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a project by
Finito di stampare nel mese di xxx 2022
presso xxx
Art Director
Claudio Landi
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Contributors
Ilaria Della Torre Piccinelli
Leonardo Mantovani
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>FLAGS
Flags esplora il concetto simbolico del prodotto-bandiera in sé, il suo uso nella storia dell’umanità e
lavora su un processo di produzione innovativo, partecipativo, intellettualmente contemporaneo.
Lo scopo di questo progetto è indagare il processo creativo alla base della composizione visiva delle
bandiere globali.
Una bandiera, spesso, è la rappresentazione di un’identità/patrimonio culturale nazionale, religioso.
Al contrario, l’obiettivo del progetto è consolidare un processo di progettazione che sia orientato
alla creazione di una bandiera attraverso un sistema di regole e passaggi che valorizzino la
creatività individuale e, allo stesso tempo, sterilizzare gli input delle sovrastrutture per evitare
la rappresentazione parziale dell’intero pianeta terra, il suo essere vivente e non vivente. Per
raggiungere tale scopo, si deve lavorare su uno sforzo collettivo, globale, per creare un output che sia
in grado di rappresentare tutti e tutto, libero da influenze politiche e culturali. Sarà, dunque, necessario
puntare su un processo progettuale che sia semplice, universalmente comprensibile e rispettoso, in
grado di indirizzare l’individuo con una serie di linee guida.
Il primo passo del processo consiste nel scegliere la forma della bandiera. Sulla base di una
revisione dei design delle bandiere esistenti, escludendo alcuni esempi di bandiere dalla forma
inusuale, si potrebbe immaginare una scelta tra un rettangolo, un quadrato ed un triangolo equilatero,
opportunamente disposto in modo da evitare lo spreco di spazio. Per creare una partizione della forma
che è stata selezionata nel passaggio precedente, all’utente viene chiesto di collegare un punto su
qualsiasi lato della forma (oppure all’interno della forma) ad un altro punto. Questo passaggio potrà
essere saltato nel caso in cui si desidera avere una bandiera monocromatica semplice.
Per creare il corpo, il contenuto della bandiera, occorrerà trovare un significato universalmente
riconosciuto e un messaggio da trasmettere. Spesso, l’elemento principale di una bandiera è un
simbolo o una serie di simboli all’interno di una determinata cornice. Questo è un passaggio delicato,
in quanto, dare troppa libertà all’utente di disegnare un simbolo nella forma potrebbe essere rischioso.
Per esempio, il simbolo diventerebbe troppo dettagliato/complicato; oppure il simbolo risulterebbe
influenzato dalla cultura e dal background individuali. Un’opzione potrebbe essere replicare esperimenti
psicologici del passato in cui una forma viene mostrata per una frazione di secondo all’utente, a cui
viene poi chiesto di replicarla. Il problema, in questo caso, sarebbe che la forma originale verrebbe
progettata arbitrariamente da coloro che hanno il controllo del processo, risultando inevitabilmente un
input distorto.
Il colore è un altro elemento cruciale del design delle bandiere, spesso carico di significato e anche
più aperto alla discriminazione, data la sua natura e la percezione che ne abbiamo. Si potrebbe
immaginare la creazione di una tavolozza di colori che sia il più inclusiva possibile e che sia in grado di
rappresentare elementi naturali che possono essere collegati alla rappresentazione visiva di ciò che
vogliamo ottenere. Naturalmente, non possiamo attribuire un significato a ciascun colore in quanto ciò
aprirà ulteriori controversie e barriere.
Infine, dunque, il processo di creazione che ogni fruitore si troverebbe a seguirebbe per creare la sua
unica e inimitabile bandiera, estratta secondo un processo universale e comune sarebbe:
scegli una forma > collega un punto a un altro punto > replica il simbolo mostrato > posiziona il
simbolo all’interno della cornice > riempi la forma e la sua partizione, il simbolo o il contorno con i
colori della tavolozza che ti sono forniti.
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scegli una forma
collega un punto a un altro punto
> crea e replica il simbolo
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posiziona il simbolo all’interno della cornice
riempi la forma e la sua partizione, il simbolo o il contorno con i colori della tavolozza che ti sono
forniti
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Il popolo della Terra e il suo linguaggio universale
> la necessità e i tentativi di espressione e di partecipazione della natura umana
L’utilizzo di simboli per riconoscersi è una necessità sentita fortemente dall’uomo. La nostra specie,
come animale sociale, ha bisogno di vivere in gruppi, di appartenervi e di condividere usanze, regole,
schemi e linguaggio. In questo senso, nel corso del tempo, l’uomo ha adottato una serie di simboli e
oggetti per riconoscersi e definire la propria identità. Tra questi, l’oggetto bandiera, come segno grafico
su un materiale per rappresentare un gruppo o un’idea a cui appartenere e riconoscersi. Ciò implica,
logicamente, l’esclusione degli altri gruppi, la distinzione e la separazione.
L’uomo, però, pur essendo caratterizzato da moltissime differenze etniche, antropologiche, culturali
e sociali, sente anche il bisogno di riconoscersi come unica specie ed appartenere al più grande
concetto di ‘genere umano’.
Nel tempo, l’uomo ha provato a riconoscersi ed identificarsi in un unico grande gruppo attraverso
vessilli, linguaggi, oggetti e progetti: ne vedremo alcuni esempi. Parleremo inizialmente della Bandiera
Universale della Terra, poi del tentativo di adottare un linguaggio internazionale, l’Esperanto ed il relativo
vessilo; ancora, chiariremo come l’uomo abbia provato a riassumersi culturalmente in un disco inviato
nello spazio e come cerchi di spiegare biologicamente la sua struttura universale attraverso il ‘Progetto
Genoma Umano’.
L’artista svedese Oskar Pernefeldt, nel mese di maggio 2015, ha ufficialmente proposto la Bandiera
Internazionale del Pianeta Terra. The International Flag of Planet Earth Organization (IFOPE-O) è
l’organizzazione noprofit registrata con la missione di rendere la bandiera della terra ufficialmente
riconosciuta per l’importanza del messaggio che trasmette. La bandiera è stata concepita per essere
usata nelle spedizioni spaziali e ha due scopi principali: rappresentare il Pianeta Terra e ricordare a tutti
noi che ci viviamo e condividiamo insieme il pianeta che dovremmo prendercene cura. Il design della
bandiera consiste in sette anelli intersecati fra loro e un blu mare come sfondo. Gli anelli sono uniti al
centro della bandiera così da formare un fiore, che rappresenta la vita sulla Terra. L’intersezione degli
anelli rappresenta, inoltre, che tutte le cose sulla Terra sono collegate direttamente o indirettamente. Gli
anelli sono interconnessi fra loro, così come lo sono gli Anelli di Borromeo, in modo da simboleggiare che
nessuna parte della Terra può essere rimossa senza che l’intera struttura collassi. Infine, il blu profondo
rappresenta l’oceano e l’importanza dell’acqua per la vita sul nostro pianeta.
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«E chiunque vorrà, potrà viaggiare in qualunque paese e regione del mondo, sapendo di capire tutti e
di essere da tutti capito».
Queste parole di Comenio, descrivono bene il bisogno dell’animo umano che stiamo appunto
analizzando: esprimersi ed essere riconosciuti. L’idea di una lingua universale è legata alla rifondazione
dello stato pre-babelico dell’umanità, una condizione in cui tutti gli individui erano in grado di
comprendersi. Una lettera di Cartesio all’abate Mersenne, nel 1629, spiegava come avrebbe dovuto
essere una lingua universale, capace di mettere in pratica le caratteristiche della nuova epoca
scientifica, rigorosa come la matematica o la fisica, nonché in grado di esprimere il pensiero umano
in maniera chiara e priva di ogni filtro linguistico. Cartesio propone alcuni requisiti per una lingua
universale: andrebbe appresa in un tempo molto breve, di circa cinque o sei giorni; il rapporto tra le
parole e le idee dovrebbe assomigliare a quello tra i numeri, che sono ordinati attraverso regole precise;
i pensieri devono poter essere scomposti in “idee semplici”, combinati poi attraverso operazioni logiche.
La discussione sull’esigenza di una lingua universale crebbe esponenzialmente nei secoli successivi.
Il primo tentativo a prendere forma fu la lingua VolapüK “lingua del mondo”, concepita dall’abate
Johann M. Schleyer nel 1879. Il Volapük è una Lingua Ausiliaria Internazionale (LAI), ossia una lingua
pianificata allo scopo di essere utilizzata come lingua franca. Un’ eccezione rispetto a tutte le LAI
finora analizzate è la lingua internazionale Esperanto, che ha riscontrato un grande successo e molto
interesse a livello internazionale, perfino superiore al Globish o al Basic English, forme estremamente
semplificate di inglese.
Una delle caratteristiche distintive dell’Esperanto è la presenza di un suo vessillo: rettangolare, a fondo
verde e con una stella del medesimo colore su fondo bianco in un quadrato nell’angolo in alto a
sinistra. L’Esperanto è stata sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall’oculista polacco di origini ebraiche Ludwik
Lejzer Zamenhof. Le regole della grammatica dell’esperanto sono state scelte da quelle di varie lingue
studiate da Zamenhof, affinché fossero semplici da imparare e nel contempo potessero dare a questa
lingua la stessa espressività di una lingua etnica.
Bandiera Universale della Terra, Oskar Pernefeldt, 2015
Bandiera ‘Verda Stelo’ della lingua LAI Esperanto, 1987
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The Golden Voyager Record
Altro interessante esempio di tentativo di espressione universale del genere umano è il Voyager
Golden Record, un disco per grammofono inserito nelle due sonde spaziali del programma Voyager,
lanciato nel 1977, contenente suoni e immagini selezionate al fine di portare le diverse varietà di vita
e cultura della Terra. È concepito per qualunque forma di vita extraterrestre o per la specie umana del
futuro che lo possa trovare, anche se ovviamente è molto poco probabile che venga rilevato.
Il contenuto del disco venne selezionato per la NASA da una commissione guidata da Carl Sagan della
Cornell University. Il dottor Sagan e la commissione misero insieme una varietà di 115 immagini e un gran
numero di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni e suoni prodotti da animali,
come il canto degli uccelli e quello delle balene. Con questi venne inserita una selezione musicale
proveniente da diverse culture e diverse epoche, oltre ai saluti di abitanti della Terra in 55 lingue diverse
e la riproduzione del messaggio del presidente degli Stati Uniti d’America Jimmy Carter e del Segretario
generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim.
