Conferenza tenuta dal Dott. Emanuel Mian, giudice onorario minorile presso la Corte d'Appello di Trieste presso il carcere minorile di Napoli nel 2008. I temi trattati vertono su una metanalisi ed una raccolta di dati riguardo l'abbandono scolastico e la devianza minorile in Italia illustrati dallo psicologo e presidente dell'Istituto di Ricerca Internazionale sul Disagio e la Salute nell'Adolescenza (IRIDSA) dinanzi al Ministro per la Pubblica Istruzione.
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Abbandono Scolastico e Devianza Minorile
1. Abbandono Scolastico:
incidenza sulla devianza
minorile
Emanuel Mian
Istituto di Ricerca Internazionale sul Disagio e la Salute nell’ Adolescenza
2. Un quadro della situazione
tassi di drop-out scolastico
• 1959/60 = il 49% dei 13 enni
• 1975/76 = il 3,5% dei 13 enni
(dati CENSIS)
3. Un quadro della situazione
tassi di drop-out scolastico
La dispersione non si identifica unicamente con
l’abbandono, ma riunisce in sé un insieme di fenomeni quali:
• Irregolarità nelle frequenze
• Ritardi
• Non ammissione all’anno successivo
• Ripetenze
• Interruzioni
che possono sfociare nell’uscita anticipata dei ragazzi dal sistema
scolastico
Tasso di abbandono scolastico
al I anno della Scuola Secondaria di secondo grado Statale e non Statale
(fonte MPI-Direzione Generale Studi e Programmazione)
4. Cause della dispersione scolastica
• socio-culturali
povertà culturale della famiglia d'origine (analfabetismo o basso livello di scolarizzazione)
scarse aspettative verso l'istruzione/ verso la riuscita scolastica
• socio economiche
condizioni economiche e posizione professionale dei genitori
situazione culturale e titolo di studio dei genitori
• scolastiche
organizzazione dell'insegnamento
contesto comunicativo e relazionale/ rapporto con gli insegnanti
• personali
vissuti,atteggiamenti e comportamenti dei soggetti in ordine all'adattamento richiesto dalla scuola
Research for Better School (McCann 1991)
5. Identificare lo “studente a rischio”
Le dimensioni da analizzare e sui cui intervenire sono:
• socio-famigliare
include le situazioni familiari, scolastiche, del gruppo dei pari: i microgruppi più o meno integrati
• socio pedagogica
include la capacità di raggiungere determinati standard educativi identificati come modelli referenziali
• Individuale e fisiologica
Include le variabili biologiche e neurofisiologiche (iperattivita’, dislessia, handicap)
• Individuale psicopatologica
assenteismo scolastico, uso di droghe ed altri comportamenti devianti
Research for Better School (McCann 1991)
7. Adolescenti ad Alto Rischio
di Abbandono Scolastico e Devianza:
una meta-analisi
• Maschi
• Tra i 16 e 19 anni
• Frequentano Istituti Professionali/Tecnici
• Stima di sè inferiore ai coetanei
• Meno fiducia nelle proprie capacita’ scolastiche
• Minore sensazione di riuscita nel far fronte ai problemi quotidiani
• Pessimistiche attese di successo per il proprio futuro
• Elevati livelli di stress e di sentimenti depressivi
• Uso del tempo libero in attivita’ prive di progettualita’ essenzialmente
fuori casa
8. Fattori scolastici che
favoriscono la devianza
• scarse attese nei confronti dell'insegnamento
• partecipazione scarsa nelle attività scolastiche
• rendimento scarso nei primi anni scolastici
• abilità verbali deboli
• assenze scolastiche
• conduzione inefficace della classe da parte degli insegnanti
• Dryfoos (1990)
12. “Sofferenza
Scolastica”
• Difficile rapporto dei giovani con:
• Chi insegna
• Ciò che insegna
• Il loro vissuto
• I livelli minimi di sapere indispensabili
L’abbandono scolastico rappresenta la punta di un iceberg di disagio
nel disagio, che penalizza soprattutto i più fragili, quelli meno favoriti
dai fattori ambientali (economici-socioculturali-famigliari)
13. Fattori di Protezione dal Rischio
•Percezione del Rischio (Cattelino, 2000)
•Conoscenza delle Possibili Conseguenze Negative
IMPORTANTI MA NON SUFFICIENTI
Conoscenza del rischio“spostata nel tempo” puo’ inattivare tali
fattori
14. Quali azioni intraprendere?
E’ necessario:
•Offrire “alternative” valide e condivisibili dai giovani
•Migliorare le “life skills” stimolando la progettualita’ individuale
•Educare al “problem solving”
•Rilevare, gestire ed analizzare i dati della dispersione scolastica (evasione totale,
frequenza irregolare, insuccesso scolastico, ritardo scolastico, disagio scolastico)
•Costruire indicatori, qualitativi e quantitativi
•Diffondere le informazioni alle Istituzioni scolastiche interessate
•Sviluppare politiche di prevenzione di recupero degli alunni dispersi
Istituto di Ricerca Internazionale sul Disagio e la Salute nell’Adolescenza
15. Sistema Scolastico
L’abbandono scolastico è sicuramente un indicatore della qualità del
sistema formativo.
E’ necessario pertanto monitorare costantemente la qualita’
dell’ insegnamento scolastico e dell’ambiente scolastico nel:
• Macrolivello (nazionale);
• Mesolivello (circoscrizione locale);
• Microlivello (istituto).
• Migliorare le modalità del passaggio da un ordine di scuola all’altro
(accoglienza per la continuità educativa)
• Delimitare l’emergenza del bullismo o teppismo scolastico
• Favorire apprendimento contestualizzato in ottiche professionalizzanti
16. Modello Ecologico delle strutture ambientali di cui l’individuo fa esperienza
(Bronfenbrenner, 1986/2002)
17. CONCLUSIONI
MOTIVARE e STIMOLARE AD APPRENDERE
La scuola deve ritornare ad essere il luogo deputato ad educare e non solo a formare.
Se questo ruolo e’ sostituito dai coetanei o peggio, dalla strada, l’abbandono scolastico e la
deviazione minorile sono le uniche valide risposte
I giovani conoscono le conseguenze delle loro azioni
pertanto è necessario
Conoscere le motivazioni dell’abbandono scolastico
che sembra essere la “scelta migliore”.
Emanuel Mian
Istituto di Ricerca Internazionale sul Disagio e la Salute nell’Adolescenza
Notas del editor
Per fattori socio culturali intendo Il conflitto tra i mass media e la fisiologia umana che porta inevitabilmente sempre più persone, soprattutto di sesso femminile, all'insoddisfazione per la propria immagine corporea. La sensazione d'inadeguatezza rispetto ai modelli proposti, favorisce l'insinuarsi di un disturbo “percettivo” della propria immagine corporea, indipendente dalla forma corporea stessa: il soggetto sviluppa una sensazione soggettiva di deformità, o di difetto fisico, per la quale, ritiene di essere notato dagli altri, nonostante il suo aspetto rientri nei limiti della norma.