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Borghi padova e castelli
   tra
          e verona




                Laura e Vladimiro Testa

                Borghi e Castelli
                tra Padova e Verona

                31 ottobre – 2 novembre 2008
                vladimiro.testa@alice.it
Diario di Bordo           Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli   tra Padova e Verona




PARTENZA:           31 ottobre 2008                  ore 17,15
RIENTRO:            2 novembre 2008                  ore 12,30
KM PERCORSI:                                         400,4




EQUIPAGGIO:
     VLADIMIRO      pilota, cuoco, diario di bordo
     LAURA          aiuto cuoco, cura e pulizia Camper
     CAMILLA        Bassotto Nano Tedesco
                                                     I BIMBIX
     MATILDA        Jack Russell Terrier

MEZZO:
     Kentucky Camargue 3 (Ken il Guerriero)
     Ford 350L 2.4 TDCi




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Venerdì 31 ottobre 2008
(Villanova di Bagnacavallo – Soave)


                   ggi Laura fa il turno pomeridiano e, così, riusciamo a
                   partire solo alle 17:15, perdendoci qualche preziosa ora
                   di luce. Sanguaza d’la miseria!
                   Il meteo prevede un week end con condizioni incerte.
                   Niente paura: col culo che abbiamo, diluvierà
                   sicuramente!
Questa settimana andiamo alla scoperta di “Borghi e Castelli
tra Padova e Verona”, un itinerario che parte da Soave e,
passando per Cologna Veneta, Bevilacqua, Montagnana ed Este, giunge
a Monselice, collegando la provincia di Verona a quella di Padova.
Il viaggio procede bene fino alle porte di Ferrara, poi un muro di
macchine. Si procede a passo d’uomo stanco e i pochi chilometri del
circondario richiedono più di venti minuti. Sanguaza d’la miseria!
Superato il tappo ferrarese, tutto liscio fino a Soave ove giungiamo alle
20:17. A ridosso delle mura del borgo c’è un Camper Service veramente
carino (N 45,42356; E 11,24519) una ventina di posti, gratuito carico e
scarico acque e, inoltre, è presente una colonnina con 8 attacchi luce
anche questi gratuiti! Inoltre la posizione è tranquilla e “sicura”
essendo confinante con la caserma dei carabinieri. Il centro storico a
soli 400 metri.
Come previsto spioviggina. Passeggiata bagnata per i bisognini dei
bimbix, poi in camper per la cena. Nel frattempo la pioggerella è
diventata un violento acquazzone, sanguaza d’la miseria! Speriamo
domattina vada meglio.




Km percorsi oggi: 160,8                                     Km progressivi: 160,8




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Sabato 1 novembre 2008
(Soave; Cazzano di Tramigna; Monteforte d’Alpone; Arcole;
Cologna Veneta; Bevilacqua; Montagnana; Este; Monselice;
Arquà Petrarca)


Fortunelli, fortunelli: stamane non piove anzi, c’è un accenno di sole,
                                   possiamo partire per la visita del
                                   borgo.
                                     Soave, sorge ai piedi dei Monti
                                     Lessini, si presenta come un'amena
                                     cittadina medioevale, dominata
                                     dal      Castello    e   circondata
                                     interamente da mura merlate alla
                                     ghibellina, ripartite tra 24 torri,
                                     lambite dal fiume Tramigna. I
 Castello di Soave
                                     primi       insediamenti      umani
risalgono all'età della pietra. In epoca
romana esisteva un importante insediamento
rurale lungo la via Postumia. Il centro
storico, da fonti attendibili fu però fondato in
epoca longobarda, nel 500, da una tribù di
Svevi dai quali deriverebbe il nome "Suaves",
"Suevi" divenuto poi "Soavi" e finalmente
Soave.
I primi documenti che nominano il Castello
risalgono al secolo X; il maniero si presenta
come      un  tipico    manufatto    militare
Medioevale, sorge sul Monte Tenda e domina
la valle.                                               Palazzo di Giustizia

                         Sotto la dominazione degli Scaligeri, Soave
                         con il suo Castello crebbe d'importanza tanto
                         che le sue mura furono più volte restaurate e
                         rinforzate. Aspre lotte si sono accese per il suo
                         possesso.
                         Soave, oltre al Castello, nel Suo centro storico
                         offre numerosi altri monumenti come: il
                         Palazzo dei Conti Sambonifacio del XIII sec.,
                         il Palazzo dei Conti Cavalli del 1411, il
                         Palazzo di Giustizia ed il Palazzo del
                         Capitano del 1375, il Palazzo Pullici del XV
 Palazzo Cavalli         sec. Abitazione di Ippolito Nievo, il Palazzo dei



