Come impariamo a parlare? E da dove nascono le parole? La risposta a queste due domande sarà contro-intuitiva: impariamo a parlare dal corpo e gli aspetti paraverbali rimangono centrali per la qualità della nostra comunicazione.
2. È un gesto il precursore del
linguaggio: il gesto dell’indicare.
Quando i bambini iniziano a
produrre questo gesto sappiamo
che da lì a breve la produzione
delle parole inizierà.
Così possiamo dire che le parole
nascono dal corpo…
…vediamo come
In che modo iniziamo a parlare?
Body Level One
Body Level Two
Body Level Three
Body Level Four
— Body Level Five
3. L’inizio dell’intelligenza motoria
A 22 settimane un
feto ha la capacità
di succhiare
ritmicamente il
pollice.
È un’attività
intenzionale.
Poche settimane
dopo inizierà a
mostrare un sorriso
o un segno di
disgusto.
4. Le protoconversazioni
L’intelligenza motoria che
permette delle protoconversazioni
inizia mesi prima della nascita,
mesi prima delle parole, nella
comunicazione che il bambino
riceve dalla madre e dal suo
comportamento.
Negli ultimi mesi di gravidanza
inizia a comunicare con la madre
attraverso segni motori.
(Trevarthen)
Questo ci prepara al
coinvolgimento sociale successivo
che è alla base della
comunicazione tra esseri umani.
5. Le ricerche di Edward Tronick
sulla Still Face
Le ricerche di Linn Murray
sulla comunicazione
contingente
I segnali comunicativi
Sono fondamentali per lo stabilirsi
del legame emotivo con i genitori.
I bambini hanno bisogno di trovare
un adulto responsivo rispetto alle
loro necessità e la responsività
non è data dalla presenza fisica
ma dalla capacità di comunicare
espressione emotiva.
Solo il 17% della comunicazione è
definito dai fattori verbali. Il
restante 83% è definito dai fattori
comunicativi paraverbali
6. La percezione e la comunicazione
Abbiamo moltissimi
neuroni sensoriali nel
sistema motorio.
Questo ci permette di
conoscere ciò che
sentiamo nel
movimento ed è ciò
che chiamiamo
percezione.Possiamo
anche dire che la
percezione legata al
movimento è il nostro
“me sentito”, il felt me
di cui parla Trevarthen
e che è alla base della
nostra possibilità di
comunicare.
7. Come nascono le parole?
Secondo Werner e Kaplan, i processi simbolici che stanno alla base
dello sviluppo comunicativo e linguistico sorgono da formazioni
sensomotorie dinamiche.
Ossia il bambino, prima di arrivare a costruire delle parole, segue un
processo corporeo, di percezione, delle qualità degli oggetti, di
percezione delle qualità del Sè e inizia, a partire da qui, il processo di
distanziamento simbolico che porta alla formazione delle parole.
In questo senso la Lis segue lo stesso processo di sviluppo
cognitivo, linguistico e comunicativo della lingua verbale. Solo che
continua l’uso del gesto. Ma l’uso che ne fa è simbolico come nel
linguaggio verbale.
8.
9. Malgrado i genitori….
…si sforzino di ripetere le parole, i bambini imparano a parlare su
caratteristiche ritmiche, percettive, sonorità corporee e forme…
Il motherese funziona perché altera il timbro e il ritmo ….
…ma senza esperienza corporea i bambini non imparano a parlare.
Non solo, lo sviluppo comunicativo - che è diverso dallo sviluppo
linguistico - passa attraverso il riconoscimento dei segnali espressivi
dei genitori e il riconoscimento, da parte dei genitori, dei segnali
espressivi dei propri bambini.
13. Il corpo: un linguaggio universale
Ekman ha dimostrato
che, contrariamente ad
una diffusa convinzione,
le espressioni facciali e
le emozioni non sono
determinate dalla
cultura di un posto o
dalle tradizioni ma sono
universali ed uguali per
tutto il mondo, ciò
indica che quindi sono
di origine biologica.
Nel 1972, seguendo una
tribù isolata dal mondo
in Papua Nuova Guinea,
notò le espressioni di
"base" universali
14. Rabbia
Disgusto
Tristezza
Gioia
Paura
Sorpresa
Inside out
La difficoltà a riconoscere e nominare le
nostre emozioni impoverisce la nostra
capacità comunicativa.
Non solo quindi le parole nascono dal corpo
- e quindi dal silenzio - ma vengono
comprese attraverso il corpo e la mimica
che le accompagnano.
Anche quando leggiamo, una voce, dentro di
noi, stabilisce il tenore paraverbale della
nostra lettura.
15. Perché lo dimentichiamo?
I genitori
scoraggiano l’uso
della
comunicazione
gestuale, in parte
perché sono
convinti che questo
sia un deterrente
per lo sviluppo
linguistico.
In parte perché
siamo convinti che
la mente valga più
del corpo .
16. Lo sviluppo cognitivo
In realtà oggi crediamo che lo
sviluppo cognitivo sia regolato
dalle nostre emozioni.
Panksepp, un importante
neuroscienziato contemporaneo,
afferma che ci aiutano a costruire
la nostra razionalità.
Esistono tre gruppi di emozioni,
organizzate in sistemi:
-sistema difensivo;
sistema di ricerca;
sistema affiliativo.
Questi tre sistemi regolano la
nostra disponibilità comunicativa.
17. La consapevolezza
La consapevolezza
degli aspetti
paraverbali è
fondamentale per la
nostra possibilità di
comunicare.
Altrimenti diciamo
qualcosa con le
parole e qualcosa di
diverso con il
corpo…
18. La tolleranza del silenzio
La tolleranza del
silenzio, inoltre è
fondamentale per la
costruzione
dell’intimità.
Riconoscere i gesti
dell’altro è il primo
segnale che
abbiamo imparato a
conoscerlo e amarlo.
19. Chandra Livia Candiani
”
“Non è il mio silenzio e
non è il silenzio di
qualcun altro, ma
incontrarsi e fare insieme
silenzio fa nascere
qualcosa. Qualcosa che
resta”.
“