Dopo le critiche ricevute dalla NASA sull’inserimento nelle placche del programma Pioneer
dell’immagine di un corpo maschile e uno femminile nudi, l’agenzia spaziale non permise a Sagan
di inserire immagini di uomini e donne nudi, anche se sarebbero state immagini oggettivamente
significative per la comprensione dell’uomo. I saluti nelle diverse lingue iniziano con l’accadico, lingua
diffusa nel Vicino Oriente a partire dal III millennio a.C., e finiscono con la Lingua wu, parlata attualmente
in Cina. Si tratta di un suggestivo evento e simbolo che ci fa riunire e stringere come Popolo della Terra.
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References:
• https://voyager.jpl.nasa.gov/golden-record/
• https://www.youtube.com/watch?v=z5hcca4Por8
• https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/lettere_e_arti/Sogno/SGL_Esperanto_e_il_sogno_di_una_lingua_universale.
html
• https://www.flagofplanetearth.com/
• https://www.flagofplanetearth.com/the-flag
• https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2022/feb/18/does-the-earth-need-its-own-flag-we-ask-an-expert
• https://www.genome.gov/human-genome-project
• https://www.wired.it/article/genoma-umano-completo/
Rappresentazione della mappatura del genoma umano
Ci sono voluti 21 anni, sin dal 2001 e dal 2003, ma recentemente è stata completata la mappa del
genoma umano. I risultati sono pubblicati in sei articoli in un numero speciale della rivista Science.
Il genoma umano è l’insieme delle informazioni genetiche che rendono unico ogni individuo. Un gene
quindi è un frammento di Dna che ha in sé il codice per costruire una proteina. Finora era stato possibile
‘leggerne’ soltanto il 92% a causa della possibilità delle tecnologie. Oggi, invece, abbiamo la mappatura
completa di un intero genoma umano. Questo traguardo non è importante soltanto a livello scientifico
e biologico, in quanto comporterà notevoli avanzamenti nella comprensione della nostra natura
fisiologica, ma è anche una grandissima scoperta per quanto riguarda la nostra unicità sul pianeta
rispetto alle altre specie e ciò che, invece, ci fa somigliare profondamente tutti quanti.
“Adesso abbiamo una stele di Rosetta per osservare la variazione completa di centinaia di migliaia di
altri genomi in futuro”, ha concluso Evan Eichler, Howard Hughes Medical Institute (Hhmi) Investigator
presso l’University of Washington, parte del progetto.
In conclusione, l’uomo presenta innumerevoli differenze e varietà che ha bisogno di preservare e
coltivare per poter vivere nel suo ambiente, ma sente fortemente anche la necessità di comprendersi
come unica specie, di comunicare e capirsi a vicenda e rappresentarsi per ciò che trova in sè comune.
Abbiamo esplorato alcuni esempi di tentativi di linguaggio universale per esmprimersi e capirsi a livello
internazionale; tentativi di spiegare l’umanità nella sua interezza, diversità e al tempo stesso comunità
globale; la restituzione visiva della composizione genetica umana e il primo tentativo di bandiera del
pianeta Terra come unico grande popolo.
Risulta un primo step del nostro progetto per capire e rifelttere su temi e concetti che fonderanno il
processo di progettazione partecipata della bandiera.
Approfondisci con noi questi interessanti tematiche e seguici per contribuire anche tu al percorso
creativo che stiamo seguendo.
Tag: bandiere, uomo, umanità, terra, genoma umano, esperanto, linguaggio universale, voyager golden
record, unione, comunità, genere umano, popolo
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>RAPSO PROJECTS>
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Flags Visual Design
> comunicazione visiva, semiotica, simbologia e progettazione dei vessilli
“Bandiera (da banda colorata, cioè striscia dipinta) è un drappo di stoffa o di altro materiale
adatto, usato simbolicamente per identificazione o per segnalazioni, comunemente impiegata per
simboleggiare una nazione o più in generale un’organizzazione. Il termine è usato anche per indicarne
una rappresentazione grafica su altro materiale.”
L’origine della bandiera è antichissima. I primi esempi risalgono, probabilmente, alle tribù preistoriche
con lo scopo di riconoscersi e creare alleanze. Gli antichi Egizi utilizzavano le bandiere e la Bibbia parla
delle insegne delle 12 tribù di Israele. La bandiera era in uso tra i Greci e i Romani e, nel Medioevo, se ne
conoscono diverse tipologie, come lo stendardo, il vessillo, il guidone, il pennello, il gonfalone, ecc. Le
bandiere nazionali come le conosciamo oggi nascono, invece, con la fondazione degli Stati moderni.
La vessilografia è l’arte e la pratica di disegnare bandiere e la vessillologia, lo studio accademico delle
stesse. Una persona che disegna bandiere è un vessillografo. Il design delle bandiere è strettamente
correlato al suo logo, ma una bandierà è molto di più: è un oggetto materico che deve essere esposto
e visibile da grande distanza e da più angolazioni, deve essere abbastanza semplice da poter essere
scalato, adattato, stampato o anche forgiato. Le regole per il design delle bandiere non sono universali
o standard, ma esistono alcune organizzazioni che hanno stabilito alcune norme e principi per la
loro progettazione, come il North American Vexillological Association o il Flag Institute nel ‘Guiding
Principles of Flag Design’. Nelle indicazioni di questi gruppi possiamo trovare alcune nozioni di base,
come ‘tieni a mente la fisica di una bandiera in volo quando la progetti’, ‘i disegni semplici sono più
facili da ricordare’, ‘le bandiere dovrebbero avere un design distintivo che le separi dalle altre’, oppure
‘le tendenze dovrebbero essere evitate se esiste la possibilità che possano datarsi rapidamente’.
Altri suggerimenti sono legati al colore: ‘l’uso di meno colori mantiene i disegni semplici e audaci’, ‘il
contrasto e le sfumature sono important’i, ‘i disegni dovrebbero rendere il bordo di una bandiera ben
definito, in modo da non perdersi visivamente sullo sfondo’. Troviamo, poi, indicazioni sulla struttura e
sulla simbologia di una bandiera: ‘i simboli sono posizionati meglio nel cantone, nell’argano o al centro
poiché queste sono le aree visivamente più importanti’, ‘i disegni delle bandiere sono generalmente
più lunghi di quanto non siano alti’, ‘i simboli dovrebbero essere distinti e rappresentativi’, ‘una
bandiera dovrebbe rappresentare la totalità di una data comunità in contrapposizione alle sue
singole parti’, ‘il simbolismo relativo ad altre entità dovrebbe essere usato solo se c’è una rilevanza
1. Pennone: asta su cui si innalza la
bandiera.
2. Fune: usata per issare la bandiera fino al
livello della carrucola.
3. Galloccia o Bitta: corta colonnetta a
fungo collocata lungo il pennone per
avvolgere e fissare la fune che issa la
bandiera.
4. Lunghezza: il lato lungo della bandiera.
5. Larghezza: il lato corto della bandiera.
6. Battente: il lato della bandiera che
sventola, cioè quello opposto all’asta.
7. Centro della bandiera: il posto dove
spesso è presente lo stemma della
bandiera.
8. Inferitura: il lato della bandiera che
rimane verso il pennone, spesso coincide
con la larghezza della bandiera.
9. Puntale: elemento che costituisce
l’estermità superiore del pennone.
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chiara e diretta’, ‘i designer dovrebbero cercare di fare un unico riferimento definitivo’.
Un interessante progetto di uno studio di designer danesi ‘Ferdio’, specializzati in infografiche, ha
raggruppato e indagato il design e la grafica delle bandiere del mondo, restituendo visivamente lo
studio condotto. All’interno del progetto è possibile trovare storie di bandiere interessanti, colori, layout,
proporzioni, somiglianze, simbolismi e così via.
Molte delle infografiche sono più simili a divertenti osservazioni sui disegni delle bandiere. Come quello
qui a lato, che mostra bandiere simili e quanto sia facile trasformarle l’una nell’altra. Lo schema qui
sotto, invece, mostra cosa simboleggiano i colori delle bandiere.
Molte dei vessilli nel mondo sono semplici formule di simboli, colori e schemi. Ci sono, dunque, molte
similitudini, ma se vengono clusterizzate e combinate, possono esserci ancora numerosissime
possibilità non esplorate.
Analizzando una bandiera è possibile combinarla ad un’altra per crearne una terza, raggrupparle per
famiglie, indagarne gli schemi e i colori più usati, oppure immaginarne o studiarne il significato.
Nel 2014, il governo neozelandese ha deciso di
intraprendere un rebranding della sua bandiera
nazionale, scatenando non poche polemiche
a riguardo. Cambiare i simboli nazionali è un
passo davvero importante per un paese perchè
significa modificare l’identità nazionale, il comune
sentimento, il rapporto con gli altri stati e con il
proprio popolo. Nel 2015 vi è stata una call to action
per proporre il nuovo design della bandiera, a
cui hanno risposto in moltissimi. Il primo ministro
neozelandese John Key avrebbe voluto un simbolo
nazionale libero dalle influenze coloniali del Regno
Unito, infatti, la bandiera della Nuova Zelanda fa
riferimento all’Union Jack inglese al suo interno. Nel
2016 si è tenuto un referendum in cui i neozelandesi
avrebbero dovuto scegliere se mantenere la
vecchia bandiera oppure la nuova ‘Silver Fern’,
una bandiera che sostituiva il simbolo inglese con
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una felce argentata su fondo nero bianco e blu. Quest’ultima bandiera era stata scelta con un primo
referendum, tra i cinque bozzetti finalisti di un concorso a cui ne erano stati inizialmente sottoposti oltre
diecimila. Se inizialmente i sondaggi mostravano favore verso la nuova proposta, alla fine il 56,6% dei
votanti si è espresso per il mantenimento dell’attuale bandiera, adottata nel 1902. La felce argentata
su fondo nero, la propsta di redesign più accreditata tra le moltissime in gara, fa riferimento alla
famosa squadra sportiva di Rugby ‘All Blacks’, uno degli aspetti più conosciuti di questo paese. Questo
esempio è significativo per riflettere sull’importanza che i simboli hanno nella costruzione dell’identità
di un popolo e quanto un oggetto apparentemente privo di particolare interesse, dato per scontato
come la bandiera, sia in realtà fondalmentale e abbia risvolti antropologici e sociologici. I neozelandesi,
attraverso la proposta di redesign della loro bandiera, si sono trovati a riflettere sulla storia del loro
paese e il suo passato coloniale, sull’identità nazionale, sul sentimento comune e su ciò che li unisce
come popolo. Si sono inevitabilmente confrontati anche con la percezione che il mondo e gli altri
stati hanno del loro paese, su ciò che comunicano e che vogliono trasmettere. Le bandiere hanno, in
questo senso, una funzione davvero ampia: come un capo di abbiagliamento, la bandiera vesta una
nazione, la presenta e la spiega agli altri per essere compresa e riconosciuta; porta con sè, dunque,
tutti i significati e i significanti del linguaggio visivo. Così com un abito, il vessilo deve essere studiato,
progettato e pensato accuratamente per trasmettere il messaggio corretto, farsi capire e spiegarsi al
mondo. Una mancata o scorretta progettazione può causare incomprensioni, confusione, malcontento
e un senso di scarsa professionalità. Qui di seguito vediamo alcuni esempi di una scarsa progettazione
vessillografica.