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Conti Moscardo del XVII sec., il Duomo di S. Lorenzo martire del 1303,
le Chiese di S. Giorgio dell’XI sec., di Santa Maria di Monte Santo dei
Padri Domenicani del 1443, di San Rocco del XV sec., di Sant'Antonio
del 1667 ed il Santuario di Santa Maria della Bassanella dell’XI sec.
                                       Rientriamo soddisfatti in camper e
                                       partiamo subito alla volta di
                                       Cazzano di Tramigna dove si
                                       trova, sul valico tra Val Tramigna e
                                       Val d’Illasi, il suggestivo Santuario
                                       di San Felice. (N 45,47831; E
                                       11,193).
                                     La chiesa di San Felice è ritenuta
                                     molto antica (IX-X sec.), l'attuale
 Cazzano-Santuario di S.Felice       abside, con soffitto a crociera e
                                     monogramma di San Bernardino
da Siena, è opera di un rifacimento compiuto nel 1400; il soffitto della
chiesa è invece a capriata semplice.
La tradizione vuole che San Felice sia stata tappa di Papa Lucio III nel
suo viaggio verso l'abbazia benedettina di
San Pietro in Badia Calavena.
Il primo rettore, don Domenico Brun,
risuscitò l'interesse per gli affreschi presenti
all'interno dell'edificio tra cui il bellissimo
Crocifisso     (recentemente        restaurato)
presente sulla parete sinistra, oggetto di
venerazione per i fedeli della zona (da
notare che la denominazione della chiesa-
rettoria di San Felice è santuario del
Crocifisso).
Il successore di don Brun, don Agostino
Fracasso, nel 1898, fece disintonacare il
                                                Santuario di S.Felice
resto delle pareti facendo mettere così in
luce una selva di affreschi di diversi autori e di diverse età (si va dal
XIII al XV sec.).
Proseguiamo alla volta di Monteforte d’Alpone: il paese deve
probabilmente il nome alla funzione difensiva assegnatagli dai
Romani, che lo vollero a protezione della via Postumia: in seguito, nel
X sec., vi fu eretto anche un castello a difesa dalle scorrerie degli
Ungari, sui pochi resti del quale oggi sorge la chiesetta di S.Antonio
Abate, patrono del paese.




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                                Posto all'estremo sud della Val d'Alpone, con
                                i suoi 1900 ettari di terreno agricolo, 1500
                                dei quali a vigneto e con circa 1000
                                aziende iscritte all'albo, è il paese a più
                                alta densità viticola del Veneto e forse
                                anche d'Italia.
                                Zona di produzione dei famosi vini Soave e
                                Recioto di Soave Docg.
                          Dal punto di vista turistico, degna di nota è
                          la Chiesa Parrocchiale dedicata a Santa
                          Maria Maggiore e caratterizzata da un
                          maestoso colonnato. Eretta tra il 1805 e il
 Chiesa Parrocchiale      1816 in stile neoclassico dall’architetto
                          veronese   Bartolomeo       Giulari,   venne
completata con il maestoso colonnato nel 1868. Al suo interno si
conserva la preziosa tela “La Samaritana al pozzo”, capolavoro di
Girolamo Dai Libri.
Opera che non riusciamo a vedere perché si sta celebrando la Messa e
non è possibile visitare la Chiesa.
Ripartiamo, quindi, in direzione di Arcole,
località nota in tutto il mondo per la
famosa battaglia del ponte di Arcole che si
tenne tra il 15 e il 17 novembre 1796, in cui
Napoleone Bonaparte batté gli austriaci.
Lo stesso Napoleone fece innalzare              un
Obelisco per ricordare l’evento.
Le iscrizioni latine presenti alla base
dell’obelisco, unico originale dell’epoca
napoleonica presente in Italia, sono state
redatte da Carlo Cattaneo.
                                                       Obelisco di Arcole
Inizialmente      era   stato    incaricato   il
                                        Foscolo, il quale però, dopo il
                                        trattato di Campoformio, si rifiutò.
                                         Le   memorie      napoleoniche si
                                         custodiscono in un piccolo museo
                                         situato nel centro del paese.
                                         Approfittando   della    tranquilla
                                         posizione trovata (N 45,357311; E
                                         11,277867) decidiamo di pranzare
                                         prima di continuare il viaggio.
                    Matilda in Camper




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Nel primo pomeriggio ci spostiamo a Cologna Veneta, conosciuta in
                                 Italia e all'estero anche per il
                                 Mandorlato, un raffinato dolce
                                 natalizio.
                                     Tra i suoi principali monumenti
                                     Cologna   Veneta   annovera   il
                                     Duomo edificato sopra l'antica
                                     rocca   scaligera    nel   1827.


 Palazzo del Podestà

Nell'ampia piazza adiacente sorge
il palazzo dell'ex Monte di Pietà; in
quest'edificio è ospitato il museo
archeologico.
In piazza Mazzini dove spicca la
loggia delle Biade, si trova la torre
                                        Il Duomo
                            Civica o
                              delle
                            Ore, con la porta Romana che immette su
                            Corso Guà, dove si conserva la curiosa casa
                            Getrevi con la bocca per le denunzie secrette
                            di epoca veneziana, in cui gettare le
                            denuncie anonime.
                            Di grandissimo interesse è il Palazzo del
                            Podestà: così come appare oggi è una
                            ricostruzione neo-gotica di inizio 900 che
                            ingloba due delle torri dell'antica cinta
                            muraria; una delle quali, di fianco alla
 Torre Civica o delle Ore   cosiddetta porta Rocca, fu completata nel
                            1909.
Terminata la piacevole escursione,
torniamo in camper per dirigerci
alla volta di Bevilacqua, dove
merita una visita il castello la cui
costruzione iniziò nel lontano
1136,    a   opera   di   Guglielmo
Bevilacqua e venne completata dal
figlio Francesco. I lavori       per
l'edificazione               furono
concretamente sostenuti dai signori      Castello di Bevilacqua
di      Verona,    che     all'epoca



