2. Giovanni Boccaccio
La vita
Certaldo, presunta casa di Boccaccio
1313 Tra giugno e luglio, forse a Certaldo, nasce Giovanni
Boccaccio
Figlio illegittimo del mercante Boccaccino di Chellino.
Legittimato e accolto in casa dal padre, fu avviato ai
primi studi a Firenze
1327 Boccaccino si recò a Napoli in qualità di socio della
potente banca fiorentina dei Bardi, che finanziava la corte
angioina
Questo soggiorno ebbe un’importanza determinante nella
sua formazione. Innanzitutto, nella sua pratica al banco
veniva quotidianamente a contatto con una varietà di
persone
3. Giovanni Boccaccio
• In questi anni s’innamora di Fiammetta, dietro cui è possibile che si nasconda Maria
d’Aquino, figlia illegittima di Roberto d’Angiò
Emma Sandys, Fiammetta, 1876
1340 Torna a Firenze presso il padre. A questo periodo risale l’amicizia con Petrarca
1343 Dopo la morte di Roberto d’Angiò sfumano i suoi propositi di tornare a Napoli
1345 Inizia un periodo difficile: fallisce il Banco dei Bardi; l’anno dopo Boccaccio è a
Ravenna, quindi, nel 1347, a Forlì
1348 Durante la peste nera, egli è a Firenze: perde il padre ed eredita il patrimonio.
Inizia a scrivere il Decameron, che termina già nel 1351
In questi anni napoletani si afferma in Boccaccio anche la vocazione letteraria
e studia da autodidatta
La tradizione cortese
e l’amore per i classici
Gli scrittori moderni
Le prime prove letterarie
4. Giovanni Boccaccio
Emma Sandys, Fiammetta, 1876
1343 Dopo la morte di Roberto d’Angiò sfumano i suoi propositi di
tornare a Napoli
1348 la peste nera: perde il padre ed eredita il patrimonio.
Inizia a scrivere il Decameron.
Nel 1340 a causa della crisi della banca dei Bardi, Boccaccio è costretto a tornare
a Firenze. Alla festosa vita cortese napoletana subentra il grigiore opprimente di
una vita borghese, segnata dalle ristrettezze economiche.
A questo periodo risale l’amicizia con Petrarca
Crisi religiosa e l’attività erudita
5. Giovanni Boccaccio
1350 È inviato a Ravenna per donare alla sorella monaca di Dante un risarcimento per l’esilio del fratello.
Incontra di persona Petrarca e l’anno dopo gli offre una cattedra nello Studio fiorentino
1351 Inizia la sua carriera diplomatica: è inviato in Tirolo per prendere accordi con Ludovico di Baviera
1354 È ad Avignone per presentare al papa il punto di vista fiorentino sulla discesa di Carlo IV
1355 Torna a Napoli con la speranza (delusa) di diventare segretario del re; frequenta la biblioteca locale
1359 È a Milano dall’amico Petrarca. Fa introdurre l’insegnamento della lingua greca nello Studio fiorentino
L’amicizia fra Boccaccio e Petrarca è determinante per l’affermarsi
dell’indirizzo umanistico a Firenze
6. Giovanni Boccaccio
1360 Una bolla papale attesta la sua nomina a chierico. In seguito a una fallita congiura in cui sono implicate
persone a lui molto vicine, cade in disgrazia a Firenze e attraversa una crisi religiosa
1361 Si ritira a Certaldo, dedicandosi allo studio e alla scrittura
1365 Mutamento della situazione politica fiorentina gli permette di assumere nuovi incarichi politici
1368 Per l’ultima volta, è ospite a Padova di Petrarca
1373 È chiamato dal Comune fiorentino a tenere una lettura pubblica della Commedia
1375 Muore a Certaldo il 21 dicembre
7. Giovanni Boccaccio
L’opera
Periodo
napoletano
Periodo
fiorentino
Opere della
vecchiaia
Caccia di Diana (1333-34)
Filostrato (1335)
Filocolo (1336-39)
Teseida delle nozze d’Emilia (1339-41)
Comedia delle ninfe fiorentine (1341-
42)
Amorosa visione (1342-43)
Elegia di Madonna Fiammetta (1343-
44)
Ninfale fiesolano (1344-46)
Decameron (1349-51)
Corbaccio (1365)
Genealogia deorum gentilium (1350-
