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open source
28/4/2016 Sharing School
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Chi sono?
Michele d’Alena
@micheledalena
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mi occupo di processi di opengovernment e innovazione sociale.
Mi piace definirmi change manager e community organizer perché cambiamento e comunità
sono per me due parole chiave.
Ho esperienze di comunicazione, marketing e codesign di processi in ambito sociale, pubblico e
corporate.
Attualmente lavoro all’Ufficio stampa e comunicazione del Comune di Bologna:
ho coordinato l’Agenda Digitale, la nuova rete civica e mi occupo delle politiche collaborative.
Come si comunica
una città al tempo
dei social media?
https://www.academia.edu/10083884/Brand_Bologna_e_il_modello_di_una_citt%C3%A0_open_source
presentato durante l’evento “Idee in circolo: i media sociali per la promozione della partecipazione e dei territori” del 17 giugno 2011
I cittadini hanno sfiducia
nelle istituzioni ma
allo stesso tempo
si attivano per questioni
civiche, sociali,
di volontariato.
Si auto-organizzano.
Risolvono problemi.
Trovano soluzioni
Creano comunità.
http://www.demos.it/rapporto.php
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Assistiamo ad un cambio di paradigma
http://techcrunch.com/2015/01/10/decentralize-all-the-things/
The rise of mass self-communication
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media, and a variety of tools of social software have
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chosen time.
The communication system of the industrial society was
centered around the mass media, characterized by the
mass distribution of a one-way message from one to many.
The communication foundation of the network society is the
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2007- MANUEL CASTELLS
“sto progettando un sistema operativo libero
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Fu così che nel 1991 che Linus Torvalds avvia LINUX
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Civic tech
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l’apertura
è diventata un metodo:
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alla distribuzione,
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Open Source
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http://www.comune.bologna.it/comunita/node
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un modo differente di vivere la città crea
un nuovo racconto diffuso
Il patrimonio pubblico come
asset di sviluppo:
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collaborativo
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mostra della
collaborazione civica
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un processo aperto
per disegnare il futuro di Bologna
Più di 1200 persone hanno
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hanno permesso di raccogliere
473 schede individuali e 73
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territorio.
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Comunicazione (materiale distribuito):
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● Strumenti collaborativi possibili
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● Spiegazione dei finanziamenti EU in
arrivo
● Progetti realizzati nel quartiere sede
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Coinvolgimento (metodopologia):
● Ogni partecipante compilava una
scheda da dove evidenziare un
luogo della città e un problema-
bisogno proposta
● I partecipanti venivano
raggruppati in gruppo per riunire
persone che avevano evidenziato
lo stesso luogo. Ogni gruppo si
autogestiva e compilava una
scheda
-tutte le aree e i dipartimenti del Comune coinvolti
per la fase di analisi delle proposte:
– Direzione generale
– Area Affari Istituzionali e Quartieri
– Area Cultura e Rapporti con l’Università
– Area Benessere di Comunità / Istituzione per l’inclusione sociale
– Area Educazione e Formazione / Istituzione Educazione e Scuola
– Dipartimento Riqualificazione Urbana
– Dipartimento Cura e Qualità del Territorio
– Dipartimento Economia e Promozione della Città;
Pubblicazione e geolicalizzazione di tutte le
proposte
Analisi delle proposte
Rendicontazione e
progetti da attivare
6 incontri per presentare le analisi e le
scelte
Distribuzione e pubblicazione dei materiali
Attivazione di un laboratorio di Quartiere
con un “cantiere di collaborazione” per
ogni area.
Scelta politica delle priorità
Cosa fanno i bolognesi on line? E su cosa collaborano?
HUB – Human Ecosystems Bologna - tra ottobre 2015 e gennaio 2016 abbiamo analizzato lo spazio pubblico digitale della città per
supportare “Collaborare è Bologna”. Alcuni dati significativi:
● a Bologna, ci sono circa 160mila persone attive sui social media; ogni giorno si generano in media 1482 messaggi che
parlano di collaborazione (da chi chiede aiuto per supporto, al fare cose insieme) con un aumento sensibile nei weekend.
● 238.342 sono state le conversazioni intercettate e analizzate con 968.227 contenuti pubblici (fra messaggi, commenti, foto,
video etc...) in 12 lingue differenti.
● parchi, aeroporto e stazione FS luoghi catalizzatori di conversazioni collaborative.