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dominavano la zona e consideravano assolutamente necessaria la
presenza di una fortezza sul territorio in funzione di contenimento
alle mire espansionistiche dei padovani Carraresi e degli Estensi.
Purtroppo non riusciamo a visitare questo castello perché avremmo
dovuto aspettare 1 ora e mezzo per l’apertura della biglietteria.
Sanguaza d’la miseria!
E da questo momento comincia il periodo fantozziano del viaggio. La
prossima meta in programma è Este, città feudo degli Estensi, dove
contiamo di vedere, in particolare, l’interessante cinta muraria e il
notevole castello con l’ampio giardino.
Arrivati in prossimità del paese, rimaniamo imbottigliati a causa di
quell’usanza, che io reputo “squallida”, di recarsi tutti e tutti insieme
al cimitero. Per un intero anno non ci si ricorda neppure un istante dei
propri defunti poi, in occasione di Ognissanti e della Commemorazione
dei Defunti, alé! tutti al cimitero. Si rinnova il vestito nuovo,
agghindati di tutto punto, si va a farsi vedere dagli altri. C’è chi si
porta la sedia, per stare comodi, chi magari si porta anche uno
spuntino come per un pic-nic e si resta anche per ore a fare due
chiacchiere col conoscente che non vedevi dall’anno precedente,
qualche malignità, un po’ di gossip, un giretto per aggiornarsi sui
nuovi “inquilini” e poi a casa. Personalmente non credo che questa sia
una forma di rispetto per i propri cari che non sono più con noi ma,
piuttosto, una specie di epidemia di esibizionisti. Io vado al cimitero
ogni volta che ne sento il bisogno, non sono mai andato né mai andrò
nei primi due giorni di novembre.
Comunque sia, con tanta pazienza e tanti minuti di fila riusciamo a
superare la zona del cimitero. Sanguaza d’la miseria!
Arriviamo così all’ingresso del paese: roba da Oggi le Comiche!!
Davanti a noi “l’interessante cinta muraria” con un’antica porta ad
arco alta mt. 2,50: il camper è alto mt. 2,92 e, sanguaza d’la miseria,
non passo!!
A destra c’è una strada con           un    bel   divieto    d’accesso,
sanguaza d’la miseria!
A sinistra una stradina stretta e sterrata con accesso riservato
ai soli residenti!!!! Sanguaza d’la miseria!
Dietro il cimitero!!!! E adesso?
Cospargo di vasellina le fiancate del camper e mi infilo nel budello
riservato ai residenti. Sanguaza d’la miseria! Percorro alcuni
chilometri in mezzo a gente che mi guarda sconvolta e si sposta
velocemente ai bordi del budello per consentirmi di passare: chi porta a
spasso i figli, chi fa footing, chi una pedalata in bicicletta, c’è anche
una vecchietta col deambulatore! Sanguaza d’la miseria!


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Riesco finalmente a tornare in una strada dalle dimensioni e transito
normali……poche centinaia di metri e poi tutti allegramente in fila!!!
Un cartello informa che c’è un cantiere stradale con senso unico
alternato e strettoia di mt. 2,50 di larghezza.
Noi   siamo    mt.  2,24,  abbiamo ancora   la vasellina  sulle
fiancate…..passiamo. Con calma, però: più di mezz’ora per due
chilometri. Sanguaza d’la miseria!
Arriviamo al castello: tutti quelli che non sono al cimitero o in fila alla
strettoia, sono qui! Devono essere venuti da tutto il circondario! E tutti
in macchina! Non c’è possibilità di parcheggiare neppure una bici. I
parcheggi sono gremiti all’inverosimile.
Fortuna che ho tanta pazienza, solo che sono un po’ distratto e non
ricordo mai dove la metto. Così quando mi serve……..
Decido che di Este ne ho già le balle piene. Torneremo in un’altra
occasione. Sanguaza d’la miseria!
Proseguiamo per la prossima destinazione che è Monselice. Il cartello
avvisa “Monselice – Città murata”: vorrà pur dire qualcosa? Una
persona normale si sarebbe messa sull’avviso, ma noi no!
Anche qui un’esasperante fila in prossimità del cimitero, ormai
sappiamo come si fa: pazienza e smoccolamenti.
Arriviamo ad un passaggio a livello chiuso: il navigatore ci informa
che manca 1 km. al Camper Service (via Argine Destro,1) è fatta,
pensiamo.
Intanto il passaggio a livello resta chiuso: sarà guasto? No, mi accorgo
che a poche decine di metri c’è la stazione con un treno fermo ad un
binario. 15 maledetti lunghissimi minuti, poi ci fanno passare.
Sanguaza d’la miseria!
Superato il passaggio a livello, comincio a
notare macchine parcheggiate ovunque a
margine della strada e gente che migra a
piedi:   il   cimitero    l’abbiamo     già
incontrato, non può essercene un altro.
Poi, finalmente tutto diventa chiaro: le
strade che portano in centro sono
sbarrate, un cartello sulle transenne
informa che è in corso la “Fiera dei Santi
2008”. Non c’è verso di raggiungere il C.S.
che è solo a 375 mt! Sanguaza d’la
miseria!
Non ci resta che tornare indietro. Mentre
facevo le radici al passaggio a livello,
avevo   notato    un   ampio     piazzale


