Stefano Da Empoli - Di fronte ad una quarta Rivoluzione Industriale legata all’impiego massivo delle tecnologie digitali nei processi manifatturieri, intendiamo incentrare la nostra discussione sul potenziale che l’Internet delle Cose e la Data Driven Innovation, costituiscono congiuntamente per l’industria. Analizzeremo alcune variabili di mercato rilevanti, con l'obiettivo di mostrare lo stato dell'arte e quantificare l'impatto in termini economici per l'Europa e l'Italia in particolare, della capacità di partecipare o meno al processo di digitalizzazione che sta investendo il settore manifatturiero.
Data driven economy: bastano i dati per avviare una start up? (Gabriele Anton...
Internet of Things e Industria 4.0: quali policy per il Made in Italy
1. Internet of Things e Industria 4.0:
quali policy per il Made in Italy
Data-driven Innovation Summit 2016
Roma, 20 maggio 2016
2. Il (necessario) rilancio dell’industria manifatturiera
2Fonte: Elaborazioni I-Com su dati UNCTAD
Il manifatturiero è il principale motore della crescita economica in quanto:
genera i guadagni di produttività che poi si diffondono, attraverso i beni da esso prodotti, agli altri settori;
crea posti di lavoro qualificati e meglio remunerati;
effettua la maggior parte della ricerca e dell'innovazione, a beneficio, di nuovo, di tutto il sistema
attraverso il contenuto innovativo dei beni manufatti utilizzati dagli altri settori;
fornisce una quota rilevante delle esportazioni (pari, in Italia ad esempio, al 78%)
è fortemente integrato col settore terziario
2%
7%
8%
4%
24%
18%
36%
2%
1991
Africa
Sud America
Asia (escluso Giappone)
Russia ed Europa
Orientale
Nord America
Giappone
Europa Occidentale
Altri Paesi sviluppati
1%
6%
31%
2%
22%
11%
25%
1%
2011
23%
16%
18%
16%
20%
23%
26%
18%
11%
16%
10%
13%
11%
15%
22%
25%
19%
8%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Svezia Regno Unito Spagna Francia Italia Germania Rep. Ceca Polonia Grecia
2000
2013
Fonte: Elaborazioni I-Com su dati UNCTAD
3. L’impatto del digitale nell’industria manifatturiera
europea
3Fonte: Roland Berger (2015)
35
54
89
26
11
25
10
0
25
50
75
100
Automotive Logistica Meccanica ed
impiantistica
(inclusi sitemi
energetici)
Elettrotecnica Tecnologia medica Chimica Aerospaziale
Crescita potenziale del valore aggiunto al 2025 (mld €)
+89 mld € +126 mld € +35 mld €
17%
10%
5%
0%
2%
4%
6%
8%
10%
12%
14%
16%
18%
2015 2025
Crescita del peso dell’ICT sul valore aggiunto lordo, in Europa
Automotive, Logistica
Tecnologia medica, Elettrotecnica, Meccanica/Impiantistica, Energia
Chimica, Aerospaziale
4. L’impatto del Digital Manufacturing per il Made in Italy
4Fonte: Make in Italy, Prometeia, Fondazione Nord Est
*Valore della produzione = ricavi netti + capitalizzazioni + variazione delle scorte di prodotti finiti
174
109
80
90
100
110
120
130
140
150
160
170
180
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014
Indice della produzione*, Made in Italy
3D e robotica
Nessuna
26.1
27.9
25.5 25.9 26.5
24.8 25
19.6 19.7 20.3
0
5
10
15
20
25
30
2007 2009 2012 2013 2014
Valore aggiunto, Made in Italy
3D e robotica
Nessuna
Esiste una significativa forbice
tra le imprese che impiegano
la tecnologia 3D e robotica e
quelle che non utilizzano
alcuna di queste tecnologie, in
particolare dopo il crollo
dell’indice avvenuto nel 2009
Le imprese che hanno
investito in tecnologie 3D e
robotica arrivano a produrre,
nel 2014, un valore aggiunto
del 30% superiore a quello
prodotto dalle imprese che
non impiegano tecnologie
all’avanguardia.
