Quando informarsi non basta: Fatti e opinioni all'epoca della complessità
[Intro] intelligence economica
1. UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI TERAMO
Facoltà di Scienze della Comunicazione
Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione internazionale ed interculutrale
L'INTELLIGENCE ECONOMICA
Il fattore competitivo per il settore pubblico e privato
Relatore
Chiar.mo Prof. Alessio Piccirilli
Tesi di Laurea di
Baiocchi Francesco
Matricola n. 58049
ANNO ACCADEMICO 2009/2010
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3. Indice
Introduzione
Capitolo I. Storia e Definizioni dell'Intelligence Economica
Capitolo II. L'Intelligence Ecoonomica in Italia
Capitolo III. Aspetti operativi e metodologici
Conclusione
Ringraziamenti
Bibliografia
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4. Introduzione
Perchè uno studente di Scienze della Comunicazione decide di affrontare un argomento
così lontano, così sconosciuto e così inusuale nella sua Tesi? Semplicemente perchè
l'Intelligence, così come la Pubblicità, il Cinema e molti altri temi più comuni a questa Facoltà,
è una applicazione diretta delle Scienze della Comunicazione.
Come si può negare infatti, che produrre un'informazione partendo da dati grezzi (e
precedentemente raccolti), distribuirla nel migliore dei modi e relazionarla ad un universo
conoscitivo vastissimo, come può essere quello di un'azienda o di uno Stato, non sia infatti
un compito che ha bisogno di precise metodologie e di un'elevata professionalità?
L'informazione, così come la comunicazione tout court, ha una doppia natura: da un
lato è l'elemento intangibile per antonomasia, dall'altro è la causa diretta delle nostre azioni.
E' infatti grazie al possesso o meno di un'informazione che ci muoviamo, ci fidiamo,
pensiamo e riflettiamo. D'altronde, il significato primario di “informatio” è quello relativo alla
formazione di un qualcosa, che sia esso materiale o immateriale.1
Tuttavia, partire da una voce, un dato singolo, una qualunque particella conoscitiva ed
arrivare poi ad un'informazione che abbia valore, che cambi la nostra condizione da uno
stato all'altro, non è certo semplice. Essa infatti, per l'ennesima volta, ha una duplice valenza.
E' si dotata di vita propria, ma la perde nel momento in cui non è inserita in un network di
dati, conoscenze, persone, avvenimenti.
Data quindi come fondamentale la presenza di collegamenti tra informazioni ed
informazioni, è necessario dunque considerare l'intero universo che concorre alla sua
formazione. Essa è inserita in un percorso ciclico, che la genera e la modifica continuamente,
a seconda di dove sia inserita, per chi sia utilizzata ed in che maniera.
Un apparato di Intelligence funziona in maniera molto simile ad un percorso
generativo: esso raccoglie segnali, da essi ricava dati che elaborati forniranno delle
informazioni, le quali entreranno in un insieme relazionale, andando così a formare la
conoscenza di un'entità o di una persona.
E proprio ritornando alla doppia natura dell'informazione che si riesce a capire il
1 R. Mascella e P. Lattanzio, Teoria e Strutture dell'Informazione, Aracne editrice, 2008.
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5. perchè questo argomento debba essere affrontato: è difficile tradurre in pratica le nozioni
più comuni sul tema. Quali dati acquisire? Come farlo? A chi affidare il prodotto dell'analisi?
Accanto a queste considerazioni c'è poi l'altro aspetto fondamentale del corso in
Comunicazione Internazionale ed Interculturale, ed è inserito proprio nel suo nome. Il
mondo è internazionale, interconnesso, ma non solo dal punto di vista della comunicazione.
Il villaggio globale di McLuhan è infatti ormai economico.
Le imprese transazionali, le multinazionali, hanno ormai sovrastato il ruolo degli Stati e
sempre più queste ultime acquistano il ruolo di aggregatori materiali ed immateriali di
richezza economica e di valenze culturali.
Quale dunque il ruolo dell'informazione nel villaggio “economico”? Quali le
opportunità per i professionisti dell'informazione? Quali i vantaggi di “informarsi” sul
mercato? Quali metodologie adottare? Quale cultura dovrà necessariamente nascere da un
mondo in cui l'economia ormai è il nuovo terreno di scontro?