● nel periodo di osservazione, 77.883 utenti si sono espressi sulla collaborazione interagendo con altri cittadini. Di questi il
23% delle conversazioni sono attribuibili alle campagne e alle azioni di “Collaborare Bologna”.
● Delle 87% aree con un'alta intensità di conversazioni sulla collaborazione, almeno una è organizzazione o un progetto è
riconducibile ai Patti di Collaborazione del Comune di Bologna, al 62% ospita almeno un'organizzazione iscritta al sito web
del Comune “Iperbole-Comunità” e al 31% ospita almeno un'organizzazione collegata ai Patti di Collaborazione.
http://comunita.comune.bologna.it/cosa-fanno-i-bolognesi-line-e-su-cosa-collaborano
Compagni di viaggio (secondo Agazzi)
http://www.glistatigenerali.com/innovazione/innovazioni-sociali-comunita-e-politiche-di-sviluppo-appunti-di-viaggio/
● siamo di fronte all’emergere di nuovi bisogni a cui non servono risposte
pre-confezionate;
● si riducono considerevolmente le risorse a disposizione per fare fronte a
questi nuovi e vecchi bisogni;
● per via di una serie di vincoli strutturali (mancato ricambio generazionale,
mancanza di tempo, pressione costante sulla macchina amministrativa) all’
interno della PA troppo spesso mancano le competenze adatte per leggere
alcuni fenomeni emergenti e portare avanti determinati processi di
innovazione;
● anche quando queste competenze sono presenti, la PA si dimostra quasi
sempre più lenta rispetto ad altri attori della società.
Compagni di viaggio (secondo Agazzi)
http://www.glistatigenerali.com/innovazione/innovazioni-sociali-comunita-e-politiche-di-sviluppo-appunti-di-viaggio/
● sono organizzazioni, non singoli individui;
● li accomuna un certo grado di imprenditività, pragmatismo e orientamento al risultato;
● sono organizzazioni che nascono con l’obiettivo di fornire risposte innovative a bisogni sociali ed
ambientali emergenti;
● sono organizzazioni che nascono in un periodo di crisi dei regimi di welfare, in cui la riduzione
delle risorse disponibili per soddisfare bisogni sociali obbliga chiunque a porsi il problema della
sostenibilità economica e dell’efficienza;
● si distinguono per la capacità di gestire la complessità e ricombinare risorse di natura diversa;
● si sviluppano a cavallo tra profit e non profit, vogliono raggiungere anche obiettivi di finalità
pubblica, sono attivi in settori ed ambiti di rilevanza pubblica (dall’educazione all’
imprenditorialità allo sviluppo delle competenze digitali, passando per il design dei processi di
partecipazione e dei servizi pubblici);
● generano valore mettendo in comune quel che più prezioso hanno (spazi, competenze,
relazioni).
Criticità/considerazioni:
● Gestione conflitto e della politica
● Aggiornamento filiera e mappatura del movimento che supporta
cambiamento
● Strategie di medio periodo con obiettivo plausibile
● Impatto organizzativo favorendo dipendenti pubblici/civic hacker
● Testare prima e durante il processo privilegiando il fare
● Raccontare, rendicontare diffondendo formazione con strumenti on e
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Grazie.
Michele d’Alena
@micheledalena
micheledalena.it

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Sharing school 2016 - Comunicazione / PA / Bologna - Michele D'Alena

  • 1. comunicare una città open source 28/4/2016 Sharing School https://www.flickr.com/photos/matish/
  • 2. Chi sono? Michele d’Alena @micheledalena micheledalena.it mi occupo di processi di opengovernment e innovazione sociale. Mi piace definirmi change manager e community organizer perché cambiamento e comunità sono per me due parole chiave. Ho esperienze di comunicazione, marketing e codesign di processi in ambito sociale, pubblico e corporate. Attualmente lavoro all’Ufficio stampa e comunicazione del Comune di Bologna: ho coordinato l’Agenda Digitale, la nuova rete civica e mi occupo delle politiche collaborative.