5. L’innovazione nel sistema manifatturiero italiano
Analisi dei mercati rilevanti: Robot
5Fonte: Elaborazioni I-Com su dati IFR Statistical Department, ‘World Robotics 2015’
44%
14%
6%
5%
5%
3%
23%
Mercato dei robot
Germania
Italia
Francia
Spagna
Regno Unito
Rep. Ceca
Altri Paesi
0
50
100
150
200
250
300
2013 2014 2015* 2018*
Andamento delle vendite di robot in Europa, per Paese
(2013=100)
Rep. Ceca
Francia
Germania
Italia
Spagna
Regno Unito
L’Italia è il secondo mercato europeo,
dopo la Germania
Per tutti e sei Paesi si prevede un mercato
in crescita, con tassi che vanno, nel
quinquennio 2013-2018, da un minimo del
16% (Spagna) ad un massimo del 162%
(Rep. Ceca)
Per l’Italia si prevede, per il 2018, un
aumento delle vendite del 70% rispetto al
livello del 2013
6. L’innovazione nel sistema manifatturiero italiano
Analisi dei mercati rilevanti: Macchinari ed utensili (1/2)
6
80
90
100
110
120
130
140
150
2010 2011 2012 2013 2014
Indice del volume di produzione di macchine per la formatura dei metalli e di altre
macchine utensili (2010=100)
Germania Spagna Francia Italia
80
85
90
95
100
105
110
115
120
2010 2011 2012 2013 2014
Indice del volume di produzione di altre macchine per impieghi speciali (2010=100)
Germania Spagna Francia Italia
Per quanto riguarda la
produzione di macchinari per la
formatura dei metalli e di altre
macchine utensili, l’Italia registra
una variazione positiva rispetto
al 2010 (+ 6% ca.), decisamente
più bassa comunque rispetto
agli altri Paesi
Per quanto riguarda invece altri
macchinari per impieghi
speciali, l’Italia registra la più
elevata crescita della
produzione (+9,5%), seguita da
Germania (+9,4%) e Spagna
(+6,3%), mentre per la Francia
l’andamento nel quadriennio è
negativo (-17,3%)
Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Eurostat
7. L’innovazione nel sistema manifatturiero italiano
Analisi dei mercati rilevanti: Macchinari ed utensili (2/2)
7Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Ucimu e Pwc
La Cina è in assoluto il Paese col più elevato valore di produzione di macchine
utensili, pari a circa 20 miliardi di euro, quasi il doppio della Germania
La produzione italiana ammonta a 4,7 miliardi di euro, un po’ meno della metà della
produzione tedesca (11,2 miliardi €)
Lo svantaggio, tuttavia, è legato principalmente al segmento delle macchine ad
asportazione; nel segmento delle macchine a deformazione, invece, la distanza
Germania-Italia è molto più contenuta (2,9 vs. 2,4 mld €)
55% 86%
74%
49% 72% 76% 83%
45%
14%
26%
51% 28% 24% 17%
0
5
10
15
20
25
Cina Giappone Germania Italia Sud Corea USA Taiwan
Produzione di macchine utensili (in miliardi €; 2015)
Macchine ad asportazione Macchine a deformazione
8. L’innovazione nel sistema manifatturiero italiano
Analisi dei mercati rilevanti: Beni ICT
8Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Eurostat e UNCTAD
50
100
150
200
250
2010 2011 2012 2013 2014
Indice del volume di produzione dei beni ICT (2010=100)
Lettonia
Estonia
Romania
Lituania
Bulgaria
Rep. Ceca
Polonia
Germania
Paesi Bassi
Austria
Regno Unito
Danimarca
Francia
Spagna
Belgio
Portogallo
Italia
Ungheria
Grecia
Svezia
50%-150%
0%-
50%
-50%-
0%
Variazione
2014 vs.