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6. Capitolo I
Storia e Definizioni
dell'Intelligence Economica
1. Il ruolo chiave della conoscenza
Sun Tzu è un'antica figura semi leggendaria cinese, fù generale e stratega e visse
approsimativamente intorno al VI secolo a.C. Le sue citazioni ed i suoi proverbi sono divenuti
ormai rinomati e conosciuti, quasi quanto la sua figura, ormai abbondantemente utilizzata.
Nonostante questo, alcune delle sue frasi più celebri, riportate ne “L'arte della Guerra”,
manoscritto del III secolo a.C. a lui attribuibile risultano ancora oggi fresche fonti
d'ispirazione e di riflessione per molte attività del mondo contemporaneo. Una di esse,
particolarmente adatta all'importanza della Conoscenza oggi, enuncia:
“Conoscere l'altro e se stessi equivale a cento battaglie senza rischi;
non conoscere l'altro e conoscere se stessi equivale a volte alla vittoria; a volte alla sconfitta;
non conoscere l'altro né se stessi; ogni battaglia è un rischio certo.“2
Conoscere è un verbo magnifico. Etimologicamente ha radici antiche ed intrecciate tra
di loro. E' un verbo che ha una doppia valenza, l'una proiettata verso l'esterno, l'altra
riflessiva, riferita a noi stessi. Conoscere è apprendere il vero significato delle cose, saperle
discernere. Verbo che a sua volta rimanda ad una scelta, ad un separare le cose, le strade, le
possibilità.
La Conoscenza (ma per lo più la sua gestione in primis) rappresenta oggi il fattore
chiave per il corretto raggiungimento ed il superamento dei propri obiettivi, il corretto
management delle nostre risorse ed è la linea di demarcazione tra una corretta pianificazione
2 Wikipedia, Frasi di Sun Tzu. Documento elettronico: http://it.wikiquote.org/wiki/Sun_Tzu
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7. strategica ed una miope operazione portata avanti nel buio e nel rischio sicuro
dell'incertezza.
Senza addentracri troppo nell'ambito possiamo accennare addirittura al fatto che oggi
(ma è cosa ormai risaputa da anni) si parli di Economia della Conoscenza non come una
nuova frontiera, ma come strada obbligata per la sopravvivenza, la vita e la vittoria nello
scenario competitivo globale all'interno dei più svariati ambiti, da quello sociale a quello
scientifico, ponendo l'accento su come i Capitali intangibli (importanti risorse quali il capitale
relazionale, il capitale umano, il capitale organizzativo) siano ormai diventati parte essenziale
delle politche aziendali e non, modificando vecchi paradigmi di pensiero che li vedevano solo
come una perdita di tempo o uno sperpero di risorse.
L'Economia della Conoscenza è direttamente legata alla Società dell'Informazione in cui
siamo immersi, ma mentre questo secondo termine indica la risorsa, fare Economia della
Conoscenza significa sfruttarla, trasformarla da metallo grezzo in gioiello prezioso, per poi
utilizzarlo e farne uno strumento di accrescimento del nostro status e del nostro benessere.
La conoscenza dunque è il presupposto fondamentale per ogni attività che porti al
successo e al profitto, ma essa da sola non basta. Come vale infatti il detto “la potenza è nulla
senza controllo”, e altrettanto vero che (in un equazione tangibile intangibile) la conoscenza è
nulla senza la sua analisi. Essa infatti deve essere attentamente supportata da una corretta
pianificazione degli obiettivi e da un successivo processo di trasformazione dai dati raccolti in
informazioni utili. L'analisi e la gestione delle Informazioni risulta tanto più necessaria
quando, come nel periodo contemporaneo, all'aumentare della quantità dei dati disponibili,
aumenta di pari passo quello dell'incertezza a loro legata. E' l'incomprensione a dominare
oggi lo scenario mondiale.
Entrare in possesso di dati, trasformarli in informazioni ed utilizzare queste ultime al
meglio è, da sempre, l'anticamera della vittoria. E' questo il principio fondamentale di ogni
attività conoscitiva. Citando Sun Tzu:
“Ciò che consente al sovrano assennato e al buon generale di colpire,
conquistare e conseguire gli scopi è la preconoscenza.”3
3 Wikipedia, Frasi di Sun Tzu. Documento elettronico cit.
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