Ispe sanita', bortoletti, 23 gennaio 2013, la gestione di una azienda sanitar...
Unito bortoletti 6 novembre 2015
1. Il
cd.
Modello
Salerno.
Una
lettura
del
tema
attraverso
la
quotidianità
di
una
ASL
commissariata.
Relatore
Col.
CC.
Maurizio
BORTOLETTI
ane e Sociali
zioni
Università degli Studi di Torino
Dipartimento di Management
Il progetto HAPPI: un accordo quadro
per l’Europa
Appalti innovativi per l'invecchiamento felice
5 novembre 2015 – 14,30-18,30
Via Po, 17 – Torino, Aula Rossa
e
Strategie per l’efficienza,
l’integrità e l’innovazione nei
contratti pubblici
6 novembre 2015 – 9,30-13,30
C.so Unione Sovietica, 218 bis – Torino, Aula Magna
to pubblico europeo sviluppato
one di un accordo quadro, sarà
onda del 5 novembre, cui farà
vembre una riflessione sulle
ere per assicurare l’efficienza,
neicontrattipubblici.
entato il Master di II livello in
, l’integrità e l’innovazione nei
o dall’Università degli Studi di
ne con l’Autorità Nazionale
à attivato a partire dal maggio
no
t
s-Torino
pubblico@unito.it
UMBERTO COUT, Direttore Struttura Complessa Provveditorato
Economato, AUSL Valle d’Aosta
GIAN PAOLO ZANETTA, Direttore Generale A.O.U. Città della Salute e
della Scienza di Torino
FERNANDAGELLONA,Direttore Generale di Assobiomedica
LORENZOARDISSONE,Direttore Generale Asl TO/4
GIUSEPPE MASSAZZA, Associato di Medicina Fisica e Riabilitativa
presso l’Università degli Studi di Torino
Conclude
ROBERTO CAVALLO PERIN, Ordinario di Diritto Amministrativo presso
l’Università degli Studi di Torino
LeimpresedelprogettoHAPPI
Il sistema per la rilevazione delle cadute – C2S
Il tapis roulant per la rieducazione della deambulazione - Force-Mill
Il percorso di deambulazione DM3 –Alter eco Santé
Sala Rossa – Rettorato
Università degli Studi di Torino
Via Po, 17
ore 14 – 18,30
FRANCESCO MERLONI, Componente dell’Autorità Nazionale
Anticorruzione
NERINA DIRINDIN, Economista presso l’Università degli Studi di
Torino, Senatrice della Repubblica italiana e Membro della XII
Commissione permanente Igiene e sanità
MAURIZIO BORTOLETTI, Col. CC, già Commissario Straordinario
ASL Salerno
ROBERTO CAVALLO PERIN, Ordinario di Diritto Amministrativo
presso l’Università degli Studi di Torino
Conclude
CARLO EMANUELE GALLO, Ordinario di Diritto Amministrativo
presso l’Università degli Studi di Torino
Aula Magna del Dipartimento di Management
Università degli Studi di Torino
C.so Unione Sovietica, 218 bis
ore 9 -13
2. Università
degli
Studi
di
Torino
PRESENTAZIONE
nt Centre aims to
ons of which will be
er and non-member
resent a contribution
he issues involved.
h findings in a
es, with its wide,
ecifically intended
fields concerned.
rnational investors,
creased their use of
y of governance in
nsequences for these
uffer from limits and
Policy Brief seeks to
overnance indicators.
TRE
NTRE
ance
0
9
O E C D D E V E L O P M E N T C E N T R E
POLICY BRIEF No. 39
MEASURING GOVERNANCE
by
Charles P. Oman and Christiane Arndt
Quantitative indicators of the quality of governance
in developing countries and emerging economies have
greatly proliferated since the mid-1990s.
The main users of these indicators are international
investors, official development agencies, journalists and
academics.
The most widely used, and misused, governance
indicators are composite perceptions-based indicators.
Even the most carefully constructed composite
indicators have limitations their users seem widely to
ignore.
Greater transparency is required both in the production
and in the use of governance indicators.
CENTRE DE
DÉVELOPPEMENT CENTRE
DEVELOPMENT
NTRE
MENT
3. PRESENTAZIONE
OCSE,
Measuring
Governance,
2010.
“Classi'iche
poco
attendibili,
possono
produrre
danni”
"Metodologia
poco
chiara
e
viziata
da
pregiudizi,
ma
i
risultati
vengono
usati
da
chi
decide
gli
aiuti
internazionali”.
Gli
autori
dello
studio
Ocse,
Charles
P.
Oman
e
Christiane
Arndt,
in
una
mail
prima
della
pubblicazione
del
CPI,
evidenziavano
come
”…
senza
entrare
nel
merito
della
discussione
sull'importanza
di
questo
o
altri
indicatori
internazionali
sulla
governance
…”
i
potenziali
utenti
del
rapporto
avrebbero
dovuto
“…
essere
più
attenti
nell'esame
dei
reali
contenuti
e
alla
precisione
di
tutti
i
sistemi
di
classiAiche
della
governance
e
di
usare
più
cautela
su
come
utilizzarli…”.
Università
degli
Studi
di
Torino
4. PRESENTAZIONE
Perché
non
se
ne
è
parlato?
Perché,
magari,
se
ne
parla
e,
poi,
repentinamente,
lo
si
dimentica?
Perché
Tutti
erano/sono
convinti
che
il
costo
della
corruzione
in
Italia
sia
pari
o
ben
superiore
ai
60
miliardi
di
euro?
Perché
Tutti
erano/sono
convinti
che
l’Italia
sia
collocata
nelle
classiLiche
internazionali
al
72esimo
posto,
peggio
di
tutti
i
Paesi
industrializzati?
Perché
l’Italia
–
per
usare
le
parole
del
prof.
Paul
Ginsborg,
che
insegna
all’Università
di
Firenze
–
sembra
sempre
lì
lì
per
staccarsi
dal
resto
dell’Europa
e
sprofondare
nel
Mediterraneo?
Università
degli
Studi
di
Torino
5. La
cifra
rimbalzata
sui
media
di
60
miliardi
di
euro
quale
costo
della
corruzione
in
Italia,
con
qualche
autorevole
“addetto
ai
lavori”
che
si
è
spinto
ancora
più
in
là,
sostenendo
che
il
dato
va
“…ben
oltre
la
stima
di
50-‐60
miliardi
di
euro
…”
e
ottenendo
uno
spazio
ancor
più
ampio
sui
mezzi
di
informazione,
È
ATECNICA
ed
ERRATA
ed
è
reale
solo
l’EFFETTO
ECO
che
la
ha
resa
verosimile.
PRESENTAZIONE
Università
degli
Studi
di
Torino
6. Il
costo
della
corruzione,
magari,
è
ancora
maggiore
di
60
miliardi
di
euro,
ma:
1. la
“stima”
deriva
da
un
dato
contenuto
in
una
ricerca
della
World
Bank,
la
cd.
“Relazione
Kauffman”
del
2004,
che
individuava
il
costo
della
corruzione
nel
mondo
nel
3%
del
PIL
mondiale;
2. da
qui
i
60
miliardi
di
euro
(!),
pari
al
3%
del
PIL
italiano,
cioè
un
decimo
circa
del
costo
della
corruzione
mondiale
stimata
-‐
con
questo
studio
dalla
World
Bank
-‐
in
$1
Trillion,
700
miliardi
di
euro
dell’epoca.
L’autore
della
stima
ha,
però,
dimenticato
di
proseguire
la
sua
lettura
ino
a
dove
la
stessa
World
Bank
afferma
quella
che
poteva
sembrare
una
banalità.
E
cioè
che
"First,
as
shown
clearly
by
the
data,
the
scale
of
corruption
varies
signi'icantly
from
country
to
country“.
Il
2
settembre
2010,
il
SEGRETARIO
GENERALE
DELLE
NAZIONI
UNITE
BAN
KI-‐MOON
A
VIENNA,
nel
suo
intervento
in
occasione
dell’inaugurazione
della
IACA,
l’Accademia
internazionale
anticorruzione,
ha
ricordato
il
dato
madre:
one
trillion
dollar
quale
costo
della
corruzione
mondiale,
700
miliardi
di
euro.
PRESENTAZIONE
Università
degli
Studi
di
Torino
7. L’INDICE
DI
PERCEZIONE
(CPI),
comunicato
annualmente
da
Transparency
International:
1. NON
è
una
misurazione
del
livello
di
corruzione
di
un
Paese,
2. NON
consente
di
stilare
classiiche
e
graduatorie:
la
stessa
Transparency
afferma
–
in
Transparency
International,
Università
di
Passau
(2008),
The
Methodology
of
the
Corruption
Perceptions
Index
2008
-‐
che
“…
una
graduatoria
di
Paesi
può
facilmente
essere
erroneamente
interpretata
come
una
misura
assolutamente
precisa
delle
performance
di
un
dato
paese.