Non si parla di bandiere migliori o peggiori, perchè ognuna mantiene il suo unico e importante
significato e a livello di contenuto, in questo articolo non vogliamo analizzare quello che uno stato vuole
trasmettere, ma come lo realizza e come lo veicola a livello visivo. In questo senso si parla di ‘visual flag
design’ e progettazione vessilografica.
Ogni bandiera può essere analizzata in molti modi diversi in tutti i suoi aspetti di significazione; a
livello grafico, ne abbiamo già parlato precedentemente, una bandiera è una combinazione di forma,
composizione stilistica, simboli e segni grafici, forme geometriche, colori, schemi, layout e proporzioni.
La bandiera della Liberia, uno Stato dell’Africa occidentale, ha una stretta somiglianza con la bandiera
statunitense e mostra le origini della nazione, fondata da ex schiavi americani. La bandiera liberiana
ha un disegno a undici strisce orizzontali rosse e bianche alternate (la prima dall’alto è rossa) con un
quadrato blu recante una stella bianca a cinque punte nell’angolo in alto a sinistra. Qui troviamo una
progettazione molto povera e molto significativa a livello geopolitico. Sono inoltre, davvero interessanti
le bandiere delle contee della Liberia: presentano tutte disegni bizzarri, dai colori primari sgargianti e
mal assortiti. Risultano bandiere prive di proporzioni e schemi compositivi, con sovrapposizione di layout
e forme poco comprensibili, nel complesso davvero grottesche.
Un altro aspetto del flag visual design che possiamo analizzare è quello degli stumenti di generazione
automatica e casuale di bandiere. Le nuove tecnologie, gli algoritmi e software di progettazione
grafica oggi permettono l’automatizzazione e la digitalizzazione dei processi creativi. Intorno a questa
tematica è aperto un dibattito circa la proprietà intellettuale e il cambio di capacità e competenze di
un progettista che si avvale di strumenti grafici digitali e CAD (computer aided design).Grazie a questi
strumenti appare superfluo avere una cultura progettuale e capacità tecniche poichè i processi sono
estremamente semplificati e digitalizzati, ma rischiano di banalizzare e mortificare i percorsi creativi.
Proposte per il redesign della bandiera della Nuova Zelanda
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Il noto brand e casa di software Adobe ha a disposizione un tool del suo pacchetto per la
‘customizzazione’ guidata della propria personale bandiera. Sul web esistono numerossisimi strumenti,
siti, applicazioni e piattaforme simili, in grado di offrire impostazioni e template per creare digitalmente e
gratuitamente la propria bandiera. Ovviamente si tratta di tool a scopo ricreativo e senza nessun valore
di riconoscimento ufficiale comunitario, ma un mezzo ricreativo e di semplice espressione personale.
Abbiamo, quindi, analizzato il processo di progettazione delle bandiere e l’esistenza di alcune linee guida
visive per la loro realizzazione; abbiamo visto quanti modi esistono di analizzare una bandiera e cosa
essa trasmette a livello visivo e identitario per l’organizzazione che la possiede; abbiamo portato un
esempio di restituzione visiva poco stimolante e aperto il dibattito circa l’introduzione del digitale, del
machine learning, delle intelligenze artificiali e dei design tools nel processo creativo.
Questa fase esplorativa del percorso che stiamo portando avanti è particolarmente interessante per
studiare come una bandiera è costruita, progettata e realizzata, le sue componenti visive e gli aspetti
semiologici in gioco. D’ora in avanti sarà soprattutto interessante indagare l’aspetto tecnologico
collegato al processi creativi, come l’augmented creativity, la digital art, gli AI art generators e le loro
potenzialità possono essere sfruttate per potenziare l’esperienza generativa e creare nuovi modi di
interazione, partecipazione e progettazione.
Design digital tools - Adobe Creative Express, 2022
Tag: bandiere, visual design, graphic design, infographics, vessillografia, comunicazione visiva,
semiotica, simbologia, rebranding, design tools, AI, colore, adobe, augmented creativity
References:
• https://www.flaginstitute.org/wp/design/guiding-principles-of-flag-design/
• https://www.bandiere.it/glossario-della-bandiera
• https://significatodelcolore.com/colori-bandiere/
• https://www.ferdio.com/en/flagstories
• https://www.designboom.com/design/new-zealand-flag-08-13-2015
• https://www.adobe.com/express/create/flag
• https://tennessine.co.uk/flags/
• https://flagmaker-print.com/pages/flag-maker
Bandiera della Liberia e le bandiere delle sue contee
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L’arte delle bandiere
> il potente significato della bandiera nell’arte e nei processi creativi
Da sempre l’arte è un bisogno sentito dall’essere umano, così come esprimersi e veicolare messaggi.
Grazie all’espressione artistica è possibile esprimere e dare forma anche a concetti complessi, idee,
emozioni e pensieri. L’espediente della bandiera è stato utilizzato anche in questo senso, dando vita ad
interessanti progetti artistici, mostre ed installazioni. Vediamone alcuni qui di seguito.
Dal 20 febbraio al 15 marzo 2020, presso il MAMBO - museo di arte contemporanea di Bologna è stata
esposta la mostra Ultrabandiere, un progetto nato nel novembre 2017 a Torino all’interno dello Spazio
Popolare Neruda, un’occupazione abitativa atipica, nella quale convivono circa 150 persone, con molti
nuclei familiari e un’alta presenza di bambini. Insieme agli abitanti sono state immaginate, disegnate
e poi cucite quattordici bandiere in stoffa che raccontano storie, pensieri, sogni e ricordi dei loro autori.
Questi manufatti non sono più “solo” bandiere, ma “ultra”-bandiere. Si trasformano in altro, stratificando
significati: sono arazzi, tappeti, lenzuola o tovaglie, ecc. Non sono più vessilli identitari, ma narrazioni
aperte, che ognuno può leggere e interpretare a suo modo. Il progetto Ultrabandiere, a cura di Guerrilla
Spam e Mattia Branca in collaborazione con CHEAP Street Poster Art, ha visto partecipare anche docenti,
esperti d’arte e curatori. Anche il processo di creazione delle bandiere è particolarmente interessante,
infatti, si è articolato su più fasi in diversi anni. Inizialmente è stato realizzato un sopralluogo e l’incontro
con gli abitanti, si è partiti nel 2017 con la realizzazione di un grande murales nella scala comune del
Neruda, cercando di mescolare immagini e iconografie di svariate culture in un unico “bestiario”
meticcio. Successivamente, nel corso della primavera e dell’estate i bambini e alcune famiglie hanno
iniziato a disegnare i bozzetti delle loro bandiere personali. Durante la terza fase, nel 2018 e 2019, è
iniziata una raccolta di vestiti e lenzuola usate, presenti al Neruda e l’acquisto di alcune stoffe al
mercato di Porta Palazzo. In seguito, si è passati a comporre le bandiere e a cucirle grazie all’aiuto di
Fatima e Masrè. Alla fine del progetto, nel 2019, sono stati realizzati una mostra negli spazi del Neruda, un
libro e una festa celebrativa. L’allestimento ha preso spunto dalle feste in cui le bandiere Asafo vengono
esposte per le strade in Ghana, proponendo un’installazione densa e stratificata di colori e narrazioni. Il
prodotto del progetto è stato, poi, esposto in varie mostre in musei e spazi dedicati, accompagnato dal
commento degli autori e dalle loro storie. Questo progetto artistico ha una grande valenza sociale di
integrazione, rispetto, ascolto, condivisione e interesse per il diverso e la comunità umana come unico
popolo caratterizzato da differenze fondamentali.
ph. Alberto Della Beffa | Ultrabandiere. Progetto di opere meticce
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Ultrabandiere. Progetto di opere meticce, 2017-2019
Un’altro esempio interessante è 90 artisti per una bandiera. L’iniziativa è una call for artist che presenta
le opere di novanta artisti contemporanei, italiani e internazionali, che si sono confrontati sul tema della
bandiera italiana e racchiude un obiettivo dagli alti valori umanitari: costruire a Reggio Emilia il MIRE
- Ospedale della Donna e del Bambino. L’esposizione si è aperta il 17 Marzo 2012 a Reggio Emilia. Nello
stesso giorno, nel 1861, si decretò l’unificazione dell’Italia. I 90 artisti coinvolti non hanno genericamente
donato una loro opera a beneficio dell’iniziativa, ma si sono impegnati per realizzarne una partendo da
una particolare bandiera, loro consegnata, scelta tra quelle che nel 2011, nell’ambito delle celebrazioni
del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, furono esposte a Reggio Emilia, Città del Tricolore. Inoltre, il
catalogo delle opere è consultabile anche online; è stata esposta nel 2013 a Modena, nel Palazzo Ducale,
nel Complesso del Vittoriano a Roma; nel 2014 nel Palazzo dell’Arsenale di Torino e nel 2015 alla Stazione
Mediopadana di Reggio Emilia.
Altro progetto artistico-culturale che riportiamo è “Le Bandiere del Mondo 1+1=3” di Michelangelo
Pistoletto e Angelo Savarese, esposto nel 2019 a Milano. ‘Si tratta di un’opera composta da 196
tele, in rappresentanza delle bandiere di altrettante nazioni, che si ‘uniscono’ fino a creare una
rappresentazione del segno-simbolo del maestro biellese; tutte insieme, quindi, mettono il luce il
concetto di unità ‘riflettendolo’ nella diversità. Gli artisti, così, nell’installazione mettono in relazione
le bandiere delle diverse nazioni in un ideale flusso cooperativo e sinergico realizzabile attraverso
l’Arte della demopraxia. Nel concetto di demopraxia è insita la volontà di connettere le istituzioni, le
organizzazioni, le associazioni esistenti affinché realizzino un cambiamento responsabile partendo dalle
esigenze specifiche e concrete di ogni paese.’ La Bandiera del Mondo, inoltre, è stata realizzata a 70 anni
dalla Dichiarazione universale dei diritti umani adottati dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel
1948. I paesi ‘presenti’ nell’opera sono anche i firmatari dell’Agenda 2030, redatta dalle Nazioni Unite nel
2015 e sintetizzata nei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che ogni paese si è prefissato di raggiungere.
