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400 colpi (di tastiera): microrecensioni
Tralasciando le opinioni non condivisibili su cosa voglia dire avere una fede e perderla (“provo a non
essere un uomo che giudica”, aveva pure detto il prete…), è una storia toccante che parla di un prete
che comprende la natura umana meglio dei suoi simili, proprio perché ha avuto il tempo di viverla, di
avere una figlia. E che fa una fine fascista, da sfortunato rappresentante di una categoria.
1) Calvary, in 400 colpi (di tastiera).
Fotografia da fumetto noir che esalta gli estremi dei toni chiari, scuri e dei mezzitoni (se esistono degli
estremi nei mezzitoni); bianco&nero che lascia spazio solo al colore con un eccentrico ruolo narrativo;
luoghi inesistenti, che sono solo spazi disegnati e stilizzati manco fossimo in Dogville; esaltazione di
sentimenti forti, cuori infranti, vendette sanguinolente e ironia macabra.
2) Sin City, in 400 colpi (di tastiera).
Horror dal ritmo lento, piglio un po’ esistenzialista; luogo in cui si conosce l’angoscia di uccidere a
morsi ma anche il sollievo che si genera subito dopo il gesto estremo e necessario, è una storia di
vampirismo e pure amore tra ragazzi, un biondo leggermente sociopatico e una brunetta dodicenne (ma
ho dodici hanni da molto tempo, dice) che non conosce confini. Neppure quelli di ossa e tendini.
3) Lasciami entrare, in 400 colpi (di tastiera).
Un incubo in cui ogni elemento, ogni dettaglio può essere interpretato in tutti i modi possibili. Dai
vermi purulenti al pargolo alieno, che ne pare un’evoluzione; dagli oggetti senza un ruolo specifico ai
polli sanguinolenti, ai cespugli di cose. Senza spiegazioni definitive. Le ombre sono sempre più lunghe
dei rispettivi personaggi. Fotograficamente e metaforicamente. Il giudizio rimane sospeso.
4) Eraserhead, in 400 colpi (di tastiera).
Fantascienza e grottesco divertissement per famiglie, parodia dello stile disneyano proprio tra le mura
del re dei parchi divertimenti, filo logico che è molto arduo scorgere. È una storia che non ci s'aspetta,
demenziale a tratti, surreale in altri, un po’ frustrante e meno godibile in qualche momento. Non
risponde a molte domande, ne pone un bel po’. Quella più importante è soltanto una. Perché?
5) Escape from tomorrow, in 400 colpi (di tastiera)
Rusty James, maschio amaro di Tulsa. Oklahoma. È il fratello minore del Motorcycle Boy, il pifferaio
magico. Ha un complesso d’inferiorità ma gli vuole bene, è quello più fragile, è quello che ha una
ragazza ma che uno della sua compagnia gliela frega, è quello con un padre alcolista e con una madre
che, boh?. È il rumble fish che picchia senza un perché. Ma solo alla fine guadagna il suo colore.
6) Rusty il selvaggio (Rumble Fish), in 400 colpi (di tastiera)
Raffinato rapporto tra parola e immagine, inusuale – non nel cinema francese – modo di raccontare una
storia senza che i personaggi agiscano sullo schermo, senza che muovano le labbra o anche solo un
sopracciglio. Ma è davvero giusto e necessario sottoporci a questo supplizio, senza darci una
gratificazione, una tregua, che non sia la colonna musicale o la prima, bellissima, sequenza del
tramonto?
7) India Song, in 400 colpi (di tastiera)
Grazie alla destrezza di un ufficiale totalmente estraneo alla vita militare ma furbo e abilissimo ladro
(Tony Curtis), il comandante Sherman (Cary Grant) riesce a rimettere in sesto un sommergibile
spacciato. Gradevole screwball comedy, tipicamente hollywoodiana, sebbene il ruolo femminile sia
inizialmente interpretato da un uomo. Battute a buon ritmo, comicità non volgare, guerra
sdrammatizzata.
8) Operazione sottoveste, in 400 colpi (di tastiera)
Il contrasto tra due amici d’infanzia messi alla prova da una donna, dal razzismo, dalla precarietà e
dalla miseria di un quartiere di periferia, dal degrado che ci portano gli indigeni – e non gli immigrati –
e dalla miopia della polizia. Poi quella donna parte, i due amici non sono più così vicini. Ma una
piccola rivincita aspetta anche Claudio. E ora dove andranno quegli altri a farsi le canne?
9) Fame chimica, in 400 colpi (di tastiera)
Una ragazza assurge a simbolo della frustrazione per una vita precaria, della ricerca disperata di un
lavoro, di un giustificabile egoismo per ottenerlo, di una sofferta routine per conservarlo. “Mi chiamo
Rosetta e ho trovato un lavoro” dice. Ma non può avere molto altro da dire, perché solo lei sa quanto ci
si debba sacrificare per badare e per bastare a se stessi. Ma ora lo sappiamo anche noi.
10) Rosetta, in 400 colpi (di tastiera)
Mussolini. Cederà, lo sa anche lui, ma si trascina finché il suo orgoglio riesce a ingannarlo, a illudere la
moglie e i più fedeli (si legga ottusi, comunque pochi) dei suoi servi. Conteso tra tedeschi, americani e
italiani, per motivi diversi. Messo in scena dall’eclettico Lizzani, che ovunque andasse sapeva lasciare
la sua impronta, e dalla pelata di Rod Steiger. Ultimo atto, sipario, applausi.
11) Mussolini ultimo atto, in 400 colpi (di tastiera)
Una banda di poveri cristi, ladri improvvisati più comici che abili, mette in scena (sì, è proprio una
messinscena) un furto tanto ambizioso quanto difficile, seppure riescano a superare tutte le difficoltà
che li interrompono. Storia del cinema italiano e non solo, scritto, girato, diretto e prodotto dai soliti
ignoti geni della commedia, all’italiana, ancora inarrivabili. Altro che pasta e ceci.
12) I soliti ignoti, in 400 colpi (di tastiera)
Lavoratore onesto, che ha la sfortuna di essere nato nero, viene ingannato da sedicenti imprenditori per
essere poi venduto come schiavo, perdere qualsiasi contatto con la sua vecchia vita e sopportare,
sopportare covando un rancore composto . Non perde mai la speranza, e seppur con qualche
perdonabile sentimentalismo, ottiene la sua rivincita. Lo attende adesso la sua nuova e allargata
famiglia.
13) 12 anni schiavo, in 400 colpi (di tastiera)
In un futuro prossimo, la gente può decidere di far impiantare nel cervello dei futuri figli un aggeggio
che, attraverso i loro occhi, registra ogni istante della loro vita. Dopo la loro morte, un montatore
confezionerà il ricordo più appropriato (secondo lui), dopo aver intervistato la famiglia. Desiderio
d'immortalità e di estinguere le parti nocive di un'esistenza, o semplice gesto d'affetto?
14) The final cut, in 400 colpi (di tastiera)
Scialla, poteva andarti peggio! Un romanz(in)o di formazione in cui un figlio cerca un padre e
viceversa. Entrambi si trovano, giocano un po' a fare gli amici, l'uno mette in riga l'altro e tutti e due
concludono arricchiti la loro avventura. Escluso un po' d'imbarazzo per qualche calo di tensione
durante il training dell'eroe, rimane il veneto di Bentivoglio e la faccia (troppo) pulita del ragazzo.
15) Scialla!, in 400 colpi (di tastiera)
Due ragazzi fuggono dai loro fantasmi e cercano reciproco conforto, tra gelosie, incomprensioni e
scontri generazionali. Sceneggiatura genuina ma acerba, premiata dalla fucina del Solinas, è
impreziosita dalle interpretazioni un po' immature ma apprezzabili di Elio Germano e Nicole
Grimaudo. Che ci ricordano: la felicità degli altri spesso è dolorosa, l'infelicità che nutriamo per loro lo
è di più.
16) Liberi, in 400 colpi (di tastiera)
Disagio di provincia raccontato senza convinzione, che emerge soprattutto dal modo approssimativo
con cui le due protagoniste interpretano i loro personaggi. Le perdoniamo, forse è la loro prima volta.
Ma è tutta la storia che ha poca profondità e poca coerenza interna. Ci annoiamo e un po' siamo
dispiaciuti. Identità sessuale, lavoro, morte, acciaio: il calderone scioglie tutto e poco rimane.
17) Acciao, in 400 colpi (di tastiera)
Isola i momenti più celebri del poema e li rilegge con simpatia e leggerezza, contaminandoli con la
canzone popolare italiana. Quando il professionismo Rai metteva in ombra (per quanto netta e scura) il
democristianesimo, che pure giocava un ruolo troppo importante, e regalava al pubblico italiano
dell'intrattenimento spettacolare e non sensazionalista.
18) L'Odissea, in 400 colpi (di tastiera)
Lunghi piani sequenza, complesse messe in scena e coreografie. La rima, il ritmo. Oggi sarebbe
improponibile, siamo stati educati in maniera diversa, non necessariamente migliore o peggiore – forse
peggiore, considerando il panorama televisivo medio. Ma è delizioso riguardare tutto ciò con un po' di
nostalgia. È ottocento e anche noir, è sceneggiato ma anche musical. È la Biblioteca di Studio uno.
19) Il Dr Jekyll e Mr Hyde, in 400 colpi (di tastiera)
Faster. Faster! Non importa quanto veloce e violento Andrew picchi sul rullante, quanto sangue le sue
mani lascino sulle bacchette: Terence, il suo insegnante, pretenderà sempre di più. Come tutti gli
stronzi, i maestri che non riescono a vedere il confine tra agonismo e crudeltà. Per fortuna. Sono
viscidi, soli, forse un po' frustrati, ma anche loro hanno un talento: evaginare quello degli altri.
20) Whiplash, in 400 colpi (di tastiera)
Una spia della narcotici s'infiltra in un giro di tossici e diventa la spia di se stesso, sospettato di abusare
di una droga che ti spappola lentamente il cervello: la substance D. Indossa una tuta speciale cangiante
che lo camuffa e gli permette di lavorare, finché i suoi sensi sono in grado di reggere il gioco delle
parti, finché le persone che credeva di conoscere cambiano ruolo anch’esse.
21) A scanner darkly, in 400 colpi (di tastiera)
Si può dare a un sergente del “pacifista” solo perché ha un’idea della guerra diversa dai suoi superiori e
contemporaneamente tenerselo nell’esercito? Certo, se quel sergente ha comunque un ruolo
fondamentale: formare ragazzi che poi andranno a morire in terra straniera, per esempio. Ancora
Vietnam per Francis Ford Coppola. Meno sofferto, meno intenso, un po’ più retorico e celebrativo.
Purtroppo.
22) Gardens of stone (Giardini di pietra), in 400 colpi (di tastiera)
Voglio uscire dal carcere un po’ prima di quanto la mia pena mi consenta: difficile. Ho una bella
fidanzata: forse. Mi chiamo Steve McQueen e sono in un film di Sam Peckinpah: possibile. Devo fare
una rapina per conto di un pezzo grosso, rischiando di morire, e di tutto questo mi ricordo con un ponte
sonoro, un freeze frame, un flashback non annunciato. Fantastico. Tarantino può imparare qualcosa.
23) The Getaway, in 400 colpi (di tastiera)
Basterebbe una foto come questa, che Marco Ferreri pone nel mezzo del suo film. Ma vogliamo
aggiungere una battuta. L’Ape Regina è un film del 1963. Cinquant’anni, però, non sono
evidentemente abbastanza per educare un pubblico, una comunità, uno Stato, ed estirpare il bigottismo
che cresce dentro di noi, dallo spermatozoo al feretro. Un giorno anche noi saremo la Scandinavia del
mediterraneo.
24) L’ape regina, in 400 colpi.
Non toccherà le vette dello humor funereo e irresistibile di Harold e Maude, ma #Restless (L’amore
che resta) gestisce con sapienza una storia potenzialmente molto scivolosa. Se qualcuno morirà di
cancro tra 3 mesi, infatti, un film mediocre sarebbe tentato di sbrodolarsi in tragedie reali ma
inverosimili, mandare tutto in vacca con melensaggini irritanti o buttarla indelicatamente in caciara.
No.
25) L’amore che resta, in 400 colpi
Non è un buon segno quando cade un Black Hawk. Un po’ dispiace, anche se il vizio di esportare la
democrazia, gli americani, non se lo toglieranno mai. Questa non è la loro guerra, ricorda un “soldato”
somalo al pilota che ha preso in ostaggio. Ma è raccontata con trasporto e maestria. Quello che in Alien
aveva nascosto alla vista, qui torna nelle orecchie: l’ansia, l’adrenalina. Il sangue. Tanto.
