTI vicepresidente commissione mercato interno RENATO SORU membro commissione affari economici e monetari MICHELA GIUFFRIDA membro commissione sviluppo regionale