2010
0
10,000
20,000
30,000
40,000
50,000
60,000
70,000
inmln$
Valore delle esportazioni di beni ICT in UE, per categoria (2000-2013)
Computers and peripheral equipment Communication equipment Consumer electronic equipment Electronic components Altro Beni ICT 2000
I Paesi dell’Est Europa hanno
visto crescere fortemente il
proprio peso nel settore
Gran parte dei Paesi europei
tradizionalmente più sviluppati
hanno invece sperimentato
una graduale contrazione
(Italia:-20%; Svezia: -40%)
In quanto alle esportazioni, i
Paesi leader sono Germania e
Paesi Bassi (Fig. 3.9), tra i
pochi ad aver visto aumentare
negli anni il valore esportato
(+35% e +55%,
rispettivamente)
L’Italia è 10°, con un calo –
in termini nominali – del 16%
rispetto all’inizio del millennio
9. L’innovazione nel sistema manifatturiero italiano
Sviluppo delle competenze specifiche (1/2)
9
0
2
4
6
8
Lussemburgo
PaesiBassi
Estonia
Svezia
Austria
Belgio
Finlandia
Ungheria
Danimarca
Slovacchia
Germania
Norvegia
Rep.Ceca
Polonia
Spagna
Slovenia
Italia
Grecia
Irlanda
RegnoUnito
Portogallo
Francia
in%
Percentuale di data specialist sul totale del personale
impiegato (2013)
Solo il 2,5% del personale complessivamente
impiegato in Italia è rappresentato da specialisti
nel settore ICT (un terzo in meno della media
europea) e solo lo 0,16% da data specialist –
figura chiave per lo sviluppo dell’Industria 4.0 –
appena un decimo del valore registrato, ad
esempio, dal Lussemburgo
Meno di un’impresa manifatturiera su cinque
risulta avere al suo interno specialisti ICT
Paesi best performing in questo senso sono
Paesi Bassi, Irlanda e Lussemburgo, dove
comunque non più di un’impresa su tre utilizza
professionalità specializzate
Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Eurostat e OCSE
0
2
4
6
8
Finlandia
Svezia
Lussemburgo
PaesiBassi
Estonia
RegnoUnito
Ungheria
Norvegia
Slovenia
Irlanda
Malta
Belgio
Rep.Ceca
Slovacchia
Danimarca
Austria
Germania
UE28
Francia
Spagna
Polonia
Croazia
Romania
Italia
Portogallo
Cipro
Lettonia
Lituania
Bulgaria
Grecia
in%
2014
2004
0
5
10
15
20
25
30
35
40
PaesiBassi
Irlanda
Lussemburgo
Austria
Finlandia
Germania
Spagna
Ungheria
Danimarca
RegnoUnito
Rep.Ceca
Croazia
UE28
Slovenia
Slovacchia
Norvegia
Malta
Svezia
Francia
Italia
Bulgaria
Cipro
Lettonia
Lituania
Portogallo
Estonia
Polonia
Romania
in%
10. L’innovazione nel sistema manifatturiero italiano
Sviluppo delle competenze specifiche (2/2)
10
0
1
2
3
4
5
6
7
8
Lussemburgo
Irlanda
Austria
Belgio
Malta
Danimarca
Ungheria
Finlandia
RegnoUnito
UE28
Rep.Ceca
Estonia
Francia
Lituania
PaesiBassi
Slovenia
Slovacchia
Svezia
Spagna
Croazia
Italia
Lettonia
Polonia
Portogallo
Romania
Norvegia
Cipro
in%
Imprese manifatturiere con difficoltà a riempire posizioni che
richiedono competenze specifiche in ICT (2015)
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Laureati in Science & Engineering (2013)
È, tuttavia, interessante notare come talvolta la
mancanza di personale specializzato all’interno
delle imprese manifatturiere sia conseguenza di
una difficoltà a trovare sul mercato del lavoro le
necessarie competenze
In Italia, è l’1% delle imprese manifatturiere a
rilevare questo tipo di difficoltà
Esiste, in realtà, un’evidente asincronia tra gli
attuali percorsi universitari e le competenze
richieste: un laureato su quattro, in Italia, uno
su tre, in Germania, ha una formazione
scientifica o ingegneristica
Tuttavia, spesso il problema è che anche i
laureati in settori specifici mancano delle
necessarie competenze, che sono
rappresentate sempre più da un mix di
conoscenze informatiche, di progettazione, di
manufacturing e di marketing.
Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Eurostat e OCSE
11. L’innovazione nel sistema manifatturiero italiano
Adozione delle tecnologie abilitanti (1/2)
11
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
50
Finlandia
Italia
Svezia
Danimarca
Irlanda
Norvegia
PaesiBassi
Croazia
RegnoUnito
UE28
Malta
Lussemburgo
Slovacchia
Rep.Ceca
Estonia
Spagna
Lituania
Austria
Slovenia
Germania
Francia
Portogallo
Bulgaria
Cipro
Ungheria
Lettonia
Polonia
Romania
in%
Imprese manifatturiere che utilizzano servizi di cloud computing (2014)
0%
5%
10%
15%
20%
25%
Imprese che utilizzano la tecnologia RFID (2011-2014)
2014
2011
Il 38% delle imprese manifatturiere
italiane, utilizza il cloud computing,
valore che rende l’Italia seconda solo
alla Finlandia (47%) e nettamente
superiore alla media europea, ferma a
solo il 17%
L’11% delle imprese italiane utilizza
tecnologia radio-frequency identification
(RFID), valore leggermente superiore
alla media europea ed in crescita di 8
p.p. rispetto al 2011
Anche in questo caso, primeggia la
Finlandia, dove oltre un’impresa su
cinque si è attrezzata con tecnologie
RFID.
Fonte: Elaborazioni I-Com su dati Eurostat
12. L’innovazione nel sistema manifatturiero italiano
Adozione delle tecnologie abilitanti (2/2)
12Fonte: Make in Italy, Prometeia, Fondazione Nord Est
*Il campione oggetto di indagine include circa mille imprese del comparto Made in Italy, con ricavi superiori a un milione di euro
16%
31%
35%
19%
Diffusione delle tecnologie tra le imprese Made in
Italy* (2015)
3D e robotica 3D o robotica Laser o CNC Nessuna
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
45%
3D e robotica 3D o robotica Laser o CNC Nessuna
Diffusione delle tecnologie tra le imprese Made in Italy*, per classe
dimensionale (2015)
1-10 10-50 > 50
La tecnologia più diffusa tra le aziende italiane è quella laser e le macchine CNC (computer
numerical control), utilizzate dal 35% delle imprese, principalmente imprese di piccole dimensioni
Molto più contenuta la quota di imprese che utilizza contemporaneamente tecnologie 3D e robotica
(16%), con un apporto decisamente superiore da parte delle grandi imprese, dove una su quattro
adotta entrambe queste tecnologie
Una ricerca recentemente condotta da Make in Italy, in collaborazione con Fondazione Nord est e
Prometeia, fa il punto sul grado di diffusione delle tecnologie alla base dell’Industria 4.0 su un campione
di circa mille imprese del Made in Italy
13. Modelli di sviluppo
13
MODELLO STATUNITENSE MODELLO TEDESCO
- Focus: più generale sull’IoT,
applicato non solo al settore
manifatturiero ma anche al settore
servizi
- Investimenti: privati
- Ruolo dello Stato: limitato alla
semplificazione delle attività di
sviluppo del modello e al
coordinamento degli interventi delle
aziende private secondo precisi assi
strategici
- Focus: sulla catena di produzione
(progettazione-produzione-
distribuzione-servizi al cliente) della
smart factory
- Investimenti: fondi pubblici;
partneriato pubblico-privato
- Ruolo dello Stato: principale
propulsore
14. La situazione in Italia
14
Principali criticità:
ridotte dimensioni delle imprese italiane
limiti di cultura digitale nelle decisioni per l’adozione delle tecnologie
assenza di equilibrio tra operational technology ed information technology nelle organizzazioni
Il Governo italiano ha istituito una task force nell’agosto del 2014 con il compito di stilare un pacchetto di
proposte per rilanciare il settore manifatturiero. Le otto principali aree di intervento individuate per
agevolare lo sviluppo di Industria 4.0 sono:
1. Rilanciare gli investimenti industriali
2. Favorire la crescita dimensionale delle imprese
3. Favorire la nuova imprenditorialità innovativa
4. Definire protocolli, standard e criteri di interoperabilità condivisi a livello europeo
5. Garantire la sicurezza delle reti (cybersecurity) e la tutela della privacy
6. Assicurare adeguate infrastrutture di rete
7. Diffondere le competenze per Industria 4.0
8. Canalizzare le risorse finanziare