26) Black Hawk Down, in 400 colpi
È un caso che Moby Dick racconti la storia di un capitano ossessionato da una balena bianca, che più la
cerchi e più ti sfugge. Non è contro l’animale ma contro il proprio orgoglio che Achab combatte. fino
alla morte per ottenere quello che ha sempre desiderato: un po’ di auto indulgenza e pace interiore. Non
è un caso, invece, che a impersonarlo sia un attore versatile e iconico come Gregory Peck.
27) Moby Dick, in 400 colpi.
Un’infanzia divelta per fare spazio a una responsabilità forse troppo grande, anche per un bambino che
inspiegabilmente si ricorda delle sue vite precedenti. Ma è il destino del Dalai Lama. Rossa la sua
tunica, rossi i pesci dei suoi laghi, rosso il sangue sputato dai cadaveri che crescono intorno a lui. Rossa
la Cina di Mao che vuole schiacciarlo, prima che la sua pazienza vinca (lo farà) l’esilio.
28) Kundun, in 400 colpi
Un angelo sterminatore pone fine alle vite di chi non vuole più continuare a sopportarsi. “Se la malattia
è invisibile cos’è, infatti, un capriccio?”. Avaro di spettacolarizzazioni, Miele racconta una storia che
tutti dovremmo ascoltare. Non siamo tenuti a condividerla (forse il cambiamento di lei è un po’
convenzionale) ma almeno a comprendere tutti i punti di vista messi sul piatto dalla regista.
29) Miele, in 400 colpi
Un viaggio nel cuore, nella mente, nel ventre e nel tempo di un’Inghilterra ambigua, androgina e a suo
modo voluttuosa, che si rispecchia in Lord/Lady Orlando (Tilda Swinton). Dall’essere orgogliosamente
uomo all’imbarazzo di scoprirsi altro, dallo sdegno per essere considerata inferiore al non credere di
aver raggiunto la felicità. All’illusione che possa durare. Alla convinzione che potrà durare.
30) Orlando, in 400 colpi
Ombre sui volti, in Technicolor. Un po’ di cortisone per guarire una grave infiammazione alle arterie,
forse mortale, ma le ombre sui volti si allungano, si scuriscono. Nicholas Ray è un po’ come
Hitchcock: riesce a scovare delle storie profonde ma un po’ in ombra, ancora, e renderle icastiche,
memorabili. Discostandosi dalla vulgata comune hollywoodiana classica. Non troppo, stavolta.
Purtroppo.
31) Bigger than life,in 400 colpi
Il fatto che in un film così vecchio non ci sia una dissolvenza è sintomatico del talento di Ozu. L’ha
fatto apposta e già comincia a farci assaggiare quelle che saranno le sue storie. Girate al livello del
pavimento, dove in Giappone mangiano e dormono, parlano e sognano. Raccontate dal livello dei più
umili, stretti tra l’approvazione del proprio capo e quella (più importante) dei propri figli.
32) Sono nato ma… in 400 colpi
Vergognarsi è necessario, talvolta, per mantenere il contatto con la realtà. Lo sanno bene le prostitute di
Tokyo, destinate a scomparire grazie a una severa legge Merlin d’oltreoceano. È il sentimento che
prevale in questo film, che mi ha sorpreso: conosco poco la cultura giapponese e non pensavo sarebbe
stato possibile esternarla in un modo così intenso e informale, con un pathos commovente.
33) La strada della vergogna, in 400 colpi
SPOILER! - Francis Ford Coppola si misura su un genere classico del cinema classico. Con un esito
altrettanto classico: positivo, seppur convenzionale. Un dramma giudiziario e umano che corre
parallelo a un dramma sentimentale e personale, che forse avrebbe potuto mettere ancora di più con le
spalle al muro Rudy (Matt Damon). Prima del lieto fine che ci sta, ci deve stare, per quanto sia amaro.
34) The Rainmaker, in 400 colpi
C’è un simbolo, uno strumento di tortura che attraversa tranquillamente il globo da ovest a est: il
crocifisso, su cui venivano appesi e lasciati morire gli amanti segreti nel Giappone del 1600. Kenji
Mizoguchi ce lo racconta alla sua maniera, con un pathos tanto intenso quanto poco patetico (nel senso
dispregiativo del termine), un rigore visivo e un occhio sempre vicinissimo alle sue creature.
35) Gli amanti crocifissi, in 400 colpi
Le cene eleganti, gli stessi gruppi sociali composti da elementi eterogenei ma accomunati da alcune
caratteristiche fondamentali (boria, soprattutto) piacciono molto a Bunuel, e infatti le ha usate spesso
nei suoi film. Viridiana, L’angelo sterminatore, Il fascino discreto della borghesia. Se lo può
permettere. Sa raccontare i difetti di tutti, parlare un po’ male di tutti, facendo ridere tutti.
36) Il fascino discreto della borghesia, in 400 colpi
The little death, o anche l’orgasmo. Alcune coppie vivono con qualche imbarazzo le loro relazioni:
hanno paura di confessarsi i propri appetiti sessuali, con tutti i risvolti comici e grotteschi che ne
derivano. Soprattutto quando un muto chiama una linea erotica. Non uscito (ancora?) in Italia, e non è
così semplice comprendere perché: è una commedia simpatica, fuori dal comune. E anche dalle
mutande.
37) The little death, in 400 colpi
Non è il solito film sui vampiri in cui uno scrittore si rifugia in un motel, all’orecchio la moglie che si
lamenta per telefono e alla bocca la bottiglia di un liquore scadente irlandese. Anche se il protagonista è
lo Stephen King de noantri e fa tutto quello di cui sopra. È una creatura integralmente di Scorsese, non
così perfetta ma intrigante. E poi c’è Val Kilmer, nascosto sotto il doppio mento.
38) Twixt, in 400 colpi
Un titolo fin troppo evocativo, a posteriori. La locandina, però, inganna un po': cominci a vederlo
incuriosito, continui affascinato, eccitato, finisci gasato. Succede che i minatori scioperano per un
sacco di settimane e un gruppo di gay e lesbiche si riuniscono nel LGSM (Lesbians and gay support the
miners), per condividere le sofferenze di una minoranza impotente. E succede che vincono.
39) Pride, in 400 colpi
Frankly, I do give it a damn. È questa la filosofia di Frank, cantante mascherato di un indecifrabile
gruppo indie, ma indipendente davvero. Di quelli che si chiudono in una casa sperduta a registrare, non
riescono a suonare e poi si ritrovano in un bar, indecisi se ridere o piangere. Ma qual è la priorità per
cui give a damn? E come va interpretata la musica, perché sia davvero un successo personale?
40) Frank, in 400 colpi
Chi è senza colpa? The Drop, titolo icastico tanto in italiano quanto in lingua originale, ha una risposta
altrettanto netta quanto sfumati sono i confini morali dei suoi personaggi. Nessuno. Chi evidentemente
non lo è, chi non lo sembra dal primo sguardo, e chi invece diresti lo sarebbe stato fino all'ultimo.
Perchè non sempre la colpa ti cade addosso e non riesci a scansarti. Spesso la scegli.
41) The Drop, in 400 colpi
Il cammino della speranza, dove “speranza” sta per “disperazione” Pietro Germi racconta con la morte
nel cuore una storia curiosamente attuale: gente che emigra per riuscire a lavorare, mangiare,
sopravvivere, e viene fregata e discriminata. “Ci rubate il lavoro”, “Tornatevene a casa”. Non ancora
ironico e satirico come in Sedotta e abbandonata ma altrettanto pungente, Germi sa come si fa cinema.
42) Il cammino della speranza, in 400 colpi
I guerrieri della notte è un film su come funziona una gang, un gruppo di gang, su cosa può diventare
la notte di una metropoli. Sui rapporti di potere, sull'orgoglio. È giustamente un cult: girato (montato)
in real time, regala 90 minuti di adrenalina, botte, slang, ralenti, musica so 80's e un ritmo
incredibilmente vario, nonostante succeda (apparentemente) solo una cosa: pugni, calci e correre.
43) The Warriors (I guerrieri della notte), in 400 colpi
C'è un cane bianco che spesso sporca il suo pelo di rosso: è il sangue di un nero, perché quel white dog
è un cane da caccia. Niente selvaggina succulenta: i negri sono la sua preda. Dovunque e in qualsiasi
epoca sia girato, un film sul razzismo è sempre attuale ed è tanto più efficace quanto poco cede al
sentimentalismo. Fuori dal branco ma comunque rispettato, Fuller ci dice: i cani siamo noi.
44) White dog (Cane bianco), in 400 colpi
The Signal è un film senza capo né coda e la presenza di Laurence Fishburne non migliora la
situazione: non è che, siccome c'è uno che ha recitato in Matrix, un mediocre film di fantascienza
diventa un cult. La cura con cui è gestito il compositing, poi, rende ancora meno riuscito l'esperimento:
se la sceneggiatura non sta in piedi, non saranno delle fighissime gambe bioniche a farla correre.
45) The Signal, in 400 colpi
The Onion Movie è un film che, quasi sicuramente, farà ridere un gruppo molto ristretto di persone: chi
ama il demenziale, conosce almeno un pochino la cultura contemporanea americana e come funziona la
loro informazione televisiva Una serie di sketch tenuti insieme da un filo sottile, nemmeno troppo
importante. E da tanta autoironia. Tutti (quei pochi di cui sopra) vorrebbero averlo girato.
46) The Onion Movie, in 400 colpi
I ragazzi di periferia, sotto sotto, si assomigliano tutti. Un pugno, un coltellino, una pistola e dal naso
rotto passi all’altro mondo. Gli outsiders di Coppola non fanno eccezione ma fanno anche un po’ di
tenerezza, a rivederli così acerbi. Tom Cruise coi denti storti, Matt Dillon così liscio in faccia e Patrick
Swayze che ti aspetti di vederlo ballare e invece fa il fratello premuroso. So cute!.
47) The Outsiders, in 400 colpi
Tropic Thunder è un metafilm: un gruppo di attori famosi riuniti per girare un film sul Vietnam. Come
ve lo immaginate Apocalypse Now con Ben Stiller, Jack Black scorreggione e Robert Downey Jr. che
interpreta un nero e parla vietnamita, e non vuole più uscire dalla parte? Demenziale, come
suggeriscono i finti trailer dei loro film, prima che il “più costoso finto vero documentario della storia
inizi”.
48) Tropic Thunder, in 400 colpi
The Grandmaster è un film che si fa guardare con molta, molta vanità: quadri e fotografia raffinata,
quasi leziosa; montaggio certosino (nei film di arti marziali è tutto), e la nostalgia tipica di quelle storie
raccontate a blocchi, dove quello che vediamo è l’effetto di quello che non viene mostrato. Si rischia a
escludere momenti così importanti dalla sceneggiatura. Ma non sempre si sbaglia.
49) The Grandmaster, in 400 colpi
Ci sono un clown felice, un clown triste e un'acrobata contesa tra i due. "Perché sei diventato un
clown?" chiede l'uno all'altro. "Perché altrimenti sarei diventato un assassino" risponde l'altro. "Bene,
hai tutto quelli che ti serve per iniziare". Balada triste de trompeta inizia in medias res, in un modo che
più imprevedibile non potresti immaginarlo, e si conclude allo stesso modo. Ah, l'amore...
50) Balada triste de trompeta, in 400 colpi
Quelli del Garage Olimpo sono i responsabili, come quelli di altri gruppi, di tanti desaparecidos: quelle
persone che si organizzavano, o semplicemente simpatizzavano con gli oppositori della dittatura
militare. Succedeva nell’Argentina degli anni ’70 e Marco Bechis lo racconta in un film rude, che
documenta con disarmante sincerità cosa succede quando una dittatura perde fiducia in se stessa.
51) Garage Olimpo, in 400 colpi
C’è Orson Welles, niente da dire. L’unico altro volto che avrei dato al perfido e compiaciuto Edward
Rochester è quello di Laurence Olivier. Ma Welles è un po’ più volgare, meno austero e più violento,
come ci vuole per il personaggio. Ma la protegonista è Jane, martire dell’educazione in collegio che ha
mortificato troppo la sua dignità. Un po’ di femminismo?
P.s: sceneggiato da A. Huxley!
52) Jane Eyre, in 400 colpi
Riportare indietro chi è quasi dall’altra parte, perché ce l’hanno mandato. Perché ci è voluto andare lui.