Michelangelo Pistoletto e Angelo Savarese propongono il concetto di 1+1=3. Io esisto perché tu puoi fare
qualcosa per me e io per te. ‘Tu’ e ‘io’ facciamo ‘noi’, si crea così qualcosa di più, qualcosa di altro, un
90 Artisti per una Bandiera - Associazione Curare Onlus, 2016
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Tag: bandiere, arte, arte contemporanea, processi creativi, esposizioni, intallazioni, musei, artisti, design
References:
• https://journal.cittadellarte.it/arte-societa/le-bandiere-del-mondo-113-milano-si-presenta-progetto-artistico-pistoletto-
savarese
• https://www.arte.it/calendario-arte/bologna/mostra-ultrabandiere-progetto-di-opere-meticce-66185
• https://curareonlus.wixsite.com/90artisti
• https://www.instagram.com/histography__/?utm_medium=copy_link
• https://www.instagram.com/meltdown.flags/
• https://www.behance.net/gallery/77900685/Milano-Bandiere-(Flags-of-Milan)-Part-001-2019
La Bandiera del Mondo 1+1=3, Michelangelo Pistoletto, Angelo Savarese, 2019
Bandiere immaginarie dei pianeti di Star Wars // Bandiere per i quartieri di Milano
valore aggiunto. Gli artisti vogliono evidenziare che è necessario amare le differenze per consentire ai
popoli una crescita responsabile.
Possiamo trovare, infine, numerosissimi tanti altri piccoli progetti grafici e artistici che esplorano il
mondo della bandiera e che si rifanno ad un immaginario molto più ‘pop’, come le bandiere dei pianeti,
le bandiere dei mondi fantastici di Star Wars o le bandiere pensate per ogni quartiere di Milano, in base
alle sue caratteristiche urbane, culturali e anche stereotipiche.
Per finire, dunque, anche nell’arte possiamo ritrovare spunti interessanti per il nostro progetto e indagare
ciò che è stato fatto per immaginare percorsi analoghi, ma alternativi e che possano apportare nuovi
punti di vista e contributi al mondo delle arti visive con un impatto positivo anche sulla società.
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>RAPSO PROJECTS>
>FLAGS
Il messaggio delle bandiere
> uno strumento forte per parlare di attualità
La principale funzione di una bandiera è quella di segnalare e comunicare qualcosa: può essere l’identità
nazionale, l’appartenenza ad un gruppo, segnali universalmente riconosciuti, la presenza di un pericolo,
la resa o il consenso e molto altro. Una bandiera è, quindi, un segnale forte, che deve essere il più visibile
possibile, per questo viene spesso posta molto in alto, in modo che sventoli al vento. Le bandiere sono
quindi potenti veicolatrici di messaggi e in questo articolo vedremo come possono aiutare le comunità e
farci parlare di attualità.
La bandiera della ‘nazione dei rifugiati’ è un esempio per parlare di chi, appunto, una nazione di
appartenenza non l’ha più, perchè devastata dalla guerra o soggetta a disastri naturali. Vuole riunire
in una nuova comunità di appartenenza tutti i rifugiati. La bandiera è stata creata per celebrare la
partecipazione della prima squadra di rifugiati in assoluto alle Olimpiadi del 2016.
Il design semplice, una linea nera su fondo rosso arancio, della rifugiata siriana Yara Said, è diventato un
atto di speranza e un emblema per gli atleti rifugiati che hanno marciato verso un nuovo inno, seguito da
milioni di persone in tutto il mondo. Questa storia di design parla anche dell’esperienza di una donna che
ha trasceso la sua situazione e ha creato un simbolo duraturo di fronte ad un’intollerabile crisi globale.
La Nazione dei rifugiati è una proposta del 2015 di creare una nuova nazione per trovare identità e un
nuovo popolo alle oltre 82 milioni di persone rifugiate nel mondo. Il billionario Jason Buzi ha proposto
varie alternative, come per esempio isole disabitate, isole artificiali, zone appartenenti ad altri stati, ma
scarsamente o non popolate. Il progetto sarebbe finanziato da privati e dalle Nazioni Unite.
The Refugee Nation Flag for Amnesty International, Yara Said. Photo by Francisco de Deus
Un altro espediente che utilizza le bandiere del mondo per parlare di importanti temi di attualità è il
progetto ‘Meltdown Flags.org’. “Stiamo vivendo in un mondo al tracollo. Se il riscaldamento globale
continua a crescere, i ghiacciai saranno spariti entro il 2100. Insieme a loro, il 69% dell’acqua potabile. Se
i ghiacciai svaniscono, così sarà per noi.” Questo il forte messaggio di presentazione del progetto.
Meltdown Flags è un’iniziativa di dati climatici che visualizza gli effetti del ritiro globale dei ghiacciai
riducendo la quantità di bianco nelle bandiere dei paesi con ghiacciai. I ghiacciai sono una fonte di
vita: forniscono acqua potabile vitale, aiutano a generare energia per milioni di case e sono i nostri
indicatori più preziosi per comprendere il futuro del cambiamento climatico globale. Senza i ghiacciai
vivremmo in un mondo molto diverso. La loro completa sparizione porterebbe l’innalzamento del livello
del mare ad un livello record con gravi conseguenze sulla vita subacquea, del loro ecosistema e della
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The Meltdown Flags.org © 2019 METER Group, Inc. USA
Versione del 2018 della Rainbow Flag, simbolo della comunita LGBTQ+
biodiversità mondiale. Le bandiere del progetto mostrano lo stato di scioglimento passato, presente
e futuro. Dal 1995, anno della prima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, al 2050,
anno fissato dall’ONU per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette e limitare l’innalzamento
della temperatura globale a 1,5 °C. L’obiettivo di questo progetto è quello di educare all’importanza dei
ghiacciai, fornire soluzioni per ridurre le emissioni e fare pressione sulla politica per affrontare la crisi
climatica. Meltdown Flags è un progetto di dati climatici open source avviato dalla società di tecnologia
ambientale METER. Le fonti di dati includono METER, UNESCO, NASA, World Glacier Monitoring System
(WGMS), Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, l’Università di Zurigo e l’Università di Innsbruck.
Parliamo ora di società e diritti, sempre usando lo strumento delle bandiere. Questa volta analizzeremo
i simboli della comunità LGBTQ+ e i loro sottogruppi. Negli ultimi anni, all’interno della comunità lgbt+,
si è aperto un dibattito sul tema dell’inclusione, la cui finalità è sensibilizzare maggiormente chi vi fa
parte e chi no, sulle diverse sfumature di genere e sessualità intorno alle quali un individuo può definire
la propria persona. La rappresentazione di una minoranza passa anche attraverso i simboli nei quali
si riconosce: le bandiere, a partire dalla conosciutissima bandiera arcobaleno, sono un vessillo di
orgoglio. Oggi ne esistono diverse, come diverse sono le autodefinizioni e le autocoscienze di ciascun
individuo e la lista può e deve essere continuamente aggiornata. La bandiera arcobaleno è il simbolo
della comunità lgbt+. La prima versione, creata nel 1977 da Gilbert Baker, presentava otto bande
anzichè sei. Ogni colore designava un elemento: rosa il sesso, rosso la vita, arancione la guarigione,
giallo il sole, verde la natura, turchese la magia, blu la serenità e viola lo spirito. Tutti principi, secondo
Baker, caratteristici di ogni individuo. A causa della difficoltà nella produzione di alcuni tessuti colorati,
il rosa e il turchese sono poi spariti. La bandiera della pace si distingue dalla bandiera arcobaleno del
movimento LGBT, per la scritta PACE e per il numero e l’ordine dei colori (7 nella bandiera della pace,
con i colori freddi in alto, 6 nella bandiera del LGBT, senza l’azzurro, con i caldi in alto). Nella bandiera
della pace i colori sono al contrario rispetto a come appaiono in cielo nell’arcobaleno. Esistono alcune
bandiere simili come quella Inca, quella di Cusco in Perù e la bandiera di Meher Baba. In Guinea
Equatoriale, Colombia ed Equador, invece, la bandiera della pace è diversa e di colore bianco. Ne
esisste, inoltre, una versione adottata dalle Nazioni Unite e disegnata da Picasso, bianca con al centro
una colomba portante un ulivo nel becco.La versione del 2018 della bandiera della comunità lgbtq+,
disegnata da Daniel Quasar, presenta nuove strisce colorate dedicate alla comunità di colore, a quella
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Tag: bandiere, design, LGBT+ community, idee, pensiero, The Refugee Nation Flag, pace, arcobaleno,
società, diritti, cambiamento climatico, ambiente, artide, emergenze, Meltdown Flags
References:
• https://journal.cittadellarte.it/arte-societa/le-bandiere-del-mondo-113-milano-si-presenta-progetto-artistico-pistoletto-
savarese
• https://www.arte.it/calendario-arte/bologna/mostra-ultrabandiere-progetto-di-opere-meticce-66185
• https://curareonlus.wixsite.com/90artisti
• https://www.instagram.com/histography__/?utm_medium=copy_link
• https://www.instagram.com/meltdown.flags/
Transgender, ai malati di Hiv e a chi è morto per portare avanti la battaglia dei diritti.
Molto interessanti, sono anche tutti i significati delle bandiere dei sottogruppi di questa comunità. Per
esempio, la bandiera dell’orgoglio bisessuale è nata nel 1998 per rappresentare la comunità bisessuale
ed è stata creata da Michael Page. La bandiera è costituita da tre colori diversi: in alto, una striscia
rosa rappresenta l’orientamento omosessuale; in fondo, una striscia blu rappresenta l’orientamento
eterosessuale; al centro, una striscia viola simboleggia la combinazione tra i due orientamenti.
Ogni bandiera presenta una spiegazione per ogni colore e banda che ha scelto e indica l’orgoglio
di appartenenza ad ogni gruppo. Le bandiere, in questo caso, sono simboli identitari, di orgoglio e
appartenenza, utili a riconoscersi e a creare gruppi forti di unione e inclusione. Sono oggetti utili alla
presa di coscienza degli individui, alla manifestazione della loro presenza e alla reclamazione dei loro
diritti.
Abbiamo visto come le bandiere siano fonte di informazioni importanti e capaci di veicolare messaggi
e funzioni forti. Sono in grado di raccontarci il passato e farci parlare della contemporaneità e del
futuro prossimo. Ci fanno trattare di una quantità di argomenti davvero vasta. Sono interessanti oggetti
geografici, storici, politici, culturali, sociologici, antropologici, materici, ideologici, artistici e grafici,
comunicativi, identitari, comunitari, bellici o pacifici e molto altro. In questo senso, possiamo dire che il
concetto di bandiera è essa stessa una piccola sintesi dell’umanità.
Attraverso questo tema progettuale è possibile indagare moltissimi aromenti interessanti e scontrarsi
con problemi e sfide davvero stimolanti da ogni punto di vista. Le arti visive, qui, giocano un ruolo
fondamentale con prospettive di indagine e sperimentazione promettenti.