  • 3. Come si comunica una città al tempo dei social media? https://www.academia.edu/10083884/Brand_Bologna_e_il_modello_di_una_citt%C3%A0_open_source presentato durante l’evento “Idee in circolo: i media sociali per la promozione della partecipazione e dei territori” del 17 giugno 2011
  • 4. I cittadini hanno sfiducia nelle istituzioni ma allo stesso tempo si attivano per questioni civiche, sociali, di volontariato. Si auto-organizzano. Risolvono problemi. Trovano soluzioni Creano comunità. http://www.demos.it/rapporto.php
  • 6. Assistiamo ad un cambio di paradigma http://techcrunch.com/2015/01/10/decentralize-all-the-things/
  • 7. The rise of mass self-communication The diffusion of Internet, mobile communication, digital media, and a variety of tools of social software have prompted the development of horizontal networks of interactive communication that connect local and global in chosen time. The communication system of the industrial society was centered around the mass media, characterized by the mass distribution of a one-way message from one to many. The communication foundation of the network society is the global web of horizontal communication networks that include the multimodal exchange of interactive messages from many to many both synchronous and asynchronous. Communication, Power and Counter-power in the Network Society 2007- MANUEL CASTELLS
  • 8. “sto progettando un sistema operativo libero (è solo un passatempo, nulla della portata di GNU), e vorrei sapere quali caratteristiche sono più importanti per la gente. Qualunque suggerimento è benvenuto, ma non prometto di realizzarli” Fu così che nel 1991 che Linus Torvalds avvia LINUX
  • 12. Open Source l’apertura è diventata un metodo: dall'hardware alla distribuzione, dal giornalismo al turismo, l' #open, impatta sulle società perché modifica relazioni e filiere
  • 13. Open Source E' la rete di persone e di saperi: grazie a internet c'è nuovo paradigma capace di recuperare antichi schemi. E il ruolo di quelli che prima ascoltavano, compravano, leggevano, assume nuove forme. Ogni struttura (organizzativa) deve ridefinirsi (i partiti, i giornali, i sindacati, gli ospedali...)
  • 14.
  • 16. La città come piattaforma un processo per creare le infrastrutture e per fare emergere le comunità Agenda Digitale
  • 17. Comunità un acceleratore di fiducia un civic social network pubblico http://www.comune.bologna.it/comunita/node
  • 21. http://www.comune.bologna.it/comunita/beni-comuni cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani (il regolamento)
  • 22. un patto per abilitare bar e ristoranti ecc a prendersi cura e rigenerare la “loro” strada condividendo spazi e risorse http://www.comune.bologna.it/cittadinanzaattiva/servizi/163:21616/31679/
  • 23. un patto per abilitare i genitori a presendersi cura dell’asilo dei figli http://www.comune.bologna.it/cittadinanzaattiva/servizi/163:21617/27700/
  • 24. un patto per far gestire ai tifosi un luogo http://www.comune.bologna.it/cittadinanzaattiva/servizi/163:21616/33061/
  • 25. T Days un modo differente di vivere la città crea un nuovo racconto diffuso
  • 26. Il patrimonio pubblico come asset di sviluppo: Le Serre dei Giardini | nuovi spazi di lavoro
  • 27. Il patrimonio pubblico come asset di sviluppo: Dynamo | la nuova mobilità
  • 28. Il patrimonio pubblico come asset di sviluppo: Mercato Sonato |uno spazio per la musica
  • 29. Valorizzazione del capitale sociale: Cucine popolari - Social Street- Opificio Golinelli
  • 32.
  • 33. Storytelling: Il racconto, la festa, la mostra della collaborazione civica www.flickr.com/photos/iperbole-bologna/albums
  • 34. un processo aperto per disegnare il futuro di Bologna Più di 1200 persone hanno partecipato agli incontri, che hanno permesso di raccogliere 473 schede individuali e 73 schede di gruppo per definire bisogni e problematiche del territorio. http://comunita.comune.bologna.it/node
  • 35. Comunicazione (materiale distribuito): ● Progetti collaborativi realizzati (libretto Collaborare Bologna) ● Strumenti collaborativi possibili (regolamento+rete civica) ● Spiegazione dei finanziamenti EU in arrivo ● Progetti realizzati nel quartiere sede dell’incontro
  • 36. Coinvolgimento (metodopologia): ● Ogni partecipante compilava una scheda da dove evidenziare un luogo della città e un problema- bisogno proposta ● I partecipanti venivano raggruppati in gruppo per riunire persone che avevano evidenziato lo stesso luogo. Ogni gruppo si autogestiva e compilava una scheda
  • 37.
  • 38.