Meme virali a parte, Nicholas Cage se la cava: è a suo agio nei ruoli di chi è a disagio con la vita, con
le persone. Cambia uno, due, tre compagni, salva vite suo malgrado, convince gente a non suicidarsi
minacciandola con un coltellino svizzero. Genialità di Paul Schrader e di Martin Scorsese..
53) Bringing out the dead, in 400 colpi
Lazzara, alzati e cammina. Senza farci del male, se ti riesce. Senso di colpa, bene vs. morte, male vs.
vita, corridoi à la Shining, telecinesi: di cos'altro abbiamo bisogno per assemblare un horror effimero:
Un'attrice gnocca, certo. Non manca nulla a The Lazarus Effect, eccetto una cosa spesso trascurata
(consapevolmente o no): una sceneggiatura originale. Anche adattata, per carità, ma originale.
54) The Lazarus Effect, in 400 colpi
La seconda guerra mondiale raccontata da un soldato americano, mediamente, ha una profondità
concettuale che si esaurisce in "FUCKING NAZI!". Ebbene, anche in Fury ci sono gli haters dei
fucking nazi, ma c'è soprattutto qualcos'altro: la constatazione che la guerra potrebbe non finire mai, il
suo nonsense, la parsimonia e la discrezione con cui si racconta l'odio anti-crucco. Romanzo di
formazione.
55) Fury, in 400 colpi
David Ayer, sceneggiatore di Training Day, regista di Fury ed End of Watch, per esempio, si trova a
suo agio a raccontarci il cameratismo che nasce e cresce tra soldati, siano essi poliziotti, narc o
esercito. Stavolta Denzel Washington deve educare Ethan Hawke a essere un narc che piscia sempre
fuori dal vaso. Che succede, però, se lui impara a farla così lontano da schizzargli anche le scarpe?
56) Training Day, in 400 colpi
I film di Nicholas Ray, e questo è un pregiudizio di cui andare orgogliosi, sono scommesse sempre
vinte in partenza: ti aspetti una storia intensa, personaggi femminili spesso più determinati e
responsabili delle controparti maschie (forse ancora troppo party girl, nonostante le buone intenzioni,
ma Johnny Guitar è vicino), e non rimani mai deluso. Anche il lieto fine appare meno rosa: per fortuna.
57) Party Girl, in 400 colpi
Prima che i musulmani diventassero il trend topic della cronaca nera, c'erano i cristiani. In Irlanda
cattolici e protestanti se le davano di santa ragione anche solo per sport. Soldati, Brits, gruppi
autonomi, lotte intestine: '71 racconta i guai che passa un soldato, perso di vista dai suoi commilitoni e
rimasto vivo per miracolo. Quante ombre nell'esercito che dovrebbe rassicurare la gente comune.
58) ‘71, in 400 colpi
L'Unione Sovietica ha certo dato vita a uno tra i più esplicitamente coercitivi totalitarismi, nonché uno
tra i più longevi. Un ambiente così regolato, sterile, può però comunque generare qualcosa di buono,
anzi: di irripetibile. Come la squadra di hockey dell'Armata Rossa, che a cavallo tra gli '80 e i '90 ha
falciato e martellato qualsiasi avversario. Intenso, straziante: guardate Red Army!
59) Red Army, in 400 colpi
Tutti temiamo un po’ le malattie sessualmente trasmissibili. Ma ne abbiamo paura al punto da
immaginarcele come una serie di individui che c’inseguono lentamente ma inesorabilmente, ovunque
andiamo? Possiamo leggere It follows in questo modo: un po’ di originalità in quello che, altrimenti,
potrebbe essere un college-horror movie solo un po’ diverso dal solito. Senza troppe spiegazioni.
Giusto?
Everyone is pretty scared of sexually transmitted deseases – but are we scared enough to imagine them
as a bunch of people following us slowly, continuosly, wherever we go? We can watch It Follows that
way: a touch of originality in something which, otherwise, would be a college-horror movie just a bit
different from the crowd. No further explanations. Do you agree?
60) It Follows, in 400 colpi
Gazza, che per una volta non è ladra ma vittima di quello che la vita le ha tolto (ci ha messo del suo,
certo). Paul Gascoigne è stato uno tra i più talentuosi e sregolati calciatori inglesi: fisico, tecnica, lingua
lunga, infortuni, paranoie, ironia, lacrime, soldi. Ha collezionato più sconfitte che vittorie, eppure è
arrivato. Ed è ancora vivo. George Best sarebbe orgoglioso di lui, vero?
Gazza, as the Italian for magpie suggests, is more a victim of life than a thief (he was no angel,
though). Paul Gascoigne was one of the most talented and screwed-up English football players.
Physique du role, technique, no shame, injuries, paranoia, sarcasm, tears, money. He racked up more
defeats than victories, but he managed to achieve something anyway. George Best would be proud of
him, wouldn’t he?
61) Gascoigne, in 400 colpi / Gascoigne, in 400 keyboard blows
Children of Hiroshima: una maestra torna nella sua città natale e spera di trovare anora i propri ex
alunni. Tutti interi, possibilmente, non un braccio qui e una ciocca di capelli là. E sperare di dare a
qualcuno di loro un futuro migliore, strappandolo alle macerie della sua famiglia. Kaneto Shindo, forse
peccando un po' di lirismo, riesce comunque a sottintendere: fuck America!
Children of Hirosima: a teacher comes back to her hometown hoping to find some of her former
students there. With all four limbs, possibly. She really wants to give them a better future and take them
away from what's left of their families. Even if he comes off a bit too sentimental, Kaneto Shindo
manages to convey his message: fuck America!
62) Children of Hiroshima, in 400 colpi / Children of Hiroshima, in 400 blows
La paglia come s'infiamma si consuma e piange le sue ceneri, solo grigia memoria di ciò che è stato,
che sarebbe potuto essere, che non sarà più. L'uomo di paglia di Germi, regista e sceneggiatore (molto
bene) e attore protagonista (un po' meno bene) osa tradire la moglie (una sigaretta e una rosa, come si
tradiva nel cinematografo degli anni '50) uccidendo lei, se stesso e l'altra. Sofocle applaude.
As the straw fires up it burns down and mourns its ashes, faded memory of the past, of what could have
been and what will never be. The Pietro Germi's Man of straw dares cheat on his wife, the way they
cheat in 50s Italian movies: by smoking a cigarette and smelling the roses together. He ends up killing
his wife, himself and his lover. Sofocle agrees.
63) L'uomo di paglia, in 400 colpi / A man of straw, in 400 blows
Quattro amici vanno a Marrakech per farne uscire un quinto di prigione: tutto sembra pronto. Una
donna li guida e chiede loro trenta milioni come cauzione. Non si vedono da dieci anni ma un viaggio
sgangherato aggiusta tanti screzi. C'è qualcosa che non li convince tutti, però… Tra i film più
scanzonati e divertenti di Salvatores, spicca il nome del Premio Solinas come garante della
sceneggiatura.
Four guys heading to Marrakch: a friend of theirs is planning a jailbreak. A woman leads them and
asks them for a 30 million bribe. They haven't seen each other for ten years but a roadtrip smooths out
theie differences. There's something strange about all this.. It's one of th emost carefree and funny
movies by Salvatores. Don't forget that the screenplay has been awarded the Solinas Prize.
64) Marrakech Express, in 400 colpi / Marrakech Express, in 400 blows
Un amore a tutti i costi non può esistere. Nato per caso, cresciuto in fretta e degenerato altrettanto
presto: sarebbe dovuto finire prima della sua morte – del matrimonio. Eppure Alfredo, alfiere del
“meglio così”, non ce l’ha fatta ed è costretto a sorbirsi tutta l’esuberanza e le ossessioni di Mariarosa.
Edificato su stereotipi oggi un po’ vecchi, per quanto validi, Alfredo Alfredo è una commedia
all’italiana più amara che divertente. Anche più sdolcinata. Ma funziona.
It can’t exist a love at any cost. Born by chance, grown up too fast and degenerated just as fast, that
love would have finished before its death – before the wedding. But Alfredo didn’t manage to kill that
love: he’s dull and he forces himself to suffer Mariarosa’s obsessions. Built on stereotypes – a bit old
for today but still valid – Alfredo Alfredo is the paradigm of the late italian-style comedy, sadder than
amusing and a little mushy. But it works.
65) Alfredo Alfredo, in 400 colpi / Alfredo Alfredo, in 400 blows
Lei (Sofia Loren) è la tipica donna fascista: madre di sei figli ma quasi sette, che così arriva il bonus
per le famiglie numerose; e moglie di un burino esaltato. Sola in casa, conosce lui (Marcello
Mastroianni), che detiene una qualità particolare, appunto. Si scrutano, si piacciono, si sfidano, ognuno
dei due tenta di nascondere qualcosa all’altro. Non ci riescono: la nostra natura ci svela comunque.
She is the kind of woman that Fascism produces, married to a fanatic bumpkin, mother of six trying to
get pregnant to receive the subsidy for large families. Home alone she meets him, a very special man.
They check each other out, they like each other, they both hide something from each other but don’t
manage to, because human nature always reveals what we are.
66) Una giornata particolare, in 400 colpi / A special day, in 400 blows.
La storia del nome “Pi” è una metafora icastica quasi quanto il lungo racconto di cui lo stesso Pi è
protagonista. Curiosità senza fondo, pazienza infinita come le cifre del pi greco, paura quanto basta per
restare vivo e forza di volontà per tener testa a un circo intero. Su una zattera di un paio di metri
quadrati in mezzo all’oceano pacifico. La vita di Pi è quella che tutti dovremmo costruirci.
There’s a metaphor behind the name “Pi” as clear as the long story that Pi himself lives. He’s got
endless curiosity and patience – like the number of π -; he’s able to control his fears, to manage to stay
alive and train a whole circus upon a 2 square meters raft. Life of Pi is the one everybody should
experience.
67) Vita di Pi, in 400 colpi / Life of Pi, in 400 blows
Cosa resta della vita di un maggiordomo che ha dedicato ogni molecola del suo corpo, ogni istante
della sua esistenza a servire il proprio lord? Che lo ha fatto fino a mettersi in ridicolo, forse senza
nemmeno rendersene conto fino in fondo, ma vivendo quel suo disagio con la compostezza di un
marmo di Michelangelo? Un sentimento abortito, quel che resta di un amore soffocato dalle “buone
maniere”.
What’s left from the life a butler lived just to serve his lord the best he could, always trying to please
him the most thoughtful way? He made himself ridiculous and he probably wasn’t even aware of it, but
he dealt with that discomfort as detached as a Michelangelo’s statue. In the end, he only got a
suspended feeling, the remains of a love silenced by “good manners”.
68) Quel che resta del giorno, in 400 colpi / The remains of the day, in 400 blows
Nonostante The Babadook non rinunci a molti luoghi comuni di un horror medio, riesce a renderli più
gradevoli. O ripugnanti, giacché si parla di horror. Succede che una madre ha un grosso fantasma che
dal passato si ripresenta nel presente in varie forme. Soprattutto quella del figlioletto iperattivo e un po’
sensitivo. Insomma: una riflessione non banale sul ruolo dei morti nelle nostre vite.
Even though The Babadook doesn’t reject some of the average horror clichés, it manages to make them
more likable – or more repulsive, since we’re talking about a horror movie. Here’s the story: a mother
deals with a ghost from the past that is still haunting her. It takes on the human form of her little son, a
sick psychic. Here’s the meaning: a due consideration about how dead people can influence the living
ones.
69) The Babadook, in 400 colpi / The Babadook, in 400 blows
E se il punk degli anni '90 fosse nato negli anni '70? E se gruppi come i Blink 182 e i Foo Fighters
sostengono che sei stato il loro modello? Stiamo parlando del gruppo nato come Descendents e poi
diventato All, che nel cuore di tutti vengono ricordati per una spontaneità e una forza atipiche anche per
il punk. Gran bel found footage, ritmo frenetico, interviste orchestrate con equilibrio e pathos.
What if '90s punk-rock were born in the '70s? What if Blink 182 and Foo Figthers claim you are their
original model? We're talking about 4 guys called Descendents who later changed their name into All:
every fan remeber them because of their energy and spontaneity, unusual even for a punk-rock band.
Terrific found-footage, frenzied rhythm, touching and well-balanced interviews: this movie is a hit!
70) Filmage: the story of Descendents/All, in 400 blows
Non è Sergio Leone, non c'è Robert De Niro. Ma come definire Jet Li se non il De Niro dei film di arti
marziali? Nel fiore dei suoi anni recita nel primo capitolo di una bella trilogia che racconta come la
Cina, rappresentata da tanti maestri di arti marziali e dai loro discepoli, abbia saputo resistere alle
invasioni dei popoli che di volta in volta l'hanno minacciata, attaccata e che poi hanno ceduto.