Molte delle bandiere dei sottogruppi della comunità LGBTQ+
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  • 2. Finito di stampare nel mese di xxx 2022 presso xxx Art Director Claudio Landi Xxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxx Contributors Ilaria Della Torre Piccinelli Leonardo Mantovani Xxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxx Xxxxxx Xxxxxxxxxx
  • 4. >
  • 5. >
  • 6. scroll down for more > > >RAPSO PROJECTS> >FLAGS Flags esplora il concetto simbolico del prodotto-bandiera in sé, il suo uso nella storia dell’umanità e lavora su un processo di produzione innovativo, partecipativo, intellettualmente contemporaneo. Lo scopo di questo progetto è indagare il processo creativo alla base della composizione visiva delle bandiere globali. Una bandiera, spesso, è la rappresentazione di un’identità/patrimonio culturale nazionale, religioso. Al contrario, l’obiettivo del progetto è consolidare un processo di progettazione che sia orientato alla creazione di una bandiera attraverso un sistema di regole e passaggi che valorizzino la creatività individuale e, allo stesso tempo, sterilizzare gli input delle sovrastrutture per evitare la rappresentazione parziale dell’intero pianeta terra, il suo essere vivente e non vivente. Per raggiungere tale scopo, si deve lavorare su uno sforzo collettivo, globale, per creare un output che sia in grado di rappresentare tutti e tutto, libero da influenze politiche e culturali. Sarà, dunque, necessario puntare su un processo progettuale che sia semplice, universalmente comprensibile e rispettoso, in grado di indirizzare l’individuo con una serie di linee guida. Il primo passo del processo consiste nel scegliere la forma della bandiera. Sulla base di una revisione dei design delle bandiere esistenti, escludendo alcuni esempi di bandiere dalla forma inusuale, si potrebbe immaginare una scelta tra un rettangolo, un quadrato ed un triangolo equilatero, opportunamente disposto in modo da evitare lo spreco di spazio. Per creare una partizione della forma che è stata selezionata nel passaggio precedente, all’utente viene chiesto di collegare un punto su qualsiasi lato della forma (oppure all’interno della forma) ad un altro punto. Questo passaggio potrà essere saltato nel caso in cui si desidera avere una bandiera monocromatica semplice. Per creare il corpo, il contenuto della bandiera, occorrerà trovare un significato universalmente riconosciuto e un messaggio da trasmettere. Spesso, l’elemento principale di una bandiera è un simbolo o una serie di simboli all’interno di una determinata cornice. Questo è un passaggio delicato, in quanto, dare troppa libertà all’utente di disegnare un simbolo nella forma potrebbe essere rischioso. Per esempio, il simbolo diventerebbe troppo dettagliato/complicato; oppure il simbolo risulterebbe influenzato dalla cultura e dal background individuali. Un’opzione potrebbe essere replicare esperimenti psicologici del passato in cui una forma viene mostrata per una frazione di secondo all’utente, a cui viene poi chiesto di replicarla. Il problema, in questo caso, sarebbe che la forma originale verrebbe progettata arbitrariamente da coloro che hanno il controllo del processo, risultando inevitabilmente un input distorto. Il colore è un altro elemento cruciale del design delle bandiere, spesso carico di significato e anche più aperto alla discriminazione, data la sua natura e la percezione che ne abbiamo. Si potrebbe immaginare la creazione di una tavolozza di colori che sia il più inclusiva possibile e che sia in grado di rappresentare elementi naturali che possono essere collegati alla rappresentazione visiva di ciò che vogliamo ottenere. Naturalmente, non possiamo attribuire un significato a ciascun colore in quanto ciò aprirà ulteriori controversie e barriere. Infine, dunque, il processo di creazione che ogni fruitore si troverebbe a seguirebbe per creare la sua unica e inimitabile bandiera, estratta secondo un processo universale e comune sarebbe: scegli una forma > collega un punto a un altro punto > replica il simbolo mostrato > posiziona il simbolo all’interno della cornice > riempi la forma e la sua partizione, il simbolo o il contorno con i colori della tavolozza che ti sono forniti.
  • 7. scroll down for more > > > > scegli una forma collega un punto a un altro punto > crea e replica il simbolo > > posiziona il simbolo all’interno della cornice riempi la forma e la sua partizione, il simbolo o il contorno con i colori della tavolozza che ti sono forniti
  • 8. scroll down for more > > >RAPSO PROJECTS> >FLAGS Il popolo della Terra e il suo linguaggio universale > la necessità e i tentativi di espressione e di partecipazione della natura umana L’utilizzo di simboli per riconoscersi è una necessità sentita fortemente dall’uomo. La nostra specie, come animale sociale, ha bisogno di vivere in gruppi, di appartenervi e di condividere usanze, regole, schemi e linguaggio. In questo senso, nel corso del tempo, l’uomo ha adottato una serie di simboli e oggetti per riconoscersi e definire la propria identità. Tra questi, l’oggetto bandiera, come segno grafico su un materiale per rappresentare un gruppo o un’idea a cui appartenere e riconoscersi. Ciò implica, logicamente, l’esclusione degli altri gruppi, la distinzione e la separazione. L’uomo, però, pur essendo caratterizzato da moltissime differenze etniche, antropologiche, culturali e sociali, sente anche il bisogno di riconoscersi come unica specie ed appartenere al più grande concetto di ‘genere umano’. Nel tempo, l’uomo ha provato a riconoscersi ed identificarsi in un unico grande gruppo attraverso vessilli, linguaggi, oggetti e progetti: ne vedremo alcuni esempi. Parleremo inizialmente della Bandiera Universale della Terra, poi del tentativo di adottare un linguaggio internazionale, l’Esperanto ed il relativo vessilo; ancora, chiariremo come l’uomo abbia provato a riassumersi culturalmente in un disco inviato nello spazio e come cerchi di spiegare biologicamente la sua struttura universale attraverso il ‘Progetto Genoma Umano’. L’artista svedese Oskar Pernefeldt, nel mese di maggio 2015, ha ufficialmente proposto la Bandiera Internazionale del Pianeta Terra. The International Flag of Planet Earth Organization (IFOPE-O) è l’organizzazione noprofit registrata con la missione di rendere la bandiera della terra ufficialmente riconosciuta per l’importanza del messaggio che trasmette. La bandiera è stata concepita per essere usata nelle spedizioni spaziali e ha due scopi principali: rappresentare il Pianeta Terra e ricordare a tutti noi che ci viviamo e condividiamo insieme il pianeta che dovremmo prendercene cura. Il design della bandiera consiste in sette anelli intersecati fra loro e un blu mare come sfondo. Gli anelli sono uniti al centro della bandiera così da formare un fiore, che rappresenta la vita sulla Terra. L’intersezione degli anelli rappresenta, inoltre, che tutte le cose sulla Terra sono collegate direttamente o indirettamente. Gli anelli sono interconnessi fra loro, così come lo sono gli Anelli di Borromeo, in modo da simboleggiare che nessuna parte della Terra può essere rimossa senza che l’intera struttura collassi. Infine, il blu profondo rappresenta l’oceano e l’importanza dell’acqua per la vita sul nostro pianeta.
  • 9. scroll down for more > > «E chiunque vorrà, potrà viaggiare in qualunque paese e regione del mondo, sapendo di capire tutti e di essere da tutti capito». Queste parole di Comenio, descrivono bene il bisogno dell’animo umano che stiamo appunto analizzando: esprimersi ed essere riconosciuti. L’idea di una lingua universale è legata alla rifondazione dello stato pre-babelico dell’umanità, una condizione in cui tutti gli individui erano in grado di comprendersi. Una lettera di Cartesio all’abate Mersenne, nel 1629, spiegava come avrebbe dovuto essere una lingua universale, capace di mettere in pratica le caratteristiche della nuova epoca scientifica, rigorosa come la matematica o la fisica, nonché in grado di esprimere il pensiero umano in maniera chiara e priva di ogni filtro linguistico. Cartesio propone alcuni requisiti per una lingua universale: andrebbe appresa in un tempo molto breve, di circa cinque o sei giorni; il rapporto tra le parole e le idee dovrebbe assomigliare a quello tra i numeri, che sono ordinati attraverso regole precise; i pensieri devono poter essere scomposti in “idee semplici”, combinati poi attraverso operazioni logiche. La discussione sull’esigenza di una lingua universale crebbe esponenzialmente nei secoli successivi. Il primo tentativo a prendere forma fu la lingua VolapüK “lingua del mondo”, concepita dall’abate Johann M. Schleyer nel 1879. Il Volapük è una Lingua Ausiliaria Internazionale (LAI), ossia una lingua pianificata allo scopo di essere utilizzata come lingua franca. Un’ eccezione rispetto a tutte le LAI finora analizzate è la lingua internazionale Esperanto, che ha riscontrato un grande successo e molto interesse a livello internazionale, perfino superiore al Globish o al Basic English, forme estremamente semplificate di inglese. Una delle caratteristiche distintive dell’Esperanto è la presenza di un suo vessillo: rettangolare, a fondo verde e con una stella del medesimo colore su fondo bianco in un quadrato nell’angolo in alto a sinistra. L’Esperanto è stata sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall’oculista polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof. Le regole della grammatica dell’esperanto sono state scelte da quelle di varie lingue studiate da Zamenhof, affinché fossero semplici da imparare e nel contempo potessero dare a questa lingua la stessa espressività di una lingua etnica. Bandiera Universale della Terra, Oskar Pernefeldt, 2015 Bandiera ‘Verda Stelo’ della lingua LAI Esperanto, 1987
  • 10. scroll down for more > > The Golden Voyager Record Altro interessante esempio di tentativo di espressione universale del genere umano è il Voyager Golden Record, un disco per grammofono inserito nelle due sonde spaziali del programma Voyager, lanciato nel 1977, contenente suoni e immagini selezionate al fine di portare le diverse varietà di vita e cultura della Terra. È concepito per qualunque forma di vita extraterrestre o per la specie umana del futuro che lo possa trovare, anche se ovviamente è molto poco probabile che venga rilevato. Il contenuto del disco venne selezionato per la NASA da una commissione guidata da Carl Sagan della Cornell University. Il dottor Sagan e la commissione misero insieme una varietà di 115 immagini e un gran numero di suoni naturali, come quelli prodotti dalle onde, dal vento, dai tuoni e suoni prodotti da animali, come il canto degli uccelli e quello delle balene. Con questi venne inserita una selezione musicale proveniente da diverse culture e diverse epoche, oltre ai saluti di abitanti della Terra in 55 lingue diverse e la riproduzione del messaggio del presidente degli Stati Uniti d’America Jimmy Carter e del Segretario generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim. Dopo le critiche ricevute dalla NASA sull’inserimento nelle placche del programma Pioneer dell’immagine di un corpo maschile e uno femminile nudi, l’agenzia spaziale non permise a Sagan di inserire immagini di uomini e donne nudi, anche se sarebbero state immagini oggettivamente significative per la comprensione dell’uomo. I saluti nelle diverse lingue iniziano con l’accadico, lingua diffusa nel Vicino Oriente a partire dal III millennio a.C., e finiscono con la Lingua wu, parlata attualmente in Cina. Si tratta di un suggestivo evento e simbolo che ci fa riunire e stringere come Popolo della Terra.