Questo
non
è
affatto
vero….”;
3. NESSUNO
dice
che
la
stessa
Transparency
segnala
una
INTRINSECA
IMPRECISIONE
del
suo
Indice:
“…Sin
dalla
sua
prima
pubblicazione
nel
1995,
TI
ha
fornito
i
dati
relativi
alla
deviazione
standard
e
al
numero
delle
fonti
utilizzate
per
la
costruzione
dell’indice.
Queste
informazioni
servono
per
evidenziare
che
vi
è
una
intrinseca
imprecisione.
Inoltre
viene
fornita
l’informazione
del
range
tra
il
valore
più
basso/più
alto.…”,
con
l’Italia
che
fa
segnare
una
deviazione
standard
tra
le
più
elevate,
superiore
a
1,
chiaro
indicatore
di
un
sostanziale
disaccordo
tra
le
diverse
fonti
e,
quindi,
una
signiicativa
imprecisione
della
misurazione;
PRESENTAZIONE
Università
degli
Studi
di
Torino
8. L’INDICE
DI
PERCEZIONE
(CPI),
comunicato
annualmente
da
Transparency
International:
4. NESSUNO
dice
che
nel
2009,
è
stato
calcolato
con
modalità
diverse,
da
un
ente
di
ricerca
diverso,
con
le
6
(!)
rilevazioni
sull’Italia
che
sono
state
richieste
a
4
enti
diversi:
Economic
Intelligence
Unit,
Global
Insights,
IMD
International,
World
Economic
Forum’s
Global
Competitiveness;
5. NON
si
dice
che
si
evoca
il
nomen
“corruzione”,
ma
non
si
fa
riferimento
alle
condotte
che
in
Italia
integrano
le
fattispecie
penali
di
corruzione
e
concussione,
bensì
a
un
universo
molto
più
ampio,
tenuto
conto
che
per
Transparency
International
il
CPI
misura
la
percezione
del
“…misuse
of
public
power
for
private
beneAit
…” per
la
nota
metodologica
del
CPI
2008,
analoga
a
quella
contenuta
nello
stesso
documento
relativo
al
CPI
2006:
“…as
the
abuse
of
public
ofAice
for
private
gain
…”.
Ciò
che
Transparency
deinisce
corruzione,
nell’Ordinamento
Giuridico
italiano
corrisponde,
in
realtà,
al
risultato
della
“somma”
di
corruzione,
concussione
e
abuso
d’uficio,
di
cui
all’art.
323
c.p.,
un
universo
statistico
estremamente
più
vasto.
PRESENTAZIONE
Università
degli
Studi
di
Torino
9. L’INDICE
DI
PERCEZIONE
(CPI),
comunicato
annualmente
da
Transparency
International:
6. NESSUNO
dice
che
in
alcune
annualità
altri
indicatori
–
tra
l’altro,
tra
quelli
considerati
da
TI
-‐
abbiano
dato
risultati
diversi.
Ad
esempio,
il
Control
of
Corruption
della
World
Bank,
che
comprende
le
4
fonti
utilizzate
da
Transparency
per
il
proprio
Indice,
quando
gli
esiti
delle
4
fonti
utilizzate
da
Transparency
per
il
proprio
indice
e
quelli
di
altri
6
istituti
di
ricerca,
danno
vita
al
Control
of
Corruption
del
Country
Data
Report
for
Italy
dei
Worldwide
Governance
Indicators,
il
cd.
WGI,
della
World
Bank.
MA,
in
quella
circostanza
l’Italia:
nell’Indice
di
Transparency
perdeva
più
del
10%
(dal
4,8
del
2008
al
4,3
del
2009);
nello
stesso
periodo,
nel
Control
of
Corruption
della
World
Bank
si
leggono
8
indici
identici
tra
le
due
annualità,
uno
in
aumento
(il
Gallup
World
Poll
salito
da
0,19
a
0,27)
e
uno
che
cala
in
misura
minore
(l’IMD,
l’Institute
for
Management
&
Development
World
Competitiveness
Yearbook,
passato
dallo
0,26
allo
0,22).
PRESENTAZIONE
Università
degli
Studi
di
Torino
14. “…
l’analisi
delle
notizie
sulla
criminalità
proposte
dai
Tg
prime
time
nel
periodo
2005-‐2009,
fornisce
–
secondo
il
prof.
Ilvo
DIAMANTI
-‐
alcune
indicazioni
interessanti:
•
non
esiste
correlazione
tra
l’andamento
dei
reati
denunciati
e
il
numero
di
notizie
sulla
criminalità;
•
esiste,
invece,
una
forte
correlazione
tra
il
numero
di
notizie
di
reati
e
la
percezione
della
criminalità,
con
una
situazione
che
in
Italia
degrada
ulteriormente
se
analizzata
in
una
prospettiva
comparata
con
altri
Paesi
europei
….
Il
Tg1
–
come
emerge
dalla
rilevazione
dell’Osservatorio
di
Pavia
in
relazione
alla
“notiziabilità”
del
tema
allargata
ai
principali
Tg
europei
-‐
ha
il
doppio
di
notizie
del
Tg
spagnolo
e
venti
volte
in
più
rispetto
al
telegiornale
tedesco;la
pagina
della
criminalità
in
Italia
è
costante,
l’agenda
dei
telegiornali
francesi,
inglesi,
tedeschi
e
spagnoli
non
rileva
la
presenza
quotidiana
di
notizie
criminali
…”.
La
“di#atura
delle
immagini
influen/”.
Prof.
Giuliano
Amato,
Accademia
dei
Lincei.
PRESENTAZIONE
Università
degli
Studi
di
Torino
16. I
PUNTI
CHE
SI
INTENDONO
TOCCARE
Una
considerazione
introduttiva.
Una
breve
descrizione
del
cd.
Modello
Salerno,
secondo
la
deinizione
di
Conindustria
sanità.
Alcune
domande.
Una
considerazione
conclusiva.
Università
degli
Studi
di
Torino
PRESENTAZIONE
17. I
PUNTI
CHE
SI
INTENDONO
TOCCARE
Una
considerazione
introduttiva.
Una
breve
descrizione
del
cd.
Modello
Salerno,
secondo
la
deinizione
di
Conindustria
sanità.
Alcune
domande.
Una
considerazione
conclusiva.
Università
degli
Studi
di
Torino
PRESENTAZIONE
18. Università
degli
Studi
di
Torino
UNA
CONSIDERAZIONE
INTRODUTTIVA
Meglio
ripetere
e
chiarire
che
la
corruzione,
il
mercimonio
della
funzione
pubblica,
è
una
grave
patologia
del
sistema
pubblico
e
va
combattuta
e
contrastata,
senza
SE
e
senza
MA.
Detto
questo,
vanno
dette
–
in
modo
altrettanto
chiaro
-‐
alcune
cose
che
si
ascoltano
raramente:
1. nessun
paese
-‐
nei
dispotismi
più
che
nelle
democrazie
-‐
e
nessun
comparto
è
immune
dalla
corruzione;
2. nessuna
legge
penale
ha
mai
fermato
alcun
crimine;
3. trattandosi
di
un
tema
evocativo
ed
eclatante
che
fa
necessariamente
parte
dell’agenda
politica
NON
deve,
o
non
dovrebbe,
essere
usato
come
strumento
di
lotta
politica,
con
i
dati
sul
tema
che
vengono
diffusi
(e
riprodotti),
in
modo
frequente,
senza
neanche
avvertire
il
loro
contraddirsi,
privilegiandone
la
funzione
aizzatoria;
4. la
corruzione
tesa
a
far
marciare
una
macchina
(autorizzazioni,
revisioni,
adempimenti,
etc.)
altrimenti
inchiodata
non
è
un
male,
sono
due:
5. è
inutile
ricordarsi
del
tema
quando
emergono
gravi
scandali.
Un’ultima
cosa,
che
ritengo
determinante:
nel
tema
che
andiamo
a
trattare:
il
segreto
è
che
non
ci
sono
segreti.
19. Rubare
non
ha,
quindi,
colore
politico,
il
tema
della
corruzione
non
può
diventare
un
derby
tra
ladri
e
onesti.
Questo
tema,
come
quello
della
sicurezza
e
dei
cittadini,
dovrebbe
rimanere
al
di
fuori
dell’agone
politico.
Come
hanno
ricordato
l’attuale
Sindaco
di
Torino,
Piero
Fassino,
e
Paolo
Borgna,
in
Sicurezza
e
giustizia,
Donzelli,
2001,
dove
alla
“…
denuncia
dell'inadeguatezza,
giudiziaria
e
culturale,
ad
affrontare
il
fenomeno
e
del
ritardo
nel
comprendere
quanto
questa
sottovalutazione
contribuisca
a
deteriorare
il
rapporto
fra
cittadino
e
istituzioni….”
si
aggiunge
la
consapevolezza
che
“…
la
denuncia
del
ritardo
non
basta
se
non
se
ne
affrontano,
senza
paura
di
scavare
a
fondo,
le
radici
culturali.