It's not a Sergio Leone or Robert De Niro film but isn't Jet Li as good as De Niro, in his own field?
Known as a rising star of 90s Chinese cinema, he acts in the first chapter of an amazing trilogy that
tells how China - embodied by a lot of masters and disciples - could resist to its various invaders who
threatened and attacked the Country, and then beat a retreat.
71) Once upon a time in China, in 400 blows
L'ennesimo modo dell'America per ripulirsi la coscienza? Un atto sincero verso una popolazione
distrutta e costretta a sradicarsi dalla propria terra? Il dubbio ce l'avremo sempre, insieme con le
contraddizioni di cui si può fregiare il conflitto indocinese. Questi sono gli ultimi giorni che i civili
americani e molti vietnamiti del sud hanno trascorso nel Paese, prima di essere letteralmente evacuati.
Is it just one of the way America behave to clean up its integrity? Is it an authentic act of charity
towards a destroyed population, forced to leave its own land? We'll never get rid of this doubt and all
the inconsistencies of the Vietnam War. These are the last days that American and
Southern-Vietnamese civilian spent in the Country, before they were literally evacuated.
72) Last days in Vietnam, in 400 blows
Nonostante i colori pastello e la matita dal tratto delicato, Principessa Mononoke non risparmia
emozioni complesse e contrastanti, confitti profondi, letture stratificate e violenza quanto basta.
Demoni ed eroi orientali e occidentali si fondono in una storia che ci fa riflettere sulla natura dei
rapporti tra uomo e uomo, natura e uomo, animali e uomo. Nessun vincitore: solo un equilibrio
elegiaco.
Despite the pastel colors and the smooth lines, Princess Mononoke is full of contrasting emotions, deep
conflicts, complex meanings and a bit of violence. Western and Eastern demons and heroes are put
together into a story that make us think about the relation between man and nature, man and animals,
man and man. There's no winner: just a melancholy equilibrium.
73) Princess Mononoke, in 400 blows
Non è frequente trovare, oggi, una fiaba - anche per adulti - con una tale forza narrativa e visiva,
visionaria. Il viaggio fisico e interiore che Miyazaki confeziona per la protagonista Chihiro è un
assaggio di cosa vuol dire crescere, passare da quella fase così delicata tra l'infanzia e l'adolescenza. Si
affrontano paure, ingiustizie, perdite. Ma si torna con un po' di saggezza - e amarezza - in più.
You don't find so easily such an engaging fairy tale, today: you will like it either if you are a child or a
grown man. The spiritual and physical journey Miyazaki sets up to his main character Chihiro is a
glimpse in the travel from childhood to adolescence. You face your fears, abuses, you lose people you
care about, but you come back wiser, even though you keep a little bitterness with you.
74) Spirited Away / La città incantata, in 400 blows
La più classica delle storie di vendetta messa in mano a Tsui Hark, bravo e duttile artigiano cinese
(regista, sceneggiatore, montatore…) e acquisisce una vincente personalità a metà tra lo splatter
discreto e l'epico-malinconico, come il carattere del suo protagonista. Da una sua mancanza - un
braccio in meno e una sceneggiatura prevedibile - deriva la sua forza: possiamo chiamarla un
"blade-montage".
One of the most well-known revenge stories ends up in Tsui Hark's hands. He's a capable and yielding
Chinese director, screenwriter, editor and his movie gains a strange but likable soul: a lot splatter and
as epic and melancholy as the main character personality. A missing arm and an apparently weak
screenplay lead to a kind of "blade montage", that's the strenght of this movie.
75) The Blade, in 400 blows
Storia acerba e non troppo visionaria, se paragonata ai successivi film di Miyazaki, Laputa contiene
comunque il germe della sua poetica: magia calata di soppiatto nel quotidiano, un po' di Asimov e una
sceneggiatura che nonostante sia quasi "convenzionale" - se è lecito accostare quest'aggettivo a Hayao
Miyazaki - è struggente, istruttiva, eclettica: per bambini e adulti, sia soli sia in compagnia.
Even though it is green and less visionary than the later movies by Miyazaki, Laputa holds the seeds of
his poetics. The Japanese director inserts a bit of magic in everyday life, a little Asimov here and there
and no matter how "conventional" the screenplay seems to be. It's moving, educational, eclectic.
Children and grown men: watch it, alone or n good company.
76) Laputa - Castle in the sky, in 400 blows
Remake del celebre Fist of Fury (Dalla Cina con furore, inascoltabile) e anche meglio del primo, Fist
of Legend si posa su basi molto comune ai film di arti marziali: voglia di rivalsa della Cina oppressa sul
Giappone invasore, incarnata da un giovane allievo (Jet Li) che vendica il suo maestro, la sua scuola, il
suo orgoglio. Girato meglio, montato meglio, coreografato meglio (non ce ne voglia Bruce Lee).
Fist of Legend is the remake of the well-known Fist of Fury: it's even better and it's built on the same
fundamentals of the majority of martial arts films: a Chinese young disciple (Jet Li) wants to avenge
his master, his school, his Country against the Japanese Empire. Fist of Legend is shot, edited and
staged better than his model. Bruce Lee, please don't get angry.
77) Fist of Legend, in 400 blows
Come è già successo in alcuni film di David Fincher, da Se7en a Gone Girl, abbiamo tutti gli elementi
per capire chi è il colpevole. Non c'è nemmeno bisogno di nasconderci la sua faccia fino alla fine
perché il punto non è scoprire chi è ma se riusciranno a catturarlo. Come faranno, cosa dovranno
sopportare e perdere nel tragitto. Le sorprese sono più tranquille, le emozioni si fanno più complesse.
Sometimes it happens in films by David Fincher, from Se7en to Gone Girl: we have all that we need to
find out who's the guilty one. It's not even necessary for him to hide his face till the end of the story
because the point is another: will they be able to catch him? What will they go through during the
chase? Surprises are easier, emotions get more complex.
78) Zodiac, in 400 blows
L'arte della felicità è nelle cose che sembrano piccole ma che, in realtà, sono molto più impegnative di
quanto non pensiamo. Raccontare o ascoltare una storia, confidarsi con un fratello, riuscire a fare
qualcosa di buono per la propria città e non essere costretto a emigrare per sentirsi realizzato. La più
difficile di tutte, però, è affrontare i propri fantasmi una volta per tutte: subito.
The art of happiness lies in things that seem to be small but are actually more demanding than we
think. Telling or listening to a story, telling a secret to your brother, managing to do something good
for the city you live in, hoping not to emigrate to be fulfilled. The most difficult thing, anyway, is facing
your fears once for all:right now.
79) L'arte della felicità, in 400 blows
“Sono proprio le cose meno essenziali per la nostra sopravvivenza a renderci umani”. Pare proprio di
sì: cosa rende necessaria la scienza o l’arte? Il fatto che riprodursi, avere la pancia piena e un tetto sulla
testa non basta. Ecco perché aver scoperto il bosone di Higgs è così straordinario: vuol dire che
abbiamo la forza e l’intelligenza per rispondere alla domanda fondamentale. Perché? No, come.
“The things that are least important to our survival are the very things that make us human”. It seems
to be that clear: why are arts and science so important to us? Because it’s not enough to breed, eat and
have a roof over your head. That’s why identifying the Higgs Particle is extraordinary: it means that
we are strong and clever enough to answer to the fundamental question. It’s not “why?”. It’s “how”.
80) Particle Fever, in 400 blows
È stato Vermeer il primo fotografo della storia? Era un artista? Un tecnico, un inventore? Non ci sono
testimonianze storiche sul suo modus operandi. A meno che noi non consideriamo i suoi dipinti, così
dettagliati, fotografici, dei documentari, e non proviamo a riscoprire la sua intuizione geniale. Se
fotografia vuol dire disegnare (dipingere) con la luce, allora sì: Vermeer era un fotografo.
Was Vermeer the first photographer in history? Was he an artist, an inventor, an engineer? There are
no historical records about his modus operandi, unless we consider his so detailed and photographic
paintings as documentaries themselves and try to rediscover his eureka moment. If “photography”
means “drawing – and painting – with light, we can say it: Vermeer was a photographer.
81) Tim’s Vermeer, in 400 blows
Agonia sui ghiacci va visto incamerando una dose spropositata di pazienza, prima di sedersi a
guardarlo. Due ore e mezzo non sono poche per un film muto e con pochi intertitoli. Se resistete, però,
la fatica sarà premiata: è così gratificante constatare il grado di maturità che già nel 1920 il cinema
(fotografia+montaggio+dramma popolare, oggi 120enne) aveva raggiunto, nelle mani di David
Griffith.
Patience is the first requirement you should have if you want to watch Way Down East. Two hours and
a half are a lot of time for a mute film with such a few intertitles. If you hold on, however, your effort
will be honoured: it's very satisfying seeing that the art of cinema (photography+montage+popular
narrative, turning 120 today), handled by David Griffith, was so mature even in 1920.
82) Way Down East (Agonia sui ghiacci) in 400 blows
A rievocare i conflitti religiosi del passato si corre il rischio di essere mainchei. Agora è una storia
hollywoodiana nell'accezione peggiore del termine: semplifica la Storia e privilegia digrignate di denti
e lacrimoni, nonostante non contenga inesattezze vere e proprie. Però, però, poteva trovare un modo
più sottile di rendere onore a una tra le poche donne filosofe comparse nei libri di scuola.
When one recalls religious wars he risks to be overcome by his point of view. Agora is a hollywood
movie, in the worst meaning that expression could have: it dumbs down too much and lazes in silly
feelings, though there are no actual historical mistakes. It could however have found a sharper way to
honour one of the few women who are present in schoolbooks.
83) Agora, in 400 blows
Un ragazzo californiano, nemmeno una cinquantina di ore dopo la morte della madre, sale su un taxi,
prende un aereo, sbarca a Roma, arriva in Puglia e si ritrova contadino. Incontra una ragazza che più fa
la misteriosa e più gli piace, ma lui non immagina il segreto millenario che lei nasconde. E lo nasconde
bene. Poesia romantica e grottesca, Spring è un road-movie-love-zombie-story. Da vedere.
A guy from California waits just a few hours after his mother's death before getting on a cab, take a
flight, landing in Rome, ending up in Apulia and working as a farmer. He meets a strange girl: the
more she hides from him, the more he likes her, but he doesn't even imagine the ancient secrets she has
to keep. And she's very good at it. Romantic and freakish poetry, Spring is kind of
road-movie-love-zombie-story. You have to watch it.
84) Spring, in 400 blows
Suono ovattato, debito d'ossigeno, ansia a grappoli. Sandra Bullock e George Clooney sono astronauti
alle prese con l'emergenza più spaventosa che si possa immaginare: il rischio di essere ingoiati dallo
spazio. Proprio come in Alien, senza alieni e un po' più in debito di realismo, Bullock riesce a rendere il
disastro solo parziale, ma parziale resta anche il nostro l'apprezzamento per Gravity.
Deaden sounds, out of oxygen, panic. Astronauts Sandra Bullock and George Clooney are facing an
incredibly dreadful scrape: being sucked into the outer space. Like in Alien, without aliens and the
same level of realism, Bullock manages to avoid a total disaster but can't keep that high our enjoyment
for Gravity.
85) Gravity, in 400 blows
Un'altra giovinezza per un quasi-cadavere carbonizzato da un fulmine, che ringiovanisce poco alla
volta, fino a tornare a quarant'anni. Con l'esperienza di chi ne ha avuti settanta fino a un attimo prima,
una cattiva coscienza che lo tormenta e una maledizione, frutto della sua ingordigia Non c'è abbastanza
luce da far fiorire altri sentimenti, e per godere appieno di quest'altra giovinezza.
A new youth for a man so close to death that he can smell his own burnt flesh. He gets younger and
younger till he comes back to his 40s, but he keeps the experience of his 70s and his conscience is
eating at him 'cause of his greed of knowledge. There's no light enough to let other feelings grow, down
there, and make that a real youth.
86) Youth without Youth, in 400 blows
I soldati danesi, nel 1945, vanno in guerra in bicicletta. I tedeschi sono sul punto di attraversare il
confine ma nessuno ci crede fino in fondo. Quando un'esercitazione diventa guerra vera, nel giro di una
sola notte… Il 9 aprile i nazisti occupano la penisola dello Jutland. I soldati danesi combattono, ma non
sanno che il governo ha già capitolato. Orgoglio, disperazione, rassegnazione. Buio.
