SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 20
Descargar para leer sin conexión
CONTRATTO DI
GOVERNO M5S -
LEGA
PARERE PRO VERITATE SUL CAPITOLO 16
“MINISTERO PER LE DISABILITA’”
Esegesi giuridica sul Capitolo 16)
denominato: “Ministero per le disabilità”
Marco Campanini
1
PARERE PRO VERITATE SUL PROGRAMMA
CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO
CAPITOLO 16 PAGINA 31 DENOMINATO
“Ministero per le disabilità”
Con la presente trattazione si vuole offrire un parere pro veritate sul programma di governo M5S –
Lega limitatamente al capitolo 16, titolato “Ministero per le disabilità”.
Il contratto di governo è un documento che rappresenta l’insieme delle politiche programmatiche che
i partiti che l’hanno stipulato s’impegneranno ad adottare nel corso della legislatura.
Nella bozza presentata un capitolo è appositamente dedicato alle politiche sulla disabilità da attuare
sul territorio nazionale.
Trattandosi di un documento di sintesi, chiaramente non bisogna aspettarsi che siano delineate in
maniera certosina le modalità applicative d’intervento, piuttosto, essendo un atto d’indirizzo politico-
legislativo-amministrativo è fondamentale che nel documento siano enucleate, se non con dovizia di
particolari, ma almeno a grandi linee, gli obiettivi da raggiungere.
Il fenomeno della disabilità, si colloca in una pluralità di settori d’intervento, per cui un analisi non
può prescindere dall’analizzare gli intendimenti per ciascun ambito in cui la disabilità s’incardina nel
contesto sociale.
Partendo da un analisi generale del testo, si evince di come i temi che concernono la disabilità siano
stati suddivisi per paragrafi, secondo uno schema che prevede un evoluzione verticistica delle
problematiche da affrontare.
***
PRIMA PARTE – PAGINA 31
PRINCIPI ISPIRATORI
“Uno Stato civile deve proteggere, tutelare, assistere e integrare chiunque abbia una disabilità”.
Le parole proteggere e tutelare, non sono propriamente indicative della disabilità, posto che la
disabilità non può essere considerata come una situazione particolare sub specie alla normalità, ma
2
anzi essa stessa è il frutto, di una condizione che segnala una società non perfettamente inclusiva,
deficitaria dal punto di vista dell’integrazione.
Assistere e integrare chiunque abbia una disabilità invece è una locuzione che si avvantaggia di due
verbi non sconosciuti nel vasto panorama sulla disabilità. L’assistenza viene sovente richiamata come
assistenza domiciliare, definizione che richiama il concetto di vita indipendente, nella sua forma di
assistenza domiciliare indiretta. Con il termine integrare ci si riferisce a tutte quelle misure studiate
per favorire l’inclusione della persona nella società.
La frase di principio non denota una chiara rotta, sintomo anche del dualismo che contrappone gli
schieramenti: i concetti chiave analizzati sono in netta antitesi e mostrano un atteggiamento
conservatore al quale se ne sovrappone uno più progressista.
***
“È fondamentale consolidare e rinnovare le politiche di protezione e inclusione dedicate alle
persone con disabilità e finalizzate a garantirne un concreto ed efficace sostegno durante tutte le
fasi della vita”.
Anche tale paragrafo, ut supra, contiene una frase con indicazioni di principio, dove è rimarcato il
dualismo imperante fin dalla prima frase. Consolidare e Rinnovare, Protezione e Inclusione, sono
chiaramente azioni contrapposte che messe assieme non dicono quale sarà la direzione. L’unica nota
positiva è che tali azioni messe in campo, saranno finalizzate a sostenere la persona durante tutta la
sua esistenza. Che costituisca un preludio al superamento del concetto che la disabilità termina al
compimento del sessantacinquesimo anno di età? Difficile dirlo. Il superamento dell’attuale sistema
normativo che prevede il cambiamento di status per chi affetto da disabilità al raggiungimento del
sessantacinquesimo anno di età, non può che essere un segnale positivo, essendo un aspetto da sempre
criticato che rimanda ad un modello superato che ha pesanti ricadute nella vita delle persone.
***
FONDI SULLA DISABILITA’
“Si prevede un generale rafforzamento dei fondi sulla disabilità e la non autosufficienza”.
Tale frase si presume riferita al Fondo nazionale per la non autosufficienza, istituto nel 2006. A partire
dal 2015 il fondo è stato trasformato in strutturale, e con la Legge di Bilancio 2017 la capienza è stata
3
incrementata di 50 milioni di euro, fino a prevedere l’assegnazione di 450 milioni di euro annui a
decorrere dall’anno 2017.
Il termine rafforzamento può indicare la volontà di procedere in tale direzione, con un ulteriore
incremento.
Il testo prosegue con l’attribuzione di uno scopo specifico al quale il fondo deve essere finalizzato:
“al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare
pienamente a tutti gli ambiti della vita, assicurando l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti,
all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e
comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico”.
In tal caso si direbbe esservi un ampliamento non solo della capienza, ma anche delle finalità rispetto
quelle originarie per le quali è stato istituito. Il fondo originariamente era infatti destinato alle persone
con gravissima disabilità e anziani non autosufficienti al fine di evitare fenomeni di
istituzionalizzazione, ed inoltre doveva assicurare l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza
(LEA).
Dal 2014, una quota minoritaria del fondo pari a 10 milioni di euro, è stata destinata alla promozione
di interventi in materia di vita indipendente. E’ presumibile ipotizzare che la frase riferita al
rafforzamento del fondo per le suddette finalità vada ad incidere, in maniera positiva, sul quantum
anche per quanto concerne tale frazione minoritaria.
***
ISEE ED INDICATORI REDDITUALI
Dopo un incipit incentrato sui principi che delineano l’agire del futuro governo, contenente
riferimenti indeterminati sull’impiego del fondo per la non autosufficienza, segue un paragrafo
riguardante gli indicatori reddituali per limitare l’accesso alle prestazioni sociali.
“È necessario intervenire affinché i trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari, incluse
carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, qualora attinenti a
condizione di disabilità, siano esclusi tassativamente dal calcolo dell’ISEE o di altri indicatori
reddituali, necessari per accedere ad agevolazioni o benefici”.
4
L’ISEE, riformato in senso peggiorativo dal governo Monti, fu al centro di una vera e propria battaglia
sociale, ma in seguito alle proteste sollevate dalle associazioni di categoria, è stato nuovamente
riformato con la Legge 26 maggio 2016, n. 89 che ha recepito la giurisprudenza del giudice
amministrativo.
Rispetto a quanto già recepito dalla normativa che ha fatto proprie le prescrizioni contenute nelle
sentenze del Consiglio di Stato, il testo oggetto della presente trattazione, ha indubbie migliorie.
Anzitutto, dal tenore letterale, si evince un esclusione tout court rispetto ad ogni agevolazione o
beneficio richiesto, dell’utilizzo dell’ISEE o di ogni altro indicatore reddituale. Con quest’ultima
locuzione, si garantisce che il cambio di nomen iuris, non potrà avere alcuna conseguenza applicativa.
Ciò che avvalora ancora di più l’intenzione del futuro legislatore, è la presenza dell’aggettivo
“tassativamente”, che indica la perentorietà che non ammette eccezioni e deroghe di sorta.
Questa norma di per sé ha una valenza di portata epocale, in quanto nonostante la novella introdotta
in seguito alle sentenze, l’ISEE, quale strumento di limitazione all’accesso per le prestazioni sociali
agevolate, con riferimento alla disabilità continua ad applicarsi.
***
ASSEGNO DI INVALIDITA’ CIVILE
“Con riferimento all’indennità di invalidità civile, proponiamo il suo innalzamento e
l’adeguamento alla pensione sociale.”
Una delle novità più attese, promesse in campagna elettorale dalla Lega e dal MoVimento 5 Stelle, è
l’innalzamento della pensione d’invalidità. Il testo parla d’adeguamento dell’indennità di invalidità
civile, alla pensione sociale. Con il termine indennità d’invalidità civile si deve fare riferimento alla
pensione per invalidi civili totali e all’assegno mensile previsto per invalidi civili parziali, il cui
importo per il 2018 ammonta in entrambi i casi a 282,55 euro.
Il termine pensione sociale trova corresponsione con l’istituto dell’assegno sociale. L’importo
previsto per il 2018 è pari a 453,00 euro per tredici mensilità. Di conseguenza, l’aumento, promesso
in campagna elettorale dai due schieramenti può dirsi chiaramente disatteso.
Doglianze sollevate da più parti fanno inoltre riferimento alla natura dell’aumento. Trattandosi di un
finanziamento dato a pioggia non terrebbe conto dei bisogni assistenziali della persona: paura, in
questo caso, più che legittima.
5
Altra questione riguarda il fatto che, attualmente, la pensione d’invalidità è un sussidio erogato solo
se non si supera un determinato limite reddituale annuo, previsto per il 2018, in 16.664,36 euro, per
coloro che hanno lo status di invalidi civili totali, e di 4.853,29 euro, per coloro che percepiscono
l’assegno mensile di invalidi civili parziali. Di conseguenza, persone con disabilità con un attività
lavorativa, a tempo pieno, sarebbero di fatto esclusi dall’aumento. Riteniamo però che tale ultima
preoccupazione sia infondata.
Dalla lettura del combinato disposto, del paragrafo in discorso, con quello precedente, che esclude
che vadano impiegati, rispetto ad ogni agevolazione o beneficio richiesto attinente alla disabilità,
l’utilizzo dell’ISEE o di ogni altro indicatore reddituale, è possibile ipotizzare l’eliminazione delle
limitazioni reddituali dalla corresponsione degli assegni d’invalidità.
Sempre riguardo la pensione d’invalidità, si segnala, infine, che nel 2018, grazie allo sblocco della
rivalutazione ISTAT e della perequazione automatica, sarà rivalutata del 1,1%, passando da 279,47
euro a 282,54 euro.
***
INDICAZIONI LEGISLATIVE E POLITICHE
“Bisogna dare completa attuazione alla Convenzione O.N.U. sul diritto alle persone con disabilità,
procedendo ad una completa revisione delle leggi esistenti e garantendo che ogni scelta del
legislatore si collochi sempre nell’ambito di una piena consapevolezza che “le persone con
disabilità includono quanti hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo
termine che in interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva
partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri”.
Tale paragrafo da un indicazione di come dovrà porsi l’intervento legislativo nell’attuale
ordinamento. Le priorità indicate vanno nella direzione, già avviata, di dare piena attuazione alle
disposizioni contenute nella Convenzione O.N.U. A tale obiettivo, segue la necessità di una riforma
globale della stratificazione normativa che si è creata sull’argomento.
L’azione di governo richiamata, di completa revisione dell’attuale sistema normativo, potrebbe
quindi significare l’esigenza di adottare un Testo Unico sulla disabilità, id est, un sistema organico
contenente il complesso delle disposizioni vigenti per la tutela dei diritti della persona con disabilità.
Un attuale esempio, di riordino e semplificazione legislativa, unico nel panorama italiano, è la Legge
Regionale della Toscana n. 60 del 18 Ottobre 2017, “Disposizioni generali sui diritti e le politiche
6
per le persone con disabilità”, che ha voluto riunire le centinaia di disposizioni regionali in tema di
disabilità che si sono stratificate nel corso degli anni, con l’obiettivo di arrivare ad un generale
riordino.
Al termine del paragrafo si richiama la definizione di disabilità contenuta nella Convenzione O.N.U.,
non essendovi una definizione comune di disabilità a livello europeo, la stessa può costituire un
ottimo punto di partenza, in quanto, secondo tale definizione la disabilità diviene non una condizione
personale, bensì una condizione dettata dall’interazione con un ambiente non accogliente.
Il paragrafo successivo continua con l’affermazione per cui:
“per assicurare protezione e inclusione ai soggetti con disabilità o non autosufficienti è necessario
superare la frammentazione dell’intervento pubblico nazionale e locale, attraverso una
governance coordinata e condivisa sugli interventi e la messa in rete degli erogatori degli
interventi”.
L’indicata necessità di superare la frammentazione dell’intervento pubblico, fa presumere che la
disabilità sia esclusa dalle politiche federaliste capofila di una delle due parti contraenti; d’altronde
non potrebbe essere altrimenti, tale decisione non può che rappresentare un preludio alla volontà
d’istituire un apposito dicastero.
In base all’attuale formulazione del paragrafo, soggetti destinatari degli interventi coordinati, oltre le
persone con disabilità, sono indicati anche, coloro che si ritrovano in una condizione di non
autosufficienza. Nel nostro paese si evidenzia la difficoltà di trovare una definizione univoca e
condivisa di non autosufficienza che vada bene in qualsiasi ambito d’intervento, e che consenta di
ricomprendere al suo interno le molteplici definizioni rinvenibili nell’ordinamento (inabilità,
invalidità, disabilità, ecc.); indi per cui, il ricorso all’accezione più ampia possibile, non può che
essere una buona cosa.
***
AUSILI ED AGEVOLAZIONI
“Bisogna assicurare il tempestivo aggiornamento delle agevolazioni per l’acquisto di beni e ausili
per le persone con disabilità”.
Se rimaniamo nel campo delle agevolazioni fiscali per l’acquisto di beni e ausili, sono tali le
agevolazioni fiscali IVA e le detrazioni IRPEF.
7
Tuttavia, in questo caso le parti contraenti, parlano espressamente della necessità di assicurare il
tempestivo aggiornamento delle agevolazioni, senza indicare a quali agevolazioni si riferisce
l’aggiornamento in discorso, se sia limitato a quelle fiscali, oppure, se la fattispecie ricomprenda gli
ausili (impropriamente intesi come agevolazioni) che rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza
(LEA).
Una delle questioni venute alla ribalta nel corso della XVII legislatura ha riguardato appunto, la
necessità di aggiornare, il nomenclatore tariffario, vale a dire, il documento del Ministero della salute,
con il quale si stabiliscono la tipologia e le modalità per la fornitura di protesi e ausili.