è
forse
vero
-‐
come
molti
sostengono
-‐
che
una
speciAica
resistenza
va
ricercata
proprio
nella
cultura
diffusa
della
sinistra?
E
peraltro,
che
uso
ha
fatto
la
magistratura
italiana
della
sua
straordinaria
indipendenza
di
fronte
alle
richieste
di
giustizia
dei
cittadini?
…”
UNA
CONSIDERAZIONE
INTRODUTTIVA
Università
degli
Studi
di
Torino
20. BUONE PRATICHE E
STRUMENTI ANTICORRUZIONE
PER IL SETTORE SANITARIO
Nel
report
«Corruzione
e
sprechi
in
sanità»
sono
stati
rilevati
12
drivers
di
corruzione,
di
cui
quattro
dal
lato
della
domanda
sanitaria,
e
otto
dal
lato
dell'offerta
sanitaria.
Dal
lato
della
domanda:
Incertezza
o
debolezza
del
quadro
normativo,
asimmetria
informativa
tra
u t e n t e
e d
S i s t e m a
S a n i t a r i o ,
e l e v a t a
parcellizzazione
della
domanda
sanitaria,
fragilità
nella
domanda
di
servizi
di
cura.
Dal
lato
dell'offerta:
forte
ingerenza
della
politica
nelle
scelte
tecnico-‐amministrative,
elevata
complessità
del
sistema,
ampi
poteri
e
discrezionalità
nelle
scelte
aziendali
e
ospedaliere,
basso
livello
di
rendicontazione
del
personale
pubblico,
bassi
standard
etici
degli
operatori
pubblici,
asimmetria
informativa
tra
Sistema
Sanitario
e
fornitori
privati,
crescita
della
sanità
privata,
scarsa
trasparenza
nell’uso
delle
risorse
UNA
CONSIDERAZIONE
INTRODUTTIVA
Università
degli
Studi
di
Torino
21. BUONE PRATICHE E
STRUMENTI ANTICORRUZIONE
PER IL SETTORE SANITARIO
Schemi
criminali
ricorrenti
Il settore sanitario presenta innumerevoli opportunità di
corruzione. Emblematico è il caso del “mercato delle salme”
emerso in Lombardia nel 2008 in cui numerosi infermieri sono
stati corrotti da imprese funebri locali per spartirsi i defunti:
mazzette in cambio di (lucrose) sepolture.
Sono qui riportati cinque ambiti del sistema spesso soggetti alla
corruzione: nomine, gestione dei farmaci, procurement,
negligenza e sanità privata. Attraverso l’analisi dei casi giudiziari,
relativi ad indagini per corruzione nella sanità, è stato possibile
individuare alcune criticità ricorrenti negli schemi corruttivi.
Schemi
criminali
ricorrenti
Il settore sanitario presenta innumerevoli opportunità di
corruzione. Emblematico è il caso del “mercato delle salme”
emerso in Lombardia nel 2008 in cui numerosi infermieri sono
stati corrotti da imprese funebri locali per spartirsi i defunti:
mazzette in cambio di (lucrose) sepolture.
Sono qui riportati cinque ambiti del sistema spesso soggetti alla
corruzione: nomine, gestione dei farmaci, procurement,
negligenza e sanità privata. Attraverso l’analisi dei casi giudiziari,
relativi ad indagini per corruzione nella sanità, è stato possibile
individuare alcune criticità ricorrenti negli schemi corruttivi.
UNA
CONSIDERAZIONE
INTRODUTTIVA
Università
degli
Studi
di
Torino
22.
“Il
nostro
è
un
Paese
malato,
non
un
malato
terminale,
ma
certamente
un
malato
grave,
affetto
da
una
patologia
cronica,
progressiva
e
contagiosa,
che
ne
sta
minando
alla
radice
le
energie
'isiche
e
morali.
…
anche
il
chirurgo
è
malato
e
forse
è
più
malato
degli
altri
…
preda
di
una
rassegnazione
debilitante
…
un
cancro
ad
alta
potenzialità
distruttiva
che
stravolge
il
sistema
immunitario
del
paese
…
un
malato
che
appare
ormai
inguaribile,
perché
soffre
di
un
male
che
ogni
giorno
ne
mina
la
'ibra.
Sembra
che
non
ci
siano
terapie
…” (Liberal,
15.7.10)
Senza
entrare
nel
merito,
certamente
angosciante.
Ma
effettivamente,
nell’Italia
“culla
del
diritto”
il
diritto
ci
stava
così
bene
da
essersi
addormentato?
(Enio
Flaiano).
UNA
CONSIDERAZIONE
INTRODUTTIVA
Università
degli
Studi
di
Torino
23. CORROTTI
E
“…L’Italia ha un tale culto per la furbizia che arriva persino all’ammirazione di chi se ne
serve a suo danno…”. G.PREZZOLINI, Codice della vita italiana.
UNA
CONSIDERAZIONE
INTRODUTTIVA
Università
degli
Studi
di
Torino
24. I
PUNTI
CHE
SI
INTENDONO
TOCCARE
Una
considerazione
introduttiva.
Una
breve
descrizione
del
cd.
Modello
Salerno,
secondo
la
deLinizione
di
ConLindustria
sanità.
Alcune
domande.
Una
considerazione
conclusiva.
Università
degli
Studi
di
Torino
PRESENTAZIONE
25. Distretti SocioSanitari 13
Plessi Ospedalieri 11
Posti Letto Ospedalieri 1837
Dipartimento di Prevenzione 3
Dipartimento Salute Mentale 3
Medici di Medicina Generale 927
Pediatri di Libera Scelta 137
Medici Specialisti ambulatoriali (ex Sumai) 382
Farmacie 331
Dirigenti Medici 2033
Dirigenti Amministrativi,Tecnici,Professionali 269
Personale del comparto (non dirigente) 6062
Popolazione 1.107.652
Famiglie 411.388
Superficie Kmq 4.917,15
Densità media (abitanti/Kmq) 225
Comuni 156
Case di Cura 9
Posti Letto 1102
Centri di Riabilitazione 36
Residenza Sanitarie Assistite 13
Strutture Termali 7
Comunità per Tossicodipendenti 2
Laboratori di Analisi 118
Centri di diagnostica 38
Centri di medicina nucleare 3
Centri di fisiokinesiterapia 50
Centri di dialisi 22
Centri di diabetologia 5
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
in
cifre.
Università
degli
Studi
di
Torino
27. Una
pronuncia
della
Sezione
Regionale
di
controllo
della
Campania,
la
nr.
5
del
23
aprile
2009,
che
per
il
Bilancio
consuntivo
2007
dell’ASL
SA
1
di
Nocera
Inferiore
evidenziò
come
“…
la
tardiva
adozione
del
bilancio
di
esercizio
2007
(approvato
il
15
gennaio
del
2009
con
Deliberazione
nr.
45,
n.d.r.)
…
evidenzia
non
solo
una
situazione
di
non
conformità
alla
legge,
ma
costituisce,
altresì,
sintomo
di
un
non
corretto
ed
efAicace
utilizzo
delle
risorse
pubbliche…”
e
osservò
come
la
“…condotta
degli
organi
direttivi
dell’ASL
SA
1
di
Nocera
Inferiore
sia
andata
ben
oltre
gli
estremi
della
negligente
osservanza
dei
termini
di
adozione
del
bilancio
di
esercizio…”.
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
14
marzo
2011:
i
dati.
Università
degli
Studi
di
Torino
28. Conto Economico ASL SALERNO Consuntivo 2009 Consuntivo 2010 I TRIM. 2011
Totale valore della produzione (A) 1.568.923 1.615.188 389.930
B.1) Acquisti di beni 163.789 166.631 44.021
B.2) Acquisti di servizi 837.372 850.186 212.439
B.3) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) 12.182 12.356 2.972
B.4) Godimento di beni di terzi 14.207 14.033 3.493
B.5) Personale del ruolo sanitario 469.796 466.760 116.889
B.6) Personale del ruolo professionale 1.574 1.823 471
B.7) Personale del ruolo tecnico 59.783 58.654 14.497
B.8) Personale del ruolo amministrativo 40.035 39.463 9.983
B.9) Oneri diversi di gestione 4.932 4.111 922
B.10) Ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali 174 193 43
B.11) Ammortamento dei fabbricati 6.087 5.920 1.480
B.12) Ammortamenti delle altre immobilizzazioni materiali 7.504 6.956 1.778
B.13) Svalutazione dei crediti 0 0 9.550
B.14) Variazione delle rimanenze 789 -2.742 -1.578
B.15) Accantonamenti tipici dell’esercizio 42.537 98.385 24.280
Totale costi della produzione (B) 1.660.761 1.722.729 441.241
Totale proventi e oneri finanziari (C) -2.170 -12.450 -2.320
Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 -189 0
E) Proventi e oneri straordinari
E.1) Proventi straordinari 4.806 5.742 0
E.2) Oneri straordinari 118.568 86.838 0
Totale proventi e oneri straordinari (E) -113.762 -81.095 0
Risultato prima delle imposte -207.770 -201.276 -53.631
Totale imposte e tasse 42.827 43.446 10.680
RISULTATO DI ESERCIZIO -250.597 -244.721 -64.310
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
14
marzo
2011:
i
dati.