The Danish soldiers go to war by bicycle, in 1945. The German ones are crossing the border but
nobody realize it's really going to happen. When a training becomes actual war overnight... 9th April
the Nazis occupy the Jutland peninsula. The Danish fight and don't know the government gave in.
Pride, desperation, resignation. Dark.
87) 9th April, in 400 blows
La prima stagione di Penny Dreadful mescola alcuni classici dell'horror e della letteratura romantica,
con qualche nuovo personaggio: esorcisimi, vampiri e lupi mannari, Dorian Gray, il dottor
Frankenstein. Racconta tutto come fosse un melò, riuscendo - probabilmente - a conquistare fette di
pubblico diverse. Gradevole ma non abbastanza per catturare un mastino, troppo autocompiaciuta.
Peccato…
The first season of Penny Dreadful mingles some classic horror and romantic tropes with a bunch of
new characters: exorcism, vampires, werewolves, Dorian Gray, doctor Frankenstein. It tells everything
like a melò and it probably succeeds in catching more than one kind of audience. It's enjoyable but not
that much: too self-satisfied. What a pity...
88) Penny Dreadful - Stagione 1, in 400 blows
Dalton Trumbo (Bryan Cranston) è stato uno tra i più onnipresenti sceneggiatori di Hollywood eppure
uno tra i più assenti, sui titoli di coda. Era un comunista, negli anni in cui "il miglior comunista era un
comunista morto". È riuscito a sopravvivere alla caccia alle streghe, si è ripreso (tra gli altri) l'oscar per
Vacanze Romane. E questo film avvincente lo racconta nel modo migliore: senza sermoni.
Dalton Trumbo has been one of the more involved screenwriters Hollywood and yet his name wasn't
that present, in the credits. He was a commie when "the best communist is a dead communist". He
survived the hunt, he won back the Academy Award for Roman Holiday. This amazing movie tells hs
story the best way it could: no sermons.
89) Trumbo, in 400 blows
Sei un fotografo e credi nel futuro di un rebel without a cause (o piuttosto della tua carriera) più di
chiunque altro. Un omaggio al cinema, al divismo effimero di un timido e anticonformista sincero (ma
consapevole), a un'arte documentaria: "I've been here, you've been here". E una reciproca confessione
d'impotenza, di quanto sia faticoso fare la scelta giusta senza ferire chi ci vuole bene.
You are a photographer and you believe in the future of a rebel without a cause (of your career,
instead) more than anyone else. Life is a tribute to cinema, to the short-lived fame of a shy and
unconventional sincere guy (he was also very aware of it), a tribute to a documentary art: "I've been
here, you've been here". Life's also a story about helplessness, telling us how difficult is to make the
right choice without hurting who love us.
90) Life, in 400 blows
Revenant - Redivivo ci racconta perché non è l'amore il sentimento più adatto per tenere in vita una
persona: è la vendetta. Tralasciando la verosimiglianza di ciò che accade, non è questo il fulcro di
questa micro-analisi, il solo motivo per cui Hugh Glass si attacca alla vita, ringhia, sputa, sanguina e
bisbiglia parole incomprensibili è togliere quella stessa vita a chi, l'ha tolta a qualcun altro.
The Revenant shows us why isn't love but revenge the most effective feeling to keep someone alive.
Leaving out any comment on likeliness because that's not the point of this micro-analysis, the sole
reason why Hugh Glass desperately holds on to his life, growls, spits, bleeds and whispers
unintelligible words is to take himself a life from someone who in turn took it from another one.
91) The Revenant, in 400 blows
La ragazza figa e in camicia da notte, la reggia spettrale, non c'è campo, qualcuno ansima al telefono, il
bambolotto di ceramica inquietante, la botola che si apre e si chiude da sola, il tizio che se la deve
vedere con l'ex fidanzato, la doccia alla Vestito per uccidere de' noantri, il complesso di Edipo, un po'
di Psycho buttato lì. The Boy ha proprio tutti gli stereotipi di un horror scritto male.
The hot chick wearing a nightie, the ghostly palace, no signal, someone gasps on the phone, the
disturbing pottery doll, the "living" hatch, the guy who has to take on the ex-boyfriend, the
Dressed-to-kill-style shower scene, the Oedipus complex, a little Psycho just thrown in there.
The Boy's got right every bad horror film stereotype.
92) The Boy, in 400 blows
Quando hai ideato Lost non puoi liberarti dei tropi che hai reso celebri, pur non avendoli inventati.
L'invasione aliena e il mostro che non si mostra, l'enorme botola piena di cibo ma soprattutto musica e
VHS, quell'aura d'inquietudine che più c'è un tappeto sonoro allegro e più ti assale. Parte come Saw,
finisce come Alien, cresce con un accumulo moderato di ansia. Stavolta J.J. Abrams sta schiscio.
If you create Lost you can't get rid of the tropes you made well-known, even if you didn't invent them.
The alien invasion and the monster who doesn't show up, the hatch full of food but above all music and
VHS, that kind of unsettling aura that flood into you exactly when the most cheerful music is on. It
begins like Saw, it ends like Alien, it grows by calmly piling up some anxiety. J.J. Abrams keeps a "low
profile".
93) 10 Cloverfield Lane, in 400 blows
Tre storie che, ognuna con un accento proprio, raccontano New York secondo Martin Scorsese, Francis
Ford Coppola, Woody Allen. Pittore un po' arrapato e recidivo nel primo episodio, bambine ricche e
snob nel secondo, Woody Allen nel ruolo di se stesso + avvocato nel terzo: la città veglia su di loro,
succhia un po' di vita e offre in cambio l'ambigua certezza di trovarsi nel posto più bello del mondo.
Three different and peculiar stories tell about New York according to Martin Scorsese, Francis Ford
Coppola, Woody Allen. A horny and habitual painter in the first movie, rich and snob girls in the
second one, Woody Allen acting himself + attorney in the third story: the city watches over them, takes
a little of their lives but give them back one shifty certainty: they inhabit the best place in the world.
94) New York Stories, in 400 blows
Lettere da uno sconosciuto, l'amore di una vita che è diventato estraneo dopo anni e anni di lontananza.
Come si può essere di nuovo riconosciuti e di nuovo amati, dopo che la propria famiglia ha perso
qualsiasi identità? Come in tutte le storie che Zhang Yimou racconta o adatta per il cinema, anche
Lettere da uno sconosciuto rende il pubblico un affare privato: doloroso, (ir)reversibile, profondo.
He's coming home, the love of a lifetime which has become a stranger after years of absence. How
could you be recognised and loved again, after your family's lost its identity? Like in every stor Zhang
Yimou tells or transpose for the screen, Coming home makes public a private matter: painful,
(ir)reversible, abysmal.
95) Coming home, in 400 blows
Lillian Gish è Letty Mason, giovane donna che attraversa in treno gli Stati Uniti per trovare serenità
anche economica da suo cugino, cresciuto da sua madre come un fratello. Dovrà vedersela con una
moglie gelosa, un pretendente violento, un amore che non nascerà mai e la furia del vento, che prima
svela e poi nasconde le sue paure. Lo sfiderà, tornando a casa, o ne rimarrà succuba per sempre?
Lillian Gish acts Letty Mason, young woman who travels across the United States to find both inner
and economic composure. Her cousin is waiting for her: he's like a brother to her, they grew up
together. She will have to fight a jealous wife, a violent suitor, a love that's never going to grow and the
fury of the wind, which hides and uncovers her fears. Is she going to face all of this or will she be a
slave forever?
96) The Wind, in 400 blows
Brando è un bambino cattivo, secondo la madre malata; un ometto, secondo il padre egoista e assente;
un ragazzino da tenere a bada e rieducare con attenzione e più tatto del normale, secondo gli assistenti
sociali. È un po' vittima e un po' si crogiola nella sua difficile ma non atipica situazione familiare,
raccontata con essenzialità e senza retorica da Pupi Avati. Date una chance a questo film.
Brando is a bad boy, according to his mother; a small men, in the words of his self-centered and
distant father; a little boy to whom look after and re-educate in a peculiar way, as the social workers of
the community he lives in think. He's also a victim of his complicated but not uncommon family
situation, that Pupi Avati tells in a dry and incisive way. Give this film a chance.
97) Il bambino cattivo, in 400 blows
1940: i nazisti arrivano in Francia e nel paesino di Bussy giungono frotte di rifugiati parigini, credendo
di aver trovato un posto più tranquillo dove nascondersi. Lucille (Michelle Williams) aspetta invano di
sapere qualcosa sul marito, al fronte, e nel frattempo fa da una parte quello che è un dovere morale -
aiutare qualcuno dei suoi conoscenti a nascondersi - e dall'altra inevitabile: innamorarsi.
1940, the Nazis come to France and a lot of refugees reach the village of Bussy, believing they've found
a quieter place to hide. Lucille (Michelle Williams) waits in vain for her husband to come back or at
least write to her. In the meanwhile, she does both what's a moral duty - help people she knows and
care about to hide - and what's inevitable: fall in love.
98) Suite Française, in 400 blows
Leggende popolari, animazione a mano e una colonna musicale essenziale e incisiva dànno a Song of
the sea il La per trasformarsi da intrattenimento qualunque per bambini a film d'animazione dove anche
gli adulti possono commuoversi. Perdita di un genitore, rivalità fraterna, paura di non farcela e sconfitta
delle proprie paure: ogni elemento si afferma con discrezione esaltando l'armonia dell'insieme.
Folk tales, hand-drawn animation and an essential and trenchant music score make Song of the sea out
to be an animated film where even grown-up men can be touched: it's not just another average cartoon.
It tells about parents' loss, sibling rivalry, the fear of not succeeding, the defeat of your own fears.
Every part quietly stands up for itself and enhance the overall harmony.
99) Song of the sea, in 400 blows
Prima dell'alba, del tramonto e di mezzanotte c'è una storia d'amore che nasce, s'illumina e si brucia,
rischiando di scomparire per sempre. Se fosse scomparsa, ammettiamolo, non staremmo parlando di
una trilogia romantica. Nonostante questo, nonostante la sceneggiatura verbosissima, Before Midnight
si lascia guardare e noi ci lasciamo illudere che ogni storia (d'amore) finisca così. È necessario.
Before sunrise, before sunset and before midnight there's always a rising, sparkling and burning love
story which is about to disappear. If it really disappeared, let's admit it, we wouldn't be talking about a
romantic trilogy. Nevertheless, even though the screenplay is so wordy, Before Midnight isn't boring at
all and it's able to fool us: we want every (love) story to end that way.
100) Before Midnight, in 400 blows
Il figlio più piccolo, la madre più ingenua, il padre più stronzo e più debole, una pletora di gente che
manovra altra gente per salvare una società tanto indebitata, ma non abbastanza da sfuggire alla
giustizia. Pupi Avati racconta con ironia e con due bravi attori, spesso bloccati in interpretazioni molto
simili o poco lusinghiere, le ipocrisie di una famiglia più ordinaria di quanto non appaia.
The youngest son, the most naive mother, the most bastard and weak father, a lot of people trying to
steer other people to save a failed company but not that broken to escape justice. Pupi Avati shows its
irony and tells - through two good but inconsistent actors - the duplicities of a family that's more
ordinary than it seems.
101) Il figlio più piccolo, in 400 blows
Tre sorelle, affette da un padre attore vanesio, ingenuo e appena uscito da un'operazione di chirurgia
plastica finita male e un tentativo di suicidio, ce la mettono tutta per aiutarlo a rimettersi in carreggiata.
La soluzione viene in mente a una delle tre: fargli conoscere la sua possibile anima gemella. Riuscirà
Sandro a capire cose è davvero importante nella vita, la sua e quella degli altri?
Three sisters suffering from a vain actor-father (Sandro), ingenuous and just come out from a horror
plastic surgery and a suicide attempt, do their best to help him getting back on track. The solution
comes from the "ugly" one: let Sandro know his possible soul mate. Will he understand what is really
important in life?
102) La cena per farli conoscere, in 400 blows
Un capolavoro sommesso di suspense, in cui le convinzioni e le paure del protagonista sono
continuamente confermate e smentite, messe alla berlina e prese sul serio. Come? Trasformando un
invito a cena, un'innocua rimpatriata tra amici, in un'ambigua serata di confessioni inattese, presunte
lezioni di vita. Fuori fuoco, ombre, voci fuori campo. Le basi tecniche e narrative di un buon thriller.
