4. La caratteristica di questo nostro Calendario è il tema: l’Eros, in
quanto componente fondamentale dell’Amore, raccontato nella
sua connotazione al femminile. Celebreremo soprattutto la Donna
ma non con i classici slogan o i consunti luoghi comuni: bensì
quella vera, piena di passioni e incertezze, attenta e frivola; oggi
di fuoco, domani glaciale. Quella Donna che a volte viene frainte-
sa, in questa società “mordi e fuggi”, dove tanti sono disposti a
credere che tutto si può comprare e in certi casi, purtroppo, otte-
nere… anche ricorrendo alla violenza.
Le donne, gli Amori e... i Cavalieri che troverete nel Calendario
sono un ritratto, un piccolo contributo, alla comprensione del
complicato e affascinante universo femminile, raccontato da chi
ha fatto della comunicazione artistica più che un hobby, una Pas-
sione...
QQuuaarrttaa EEddiizziioonnee -- GGiiuuggnnoo 22001166
a cura di Giovanna Esse
5. UUnnaa ssttoorriiaa ssccrriittttaa ccoossìì ccoomm’’èè
di Loriana Lucciarini
Ovvero, viaggio dentro l’introspezionistico dialogo
di una ragazza con la paura d’amare
6. “Le esperienze vissute lasciano dei segni dentro noi
che poi è difficile cancellare.
Queste ferite ci limitano la vita,
incatenando i nostri sogni alla paura.
Così le stelle lucenti che abbiamo negli occhi
si spengono e non splenderanno mai più…”
Questo è certamente per me un periodo particolare.
Sono appena uscita, spossata ma rinata, da una storia che
ha bruciato le ultime stelle blu dell’anima. E ora devo ri-
mettere insieme i pochi frammenti rimasti di me.
Certo il merito è stato solo tutto mio, se era per lui ci sa-
remmo ancora trascinati in questa storia ormai finita da un
pezzo! È stato puro istinto di sopravvivenza quello che mi
ha spinto ad agire, un attimo prima del crollo ed esso con-
duce i miei passi nel modo giusto. Sono pronta a riprendere
a vivere davvero...
Non ero felice, eppure fingevo di esserlo. Dentro me qual-
cosa si era spaccato ed io non volevo prenderne atto.
L’amore che vivevo mi stava consumando colori e gioia;
ero ormai annegata nel mare nero della malinconia quan-
do finalmente me ne sono tirata fuori.
7. Rafforzarmi, ecco il mio obiettivo.
Così, quando tornerò a nuotare controcorrente, sarò molto
più forte.
La vita azzanna e se non siamo sicuri di poter contare su
noi stessi, affrontarla ha già il sapore della sconfitta.
Silenzio e ascolto interiore, ecco ciò di cui ho bisogno.
Per troppo tempo ho soffocato grida, pianti, strazianti de-
sideri, ignorandone l'esistenza.
Ora vivo di nuovo in maniera completa.
Avevo dimenticato l'emozione che mi dà farmi pervadere
dalla melodia di una musica o dalla trama d'emozione di
una poesia.
Sto riscoprendo il mio meraviglioso mondo personale, che
per troppo tempo ho disertato e, non più frenata dal piom-
bo del mio io martoriato, sono più ricettiva, più attenta ad
ascoltare la vita che mi sfiora.
Non sto forzando la mano, lascio scorrere ore e pensieri
arricchendomi semplicemente del loro stazionare in me.
Questo stato contemplativo mi rispecchia poco, ma è quel-
lo di cui ho bisogno ora.
Osservo viaggiarmi intorno mille essenze, mille meraviglie
e le raccolgo per riporle nell’anima, che a ripreso a vibra-
re. E, con mia grande sorpresa, sono ritornati finalmente i
colori, pulsanti, vivi, brillanti. Era da tempo che vivevo so-
lo in bianco e nero!
Parto: destinazione Madrid!
Volevo farmi un regalo e ho accettato l'invito di Milena,
che è lì per l'Erasmus.
8. Così ora sono in volo verso la Penisola Iberica: un mese di
esperienze nuove e stimolanti!
Cambiare aria mi farà bene, lo so.
Mi sento nuova, perché sono cambiata tanto in questi mesi.
C'è tanta distanza dall’adolescente in conflitto con sé e il
proprio mondo, piena di ombre tenebrose, che puntava su-
gli altri per compensare la propria insicurezza.