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antistante ad una fabbrica: andremo a parcheggiare lì. (N 45,25065; E
11,75013).
Arriviamo al famigerato P.L. che, manco a dirlo, è chiuso. Stavolta
dobbiamo attendere SOLO 10 minuti. Sanguaza d’la miseria!
Parcheggiato il camper, decidiamo di andare in centro a piedi.
Dobbiamo riattraversare il passaggio a livello che è ancora una volta
chiuso!!!!! Un ragno sta pigramente tessendo la sua tela tra le mie
palle. Poi si rinnova il miracolo: le sbarre si alzano. Arriviamo in
centro: stand gastronomici, bancarelle di venditori ambulanti,
esposizioni di mezzi agricoli, luna park e tutta la gente della provincia
di Padova lungo le vie del centro storico. Procediamo stretti come
sardine per qualche centinaio di metri, più si avanza e peggio è.
Improvvisamente un botto assordante: saranno i fuochi d’artificio? No!
Mi sono scoppiati i coglioni. Sanguaza d’la miseria!
Ci avevano anche avvisato, ricordate: “Monselice – Città murata”.
Ci arrendiamo, torniamo in camper con un pensiero fisso: dobbiamo
ancora una volta affrontare il passaggio a livello. E, invece, stavolta è
aperto: anche il destino porco ha avuto pietà. Sanguaza d’la miseria!
Anche a Monselice, come ad Este, torneremo in altra occasione perché,
in periodi “normali”, sono posti che meritano sicuramente di essere
visitati.
Decidiamo di andare nella vicina Arquà Petrarca, con la speranza di
riuscire a trovare una decente sistemazione per passare la notte.
Troviamo posto in una piacevole e silenziosa area di sosta a poche
decine di metri dal centro storico (N 45,26858; E 11,7208) in
compagnia di una decina di altri camper: il periodo fantozziano
sembra esaurito.
Passeggiatina coi Bimbix, cena e nanna. Domattina visiteremo il
borgo.




Km percorsi oggi: 109,1                                         Km progressivi: 269,9




                                    10
Diario di Bordo              Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli   tra Padova e Verona




Domenica 2 novembre 2008
(Arquà Petrarca - Casa)


Stamattina il cielo è coperto, una pesante foschia ci accompagnerà
durante tutto il tempo della visita al paese.
Il tempo sembra essersi fermato ad
Arquà Petrarca, il centro dei Colli
Euganei che, più di tutti gli altri,
mantiene inalterato il fascino
antico dei borghi medioevali. Il suo
nome deriva forse da Arquata
montium che significa “chiostra dei
monti” (in gioventù ho fatto 7 anni
di latino), ma deve la sua notorietà
alla fama eterna di Francesco             Palazzo Contarini
Petrarca, il poeta che vi passò gli
ultimi anni della sua vita.
                                  Arriviamo nell’affascinante piazza
                                  Roma,    dove   si  affacciano      il
                                  Palazzo    Contarini    in     gotico
                                  veneziano del XV secolo e, di fronte,
                                  il palazzo trecentesco che ospita
                                  oggi un ristorante tipico intitolato
                                  a Laura, la donna idealmente
                                  amata dal Petrarca. Chiude lo
                                  scorcio la Chiesa Arcipretale di
 Chiesa S.Maria
                                  Santa Maria, di poco posteriore al
                                  Mille. Nel mezzo del sagrato sorge
la tomba del Petrarca che morì qui
nel 1374. Si tratta di un’arca in
marmo rosso di Verona, eretta sei
anni dopo la morte del poeta.
Lasciata     piazza    Roma,       ci
incamminiamo lungo una strada
in salita che ci porterà in Piazza
San Marco dove si trova l’Oratorio
della SS. Trinità di cui si hanno
notizie certe a partire dal 1181,      Tomba di Petrarca
anche se sicuramente preesisteva. La
chiesa era molto cara al Petrarca poiché vi era solito recarsi a pregare
vista anche la vicinanza con la propria casa.




                                    11
Diario di Bordo                    Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli   tra Padova e Verona




L’Oratorio è legato alla Loggia dei Vicari, di origine duecentesca e che
                            era il luogo deputato per le riunioni e la
                            discussione dei problemi tra i capifamiglia
                            ed i Vicari.
                                  Vi si accedeva dopo essere stati convocati al
                                  suono della campana, dall’arco che dava
                                  sulla piazza.
                                  Nel 1828 il tetto fu demolito e la Loggia
                                  rimase scoperta sino ai giorni nostri.
                        Proseguendo da Piazza San Marco, si
                        giunge alla Casa del Petrarca, in cui il
                        poeta abitò dal 1370 sino alla morte
                        avvenuta quattro anni dopo. La struttura
 Oratorio SS. Trinità   era del duecento e fu lo stesso Petrarca, a
                        partire dal 1369 quando gli fu donata dal
Signore di Padova Francesco il Vecchio da Carrara, a presiedere i
lavori di restauro.
Attualmente la casa ospita una
mostra permanente di opere e cimeli
del poeta. Non abbiamo, però,
potuto visitarla perché non ci
hanno consentito l’accesso con i
Bimbix.
Nonostante     la    giornata   bigia,
abbiamo veramente gustato questo
affascinante borgo medioevale. Un                Casa del Petrarca
degno finale di tour, dopo gli
insuccessi di Este e Monselice.
Ripartiamo verso casa, dove ci aspetta nostra figlia Veronica (oggi il
moroso gioca in trasferta ad Avezzano la partita di rugby).
Arriviamo alle 12:30, giusto in tempo per mangiare un buon piatto di
cappelletti in brodo.