  • 39. -tutte le aree e i dipartimenti del Comune coinvolti per la fase di analisi delle proposte: – Direzione generale – Area Affari Istituzionali e Quartieri – Area Cultura e Rapporti con l’Università – Area Benessere di Comunità / Istituzione per l’inclusione sociale – Area Educazione e Formazione / Istituzione Educazione e Scuola – Dipartimento Riqualificazione Urbana – Dipartimento Cura e Qualità del Territorio – Dipartimento Economia e Promozione della Città; Pubblicazione e geolicalizzazione di tutte le proposte Analisi delle proposte
  • 40. Rendicontazione e progetti da attivare 6 incontri per presentare le analisi e le scelte Distribuzione e pubblicazione dei materiali Attivazione di un laboratorio di Quartiere con un “cantiere di collaborazione” per ogni area. Scelta politica delle priorità
  • 41. Cosa fanno i bolognesi on line? E su cosa collaborano? HUB – Human Ecosystems Bologna - tra ottobre 2015 e gennaio 2016 abbiamo analizzato lo spazio pubblico digitale della città per supportare “Collaborare è Bologna”. Alcuni dati significativi: ● a Bologna, ci sono circa 160mila persone attive sui social media; ogni giorno si generano in media 1482 messaggi che parlano di collaborazione (da chi chiede aiuto per supporto, al fare cose insieme) con un aumento sensibile nei weekend. ● 238.342 sono state le conversazioni intercettate e analizzate con 968.227 contenuti pubblici (fra messaggi, commenti, foto, video etc...) in 12 lingue differenti. ● parchi, aeroporto e stazione FS luoghi catalizzatori di conversazioni collaborative. ● nel periodo di osservazione, 77.883 utenti si sono espressi sulla collaborazione interagendo con altri cittadini. Di questi il 23% delle conversazioni sono attribuibili alle campagne e alle azioni di “Collaborare Bologna”. ● Delle 87% aree con un'alta intensità di conversazioni sulla collaborazione, almeno una è organizzazione o un progetto è riconducibile ai Patti di Collaborazione del Comune di Bologna, al 62% ospita almeno un'organizzazione iscritta al sito web del Comune “Iperbole-Comunità” e al 31% ospita almeno un'organizzazione collegata ai Patti di Collaborazione. http://comunita.comune.bologna.it/cosa-fanno-i-bolognesi-line-e-su-cosa-collaborano
  • 42. Compagni di viaggio (secondo Agazzi) http://www.glistatigenerali.com/innovazione/innovazioni-sociali-comunita-e-politiche-di-sviluppo-appunti-di-viaggio/ ● siamo di fronte all’emergere di nuovi bisogni a cui non servono risposte pre-confezionate; ● si riducono considerevolmente le risorse a disposizione per fare fronte a questi nuovi e vecchi bisogni; ● per via di una serie di vincoli strutturali (mancato ricambio generazionale, mancanza di tempo, pressione costante sulla macchina amministrativa) all’ interno della PA troppo spesso mancano le competenze adatte per leggere alcuni fenomeni emergenti e portare avanti determinati processi di innovazione; ● anche quando queste competenze sono presenti, la PA si dimostra quasi sempre più lenta rispetto ad altri attori della società.
  • 43. Compagni di viaggio (secondo Agazzi) http://www.glistatigenerali.com/innovazione/innovazioni-sociali-comunita-e-politiche-di-sviluppo-appunti-di-viaggio/ ● sono organizzazioni, non singoli individui; ● li accomuna un certo grado di imprenditività, pragmatismo e orientamento al risultato; ● sono organizzazioni che nascono con l’obiettivo di fornire risposte innovative a bisogni sociali ed ambientali emergenti; ● sono organizzazioni che nascono in un periodo di crisi dei regimi di welfare, in cui la riduzione delle risorse disponibili per soddisfare bisogni sociali obbliga chiunque a porsi il problema della sostenibilità economica e dell’efficienza; ● si distinguono per la capacità di gestire la complessità e ricombinare risorse di natura diversa; ● si sviluppano a cavallo tra profit e non profit, vogliono raggiungere anche obiettivi di finalità pubblica, sono attivi in settori ed ambiti di rilevanza pubblica (dall’educazione all’ imprenditorialità allo sviluppo delle competenze digitali, passando per il design dei processi di partecipazione e dei servizi pubblici); ● generano valore mettendo in comune quel che più prezioso hanno (spazi, competenze, relazioni).
  • 44. Criticità/considerazioni: ● Gestione conflitto e della politica ● Aggiornamento filiera e mappatura del movimento che supporta cambiamento ● Strategie di medio periodo con obiettivo plausibile ● Impatto organizzativo favorendo dipendenti pubblici/civic hacker ● Testare prima e durante il processo privilegiando il fare ● Raccontare, rendicontare diffondendo formazione con strumenti on e off line