Mi sento più forte, più sicura, perché ho iniziato ad amarmi
davvero e nelle persone non cerco più l'appiglio utile a sor-
reggermi nei terremoti dell'anima.
Gli altri sono diventati un universo speciale da scoprire,
esistenze mutabili che è una magia provare a esplorare.
Realtà diverse si schiudono davanti a me e tutto ciò mi
guarisce, mi nutre e mi affascina terribilmente.
(continua nelle ultime pagine)
10. Io ti guardavo e tu, signora mia,
e parlavi... e parlavi, infervorata;
com’eri assorta, decisa... preparata
e trasmettevi a me le tue certezze.
Io, corretto e severo, a te miravo
ma avevo vista corta e poco udito...
ero perduto in una mia visione
che s’ascondeva dietro alle tue labbra.
Danzavano le perle, nella bocca,
e si vedeva, dietro all’occhio chiaro,
una fanciulla sconosciuta e bella
che sorrideva al sole, in primavera.
Poi piroettava col suo vestito giallo
sul crinale, tra i fiori e la lavanda;
vedevo solo lei, nel controluce,
baciata dal meriggio Sorrentino...
11. Cosa potevo dire a una signora
che nascondeva quasi una bambina?
Raccolsi quell’incanto tra le mani
e lo riposi in tasca... per calore.
Lo tengo qui con me quel tuo sorriso
e nessuno saprà della fanciulla
né d’una primavera, in pieno autunno.
13. Con Silvia è stato il mio primo bacio, la prima scossa
all’anima. Notti intere a rivedere nel buio della mia stanza
la luce dei suoi occhi. Ogni battito del mio cuore pareva ri-
echeggiare quel nome : Silvia.
E’ con lei che avrei voluto fare per la prima volta l’amore,
ma il destino non ce l’ha concesso, ci ha fatto prendere
strade differenti, troppo presto.
Avrei voluto amarla, con il corpo e con la mente. Sposarla,
darle un figlio e tutto il resto della mia vita. Questo sogna-
vo a quindici anni, questo ho sognato per tanto tempo do-
po. Ma così non è stato. Crudele destino.
La prima volta è successo con Katia. Le sue cosce avvin-
ghiate intorno ai miei fianchi, i vetri appannati della Sei-
cento, il suo fiato addosso alla mia guancia e i suoi seni
compressi sul mio petto. Non era amore, no, solo sesso.
Probabilmente l’amore l’avevo bruciato tutto per Silvia, in
me non ce n’era più.
Ma che importava a Katia, lei voleva solo scopare, speri-
mentare, godere. Una bimba viziata che come un giocattolo
mi aveva preso, e come un giocattolo mi ha lasciato.
Laura, Veronica, Elena. Incontrate con un profilo falso su
Facebook, o dentro i meandri di qualche chat. Notti intere a
parlarsi, chattarsi, raccontarsi, l’uno all’altra. Calde dolci
parole scritte su una tastiera o sussurrate al cellulare. Ma-
sturbarsi nel buio di una stanza con il telefono attaccato
all’orecchio, immaginando di essere nello stesso letto.
14. Non era amore nemmeno quello, forse solo la voglia di
giocare o di unire due solitudini in una solitudine sola.
Chilometri consumati in macchina, l’abbraccio in una piaz-
za, chiacchiere seduti a un tavolino di un bar. Sesso in una
camera presa in un albergo, per poi ripartire il giorno dopo
e ritornare a sentirsi tramite le parole scritte in una chat o
sussurrate dentro un telefonino, fino che la passione si spe-
gne, e tutto finisce.
Stefania, conosciuta in un centro commerciale. Una storia
iniziata a novembre e a febbraio già finita. Sesso, musica
punk e cibo cinese.
Alessia, cameriera in una tavola calda. Labbra morbide, un
fondoschiena perfetto. Mi faceva impazzire quando il gioco
lo voleva condurre lei, e sapientemente si muoveva sopra
di me. Amava soddisfarmi anche con le labbra, e mi guar-
dava negli occhi mentre lo faceva. Pensavo che fosse amo-
re. No, solo con Silvia lo è stato.