                          Spese sostenute

Carburante                                                70,00

Caffè                                                      1,80


TOTALE                                                   71,80


Km percorsi oggi: 130,5                                               Km progressivi: 400,4




                                            12

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  • 1. Diario di Bordo Borghi padova e castelli tra e verona Laura e Vladimiro Testa Borghi e Castelli tra Padova e Verona 31 ottobre – 2 novembre 2008 vladimiro.testa@alice.it
  • 2. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona PARTENZA: 31 ottobre 2008 ore 17,15 RIENTRO: 2 novembre 2008 ore 12,30 KM PERCORSI: 400,4 EQUIPAGGIO: VLADIMIRO pilota, cuoco, diario di bordo LAURA aiuto cuoco, cura e pulizia Camper CAMILLA Bassotto Nano Tedesco I BIMBIX MATILDA Jack Russell Terrier MEZZO: Kentucky Camargue 3 (Ken il Guerriero) Ford 350L 2.4 TDCi 2
  • 3. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona Venerdì 31 ottobre 2008 (Villanova di Bagnacavallo – Soave) ggi Laura fa il turno pomeridiano e, così, riusciamo a partire solo alle 17:15, perdendoci qualche preziosa ora di luce. Sanguaza d’la miseria! Il meteo prevede un week end con condizioni incerte. Niente paura: col culo che abbiamo, diluvierà sicuramente! Questa settimana andiamo alla scoperta di “Borghi e Castelli tra Padova e Verona”, un itinerario che parte da Soave e, passando per Cologna Veneta, Bevilacqua, Montagnana ed Este, giunge a Monselice, collegando la provincia di Verona a quella di Padova. Il viaggio procede bene fino alle porte di Ferrara, poi un muro di macchine. Si procede a passo d’uomo stanco e i pochi chilometri del circondario richiedono più di venti minuti. Sanguaza d’la miseria! Superato il tappo ferrarese, tutto liscio fino a Soave ove giungiamo alle 20:17. A ridosso delle mura del borgo c’è un Camper Service veramente carino (N 45,42356; E 11,24519) una ventina di posti, gratuito carico e scarico acque e, inoltre, è presente una colonnina con 8 attacchi luce anche questi gratuiti! Inoltre la posizione è tranquilla e “sicura” essendo confinante con la caserma dei carabinieri. Il centro storico a soli 400 metri. Come previsto spioviggina. Passeggiata bagnata per i bisognini dei bimbix, poi in camper per la cena. Nel frattempo la pioggerella è diventata un violento acquazzone, sanguaza d’la miseria! Speriamo domattina vada meglio. Km percorsi oggi: 160,8 Km progressivi: 160,8 3
  • 4. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona Sabato 1 novembre 2008 (Soave; Cazzano di Tramigna; Monteforte d’Alpone; Arcole; Cologna Veneta; Bevilacqua; Montagnana; Este; Monselice; Arquà Petrarca) Fortunelli, fortunelli: stamane non piove anzi, c’è un accenno di sole, possiamo partire per la visita del borgo. Soave, sorge ai piedi dei Monti Lessini, si presenta come un'amena cittadina medioevale, dominata dal Castello e circondata interamente da mura merlate alla ghibellina, ripartite tra 24 torri, lambite dal fiume Tramigna. I Castello di Soave primi insediamenti umani risalgono all'età della pietra. In epoca romana esisteva un importante insediamento rurale lungo la via Postumia. Il centro storico, da fonti attendibili fu però fondato in epoca longobarda, nel 500, da una tribù di Svevi dai quali deriverebbe il nome "Suaves", "Suevi" divenuto poi "Soavi" e finalmente Soave. I primi documenti che nominano il Castello risalgono al secolo X; il maniero si presenta come un tipico manufatto militare Medioevale, sorge sul Monte Tenda e domina la valle. Palazzo di Giustizia Sotto la dominazione degli Scaligeri, Soave con il suo Castello crebbe d'importanza tanto che le sue mura furono più volte restaurate e rinforzate. Aspre lotte si sono accese per il suo possesso. Soave, oltre al Castello, nel Suo centro storico offre numerosi altri monumenti come: il Palazzo dei Conti Sambonifacio del XIII sec., il Palazzo dei Conti Cavalli del 1411, il Palazzo di Giustizia ed il Palazzo del Capitano del 1375, il Palazzo Pullici del XV Palazzo Cavalli sec. Abitazione di Ippolito Nievo, il Palazzo dei 4