Secondo il decreto ministeriale 27 agosto 1999 n. 332 il prontuario protesico avrebbe dovuto essere
aggiornato con cadenza almeno triennale, tuttavia per molto tempo, fino all’entrata in vigore del
decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 Gennaio 2017, non si è provveduto a tale
adempimento. Una politica che assicuri l’aggiornamento tempestivo del nomenclatore-tariffario
consentirebbe alle persone con disabilità di poter usufruire di prestazioni, protesi e ausili
tecnologicamente al passo con i tempi. Rimane dunque la vexata questio su cosa debba intendersi con
il termine agevolazioni.
***
Conclusa la prima parte della lettera d’intenti delle due forze politiche, di natura legislativa,
contenente l’indicazione dei principi generali a cui deve ispirarsi l’azione di governo, e barlumi
dell’assetto normativo, si passa alla seconda parte, di natura soggettiva, concernente l’atto pratico
della vita delle persone non autosufficienti.
Omnicomprensiva degli aspetti che contemplano l’intera esistenza dell’essere umano, la seconda
parte attiene alla scuola, alle problematiche inerenti l’accesso nel mondo del lavoro, fino ad arrivare
alla tematica dell’accessibilità dei luoghi che ricomprende, lato sensu, anche le soluzioni studiate per
favorire la vivibilità delle abitazioni, e tutte quelle politiche abitative che prevedano nuovi approcci
come l’housing sociale.
***
SECONDA PARTE – PAGINA 32
INTEGRAZIONE SCOLASTICA
8
“Deve essere garantita l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, attraverso una
migliore specializzazione degli insegnanti per il sostegno e l’implementazione della loro presenza
in aula. Si dovranno individuare percorsi di aggiornamento per i docenti curricolari e per tutte le
figure presenti nella scuola. È necessario un intervento culturale di contrasto ai pregiudizi sulle
disabilità, assicurando che nel percorso didattico vi siano dei momenti di ascolto e incontro con
la disabilità, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei disabili”.
Quanto riferito sull’integrazione scolastica, non aggiunge molto rispetto a quanto già previsto
nell’assicurare il diritto all’istruzione.
Attualmente la presenza in aula dell’insegnante di sostegno, trova come unico limite ragioni di
bilancio, e questo, nonostante la sentenza della Consulta n. 80 del 2010 abbia dichiarato
incostituzionale il limite al sostegno degli alunni con disabilità.
Al fine di non pregiudicare il diritto fondamentale all’inclusione scolastica e all’istruzione, si è
proceduto in deroga, prevedendo l’assegnazione di ore aggiuntive di sostegno in tutti quei casi in cui
non era possibile fare fronte alle necessità degli alunni.
Per l’anno scolastico 2017/2018 secondo i calcoli dell’Osservatorio dei diritti della scuola, 47 mila
insegnanti di sostegno su 150 mila necessari sono stati “in deroga”: non rientravano cioè
nell’organico di diritto ma venivano autorizzati annualmente in base al fabbisogno, il tutto
chiaramente a svantaggio degli stessi alunni con disabilità che non hanno potuto contare su personale
a sufficienza, ma nemmeno, laddove presente, dell’ausilio di docenti con un adeguata attività di
formazione, potendo, la supplenza, essere conferita ad insegnanti senza titolo.
Premessa tale situazione emergenziale, si tratta di capire, come verrà attuata dal nuovo governo
l’implementazione della presenza in aula degli insegnanti di sostegno. Senza adeguati fondi è
difficile immaginare il ripristino dell’intero fabbisogno organico nazionale.
L’importanza dell’inclusione scolastica viene rimarcata al capitolo 22 del Programma di Governo
Pagina 42), appositamente dedicato alla scuola, dove si specifica:
“Una scuola che funzioni realmente ha bisogno di strumenti efficaci che assicurino e garantiscano
l’inclusione per tutti gli alunni, con maggiore attenzione a coloro che presentano disabilità più o
meno gravi, ai quali va garantito lo stesso insegnante per l’intero ciclo”.
9
“Intendiamo garantire la presenza all’interno delle nostre scuole di docenti preparati ai processi
educativi e formativi specifici, assicurando loro la possibilità di implementare adeguate
competenze nella gestione degli alunni con disabilità e difficoltà di apprendimento.”
Molto probabilmente al primo capoverso si fa riferimento a quei strumenti che sono necessari per
assicurare l’autonomia e la comunicazione delle persone con disabilità, aspetto di tipo organizzativo
fondamentale per assicurare nel caso di gravi disabilità un inclusione effettiva.
Altro punto fondamentale, non specificatamente indicato nel capitolo 16 riguardante la disabilità, è
la necessità di garantire il mantenimento dello stesso docente per l’intero ciclo di studi, per gli
alunni che presentano disabilità più o meno gravi. Il che può essere tradotto in un divieto implicito
di cambiare docente per quella tipologia di studenti.
Segue, sempre nel secondo capoverso del capitolo 22 dedicato alla scuola, il richiamo alla necessità
che i docenti abbiano una formazione specifica e seguano percorsi di aggiornamento. Aspetto
interessante è il fatto che i corsi di aggiornamento professionale siano obbligatori sia per la gestione
degli alunni con disabilità, sia per la gestione di coloro che hanno difficoltà di apprendimento, si pensi
ad esempio a quei soggetti che presentano disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) come la
disgrafia, dislessia, o la discalculia.
Rimanendo nell’ambito dell’inclusione scolastica, si parla di prevedere un intervento culturale di
contrasti ai pregiudizi sulla disabilità, da raggiungere anche attraverso il coinvolgimento delle
associazioni di categoria, mediante la predisposizione all’interno del percorso didattico di momenti
di ascolto e incontro con la disabilità.
***
INCLUSIONE LAVORATIVA
“Bisogna fare una ricognizione dello stato di attuazione della legge 68/99 sul collocamento al
lavoro delle categorie protette, con una particolare attenzione per le disabilità gravi,
assicurandone il rispetto nel pubblico e incentivando le assunzioni nel settore privato e, se
necessario, contemplando percorsi lavorativi specifici per disabilità fisiche e/o psichiche.”
In questo caso non si fa menzione di alcun cambio normativo, si evidenzia al contrario la necessità di
una ricognizione sullo stato di attuazione della legge 68/99 sul collocamento mirato e l’integrazione
lavorativa delle persone disabili.
10
Quanto previsto, sembra andare nella stessa direzione delineata dal Programma di Azione Biennale
sulla Disabilità del 2016, che prevede l’adozione di politiche attive del lavoro, tra le quali spiccano:
una ridefinizione dei criteri di distribuzione dei fondi previsti dalla Legge n. 68/99 ed altre misure
che prevedano l’istituzione di apposite figure (OND, Ufficio antidiscriminazione o di parificazione,
disability manager, ecc..) in seno le realtà aziendali.
Si auspica, inoltre, che la riforma dei centri per l’impiego prevista dal governo M5S – Lega possa
essere, in questo senso, d’aiuto, ed aggiungersi a quanto già previsto dalla legislazione vigente.
Ad oggi, la quota delle persone con disabilità collocata è molto bassa: sono poche le imprese che
rispettano la quota di riserva e adempiono all’obbligo di assunzione. Allo scopo, il decreto attuativo
del Jobs Act d. lgs. n. 151/2015, all’art. 8 ha previsto, l’attivazione di una banca dati specifica sul
collocamento mirato finalizzato a rafforzare i controlli e migliorare gli interventi. L’utilità di tale
misura, inserita nella Banca dati politiche attive e passive, è comunque tutta da verificare, in quanto
viene istituita senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
***
ACCESSIBILITA’
“È necessario garantire l’accessibilità di luoghi, beni e servizi attraverso un effettivo abbattimento
delle barriere architettoniche, contemplando anche un audit civico nella realizzazione di opere
pubbliche.”
L’abbattimento delle barriere architettoniche per consentire l’accesso a luoghi, beni e servizi deve
essere effettivo, così recita il contratto di governo. La normativa sull’abbattimento delle barriere
architettoniche è già completa, rimane il problema di come ottenere la sua effettiva attuazione.
Nel caso di specie, una soluzione potrebbe essere l’inasprimento delle sanzioni, oppure l’aumento dei
controlli sul rispetto della normativa vigente. Su quest’ultimo aspetto, salvo il richiamo ad un audit
civico per la realizzazione delle opere pubbliche, non v’è altro.
Una misura senza costi aggiuntivi per la finanza pubblica e di sicuro impatto, potrebbe rilevarsi
invece, quella di rendere effettivo il commissariamento di quei Comuni che non adempiono
all’obbligo di adottare il PEBA (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche).
Non essendovi alcuna indicazione su come raggiungere l’obiettivo prefissato, salvo quanto detto, non
possiamo fare altro che constatare la generale indeterminatezza del paragrafo.
11
***
POLITICHE ABITATIVE
“Occorre implementare una “politica per la vita indipendente” che favorisca l’accesso delle
persone con disabilità ad abitazioni di recente concezione o costruzione. Servono politiche di
housing sociale che coinvolgano il privato e introducano, negli oneri di urbanizzazione, quote da
riservarsi alle persone con disabilità.”
Nella prima parte del suddetto paragrafo dedicato alle politiche abitative, si fa riferimento
all’accessibilità delle abitazioni private di recente costruzione che devono essere costruite a norma,
nulla di quanto in realtà non sia già previsto.
Il secondo paragrafo invece attiene alle politiche di edilizia abitativa sociale, le quali, secondo quanto
può essere desunto dal testo, devono essere finanziate dal privato, anche mediante la destinazione di
una quota degli oneri di urbanizzazione riservata alle persone con disabilità.
Le leggi regionali più avanzate, prevedono già l’obbligo per i Comuni di destinare una quota delle
entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione all’abbattimento delle barriere per opere, edifici e
impianti esistenti che siano già di competenza degli enti comunali stessi. E’ tale la Legge regionale
n. 6 del 20 Febbraio 1989 della Regione Lombardia che prevede la destinazione di una quota non
inferiore al 10% degli oneri di urbanizzazione, stesse soglie sono previste dalla Regione Molise, per
altre invece nulla è disposto.
La situazione sotto il profilo comparativo a livello regionale si presenta dunque estremamente
frastagliata.
Sulle politiche abitative si continua con il successivo paragrafo, il quale dispone che:
“Bisogna favorire il cohousing e organizzare corsi di formazione specifica, tenuti da personale
sanitario e tramite incontri di automutuoaiuto, per aumentare conoscenze e competenze dei
caregivers”.
L’indicazione contenuta nel presente paragrafo, contiene diversi temi che richiedono una trattazione
distinta: da un lato si continua sulle politiche abitative citando l’esempio del cohousing, dall’altro si
accenna alla tematica dei caregivers.
12
Per quanto riguarda il primo tema, se l’obiettivo è quello di dare piena attuazione alla Convenzione
Onu, non possiamo esimerci dall’osservare che il cohousing contrasta, almeno in linea di principio,
col diritto della persona con disabilità a scegliere dove vivere e con chi vivere come sancisce la
convenzione stessa.
Certamente vi sono esempi di cohousing, dove la persona con disabilità pur vivendo nello stesso
contesto con altri, vive in piena autonomia nella massima riservatezza, in spazi propri che
all’occorrenza, in caso di bisogno, possono essere condivisi.
Queste sono di sicuro nuove forme abitative che si allontanano dall’istituzionalizzazione vera e
propria, e che, si avvicinano a quanto disposto dell’art. 19 della Convenzione ONU.
***
CAREGIVERS
Sul tema dei caregivers, il contratto di governo fa riferimento alla necessità di organizzare corsi di
formazione specifica da parte di personale sanitario, al fine di aumentare le competenze di coloro che
sono tenuti ad assistere la persona.
La Regione Emilia-Romagna è stata la prima in Italia a dotarsi di una legislazione specifica (legge
regionale n. 2 del 2014) che prevedesse il riconoscimento giuridico della figura, e solo nel 2017 sono
state pubblicate le linee attuative della legge. Oltre il riconoscimento giuridico del caregiver, la
previsione di iniziative d’informazione, formazione e aggiornamento, l’aggiunta d’incontri di Auto
Muto Aiuto, non è previsto nulla di concreto per il sostegno al lavoro di cura.
Rimangono per tanto escluse dalla normativa regionale dell’Emilia Romagna le tutele previdenziali,
come ad esempio il riconoscimento a fini pensionistici del periodo effettivamente prestato per
l‘attività di cura e di assistenza, chiesto a gran voce dalle associazioni di categoria.
Sul riconoscimento della figura del caregiver giace in parlamento un Disegno di Legge che ha
unificato le tre diverse proposte di legge (la n. 2048, 2128 e 2266), presentate da schieramenti politici
trasversali, segno dell’importanza che nel dibattito parlamentare ha assunto la tematica.
La poca attenzione sul tema, dedicata al contratto di governo, pone pertanto delle legittime
perplessità.
Ad abundantiam, l’approvazione di una proposta di legge simile a quella emiliano romagnola, non
farebbe altro che portare all’emanazione dell’ennesima legge manifesto, buona sulla carta, ma
sostanzialmente vuota sul fronte delle tutele, tant’è vero che le associazioni che tutelano le persone
13
con disabilità chiedono l’introduzione, nel disegno di legge unificato giacente in parlamento, degli
emendamenti riconducibili al DdL n. 2128, che prevedeva un sostegno concreto e reale nei confronti
di chi quotidianamente si sacrifica per garantire l’assistenza a un proprio familiare.
***
ACCESSIBILITA’ DELLE INFORMAZIONI
“È necessario garantire la completa accessibilità dei contenuti e documenti della Pubblica
Amministrazione, in ottemperanza alla Direttiva UE 2016/2102 del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 26 ottobre 2016, relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili
degli enti pubblici.”
Sull’accessibilità dei siti istituzionali delle pubbliche amministrazioni vi è una corposa, legislazione,
precedente l’entrata in vigore della Direttiva UE del 2016: si veda al riguardo la cosiddetta Legge
Stanca, n. 4 del 2004 recante “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti
informatici” che definisce le linee guida di accessibilità dei siti web pubblici o d’interesse pubblico.
Esistono inoltre le raccomandazioni internazionali (WCAG 2.0) del W3C (World Wide Web
Consortium) con l’invito esteso ai 27 paesi membri della Commissione europea di adottare tali
raccomandazioni, in seguito al quale si è reso necessario aggiornare il DM 8 del Luglio 2005 recante
i “Requisiti tecnici, i diversi livelli per l’accessibilità agli strumenti informatici”.
Le criticità ancora una volta fanno riferimento alla mancanza di fondi per rendere accessibili le
informazioni e i siti web della PA.
L’Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha rimarcato inoltre la
necessità che le nuove tecnologie digitali, siano inquadrate nell’ottica della progettazione universale
garantendo la fruibilità senza discriminazione a tutti i soggetti, a tal proposito si segnala l’emanazione
di diverse linee guida.
Tra queste è importante l’ultima Circolare, n. 3 del 2017, dell’AgID che fa riferimento
all’accessibilità dei servizi allo sportello e dei servizi online, che devono essere garantiti anche
ricorrendo ad “accomodamenti ragionevoli”, concetto introdotto dalla stessa Convenzione ONU.
Sulla materia esistono quindi una pletora di disposizioni normative sulla cui attuazione ed
applicazione si dovrebbe vigilare. Una soluzione efficace potrebbe essere la predisposizione di
sanzioni per le amministrazioni inadempienti.
14
***
DICASTERO SULLA DISABILITA’
“Inoltre, al fine di dare adeguata rappresentanza alla disabilità nell’agenda politica, ci
impegniamo ad istituire un dicastero dedicato.”
Il punto di maggiore rilevanza politica dell’attuale contratto di governo M5S Lega, che più di tutti ha
fatto discutere, è sicuramente quello che prevede l’indicazione della volontà di istituire un Dicastero
specifico che si occupi del tema della disabilità, attraverso il quale si vuole dare “adeguata
rappresentanza alla disabilità nell’agenda politica”.
Su tale punto le associazioni di categoria si sono divise.
Da un lato c’è chi ha fatto rilievi di natura culturale, eccependo che l’istituzione di un dicastero
dedicato, non farebbe altro che accentuare la percezione della disabilità intesa come diversità:
dicotomia da rigettare con forza, in quanto presuppone una discriminazione sociale implicita nello
stato patologico della persona.
Dall’altro lato c’è chi, pur allontanandosi da questioni puramente filosofiche e culturali, ha apprezzato
l’indicazione di un dicastero.
Prima di lasciarci trascinare dai facili entusiasmi, occorre precisare che sul dicastero nulla viene detto
in merito ai compiti che sarà chiamato a svolgere, e ai poteri di cui sarà dotato.
Dobbiamo segnalare che esiste già un organismo ministeriale, come l’Osservatorio Nazionale sulla
condizione delle persone con disabilità, istituito ai sensi dell’art. 3 della Legge 3 marzo 2009 n. 18
ed insediato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che svolge funzioni consultive e
di supporto tecnico scientifico per la definizione delle politiche nazionali sulla disabilità.
Ma al di là di questo, la volontà di proporre un apposito organismo ministeriale sulla disabilità non è
nuova nel panorama italiano, basti ricordare la proposta avanzata nel 2013 nel corso della XVII
legislatura, di istituire l’Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità.
La proposta del 2013 è particolarmente interessante, in quanto prevedeva, l’istituzione di tale autorità,
a Roma, con la presenza di garanti dislocati in sedi decentrate da collocare in ogni regione e provincia.
Particolarità di rilievo, erano i poteri riconosciuti in capo all’autorità e ai suoi organismi. Tra questi,
si evidenziavano poteri di controllo, di intervento sostitutivo e sanzionatorio nei confronti di qualsiasi
comportamento discriminatorio o, comunque, lesivo dei diritti della persona con disabilità.
15
Con tale proposta di legge si voleva pertanto istituire un organismo amministrativo che consentisse
l’effettiva tutela dei diritti costituzionalmente garanti ai disabili, che oggi trovano riconoscimento
unicamente dalla possibilità di adire l’Autorità giudiziaria.
Un dicastero specifico sulla disabilità, se limitato ad attività di coordinamento, e non dotato di poteri
di controllo, d’intervento sostitutivo o sanzionatori rischia di diventare l’ennesimo carrozzone
italiano.
***
GARANTE REGIONALE PER LA PERSONA CON DISABILITA’
“Si dovrà infine garantire un’adeguata rappresentanza anche attraverso l’istituzione di un
Garante regionale quale figura di riferimento in caso di inadempienze e violazioni dei diritti delle
persone con disabilità”.
Quest’ultimo paragrafo continua con la linea dettata dal precedente, evidenziando la necessità di una
figura, questa volta a livello regionale, che, oltre a garantire un adeguata rappresentanza, fornisca
tutela in caso di violazioni dei diritti.
Il legislatore, facendo tesoro dei risultati positivi ottenuti dalla Difesa civica regionale nel ridurre il
contenzioso, in generale, e nel garantire il riconoscimento effettivo dei diritti di tutte le persone, con
particolare riguardo a quelle che si trovano in condizioni di fragilità, ha istituto in alcune regioni una
figura simile appositamente dedicata alle istanze che riguardano le persone con disabilità.
L’esigenza di avere tale figura è figlia di una realtà che spesso vede la negazione di diritti
costituzionalmente garantiti ai disabili, per cause dovute, a disfunzioni, disservizi, inadempienze ed
ostacoli di natura meramente burocratica.
La figura del garante è già presente in alcune regioni del sud.
La prima a dotarsi dell’ufficio del Garante della persona con disabilità, è stata la Sicilia, con legge
regionale n. 47 del 10 Agosto 2012, seguita dalla Puglia, e dalla Regione Campania. Dall’esperienza
regionale, la figura del garante è stata presa come esempio e riproposta in contesti territoriali minori
come i Comuni.
Tali “laboratori” di tutela e riconoscimento dei diritti civili e sociali costituiscono buone pratiche che
andrebbero riprese ed estese su tutto il territorio nazionale, se non altro perché la loro adozione
consente, dove proficuamente adottate, di ridurre il contenzioso giudiziario.
16
Per questo motivo, non può che essere vista con favore la volontà d’imporre l’istituzione di tali figure
a livello regionale.
***
COSA MANCA
Alla luce di quanto detto, dopo una disamina del testo e delle misure messe in campo, passiamo ad
analizzare la bozza del contratto di governo nella sua interezza tirando le conclusioni, partendo da
quello che manca.
Le associazioni di categoria hanno fatto rilevare che non tutti i temi sono stati affrontati, alcuni seppur
di rilevanza pregnante, sono del tutto assenti, vedasi il tema del Dopo di Noi, oppure quello relativo
al Terzo settore; altre critiche invece hanno riguardato il fatto che ad altri temi sia stata data solo un
importanza marginale, come lo spazio riservato al sostegno della figura del caregiver.
Punti non dibattuti, sulla cui mancanza sono stati sollevati dubbi, e che inficiano la credibilità
dell’intero programma, riguardano la mancanza di cifre e l’indicazione delle coperture necessarie,
tradotto in soldoni quanto si spende e dove trovare le risorse, nonché l’assenza di una roadmap degli
obiettivi.
Iniziando dalla tematica sul Dopo di Noi non concordiamo con quanto evidenziato dalle associazioni
di categoria, vero è che la stessa non viene citata esplicitamente, ma possiamo supporre sia ricompresa
nella volontà di dare attuazione alla vita indipendente.
D’altronde, dal testo traspare un generale cambio di politica, che richiama un autodeterminazione
della persona. Il riferimento continuo alla Convenzione ONU, depone in questa direzione, in favore
di una generale deistituzionalizzazione della persona.
Nel programma si parla inoltre di cohousing, e housing sociale: con ogni probabilità tali progetti
saranno destinati, con priorità, alle persone con disabilità per le quali il sostegno dei genitori sia
venuto a mancare.
Sulla mancanza di un qualsiasi riferimento all’associazionismo e al terzo settore, il cui ruolo è cruciale
nella gestione della disabilità, riteniamo non sia il caso di creare allarmismi. Tale mancanza è stata
inoltre evidenziata come una grave lacuna che riguarda l’intero programma, da analisi comparse in
rete è emerso di come dal testo siano state espunte parole come: associazionismo, no-profit, terzo
settore, volontariato, impresa sociale.
17
Il MoVimento è notoriamente noto per le sue politiche proattive di democrazia diretta, che chiamano
il cittadino alla mobilitazione, la Lega per il forte radicamento sul territorio, dunque il mancato
richiamo non necessariamente sta ad indicare la volontà di non sostenere le imprese sociali; il forte
associazionismo è sempre stato un valore aggiunto del paese, non curarsene, non gioverebbe di certo
alla collettività.
Ulteriore elemento al quale è stata data poca considerazione riguarda la tematica del caregiver, su
questo punto non aggiungo nient’altro e vi invito a rileggere le considerazioni fatte.
Altre critiche sulla mancata indicazione delle coperture necessarie afferiscono ad aspetti prettamente
economici, ma a nostro avviso sono considerazioni che riguardano l’intero programma elettorale e
non specificamente la disabilità.
Un altro aspetto oggetto di critiche è la mancanza di un cronoprogramma con l’indicazione delle
singole fasi, cosa che non consente di verificare la congruenza logica dell’intero progetto messo in
piedi. E’ verosimile ritenere che quanto scritto nel contratto di governo vada realizzato entro il termine
della legislatura, ma non c’è dato saperlo.
***
CONSIDERAZIONI FINALI
Dell’attuale programma di governo c’è chi ha parlato di neostatalismo, per evidenziare che viene
posta in risalto la centralità della pubblica amministrazione.
L’abbandono delle politiche neoliberiste, che si sono susseguite negli ultimi anni, nell’ambito della
disabilità, non può che essere visto con generale favore.
Pensiamo all’introduzione del nuovo ISEE, alla compartecipazione alle spese per l’assistenza
domiciliare a persone con gravissima disabilità acquisita, fattore esistente in alcune regioni, ecc., sono
tutti provvedimenti che non hanno fatto altro che ridurre e minare la fiducia dei cittadini nelle
istituzioni, fiducia che va ritrovata, se non altro, per rinsaldare il collegamento con quel tessuto sociale
a rischio di marginalità.
In fatto di politiche per la disabilità il nostro ordinamento ha conosciuto un evoluzione continua
segnata da alcuni punti cardine, Legge 104 del 1992, Convenzione ONU ratificata dall’Italia con
Legge n. 18 del 2009.
Normative queste, che hanno dettato al legislatore la strada da seguire, ponendo al centro della
persona, la sua piena autonomia. Ma a fianco di nuovi paradigmi, in antitesi a tale evoluzione, si
18
registrava contemporaneamente, nel paese, un involuzione dei diritti sociali, oggetto di una forte
compromissione orientata dal primato delle esigenze di bilancio sui diritti costituzionalmente
garantiti.
La celebre sentenza n. 275 del 2016 della Corte costituzionale ha di fatto posto le basi per il
superamento della deriva neoliberista, che impone l’austerità fiscale, per mere ragioni di disponibilità
finanziarie.
L’effettiva tutela di diritti costituzionalmente sanciti non condiziona l’equilibrio di bilancio non
potendo venir meno la loro doverosa erogazione, così la Consulta. In estrema sintesi si può dire che
la strada dettata ormai da tempo dai giudici è una strada che ha sconfessato totalmente un legislatore
disattento e pervicace nell’inseguire il primato delle ragioni di bilancio sul welfare sociale.
Di positivo, il contratto di governo M5S – Lega, sembra voler seguire i dettami della
giurisprudenza più avveduta, segnando al contempo, una netta discontinuità con la voluntas
legis più recente.
Il paradigma su cui sembra ergersi la compagine normativa delineata dal contratto di governo,
s’instaura nel prosieguo della direzione aperta con la Convenzione ONU che mette al centro la Vita
Indipendente e l’autodeterminazione della persona con disabilità.
Le lacune seppur presenti, non possono adombrare la bontà generale delle previsioni normative in
esso contenute.
Se la dichiarazione d’intenti potrà davvero rappresentare uno spartiacque rispetto al passato, tutto
dipenderà dalle modalità d’attuazione e dalla capacità delle contrapposte forze politiche di ridurre le
discrepanze emerse dall’analisi del testo, figlie di una dicotomia non solo puramente ideologica.
10 Giugno 2018
Dott. Marco Campanini
Documento firmato digitalmente
19
Marco Campanini è nato a Cento (FE), il 23
Settembre del 1978, persona con disabilità, è affetto
da una rara forma di fragilità ossea, diagnosticata
all’età di 5 anni, la Sindrome di Mc-Cune Albright.
Nel 2006, ha conseguito una laurea specialistica in
Giurisprudenza all’Università di Bologna, con
votazione 106 su 110.
Nel 2008 ha ottenuto un Diploma di Laurea
Specialistica in Professione Legali presso la Scuola di
Specializzazione E. Redenti.
Nel 2008/2009 ha partecipato al IX Corso di
aggiornamento e formazione del penalista abilitante
all’iscrizione nell’elenco dei difensori d’ufficio.
Sempre nello stesso anno ha completato il corso di
Deontologia e Tecnica del Penalista.
Nel 2017 ha conseguito la Laurea Magistrale in
Scienze criminologiche per l’investigazione e la
sicurezza all’Università di Forlì con votazione di 103
su 110.
Come esperienze lavorative ha svolto per due anni,
dal 2007 al 2009, tirocinio nell’ambito del recupero
crediti presso uno studio legale.
Come volontariato in materia di disabilità presso il
Comune di Pieve di Cento in collaborazione con
l’associazione Onlus Anffas si è fatto promotore
dell’apertura di uno sportello per Persone con
Disabilità.
E’ stato Candidato Sindaco alle elezioni
amministrative del Maggio 2014 nel Comune di Pieve
di Cento, dove risiede ed ha il ruolo di capogruppo
consigliere fino al 2019.
Dal 2015 è membro del Coordinamento dei Consigli
Comunali in ANCI Emilia Romagna (Associazione
Nazionale Comuni Italiani).
Nel corso del mandato amministrativo s’è
specializzato in politiche sociali in favore della
disabilità ed il welfare locale.
Dal 2017 è Membro del Direttivo dell’Associazione
EAMAS – Associazione Europea Amici della Sindrome
di Mc Cune-Albright.
Attualmente è in cerca di un occupazione.

