Perché è così importante la cultura umanistica nelle scuole di oggi? Perché, secondo la Nussbaum, aiuta ad aprire le menti dei giovani al pensiero critico e al dialogo, approfondisce lo sviluppo dell’empatia e della comprensione dell’altro, consente di conoscere ciò che è lontano dal vivere quotidiano e dal soddisfacimento immediato dei bisogni individuali, spinge ad alzare lo sguardo dal proprio sé e dagli obiettivi di breve termine.
Complexity Literacy Meeting - Scheda del libro consigliato da Marinella De Simone: "Non per profitto" di M. Nussbaum
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LA SCHEDA DEL “LIBRO CONSIGLIATO”
Dal Lettore: MARINELLA DE SIMONE
1. TITOLO: NON PER PROFITTO. PERCHE’ LE DEMOCRAZIE HANNO BISOGNO DELLA CULTURA
UMANISTICA
TITOLO EDIZIONE ORIGINALE: NOT FOR PROFIT. WHY DEMOCRACY NEEDS THE HUMANITIES
2. AUTRICE: MARTHA C. NUSSBAUM
NOTE SULL’AUTRICE: Martha Nussbaum è una filosofa statunitense, importante studiosa di
filosofia greca e romana, filosofia politica ed etica. Protagonista di dibattiti su temi etici e sociali,
insegna Law and Ethics nell’Università di Chicago.
3. CASA EDITRICE: IL MULINO
4. ANNO PUBBLICAZIONE: 2011
ANNO EDIZIONE ORIGINALE: 2010 – PRINCETON UNIVERSITY PRESS
5. BANDELLA LATERALE con breve descrizione dei contenuti del “Libro Consigliato”:
Assistiamo oggi a una crisi strisciante, di enormi proporzioni e di portata globale, tanto più
inosservata quanto più dannosa per il futuro della democrazia: la crisi dell'istruzione. Sedotti
dall'imperativo della crescita economica e dalle logiche contabili a breve termine, molti paesi
infliggono pesanti tagli agli studi umanistici ed artistici a favore di abilità tecniche e conoscenze
pratico-scientifiche. E così, mentre il mondo si fa più grande e complesso, gli strumenti per
capirlo si fanno più poveri e rudimentali; mentre l'innovazione chiede intelligenze flessibili,
aperte e creative, l'istruzione si ripiega su poche nozioni stereotipate. Non si tratta di difendere
una presunta superiorità della cultura classica su quella scientifica, bensì di mantenere l'accesso
a quella conoscenza che nutre la libertà di pensiero e di parola, l'autonomia del giudizio, la forza
dell'immaginazione come altrettante precondizioni per una umanità matura e responsabile.
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6. INDICE DEI CAPITOLI
Introduzione, di Tullio De Mauro
I. La crisi silenziosa
II. Istruzione per il profitto, istruzione per la democrazia
III. Formare cittadini: i sentimenti morali (e anti-morali)
IV. La pedagogia socratica: l’importanza del ragionamento
V. Cittadini del mondo
VI. Coltivare l’immaginazione: la letteratura e le arti
VII. L’istruzione democratica alle corde
Postfazione. Riflessioni sul futuro della cultura umanistica nel mondo
7. PERCHE’ CONSIGLIO QUESTO LIBRO:
Il libro apre con due citazioni, una di Tagore del 1917 e l’altra di Dewey del 1915. Sono passati
poco più di 100 anni da quando questi due grandi pensatori hanno modificato radicalmente il
modo di intendere l’educazione dei giovani nei loro rispettivi paesi di origine, India e Stati Uniti,
due paesi allora estremamente lontani sia culturalmente che economicamente.
Cosa è cambiato da allora ad oggi? Tantissimo, sia dal punto di vista storico che culturale.
Eppure, i temi sollevati da Tagore e Dewey sono ancora simili a quelli che stiamo affrontando
oggi: la limitatezza di orizzonte dell’uomo d’affari e la rinuncia alla ricerca di un’etica che renda
l’uomo più completo è alimentata dalla scienza, la quale, anziché allargare l’orizzonte limitato
del mondo for profit, lo alimenta ulteriormente, allontanando sempre più l’uomo dalla propria
crescita etica e spirituale. La tecnologia è diventata il braccio operativo della ricerca scientifica
determinandone gli ambiti applicativi e collegandola direttamente al mondo del business.
L’educazione è asservita a fornire giovani che possano inserirsi al meglio in questo circuito
produttivo, ma che, appena potranno essere sostituiti più economicamente dalle macchine,
verranno espulsi dal processo.
Le predizioni di 100 anni fa si sono realizzate pienamente. Allora perché consigliare la lettura di
questo libro?
Per portare all’attenzione delle persone la necessità di mettere in discussione quanto viene dato
ormai per scontato, ovvero che tutto vada fatto per ‘utilità’. L’inutile diviene superfluo e, in aria
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di crisi, immediatamente eliminato. E l’educazione umanistica è, molto spesso, considerata
superflua.
Il discorso della Nussbaum è incentrato sulla comprensione del ruolo dell’educazione nella
società contemporanea - con particolare riguardo agli Stati Uniti e all’India - spostando
l’attenzione sull’importanza della preparazione dei giovani a divenire cittadini in grado di
partecipare attivamente alla vita democratica del proprio paese, rendendo tali democrazie
sostanziali.
La tesi principale della Nussbaum è che “le democrazie hanno bisogno della cultura umanistica”
e non solo di competenze tecniche.
Perché è così importante la cultura umanistica nelle scuole di oggi? Perché, secondo la
Nussbaum, aiuta ad aprire le menti dei giovani al pensiero critico e al dialogo, approfondisce lo
sviluppo dell’empatia e della comprensione dell’altro, consente di conoscere ciò che è lontano
dal vivere quotidiano e dal soddisfacimento immediato dei bisogni individuali, spinge ad alzare
lo sguardo dal proprio sé e dagli obiettivi di breve termine.
Il tono che la Nussbaum usa è ‘allarmistico’: il primo capitolo si apre con il titolo “La crisi
silenziosa” e con queste parole: “Ci troviamo nel bel mezzo di una crisi di proporzioni inedite e di
portata globale (…), crisi destinata ad essere, in prospettiva, ben più dannosa per il futuro delle
democrazie (della crisi del 2008): la crisi mondiale dell’istruzione”.
Questo allarmismo può dare fastidio a molti, che possono trovare eccessivo il tono usato. Ma
aiuta anche a fermarsi e riflettere su ciò che stiamo ponendo come basi per il futuro dei nostri
paesi e dei nostri figli che li abiteranno: l’educazione e la scuola.