A murmured suspense masterpiece where beliefs and fears of the main character are repeatedly upheld
and contradicted, held up to ridicule and taken seriouly. How? Turning a dinner party, a harmless
friends reunion in a shifty evening made of unexpected confessions and supposed life lesson. Out of
focus, shadows, voices over: the technical and narrative basis of a good thriller.
103) The Invitation, in 400 blows
Quando guardiamo un film in cui c'è Robin Williams pensiamo che sia un bel film a prescindere. Non
sbagliamo. Questa volta c'è anche la mano di Terry Gilliam a raccontare una storia romantica, dolorosa,
lunga, in cui i personaggi devono essere più volte salvati da sé stessi - la tappa più difficile da scrivere
e mettere in scena. Non vi diciamo come finisce, come ognuno tornerà re del suo mondo.
When you watch a Robin Williams film you think it's beautiful just because of him. You aren't wrong.
This time there is also Terry Gilliam playing a key role in telling a romantic, painful and long story, in
which each charachter has to be repeatedly saved by himself - it's the harderst part to write and stage.
We aren't going to tell you how it ends, how everyone goes back to be the king of his own world.
104) The Fisher King, in 400 blows
Nutriamo subito il sospetto che quella carne nasconda un mistero, ma il momento in cui lo scopriremo
sembra non arrivare mai - l'essenza di un buon horror. Peccato che, fotografia realistica e accurata e
montaggio a parte, l'immaginario visivo e uditivo della storia non sia così originale. Baskin, comunque,
è un buon modo per trascorrere un'ora e mezzo con qualche incubo non troppo hardcore, poi.
We immediately have grounds to fear that all that meat holds back a mistery, but the moment we will
discover it seems to never come - the core of a very horror movie. It is a pity that such a realistic and
accurate cinematography and editing don't match a dull story. However, Baskin is a good way to spend
an hour and a half with some soft-core nightmares.
105) Baskin, in 400 blows
La potremmo di certo definire una commedia all'italiana, ancora troppo giovane perché la si ricordi
come come un capolavoro o perché possa essere rivalutata. La kryptonite nella borsa è una storia
comune, onesta, e parla di quello che il cinema comico italiano ha raccontato più spesso: la famiglia
come sicurezza esistenziale e prigione allo stesso tempo, in cui l'ora d'aria si chiama... tradimento?
We could certainly call it an Italian-style comedy, still to young to be remembered as a masterpiece or
to be reevaluated. La kriptonite nella borsa is a common, honest story and it tells about what the Italian
cinema has been telling the most of the times: family. It's both a safe place and a prison, where
cheating (on sb) is a daily matter.
106) La kryptonite nella borsa, in 400 blows
Una casa maledetta, un manicomio, una maternità travagliata, due sorelle, un'attrice figa, il
nome-garanzia (Guillermo Del Toro presenta), una locandina vedo-non vedo. Che altro si può
aggiungere per introdurre un horror che sì, t'inquieta un po', gestisce la suspense meglio di altri (non
solo lo spavento improvviso), che non usa le tette come espediente, ma che nonostante la buona volontà
non spacca?
A haunted house, an asylum, a troubled maternity, two sisters, a hot actress, a popular producer
(Guillermo Del Toro), a clever poster. What else could you want to introduce a horror movie just a bit
disturbing, able to run suspense better than other films (not just the "boo!") but not able to be a hit -
despite tits and good will?
107) Mama, in 400 blows
Changeling è Angelina Jolie che cerca in maniera decisa e comunque garbata suo figlio scomparso. È
la polizia che glielo ritrova, quasi controvoglia, e non vuole sentire ragioni di fronte alla protesta della
madre, che non lo riconosce. Non è l'emozione per averlo ritrovato mista allo sgomento per cosa
sarebbe mai potuto succedergli, a falsare il suo giudizio. Quel bambino non è suo figlio. O no?
Changeling is Angelina Jolie stubbornly but politely looking for her missing child. The police
unwillingly finds him and doesn't want to hear her justified objections: he's not her child. It's not
because of the emotion and the shock that warps her judgement. That boy is not her child.
108) Changeling, in 400 blows
Una serie di incontri fortuiti, dove ognuno potrebbe essere quello più importante, si trasforma
nell’unica e tormentata ragione di vita di un’aspirante attrice (Juliette Binoche, prima che si rifacesse i
denti. Che carina!). C’è l’amante bruto e irresistibile, il bravo ragazzo confinato nella friendzone,
l’uomo navigato e misterioso (Jean-Louis Trintignant) che proverà a salvarla da se stessa. E poi c’è lei,
Nina, Giulietta, infelice. Diana, ma soltanto un po’.
Some casual rendezvous became the only and painful reason for Nina to live (she is Juliette Binoche
before she had a teeth job – soc cute!). Every rendezvous could be the most important one: the tough
and fascinating lover, the good and friendzoned boy, the mature and mysterious man (Jean-Louis
Trintignant) who will try to save her from herself. And then there she is, Nina, Juliet, unhappy. Diana,
just a little bit.
109) Rendez-vous, in 400 blows
La prima sequenza di Joshy vale tutto il film: è il compleanno di Joshua e la sua fidanzata gli promette
una cena intima. Joshua va in palestra, galvanizzato, ma quando torna a casa trova un lembo della sua
cintura incastrato nella porta d'ingresso. lei si è suicidata, asfissiandosi. Segue una commedia
demenziale ma non troppo, tragica ma non troppo, divertente ma non troppo: questo è il problema.
The first sequence in Joshy is worth the whole film. It’s Joshua birthday and his girlfriend promises
him an intimate dinner. Joshua, excited, goes to the gym, then comes home and he finds one of his belts
hanging out from the door. She smothered herself. Then follows a comedy which is not that wacky, not
that tragic, not that funny. (Not that) bad.
110) Joshy, in 400 blows
Dubitare, tutto quello che tra i dogmi delle principali religioni storiche non viene insegnato. E così
s’impara a fidarsi, anche e soprattutto dei propri pregiudizi. Quelli che costringono Sorella Aloysius
(Meryl Streep) a considerare Padre Brendan Flynn (Philip Seymour Hoffman) un pedofilo. Ci sono le
prove? Forse. Ma non perdetevi il dialogo tra la Sorella e la madre della vittima. Solo presunta.
Doubt, everything you won’t probably find in the historical religions. You get used to trusting even and
mostly your own prejudices. The same ones that force Sister Aloysius (Meryl Streep) to label Father
Brendan Flynn a pedophile. Is there any evidence? Maybe. Don’t miss the dialogue between the Sister
and the mother of the – just supposed – victim.
111) Doubt, in 400 blows
Una storia molto comune, molto "cinematografica", un po' commovente e leggermente stereotipata.
Però è avvincente, sempre, assistere al riscatto sociale e culturale degli emarginati, di un ragazzo e
quindi di un popolo che, colonizzato, dimostra alla Corona che, anche nei panni di un occidentale, è
migliore di tutti loro. Finale obbligato e strappalacrime, Dev Patel sembra un indiano vero (sic!).
A very common, cinematic, touching and a little stereotyped story . But it's always a compelling story
the one about a social outcast taking cultural revenge - and let his Country do the same - against the
Crown. Even dressed like a Western man, he is better than them. Obbligato and moving finale, Dev
Patel looks like a true indian!
112) The man who knew infinity, in 400 blows
"Che (non) hai fatto ai capelli? M' pare cchiù selvaggia, cchiù leonessa"… Avrà pensato più o meno
questo Claude Hooper Bukowski, capitato in un gruppo di hippie che, con l'incoscienza e la spontaneità
- ma anche la furbizia - di chi vuole vivere "selvaggio", lo trasformano definitivamente. Anche se non
ha i quei capelli: sfata il mito di Sansone, una boccata qui e un tuffo di mezzanotte lì.
What did (not) you do to your hair? You seem to be more savage, like a lioness"(1)... That's what
Claude Hooper Bukowski must have tought when he found himself surrounded by a bunch of hippies.
Spontaneous, reckless, savages but smart, they will change him forever. Even if he is "hairless": he
busts the myth of Samson, after just a toke and a midnight swim.
(1) This line comes from Gomorrah, the TV series.
113) Hair, in 400 blows
Potremmo paragonarlo a Selma: neri alla riscossa, nel primo caso spinti dal carisma di Martin Luther
King, nel secondo aggrappati alla speranza che Jesse (J.C) Owens vinca una, due, tre, quattro
medaglie alle Olimpiadi di Berlino, quelle di Goebbels e soprattutto di Leni Riefenstahl. Buone
intenzioni ed empatia a parte, però, la parte meno retorica di Race è proprio il titolo ambivalente (sic).
We could compare it to Selma: black people get revenge, first following their leader Martin Luther
King, then hoping for Jesse (J.C.) Owens) to win one, two , three, four gold medals at the Berlin
Olympic Games, the ones of Goebbels and – mostly – Leni Riefenstahl. Despite its good intentions,
Race is as rethorical as its pun-title.
114) Race, in 400 blows
Tre giovani ladri s'intrufolano nella casa di un ex militare cieco. Sanno che custodisce un piccolo
tesoro, e non si direbbe vista la stamberga in cui vive. Ma il denaro non è l'unico né il più interessante
dei suoi segreti. Pistola, piede di porco, buio, un cane: c'è horror, c'è una punta di splatter, c'è un colpo
di scena che non convince. Almeno è solo quello, anche se troppo importante.
Three young thieves break into the house of a blind former American soldier. They know he hides a lot
of money – but you couldn’t guess it looking at the hovel he lives in. Money, though, is not the only
secret he keeps. Guns, crowbar, pitch black, a dog: it is horror, a little splatter but it houses an
unconvincing turning point. For the sake of us audience it is the only one, though it’s the most
important.
115) Don't Breathe, in 400 blows
Bowling a Columbine racconta il rapporto curioso tra gli americani, i loro vicini di casa, le armi, il
governo, il sogno americano su cui sono sempre piovute pallottole. Perché ci uccidiamo a vicenda così
spesso, si chiede Michael Moore? Compriamo armi troppo facilmente. Ma poi scopre che anche in
Canada ne hanno un fottìo, ma lì si muore ammazzati pochissimo. Ma loro non hanno Charlton Heston.
Bowling for Columbine tells the funny relationship between the Americans, their neighbours, guns, the
government, the American dream showered with bullets. Why do we kill ourselves so much, Micheal
Moore asks himself. We can buy guns too easily. In Canada buy a lot of guns too but you wouldn’t be
killed that nimbly. They don’t gave birth to Charlton Heston, though.
116) Bowling for Columbine, in 400 blows
Nella cultura occidentale, quindi statunitense, il capitalismo spinto l’ha sempre avuta vinta su qualsiasi
altra forma per fare soldi. Secondo Michael Moore (e anche secondo me) ci sono tanti altri modi per
vivere felici, addirittura benestanti, e per superare (magari) le differenze gerarchiche tra capo e
dipendenti. Socio, sociale, società, socievole: hanno tutti la stessa radice, evidentemente.
In the wester – USA – culture, capitalism never loses against any other way to make money. Michael
Moore – and I share his words – believes that there are a lot more “moods” to live happily, wealthy,
and eventually overcame the hierarchical differences between bosses and employees. Associate, social,
society, sociable: they obviously share the same root.
117) Capitalism – A Love Story, in 400 blows
Due biondini che collezionano scarafaggi e hanno lo stomaco di inumare un gatto in un acquario: si
direbbe un’evoluzione di Funny Games. La differenza tra quest’ultimo e Good Night Mommy, però, è
che in Funny Games tutto è gratuito. Qui, invece, se i due gemelli seviziano la mamma – o una donna
molto astuta e nervosa che ha preso il suo posto – un motivo c’è. Ma, per fortuna, poche certezze.
Two young blond guys collecting beetles and have the guts to bury a cat into an aquarium: a variant of
Funny Games. The difference between the two films lies in the gratuitousness of Funny Games. In
Good Night Mommy we see the children torturing their mother – maybe she is a nervous but clever
imposter – but they still have a reason to do so. Luckily, we have no narrative certainties.
118) Good Night Mommy, in 400 blows
Sconosciuta in primo luogo a se stessa, in fuga perenne da ciò che troppo presto si è già stancata di
essere. Da un continente all’altro, un’acconciatura all’altra, attraverso infiniti modi di affondare nella
propria solitudine, trova comunque una luce, una faccia comune che la trascina di nuovo nel luogo da
cui era scappata. Ma chi è realmente tornata, delle tante maschere che ha indossato finora?