Más contenido relacionado

La actualidad más candente

IL DIBATTITO CHE HA PORTATO AL NUOVO ISEE
IL DIBATTITO CHE HA PORTATO AL NUOVO ISEEIL DIBATTITO CHE HA PORTATO AL NUOVO ISEE
IL DIBATTITO CHE HA PORTATO AL NUOVO ISEEFranco Pesaresi
 
Anziani e non autosufficienza: scenari evolutivi
Anziani e non autosufficienza: scenari evolutiviAnziani e non autosufficienza: scenari evolutivi
Anziani e non autosufficienza: scenari evolutiviFranco Pesaresi
 
COME SUPERARE GLI OSTACOLI DELL'INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
COME SUPERARE GLI OSTACOLI DELL'INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIACOME SUPERARE GLI OSTACOLI DELL'INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
COME SUPERARE GLI OSTACOLI DELL'INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIAFranco Pesaresi
 
PROPOSTE PER L'INTRODUZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE ASSISTENZA ANZIANI
PROPOSTE PER L'INTRODUZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE ASSISTENZA ANZIANIPROPOSTE PER L'INTRODUZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE ASSISTENZA ANZIANI
PROPOSTE PER L'INTRODUZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE ASSISTENZA ANZIANIFranco Pesaresi
 
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...Nicola_C_Salerno
 
La spesa per l'assistenza in Italia. 2007
La spesa per l'assistenza in Italia. 2007La spesa per l'assistenza in Italia. 2007
La spesa per l'assistenza in Italia. 2007Franco Pesaresi
 
DRIVERS - I sistemi di protezione sociale ben strutturati possono migliorare ...
DRIVERS - I sistemi di protezione sociale ben strutturati possono migliorare ...DRIVERS - I sistemi di protezione sociale ben strutturati possono migliorare ...
DRIVERS - I sistemi di protezione sociale ben strutturati possono migliorare ...DRIVERS
 
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'Franco Pesaresi
 
LE POLITICHE SOCIALI NEL DECRETO LEGGE 18/2020 (Cura Italia)
LE POLITICHE SOCIALI NEL DECRETO LEGGE 18/2020 (Cura Italia)LE POLITICHE SOCIALI NEL DECRETO LEGGE 18/2020 (Cura Italia)
LE POLITICHE SOCIALI NEL DECRETO LEGGE 18/2020 (Cura Italia)Franco Pesaresi
 
Reddito di cittadinanza: un primo bilancio
Reddito di cittadinanza: un primo bilancioReddito di cittadinanza: un primo bilancio
Reddito di cittadinanza: un primo bilancioFranco Pesaresi
 
Assistenza agli anziani e long term care in Italia
Assistenza agli anziani e long term care in ItaliaAssistenza agli anziani e long term care in Italia
Assistenza agli anziani e long term care in ItaliaUneba
 
Regolamento per la disciplina dell'accesso ai servizi e alle prestazioni dell...
Regolamento per la disciplina dell'accesso ai servizi e alle prestazioni dell...Regolamento per la disciplina dell'accesso ai servizi e alle prestazioni dell...
Regolamento per la disciplina dell'accesso ai servizi e alle prestazioni dell...Cividale Civica
 
La sanità rischia la privatizzazione?
La sanità rischia la privatizzazione?La sanità rischia la privatizzazione?
La sanità rischia la privatizzazione?Franco Pesaresi
 
Reddito incondizionato
Reddito incondizionatoReddito incondizionato
Reddito incondizionatoPippo
 
L'ISEE nelle case di riposo e nelle RSA
L'ISEE nelle case di riposo e nelle RSAL'ISEE nelle case di riposo e nelle RSA
L'ISEE nelle case di riposo e nelle RSAFranco Pesaresi
 
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015Franco Pesaresi
 

La actualidad más candente (19)

Proposta inps
Proposta inpsProposta inps
Proposta inps
 
IL DIBATTITO CHE HA PORTATO AL NUOVO ISEE
IL DIBATTITO CHE HA PORTATO AL NUOVO ISEEIL DIBATTITO CHE HA PORTATO AL NUOVO ISEE
IL DIBATTITO CHE HA PORTATO AL NUOVO ISEE
 
Anziani e non autosufficienza: scenari evolutivi
Anziani e non autosufficienza: scenari evolutiviAnziani e non autosufficienza: scenari evolutivi
Anziani e non autosufficienza: scenari evolutivi
 
Pensioni
Pensioni Pensioni
Pensioni
 
COME SUPERARE GLI OSTACOLI DELL'INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
COME SUPERARE GLI OSTACOLI DELL'INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIACOME SUPERARE GLI OSTACOLI DELL'INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
COME SUPERARE GLI OSTACOLI DELL'INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
 
PROPOSTE PER L'INTRODUZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE ASSISTENZA ANZIANI
PROPOSTE PER L'INTRODUZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE ASSISTENZA ANZIANIPROPOSTE PER L'INTRODUZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE ASSISTENZA ANZIANI
PROPOSTE PER L'INTRODUZIONE DEL SISTEMA NAZIONALE ASSISTENZA ANZIANI
 
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...
Delega al Governo per la riforma del sistema pensionistico e principi di racc...
 
La spesa per l'assistenza in Italia. 2007
La spesa per l'assistenza in Italia. 2007La spesa per l'assistenza in Italia. 2007
La spesa per l'assistenza in Italia. 2007
 
DRIVERS - I sistemi di protezione sociale ben strutturati possono migliorare ...
DRIVERS - I sistemi di protezione sociale ben strutturati possono migliorare ...DRIVERS - I sistemi di protezione sociale ben strutturati possono migliorare ...
DRIVERS - I sistemi di protezione sociale ben strutturati possono migliorare ...
 
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
REDDITO DI CITTADINANZA E CONTRASTO ALLA POVERTA'
 
Questionario ue al_governo
Questionario ue al_governoQuestionario ue al_governo
Questionario ue al_governo
 
LE POLITICHE SOCIALI NEL DECRETO LEGGE 18/2020 (Cura Italia)
LE POLITICHE SOCIALI NEL DECRETO LEGGE 18/2020 (Cura Italia)LE POLITICHE SOCIALI NEL DECRETO LEGGE 18/2020 (Cura Italia)
LE POLITICHE SOCIALI NEL DECRETO LEGGE 18/2020 (Cura Italia)
 
Reddito di cittadinanza: un primo bilancio
Reddito di cittadinanza: un primo bilancioReddito di cittadinanza: un primo bilancio
Reddito di cittadinanza: un primo bilancio
 
Assistenza agli anziani e long term care in Italia
Assistenza agli anziani e long term care in ItaliaAssistenza agli anziani e long term care in Italia
Assistenza agli anziani e long term care in Italia
 
Regolamento per la disciplina dell'accesso ai servizi e alle prestazioni dell...
Regolamento per la disciplina dell'accesso ai servizi e alle prestazioni dell...Regolamento per la disciplina dell'accesso ai servizi e alle prestazioni dell...
Regolamento per la disciplina dell'accesso ai servizi e alle prestazioni dell...
 
La sanità rischia la privatizzazione?
La sanità rischia la privatizzazione?La sanità rischia la privatizzazione?
La sanità rischia la privatizzazione?
 
Reddito incondizionato
Reddito incondizionatoReddito incondizionato
Reddito incondizionato
 
L'ISEE nelle case di riposo e nelle RSA
L'ISEE nelle case di riposo e nelle RSAL'ISEE nelle case di riposo e nelle RSA
L'ISEE nelle case di riposo e nelle RSA
 
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
L'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia 2015
 

Similar a DISABILITA' Contratto di governo M5S - Lega: esegesi del capitolo 16

Non per cassa, per equità
Non per cassa, per equitàNon per cassa, per equità
Non per cassa, per equitàFabio Bolo
 
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'Franco Pesaresi
 
4 nove. richiesta di chiarimenti ue a silvio berlusconi al
4 nove. richiesta di chiarimenti ue a silvio berlusconi al4 nove. richiesta di chiarimenti ue a silvio berlusconi al
4 nove. richiesta di chiarimenti ue a silvio berlusconi alGenitore Attivo
 
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVIIRIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVIIFranco Pesaresi
 
Fondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliere
Fondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliereFondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliere
Fondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliereAssociazione Previnforma
 
SIA - Sostegno di Inclusione Attiva
SIA - Sostegno di Inclusione AttivaSIA - Sostegno di Inclusione Attiva
SIA - Sostegno di Inclusione AttivaLavoce.info
 
Health Online 59 - Gennaio / Febbraio 2024
Health Online 59 - Gennaio / Febbraio 2024Health Online 59 - Gennaio / Febbraio 2024
Health Online 59 - Gennaio / Febbraio 2024Health Italia S.p.A.
 
IL SETTORE SOCIALE NEL PNRR
IL SETTORE SOCIALE NEL PNRRIL SETTORE SOCIALE NEL PNRR
IL SETTORE SOCIALE NEL PNRRFranco Pesaresi
 
Piano nazionale non autosufficienza: un giudizio ambivalente in attesa della ...
Piano nazionale non autosufficienza: un giudizio ambivalente in attesa della ...Piano nazionale non autosufficienza: un giudizio ambivalente in attesa della ...
Piano nazionale non autosufficienza: un giudizio ambivalente in attesa della ...Franco Pesaresi
 
ASSEGNI DI CURA: SI CAMBIA?
ASSEGNI DI CURA: SI CAMBIA?ASSEGNI DI CURA: SI CAMBIA?
ASSEGNI DI CURA: SI CAMBIA?Franco Pesaresi
 
Welfare Aziendale Rassegna Stampa Welfare Company
Welfare Aziendale Rassegna Stampa Welfare CompanyWelfare Aziendale Rassegna Stampa Welfare Company
Welfare Aziendale Rassegna Stampa Welfare Companywelfarecompany
 
Rei presentazione - novembre-2017
Rei presentazione - novembre-2017Rei presentazione - novembre-2017
Rei presentazione - novembre-2017lavoroefuturo admin
 
Garanzia per i giovani
Garanzia per i giovaniGaranzia per i giovani
Garanzia per i giovaniParma Couture
 
Trust per persone disabili o fragili - La normativa
Trust per persone disabili o fragili - La normativaTrust per persone disabili o fragili - La normativa
Trust per persone disabili o fragili - La normativaUneba
 
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.  PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI. Franco Pesaresi
 
LA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANI
LA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANILA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANI
LA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANIFranco Pesaresi
 
PIANO NAZIONALE DOMICILIARITA' INTEGRATA
PIANO NAZIONALE DOMICILIARITA' INTEGRATAPIANO NAZIONALE DOMICILIARITA' INTEGRATA
PIANO NAZIONALE DOMICILIARITA' INTEGRATAFranco Pesaresi
 

Similar a DISABILITA' Contratto di governo M5S - Lega: esegesi del capitolo 16 (20)

Non per cassa, per equità
Non per cassa, per equitàNon per cassa, per equità
Non per cassa, per equità
 
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
ANZIANI. RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DEL PNRR, MA LA RIFORMA NON C'E'
 
4 nove. richiesta di chiarimenti ue a silvio berlusconi al
4 nove. richiesta di chiarimenti ue a silvio berlusconi al4 nove. richiesta di chiarimenti ue a silvio berlusconi al
4 nove. richiesta di chiarimenti ue a silvio berlusconi al
 
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVIIRIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
RIFORMA NON AUTOSUFFICIENZA: TRADIMENTI E RINVII
 
Fondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliere
Fondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliereFondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliere
Fondi pensione negoziali: un’opportunità da cogliere
 
SIA - Sostegno di Inclusione Attiva
SIA - Sostegno di Inclusione AttivaSIA - Sostegno di Inclusione Attiva
SIA - Sostegno di Inclusione Attiva
 
Health Online 59 - Gennaio / Febbraio 2024
Health Online 59 - Gennaio / Febbraio 2024Health Online 59 - Gennaio / Febbraio 2024
Health Online 59 - Gennaio / Febbraio 2024
 
Questionario ue al_governo
Questionario ue al_governoQuestionario ue al_governo
Questionario ue al_governo
 
IL SETTORE SOCIALE NEL PNRR
IL SETTORE SOCIALE NEL PNRRIL SETTORE SOCIALE NEL PNRR
IL SETTORE SOCIALE NEL PNRR
 
Piano nazionale non autosufficienza: un giudizio ambivalente in attesa della ...
Piano nazionale non autosufficienza: un giudizio ambivalente in attesa della ...Piano nazionale non autosufficienza: un giudizio ambivalente in attesa della ...
Piano nazionale non autosufficienza: un giudizio ambivalente in attesa della ...
 