  • 11. scroll down for more > > References: • https://voyager.jpl.nasa.gov/golden-record/ • https://www.youtube.com/watch?v=z5hcca4Por8 • https://www.treccani.it/magazine/chiasmo/lettere_e_arti/Sogno/SGL_Esperanto_e_il_sogno_di_una_lingua_universale. html • https://www.flagofplanetearth.com/ • https://www.flagofplanetearth.com/the-flag • https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2022/feb/18/does-the-earth-need-its-own-flag-we-ask-an-expert • https://www.genome.gov/human-genome-project • https://www.wired.it/article/genoma-umano-completo/ Rappresentazione della mappatura del genoma umano Ci sono voluti 21 anni, sin dal 2001 e dal 2003, ma recentemente è stata completata la mappa del genoma umano. I risultati sono pubblicati in sei articoli in un numero speciale della rivista Science. Il genoma umano è l’insieme delle informazioni genetiche che rendono unico ogni individuo. Un gene quindi è un frammento di Dna che ha in sé il codice per costruire una proteina. Finora era stato possibile ‘leggerne’ soltanto il 92% a causa della possibilità delle tecnologie. Oggi, invece, abbiamo la mappatura completa di un intero genoma umano. Questo traguardo non è importante soltanto a livello scientifico e biologico, in quanto comporterà notevoli avanzamenti nella comprensione della nostra natura fisiologica, ma è anche una grandissima scoperta per quanto riguarda la nostra unicità sul pianeta rispetto alle altre specie e ciò che, invece, ci fa somigliare profondamente tutti quanti. “Adesso abbiamo una stele di Rosetta per osservare la variazione completa di centinaia di migliaia di altri genomi in futuro”, ha concluso Evan Eichler, Howard Hughes Medical Institute (Hhmi) Investigator presso l’University of Washington, parte del progetto. In conclusione, l’uomo presenta innumerevoli differenze e varietà che ha bisogno di preservare e coltivare per poter vivere nel suo ambiente, ma sente fortemente anche la necessità di comprendersi come unica specie, di comunicare e capirsi a vicenda e rappresentarsi per ciò che trova in sè comune. Abbiamo esplorato alcuni esempi di tentativi di linguaggio universale per esmprimersi e capirsi a livello internazionale; tentativi di spiegare l’umanità nella sua interezza, diversità e al tempo stesso comunità globale; la restituzione visiva della composizione genetica umana e il primo tentativo di bandiera del pianeta Terra come unico grande popolo. Risulta un primo step del nostro progetto per capire e rifelttere su temi e concetti che fonderanno il processo di progettazione partecipata della bandiera. Approfondisci con noi questi interessanti tematiche e seguici per contribuire anche tu al percorso creativo che stiamo seguendo. Tag: bandiere, uomo, umanità, terra, genoma umano, esperanto, linguaggio universale, voyager golden record, unione, comunità, genere umano, popolo
  • 12. scroll down for more > > >RAPSO PROJECTS> >FLAGS Flags Visual Design > comunicazione visiva, semiotica, simbologia e progettazione dei vessilli “Bandiera (da banda colorata, cioè striscia dipinta) è un drappo di stoffa o di altro materiale adatto, usato simbolicamente per identificazione o per segnalazioni, comunemente impiegata per simboleggiare una nazione o più in generale un’organizzazione. Il termine è usato anche per indicarne una rappresentazione grafica su altro materiale.” L’origine della bandiera è antichissima. I primi esempi risalgono, probabilmente, alle tribù preistoriche con lo scopo di riconoscersi e creare alleanze. Gli antichi Egizi utilizzavano le bandiere e la Bibbia parla delle insegne delle 12 tribù di Israele. La bandiera era in uso tra i Greci e i Romani e, nel Medioevo, se ne conoscono diverse tipologie, come lo stendardo, il vessillo, il guidone, il pennello, il gonfalone, ecc. Le bandiere nazionali come le conosciamo oggi nascono, invece, con la fondazione degli Stati moderni. La vessilografia è l’arte e la pratica di disegnare bandiere e la vessillologia, lo studio accademico delle stesse. Una persona che disegna bandiere è un vessillografo. Il design delle bandiere è strettamente correlato al suo logo, ma una bandierà è molto di più: è un oggetto materico che deve essere esposto e visibile da grande distanza e da più angolazioni, deve essere abbastanza semplice da poter essere scalato, adattato, stampato o anche forgiato. Le regole per il design delle bandiere non sono universali o standard, ma esistono alcune organizzazioni che hanno stabilito alcune norme e principi per la loro progettazione, come il North American Vexillological Association o il Flag Institute nel ‘Guiding Principles of Flag Design’. Nelle indicazioni di questi gruppi possiamo trovare alcune nozioni di base, come ‘tieni a mente la fisica di una bandiera in volo quando la progetti’, ‘i disegni semplici sono più facili da ricordare’, ‘le bandiere dovrebbero avere un design distintivo che le separi dalle altre’, oppure ‘le tendenze dovrebbero essere evitate se esiste la possibilità che possano datarsi rapidamente’. Altri suggerimenti sono legati al colore: ‘l’uso di meno colori mantiene i disegni semplici e audaci’, ‘il contrasto e le sfumature sono important’i, ‘i disegni dovrebbero rendere il bordo di una bandiera ben definito, in modo da non perdersi visivamente sullo sfondo’. Troviamo, poi, indicazioni sulla struttura e sulla simbologia di una bandiera: ‘i simboli sono posizionati meglio nel cantone, nell’argano o al centro poiché queste sono le aree visivamente più importanti’, ‘i disegni delle bandiere sono generalmente più lunghi di quanto non siano alti’, ‘i simboli dovrebbero essere distinti e rappresentativi’, ‘una bandiera dovrebbe rappresentare la totalità di una data comunità in contrapposizione alle sue singole parti’, ‘il simbolismo relativo ad altre entità dovrebbe essere usato solo se c’è una rilevanza 1. Pennone: asta su cui si innalza la bandiera. 2. Fune: usata per issare la bandiera fino al livello della carrucola. 3. Galloccia o Bitta: corta colonnetta a fungo collocata lungo il pennone per avvolgere e fissare la fune che issa la bandiera. 4. Lunghezza: il lato lungo della bandiera. 5. Larghezza: il lato corto della bandiera. 6. Battente: il lato della bandiera che sventola, cioè quello opposto all’asta. 7. Centro della bandiera: il posto dove spesso è presente lo stemma della bandiera. 8. Inferitura: il lato della bandiera che rimane verso il pennone, spesso coincide con la larghezza della bandiera. 9. Puntale: elemento che costituisce l’estermità superiore del pennone.
  • 13. scroll down for more > > chiara e diretta’, ‘i designer dovrebbero cercare di fare un unico riferimento definitivo’. Un interessante progetto di uno studio di designer danesi ‘Ferdio’, specializzati in infografiche, ha raggruppato e indagato il design e la grafica delle bandiere del mondo, restituendo visivamente lo studio condotto. All’interno del progetto è possibile trovare storie di bandiere interessanti, colori, layout, proporzioni, somiglianze, simbolismi e così via. Molte delle infografiche sono più simili a divertenti osservazioni sui disegni delle bandiere. Come quello qui a lato, che mostra bandiere simili e quanto sia facile trasformarle l’una nell’altra. Lo schema qui sotto, invece, mostra cosa simboleggiano i colori delle bandiere. Molte dei vessilli nel mondo sono semplici formule di simboli, colori e schemi. Ci sono, dunque, molte similitudini, ma se vengono clusterizzate e combinate, possono esserci ancora numerosissime possibilità non esplorate. Analizzando una bandiera è possibile combinarla ad un’altra per crearne una terza, raggrupparle per famiglie, indagarne gli schemi e i colori più usati, oppure immaginarne o studiarne il significato. Nel 2014, il governo neozelandese ha deciso di intraprendere un rebranding della sua bandiera nazionale, scatenando non poche polemiche a riguardo. Cambiare i simboli nazionali è un passo davvero importante per un paese perchè significa modificare l’identità nazionale, il comune sentimento, il rapporto con gli altri stati e con il proprio popolo. Nel 2015 vi è stata una call to action per proporre il nuovo design della bandiera, a cui hanno risposto in moltissimi. Il primo ministro neozelandese John Key avrebbe voluto un simbolo nazionale libero dalle influenze coloniali del Regno Unito, infatti, la bandiera della Nuova Zelanda fa riferimento all’Union Jack inglese al suo interno. Nel 2016 si è tenuto un referendum in cui i neozelandesi avrebbero dovuto scegliere se mantenere la vecchia bandiera oppure la nuova ‘Silver Fern’, una bandiera che sostituiva il simbolo inglese con
  • 14. scroll down for more > > una felce argentata su fondo nero bianco e blu. Quest’ultima bandiera era stata scelta con un primo referendum, tra i cinque bozzetti finalisti di un concorso a cui ne erano stati inizialmente sottoposti oltre diecimila. Se inizialmente i sondaggi mostravano favore verso la nuova proposta, alla fine il 56,6% dei votanti si è espresso per il mantenimento dell’attuale bandiera, adottata nel 1902. La felce argentata su fondo nero, la propsta di redesign più accreditata tra le moltissime in gara, fa riferimento alla famosa squadra sportiva di Rugby ‘All Blacks’, uno degli aspetti più conosciuti di questo paese. Questo esempio è significativo per riflettere sull’importanza che i simboli hanno nella costruzione dell’identità di un popolo e quanto un oggetto apparentemente privo di particolare interesse, dato per scontato come la bandiera, sia in realtà fondalmentale e abbia risvolti antropologici e sociologici. I neozelandesi, attraverso la proposta di redesign della loro bandiera, si sono trovati a riflettere sulla storia del loro paese e il suo passato coloniale, sull’identità nazionale, sul sentimento comune e su ciò che li unisce come popolo. Si sono inevitabilmente confrontati anche con la percezione che il mondo e gli altri stati hanno del loro paese, su ciò che comunicano e che vogliono trasmettere. Le bandiere hanno, in questo senso, una funzione davvero ampia: come un capo di abbiagliamento, la bandiera vesta una nazione, la presenta e la spiega agli altri per essere compresa e riconosciuta; porta con sè, dunque, tutti i significati e i significanti del linguaggio visivo. Così com un abito, il vessilo deve essere studiato, progettato e pensato accuratamente per trasmettere il messaggio corretto, farsi capire e spiegarsi al mondo. Una mancata o scorretta progettazione può causare incomprensioni, confusione, malcontento e un senso di scarsa professionalità. Qui di seguito vediamo alcuni esempi di una scarsa progettazione vessillografica. Non si parla di bandiere migliori o peggiori, perchè ognuna mantiene il suo unico e importante significato e a livello di contenuto, in questo articolo non vogliamo analizzare quello che uno stato vuole trasmettere, ma come lo realizza e come lo veicola a livello visivo. In questo senso si parla di ‘visual flag design’ e progettazione vessilografica. Ogni bandiera può essere analizzata in molti modi diversi in tutti i suoi aspetti di significazione; a livello grafico, ne abbiamo già parlato precedentemente, una bandiera è una combinazione di forma, composizione stilistica, simboli e segni grafici, forme geometriche, colori, schemi, layout e proporzioni. La bandiera della Liberia, uno Stato dell’Africa occidentale, ha una stretta somiglianza con la bandiera statunitense e mostra le origini della nazione, fondata da ex schiavi americani. La bandiera liberiana ha un disegno a undici strisce orizzontali rosse e bianche alternate (la prima dall’alto è rossa) con un quadrato blu recante una stella bianca a cinque punte nell’angolo in alto a sinistra. Qui troviamo una progettazione molto povera e molto significativa a livello geopolitico. Sono inoltre, davvero interessanti le bandiere delle contee della Liberia: presentano tutte disegni bizzarri, dai colori primari sgargianti e mal assortiti. Risultano bandiere prive di proporzioni e schemi compositivi, con sovrapposizione di layout e forme poco comprensibili, nel complesso davvero grottesche. Un altro aspetto del flag visual design che possiamo analizzare è quello degli stumenti di generazione automatica e casuale di bandiere. Le nuove tecnologie, gli algoritmi e software di progettazione grafica oggi permettono l’automatizzazione e la digitalizzazione dei processi creativi. Intorno a questa tematica è aperto un dibattito circa la proprietà intellettuale e il cambio di capacità e competenze di un progettista che si avvale di strumenti grafici digitali e CAD (computer aided design).Grazie a questi strumenti appare superfluo avere una cultura progettuale e capacità tecniche poichè i processi sono estremamente semplificati e digitalizzati, ma rischiano di banalizzare e mortificare i percorsi creativi. Proposte per il redesign della bandiera della Nuova Zelanda
