Il soccorso dei piccoli di specie selvatiche: cosa fare e, soprattutto, cosa non fare.
Consigli dell'ENPA di Milano su come comportarsi di fronte al soccorso di un animale selvatico.
1. “Il soccorso dei piccoli di specie selvatiche: cosa fare e, soprattutto, cosa non fare" - A cura di Ermanno Giudici – 04/2013 – Riproduzione vietata senza autorizzazione
2. “Il soccorso dei piccoli di specie selvatiche: cosa fare e, soprattutto, cosa non fare" - A cura di Ermanno Giudici – 04/2013 – Riproduzione vietata senza autorizzazione
3. Piccoli selvatici nascono - 1 -
Prole atta
Sono in
grado di Gli animali
vivere nascono
senza aiuto autonomi
in altri
Mangiano
Ricevono
da soli e
cure
sono in
parentali in
grado di
alcuni casi
muoversi
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4. Piccoli selvatici nascono - 2 -
Prole inetta
La loro
Gli animali non
sopravvivenza
nascono
è interamente
autonomi e
delegata ai
quasi sempre
genitori in fase
sono ciechi
giovanile
Devono essere
accuditi dai
Vivono il primo
genitori per un
periodo in tane
periodo di
o nidi
tempo
variabile.
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5. Le prede hanno molto spesso piccoli che già dalla nascita
sono in grado di avere una vita autonoma: questo, in
particolare per gli erbivori, rappresenta l’unica speranza
di vita.
I predatori possono permettersi di avere cuccioli a prole
inetta perché normalmente il numero dei loro
antagonisti è molto più basso.
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6. Che tipologie di piccoli uccelli selvatici è opportuno
recuperare?
Nidiacei caduti /
abbandonati / in
situazioni indonee
Sub adulti non del tutto
atti
Feriti / traumatizzati
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7. Che tipologie di piccoli selvatici non è opportuno
recuperare sotto il profilo scientifico?
Nidiacei caduti /
abbandonati / in
situazioni inidonee
Sub adulti non del tutto
atti
Feriti / traumatizzati
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8. Controindicazioni al recupero
Nidiacei caduti /
abbandonati / in
situazioni
indonee
• Questi animali rappresentano l’aliquota che la natura mette a
disposizione dei predatori ed è costituita prevalentemente da
soggetti deboli;
• Lo stress a cui questi animali sono sottoposti in cattività è una
delle maggiori concause dell’elevato tasso di mortalità;
• Il tasso di sopravvivenza di questi animali è molto basso, stimabile
nell’ordine di un 15/20% massimo;
• Il recupero non deve essere considerato quindi un salvataggio ma
soltanto un tentativo di minimizzare il danno, da attuare quando
davvero non ci siano possibilità diverse.
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9. Controindicazioni al recupero
Sub adulti
non del
tutto atti
• I sub adulti che si trovano in situazioni di apparente difficoltà sono
quasi sempre seguiti dai genitori che si preoccupano di nutrirli;
• La loro speranza vita è maggiore in libertà rispetto a qualsiasi
condizione di cattività: questa fase è una realtà abbastanza comune ed è
spesso legata a cause naturali, quali la carenza di tono muscolare;
• Gli animali in questo stadio hanno una percezione completa e totale del
circostante e vivono la cattività con grande stress, stato che li può
condurre a morte;
• Il contatto con l’uomo spesso interrompe ogni cura da parte dei
genitori: alcune volte l’eccesso di attenzione è più dannoso di un
predatore;
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11. Norme di comportamento
Prima di decidere se un piccolo di selvatico sia da considerarsi realmente
in pericolo di vita occorre fare delle riflessioni e osservare con attenzione
cosa succede intorno al supposto “animale in pericolo”:
Valutare se e
Valutare la
Valutare lo stato Valutare se come sia
tipologia di Fare attenzione
apparente esistono per possibile dare
mantello / alla presenza l’animale reali
dell’animale e un aiuto sul
piumaggio per dei genitori sul pericoli derivanti
capire se è in posto, senza
capire lo stadio posto dall’ambiente
salute doverlo
di crescita
spostare
Solo dopo aver fatto queste valutazioni sarà possibile prendere una decisione
consapevole, partendo dal presupposto che la raccolta di un selvatico deve essere
l’ultima opzione possibile, mai la prima.