ASSEGNI DI CURA: SI CAMBIA?
ASSEGNI DI CURA: SI CAMBIA?ASSEGNI DI CURA: SI CAMBIA?
ASSEGNI DI CURA: SI CAMBIA?
 
Welfare Aziendale Rassegna Stampa Welfare Company
Welfare Aziendale Rassegna Stampa Welfare CompanyWelfare Aziendale Rassegna Stampa Welfare Company
Welfare Aziendale Rassegna Stampa Welfare Company
 
Dossier Jobs Act
Dossier Jobs ActDossier Jobs Act
Dossier Jobs Act
 
Rei presentazione - novembre-2017
Rei presentazione - novembre-2017Rei presentazione - novembre-2017
Rei presentazione - novembre-2017
 
Garanzia per i giovani
Garanzia per i giovaniGaranzia per i giovani
Garanzia per i giovani
 
Trust per persone disabili o fragili - La normativa
Trust per persone disabili o fragili - La normativaTrust per persone disabili o fragili - La normativa
Trust per persone disabili o fragili - La normativa
 
Health Online - 15
Health Online - 15Health Online - 15
Health Online - 15
 
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.  PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
PRIME MISURE PER GLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI.
 
LA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANI
LA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANILA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANI
LA RIFORMA DELL'ASSISTENZA DOMICILIARE E IL SISTEMA NAZIONALE ANZIANI
 
PIANO NAZIONALE DOMICILIARITA' INTEGRATA
PIANO NAZIONALE DOMICILIARITA' INTEGRATAPIANO NAZIONALE DOMICILIARITA' INTEGRATA
PIANO NAZIONALE DOMICILIARITA' INTEGRATA
 

Más de Marco Campanini

Interrogazione sullo stato di manutenzione della Passerella ciclopedonale del...
Interrogazione sullo stato di manutenzione della Passerella ciclopedonale del...Interrogazione sullo stato di manutenzione della Passerella ciclopedonale del...
Interrogazione sullo stato di manutenzione della Passerella ciclopedonale del...Marco Campanini
 
BOLOGNA "PIU' FONDI PER LA VITA INDIPENDENTE, E L'ASSISTENZA PERSONALE"
BOLOGNA "PIU' FONDI PER LA VITA INDIPENDENTE, E L'ASSISTENZA PERSONALE"BOLOGNA "PIU' FONDI PER LA VITA INDIPENDENTE, E L'ASSISTENZA PERSONALE"
BOLOGNA "PIU' FONDI PER LA VITA INDIPENDENTE, E L'ASSISTENZA PERSONALE"Marco Campanini
 
Uso del termine "Persone con disabilità" in luogo di "handicappato" e sue dec...
Uso del termine "Persone con disabilità" in luogo di "handicappato" e sue dec...Uso del termine "Persone con disabilità" in luogo di "handicappato" e sue dec...
Uso del termine "Persone con disabilità" in luogo di "handicappato" e sue dec...Marco Campanini
 
RICHIESTA Streaming sedute Commissione Consiliare sulla Fusione
RICHIESTA Streaming sedute Commissione Consiliare sulla FusioneRICHIESTA Streaming sedute Commissione Consiliare sulla Fusione
RICHIESTA Streaming sedute Commissione Consiliare sulla FusioneMarco Campanini
 
[DIFFIDA] Comune ed ASL a rendere accessibile la Chiesa SS. Trinità
[DIFFIDA] Comune ed ASL a rendere accessibile la Chiesa SS. Trinità[DIFFIDA] Comune ed ASL a rendere accessibile la Chiesa SS. Trinità
[DIFFIDA] Comune ed ASL a rendere accessibile la Chiesa SS. TrinitàMarco Campanini
 
[VACCINAZIONI] Richiesta urgente convocazione commissione consiliare Servizi ...
[VACCINAZIONI] Richiesta urgente convocazione commissione consiliare Servizi ...[VACCINAZIONI] Richiesta urgente convocazione commissione consiliare Servizi ...
[VACCINAZIONI] Richiesta urgente convocazione commissione consiliare Servizi ...Marco Campanini
 
Commissioni consiliari sulla Fusione: le richieste del MoVimento
Commissioni consiliari sulla Fusione: le richieste del MoVimentoCommissioni consiliari sulla Fusione: le richieste del MoVimento
Commissioni consiliari sulla Fusione: le richieste del MoVimentoMarco Campanini
 
[FUSIONE] DALLA REGIONE STUDIO DI PRE-FATTIBILITA' IRRICEVIBILE
[FUSIONE] DALLA REGIONE STUDIO DI PRE-FATTIBILITA' IRRICEVIBILE[FUSIONE] DALLA REGIONE STUDIO DI PRE-FATTIBILITA' IRRICEVIBILE
[FUSIONE] DALLA REGIONE STUDIO DI PRE-FATTIBILITA' IRRICEVIBILEMarco Campanini
 
Abbattimento alberi sul territorio
Abbattimento alberi sul territorioAbbattimento alberi sul territorio
Abbattimento alberi sul territorioMarco Campanini
 
Mozione per la Diffusione della Mobilità Elettrica
Mozione per la Diffusione della Mobilità ElettricaMozione per la Diffusione della Mobilità Elettrica
Mozione per la Diffusione della Mobilità ElettricaMarco Campanini
 
Grandinata del 16 Aprile 2017 ed amianto
Grandinata del 16 Aprile 2017 ed amiantoGrandinata del 16 Aprile 2017 ed amianto
Grandinata del 16 Aprile 2017 ed amiantoMarco Campanini
 
Progetto Alborvitae per l'ampliamento del cimitero
Progetto Alborvitae per l'ampliamento del cimiteroProgetto Alborvitae per l'ampliamento del cimitero
Progetto Alborvitae per l'ampliamento del cimiteroMarco Campanini
 
Emendamenti al DUP e al Bilancio di Previsione 2017 - 2019
Emendamenti al DUP e al Bilancio di Previsione 2017 - 2019Emendamenti al DUP e al Bilancio di Previsione 2017 - 2019
Emendamenti al DUP e al Bilancio di Previsione 2017 - 2019Marco Campanini
 
Mozione per l'informazione, la pubblicizzazione e la trasparenza della region...
Mozione per l'informazione, la pubblicizzazione e la trasparenza della region...Mozione per l'informazione, la pubblicizzazione e la trasparenza della region...
Mozione per l'informazione, la pubblicizzazione e la trasparenza della region...Marco Campanini
 
Mozione per l'eliminazione dei Buoni Pasto
Mozione per l'eliminazione dei Buoni PastoMozione per l'eliminazione dei Buoni Pasto
Mozione per l'eliminazione dei Buoni PastoMarco Campanini
 
Interrogazione sul Piano di Emergenza Comunale
Interrogazione sul Piano di Emergenza ComunaleInterrogazione sul Piano di Emergenza Comunale
Interrogazione sul Piano di Emergenza ComunaleMarco Campanini
 
Mozione: Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Cost...
Mozione: Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Cost...Mozione: Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Cost...
Mozione: Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Cost...Marco Campanini
 
Mozione per il riconoscimento della Fibromialgia, della ME e della MCS
Mozione per il riconoscimento della Fibromialgia, della ME e della MCSMozione per il riconoscimento della Fibromialgia, della ME e della MCS
Mozione per il riconoscimento della Fibromialgia, della ME e della MCSMarco Campanini
 

Más de Marco Campanini (20)

Interrogazione sullo stato di manutenzione della Passerella ciclopedonale del...
Interrogazione sullo stato di manutenzione della Passerella ciclopedonale del...Interrogazione sullo stato di manutenzione della Passerella ciclopedonale del...
Interrogazione sullo stato di manutenzione della Passerella ciclopedonale del...
 
BOLOGNA "PIU' FONDI PER LA VITA INDIPENDENTE, E L'ASSISTENZA PERSONALE"
BOLOGNA "PIU' FONDI PER LA VITA INDIPENDENTE, E L'ASSISTENZA PERSONALE"BOLOGNA "PIU' FONDI PER LA VITA INDIPENDENTE, E L'ASSISTENZA PERSONALE"
BOLOGNA "PIU' FONDI PER LA VITA INDIPENDENTE, E L'ASSISTENZA PERSONALE"
 
Uso del termine "Persone con disabilità" in luogo di "handicappato" e sue dec...
Uso del termine "Persone con disabilità" in luogo di "handicappato" e sue dec...Uso del termine "Persone con disabilità" in luogo di "handicappato" e sue dec...
Uso del termine "Persone con disabilità" in luogo di "handicappato" e sue dec...
 
RICHIESTA Streaming sedute Commissione Consiliare sulla Fusione
RICHIESTA Streaming sedute Commissione Consiliare sulla FusioneRICHIESTA Streaming sedute Commissione Consiliare sulla Fusione
RICHIESTA Streaming sedute Commissione Consiliare sulla Fusione
 
Giardino della memoria
Giardino della memoriaGiardino della memoria
Giardino della memoria
 
[DIFFIDA] Comune ed ASL a rendere accessibile la Chiesa SS. Trinità
[DIFFIDA] Comune ed ASL a rendere accessibile la Chiesa SS. Trinità[DIFFIDA] Comune ed ASL a rendere accessibile la Chiesa SS. Trinità
[DIFFIDA] Comune ed ASL a rendere accessibile la Chiesa SS. Trinità
 
[VACCINAZIONI] Richiesta urgente convocazione commissione consiliare Servizi ...
[VACCINAZIONI] Richiesta urgente convocazione commissione consiliare Servizi ...[VACCINAZIONI] Richiesta urgente convocazione commissione consiliare Servizi ...
[VACCINAZIONI] Richiesta urgente convocazione commissione consiliare Servizi ...
 
Commissioni consiliari sulla Fusione: le richieste del MoVimento
Commissioni consiliari sulla Fusione: le richieste del MoVimentoCommissioni consiliari sulla Fusione: le richieste del MoVimento
Commissioni consiliari sulla Fusione: le richieste del MoVimento
 
[FUSIONE] DALLA REGIONE STUDIO DI PRE-FATTIBILITA' IRRICEVIBILE
[FUSIONE] DALLA REGIONE STUDIO DI PRE-FATTIBILITA' IRRICEVIBILE[FUSIONE] DALLA REGIONE STUDIO DI PRE-FATTIBILITA' IRRICEVIBILE
[FUSIONE] DALLA REGIONE STUDIO DI PRE-FATTIBILITA' IRRICEVIBILE
 
Abbattimento alberi sul territorio
Abbattimento alberi sul territorioAbbattimento alberi sul territorio
Abbattimento alberi sul territorio
 
Mozione per la Diffusione della Mobilità Elettrica
Mozione per la Diffusione della Mobilità ElettricaMozione per la Diffusione della Mobilità Elettrica
Mozione per la Diffusione della Mobilità Elettrica
 
Grandinata del 16 Aprile 2017 ed amianto
Grandinata del 16 Aprile 2017 ed amiantoGrandinata del 16 Aprile 2017 ed amianto
Grandinata del 16 Aprile 2017 ed amianto
 
Progetto Alborvitae per l'ampliamento del cimitero
Progetto Alborvitae per l'ampliamento del cimiteroProgetto Alborvitae per l'ampliamento del cimitero
Progetto Alborvitae per l'ampliamento del cimitero
 
Mozione Bandiera Lilla
Mozione Bandiera LillaMozione Bandiera Lilla
Mozione Bandiera Lilla
 
Emendamenti al DUP e al Bilancio di Previsione 2017 - 2019
Emendamenti al DUP e al Bilancio di Previsione 2017 - 2019Emendamenti al DUP e al Bilancio di Previsione 2017 - 2019
Emendamenti al DUP e al Bilancio di Previsione 2017 - 2019
 
Mozione per l'informazione, la pubblicizzazione e la trasparenza della region...
Mozione per l'informazione, la pubblicizzazione e la trasparenza della region...Mozione per l'informazione, la pubblicizzazione e la trasparenza della region...
Mozione per l'informazione, la pubblicizzazione e la trasparenza della region...
 
Mozione per l'eliminazione dei Buoni Pasto
Mozione per l'eliminazione dei Buoni PastoMozione per l'eliminazione dei Buoni Pasto
Mozione per l'eliminazione dei Buoni Pasto
 
Interrogazione sul Piano di Emergenza Comunale
Interrogazione sul Piano di Emergenza ComunaleInterrogazione sul Piano di Emergenza Comunale
Interrogazione sul Piano di Emergenza Comunale
 
Mozione: Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Cost...
Mozione: Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Cost...Mozione: Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Cost...
Mozione: Disegno di legge costituzionale di riforma della Parte II della Cost...
 