  • 5. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona Conti Moscardo del XVII sec., il Duomo di S. Lorenzo martire del 1303, le Chiese di S. Giorgio dell’XI sec., di Santa Maria di Monte Santo dei Padri Domenicani del 1443, di San Rocco del XV sec., di Sant'Antonio del 1667 ed il Santuario di Santa Maria della Bassanella dell’XI sec. Rientriamo soddisfatti in camper e partiamo subito alla volta di Cazzano di Tramigna dove si trova, sul valico tra Val Tramigna e Val d’Illasi, il suggestivo Santuario di San Felice. (N 45,47831; E 11,193). La chiesa di San Felice è ritenuta molto antica (IX-X sec.), l'attuale Cazzano-Santuario di S.Felice abside, con soffitto a crociera e monogramma di San Bernardino da Siena, è opera di un rifacimento compiuto nel 1400; il soffitto della chiesa è invece a capriata semplice. La tradizione vuole che San Felice sia stata tappa di Papa Lucio III nel suo viaggio verso l'abbazia benedettina di San Pietro in Badia Calavena. Il primo rettore, don Domenico Brun, risuscitò l'interesse per gli affreschi presenti all'interno dell'edificio tra cui il bellissimo Crocifisso (recentemente restaurato) presente sulla parete sinistra, oggetto di venerazione per i fedeli della zona (da notare che la denominazione della chiesa- rettoria di San Felice è santuario del Crocifisso). Il successore di don Brun, don Agostino Fracasso, nel 1898, fece disintonacare il Santuario di S.Felice resto delle pareti facendo mettere così in luce una selva di affreschi di diversi autori e di diverse età (si va dal XIII al XV sec.). Proseguiamo alla volta di Monteforte d’Alpone: il paese deve probabilmente il nome alla funzione difensiva assegnatagli dai Romani, che lo vollero a protezione della via Postumia: in seguito, nel X sec., vi fu eretto anche un castello a difesa dalle scorrerie degli Ungari, sui pochi resti del quale oggi sorge la chiesetta di S.Antonio Abate, patrono del paese. 5
  • 6. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona Posto all'estremo sud della Val d'Alpone, con i suoi 1900 ettari di terreno agricolo, 1500 dei quali a vigneto e con circa 1000 aziende iscritte all'albo, è il paese a più alta densità viticola del Veneto e forse anche d'Italia. Zona di produzione dei famosi vini Soave e Recioto di Soave Docg. Dal punto di vista turistico, degna di nota è la Chiesa Parrocchiale dedicata a Santa Maria Maggiore e caratterizzata da un maestoso colonnato. Eretta tra il 1805 e il Chiesa Parrocchiale 1816 in stile neoclassico dall’architetto veronese Bartolomeo Giulari, venne completata con il maestoso colonnato nel 1868. Al suo interno si conserva la preziosa tela “La Samaritana al pozzo”, capolavoro di Girolamo Dai Libri. Opera che non riusciamo a vedere perché si sta celebrando la Messa e non è possibile visitare la Chiesa. Ripartiamo, quindi, in direzione di Arcole, località nota in tutto il mondo per la famosa battaglia del ponte di Arcole che si tenne tra il 15 e il 17 novembre 1796, in cui Napoleone Bonaparte batté gli austriaci. Lo stesso Napoleone fece innalzare un Obelisco per ricordare l’evento. Le iscrizioni latine presenti alla base dell’obelisco, unico originale dell’epoca napoleonica presente in Italia, sono state redatte da Carlo Cattaneo. Obelisco di Arcole Inizialmente era stato incaricato il Foscolo, il quale però, dopo il trattato di Campoformio, si rifiutò. Le memorie napoleoniche si custodiscono in un piccolo museo situato nel centro del paese. Approfittando della tranquilla posizione trovata (N 45,357311; E 11,277867) decidiamo di pranzare prima di continuare il viaggio. Matilda in Camper 6
  • 7. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona Nel primo pomeriggio ci spostiamo a Cologna Veneta, conosciuta in Italia e all'estero anche per il Mandorlato, un raffinato dolce natalizio. Tra i suoi principali monumenti Cologna Veneta annovera il Duomo edificato sopra l'antica rocca scaligera nel 1827. Palazzo del Podestà Nell'ampia piazza adiacente sorge il palazzo dell'ex Monte di Pietà; in quest'edificio è ospitato il museo archeologico. In piazza Mazzini dove spicca la loggia delle Biade, si trova la torre Il Duomo Civica o delle Ore, con la porta Romana che immette su Corso Guà, dove si conserva la curiosa casa Getrevi con la bocca per le denunzie secrette di epoca veneziana, in cui gettare le denuncie anonime. Di grandissimo interesse è il Palazzo del Podestà: così come appare oggi è una ricostruzione neo-gotica di inizio 900 che ingloba due delle torri dell'antica cinta muraria; una delle quali, di fianco alla Torre Civica o delle Ore cosiddetta porta Rocca, fu completata nel 1909. Terminata la piacevole escursione, torniamo in camper per dirigerci alla volta di Bevilacqua, dove merita una visita il castello la cui costruzione iniziò nel lontano 1136, a opera di Guglielmo Bevilacqua e venne completata dal figlio Francesco. I lavori per l'edificazione furono concretamente sostenuti dai signori Castello di Bevilacqua di Verona, che all'epoca 7