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12. Cosa risponde l’ENPA a chi richiede il soccorso
di un selvatico?
La priorità dell’Ente è far desistere da un comportamento sbagliato.
Invita a
Spiega che un Fa presente che
osservare con Non sempre
Illustra che la soccorso in cattività gli
attenzione per una “buona
realtà può frettoloso può animali “sani”
un tempo hanno meno intenzione” si
essere molto rappresentare
sufficientemente possibilità di traduce in un
diversa da come un grosso
lungo se sopravvivere che reale vantaggio
appare danno per
l’abbandono è in natura per l’animale
l’animale
reale
Prendere un selvatico dall’ambiente credendolo in difficoltà, infatti, non è
un’azione positiva.
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14. La decisione è stata presa: il cucciolo è stato portato in sede
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15. Ma cosa è il benessere?
Probabilmente la miglior definizione del benessere è quella espressa
da Donald Maurice Broom, professore emerito di “benessere animale”
all’università di Cambridge, nell’oramai lontano 1986:
“Il benessere di un individuo è la sua condizione rispetto alla sua capacità
di adattarsi all’ambiente”
Questa definizione indica che quando l’animale non è in condizione di
adattarsi positivamente alle condizioni di detenzione si trova in uno
stato di sofferenza.
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16. Benessere: lo stato opposto del disagio
La prima causa di
sofferenza per un animale
selvatico deriva dallo
stress ambientale
Un nido o una tana sono
solitamente in penombra, Un altro fattore importante
silenziosi e tranquilli: è rappresentato dalle
cercate di ricostruire manipolazioni errate
questo ambiente
L’alimentazione forzata
I rumori, specie se forti e
rappresenta uno stress e
improvvisi, costituiscono
può essere causa di gravi
infezioni polmonari e un fattore primario di
stress
lesioni di varia natura
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17. Cuccioli di selvatico: principali fattori negativi della cattività
• Le cure parentali non sono • I cuccioli riconoscono come
limitate all’alimentazione del affine la creatura vivente che
piccolo ma stimolano si occupa di loro
l’emulazione di comportamenti • Un animale imprintato può
positivi
avere difficoltà nel rapporto
• In animali specializzati con i suoi simili e può non
l’assenza delle cure parentali avere paura dell’uomo,
può pregiudicare la vita in diventando vulnerabile oppure
libertà potenzialmente aggressivo
Assenza di
Imprinting
cure parentali
Difficoltà di
Danni causati
mettere in atto
da stress e
comportamenti
manipolazioni
naturali
• Nei cuccioli lo stimolo del • La cattività quasi sempre
nutrirsi è un comportamento impedisce agli animali lo
naturale primario: quando non è svolgimento delle attività
presente si è costretti etologiche normali della specie
all’alimentazione forzata, con • In cattività quasi mai si riesce a
tutte le criticità dell’operazione replicare situazioni molto simili a
• Il miglior rapporto con quelle naturali
l’animale è quello che non
prevede il contatto diretto per
manipolazioni
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18. Conclusioni
Per rendere migliore la condizione di un animale selvatico ricoverato è
giusto sapere che:
• Il suo benessere dipende dai nostri comportamenti e dalle nostre
attenzioni: delicatezza, assenza di rumori inutili, attenzione nelle
manipolazioni fanno la differenza.
• Le cure fornite correttamente consentono di abbreviare il tempo di
custodia dell’animale, che è inversamente proporzionale alla sua
speranza di vita.
• Piccole cose che sembrano poco importanti possono fare la
differenza: per un uccello avere penne rovinate dalla gabbia che lo
ospita significherà non volare e non poter essere liberato.
• Comportamenti poco attenti o errati potrebbero essere una causa di
morte, vanificando l’obbiettivo che è quello di rimettere un animale in
libertà.
• L’elevata mortalità è un fatto legato alla situazione complessiva: può
essere attenuata, mai eliminata.
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19. … e poi il lieto fine
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