Brigitta ed Eva. Un albergo a tre stelle di Vienna. Sesso a
tre, dentro quella camera da letto. Loro due amiche per la
pelle, e forse anche qualcosa di più. Mentre tenevo Brigitta
per i fianchi spingendomi dentro di lei ad ogni colpo, lei,
Brigitta, faceva abilmente scorrere la sua lingua tra le inti-
me labbra dell’amica. E’ durato una notte, anzi due. Se non
mi sbaglio era la primavera del duemila e otto.
15. Ornella, donna separata, tradita, delusa. Non aveva mai
provato un orgasmo in vita sua. Anche lei conosciuta den-
tro la finestra di una chat. Anche per lei chilometri e chi-
lometri di strada, e anche per lei solo sesso. Solamente ses-
so.
“Non venirmi dentro!” mi sussurrava, e godeva quando le
venivo addosso. Prima di alzarsi dal letto e andarsi a lava-
re, amava spalmarsi il mio seme ancora caldo sulla sua nu-
da pelle.
Per Renata ero uno dei tanti. Inguaribile ninfomane. Per lei
non era mai abbastanza. La consideravo una stronza, e sa-
pevo che lei aveva la stessa identica considerazione di me.
Ma a letto rimanevamo avvinghiati per ore, legati dallo
stesso vizio. Il piacere.
Anna, mi aveva giurato che con me non sarebbe mai venu-
ta, visto il suo anello infilato al dito. Ma alla fine pure lei
ha ceduto. Le sono venuto dentro una volta, ma per sba-
glio. Mi ha colpito con uno schiaffo, e anche quello mi ha
fatto godere.
Con Clelia sono state lacrime e compassione. Ventisei anni
inchiodati su di una sedia a rotelle, senza provare nemmeno
un abbraccio di un uomo. Era bella, lo è ancora. L’ho fatto
per lei, è stata lei a chiedermelo, voleva provare ciò che
prova ogni donna, e non ho proprio saputo dirle di No. Le
ho voluto bene, come un fratello. Non l’ho amata, il mio
amore l’ho bruciato tutto per una donna, Silvia, ma ciò che
ho fatto con lei, l’ho fatto più con il cuore che con il corpo.
16. Sofia, conosciuta per caso, in un sexy shop. Voleva aprirmi
le magiche porte del cinema hard. Secondo lei, il talento ce
l’avevo tutto.
“No, grazie!” le ho risposto io. Ha insistito fino all’ultimo,
prima di mandarmi totalmente a fanculo.
Sonia, sposata con tre figli. Abitava due piani sotto il mio.
Per tre mesi è andata avanti la cosa, finché suo marito è ri-
tornato dall’estero e si sono trasferiti. Il giovedì sera la-
sciava i suoi figli dai nonni e veniva da me, e con me face-
va di tutto, proprio di tutto. Tutto ciò che una donna sposa-
ta si vergogna di fare con il proprio marito. Un giovedì sera
si è presentata persino con un’amica, voleva fare una cosa
a tre, e il giovedì dopo l’ho trovata all’uscio della mia porta
con la stessa amica, e un ragazzo conosciuto su Facebook.
Ciò rimesso la branda del mio letto quella notte.
Anche Emanuela era sposata. Come Barbara, Daria, Sabri-
na, Lorella, Marzia. Tutte donne insoddisfatte, più grandi
di me, che vedevano in me una specie di giocattolo. Un bel
bambolotto dai capelli biondi e gli occhi blu, un viso dagli
allineamenti dolci da eterno ragazzo e lo sguardo di un dia-
voletto tentatore.
Sì, ho avuto molte donne, e non lo dico per vantarmi. Non
è poi un vanto averne tante. Basterebbe averne soltanto u-
na, e quella giusta. Mi sarebbe bastato soltanto avere il suo
amore … Solo l’amore.
17. Dicono che so ammaliare, so sedurre, so scopare e so far
godere. So condurre una donna a consumare i suoi desideri
più proibiti, senza farla sentire in colpa, permettendo di es-
sere se stessa nel corpo, nell’anima, nella carne, e nella
mente … così dicono. Sarà.
E alla fine c’è Giovanna. Con lei l’amore non l’ho mai fat-
to. Non l’ho nemmeno mai vista, ma dalle parole dei suoi
racconti ho dedotto che è una donna passionale, inten-
sa,vera.
E’ stato per lei che ho scritto questo racconto. “Mi racco-
mando, non che sia troppo spinto!” mi ha lasciato scritto in
un messaggio su Facebook, cosa non facile, per uno come
me, abituato a scrivere romanzetti hard.