NESSUNO
si
vergognava,
NESSUNO
si
è
vergognato.
Università
degli
Studi
di
Torino
29. 1. disavanzo
riportato
in
Stato
Patrimoniale
2010
pari
a
oltre
1,7
miliardi
di
euro,
2. nel
2010,
il
Collegio
Sindacale
aveva
mosso
625
rilievi
o
osservazioni,
con
155
pareri
negativi
e
decine
di
atti
con
l’invito,
raramente
ottemperato,
di
trasmetterli
alla
Corte
dei
Conti,
a
decine
dei
quali
non
era
mai
stata
data
risposta;
3. l’unica
uniicazione
delle
3
ex
Aziende
Sanitarie
accorpate
alla
data
del
24
marzo
2009,
aveva
riguardato
i
vertici,
cioè
le
nomine
delle
7
Funzioni
centrali,
mentre
sopravvivevano
nelle
sedi
centrali
delle
due
preesistenti
ASL
oltre
a
quella
di
Salerno
(Nocera
e
Vallo
della
Lucania)
nonostante
l’evidente
soppressione
giuridica
delle
entità
prima
là
esistenti,
strutture
e
coordinamenti
che
hanno
continuato
ad
operare
come
se
fossero
ancora
in
vita
le
3
vecchie
aziende;
4. assenza
di
un
bilancio
preventivo
2011
approvato;
5. una
gestione
liquidatoria
delle
ex
USL
che
perdurava
da
oltre
un
decennio
senza
vedere
l’orizzonte,
mentre
“ballavano”
cifre
impressionanti;
6. La
chiusura
del
controllo
di
gestione;
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
14
marzo
2011:
i
fatti.
Università
degli
Studi
di
Torino
30. 7. contro
l’ASL
–
al
31
marzo
2011
-‐
erano
pendenti
un
numero
di
ricorsi
ignoti
al
dirigente
della
Funzione
Centrale
Affari
Legali,
che
non
aveva
acquisito
il
dato
delle
disciolte
ex
ASL
SA1
e
SA
3,
mentre
rimaneva
ignota
una
corretta
stima
degli
accantonamenti,
con
sforamenti
a
bilancio
pari
al
6%
delle
risorse
trasferite.
Nella
sola
ex
ASL
SA
2
si
registravano:
• 518
ricorsi
del
personale
contro
l’Azienda
(controvalore
stimato
in
9
Meuro);
• 802
ricorsi
dai
fornitori,
237
citazioni
per
danni,
327
altre
cause
a
vario
titolo
e
40
liti
pendenti
davanti
al
TAR
(controvalore
stimato
di
sola
quota
capitaria
di
207
Meuro).
8. assenza
-‐
con
una
funzione
“controllo
di
gestione”
soppressa
a
Febbraio
2011
-‐
di
qualsivoglia
strumento
di
programmazione
e
controllo
sistematico
(“Piano
degli
interventi
manutentivi”,
“Piano
della
formazione”,
“Regolamento
economale”,
“Piano
di
programmazione
dello
straordinario
e
delle
altre
indennità
accessorie”,
“Regolamento
per
l’utilizzo
delle
telefonia
cellulare”,
“Piano
della
Pronta
Disponibilità”,
per
dirne
solo
alcuni,
sui
quali
si
e’
lavorato
con
successo
o
sui
quali
si
sta
lavorando),
se
non
quello
lasciato
alla
buona
volontà
dei
dirigenti;
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
14
marzo
2011:
i
fatti.
Università
degli
Studi
di
Torino
31. 9. una
tragica
situazione
di
carenze
infrastrutturali
(una
prima
due
diligence
aveva
individuato
esigenze
superiori
ai
100
Meuro,
solo
per
gli
interventi
minimali
e
di
messa
in
sicurezza),
anche
per
quel
che
riguarda
i
servizi
territoriali,
con
la
convivenza
di
realtà:
• nuove
inutilizzate,
come
era
per
il
PO
di
Sarno;
• prossime
ad
essere
consegnate
che
non
si
riuscivano
a
concludere
e
a
acquisire
per
contenziosi
o
investimenti
esigui,
come
quella
di
Pagani;
• bloccate
per
irrisorie
controversie
(la
rimozione
di
una
struttura
in
ferro)
come
il
nuovo
Pronto
Soccorso
dell’Ospedale
di
Nocera,
un
DEA
di
III
livello,
che
era
in
queste
condizioni
dal
2001,
data
di
avvio
dell’opera.
10. la
mancata
richiesta
della
certiicazione
relativamente
alla
inesistenza
di
eventuali
altri
documenti
di
debito,
ovvero
obbligazioni
assunte
e
non
riportate
nel
bilancio
di
esercizio
ai
Macrocentri
di
responsabilità,
al
ine
di
redigere
un
conto
economico
il
più
possibile
ispirato
a
corretti
principi
contabili
e
che
possa
deinire,
nel
miglior
modo
possibile,
il
quadro
fedele
della
situazione
economico
patrimoniale
della
azienda,
nonostante
venissero
registrate
costantemente
sopravvenienze
incredibili
non
coperte
da
accantonamenti
di
estremo
rilievo.
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
14
marzo
2011:
i
fatti.
Università
degli
Studi
di
Torino
32. 11. una
carenza
di
personale
giunta
a
livelli
insostenibili
a
causa
del
blocco
del
turn
over,
con
l’Azienda
oramai
sull’orlo
del
collasso
nell’assicurare
i
livelli
minimi
di
assistenza
in
relazione
ai
Presidi
esistenti,
con
un
ricorso
a
voci
accessorie
e
uno
sforamento
dei
fondi
contrattuali
per
decine
di
milioni
di
euro;
12. risultava
assente
qualsivoglia
normale
valorizzazione
degli
strumenti
resi
disponibili
dal
progresso
tecnologico,
con
la
carenza:
• di
un’unica
piattaforma
per
la
gestione
amministrativa
–
contabile,
• di
una
rilevazione
elettronica
delle
presenze
in
tutta
l’Azienda,
• di
un’unica
rete
intranet
aziendale,
per
cui
appariva
normale
l’utilizzo
di
provider
privati,
• nell’uso
della
posta
certiicata,
mentre
l’adesione
nel
2010
-‐
nonostante
la
mancata
previsione
del
“piano
di
fatturazione”
nel
capitolato
-‐
a
un
contratto
SORESA
Engineering
per
9
Meuro
impediva
di
procedere
a
qualsiasi
intervento
che
non
si
traducesse
in
una
gestione
schizofrenica,
tale
da
rendere
ingiustiicabili
i
costi
sostenuti.
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
14
marzo
2011:
i
fatti.
Università
degli
Studi
di
Torino
33. “….
una
gestione
della
cosa
pubblica
improvvisata
che
va
oltre
la
malafede
…”
Dott.
Tommaso
Cottone
Procuratore
Regionale
della
Corte
dei
Conti
Udienza
di
inaugurazione
dell’anno
giudiziario
Napoli,
25
febbraio
2012
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
14
marzo
2011:
i
fatti.
Università
degli
Studi
di
Torino
34. Se eliminiamo gli
sprechi come
facciamo a gestire
le clientele?
PEGGIO
GLI
SPRECHI
O
LA
CORRUZIONE?
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
14
marzo
2011:
i
fatti.
Università
degli
Studi
di
Torino
35. CONTO ECONOMICO
Consuntivo
2009
Consuntivo
2010
I TRIM. 2011
Consuntivo
2011
II TRIM.