  • 8. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona dominavano la zona e consideravano assolutamente necessaria la presenza di una fortezza sul territorio in funzione di contenimento alle mire espansionistiche dei padovani Carraresi e degli Estensi. Purtroppo non riusciamo a visitare questo castello perché avremmo dovuto aspettare 1 ora e mezzo per l’apertura della biglietteria. Sanguaza d’la miseria! E da questo momento comincia il periodo fantozziano del viaggio. La prossima meta in programma è Este, città feudo degli Estensi, dove contiamo di vedere, in particolare, l’interessante cinta muraria e il notevole castello con l’ampio giardino. Arrivati in prossimità del paese, rimaniamo imbottigliati a causa di quell’usanza, che io reputo “squallida”, di recarsi tutti e tutti insieme al cimitero. Per un intero anno non ci si ricorda neppure un istante dei propri defunti poi, in occasione di Ognissanti e della Commemorazione dei Defunti, alé! tutti al cimitero. Si rinnova il vestito nuovo, agghindati di tutto punto, si va a farsi vedere dagli altri. C’è chi si porta la sedia, per stare comodi, chi magari si porta anche uno spuntino come per un pic-nic e si resta anche per ore a fare due chiacchiere col conoscente che non vedevi dall’anno precedente, qualche malignità, un po’ di gossip, un giretto per aggiornarsi sui nuovi “inquilini” e poi a casa. Personalmente non credo che questa sia una forma di rispetto per i propri cari che non sono più con noi ma, piuttosto, una specie di epidemia di esibizionisti. Io vado al cimitero ogni volta che ne sento il bisogno, non sono mai andato né mai andrò nei primi due giorni di novembre. Comunque sia, con tanta pazienza e tanti minuti di fila riusciamo a superare la zona del cimitero. Sanguaza d’la miseria! Arriviamo così all’ingresso del paese: roba da Oggi le Comiche!! Davanti a noi “l’interessante cinta muraria” con un’antica porta ad arco alta mt. 2,50: il camper è alto mt. 2,92 e, sanguaza d’la miseria, non passo!! A destra c’è una strada con un bel divieto d’accesso, sanguaza d’la miseria! A sinistra una stradina stretta e sterrata con accesso riservato ai soli residenti!!!! Sanguaza d’la miseria! Dietro il cimitero!!!! E adesso? Cospargo di vasellina le fiancate del camper e mi infilo nel budello riservato ai residenti. Sanguaza d’la miseria! Percorro alcuni chilometri in mezzo a gente che mi guarda sconvolta e si sposta velocemente ai bordi del budello per consentirmi di passare: chi porta a spasso i figli, chi fa footing, chi una pedalata in bicicletta, c’è anche una vecchietta col deambulatore! Sanguaza d’la miseria! 8
  • 9. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona Riesco finalmente a tornare in una strada dalle dimensioni e transito normali……poche centinaia di metri e poi tutti allegramente in fila!!! Un cartello informa che c’è un cantiere stradale con senso unico alternato e strettoia di mt. 2,50 di larghezza. Noi siamo mt. 2,24, abbiamo ancora la vasellina sulle fiancate…..passiamo. Con calma, però: più di mezz’ora per due chilometri. Sanguaza d’la miseria! Arriviamo al castello: tutti quelli che non sono al cimitero o in fila alla strettoia, sono qui! Devono essere venuti da tutto il circondario! E tutti in macchina! Non c’è possibilità di parcheggiare neppure una bici. I parcheggi sono gremiti all’inverosimile. Fortuna che ho tanta pazienza, solo che sono un po’ distratto e non ricordo mai dove la metto. Così quando mi serve…….. Decido che di Este ne ho già le balle piene. Torneremo in un’altra occasione. Sanguaza d’la miseria! Proseguiamo per la prossima destinazione che è Monselice. Il cartello avvisa “Monselice – Città murata”: vorrà pur dire qualcosa? Una persona normale si sarebbe messa sull’avviso, ma noi no! Anche qui un’esasperante fila in prossimità del cimitero, ormai sappiamo come si fa: pazienza e smoccolamenti. Arriviamo ad un passaggio a livello chiuso: il navigatore ci informa che manca 1 km. al Camper Service (via Argine Destro,1) è fatta, pensiamo. Intanto il passaggio a livello resta chiuso: sarà guasto? No, mi accorgo che a poche decine di metri c’è la stazione con un treno fermo ad un binario. 15 maledetti lunghissimi minuti, poi ci fanno passare. Sanguaza d’la miseria! Superato il passaggio a livello, comincio a notare macchine parcheggiate ovunque a margine della strada e gente che migra a piedi: il cimitero l’abbiamo già incontrato, non può essercene un altro. Poi, finalmente tutto diventa chiaro: le strade che portano in centro sono sbarrate, un cartello sulle transenne informa che è in corso la “Fiera dei Santi 2008”. Non c’è verso di raggiungere il C.S. che è solo a 375 mt! Sanguaza d’la miseria! Non ci resta che tornare indietro. Mentre facevo le radici al passaggio a livello, avevo notato un ampio piazzale 9