Ci ho riflettuto a lungo, su che storia avrei dovuto scriverle,
e alla fine ho deciso di raccontarvi questa … la mia.
19. Il Cavaliere Improta, benestante,
autentico ed antico puttaniere,
con un passato fulgido e brillante
di chiavatore esperto e bordelliere,
usa… ogni mezzo per tirarsi su:
ancora va al “casino”, ma non vi chiava più.
Si corica con numero di danza
facendo il trio: la dama e il ballerino.
Languide carezze riceve nella stanza,
si succhia un seno, abbozza un ditalino,
ma… niente: una tristezza… e che può fare?
Non scopa! Paga bene... e poi scompare.
La scorsa notte, con Caterinella,
la prima di una troupe di giocolieri,
certo non si può dire proprio “bella”,
ma è graziosa e col corpo ci sa fare:
vanta un culo iperbolico ed un seno
che nemmeno ad un morto, viene meno,
ma, per il Cavaliere: effetto zero!
20. Sudata, tal chi trasloca a Ferragosto,
provava a stargli sotto, tutta storta,
lo succhiava, inzuppandolo, di gusto
ma effetto alcuno ancora non sortiva.
Finché, fattasi straccio, la tapina,
disse: - Qui lo sai chi ci vuol? La sorellina!
- Tua sorella?
- Ma certo, l’ acrobata: un portento!
S’avvita, fa capriole, il doppio salto,
con lei voi ci riuscirete certamente.
Mette le mani in terra, i piedi in alto,
spalanca le sue cosce e, figa al centro,
voi, Cavaliere mio, ce lo calate dentro.
21. PPaassttaa aall ffoorrnnoo eessttiivvaa
IIddeeaallee aanncchhee ffrreeddddaa,, uunn ppiiaattttoo lleeggggeerroo ee ggeennuuiinnoo..
500 g. di bucatini di Gragnano
1 Kg. di pomodori san Marzano maturi
2/3 bicchiere d'olio d'oliva
2 spicchi d'aglio privati del filamento verde centrale
Basilico abbondante.
150 g. di formaggio grattugiato misto Pecorino e Grana
1 cucchiaio di Origano
Sale
22. Cuocere bene la pasta in acqua salata, non troppo al dente.
Condirla con metà dell'olio e lasciarla intiepidire.
Intanto lavate i pomodori e spaccateli a metà nel verso lungo. In
un ruoto bagnato d'olio sistemate metà dei pomodori con la buc-
cia rivolta verso il fondo.
Condite la pasta mescolando meticolosamente con: l'aglio tritato,
l'origano, il basilico e il formaggio grattugiato.
Mettete la pasta nel ruoto e ricoprite con i mezzi pomodori avan-
zati.
Cospargete con l'olio rimanente e aggiungete un pizzico di sale
fino ai mezzi pomodori.
Infornate a 180 g. in forno caldo per oltre 30 minuti.
La pasta è pronta quando i pomodori di sopra si presentano bru-
scati e cotti.
23. UUnnaa ssttoorriiaa ssccrriittttaa ccoossìì ccoomm’’èè
di Loriana Lucciarini
Seconda parte
Eh no! Cos’è questa emozione che mi soffoca il respiro
quando lo vedo? Perché quel suo sorriso mi affascina così
tanto? E cos’è quella sensazione strana quando sento il suo
sguardo su di me, mentre mi guarda andare via?
Ma che sono impazzita? Innamorarmi. Ancora? No.
No davvero!
Paura? Sì, a mucchi! Ma perché non lasciarsi andare? Per
timore di soffrire, di nuovo?
Certo, il rischio c'è, ma sono diversa ora. Diversa e più
forte.
Non è detto che potrebbe andare come l'ultima volta...
Non è detto che potrei non starci male di nuovo.
Il rischio vale la possibilità di essere felice?
La fuga è la scelta più giusta.
Così lo evito, me ne tengo distante.
Razionalizzare è accendere la luce sulle nostre paure per
conviverci, ma non è affrontarle. E la fuga spesso non è la
soluzione. La paura, rintanata nella parte più buia di me
torna ora a galla, fomentando nuovo terrore, ma se le
permetto di impedirmi di vivere ci perdo solo io.