2012
A) Valore della produzione
A.1) Contributi in c/esercizio 1.485.943 1.546.992 373.692 1.475.841 737.920
A.2) Proventi e ricavi diversi 47.124 39.884 9.882 41.132 20.507
A.3) Concorsi, recuperi e rimborsi per attività tipiche 17.618 9.736 3.082 7.596 3.582
A.4) Compartecipazione alla spesa per prestazioni sanitarie 8.534 10.130 2.405 12.829 5.927
A.5) Costi capitalizzati 9.704 8.446 869 3.501 1.665
Totale valore della produzione (A) 1.568.923 1.615.188 389.930 1.540.898 769.601
B.1) Acquisti di beni 163.789 166.631 44.021 161.251 86.889
B.2) Acquisti di servizi 837.372 850.186 212.439 814.357 401.751
B.3) Manutenzione e riparazione (ordinaria esternalizzata) 12.182 12.356 2.972 10.699 5.515
B.4) Godimento di beni di terzi 14.207 14.033 3.493 10.105 5.034
B.5) Personale del ruolo sanitario 469.796 466.760 116.889 409.152 203.390
B.6) Personale del ruolo professionale 1.574 1.823 471 1.474 737
B.7) Personale del ruolo tecnico 59.783 58.654 14.497 49.176 24.015
B.8) Personale del ruolo amministrativo 40.035 39.463 9.983 36.122 17.943
B.15) Accantonamenti tipici dell’esercizio 42.537 98.385 24.280 17.103 6.688
Totale costi della produzione (B) 1.660.761 1.722.729 441.241 1.537.647 758.812
Totale proventi e oneri finanziari (C) -2.170 -12.450 -2.320 -1.113 -521
Totale rettifiche di valore di attività finanziarie (D) 0 -189 0 -117 0
Totale proventi e oneri straordinari (E) -113.762 -81.095 0 -2.769 7.594
Risultato prima delle imposte (A – B +/- C +/- D +/- E) -207.770 -201.276 -53.631 -749 17.862
Totale imposte e tasse 42.827 43.446 10.680 38.260 18.963
RISULTATO DI ESERCIZIO -250.597 -244.721 -64.310 -39.009 -1.101
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
31
luglio
2012
Università
degli
Studi
di
Torino
36. “…
Numerose
vertenze,
le
cui
istruttorie
sono
tuttora
in
corso,
sono
state
avviate
a
seguito
di
documentate
denunce
del
Commissario
Straordinario
della
ASL
Salerno
che,
tra
l’altro,
ha
trasmesso
alla
Procura
i
provvedimenti
di
rilievo
del
Collegio
sindacale.
In
tale
vicenda
si
noti
la
peculiare
interpretazione
degli
obblighi
di
denuncia
da
parte
di
detto
collegio
che
invece
di
denunciare
i
proAili
di
danno
direttamente
alla
Corte
dei
conti,
ha
invitato
l’Azienda
a
trasmettere
l’esito
dei
rilievi
ritenuti
dannosi.
La
Procura
contabile
nel
corso
di
questo
ultimo
anno,
ha
avuto
modo,
più
volte,
di
ribadire
le
disposizioni
sull’obbligo
di
denuncia,
sottolineando
anche
le
responsabilità
che
derivano
dall’omissione
delle
denunce.
Le
delibere
segnalate
hanno
i
più
svariati
contenuti,
quali
pagamento
fatture,
progressioni
economiche
dei
dipendenti
(conferimenti
incarichi
ex
art.
15
septies
del
502/1992),
liquidazioni
competenze
professionali
ad
avvocati
del
libero
foro,
liquidazioni
indennità
ai
componenti
della
commissione
invalidità
civile…”.
Dott.
Tommaso
Cottone
Procuratore
Regionale
della
Corte
dei
Conti
Udienza
di
inaugurazione
dell’anno
giudiziario
Napoli,
2
marzo
2013
IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
31
luglio
2012
Università
degli
Studi
di
Torino
37. IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
31
luglio
2012
Università
degli
Studi
di
Torino
38. IL
MODELLO
SALERNO
L’ASL
di
Salerno
il
31
luglio
2012
Università
degli
Studi
di
Torino
39. Di
fronte
a
questa
situazione,
con
meno
poteri,
come
noto,
di
quelli
di
un
direttore
generale
in
gestione
ordinaria
che
attraverso
lo
strumento
programmatorio
può
avviare
le
riforme
necessarie,
senza
la
possibilità
di:
• innestare
“nuova
linfa”
da
fuori
Azienda
per
il
blocco
del
turn
over,
• sostituire
quelli
che
si
dimostravano
impermeabili
a
qualsivoglia
cambiamento,
alla
luce
del
tempo,
delle
energie
e
delle
risorse
che
ciò
avrebbe
richiesto
in
relazione
alle
scarse
possibilità
di
riuscita,
visto
il
reticolare
intreccio
di
interessi
e
convenienze
pronto
ad
entrare
in
azione
ogni
qualvolta
si
ponevano
le
basi
per
andare
oltre
lo
“status
quo
ante”
verso
l’Azienda
unica,
VI
ERANO
QUATTRO
SOLUZIONI.
IL
MODELLO
SALERNO
Le
azioni.
Università
degli
Studi
di
Torino
40. LA
PRIMA:
quella
di
“lasciare
andare”
l’Azienda
com’era
andata
Lin
lì:
se
nessuno
era
in
lì
intervenuto,
si
poteva
continuare
tranquillamente
a
perdere
500
euro
al
minuto
nel
disinteresse
generale
facendola
sprofondare
sempre
più
nel
baratro,
scegliendo
di
“non
fare”,
non
so,
forse
cercando
di
irmare
il
meno
possibile,
di
non
vedere,
di
non
farsi
coinvolgere
e
di
non
farsi
carico
dei
problemi;
IL
MODELLO
SALERNO
Le
azioni.
Università
degli
Studi
di
Torino
41. LA
SECONDA:
quella
di
rinunciare,
quella
di
dare
ascolto
alla
ragione,
quella
di
restituire
il
mandato
al
Presidente
Caldoro,
evitando,
così,
di
essere
coinvolto
dagli
schizzi
di
fango
che
vanno
ovunque
quando
si
mette
mano
a
situazioni
degradate
e
abbruttitesi
nel
tempo,
nonostante
non
se
ne
abbia
alcuna
responsabilità,
essendo
evidente
in
dal
principio
e
a
tutti
coloro
che
vogliono
vedere
come
i
“beneiciari”
degli
oltre
700mila
euro
al
giorno
di
perdita
non
sarebbero
stati
a
guardare;
IL
MODELLO
SALERNO
Le
azioni.
Università
degli
Studi
di
Torino
42. LA
TERZA:
quella
di
applicare
in
modo
draconiano
le
regole,
in
lì,
invero,
alquanto
disattese.
Poteva
essere
una
soluzione
facile,
forse
comoda,
perché
fare
il
censore
sulla
“pagliuzza”,
dopo
che
per
anni
non
erano
state
viste
le
“travi”,
è
agevole,
ma
chi
in
lì:
• non
aveva
fatto,
dificilmente
avrebbe
iniziato
a
fare;
• non
era
stato
in
grado
di
fare,
dificilmente
avrebbe
contribuito
in
qualche
modo,
pur
tra
mille
dificoltà
ed
errori,
ad
una
idea
di
risanamento;
• aveva
contribuito
a
ampliare
il
“buco”
senza
che
nessuno
intervenisse
per
fermarlo
dificilmente
avrebbe
collaborato,
anzi
avrebbe
trovato
alleati
e
sponde
per
frenare
qualsiasi
tentativo
di
rivitalizzazione
in
attesa
di
un
illusorio
ritorno
del
“ben
tempo
andato”,
con
UN
ESITO
PREVEDIBILE,
la
paralisi
dell’Azienda
e
l’ulteriore
peggioramento
della
quantità
e
della
qualità
dei
servizi
erogati
ai
cittadini,
che
già
subivano
da
anni
una
situazione
drammatica,
con
l’UNICO
RISULTATO,
forse,
di
denunciare
qua
e
là
qualche
poveretto,
senza
poter
distinguere
dove
c’erano
dolo
e
vantaggi
personali
da
dove
c’era
solo,
a
questo
punto,
molte
volte,
l’impossibilità
di
trovare
una
norma
applicabile
per
la
situazione
che
precipitava
dal
passato.
IL
MODELLO
SALERNO
Le
azioni.
Università
degli
Studi
di
Torino
43. LA
QUARTA:
quella
di
rialfabetizzare
la
gestualità
amministrativa
e
gestionale
dell’Azienda,
nella
convinzione
che
“…
lo
Stato
non
possa
abdicare
…”.
Il
FARE
al
posto
del
CONTEMPLARE
I
PROBLEMI
ha:
• richiesto
di
fare
frequentemente
lo
slalom
tra
le
macerie
del
passato,
che
continuavano
a
emergere
qua
e
là
ogniqualvolta
si
cercava
di
trovare
la
stessa
regola
da
applicare;
• reso
necessario
accompagnare
chi
non
era
in
grado
di
fare
e
si
trovava
in
posizioni
apicali
nella
più
grande
ASL
d'Italia,
con
un’azione
di
tutoraggio
continuo
e,
a
volte,
di
vera
e
propria
sostituzione
nell’esercizio
di
funzioni
dirigenziali
di
competenza
di
chi
non
le
esercitava
da
anni;
• consentito
di
recuperare
la
parte
sana
dell’azienda,
le
tante
“persone
per
bene
“
che
vi
operano
e
che
erano
le
principali
vittime
della
situazione,
e
che
-‐
a
volte
assumendosi
responsabilità
incredibili,
nell’assenza
di
norme
applicabili
-‐
lavorando
e
collaborando
spesso
ino
alle
ore
più
strane,
senza
riserve,
hanno
fornito,
in
quella
situazione
di
assoluta
confusione
gestionale
e
amministrativa,
pur
con
i
loro
errori,
pur
con
le
loro
cattive
abitudini,
un
contributo
determinante
all’equilibrio
operativo
raggiunto
verso
la
ine
del
2011
e
confermato
nel
i
semestre
del
2012.