Mozione per il riconoscimento della Fibromialgia, della ME e della MCS
Mozione per il riconoscimento della Fibromialgia, della ME e della MCSMozione per il riconoscimento della Fibromialgia, della ME e della MCS
Mozione per il riconoscimento della Fibromialgia, della ME e della MCS
 

DISABILITA' Contratto di governo M5S - Lega: esegesi del capitolo 16

  • 1. CONTRATTO DI GOVERNO M5S - LEGA PARERE PRO VERITATE SUL CAPITOLO 16 “MINISTERO PER LE DISABILITA’” Esegesi giuridica sul Capitolo 16) denominato: “Ministero per le disabilità” Marco Campanini
  • 2. 1 PARERE PRO VERITATE SUL PROGRAMMA CONTRATTO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO CAPITOLO 16 PAGINA 31 DENOMINATO “Ministero per le disabilità” Con la presente trattazione si vuole offrire un parere pro veritate sul programma di governo M5S – Lega limitatamente al capitolo 16, titolato “Ministero per le disabilità”. Il contratto di governo è un documento che rappresenta l’insieme delle politiche programmatiche che i partiti che l’hanno stipulato s’impegneranno ad adottare nel corso della legislatura. Nella bozza presentata un capitolo è appositamente dedicato alle politiche sulla disabilità da attuare sul territorio nazionale. Trattandosi di un documento di sintesi, chiaramente non bisogna aspettarsi che siano delineate in maniera certosina le modalità applicative d’intervento, piuttosto, essendo un atto d’indirizzo politico- legislativo-amministrativo è fondamentale che nel documento siano enucleate, se non con dovizia di particolari, ma almeno a grandi linee, gli obiettivi da raggiungere. Il fenomeno della disabilità, si colloca in una pluralità di settori d’intervento, per cui un analisi non può prescindere dall’analizzare gli intendimenti per ciascun ambito in cui la disabilità s’incardina nel contesto sociale. Partendo da un analisi generale del testo, si evince di come i temi che concernono la disabilità siano stati suddivisi per paragrafi, secondo uno schema che prevede un evoluzione verticistica delle problematiche da affrontare. *** PRIMA PARTE – PAGINA 31 PRINCIPI ISPIRATORI “Uno Stato civile deve proteggere, tutelare, assistere e integrare chiunque abbia una disabilità”. Le parole proteggere e tutelare, non sono propriamente indicative della disabilità, posto che la disabilità non può essere considerata come una situazione particolare sub specie alla normalità, ma
  • 3. 2 anzi essa stessa è il frutto, di una condizione che segnala una società non perfettamente inclusiva, deficitaria dal punto di vista dell’integrazione. Assistere e integrare chiunque abbia una disabilità invece è una locuzione che si avvantaggia di due verbi non sconosciuti nel vasto panorama sulla disabilità. L’assistenza viene sovente richiamata come assistenza domiciliare, definizione che richiama il concetto di vita indipendente, nella sua forma di assistenza domiciliare indiretta. Con il termine integrare ci si riferisce a tutte quelle misure studiate per favorire l’inclusione della persona nella società. La frase di principio non denota una chiara rotta, sintomo anche del dualismo che contrappone gli schieramenti: i concetti chiave analizzati sono in netta antitesi e mostrano un atteggiamento conservatore al quale se ne sovrappone uno più progressista. *** “È fondamentale consolidare e rinnovare le politiche di protezione e inclusione dedicate alle persone con disabilità e finalizzate a garantirne un concreto ed efficace sostegno durante tutte le fasi della vita”. Anche tale paragrafo, ut supra, contiene una frase con indicazioni di principio, dove è rimarcato il dualismo imperante fin dalla prima frase. Consolidare e Rinnovare, Protezione e Inclusione, sono chiaramente azioni contrapposte che messe assieme non dicono quale sarà la direzione. L’unica nota positiva è che tali azioni messe in campo, saranno finalizzate a sostenere la persona durante tutta la sua esistenza. Che costituisca un preludio al superamento del concetto che la disabilità termina al compimento del sessantacinquesimo anno di età? Difficile dirlo. Il superamento dell’attuale sistema normativo che prevede il cambiamento di status per chi affetto da disabilità al raggiungimento del sessantacinquesimo anno di età, non può che essere un segnale positivo, essendo un aspetto da sempre criticato che rimanda ad un modello superato che ha pesanti ricadute nella vita delle persone. *** FONDI SULLA DISABILITA’ “Si prevede un generale rafforzamento dei fondi sulla disabilità e la non autosufficienza”. Tale frase si presume riferita al Fondo nazionale per la non autosufficienza, istituto nel 2006. A partire dal 2015 il fondo è stato trasformato in strutturale, e con la Legge di Bilancio 2017 la capienza è stata
  • 4. 3 incrementata di 50 milioni di euro, fino a prevedere l’assegnazione di 450 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2017. Il termine rafforzamento può indicare la volontà di procedere in tale direzione, con un ulteriore incremento. Il testo prosegue con l’attribuzione di uno scopo specifico al quale il fondo deve essere finalizzato: “al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, assicurando l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico”. In tal caso si direbbe esservi un ampliamento non solo della capienza, ma anche delle finalità rispetto quelle originarie per le quali è stato istituito. Il fondo originariamente era infatti destinato alle persone con gravissima disabilità e anziani non autosufficienti al fine di evitare fenomeni di istituzionalizzazione, ed inoltre doveva assicurare l’attuazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA). Dal 2014, una quota minoritaria del fondo pari a 10 milioni di euro, è stata destinata alla promozione di interventi in materia di vita indipendente. E’ presumibile ipotizzare che la frase riferita al rafforzamento del fondo per le suddette finalità vada ad incidere, in maniera positiva, sul quantum anche per quanto concerne tale frazione minoritaria. *** ISEE ED INDICATORI REDDITUALI Dopo un incipit incentrato sui principi che delineano l’agire del futuro governo, contenente riferimenti indeterminati sull’impiego del fondo per la non autosufficienza, segue un paragrafo riguardante gli indicatori reddituali per limitare l’accesso alle prestazioni sociali. “È necessario intervenire affinché i trattamenti assistenziali, previdenziali ed indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche, qualora attinenti a condizione di disabilità, siano esclusi tassativamente dal calcolo dell’ISEE o di altri indicatori reddituali, necessari per accedere ad agevolazioni o benefici”.
  • 5. 4 L’ISEE, riformato in senso peggiorativo dal governo Monti, fu al centro di una vera e propria battaglia sociale, ma in seguito alle proteste sollevate dalle associazioni di categoria, è stato nuovamente riformato con la Legge 26 maggio 2016, n. 89 che ha recepito la giurisprudenza del giudice amministrativo. Rispetto a quanto già recepito dalla normativa che ha fatto proprie le prescrizioni contenute nelle sentenze del Consiglio di Stato, il testo oggetto della presente trattazione, ha indubbie migliorie. Anzitutto, dal tenore letterale, si evince un esclusione tout court rispetto ad ogni agevolazione o beneficio richiesto, dell’utilizzo dell’ISEE o di ogni altro indicatore reddituale. Con quest’ultima locuzione, si garantisce che il cambio di nomen iuris, non potrà avere alcuna conseguenza applicativa. Ciò che avvalora ancora di più l’intenzione del futuro legislatore, è la presenza dell’aggettivo “tassativamente”, che indica la perentorietà che non ammette eccezioni e deroghe di sorta. Questa norma di per sé ha una valenza di portata epocale, in quanto nonostante la novella introdotta in seguito alle sentenze, l’ISEE, quale strumento di limitazione all’accesso per le prestazioni sociali agevolate, con riferimento alla disabilità continua ad applicarsi. *** ASSEGNO DI INVALIDITA’ CIVILE “Con riferimento all’indennità di invalidità civile, proponiamo il suo innalzamento e l’adeguamento alla pensione sociale.” Una delle novità più attese, promesse in campagna elettorale dalla Lega e dal MoVimento 5 Stelle, è l’innalzamento della pensione d’invalidità. Il testo parla d’adeguamento dell’indennità di invalidità civile, alla pensione sociale. Con il termine indennità d’invalidità civile si deve fare riferimento alla pensione per invalidi civili totali e all’assegno mensile previsto per invalidi civili parziali, il cui importo per il 2018 ammonta in entrambi i casi a 282,55 euro. Il termine pensione sociale trova corresponsione con l’istituto dell’assegno sociale. L’importo previsto per il 2018 è pari a 453,00 euro per tredici mensilità. Di conseguenza, l’aumento, promesso in campagna elettorale dai due schieramenti può dirsi chiaramente disatteso. Doglianze sollevate da più parti fanno inoltre riferimento alla natura dell’aumento. Trattandosi di un finanziamento dato a pioggia non terrebbe conto dei bisogni assistenziali della persona: paura, in questo caso, più che legittima.
  • 6. 5 Altra questione riguarda il fatto che, attualmente, la pensione d’invalidità è un sussidio erogato solo se non si supera un determinato limite reddituale annuo, previsto per il 2018, in 16.664,36 euro, per coloro che hanno lo status di invalidi civili totali, e di 4.853,29 euro, per coloro che percepiscono l’assegno mensile di invalidi civili parziali. Di conseguenza, persone con disabilità con un attività lavorativa, a tempo pieno, sarebbero di fatto esclusi dall’aumento. Riteniamo però che tale ultima preoccupazione sia infondata. Dalla lettura del combinato disposto, del paragrafo in discorso, con quello precedente, che esclude che vadano impiegati, rispetto ad ogni agevolazione o beneficio richiesto attinente alla disabilità, l’utilizzo dell’ISEE o di ogni altro indicatore reddituale, è possibile ipotizzare l’eliminazione delle limitazioni reddituali dalla corresponsione degli assegni d’invalidità. Sempre riguardo la pensione d’invalidità, si segnala, infine, che nel 2018, grazie allo sblocco della rivalutazione ISTAT e della perequazione automatica, sarà rivalutata del 1,1%, passando da 279,47 euro a 282,54 euro. *** INDICAZIONI LEGISLATIVE E POLITICHE “Bisogna dare completa attuazione alla Convenzione O.N.U. sul diritto alle persone con disabilità, procedendo ad una completa revisione delle leggi esistenti e garantendo che ogni scelta del legislatore si collochi sempre nell’ambito di una piena consapevolezza che “le persone con disabilità includono quanti hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri”. Tale paragrafo da un indicazione di come dovrà porsi l’intervento legislativo nell’attuale ordinamento. Le priorità indicate vanno nella direzione, già avviata, di dare piena attuazione alle disposizioni contenute nella Convenzione O.N.U. A tale obiettivo, segue la necessità di una riforma globale della stratificazione normativa che si è creata sull’argomento. L’azione di governo richiamata, di completa revisione dell’attuale sistema normativo, potrebbe quindi significare l’esigenza di adottare un Testo Unico sulla disabilità, id est, un sistema organico contenente il complesso delle disposizioni vigenti per la tutela dei diritti della persona con disabilità. Un attuale esempio, di riordino e semplificazione legislativa, unico nel panorama italiano, è la Legge Regionale della Toscana n. 60 del 18 Ottobre 2017, “Disposizioni generali sui diritti e le politiche
  • 7. 6 per le persone con disabilità”, che ha voluto riunire le centinaia di disposizioni regionali in tema di disabilità che si sono stratificate nel corso degli anni, con l’obiettivo di arrivare ad un generale riordino. Al termine del paragrafo si richiama la definizione di disabilità contenuta nella Convenzione O.N.U., non essendovi una definizione comune di disabilità a livello europeo, la stessa può costituire un ottimo punto di partenza, in quanto, secondo tale definizione la disabilità diviene non una condizione personale, bensì una condizione dettata dall’interazione con un ambiente non accogliente. Il paragrafo successivo continua con l’affermazione per cui: “per assicurare protezione e inclusione ai soggetti con disabilità o non autosufficienti è necessario superare la frammentazione dell’intervento pubblico nazionale e locale, attraverso una governance coordinata e condivisa sugli interventi e la messa in rete degli erogatori degli interventi”. L’indicata necessità di superare la frammentazione dell’intervento pubblico, fa presumere che la disabilità sia esclusa dalle politiche federaliste capofila di una delle due parti contraenti; d’altronde non potrebbe essere altrimenti, tale decisione non può che rappresentare un preludio alla volontà d’istituire un apposito dicastero. In base all’attuale formulazione del paragrafo, soggetti destinatari degli interventi coordinati, oltre le persone con disabilità, sono indicati anche, coloro che si ritrovano in una condizione di non autosufficienza. Nel nostro paese si evidenzia la difficoltà di trovare una definizione univoca e condivisa di non autosufficienza che vada bene in qualsiasi ambito d’intervento, e che consenta di ricomprendere al suo interno le molteplici definizioni rinvenibili nell’ordinamento (inabilità, invalidità, disabilità, ecc.); indi per cui, il ricorso all’accezione più ampia possibile, non può che essere una buona cosa. *** AUSILI ED AGEVOLAZIONI “Bisogna assicurare il tempestivo aggiornamento delle agevolazioni per l’acquisto di beni e ausili per le persone con disabilità”. Se rimaniamo nel campo delle agevolazioni fiscali per l’acquisto di beni e ausili, sono tali le agevolazioni fiscali IVA e le detrazioni IRPEF.