Complete unknown to herself, always running away from what she suddenly becomes tired to be. From
a continent to another, from a haircut to another, through endless ways to sink in her own loneliness,
she however manages to find a friendly face and come back where she belongs – she believes. But
which of the many faces she wore did really come back?.
119) Complete Unknown, in 400 blows
Esco da un istituto, forse riabilitata, perché ero masochista, e divento la segretaria di un avvocato
sadico... Riuscirò a tenere culo testa al mio capo e sembrare io, per una volta, quella al comando? E
cosa ne farò del mio probabile futuro sposo? Se avessi saputo che, solo qualche anni dopo, avrebbe
recitato nelle ultime e peggiori stagioni di Lost, mi sarei decisa molto, molto tempo prima.
Just got out of a rehab center ‘cause I was masochist and I’m the fresh new secretary of a sadistic
lawyer. Will I be able to stand his ground and show him that I am in charge, for once in my life?
What’ll it be of my future and not so beloved husband? If I only had know he would have had a Lost
future...
120) Secretary, in 400 blows
Cinque e poi quattro sorelle vergini, una più bella (molto bella) e consapevole delle altre (Kirsten
Dunst), cercano un modo per liberarsi dell’oppressione bigotta materna e rendere un po’ spensierata
l’adolescenza. Un film sicuramente realizzato grazie a papà e ai suoi amici a Hollywood, ma che
mostra come Sofia Coppola avesse qualcosa da dire anche prima di Maria Antonietta. E poi, cos’è
successo?.
Five, four virgin sisters, one of them prettier than the others (she’s almost hot) and well aware to be so
cute (Kirsten Dunst) try to enjoy their adolescence fighting with the bigotry of their mother. We’re
talking about a movie made thanks to daddy and his friends, but it shows anyway that Sofia Coppola
had something to say, even before Marie Antoinette. What happened after that?
121) The Virgin Suicides, in 400 blows

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400 colpi di tastiera - Microrecensioni

  • 1. 400 colpi (di tastiera): microrecensioni Tralasciando le opinioni non condivisibili su cosa voglia dire avere una fede e perderla (“provo a non essere un uomo che giudica”, aveva pure detto il prete…), è una storia toccante che parla di un prete che comprende la natura umana meglio dei suoi simili, proprio perché ha avuto il tempo di viverla, di avere una figlia. E che fa una fine fascista, da sfortunato rappresentante di una categoria. 1) Calvary, in 400 colpi (di tastiera). Fotografia da fumetto noir che esalta gli estremi dei toni chiari, scuri e dei mezzitoni (se esistono degli estremi nei mezzitoni); bianco&nero che lascia spazio solo al colore con un eccentrico ruolo narrativo; luoghi inesistenti, che sono solo spazi disegnati e stilizzati manco fossimo in Dogville; esaltazione di sentimenti forti, cuori infranti, vendette sanguinolente e ironia macabra. 2) Sin City, in 400 colpi (di tastiera). Horror dal ritmo lento, piglio un po’ esistenzialista; luogo in cui si conosce l’angoscia di uccidere a morsi ma anche il sollievo che si genera subito dopo il gesto estremo e necessario, è una storia di vampirismo e pure amore tra ragazzi, un biondo leggermente sociopatico e una brunetta dodicenne (ma ho dodici hanni da molto tempo, dice) che non conosce confini. Neppure quelli di ossa e tendini. 3) Lasciami entrare, in 400 colpi (di tastiera). Un incubo in cui ogni elemento, ogni dettaglio può essere interpretato in tutti i modi possibili. Dai vermi purulenti al pargolo alieno, che ne pare un’evoluzione; dagli oggetti senza un ruolo specifico ai polli sanguinolenti, ai cespugli di cose. Senza spiegazioni definitive. Le ombre sono sempre più lunghe dei rispettivi personaggi. Fotograficamente e metaforicamente. Il giudizio rimane sospeso. 4) Eraserhead, in 400 colpi (di tastiera). Fantascienza e grottesco divertissement per famiglie, parodia dello stile disneyano proprio tra le mura del re dei parchi divertimenti, filo logico che è molto arduo scorgere. È una storia che non ci s'aspetta, demenziale a tratti, surreale in altri, un po’ frustrante e meno godibile in qualche momento. Non risponde a molte domande, ne pone un bel po’. Quella più importante è soltanto una. Perché? 5) Escape from tomorrow, in 400 colpi (di tastiera) Rusty James, maschio amaro di Tulsa. Oklahoma. È il fratello minore del Motorcycle Boy, il pifferaio magico. Ha un complesso d’inferiorità ma gli vuole bene, è quello più fragile, è quello che ha una ragazza ma che uno della sua compagnia gliela frega, è quello con un padre alcolista e con una madre che, boh?. È il rumble fish che picchia senza un perché. Ma solo alla fine guadagna il suo colore. 6) Rusty il selvaggio (Rumble Fish), in 400 colpi (di tastiera) Raffinato rapporto tra parola e immagine, inusuale – non nel cinema francese – modo di raccontare una storia senza che i personaggi agiscano sullo schermo, senza che muovano le labbra o anche solo un sopracciglio. Ma è davvero giusto e necessario sottoporci a questo supplizio, senza darci una gratificazione, una tregua, che non sia la colonna musicale o la prima, bellissima, sequenza del tramonto? 7) India Song, in 400 colpi (di tastiera)
  • 2. Grazie alla destrezza di un ufficiale totalmente estraneo alla vita militare ma furbo e abilissimo ladro (Tony Curtis), il comandante Sherman (Cary Grant) riesce a rimettere in sesto un sommergibile spacciato. Gradevole screwball comedy, tipicamente hollywoodiana, sebbene il ruolo femminile sia inizialmente interpretato da un uomo. Battute a buon ritmo, comicità non volgare, guerra sdrammatizzata. 8) Operazione sottoveste, in 400 colpi (di tastiera) Il contrasto tra due amici d’infanzia messi alla prova da una donna, dal razzismo, dalla precarietà e dalla miseria di un quartiere di periferia, dal degrado che ci portano gli indigeni – e non gli immigrati – e dalla miopia della polizia. Poi quella donna parte, i due amici non sono più così vicini. Ma una piccola rivincita aspetta anche Claudio. E ora dove andranno quegli altri a farsi le canne? 9) Fame chimica, in 400 colpi (di tastiera) Una ragazza assurge a simbolo della frustrazione per una vita precaria, della ricerca disperata di un lavoro, di un giustificabile egoismo per ottenerlo, di una sofferta routine per conservarlo. “Mi chiamo Rosetta e ho trovato un lavoro” dice. Ma non può avere molto altro da dire, perché solo lei sa quanto ci si debba sacrificare per badare e per bastare a se stessi. Ma ora lo sappiamo anche noi. 10) Rosetta, in 400 colpi (di tastiera) Mussolini. Cederà, lo sa anche lui, ma si trascina finché il suo orgoglio riesce a ingannarlo, a illudere la moglie e i più fedeli (si legga ottusi, comunque pochi) dei suoi servi. Conteso tra tedeschi, americani e italiani, per motivi diversi. Messo in scena dall’eclettico Lizzani, che ovunque andasse sapeva lasciare la sua impronta, e dalla pelata di Rod Steiger. Ultimo atto, sipario, applausi. 11) Mussolini ultimo atto, in 400 colpi (di tastiera) Una banda di poveri cristi, ladri improvvisati più comici che abili, mette in scena (sì, è proprio una messinscena) un furto tanto ambizioso quanto difficile, seppure riescano a superare tutte le difficoltà che li interrompono. Storia del cinema italiano e non solo, scritto, girato, diretto e prodotto dai soliti ignoti geni della commedia, all’italiana, ancora inarrivabili. Altro che pasta e ceci. 12) I soliti ignoti, in 400 colpi (di tastiera) Lavoratore onesto, che ha la sfortuna di essere nato nero, viene ingannato da sedicenti imprenditori per essere poi venduto come schiavo, perdere qualsiasi contatto con la sua vecchia vita e sopportare, sopportare covando un rancore composto . Non perde mai la speranza, e seppur con qualche perdonabile sentimentalismo, ottiene la sua rivincita. Lo attende adesso la sua nuova e allargata famiglia. 13) 12 anni schiavo, in 400 colpi (di tastiera) In un futuro prossimo, la gente può decidere di far impiantare nel cervello dei futuri figli un aggeggio che, attraverso i loro occhi, registra ogni istante della loro vita. Dopo la loro morte, un montatore confezionerà il ricordo più appropriato (secondo lui), dopo aver intervistato la famiglia. Desiderio d'immortalità e di estinguere le parti nocive di un'esistenza, o semplice gesto d'affetto? 14) The final cut, in 400 colpi (di tastiera)
  • 3. Scialla, poteva andarti peggio! Un romanz(in)o di formazione in cui un figlio cerca un padre e viceversa. Entrambi si trovano, giocano un po' a fare gli amici, l'uno mette in riga l'altro e tutti e due concludono arricchiti la loro avventura. Escluso un po' d'imbarazzo per qualche calo di tensione durante il training dell'eroe, rimane il veneto di Bentivoglio e la faccia (troppo) pulita del ragazzo. 15) Scialla!, in 400 colpi (di tastiera) Due ragazzi fuggono dai loro fantasmi e cercano reciproco conforto, tra gelosie, incomprensioni e scontri generazionali. Sceneggiatura genuina ma acerba, premiata dalla fucina del Solinas, è impreziosita dalle interpretazioni un po' immature ma apprezzabili di Elio Germano e Nicole Grimaudo. Che ci ricordano: la felicità degli altri spesso è dolorosa, l'infelicità che nutriamo per loro lo è di più. 16) Liberi, in 400 colpi (di tastiera) Disagio di provincia raccontato senza convinzione, che emerge soprattutto dal modo approssimativo con cui le due protagoniste interpretano i loro personaggi. Le perdoniamo, forse è la loro prima volta. Ma è tutta la storia che ha poca profondità e poca coerenza interna. Ci annoiamo e un po' siamo dispiaciuti. Identità sessuale, lavoro, morte, acciaio: il calderone scioglie tutto e poco rimane. 17) Acciao, in 400 colpi (di tastiera) Isola i momenti più celebri del poema e li rilegge con simpatia e leggerezza, contaminandoli con la canzone popolare italiana. Quando il professionismo Rai metteva in ombra (per quanto netta e scura) il democristianesimo, che pure giocava un ruolo troppo importante, e regalava al pubblico italiano dell'intrattenimento spettacolare e non sensazionalista. 18) L'Odissea, in 400 colpi (di tastiera) Lunghi piani sequenza, complesse messe in scena e coreografie. La rima, il ritmo. Oggi sarebbe improponibile, siamo stati educati in maniera diversa, non necessariamente migliore o peggiore – forse peggiore, considerando il panorama televisivo medio. Ma è delizioso riguardare tutto ciò con un po' di nostalgia. È ottocento e anche noir, è sceneggiato ma anche musical. È la Biblioteca di Studio uno. 19) Il Dr Jekyll e Mr Hyde, in 400 colpi (di tastiera) Faster. Faster! Non importa quanto veloce e violento Andrew picchi sul rullante, quanto sangue le sue mani lascino sulle bacchette: Terence, il suo insegnante, pretenderà sempre di più. Come tutti gli stronzi, i maestri che non riescono a vedere il confine tra agonismo e crudeltà. Per fortuna. Sono viscidi, soli, forse un po' frustrati, ma anche loro hanno un talento: evaginare quello degli altri. 20) Whiplash, in 400 colpi (di tastiera) Una spia della narcotici s'infiltra in un giro di tossici e diventa la spia di se stesso, sospettato di abusare di una droga che ti spappola lentamente il cervello: la substance D. Indossa una tuta speciale cangiante che lo camuffa e gli permette di lavorare, finché i suoi sensi sono in grado di reggere il gioco delle parti, finché le persone che credeva di conoscere cambiano ruolo anch’esse. 21) A scanner darkly, in 400 colpi (di tastiera)