  • 15. scroll down for more > > Il noto brand e casa di software Adobe ha a disposizione un tool del suo pacchetto per la ‘customizzazione’ guidata della propria personale bandiera. Sul web esistono numerossisimi strumenti, siti, applicazioni e piattaforme simili, in grado di offrire impostazioni e template per creare digitalmente e gratuitamente la propria bandiera. Ovviamente si tratta di tool a scopo ricreativo e senza nessun valore di riconoscimento ufficiale comunitario, ma un mezzo ricreativo e di semplice espressione personale. Abbiamo, quindi, analizzato il processo di progettazione delle bandiere e l’esistenza di alcune linee guida visive per la loro realizzazione; abbiamo visto quanti modi esistono di analizzare una bandiera e cosa essa trasmette a livello visivo e identitario per l’organizzazione che la possiede; abbiamo portato un esempio di restituzione visiva poco stimolante e aperto il dibattito circa l’introduzione del digitale, del machine learning, delle intelligenze artificiali e dei design tools nel processo creativo. Questa fase esplorativa del percorso che stiamo portando avanti è particolarmente interessante per studiare come una bandiera è costruita, progettata e realizzata, le sue componenti visive e gli aspetti semiologici in gioco. D’ora in avanti sarà soprattutto interessante indagare l’aspetto tecnologico collegato al processi creativi, come l’augmented creativity, la digital art, gli AI art generators e le loro potenzialità possono essere sfruttate per potenziare l’esperienza generativa e creare nuovi modi di interazione, partecipazione e progettazione. Design digital tools - Adobe Creative Express, 2022 Tag: bandiere, visual design, graphic design, infographics, vessillografia, comunicazione visiva, semiotica, simbologia, rebranding, design tools, AI, colore, adobe, augmented creativity References: • https://www.flaginstitute.org/wp/design/guiding-principles-of-flag-design/ • https://www.bandiere.it/glossario-della-bandiera • https://significatodelcolore.com/colori-bandiere/ • https://www.ferdio.com/en/flagstories • https://www.designboom.com/design/new-zealand-flag-08-13-2015 • https://www.adobe.com/express/create/flag • https://tennessine.co.uk/flags/ • https://flagmaker-print.com/pages/flag-maker Bandiera della Liberia e le bandiere delle sue contee
  • 16. scroll down for more > > >RAPSO PROJECTS> >FLAGS L’arte delle bandiere > il potente significato della bandiera nell’arte e nei processi creativi Da sempre l’arte è un bisogno sentito dall’essere umano, così come esprimersi e veicolare messaggi. Grazie all’espressione artistica è possibile esprimere e dare forma anche a concetti complessi, idee, emozioni e pensieri. L’espediente della bandiera è stato utilizzato anche in questo senso, dando vita ad interessanti progetti artistici, mostre ed installazioni. Vediamone alcuni qui di seguito. Dal 20 febbraio al 15 marzo 2020, presso il MAMBO - museo di arte contemporanea di Bologna è stata esposta la mostra Ultrabandiere, un progetto nato nel novembre 2017 a Torino all’interno dello Spazio Popolare Neruda, un’occupazione abitativa atipica, nella quale convivono circa 150 persone, con molti nuclei familiari e un’alta presenza di bambini. Insieme agli abitanti sono state immaginate, disegnate e poi cucite quattordici bandiere in stoffa che raccontano storie, pensieri, sogni e ricordi dei loro autori. Questi manufatti non sono più “solo” bandiere, ma “ultra”-bandiere. Si trasformano in altro, stratificando significati: sono arazzi, tappeti, lenzuola o tovaglie, ecc. Non sono più vessilli identitari, ma narrazioni aperte, che ognuno può leggere e interpretare a suo modo. Il progetto Ultrabandiere, a cura di Guerrilla Spam e Mattia Branca in collaborazione con CHEAP Street Poster Art, ha visto partecipare anche docenti, esperti d’arte e curatori. Anche il processo di creazione delle bandiere è particolarmente interessante, infatti, si è articolato su più fasi in diversi anni. Inizialmente è stato realizzato un sopralluogo e l’incontro con gli abitanti, si è partiti nel 2017 con la realizzazione di un grande murales nella scala comune del Neruda, cercando di mescolare immagini e iconografie di svariate culture in un unico “bestiario” meticcio. Successivamente, nel corso della primavera e dell’estate i bambini e alcune famiglie hanno iniziato a disegnare i bozzetti delle loro bandiere personali. Durante la terza fase, nel 2018 e 2019, è iniziata una raccolta di vestiti e lenzuola usate, presenti al Neruda e l’acquisto di alcune stoffe al mercato di Porta Palazzo. In seguito, si è passati a comporre le bandiere e a cucirle grazie all’aiuto di Fatima e Masrè. Alla fine del progetto, nel 2019, sono stati realizzati una mostra negli spazi del Neruda, un libro e una festa celebrativa. L’allestimento ha preso spunto dalle feste in cui le bandiere Asafo vengono esposte per le strade in Ghana, proponendo un’installazione densa e stratificata di colori e narrazioni. Il prodotto del progetto è stato, poi, esposto in varie mostre in musei e spazi dedicati, accompagnato dal commento degli autori e dalle loro storie. Questo progetto artistico ha una grande valenza sociale di integrazione, rispetto, ascolto, condivisione e interesse per il diverso e la comunità umana come unico popolo caratterizzato da differenze fondamentali. ph. Alberto Della Beffa | Ultrabandiere. Progetto di opere meticce
  • 17. scroll down for more > > Ultrabandiere. Progetto di opere meticce, 2017-2019 Un’altro esempio interessante è 90 artisti per una bandiera. L’iniziativa è una call for artist che presenta le opere di novanta artisti contemporanei, italiani e internazionali, che si sono confrontati sul tema della bandiera italiana e racchiude un obiettivo dagli alti valori umanitari: costruire a Reggio Emilia il MIRE - Ospedale della Donna e del Bambino. L’esposizione si è aperta il 17 Marzo 2012 a Reggio Emilia. Nello stesso giorno, nel 1861, si decretò l’unificazione dell’Italia. I 90 artisti coinvolti non hanno genericamente donato una loro opera a beneficio dell’iniziativa, ma si sono impegnati per realizzarne una partendo da una particolare bandiera, loro consegnata, scelta tra quelle che nel 2011, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, furono esposte a Reggio Emilia, Città del Tricolore. Inoltre, il catalogo delle opere è consultabile anche online; è stata esposta nel 2013 a Modena, nel Palazzo Ducale, nel Complesso del Vittoriano a Roma; nel 2014 nel Palazzo dell’Arsenale di Torino e nel 2015 alla Stazione Mediopadana di Reggio Emilia. Altro progetto artistico-culturale che riportiamo è “Le Bandiere del Mondo 1+1=3” di Michelangelo Pistoletto e Angelo Savarese, esposto nel 2019 a Milano. ‘Si tratta di un’opera composta da 196 tele, in rappresentanza delle bandiere di altrettante nazioni, che si ‘uniscono’ fino a creare una rappresentazione del segno-simbolo del maestro biellese; tutte insieme, quindi, mettono il luce il concetto di unità ‘riflettendolo’ nella diversità. Gli artisti, così, nell’installazione mettono in relazione le bandiere delle diverse nazioni in un ideale flusso cooperativo e sinergico realizzabile attraverso l’Arte della demopraxia. Nel concetto di demopraxia è insita la volontà di connettere le istituzioni, le organizzazioni, le associazioni esistenti affinché realizzino un cambiamento responsabile partendo dalle esigenze specifiche e concrete di ogni paese.’ La Bandiera del Mondo, inoltre, è stata realizzata a 70 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti umani adottati dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1948. I paesi ‘presenti’ nell’opera sono anche i firmatari dell’Agenda 2030, redatta dalle Nazioni Unite nel 2015 e sintetizzata nei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che ogni paese si è prefissato di raggiungere. Michelangelo Pistoletto e Angelo Savarese propongono il concetto di 1+1=3. Io esisto perché tu puoi fare qualcosa per me e io per te. ‘Tu’ e ‘io’ facciamo ‘noi’, si crea così qualcosa di più, qualcosa di altro, un 90 Artisti per una Bandiera - Associazione Curare Onlus, 2016
  • 18. scroll down for more > > Tag: bandiere, arte, arte contemporanea, processi creativi, esposizioni, intallazioni, musei, artisti, design References: • https://journal.cittadellarte.it/arte-societa/le-bandiere-del-mondo-113-milano-si-presenta-progetto-artistico-pistoletto- savarese • https://www.arte.it/calendario-arte/bologna/mostra-ultrabandiere-progetto-di-opere-meticce-66185 • https://curareonlus.wixsite.com/90artisti • https://www.instagram.com/histography__/?utm_medium=copy_link • https://www.instagram.com/meltdown.flags/ • https://www.behance.net/gallery/77900685/Milano-Bandiere-(Flags-of-Milan)-Part-001-2019 La Bandiera del Mondo 1+1=3, Michelangelo Pistoletto, Angelo Savarese, 2019 Bandiere immaginarie dei pianeti di Star Wars // Bandiere per i quartieri di Milano valore aggiunto. Gli artisti vogliono evidenziare che è necessario amare le differenze per consentire ai popoli una crescita responsabile. Possiamo trovare, infine, numerosissimi tanti altri piccoli progetti grafici e artistici che esplorano il mondo della bandiera e che si rifanno ad un immaginario molto più ‘pop’, come le bandiere dei pianeti, le bandiere dei mondi fantastici di Star Wars o le bandiere pensate per ogni quartiere di Milano, in base alle sue caratteristiche urbane, culturali e anche stereotipiche. Per finire, dunque, anche nell’arte possiamo ritrovare spunti interessanti per il nostro progetto e indagare ciò che è stato fatto per immaginare percorsi analoghi, ma alternativi e che possano apportare nuovi punti di vista e contributi al mondo delle arti visive con un impatto positivo anche sulla società.