  • 8. 7 Tuttavia, in questo caso le parti contraenti, parlano espressamente della necessità di assicurare il tempestivo aggiornamento delle agevolazioni, senza indicare a quali agevolazioni si riferisce l’aggiornamento in discorso, se sia limitato a quelle fiscali, oppure, se la fattispecie ricomprenda gli ausili (impropriamente intesi come agevolazioni) che rientrano nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Una delle questioni venute alla ribalta nel corso della XVII legislatura ha riguardato appunto, la necessità di aggiornare, il nomenclatore tariffario, vale a dire, il documento del Ministero della salute, con il quale si stabiliscono la tipologia e le modalità per la fornitura di protesi e ausili. Secondo il decreto ministeriale 27 agosto 1999 n. 332 il prontuario protesico avrebbe dovuto essere aggiornato con cadenza almeno triennale, tuttavia per molto tempo, fino all’entrata in vigore del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 12 Gennaio 2017, non si è provveduto a tale adempimento. Una politica che assicuri l’aggiornamento tempestivo del nomenclatore-tariffario consentirebbe alle persone con disabilità di poter usufruire di prestazioni, protesi e ausili tecnologicamente al passo con i tempi. Rimane dunque la vexata questio su cosa debba intendersi con il termine agevolazioni. *** Conclusa la prima parte della lettera d’intenti delle due forze politiche, di natura legislativa, contenente l’indicazione dei principi generali a cui deve ispirarsi l’azione di governo, e barlumi dell’assetto normativo, si passa alla seconda parte, di natura soggettiva, concernente l’atto pratico della vita delle persone non autosufficienti. Omnicomprensiva degli aspetti che contemplano l’intera esistenza dell’essere umano, la seconda parte attiene alla scuola, alle problematiche inerenti l’accesso nel mondo del lavoro, fino ad arrivare alla tematica dell’accessibilità dei luoghi che ricomprende, lato sensu, anche le soluzioni studiate per favorire la vivibilità delle abitazioni, e tutte quelle politiche abitative che prevedano nuovi approcci come l’housing sociale. *** SECONDA PARTE – PAGINA 32 INTEGRAZIONE SCOLASTICA
  • 9. 8 “Deve essere garantita l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, attraverso una migliore specializzazione degli insegnanti per il sostegno e l’implementazione della loro presenza in aula. Si dovranno individuare percorsi di aggiornamento per i docenti curricolari e per tutte le figure presenti nella scuola. È necessario un intervento culturale di contrasto ai pregiudizi sulle disabilità, assicurando che nel percorso didattico vi siano dei momenti di ascolto e incontro con la disabilità, anche con il coinvolgimento delle associazioni dei disabili”. Quanto riferito sull’integrazione scolastica, non aggiunge molto rispetto a quanto già previsto nell’assicurare il diritto all’istruzione. Attualmente la presenza in aula dell’insegnante di sostegno, trova come unico limite ragioni di bilancio, e questo, nonostante la sentenza della Consulta n. 80 del 2010 abbia dichiarato incostituzionale il limite al sostegno degli alunni con disabilità. Al fine di non pregiudicare il diritto fondamentale all’inclusione scolastica e all’istruzione, si è proceduto in deroga, prevedendo l’assegnazione di ore aggiuntive di sostegno in tutti quei casi in cui non era possibile fare fronte alle necessità degli alunni. Per l’anno scolastico 2017/2018 secondo i calcoli dell’Osservatorio dei diritti della scuola, 47 mila insegnanti di sostegno su 150 mila necessari sono stati “in deroga”: non rientravano cioè nell’organico di diritto ma venivano autorizzati annualmente in base al fabbisogno, il tutto chiaramente a svantaggio degli stessi alunni con disabilità che non hanno potuto contare su personale a sufficienza, ma nemmeno, laddove presente, dell’ausilio di docenti con un adeguata attività di formazione, potendo, la supplenza, essere conferita ad insegnanti senza titolo. Premessa tale situazione emergenziale, si tratta di capire, come verrà attuata dal nuovo governo l’implementazione della presenza in aula degli insegnanti di sostegno. Senza adeguati fondi è difficile immaginare il ripristino dell’intero fabbisogno organico nazionale. L’importanza dell’inclusione scolastica viene rimarcata al capitolo 22 del Programma di Governo Pagina 42), appositamente dedicato alla scuola, dove si specifica: “Una scuola che funzioni realmente ha bisogno di strumenti efficaci che assicurino e garantiscano l’inclusione per tutti gli alunni, con maggiore attenzione a coloro che presentano disabilità più o meno gravi, ai quali va garantito lo stesso insegnante per l’intero ciclo”.
  • 10. 9 “Intendiamo garantire la presenza all’interno delle nostre scuole di docenti preparati ai processi educativi e formativi specifici, assicurando loro la possibilità di implementare adeguate competenze nella gestione degli alunni con disabilità e difficoltà di apprendimento.” Molto probabilmente al primo capoverso si fa riferimento a quei strumenti che sono necessari per assicurare l’autonomia e la comunicazione delle persone con disabilità, aspetto di tipo organizzativo fondamentale per assicurare nel caso di gravi disabilità un inclusione effettiva. Altro punto fondamentale, non specificatamente indicato nel capitolo 16 riguardante la disabilità, è la necessità di garantire il mantenimento dello stesso docente per l’intero ciclo di studi, per gli alunni che presentano disabilità più o meno gravi. Il che può essere tradotto in un divieto implicito di cambiare docente per quella tipologia di studenti. Segue, sempre nel secondo capoverso del capitolo 22 dedicato alla scuola, il richiamo alla necessità che i docenti abbiano una formazione specifica e seguano percorsi di aggiornamento. Aspetto interessante è il fatto che i corsi di aggiornamento professionale siano obbligatori sia per la gestione degli alunni con disabilità, sia per la gestione di coloro che hanno difficoltà di apprendimento, si pensi ad esempio a quei soggetti che presentano disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) come la disgrafia, dislessia, o la discalculia. Rimanendo nell’ambito dell’inclusione scolastica, si parla di prevedere un intervento culturale di contrasti ai pregiudizi sulla disabilità, da raggiungere anche attraverso il coinvolgimento delle associazioni di categoria, mediante la predisposizione all’interno del percorso didattico di momenti di ascolto e incontro con la disabilità. *** INCLUSIONE LAVORATIVA “Bisogna fare una ricognizione dello stato di attuazione della legge 68/99 sul collocamento al lavoro delle categorie protette, con una particolare attenzione per le disabilità gravi, assicurandone il rispetto nel pubblico e incentivando le assunzioni nel settore privato e, se necessario, contemplando percorsi lavorativi specifici per disabilità fisiche e/o psichiche.” In questo caso non si fa menzione di alcun cambio normativo, si evidenzia al contrario la necessità di una ricognizione sullo stato di attuazione della legge 68/99 sul collocamento mirato e l’integrazione lavorativa delle persone disabili.
  • 11. 10 Quanto previsto, sembra andare nella stessa direzione delineata dal Programma di Azione Biennale sulla Disabilità del 2016, che prevede l’adozione di politiche attive del lavoro, tra le quali spiccano: una ridefinizione dei criteri di distribuzione dei fondi previsti dalla Legge n. 68/99 ed altre misure che prevedano l’istituzione di apposite figure (OND, Ufficio antidiscriminazione o di parificazione, disability manager, ecc..) in seno le realtà aziendali. Si auspica, inoltre, che la riforma dei centri per l’impiego prevista dal governo M5S – Lega possa essere, in questo senso, d’aiuto, ed aggiungersi a quanto già previsto dalla legislazione vigente. Ad oggi, la quota delle persone con disabilità collocata è molto bassa: sono poche le imprese che rispettano la quota di riserva e adempiono all’obbligo di assunzione. Allo scopo, il decreto attuativo del Jobs Act d. lgs. n. 151/2015, all’art. 8 ha previsto, l’attivazione di una banca dati specifica sul collocamento mirato finalizzato a rafforzare i controlli e migliorare gli interventi. L’utilità di tale misura, inserita nella Banca dati politiche attive e passive, è comunque tutta da verificare, in quanto viene istituita senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. *** ACCESSIBILITA’ “È necessario garantire l’accessibilità di luoghi, beni e servizi attraverso un effettivo abbattimento delle barriere architettoniche, contemplando anche un audit civico nella realizzazione di opere pubbliche.” L’abbattimento delle barriere architettoniche per consentire l’accesso a luoghi, beni e servizi deve essere effettivo, così recita il contratto di governo. La normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche è già completa, rimane il problema di come ottenere la sua effettiva attuazione. Nel caso di specie, una soluzione potrebbe essere l’inasprimento delle sanzioni, oppure l’aumento dei controlli sul rispetto della normativa vigente. Su quest’ultimo aspetto, salvo il richiamo ad un audit civico per la realizzazione delle opere pubbliche, non v’è altro. Una misura senza costi aggiuntivi per la finanza pubblica e di sicuro impatto, potrebbe rilevarsi invece, quella di rendere effettivo il commissariamento di quei Comuni che non adempiono all’obbligo di adottare il PEBA (Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche). Non essendovi alcuna indicazione su come raggiungere l’obiettivo prefissato, salvo quanto detto, non possiamo fare altro che constatare la generale indeterminatezza del paragrafo.
  • 12. 11 *** POLITICHE ABITATIVE “Occorre implementare una “politica per la vita indipendente” che favorisca l’accesso delle persone con disabilità ad abitazioni di recente concezione o costruzione. Servono politiche di housing sociale che coinvolgano il privato e introducano, negli oneri di urbanizzazione, quote da riservarsi alle persone con disabilità.” Nella prima parte del suddetto paragrafo dedicato alle politiche abitative, si fa riferimento all’accessibilità delle abitazioni private di recente costruzione che devono essere costruite a norma, nulla di quanto in realtà non sia già previsto. Il secondo paragrafo invece attiene alle politiche di edilizia abitativa sociale, le quali, secondo quanto può essere desunto dal testo, devono essere finanziate dal privato, anche mediante la destinazione di una quota degli oneri di urbanizzazione riservata alle persone con disabilità. Le leggi regionali più avanzate, prevedono già l’obbligo per i Comuni di destinare una quota delle entrate derivanti dagli oneri di urbanizzazione all’abbattimento delle barriere per opere, edifici e impianti esistenti che siano già di competenza degli enti comunali stessi. E’ tale la Legge regionale n. 6 del 20 Febbraio 1989 della Regione Lombardia che prevede la destinazione di una quota non inferiore al 10% degli oneri di urbanizzazione, stesse soglie sono previste dalla Regione Molise, per altre invece nulla è disposto. La situazione sotto il profilo comparativo a livello regionale si presenta dunque estremamente frastagliata. Sulle politiche abitative si continua con il successivo paragrafo, il quale dispone che: “Bisogna favorire il cohousing e organizzare corsi di formazione specifica, tenuti da personale sanitario e tramite incontri di automutuoaiuto, per aumentare conoscenze e competenze dei caregivers”. L’indicazione contenuta nel presente paragrafo, contiene diversi temi che richiedono una trattazione distinta: da un lato si continua sulle politiche abitative citando l’esempio del cohousing, dall’altro si accenna alla tematica dei caregivers.
  • 13. 12 Per quanto riguarda il primo tema, se l’obiettivo è quello di dare piena attuazione alla Convenzione Onu, non possiamo esimerci dall’osservare che il cohousing contrasta, almeno in linea di principio, col diritto della persona con disabilità a scegliere dove vivere e con chi vivere come sancisce la convenzione stessa. Certamente vi sono esempi di cohousing, dove la persona con disabilità pur vivendo nello stesso contesto con altri, vive in piena autonomia nella massima riservatezza, in spazi propri che all’occorrenza, in caso di bisogno, possono essere condivisi. Queste sono di sicuro nuove forme abitative che si allontanano dall’istituzionalizzazione vera e propria, e che, si avvicinano a quanto disposto dell’art. 19 della Convenzione ONU. *** CAREGIVERS Sul tema dei caregivers, il contratto di governo fa riferimento alla necessità di organizzare corsi di formazione specifica da parte di personale sanitario, al fine di aumentare le competenze di coloro che sono tenuti ad assistere la persona. La Regione Emilia-Romagna è stata la prima in Italia a dotarsi di una legislazione specifica (legge regionale n. 2 del 2014) che prevedesse il riconoscimento giuridico della figura, e solo nel 2017 sono state pubblicate le linee attuative della legge. Oltre il riconoscimento giuridico del caregiver, la previsione di iniziative d’informazione, formazione e aggiornamento, l’aggiunta d’incontri di Auto Muto Aiuto, non è previsto nulla di concreto per il sostegno al lavoro di cura. Rimangono per tanto escluse dalla normativa regionale dell’Emilia Romagna le tutele previdenziali, come ad esempio il riconoscimento a fini pensionistici del periodo effettivamente prestato per l‘attività di cura e di assistenza, chiesto a gran voce dalle associazioni di categoria. Sul riconoscimento della figura del caregiver giace in parlamento un Disegno di Legge che ha unificato le tre diverse proposte di legge (la n. 2048, 2128 e 2266), presentate da schieramenti politici trasversali, segno dell’importanza che nel dibattito parlamentare ha assunto la tematica. La poca attenzione sul tema, dedicata al contratto di governo, pone pertanto delle legittime perplessità. Ad abundantiam, l’approvazione di una proposta di legge simile a quella emiliano romagnola, non farebbe altro che portare all’emanazione dell’ennesima legge manifesto, buona sulla carta, ma sostanzialmente vuota sul fronte delle tutele, tant’è vero che le associazioni che tutelano le persone