75)
Trattatello in laude di Dante (1357-61)
Esposizioni sopra la Comedia (1373-
74)
poemetto in terza rima di 18 canti
poemetto in ottave diviso in 9 parti
romanzo in prosa in 5 libri
poema epico-cavalleresco in ottave in 12
libri
prosimetro di narrazioni e testi in terza
rima
poema allegorico in terza rima in 50 canti
lunga lettera in prosa di Fiammetta =
soggetto della narrazione
poemetto in 473 ottave
raccolta di 100 novelle in 10 giornate
pamphlet polemico in prosa
trattato in latino in 15 libri
biografia di Dante con episodi
romanzeschi
lezioni fino al XVII canto dell’Inferno
8. Giovanni Boccaccio
L’opera
Periodo
napoletano
Periodo
fiorentino
Opere della
vecchiaia
Caccia di Diana (1333-34)
Filostrato (1335)
Filocolo (1336-39)
Teseida delle nozze d’Emilia (1339-41)
Comedia delle ninfe fiorentine (1341-42)
Amorosa visione (1342-43)
Elegia di Madonna Fiammetta (1343-44)
Ninfale fiesolano (1344-46)
Decameron (1349-51)
Corbaccio (1365)
Genealogia deorum gentilium (1350-75)
Trattatello in laude di Dante (1357-61)
Esposizioni sopra la Comedia (1373-74)
• Evidente sperimentalismo di tipo
dantesco
• Attraversamento di tutti i generi
• Preferenza del volgare
• Forte influsso della tradizione
cortese provenzale
• Preminenza della narratività
• Letteratura ricreativa intesa
come svago colto
9. Giovanni Boccaccio
La formazione letteraria
Influenza della corte
angioina, in cui la
tradizione romanzesca
si mescola con il culto
dei classici latini: Virgilio,
Stazio, Ovidio, Lucano
L’amicizia con Petrarca
rende più consapevole la
curiosità umanistica di
Boccaccio, che d’altronde,
grazie al culto per Dante,
resta saldamente legato alla
tradizione fiorentina
Tra invenzioni e dati
autobiografici, la
scrittura di Boccaccio è
tesa all’affabulazione,
prediligendo spesso la
conversazione galante
Dal romanzo di
avventura a quello
cavalleresco, dal
poemetto arcadico a
quello idillico, dal
racconto sentimentale
alla novella, Boccaccio
dà vita a generi letterari
destinati a grande fortuna
La preminenza del tema
amoroso non è una
novità di Boccaccio, ma
il suo contributo
originale sta nel
realismo con cui sono
oggettivati i vari aspetti
dell’amore
Agendo da mediatore
culturale, Boccaccio
connette la tradizione
cortese a quella
fiorentina
Idea della
letteratura come
svago colto,
basato
sull’effusione
sentimentale o
sull’ironia
Varietà di toni
e linguaggi
tipica della
tradizione
fiorentina (e di
ascendenza
dantesca)
atteggiamento:
sperimentale
argomento:
amoroso
pubblico ideale:
femminile
stile: galante e
vario
modelli: cortese e
classico
10. Giovanni Boccaccio
La giovinezza napoletana
Caccia di Diana
Filostrato
Filocolo
Teseida
Dante Gabriel Rossetti, Visione di
Fiammetta, 1878
Come seguaci della dea Diana, le più belle nobildonne
napoletane si ritrovano a uccidere ciascuna un animale.
Ribellatesi all’autorità di Diana e invocata Venere,
assistono alla trasformazione degli animali in uomini.
Tra essi c’è anche il poeta, che ringrazia la propria donna.
Poemetto in terza rima di 18
canti (1333-34)
Ricollegandosi al ciclo troiano, Boccaccio racconta
l’episodio dell’amore di Troilo, figlio di Priamo, per la
prigioniera greca Criseida. Liberata dagli achei, la donna
dimentica l ’ amante, che per disperazione si lascia
uccidere da Achille. Il titolo, nel greco approssimativo di
Boccaccio, dovrebbe significare “il vinto d’amore”.
Poemetto in ottave diviso in 9
parti (1335)
Boccaccio racconta all’amata Fiammetta la celebre storia
di Florio e Biancifiore, già ripresa in Toscana in un
cantare, ma amplificandone il nucleo originario
attraverso espedienti tipici del romanzo alessandrino.