IL
MODELLO
SALERNO
Le
azioni.
Università
degli
Studi
di
Torino
45. IL
MODELLO
SALERNO
In
particolare,
innovazione
e
rialfabetizzazione
gestionale.
ü SENZA
TAGLI
LINEARI,
ü SENZA
CHIUDERE
NULLA
ü (tranne
un
Presidio
riconvertito
dopo
un
sequestro
del
NAS
di
piastra
operatoria
e
farmacia),
ü SENZA
TOGLIERE
NULLA
AI
CITTADINI,
ü SENZA
UNA
IMPOSIZIONE
DRACONIANA
DELLA
LEGALITA’,
ü SENZA
RIMUOVERE
O
SPOSTARE
UN
DIRIGENTE.
Il
tutto:
ü SENZA
RISORSE
AGGIUNTIVE,
ü A
LEGISLAZIONE
INVARIATA.
Università
degli
Studi
di
Torino
46. Un’azione:
• a
legislazione
invariata;
• senza
tagli
lineari,
che
avrebbero
penalizzato
i
più
bravi
e
le
strutture
virtuose,
ma
ristrutturando
i
costi,
chiedendosi
come
e
perché
si
produceva
ciascun
costo;
• senza
togliere
nulla
ai
cittadini,
mentre
si
iniziava
progressivamente
a
restituire
loro
i
soldi
non
più
sprecati
(ad
es.,
i
weekend
operatori
o
i
38
Meuro
di
investimenti
–
appostati
nel
preventivo
2012
chiuso
con
l’EBITDA
a
zero
-‐
in
apparecchiature
elettromedicali
e
in
infrastrutture);
• senza
chiudere
nulla,
se
non
la
riconversione
di
un
presidio
-‐
prevista
dal
piano
di
rientro
-‐
dopo
il
sequestro
di
sale
operatorie
e
farmacia
da
parte
del
NAS;
• senza
risorse
aggiuntive;
• pagando
regolarmente
i
fornitori
e,
nel
caso
di
coloro
che
erano
stati
colpiti
dal
sisma
del
2012,
riuscendo
ad
anticipare
il
pagamento
delle
fatture
anche
non
scadute
a
coloro
che
avevano
sedi
operative
o
stabilimenti
distrutti;
• chiudendo
importanti
transazioni
grazie
alle
risorse
aggiuntive
messe
a
disposizione
con
farmacisti
e
sanità
privata,
con
un
notevole
abbattimento
dei
costi
per
interessi
e
spese
legali
e,
conseguentemente,
degli
accantonamenti;
IL
MODELLO
SALERNO
In
particolare,
innovazione
e
rialfabetizzazione
gestionale.
Università
degli
Studi
di
Torino
47. 47
RISTRUTTURAZIONE
DEI
COSTI,
costo
per
costo,
chiedendosi
“come”
e
“perché”
si
produce
quel
costo.
R I A L F A B E T I Z Z A Z I O N E
A M M I N I S T R A T I V A
E
GESTIONALESENZA
IL
CAPESTRO
DISCIPLINARE,
incentivando
il
normale
esercizio
della
responsabilità
dirigenziale
e
valorizzando
il
criterio
gestionale
del
“buon
padre
di
famiglia",
su
ogni
attività,
magari
RIVITALIZZANDO,
MEGLIO
RISCOPRENDO
IL
SENTIMENTO
DELLA
VERGOGNA.
SEMPLIFICAZIONE
DELLA
LINE,
PIU’
CORTA
E
PIU’
LEGGERA,
soprattutto
nei
settori
che
“attingevano”
al
“bancomat
senza
plafond”,
perché
più
aumentano
le
regole
per
controllare
un
sistema
complesso
e
in
stato
catatonico,
più
il
sistema
può
deviare
dai
risultati
desiderati
(Pisek,
Redesigning
health
care.
In:
Crossing
the
quality
charm:
a
new
health
system
for
the
21st
century.
Washington
DC.
The
National
Academies
Press,
2001).
PROGRAMMARE
BENE,
CONTROLLARE
MEGLIO,
superando
l’abitudine
alla
formalistica
trattazione
di
tutto
ciò
che
è
previsione.
IL
MODELLO
SALERNO
In
particolare,
innovazione
e
rialfabetizzazione
gestionale.
Università
degli
Studi
di
Torino
48. 48
TRASPARENZA
TOTALE
E
CONFLITTI
DI
INTERESSE,
per
ripristinare
lo
“stato
di
diritto”
al
posto
dello
“stato
dei
dritti”.
VELOCITA’
DECISIONALE
E
CONSEQUENZIALITA’
per
CHIUDERE
I
RUBINETTI
DEGLI
SPRECHI.
OGNUNO
DOVEVA
RITORNARE
A
FARE
IL
PROPRIO
LAVORO.
SCADENZARI
E
MONITORAGGIO
DELLE
ATTIVITA’
per
evitare
la
trappola
del
“trattieni
la
irma”,
consiglio
di
Ferdinando
II
a
un
povero
dipendente
pubblico.
InLine:
CORAGGIO,
che
è
poi
il
valore
che
garantisce
tutti
gli
altri
portati
avanti
in
questi
16
mesi.
IL
MODELLO
SALERNO
In
particolare,
innovazione
e
rialfabetizzazione
gestionale.
Università
degli
Studi
di
Torino
49. 49
ü PAGARE
REGOLAMENTE
CONVIENE,
perché
riduce
le
spese
legali,
riduce
gli
oneri
per
la
trattazione
del
contenzioso
con
i
creditori,
rafforza
il
clima
di
iducia
(a
luglio
2012
è
stata
pagata
la
mensilità
di
giugno
2012
delle
farmacie,
di
maggio
2012
per
la
sanità
privata
e
i
fornitori
indifferibili,
si
era
in
linea
con
i
saldi
trimestrali
–
per
motivi
organizzativi
legati
alla
gestione
di
decine
di
migliaia
di
fatture
–
con
i
rimanenti
fornitori)
ü INIZIARE
A
RESTITUIRE
I
SOLDI
NON
PIU’
SPRECATI
AI
CITTADINI:
• con
i
weekend
operatori,
• con
il
pagamento
regolare
dei
fornitori,
• con
il
pagamento
straordinario
di
tutte
le
fatture
–
anche
quelle
non
scadute
–
ai
fornitori
aventi
sedi
operative
o
stabilimenti
nelle
province
colpite
dal
sisma
IL
MODELLO
SALERNO
In
particolare,
innovazione
e
rialfabetizzazione
gestionale.
Università
degli
Studi
di
Torino
50. Un’azione
nella
quale
si
è
tentato
di
GOVERNARE
LA
REALTÀ,
come
è
stato
necessario
ricordare
spesso
a
chi
impartiva
lezioni
sulla
legalità,
iniziando
a
vedere
le
pagliuzze
dopo
che
per
anni
non
aveva
visto
le
TRAVI.
Una
realtà
dove
era
indispensabile
richiamare
Tutti
ai
contenuti
irrinunciabili
della
“responsabilità
dirigenziale”
che
dovrebbe
vedere
un
dirigente
pubblico
interessarsi
delle
problematiche
esistenti
all’interno
delle
strutture
poste
sotto
la
propria
responsabilità
–
partendo
dal
censimento
iniziale
delle
criticità,
quando
si
assume
un
incarico
-‐
per
poi,
solo
in
via
residuale
-‐
e
non
principale
con
l’abituale
scaricabarile
-‐
proporle
superiormente,
magari
con
una
soluzione,
perché
la
soluzione
esula
dalle
proprie
possibilità
operative.
Una
realtà
nella
quale
tutto
questo
non
era
consueto
e
si
abdicava
al
normale
esercizio
della
responsabilità
dirigenziale
–
che
avrebbe
certamente
limitato
le
perdite
aziendali
e
l’aggravarsi
della
situazione
infrastrutturale
e
dello
stato
delle
apparecchiature
elettromedicali
–
a
favore
di
abitudini,
quali
quelle:
• di
scrivere
invece
che
di
fare,
sperando,
così
di
andare
esenti
da
responsabilità;
• di
contemplare
i
problemi,
nella
convinzione
che
dopo
aver
scritto
si
fosse
esaurita
la
propria
responsabilità'
rispetto
al
problema.