24. Quegli occhi – oh quegli occhi! - ci annego dentro...
Questo nuovo sentimento irrompe dentro me, inarrestabile,
senza controllo.
E io mi ci perdo come una bimbetta, con un sorriso allegro
ed ubriaco, volando in cielo attaccata a tanti sogni colorati,
pieni di musica e risate argentine.
“Non dovresti” mi ripeto, in affanno.
Ma c’è un frammento della mia anima che ha bisogno di
sognare, per credere ancora all’amore, alla gioia,
all’innamoramento, a un possibile futuro di felicità che mi
spetta. Ho bisogno ora di aria e di vento nuovo di azzurra
speranza.
L'amore... non sono certa di saperlo accettare, ma sono an-
che incapace di saperlo impedire.
Oh, che importa se corro il rischio? Non è bello danzare
tra queste emozioni?
Devo smettere di proteggermi e lasciarmi andare, fidarmi
di quello che la vita ha in serbo per me, osare!
La mia vacanza è terminata e sono di nuovo a casa, tra le
mie cose – punti fermi della mia vita. Pronta a immergermi
nuovamente nel mio quotidiano, nei problemi ansiosi di es
ser risolti, nelle mie attività di pensieri, azioni, rumori e pa-
role…
25. “Hei, ci si vede presto!” l'ho salutato, vincendo il mio im-
barazzo e lui, che tornerà in Italia tra un paio di settimane,
ha annuito serio. È sembrato turbato e non ne ho capito il
motivo.
Ci siamo lasciati con un bacio veloce, la promessa di sen-
tirci via facebook e di incontrarci presto a metà strada fra
la mia Roma e la sua Ancona.
Da giorni controllo ripetutamente il cellulare aspettandomi
notizie da lui, senza risultato.
Che stupida credere che potesse essere diverso! Si dice
sempre “ci sentiamo”, oppure “ci vediamo di sicuro” al
termine di una vacanza, ma poi alla fine non ci si cerca
mai. Perché mi sono permessa di crederci davvero?
Non mi sono mai salvata dalle delusioni, che fanno parte
della vita e che comunque mi hanno sempre travolta con
violenza, graffiandomi l’anima fin nel profondo e lascian-
domi cicatrici che non andranno mai più via.
Ma è giusto vivere. È giusto sperare, crederci sempre,
darsi una possibilità, una speranza.
Mi ha chiamata!
Sono confusa e sorpresa ma voglio vivere questo sentimen-
to in modo naturale, senza forzature, senza censurare slanci
ed emozioni.
Ho afferrato tutto il mio coraggio e adesso sono in stazione
ad aspettarlo arrivare.
Le paure non devono impedirmi di vivere!
26. Mi sento davvero pronta ad accogliere ciò che il destino ha
in serbo per me, accettandone gli esiti.
Aspetterò guardando e cantando.
Aspetterò con gli occhi socchiusi di speranza.
Aspetterò di poter lasciami accarezzare dalla tua voce
e veder se tutte le mie poesie avranno il tuo sorriso.
Senza bruciarmi in domande per sapere
il significato di gesti e parole.
Così le accoglierò come arriveranno,
pronta a raggiungere questo futuro.
Che questa sia, dopo tanto errare,
la via giusta per vincere
la mia paura ad essere felice?
28. NNaauugghhttyy PPeenncciill
by Mauro A.
Mauro A. è un illustratore specializzato nella realizzazione di af-
fascinanti ed eleganti progetti grafici. Incantato, come tanti artisti,
dalla versatile, incomparabile, bellezza del corpo femminile, nei
suoi nudi, banalmente e volutamente definiti col termine “Pin Up”,
Mauro riesce a coglie quel mix scabroso, tipicamente femminile,
quella soave contraddizione, che si estrinseca dalle sue tavole:
innocenza, sensualità… mistero.
Ogni opera di Mauro, nella raffinata e sapiente semplicità del trat-
to è un incanto per i sensi: impossibile descrivere la ridda di emo-
zioni che solo l’originale può trasmettere. Laddove la carta, lie-
vemente ruvida, trattiene e trasmette tutta l’emozione dell’artista
e dell’anima erotica della sua modella.
Le Opere di Mauro A. sono pezzi unici e rari, vengono realizzate
in grande formato e inviate complete di cornice a giorno.
Per richieste, curiosità o informazioni:
CONTATTI: meetown@outlook.it