Molto frequenti le digressioni dotte e gli inserti. Il titolo,
in greco inesatto, significa “fatica d’amore”.
Romanzo in prosa in 5 libri
(1336-39)
Il poeta racconta a Fiammetta un episodio del ciclo
tebano: la guerra di Teseo contro le Amazzoni e quindi la
contesa tra Arcita e Palemone per ottenere in moglie la
bella amazzone Emilia.Poema in ottave in 12 libri
(1339-41)
11. Giovanni Boccaccio
La maturità fiorentina
Comedia delle ninfe
fiorentine
Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli
raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno
purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha
conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo
pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina.Prosimetro di narrazioni e
testi in terza rima (1341-42)
• Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale
tradizione allegorica fiorentina tradizione bucolica classica
Poemetto in 473 ottave
(1344-46)
12. Giovanni Boccaccio
La maturità fiorentina
Comedia delle ninfe
fiorentine
Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli
raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno
purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha
conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo
pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina.Prosimetro di narrazioni e
testi in terza rima (1341-42)
Amorosa visione
• Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale
Poema in terza rima di 50
canti (1342-43)
In sogno il poeta si reca in visita a un castello. Sulle pareti delle
varie stanze vede affrescati i trionfi di Sapienza, Gloria, Avarizia,
Amore e Fortuna, che descrive con lunghe divagazioni erudite. In
giardino, incontra delle nobildonne, di cui tesse l’elogio. Tra esse
c’è Fiammetta, con la quale cerca di congiungersi carnalmente
allegorismo religioso dantesco allegorismo laico boccacciano
13. Giovanni Boccaccio
La maturità fiorentina
Comedia delle ninfe
fiorentine
Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli
raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno
purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha
conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo
pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina.Prosimetro di narrazioni e
testi in terza rima (1341-42)
Amorosa visione
Elegia di Madonna
Fiammetta
• Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale
Poema in terza rima di 50
canti (1342-43)
In sogno il poeta si reca in visita a un castello. Sulle pareti delle
varie stanze vede affrescati i trionfi di Sapienza, Gloria, Avarizia,
Amore e Fortuna, che descrive con lunghe divagazioni erudite. In
giardino, incontra delle nobildonne, di cui tesse l’elogio. Tra esse
c’è Fiammetta, con la quale cerca di congiungersi carnalmente
Lettera in prosa di Fiammetta
(1343-44)
Boccaccio amplifica lo schema dell’elegia classica, dando voce
direttamente alla donna amata, che acquista concretezza e
realismo psicologico. Ella racconta di essere stata tradita
dall’amato Panfilo (maschera dell’autore) e chiede conforto alle
«innamorate donne».
Rovesciamento della Beatrice dantesca: concretezza dell’amore
delineato attraverso un intreccio di motivi letterari
14. Giovanni Boccaccio
La maturità fiorentina
Comedia delle ninfe
fiorentine
Il pastore fiorentino Ameto incontra un gruppo di sette ninfe, che gli
raccontano i loro amori in versi. Ascoltate le loro storie, egli fa un bagno
purificatore, dopo il quale capisce il senso allegorico della vicenda: ha
conosciuto le sette virtù capitali, grazie alle quali si è trasformato da rozzo
pastore in uomo che può accedere alla conoscenza divina.Prosimetro di narrazioni e
testi in terza rima (1341-42)
Amorosa visione
Elegia di Madonna
Fiammetta
Ninfale fiesolano
• Giunto a Firenze, Boccaccio cerca di legare gli schemi della letteratura cortese alla tradizione locale
Poema in terza rima di 50
canti (1342-43)
In sogno il poeta si reca in visita a un castello. Sulle pareti delle
varie stanze vede affrescati i trionfi di Sapienza, Gloria, Avarizia,
Amore e Fortuna, che descrive con lunghe divagazioni erudite. In
giardino, incontra delle nobildonne, di cui tesse l’elogio. Tra esse
c’è Fiammetta, con la quale cerca di congiungersi carnalmente
Lettera in prosa di Fiammetta
(1343-44)
Boccaccio amplifica lo schema dell’elegia classica, dando voce
direttamente alla donna amata, che acquista concretezza e
realismo psicologico. Ella racconta di essere stata tradita
dall’amato Panfilo (maschera dell’autore) e chiede conforto alle
«innamorate donne».