IL
MODELLO
SALERNO
In
particolare,
innovazione
e
rialfabetizzazione
gestionale.
Università
degli
Studi
di
Torino
51. Un’azione,
quella
di
GOVERNARE
LA
REALTA’,
giusto
per
dare
una
minima
idea,
che
è:
• partita
un
sabato
mattina
da
una
vera
e
propria
“lezione”
ai
dirigenti
apicali
dell’Azienda
sui
rilievi
del
Collegio
Sindacale,
inalmente
censiti
e
informatizzati,
che
nei
due
anni
precedenti
erano
stati
disattesi
e
ignorati;
• proseguita
chiedendo
a
tutti
i
dirigenti
apicali
un
piano
dei
controlli
su
quelle
aree
di
rispettiva
competenza
che
per
la
loro
“rischiosità”
-‐
in
relazione
alla
funzionalità
aziendale
e
alle
conseguenze
che
potevano
derivare
da
un
mancato
presidio
–
andavano
tenute
sotto
adeguato
controllo;
• passata
attraverso
l’organizzazione
degli
scadenzari
e
della
gestione
della
posta
in
arrivo,
vistando
con
data
e
irma
tutta
la
posta
diretta
alla
Direzione
e
manoscrivendo
le
disposizioni
ai
dirigenti
interessati,
con
la
visione
di
decine
di
migliaia
di
pagine,
se
si
considera
che
nel
periodo
sono:
ü stati
annotati
nel
registro
di
protocollo
16.071
atti,
cui
si
somma
tutta
la
posta
in
uscita
originata
direttamente
da
Ufici
e
Funzioni
centrali;
ü state
adottate
1996
delibere
(solo
negli
ultimi
6
mesi:
68
stigmatizzando
errori
del
dirigente
proponente,
105
con
annotazioni
e
58
a
proroga
e
sanatoria
di
situazioni
che,
a
volte,
rasentavano
l’incredibile)
ü state
restituite
613
proposte
deliberative
ai
dirigenti
proponenti
perché
incomplete,
inutili
o
per
esigenze
altrimenti
fronteggiabili.
IL
MODELLO
SALERNO
In
particolare,
innovazione
e
rialfabetizzazione
gestionale.
Università
degli
Studi
di
Torino
52. 1. La
relazione
con
i
fornitori:
presidiarla
nel
presente
per
costruire
il
futuro.
2. La
valorizzazione
di
ogni
utile
strumento
programmatorio.
3. L’azione
di
costante
monitoraggio
di
tutte
le
voci
più
critiche,
MAI
effettuata,
a
partire
dai
determinanti
giuridici
(decine
di
contratti
di
fornitura
scaduti
da
anni
in
proroga
o
sui
quali
non
si
era
riusciti
nemmeno
a
fare
la
proroga
e
si
viveva
di
sanatoria
in
sanatoria)
ed
economici
(i
mandati
di
pagamenti
venivano
portati
alla
irma
senza
alcuna
possibilità
di
veriica
del
sottostante).
4. Il
progressivo
avvio
di
gare
uniche
centralizzate.
5. La
regolarizzazione
e
la
contrattualizzazione
delle
manutenzioni
per
apparecchiature
elettromedicali.
7. Il
censimento
dei
Litti
attivi
e
passivi
e,
poi,
l’avvio
di
un’azione
credibile
e,
soprattutto,
sostenibile,
di
riduzione
dei
itti
passivi.
8. La
trasparenza
totale
dell’attività
aziendale.
IL
MODELLO
SALERNO
In
particolare,
innovazione
e
rialfabetizzazione
gestionale.
Università
degli
Studi
di
Torino
53. I
PUNTI
CHE
SI
INTENDONO
TOCCARE
Una
considerazione
introduttiva.
Una
breve
descrizione
del
cd.
Modello
Salerno,
secondo
la
deinizione
di
Conindustria
sanità.
Alcune
domande.
Una
considerazione
conclusiva.
Università
degli
Studi
di
Torino
PRESENTAZIONE
54. Alcune
domande
sorgono
spontanee.
1. Come
è
stato
possibile?
2. Nessuno
se
ne
è
accorto?
3. Come
mai
nessuno
è
intervenuto?
4. Forse
era
una
perdita,
una
operatività
aziendale
legata
alla
necessità
di
assicurare
servizi
e
strutture
di
qualità
a
fronte
di
un
insuficiente
inanziamento
regionale?
La
risposta
alle
prime
tre
domande
va
lasciata
a
chi
c’era
prima
del
14
marzo
2011,
ma
sembra
utile
riLlettere
su
due
aspetti.
ü che
cosa
sarebbe
disposto
a
fare,
ognuno
di
Noi,
per
difendere
una
rendita
di
oltre
700mila
euro
al
giorno
e
che
cosa
avrebbero
fatto
i
“beneiciari”
di
questo
incredibile
lusso
di
denaro
per
difendere
questa
“rendita”?;
ü che
cosa
si
sarebbe
potuto
fare
con
gli
oltre
850
milioni
di
euro,
1.600
miliardi
delle
vecchie
lire,
che
si
sono
persi
in
39
mesi,
dal
1
gennaio
2008
al
31
marzo
2011.
La
risposta
alla
quarta
e
ultima
domanda
sta
nel
risultato
che
ha
permesso
il
ritorno
alla
gestione
ordinaria,
perché
i
soldi
non
solo
bastavano,
ma
avanzavano.
Università
degli
Studi
di
Torino
ALCUNE
DOMANDE
55. I
“BeneLiciari”
di
quella
situazione
hanno
usato,
con
geometrica
precisione,
OGNI
MEZZO
UTILE
con
l’unico
OBIETTIVO
CHE
LA
“CURA”
VENISSE
SCAMBIATA
CON
LA
“MALATTIA”,
per
far
sì
che
nel
polverone
si
potessero
perdere
o
ritrovare
smarrite
le
“persone
per
bene”,
per
indurre
chi
stava
salendo
sul
carro
del
cambiamento
a
ricordare
che
prima
o
poi
il
commissariamento
sarebbe
terminato
e
tutto
sarebbe
ritornato
come
prima.
hanno
USATO
OGNI
MEZZO
–
al
di
là
delle
decine
di
denunce,
esposti,
anonimi,
accuse
inoltrate
a
Ministri,
Presidenti,
Tribunali,
Procure,
…,
puntualmente
ripresi
con
geometrica
precisione
dai
media
locali
–
per
“sporcare”
non
tanto
i
risultati,
che
sotto
gli
occhi
di
tutti
stavano
via
via
emergendo,
quanto
l’idea
che:
• si
potesse
cambiare;
• esisteva
un
modo
diverso
di
gestire
la
prima
azienda
pubblica
della
provincia;
• che
per
avere
udienza
non
serviva
la
“presentazione”,
ma
bastava
presentarsi;
• non
si
intermediava.
Università
degli
Studi
di
Torino
ALCUNE
DOMANDE
56. MA
l’unica
Commissione
Trasparenza
in
Italia,
viene
nominata
dopo
il
parere
del
Parlamento
dal
Governo,
così
come
previsto
dal
dlgs
150/2009
IN
REALTÀ,
il
Piano
Attuativo
era
stato
approvato
dal
Presidente,
On.
Caldoro,
con
prescrizioni,
ed
era
la
prima
volta
dopo
vari
tentativi
negli
anni
precedenti.
Università
degli
Studi
di
Torino
ALCUNE
DOMANDE
57. Falsiicare
i
bilanci
costituisce
reato,
almeno
se
chi
lo
fa
è
un
dipendente
pubblico,
ma
c’è
chi
dopo
anni
di
disastri
non
sa
più
distinguere
nemmeno
il
conine
tra
lecito
e
illecito.
Il
bilancio
per
le
regioni
con
Piano
di
rientro
viene
monitorato
trimestre
per
trimestre
dalla
cabina
di
regia
regionale
con
l’assistenza
tecnica
di
KPMG.
Per
la
prima
volta
è
stata
richiesta
la
certiicazione
ai
macrocentri
di
aver
valorizzato
nella
competenza
le
diverse
partite.
Corte dei ContiSEZIONE DELLE AUTONOMIE
RELAZIONE SULLA GESTIONE FINANZIARIA
DELLE REGIONI
ESERCIZI 2011 - 2012
Volume I
(Legge 5 giugno 2003, n. 131)
DELIBERAZIONE N. 20/SEZAUT/2013/FRG
Università
degli
Studi
di
Torino
ALCUNE
DOMANDE
59. trattenute nel bilancio della Regione, l’emergenza di disavanzi pregressi, etc.
La robustezza e l’efficacia del sistema, tuttavia, sta proprio nella capacità di far venire
in evidenza gli aspetti più problematici, e di stimolare positivamente alla loro soluzione,
anche grazie ad un sistema premiale di erogazione di risorse alle Regioni che rispettano gli
obiettivi posti con il Piano.