  • 19. scroll down for more > > >RAPSO PROJECTS> >FLAGS Il messaggio delle bandiere > uno strumento forte per parlare di attualità La principale funzione di una bandiera è quella di segnalare e comunicare qualcosa: può essere l’identità nazionale, l’appartenenza ad un gruppo, segnali universalmente riconosciuti, la presenza di un pericolo, la resa o il consenso e molto altro. Una bandiera è, quindi, un segnale forte, che deve essere il più visibile possibile, per questo viene spesso posta molto in alto, in modo che sventoli al vento. Le bandiere sono quindi potenti veicolatrici di messaggi e in questo articolo vedremo come possono aiutare le comunità e farci parlare di attualità. La bandiera della ‘nazione dei rifugiati’ è un esempio per parlare di chi, appunto, una nazione di appartenenza non l’ha più, perchè devastata dalla guerra o soggetta a disastri naturali. Vuole riunire in una nuova comunità di appartenenza tutti i rifugiati. La bandiera è stata creata per celebrare la partecipazione della prima squadra di rifugiati in assoluto alle Olimpiadi del 2016. Il design semplice, una linea nera su fondo rosso arancio, della rifugiata siriana Yara Said, è diventato un atto di speranza e un emblema per gli atleti rifugiati che hanno marciato verso un nuovo inno, seguito da milioni di persone in tutto il mondo. Questa storia di design parla anche dell’esperienza di una donna che ha trasceso la sua situazione e ha creato un simbolo duraturo di fronte ad un’intollerabile crisi globale. La Nazione dei rifugiati è una proposta del 2015 di creare una nuova nazione per trovare identità e un nuovo popolo alle oltre 82 milioni di persone rifugiate nel mondo. Il billionario Jason Buzi ha proposto varie alternative, come per esempio isole disabitate, isole artificiali, zone appartenenti ad altri stati, ma scarsamente o non popolate. Il progetto sarebbe finanziato da privati e dalle Nazioni Unite. The Refugee Nation Flag for Amnesty International, Yara Said. Photo by Francisco de Deus Un altro espediente che utilizza le bandiere del mondo per parlare di importanti temi di attualità è il progetto ‘Meltdown Flags.org’. “Stiamo vivendo in un mondo al tracollo. Se il riscaldamento globale continua a crescere, i ghiacciai saranno spariti entro il 2100. Insieme a loro, il 69% dell’acqua potabile. Se i ghiacciai svaniscono, così sarà per noi.” Questo il forte messaggio di presentazione del progetto. Meltdown Flags è un’iniziativa di dati climatici che visualizza gli effetti del ritiro globale dei ghiacciai riducendo la quantità di bianco nelle bandiere dei paesi con ghiacciai. I ghiacciai sono una fonte di vita: forniscono acqua potabile vitale, aiutano a generare energia per milioni di case e sono i nostri indicatori più preziosi per comprendere il futuro del cambiamento climatico globale. Senza i ghiacciai vivremmo in un mondo molto diverso. La loro completa sparizione porterebbe l’innalzamento del livello del mare ad un livello record con gravi conseguenze sulla vita subacquea, del loro ecosistema e della
  • 20. scroll down for more > > The Meltdown Flags.org © 2019 METER Group, Inc. USA Versione del 2018 della Rainbow Flag, simbolo della comunita LGBTQ+ biodiversità mondiale. Le bandiere del progetto mostrano lo stato di scioglimento passato, presente e futuro. Dal 1995, anno della prima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, al 2050, anno fissato dall’ONU per raggiungere l’azzeramento delle emissioni nette e limitare l’innalzamento della temperatura globale a 1,5 °C. L’obiettivo di questo progetto è quello di educare all’importanza dei ghiacciai, fornire soluzioni per ridurre le emissioni e fare pressione sulla politica per affrontare la crisi climatica. Meltdown Flags è un progetto di dati climatici open source avviato dalla società di tecnologia ambientale METER. Le fonti di dati includono METER, UNESCO, NASA, World Glacier Monitoring System (WGMS), Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, l’Università di Zurigo e l’Università di Innsbruck. Parliamo ora di società e diritti, sempre usando lo strumento delle bandiere. Questa volta analizzeremo i simboli della comunità LGBTQ+ e i loro sottogruppi. Negli ultimi anni, all’interno della comunità lgbt+, si è aperto un dibattito sul tema dell’inclusione, la cui finalità è sensibilizzare maggiormente chi vi fa parte e chi no, sulle diverse sfumature di genere e sessualità intorno alle quali un individuo può definire la propria persona. La rappresentazione di una minoranza passa anche attraverso i simboli nei quali si riconosce: le bandiere, a partire dalla conosciutissima bandiera arcobaleno, sono un vessillo di orgoglio. Oggi ne esistono diverse, come diverse sono le autodefinizioni e le autocoscienze di ciascun individuo e la lista può e deve essere continuamente aggiornata. La bandiera arcobaleno è il simbolo della comunità lgbt+. La prima versione, creata nel 1977 da Gilbert Baker, presentava otto bande anzichè sei. Ogni colore designava un elemento: rosa il sesso, rosso la vita, arancione la guarigione, giallo il sole, verde la natura, turchese la magia, blu la serenità e viola lo spirito. Tutti principi, secondo Baker, caratteristici di ogni individuo. A causa della difficoltà nella produzione di alcuni tessuti colorati, il rosa e il turchese sono poi spariti. La bandiera della pace si distingue dalla bandiera arcobaleno del movimento LGBT, per la scritta PACE e per il numero e l’ordine dei colori (7 nella bandiera della pace, con i colori freddi in alto, 6 nella bandiera del LGBT, senza l’azzurro, con i caldi in alto). Nella bandiera della pace i colori sono al contrario rispetto a come appaiono in cielo nell’arcobaleno. Esistono alcune bandiere simili come quella Inca, quella di Cusco in Perù e la bandiera di Meher Baba. In Guinea Equatoriale, Colombia ed Equador, invece, la bandiera della pace è diversa e di colore bianco. Ne esisste, inoltre, una versione adottata dalle Nazioni Unite e disegnata da Picasso, bianca con al centro una colomba portante un ulivo nel becco.La versione del 2018 della bandiera della comunità lgbtq+, disegnata da Daniel Quasar, presenta nuove strisce colorate dedicate alla comunità di colore, a quella
  • 21. scroll down for more > > Tag: bandiere, design, LGBT+ community, idee, pensiero, The Refugee Nation Flag, pace, arcobaleno, società, diritti, cambiamento climatico, ambiente, artide, emergenze, Meltdown Flags References: • https://journal.cittadellarte.it/arte-societa/le-bandiere-del-mondo-113-milano-si-presenta-progetto-artistico-pistoletto- savarese • https://www.arte.it/calendario-arte/bologna/mostra-ultrabandiere-progetto-di-opere-meticce-66185 • https://curareonlus.wixsite.com/90artisti • https://www.instagram.com/histography__/?utm_medium=copy_link • https://www.instagram.com/meltdown.flags/ Transgender, ai malati di Hiv e a chi è morto per portare avanti la battaglia dei diritti. Molto interessanti, sono anche tutti i significati delle bandiere dei sottogruppi di questa comunità. Per esempio, la bandiera dell’orgoglio bisessuale è nata nel 1998 per rappresentare la comunità bisessuale ed è stata creata da Michael Page. La bandiera è costituita da tre colori diversi: in alto, una striscia rosa rappresenta l’orientamento omosessuale; in fondo, una striscia blu rappresenta l’orientamento eterosessuale; al centro, una striscia viola simboleggia la combinazione tra i due orientamenti. Ogni bandiera presenta una spiegazione per ogni colore e banda che ha scelto e indica l’orgoglio di appartenenza ad ogni gruppo. Le bandiere, in questo caso, sono simboli identitari, di orgoglio e appartenenza, utili a riconoscersi e a creare gruppi forti di unione e inclusione. Sono oggetti utili alla presa di coscienza degli individui, alla manifestazione della loro presenza e alla reclamazione dei loro diritti. Abbiamo visto come le bandiere siano fonte di informazioni importanti e capaci di veicolare messaggi e funzioni forti. Sono in grado di raccontarci il passato e farci parlare della contemporaneità e del futuro prossimo. Ci fanno trattare di una quantità di argomenti davvero vasta. Sono interessanti oggetti geografici, storici, politici, culturali, sociologici, antropologici, materici, ideologici, artistici e grafici, comunicativi, identitari, comunitari, bellici o pacifici e molto altro. In questo senso, possiamo dire che il concetto di bandiera è essa stessa una piccola sintesi dell’umanità. Attraverso questo tema progettuale è possibile indagare moltissimi aromenti interessanti e scontrarsi con problemi e sfide davvero stimolanti da ogni punto di vista. Le arti visive, qui, giocano un ruolo fondamentale con prospettive di indagine e sperimentazione promettenti. Molte delle bandiere dei sottogruppi della comunità LGBTQ+
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