  • 14. 13 con disabilità chiedono l’introduzione, nel disegno di legge unificato giacente in parlamento, degli emendamenti riconducibili al DdL n. 2128, che prevedeva un sostegno concreto e reale nei confronti di chi quotidianamente si sacrifica per garantire l’assistenza a un proprio familiare. *** ACCESSIBILITA’ DELLE INFORMAZIONI “È necessario garantire la completa accessibilità dei contenuti e documenti della Pubblica Amministrazione, in ottemperanza alla Direttiva UE 2016/2102 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 26 ottobre 2016, relativa all’accessibilità dei siti web e delle applicazioni mobili degli enti pubblici.” Sull’accessibilità dei siti istituzionali delle pubbliche amministrazioni vi è una corposa, legislazione, precedente l’entrata in vigore della Direttiva UE del 2016: si veda al riguardo la cosiddetta Legge Stanca, n. 4 del 2004 recante “Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici” che definisce le linee guida di accessibilità dei siti web pubblici o d’interesse pubblico. Esistono inoltre le raccomandazioni internazionali (WCAG 2.0) del W3C (World Wide Web Consortium) con l’invito esteso ai 27 paesi membri della Commissione europea di adottare tali raccomandazioni, in seguito al quale si è reso necessario aggiornare il DM 8 del Luglio 2005 recante i “Requisiti tecnici, i diversi livelli per l’accessibilità agli strumenti informatici”. Le criticità ancora una volta fanno riferimento alla mancanza di fondi per rendere accessibili le informazioni e i siti web della PA. L’Agenzia per l’Italia Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha rimarcato inoltre la necessità che le nuove tecnologie digitali, siano inquadrate nell’ottica della progettazione universale garantendo la fruibilità senza discriminazione a tutti i soggetti, a tal proposito si segnala l’emanazione di diverse linee guida. Tra queste è importante l’ultima Circolare, n. 3 del 2017, dell’AgID che fa riferimento all’accessibilità dei servizi allo sportello e dei servizi online, che devono essere garantiti anche ricorrendo ad “accomodamenti ragionevoli”, concetto introdotto dalla stessa Convenzione ONU. Sulla materia esistono quindi una pletora di disposizioni normative sulla cui attuazione ed applicazione si dovrebbe vigilare. Una soluzione efficace potrebbe essere la predisposizione di sanzioni per le amministrazioni inadempienti.
  • 15. 14 *** DICASTERO SULLA DISABILITA’ “Inoltre, al fine di dare adeguata rappresentanza alla disabilità nell’agenda politica, ci impegniamo ad istituire un dicastero dedicato.” Il punto di maggiore rilevanza politica dell’attuale contratto di governo M5S Lega, che più di tutti ha fatto discutere, è sicuramente quello che prevede l’indicazione della volontà di istituire un Dicastero specifico che si occupi del tema della disabilità, attraverso il quale si vuole dare “adeguata rappresentanza alla disabilità nell’agenda politica”. Su tale punto le associazioni di categoria si sono divise. Da un lato c’è chi ha fatto rilievi di natura culturale, eccependo che l’istituzione di un dicastero dedicato, non farebbe altro che accentuare la percezione della disabilità intesa come diversità: dicotomia da rigettare con forza, in quanto presuppone una discriminazione sociale implicita nello stato patologico della persona. Dall’altro lato c’è chi, pur allontanandosi da questioni puramente filosofiche e culturali, ha apprezzato l’indicazione di un dicastero. Prima di lasciarci trascinare dai facili entusiasmi, occorre precisare che sul dicastero nulla viene detto in merito ai compiti che sarà chiamato a svolgere, e ai poteri di cui sarà dotato. Dobbiamo segnalare che esiste già un organismo ministeriale, come l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, istituito ai sensi dell’art. 3 della Legge 3 marzo 2009 n. 18 ed insediato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che svolge funzioni consultive e di supporto tecnico scientifico per la definizione delle politiche nazionali sulla disabilità. Ma al di là di questo, la volontà di proporre un apposito organismo ministeriale sulla disabilità non è nuova nel panorama italiano, basti ricordare la proposta avanzata nel 2013 nel corso della XVII legislatura, di istituire l’Autorità garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità. La proposta del 2013 è particolarmente interessante, in quanto prevedeva, l’istituzione di tale autorità, a Roma, con la presenza di garanti dislocati in sedi decentrate da collocare in ogni regione e provincia. Particolarità di rilievo, erano i poteri riconosciuti in capo all’autorità e ai suoi organismi. Tra questi, si evidenziavano poteri di controllo, di intervento sostitutivo e sanzionatorio nei confronti di qualsiasi comportamento discriminatorio o, comunque, lesivo dei diritti della persona con disabilità.
  • 16. 15 Con tale proposta di legge si voleva pertanto istituire un organismo amministrativo che consentisse l’effettiva tutela dei diritti costituzionalmente garanti ai disabili, che oggi trovano riconoscimento unicamente dalla possibilità di adire l’Autorità giudiziaria. Un dicastero specifico sulla disabilità, se limitato ad attività di coordinamento, e non dotato di poteri di controllo, d’intervento sostitutivo o sanzionatori rischia di diventare l’ennesimo carrozzone italiano. *** GARANTE REGIONALE PER LA PERSONA CON DISABILITA’ “Si dovrà infine garantire un’adeguata rappresentanza anche attraverso l’istituzione di un Garante regionale quale figura di riferimento in caso di inadempienze e violazioni dei diritti delle persone con disabilità”. Quest’ultimo paragrafo continua con la linea dettata dal precedente, evidenziando la necessità di una figura, questa volta a livello regionale, che, oltre a garantire un adeguata rappresentanza, fornisca tutela in caso di violazioni dei diritti. Il legislatore, facendo tesoro dei risultati positivi ottenuti dalla Difesa civica regionale nel ridurre il contenzioso, in generale, e nel garantire il riconoscimento effettivo dei diritti di tutte le persone, con particolare riguardo a quelle che si trovano in condizioni di fragilità, ha istituto in alcune regioni una figura simile appositamente dedicata alle istanze che riguardano le persone con disabilità. L’esigenza di avere tale figura è figlia di una realtà che spesso vede la negazione di diritti costituzionalmente garantiti ai disabili, per cause dovute, a disfunzioni, disservizi, inadempienze ed ostacoli di natura meramente burocratica. La figura del garante è già presente in alcune regioni del sud. La prima a dotarsi dell’ufficio del Garante della persona con disabilità, è stata la Sicilia, con legge regionale n. 47 del 10 Agosto 2012, seguita dalla Puglia, e dalla Regione Campania. Dall’esperienza regionale, la figura del garante è stata presa come esempio e riproposta in contesti territoriali minori come i Comuni. Tali “laboratori” di tutela e riconoscimento dei diritti civili e sociali costituiscono buone pratiche che andrebbero riprese ed estese su tutto il territorio nazionale, se non altro perché la loro adozione consente, dove proficuamente adottate, di ridurre il contenzioso giudiziario.
  • 17. 16 Per questo motivo, non può che essere vista con favore la volontà d’imporre l’istituzione di tali figure a livello regionale. *** COSA MANCA Alla luce di quanto detto, dopo una disamina del testo e delle misure messe in campo, passiamo ad analizzare la bozza del contratto di governo nella sua interezza tirando le conclusioni, partendo da quello che manca. Le associazioni di categoria hanno fatto rilevare che non tutti i temi sono stati affrontati, alcuni seppur di rilevanza pregnante, sono del tutto assenti, vedasi il tema del Dopo di Noi, oppure quello relativo al Terzo settore; altre critiche invece hanno riguardato il fatto che ad altri temi sia stata data solo un importanza marginale, come lo spazio riservato al sostegno della figura del caregiver. Punti non dibattuti, sulla cui mancanza sono stati sollevati dubbi, e che inficiano la credibilità dell’intero programma, riguardano la mancanza di cifre e l’indicazione delle coperture necessarie, tradotto in soldoni quanto si spende e dove trovare le risorse, nonché l’assenza di una roadmap degli obiettivi. Iniziando dalla tematica sul Dopo di Noi non concordiamo con quanto evidenziato dalle associazioni di categoria, vero è che la stessa non viene citata esplicitamente, ma possiamo supporre sia ricompresa nella volontà di dare attuazione alla vita indipendente. D’altronde, dal testo traspare un generale cambio di politica, che richiama un autodeterminazione della persona. Il riferimento continuo alla Convenzione ONU, depone in questa direzione, in favore di una generale deistituzionalizzazione della persona. Nel programma si parla inoltre di cohousing, e housing sociale: con ogni probabilità tali progetti saranno destinati, con priorità, alle persone con disabilità per le quali il sostegno dei genitori sia venuto a mancare. Sulla mancanza di un qualsiasi riferimento all’associazionismo e al terzo settore, il cui ruolo è cruciale nella gestione della disabilità, riteniamo non sia il caso di creare allarmismi. Tale mancanza è stata inoltre evidenziata come una grave lacuna che riguarda l’intero programma, da analisi comparse in rete è emerso di come dal testo siano state espunte parole come: associazionismo, no-profit, terzo settore, volontariato, impresa sociale.
  • 18. 17 Il MoVimento è notoriamente noto per le sue politiche proattive di democrazia diretta, che chiamano il cittadino alla mobilitazione, la Lega per il forte radicamento sul territorio, dunque il mancato richiamo non necessariamente sta ad indicare la volontà di non sostenere le imprese sociali; il forte associazionismo è sempre stato un valore aggiunto del paese, non curarsene, non gioverebbe di certo alla collettività. Ulteriore elemento al quale è stata data poca considerazione riguarda la tematica del caregiver, su questo punto non aggiungo nient’altro e vi invito a rileggere le considerazioni fatte. Altre critiche sulla mancata indicazione delle coperture necessarie afferiscono ad aspetti prettamente economici, ma a nostro avviso sono considerazioni che riguardano l’intero programma elettorale e non specificamente la disabilità. Un altro aspetto oggetto di critiche è la mancanza di un cronoprogramma con l’indicazione delle singole fasi, cosa che non consente di verificare la congruenza logica dell’intero progetto messo in piedi. E’ verosimile ritenere che quanto scritto nel contratto di governo vada realizzato entro il termine della legislatura, ma non c’è dato saperlo. *** CONSIDERAZIONI FINALI Dell’attuale programma di governo c’è chi ha parlato di neostatalismo, per evidenziare che viene posta in risalto la centralità della pubblica amministrazione. L’abbandono delle politiche neoliberiste, che si sono susseguite negli ultimi anni, nell’ambito della disabilità, non può che essere visto con generale favore. Pensiamo all’introduzione del nuovo ISEE, alla compartecipazione alle spese per l’assistenza domiciliare a persone con gravissima disabilità acquisita, fattore esistente in alcune regioni, ecc., sono tutti provvedimenti che non hanno fatto altro che ridurre e minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, fiducia che va ritrovata, se non altro, per rinsaldare il collegamento con quel tessuto sociale a rischio di marginalità. In fatto di politiche per la disabilità il nostro ordinamento ha conosciuto un evoluzione continua segnata da alcuni punti cardine, Legge 104 del 1992, Convenzione ONU ratificata dall’Italia con Legge n. 18 del 2009. Normative queste, che hanno dettato al legislatore la strada da seguire, ponendo al centro della persona, la sua piena autonomia. Ma a fianco di nuovi paradigmi, in antitesi a tale evoluzione, si
  • 19. 18 registrava contemporaneamente, nel paese, un involuzione dei diritti sociali, oggetto di una forte compromissione orientata dal primato delle esigenze di bilancio sui diritti costituzionalmente garantiti. La celebre sentenza n. 275 del 2016 della Corte costituzionale ha di fatto posto le basi per il superamento della deriva neoliberista, che impone l’austerità fiscale, per mere ragioni di disponibilità finanziarie. L’effettiva tutela di diritti costituzionalmente sanciti non condiziona l’equilibrio di bilancio non potendo venir meno la loro doverosa erogazione, così la Consulta. In estrema sintesi si può dire che la strada dettata ormai da tempo dai giudici è una strada che ha sconfessato totalmente un legislatore disattento e pervicace nell’inseguire il primato delle ragioni di bilancio sul welfare sociale. Di positivo, il contratto di governo M5S – Lega, sembra voler seguire i dettami della giurisprudenza più avveduta, segnando al contempo, una netta discontinuità con la voluntas legis più recente. Il paradigma su cui sembra ergersi la compagine normativa delineata dal contratto di governo, s’instaura nel prosieguo della direzione aperta con la Convenzione ONU che mette al centro la Vita Indipendente e l’autodeterminazione della persona con disabilità. Le lacune seppur presenti, non possono adombrare la bontà generale delle previsioni normative in esso contenute. Se la dichiarazione d’intenti potrà davvero rappresentare uno spartiacque rispetto al passato, tutto dipenderà dalle modalità d’attuazione e dalla capacità delle contrapposte forze politiche di ridurre le discrepanze emerse dall’analisi del testo, figlie di una dicotomia non solo puramente ideologica. 10 Giugno 2018 Dott. Marco Campanini Documento firmato digitalmente
  • 20. 19 Marco Campanini è nato a Cento (FE), il 23 Settembre del 1978, persona con disabilità, è affetto da una rara forma di fragilità ossea, diagnosticata all’età di 5 anni, la Sindrome di Mc-Cune Albright. Nel 2006, ha conseguito una laurea specialistica in Giurisprudenza all’Università di Bologna, con votazione 106 su 110. Nel 2008 ha ottenuto un Diploma di Laurea Specialistica in Professione Legali presso la Scuola di Specializzazione E. Redenti. Nel 2008/2009 ha partecipato al IX Corso di aggiornamento e formazione del penalista abilitante all’iscrizione nell’elenco dei difensori d’ufficio. Sempre nello stesso anno ha completato il corso di Deontologia e Tecnica del Penalista. Nel 2017 ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze criminologiche per l’investigazione e la sicurezza all’Università di Forlì con votazione di 103 su 110. Come esperienze lavorative ha svolto per due anni, dal 2007 al 2009, tirocinio nell’ambito del recupero crediti presso uno studio legale. Come volontariato in materia di disabilità presso il Comune di Pieve di Cento in collaborazione con l’associazione Onlus Anffas si è fatto promotore dell’apertura di uno sportello per Persone con Disabilità. E’ stato Candidato Sindaco alle elezioni amministrative del Maggio 2014 nel Comune di Pieve di Cento, dove risiede ed ha il ruolo di capogruppo consigliere fino al 2019. Dal 2015 è membro del Coordinamento dei Consigli Comunali in ANCI Emilia Romagna (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Nel corso del mandato amministrativo s’è specializzato in politiche sociali in favore della disabilità ed il welfare locale. Dal 2017 è Membro del Direttivo dell’Associazione EAMAS – Associazione Europea Amici della Sindrome di Mc Cune-Albright. Attualmente è in cerca di un occupazione.