  • 10. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona antistante ad una fabbrica: andremo a parcheggiare lì. (N 45,25065; E 11,75013). Arriviamo al famigerato P.L. che, manco a dirlo, è chiuso. Stavolta dobbiamo attendere SOLO 10 minuti. Sanguaza d’la miseria! Parcheggiato il camper, decidiamo di andare in centro a piedi. Dobbiamo riattraversare il passaggio a livello che è ancora una volta chiuso!!!!! Un ragno sta pigramente tessendo la sua tela tra le mie palle. Poi si rinnova il miracolo: le sbarre si alzano. Arriviamo in centro: stand gastronomici, bancarelle di venditori ambulanti, esposizioni di mezzi agricoli, luna park e tutta la gente della provincia di Padova lungo le vie del centro storico. Procediamo stretti come sardine per qualche centinaio di metri, più si avanza e peggio è. Improvvisamente un botto assordante: saranno i fuochi d’artificio? No! Mi sono scoppiati i coglioni. Sanguaza d’la miseria! Ci avevano anche avvisato, ricordate: “Monselice – Città murata”. Ci arrendiamo, torniamo in camper con un pensiero fisso: dobbiamo ancora una volta affrontare il passaggio a livello. E, invece, stavolta è aperto: anche il destino porco ha avuto pietà. Sanguaza d’la miseria! Anche a Monselice, come ad Este, torneremo in altra occasione perché, in periodi “normali”, sono posti che meritano sicuramente di essere visitati. Decidiamo di andare nella vicina Arquà Petrarca, con la speranza di riuscire a trovare una decente sistemazione per passare la notte. Troviamo posto in una piacevole e silenziosa area di sosta a poche decine di metri dal centro storico (N 45,26858; E 11,7208) in compagnia di una decina di altri camper: il periodo fantozziano sembra esaurito. Passeggiatina coi Bimbix, cena e nanna. Domattina visiteremo il borgo. Km percorsi oggi: 109,1 Km progressivi: 269,9 10
  • 11. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona Domenica 2 novembre 2008 (Arquà Petrarca - Casa) Stamattina il cielo è coperto, una pesante foschia ci accompagnerà durante tutto il tempo della visita al paese. Il tempo sembra essersi fermato ad Arquà Petrarca, il centro dei Colli Euganei che, più di tutti gli altri, mantiene inalterato il fascino antico dei borghi medioevali. Il suo nome deriva forse da Arquata montium che significa “chiostra dei monti” (in gioventù ho fatto 7 anni di latino), ma deve la sua notorietà alla fama eterna di Francesco Palazzo Contarini Petrarca, il poeta che vi passò gli ultimi anni della sua vita. Arriviamo nell’affascinante piazza Roma, dove si affacciano il Palazzo Contarini in gotico veneziano del XV secolo e, di fronte, il palazzo trecentesco che ospita oggi un ristorante tipico intitolato a Laura, la donna idealmente amata dal Petrarca. Chiude lo scorcio la Chiesa Arcipretale di Chiesa S.Maria Santa Maria, di poco posteriore al Mille. Nel mezzo del sagrato sorge la tomba del Petrarca che morì qui nel 1374. Si tratta di un’arca in marmo rosso di Verona, eretta sei anni dopo la morte del poeta. Lasciata piazza Roma, ci incamminiamo lungo una strada in salita che ci porterà in Piazza San Marco dove si trova l’Oratorio della SS. Trinità di cui si hanno notizie certe a partire dal 1181, Tomba di Petrarca anche se sicuramente preesisteva. La chiesa era molto cara al Petrarca poiché vi era solito recarsi a pregare vista anche la vicinanza con la propria casa. 11
  • 12. Diario di Bordo Ottobre/Novembre 2008: Borghi e Castelli tra Padova e Verona L’Oratorio è legato alla Loggia dei Vicari, di origine duecentesca e che era il luogo deputato per le riunioni e la discussione dei problemi tra i capifamiglia ed i Vicari. Vi si accedeva dopo essere stati convocati al suono della campana, dall’arco che dava sulla piazza. Nel 1828 il tetto fu demolito e la Loggia rimase scoperta sino ai giorni nostri. Proseguendo da Piazza San Marco, si giunge alla Casa del Petrarca, in cui il poeta abitò dal 1370 sino alla morte avvenuta quattro anni dopo. La struttura Oratorio SS. Trinità era del duecento e fu lo stesso Petrarca, a partire dal 1369 quando gli fu donata dal Signore di Padova Francesco il Vecchio da Carrara, a presiedere i lavori di restauro. Attualmente la casa ospita una mostra permanente di opere e cimeli del poeta. Non abbiamo, però, potuto visitarla perché non ci hanno consentito l’accesso con i Bimbix. Nonostante la giornata bigia, abbiamo veramente gustato questo affascinante borgo medioevale. Un Casa del Petrarca degno finale di tour, dopo gli insuccessi di Este e Monselice. Ripartiamo verso casa, dove ci aspetta nostra figlia Veronica (oggi il moroso gioca in trasferta ad Avezzano la partita di rugby). Arriviamo alle 12:30, giusto in tempo per mangiare un buon piatto di cappelletti in brodo. Spese sostenute Carburante 70,00 Caffè 1,80 TOTALE 71,80 Km percorsi oggi: 130,5 Km progressivi: 400,4 12