Concepito come un omaggio a Firenze, il poemetto racconta
l’infelice storia d’amore di Africo e Mensola, da cui avrebbero
avuto origine (secondo un processo metamorfico di tipo ovidiano)
i due torrenti che alimentano l’ArnoPoemetto in 473 ottave
(1344-46)
15. Giovanni Boccaccio
Le ultime opere
Corbaccio
Respinto da una vedova di cui è innamorato, lo scrittore sogna di ritrovarsi in un terribile
deserto, dove gli appare il defunto marito dell’ingrata, che gli spiega come l’amore non
convenga alla sua età avanzata e come le donne siano tutte false e rapaci.
Libello polemico in prosa
(1365)
Genealogia deorum
gentilium
Scritti su Dante
Altre opere latine
Antica tradizione misogina Rovesciamento della tradizione cortese
Trattato latino in 15 libri
(1350-75)
È il più importante trattato latino di Boccaccio, nonché l’opera che mostra meglio il suo
spirito proto-umanistico. Si tratta di un repertorio di immagini classiche reinterpretate dal
punto di vista storico, naturale e morale. Quest’opera inaugura la tendenza tipica
dell’Umanesimo a spiegare simbolicamente miti e figure della letteratura greco-latina.
Se scarsa, a differenza che in Petrarca, è la produzione poetica di Boccaccio (limitata quasi
solo alle 16 ecloghe del Bucolicum carmen), più numerosi sono i trattati eruditi, che
raccolgono e rielaborano immagini, temi, situazioni della letteratura classica.
Bucolicum carmen
De casibus virorum illustrium
De mulieribus claris
Letteratura come fictio a beneficio del lettore
Trattatello in laude di Dante
Esposizioni sopra la Comedia
Oltre che copista dell’opera dantesca, Boccaccio è autore di una biografia
del Poeta, in cui lo propone come modello dell’individuo in lotta contro la
sorte; e di appassionate lezioni sulla Commedia, che hanno però il difetto di
chiudersi in un orizzonte angustamente etico-religioso.
16. Tradizione
fiorentina
Modelli
classici
Giovanni Boccaccio
Boccaccio “mediatore culturale”
Letteratura
cortese
• Al centro dell’opera di Boccaccio c’è il modello letterario cortese
• Su di esso s’innesta da un lato il richiamo ai testi classici…
• Scrittura narrativa di carattere popolare
• Funzione edonistica della letteratura
• Grande risalto alla componente avventurosa
… dall’altro la tradizione fiorentina
• Repertorio di temi e figure
• Funzione pedagogica della lette-
ratura
• Scrittura colta di carattere erudito
• Dimensione epica
• Centralità del tema amoroso
• Funzione etica della letteratura
• Dimensione religiosa
• Sperimentalismo e varietà
• Lingua e stile
17. allegorismo
realismo
Tradizione
fiorentina
Modelli
classici
Giovanni Boccaccio
Boccaccio “mediatore culturale”
Letteratura
cortese
• Al centro dell’opera di Boccaccio c’è il modello letterario cortese
• Su di esso s’innesta da un lato il richiamo ai testi classici…
• L’esito è un’opera composita e altamente sperimentale, che rielabora ma soprattutto innova
• In questo secondo filone Boccaccio si ricollega soprattutto a Dante, fondendo realismo e allegorismo
• Scrittura narrativa di carattere popolare
• Funzione edonistica della letteratura
• Grande risalto alla componente avventurosa
… dall’altro la tradizione fiorentina
• Repertorio di temi e figure
• Funzione pedagogica della lette-
ratura
• Scrittura colta di carattere erudito