La tabella che segue riporta i risultati di esercizio coerenti con le risultanze dell’attività
di verifica del Tavolo per la Verifica degli Adempimenti Regionali, sulla base dei criteri di
valutazione delle iscrizioni contabili da esso adottati.
TAB.11/SA
Disavanzi regionali (valori assoluti)
(migliaia di euro)
Regione/Prov. A. 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Piemonte (3) -328.661 -170.753 -360.566 -387.523 -422.444 -274.636 -111.045
Valle d'Aosta (4) -70.554 -56.630 -61.532 -38.445 -58.561 -47.303 -49.845
Lombardia (1) -293 45 96 12.712 -44.086 13.842 8.763
P.A di Bolzano (4) -274.352 -261.515 -262.926 -185.596 -229.895 -222.959 -237.800
P.A di Trento(4) -143.210 -150.415 -163.744 -202.228 -210.607 -224.254 -243.419
Veneto(1) -144.620 -134.670 -148.512 -103.012 -6.095 114.961 1.046
Friuli V.G. (4) -4.249 -44.445 -42.125 -67.892 -77.490 -69.330 -49.057
Liguria (1) -95.593 -102.288 -109.311 -126.905 -95.402 -142.969 -57.481
Emilia Romagna(1) -288.513 -91.204 -42.204 -118.360 -134.870 -104.581 -14.699
Toscana (1) -98.385 42.788 -2.445 -163.972 -71.655 -113.384 -52.468
Umbria (1) -54.716 11.456 4.199 8.379 5.783 9.159 13.358
Marche (1) -47.520 15.879 34.304 12.788 -24.761 21.187 29.009
Lazio (2) -1.966.913 -1.696.481 -1.693.342 -1.419.449 -1.058.627 -774.938 -660.864
Abruzzo (2) -197.064 -163.506 -107.656 -43.358 1.701 36.770 5.001
Molise (2) -68.494 -69.224 -82.527 -76.253 -64.695 -37.620 -33.515
Campania(2) -749.714 -862.177 -826.736 -773.853 -497.509 -245.476 -156.089
Puglia (3) -210.811 -265.742 -219.575 -350.329 -332.705 -108.350 -41.024
Basilicata (1) 2.987 -19.868 -34.749 -25.120 -35.978 -48.550 -7.499
Calabria (2) -55.306 -277.059 -195.304 -249.030 -187.511 -110.431 -71.948
Sicilia (2) -1.088.413 -641.451 -352.004 -270.344 -94.253 -26.091 -54.055
Sardegna (4) -129.216 -115.437 -184.926 -266.742 -283.560 -343.401 -371.487
ITALIA -6.013.608 -5.052.699 -4.851.583 -4.834.532 -3.923.219 -2.698.355 -2.155.118
(1) Regioni non
sotto piano di
rientro
-726.653 -277.863 -298.621 -503.490 -407.063 -250.336 -79.971
% su TOTALE 12,1% 5,5% 6,2% 10,4% 10,4% 9,3% 3,7%
(2) Regioni sotto
piano di rientro
-4.125.903 -3.709.898 -3.257.568 -2.832.287 -1.900.894 -1.157.786 -971.470
% su TOTALE 68,6% 73,4% 67,1% 58,6% 48,5% 42,9% 45,1%
(3) Regioni sotto
piano di rientro -539.472 -436.495 -580.141 -737.852 -755.149 -382.986 -152.069
ALCUNE
DOMANDE
Università
degli
Studi
di
Torino
Corte dei ContiSEZIONE DELLE AUTONOMIE
RELAZIONE SULLA GESTIONE FINANZIARIA
DELLE REGIONI
ESERCIZI 2011 - 2012
Volume I
(Legge 5 giugno 2003, n. 131)
DELIBERAZIONE N. 20/SEZAUT/2013/FRG
60. I
PUNTI
CHE
SI
INTENDONO
TOCCARE
Una
considerazione
introduttiva.
Una
breve
descrizione
del
cd.
Modello
Salerno,
secondo
la
deinizione
di
Conindustria
sanità.
Alcune
domande.
Una
considerazione
conclusiva.
Università
degli
Studi
di
Torino
PRESENTAZIONE
61. 61
PRIMO
ASPETTO
Prima
di
tutto,
una
domanda:
NE
VALEVA
LA
PENA?
Perché
quando
si
toccano
interessi
di
questa
rilevanza
–
cioè
quelli
di
chi
BENEFICIAVA
degli
oltre
700mial
euro
al
giorno
che
prima
si
perdevano
e,
poi,
non
si
perdevano
più
–
è
evidente
che
vi
saranno
denunce,
accuse,
esposti,
difide.
Perché
il
PREZZO
personale,
familiare,
di
carriera,
Linanche
economico
che
si
paga
per
aver
fatto
solo
il
proprio
dovere
CHI
LO
RISARCISCE?
“…
È
passato
inosservato
un
caso
incoraggiante
che
proviene
da
una
delle
più
scoraggian/
regioni
del
sud
…
tagliate
spese
assurde,
come
le
spese
legali
(a
Salerno,
…
la
sanità
curava
più
gli
avvoca/
che
i
mala/)….
Mi
chiedo:
perché
non
se
ne
parla,
perché
la
Campania
è
guidata
dal
centrodestra?
Ma
sopra#u#o
mi
chiedo:
e
se
il
modello
campano
fosse
esportato
nel
resto
d’Italia?
…”
(Marcello
Veneziani)
Università
degli
Studi
di
Torino
UNA
CONSIDERAZIONE
CONCLUSIVA.
62. 62
SECONDO
ASPETTO
Poi,
FARE
è
difLicile,
non
è
semplice,
richiede
non
solo
competenza,
ma
ben
altro,
in
un
Paese
dove,
dopo
quasi
tutti
i
gravi
fatti
di
cronaca
ambientali/infrastrutturali,
emergono,
in
modo
consueto,
storie
di
ritardi
incredibili
e
al
solito
rimpallo
di
responsabilità.
Se
l’alternativa
tra
FARE
o
ASTENERSI,
anche
per
evitare
problemi,
si
risolve
a
favore
della
seconda
ipotesi,
le
conseguenze
sono
quelle
dei
baratri
inanziari,
funzionali,
realizzativi
che
emergono.
Università
degli
Studi
di
Torino
UNA
CONSIDERAZIONE
CONCLUSIVA.
64. Vi
dico
grazie
per
l’invito
e
per
avermi
ascoltato,
ma
il
mio
grazie,
di
cuore
va,
anticipatamente,
a
chi
tra
Voi
tornando
a
casa
e
al
proprio
lavoro
non
vorrà
rimanere
in
silenzio
e
vorrà
parlarne
a
amici,
colleghi,
associazioni,
persone
“per
bene”,
PERCHE’
ciò
dimostra
che
non
servono
grosse
cose
e
non
servono
i
roboanti
annunci,
ma
la
semplice
gestione
della
“cosa
pubblica”
con
il
criterio
del
buon
padre
di
famiglia,
PERCHE’,
così,
forse,
tante
più
persone
parleranno
della
possibilità
di
farcela,
PERCHE’,
così
,tante
più
persone
“per
bene”
sentiranno
che
ce
la
si
può
fare
e
ciò
aiuterà
il
cambiamento,
PERCHE’,
così,
i
tanti
dipendenti
pubblici
“per
bene”,
che
sono
la
stragrande
maggioranza,
crederanno
che
è
possibile
farcela
e
rafforzeranno
l’onda
del
cambiamento,
e,
così,
probabilmente,
a
forza
di
parlarne,
la
meritocrazia,
la
responsabilità,
l’impegno,
la
trasparenza,
l’integrità,
il
servizio
al
cittadino,
riusciranno
a
travolgere
le
“camarille”,
la
logica
delle
“appartenenze”
e
le
rendite
di
posizione,
cioè
i
vantaggi
di
pochi
a
danno
dei
molti
UNA
CONSIDERAZIONE
CONCLUSIVA.
Università
degli
Studi
di
Torino
65. Col.
CC.
Maurizio
BORTOLETTI
CONTATTI
maurizio.bortoletti@gmail.com
L’autore
ha
utilizzato
per
la
predisposizione
del
materiale
materiale
disponibile
su
fonti
aperte,
predisposto
dai
Prof.ri
L.
Hinna,
G.
Piga,
E.
Galli
e
M.
Villani,
dai
dott.ri
N.
Cartabellotta,
G.
Domenighetti,
e
da
AA.VV.
in
ambito
Ministero
dell’Interno,
Ministero
per
la
Pubblica
Amministrazione
e
per
l’Innovazione,
ISTAT,
Transparency
International
Italia,
Riparte
il
futuro.
GRAZIE PER L’ATTENZIONE