• Dimensione epica
• Centralità del tema amoroso
• Funzione etica della letteratura
• Dimensione religiosa
• Sperimentalismo e varietà
• Lingua e stile
18. Decameron: la struttura
Giovanni Boccaccio
Dal greco “dieci giorni”, con riferimento alla struttura dell’opera: una raccolta di 100 novelle legate
insieme da una cornice che si sviluppa in dieci giorni, durante l’infuriare della peste nera a Firenze
nel 1348
19. Decameron: la struttura
Giovanni Boccaccio
10 giornate
10 narratori
10 novelle per
ogni giornata
(100)
3 uomini 7 donne Fiammetta
Pampinea (“la rigogliosa”)
Emilia
Filomena (“l’amata”)
Neifile (“nuova amante”)
Elissa (altro nome di Didone)
Lauretta (donna di Petrarca)
Panfilo (“tutto amore”)
Filostrato (“vinto d'amore”)
Dioneo (“lussurioso”)
10 temi (uno per
ogni giornata)
5. Gli amori felici
1. Tema libero
10. Onore, magnanimità
2. La fortuna
3. La virtù dell’«industria»
4. Gli amori infelici
6. I motti sagaci
7. Gli inganni ai mariti
8. Beffe tra uomini e donne
9. Tema libero
• La cornice si svolge in 2 settimane, ma sono esclusi i venerdì e i sabati
• Dioneo ha il privilegio di non sottostare all’obbligo di argomento
• Ogni novella è introdotta da una rubrica
• Ogni giorno viene eletto un re o una regina, che sceglie l’argomento della narrazione
20. Decameron: la struttura
Giovanni Boccaccio
10 giornate
10 narratori
10 novelle per
ogni giornata
(100)
10 temi (uno per
ogni giornata)
5. Gli amori felici
1. Tema libero
10. Onore, magnanimità
2. La fortuna
3. La virtù dell’«industria»
4. Gli amori infelici
6. I motti sagaci
7. Gli inganni ai mariti
8. Beffe tra uomini e donne
9. Tema libero
• Ogni giorno viene eletto un re o una regina, che sceglie l’argomento della narrazione
• La cornice si svolge in 2 settimane, ma sono esclusi i venerdì e i sabati
• Dioneo ha il privilegio di non sottostare all’obbligo di argomento
• Ogni novella è introdotta da una rubrica
La struttura dell’opera rappresenta il tentativo compiuto dalla letteratura di mettere ordine nel
caos. Dieci è il numero dei comandamenti dati da Dio a Mosè, al fine di stabilire una legge
che regolasse la vita del popolo ebraico
21. Giovanni Boccaccio
Decameron: ordine nel caos
Johnn Everett Millais, Lorenzo e Isabella, 1849
(particolare)
«orrido cominciamento» fuga e isolamento nuovo ordine gioia di vivere
rifiuto del
“reale” e scelta
della fictio
morte e
dissoluzione
della vita civile
letteratura
come
alternativa
adozione di una
legge e di una
gerarchia
sistemazione
del materiale
narrativo
utopia di una
società
perfetta
realismo ed
edonismo nelle
novelle
polemica
politica e tema
religioso
La brigata si riunisce nella
chiesa di Santa Maria del Fiore
La brigata fugge dalla città
isolandosi in campagna
22. Giovanni Boccaccio
Decameron: ordine nel caos
Johnn Everett Millais, Lorenzo e Isabella, 1849
(particolare)
«orrido cominciamento» fuga e isolamento nuovo ordine gioia di vivere
rifiuto del
“reale” e scelta
della fictio
morte e
dissoluzione
della vita civile
letteratura
come
alternativa
adozione di una
legge e di una
gerarchia
sistemazione
del materiale
narrativo
utopia di una
società
perfetta
realismo ed
edonismo nelle
novelle
polemica
politica e tema
religioso
La letteratura è dispensatrice di ordine e consolazione.
Ma la struttura del Decameron contiene anche altri messaggi impliciti
• La letteratura è parte integrante della vita civile
• L’invenzione letteraria nasce dall’esperienza
• La varietà di voci corrisponde alla varietà di stili
• Nell’ordine utopico devono permanere squarci di
libertà, concessioni al caos, incarnate in Dioneo
• Secondo alcuni, i temi delle giornate si succedono
in un ordine ascensionale: dal peccato alla virtù
• Valore metanarrativo del Decameron
23. Giovanni Boccaccio
Decameron: i temi
William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso
di basilico, 1867 (particolare)
L’industria
L’amore
La parola
L’inganno
L’onore
La fortuna
è una forza autonoma, oggettiva e superiore
determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio
si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi
24. Giovanni Boccaccio
Decameron: i temi
William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso
di basilico, 1867 (particolare)
L’industria
L’amore
La parola
L’inganno
L’onore
La fortuna
è una forza autonoma, oggettiva e superiore
determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio
si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi
è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza
è utile ma non sufficiente contro la sorte
deve manifestarsi in ogni esperienza umana
25. Giovanni Boccaccio
Decameron: i temi
William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso
di basilico, 1867 (particolare)
L’industria
L’amore
La parola
L’inganno
L’onore
La fortuna
è una forza autonoma, oggettiva e superiore
determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio
si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi
è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza
è utile ma non sufficiente contro la sorte
deve manifestarsi in ogni esperienza umana
per fortuna e industria può essere lieto o infelice
si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari
da esperienza di vita diventa archetipo letterario
26. Giovanni Boccaccio
Decameron: i temi
William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso
di basilico, 1867 (particolare)
L’industria
L’amore
La parola
L’inganno
L’onore
La fortuna
è una forza autonoma, oggettiva e superiore
determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio
si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi
è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza
è utile ma non sufficiente contro la sorte
deve manifestarsi in ogni esperienza umana
per fortuna e industria può essere lieto o infelice
si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari
da esperienza di vita diventa archetipo letterario
la parola opportuna può essere decisiva
è un’applicazione speciale dell’industria
fondamentalmente è invenzione, inganno
27. Giovanni Boccaccio
Decameron: i temi
William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso
di basilico, 1867 (particolare)
L’industria
L’amore
La parola
L’inganno
L’onore
La fortuna
è una forza autonoma, oggettiva e superiore
determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio
si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi
è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza
è utile ma non sufficiente contro la sorte
deve manifestarsi in ogni esperienza umana
per fortuna e industria può essere lieto o infelice
si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari
da esperienza di vita diventa archetipo letterario
la parola opportuna può essere decisiva
è un’applicazione speciale dell’industria
fondamentalmente è invenzione, inganno
È una manifestazione della creatività umana
regola quasi ogni rapporto umano
28. Giovanni Boccaccio
Decameron: i temi
William Holman Hunt, Lisabetta e il vaso
di basilico, 1867 (particolare)
L’industria
L’amore
La parola
L’inganno
L’onore
La fortuna
è una forza autonoma, oggettiva e superiore
determina le peripezie umane e, nella scrittura, l’intreccio
si rivela in parte determinata dalle azioni dei personaggi
è la qualità mercantile per eccellenza: l’intraprendenza
è utile ma non sufficiente contro la sorte
deve manifestarsi in ogni esperienza umana
per fortuna e industria può essere lieto o infelice
si sviluppa in una fitta trama di richiami letterari
da esperienza di vita diventa archetipo letterario
la parola opportuna può essere decisiva
è un’applicazione speciale dell’industria
fondamentalmente è invenzione, inganno
È una manifestazione della creatività umana
regola quasi ogni rapporto umano
Innalzamento del registro e dei temi
esaltazione degli ideali cortesi
29. Giovanni Boccaccio
Decameron: lo stile
Varietà
polifonia
plurilinguismo
pluristilismovarietas
• Molteplicità dei narratori
• Narrazioni a incastro: vari livelli narrativi
• Molteplicità dei punti di vista
• Varietà dei temi e dei toni
• Varietà dei registri espressivi
• Realismo mimetico
• Alternanza narrazione-dialogo
• Molteplicità dei livelli stilistici
patetico sublime
comico eroico
grottesco tragico
• Latinizzazione della prosa
• Lingua viva fiorentina
• Calchi provenzali (gallicismi)
• Ricchezza delle scelte lessicali
• Mobilità sintattica (costruzioni latine)
• Influssi napoletani e di altri volgari
• Densa elaborazione retorica
• Principio dell’alternanza
Notas del editor
in dagli anni giovanili si delineano così le due fondamentali direttrici lungo cui si muoverà tutta l’esperienza letteraria boccacciana: quella “borghese”, attenta alla realtà concreta della vita sociale ed economica, e quella “cortese”, nostalgicamente protesa verso un mondo splendido di costumi signorili e di magnanimi comportamenti.
Per l’influenza di Petrarca, abbandona una concezione della letteratura come puro diletto, coltivando una letteratura più solenne e moralmente impegnata