  • 4. Si può dare a un sergente del “pacifista” solo perché ha un’idea della guerra diversa dai suoi superiori e contemporaneamente tenerselo nell’esercito? Certo, se quel sergente ha comunque un ruolo fondamentale: formare ragazzi che poi andranno a morire in terra straniera, per esempio. Ancora Vietnam per Francis Ford Coppola. Meno sofferto, meno intenso, un po’ più retorico e celebrativo. Purtroppo. 22) Gardens of stone (Giardini di pietra), in 400 colpi (di tastiera) Voglio uscire dal carcere un po’ prima di quanto la mia pena mi consenta: difficile. Ho una bella fidanzata: forse. Mi chiamo Steve McQueen e sono in un film di Sam Peckinpah: possibile. Devo fare una rapina per conto di un pezzo grosso, rischiando di morire, e di tutto questo mi ricordo con un ponte sonoro, un freeze frame, un flashback non annunciato. Fantastico. Tarantino può imparare qualcosa. 23) The Getaway, in 400 colpi (di tastiera) Basterebbe una foto come questa, che Marco Ferreri pone nel mezzo del suo film. Ma vogliamo aggiungere una battuta. L’Ape Regina è un film del 1963. Cinquant’anni, però, non sono evidentemente abbastanza per educare un pubblico, una comunità, uno Stato, ed estirpare il bigottismo che cresce dentro di noi, dallo spermatozoo al feretro. Un giorno anche noi saremo la Scandinavia del mediterraneo. 24) L’ape regina, in 400 colpi. Non toccherà le vette dello humor funereo e irresistibile di Harold e Maude, ma #Restless (L’amore che resta) gestisce con sapienza una storia potenzialmente molto scivolosa. Se qualcuno morirà di cancro tra 3 mesi, infatti, un film mediocre sarebbe tentato di sbrodolarsi in tragedie reali ma inverosimili, mandare tutto in vacca con melensaggini irritanti o buttarla indelicatamente in caciara. No. 25) L’amore che resta, in 400 colpi Non è un buon segno quando cade un Black Hawk. Un po’ dispiace, anche se il vizio di esportare la democrazia, gli americani, non se lo toglieranno mai. Questa non è la loro guerra, ricorda un “soldato” somalo al pilota che ha preso in ostaggio. Ma è raccontata con trasporto e maestria. Quello che in Alien aveva nascosto alla vista, qui torna nelle orecchie: l’ansia, l’adrenalina. Il sangue. Tanto. 26) Black Hawk Down, in 400 colpi È un caso che Moby Dick racconti la storia di un capitano ossessionato da una balena bianca, che più la cerchi e più ti sfugge. Non è contro l’animale ma contro il proprio orgoglio che Achab combatte. fino alla morte per ottenere quello che ha sempre desiderato: un po’ di auto indulgenza e pace interiore. Non è un caso, invece, che a impersonarlo sia un attore versatile e iconico come Gregory Peck. 27) Moby Dick, in 400 colpi. Un’infanzia divelta per fare spazio a una responsabilità forse troppo grande, anche per un bambino che inspiegabilmente si ricorda delle sue vite precedenti. Ma è il destino del Dalai Lama. Rossa la sua tunica, rossi i pesci dei suoi laghi, rosso il sangue sputato dai cadaveri che crescono intorno a lui. Rossa la Cina di Mao che vuole schiacciarlo, prima che la sua pazienza vinca (lo farà) l’esilio. 28) Kundun, in 400 colpi
  • 5. Un angelo sterminatore pone fine alle vite di chi non vuole più continuare a sopportarsi. “Se la malattia è invisibile cos’è, infatti, un capriccio?”. Avaro di spettacolarizzazioni, Miele racconta una storia che tutti dovremmo ascoltare. Non siamo tenuti a condividerla (forse il cambiamento di lei è un po’ convenzionale) ma almeno a comprendere tutti i punti di vista messi sul piatto dalla regista. 29) Miele, in 400 colpi Un viaggio nel cuore, nella mente, nel ventre e nel tempo di un’Inghilterra ambigua, androgina e a suo modo voluttuosa, che si rispecchia in Lord/Lady Orlando (Tilda Swinton). Dall’essere orgogliosamente uomo all’imbarazzo di scoprirsi altro, dallo sdegno per essere considerata inferiore al non credere di aver raggiunto la felicità. All’illusione che possa durare. Alla convinzione che potrà durare. 30) Orlando, in 400 colpi Ombre sui volti, in Technicolor. Un po’ di cortisone per guarire una grave infiammazione alle arterie, forse mortale, ma le ombre sui volti si allungano, si scuriscono. Nicholas Ray è un po’ come Hitchcock: riesce a scovare delle storie profonde ma un po’ in ombra, ancora, e renderle icastiche, memorabili. Discostandosi dalla vulgata comune hollywoodiana classica. Non troppo, stavolta. Purtroppo. 31) Bigger than life,in 400 colpi Il fatto che in un film così vecchio non ci sia una dissolvenza è sintomatico del talento di Ozu. L’ha fatto apposta e già comincia a farci assaggiare quelle che saranno le sue storie. Girate al livello del pavimento, dove in Giappone mangiano e dormono, parlano e sognano. Raccontate dal livello dei più umili, stretti tra l’approvazione del proprio capo e quella (più importante) dei propri figli. 32) Sono nato ma… in 400 colpi Vergognarsi è necessario, talvolta, per mantenere il contatto con la realtà. Lo sanno bene le prostitute di Tokyo, destinate a scomparire grazie a una severa legge Merlin d’oltreoceano. È il sentimento che prevale in questo film, che mi ha sorpreso: conosco poco la cultura giapponese e non pensavo sarebbe stato possibile esternarla in un modo così intenso e informale, con un pathos commovente. 33) La strada della vergogna, in 400 colpi SPOILER! - Francis Ford Coppola si misura su un genere classico del cinema classico. Con un esito altrettanto classico: positivo, seppur convenzionale. Un dramma giudiziario e umano che corre parallelo a un dramma sentimentale e personale, che forse avrebbe potuto mettere ancora di più con le spalle al muro Rudy (Matt Damon). Prima del lieto fine che ci sta, ci deve stare, per quanto sia amaro. 34) The Rainmaker, in 400 colpi C’è un simbolo, uno strumento di tortura che attraversa tranquillamente il globo da ovest a est: il crocifisso, su cui venivano appesi e lasciati morire gli amanti segreti nel Giappone del 1600. Kenji Mizoguchi ce lo racconta alla sua maniera, con un pathos tanto intenso quanto poco patetico (nel senso dispregiativo del termine), un rigore visivo e un occhio sempre vicinissimo alle sue creature. 35) Gli amanti crocifissi, in 400 colpi Le cene eleganti, gli stessi gruppi sociali composti da elementi eterogenei ma accomunati da alcune caratteristiche fondamentali (boria, soprattutto) piacciono molto a Bunuel, e infatti le ha usate spesso nei suoi film. Viridiana, L’angelo sterminatore, Il fascino discreto della borghesia. Se lo può permettere. Sa raccontare i difetti di tutti, parlare un po’ male di tutti, facendo ridere tutti. 36) Il fascino discreto della borghesia, in 400 colpi
  • 6. The little death, o anche l’orgasmo. Alcune coppie vivono con qualche imbarazzo le loro relazioni: hanno paura di confessarsi i propri appetiti sessuali, con tutti i risvolti comici e grotteschi che ne derivano. Soprattutto quando un muto chiama una linea erotica. Non uscito (ancora?) in Italia, e non è così semplice comprendere perché: è una commedia simpatica, fuori dal comune. E anche dalle mutande. 37) The little death, in 400 colpi Non è il solito film sui vampiri in cui uno scrittore si rifugia in un motel, all’orecchio la moglie che si lamenta per telefono e alla bocca la bottiglia di un liquore scadente irlandese. Anche se il protagonista è lo Stephen King de noantri e fa tutto quello di cui sopra. È una creatura integralmente di Scorsese, non così perfetta ma intrigante. E poi c’è Val Kilmer, nascosto sotto il doppio mento. 38) Twixt, in 400 colpi Un titolo fin troppo evocativo, a posteriori. La locandina, però, inganna un po': cominci a vederlo incuriosito, continui affascinato, eccitato, finisci gasato. Succede che i minatori scioperano per un sacco di settimane e un gruppo di gay e lesbiche si riuniscono nel LGSM (Lesbians and gay support the miners), per condividere le sofferenze di una minoranza impotente. E succede che vincono. 39) Pride, in 400 colpi Frankly, I do give it a damn. È questa la filosofia di Frank, cantante mascherato di un indecifrabile gruppo indie, ma indipendente davvero. Di quelli che si chiudono in una casa sperduta a registrare, non riescono a suonare e poi si ritrovano in un bar, indecisi se ridere o piangere. Ma qual è la priorità per cui give a damn? E come va interpretata la musica, perché sia davvero un successo personale? 40) Frank, in 400 colpi Chi è senza colpa? The Drop, titolo icastico tanto in italiano quanto in lingua originale, ha una risposta altrettanto netta quanto sfumati sono i confini morali dei suoi personaggi. Nessuno. Chi evidentemente non lo è, chi non lo sembra dal primo sguardo, e chi invece diresti lo sarebbe stato fino all'ultimo. Perchè non sempre la colpa ti cade addosso e non riesci a scansarti. Spesso la scegli. 41) The Drop, in 400 colpi Il cammino della speranza, dove “speranza” sta per “disperazione” Pietro Germi racconta con la morte nel cuore una storia curiosamente attuale: gente che emigra per riuscire a lavorare, mangiare, sopravvivere, e viene fregata e discriminata. “Ci rubate il lavoro”, “Tornatevene a casa”. Non ancora ironico e satirico come in Sedotta e abbandonata ma altrettanto pungente, Germi sa come si fa cinema. 42) Il cammino della speranza, in 400 colpi I guerrieri della notte è un film su come funziona una gang, un gruppo di gang, su cosa può diventare la notte di una metropoli. Sui rapporti di potere, sull'orgoglio. È giustamente un cult: girato (montato) in real time, regala 90 minuti di adrenalina, botte, slang, ralenti, musica so 80's e un ritmo incredibilmente vario, nonostante succeda (apparentemente) solo una cosa: pugni, calci e correre. 43) The Warriors (I guerrieri della notte), in 400 colpi
  • 7. C'è un cane bianco che spesso sporca il suo pelo di rosso: è il sangue di un nero, perché quel white dog è un cane da caccia. Niente selvaggina succulenta: i negri sono la sua preda. Dovunque e in qualsiasi epoca sia girato, un film sul razzismo è sempre attuale ed è tanto più efficace quanto poco cede al sentimentalismo. Fuori dal branco ma comunque rispettato, Fuller ci dice: i cani siamo noi. 44) White dog (Cane bianco), in 400 colpi The Signal è un film senza capo né coda e la presenza di Laurence Fishburne non migliora la situazione: non è che, siccome c'è uno che ha recitato in Matrix, un mediocre film di fantascienza diventa un cult. La cura con cui è gestito il compositing, poi, rende ancora meno riuscito l'esperimento: se la sceneggiatura non sta in piedi, non saranno delle fighissime gambe bioniche a farla correre. 45) The Signal, in 400 colpi The Onion Movie è un film che, quasi sicuramente, farà ridere un gruppo molto ristretto di persone: chi ama il demenziale, conosce almeno un pochino la cultura contemporanea americana e come funziona la loro informazione televisiva Una serie di sketch tenuti insieme da un filo sottile, nemmeno troppo importante. E da tanta autoironia. Tutti (quei pochi di cui sopra) vorrebbero averlo girato. 46) The Onion Movie, in 400 colpi I ragazzi di periferia, sotto sotto, si assomigliano tutti. Un pugno, un coltellino, una pistola e dal naso rotto passi all’altro mondo. Gli outsiders di Coppola non fanno eccezione ma fanno anche un po’ di tenerezza, a rivederli così acerbi. Tom Cruise coi denti storti, Matt Dillon così liscio in faccia e Patrick Swayze che ti aspetti di vederlo ballare e invece fa il fratello premuroso. So cute!. 47) The Outsiders, in 400 colpi Tropic Thunder è un metafilm: un gruppo di attori famosi riuniti per girare un film sul Vietnam. Come ve lo immaginate Apocalypse Now con Ben Stiller, Jack Black scorreggione e Robert Downey Jr. che interpreta un nero e parla vietnamita, e non vuole più uscire dalla parte? Demenziale, come suggeriscono i finti trailer dei loro film, prima che il “più costoso finto vero documentario della storia inizi”. 48) Tropic Thunder, in 400 colpi The Grandmaster è un film che si fa guardare con molta, molta vanità: quadri e fotografia raffinata, quasi leziosa; montaggio certosino (nei film di arti marziali è tutto), e la nostalgia tipica di quelle storie raccontate a blocchi, dove quello che vediamo è l’effetto di quello che non viene mostrato. Si rischia a escludere momenti così importanti dalla sceneggiatura. Ma non sempre si sbaglia. 49) The Grandmaster, in 400 colpi Ci sono un clown felice, un clown triste e un'acrobata contesa tra i due. "Perché sei diventato un clown?" chiede l'uno all'altro. "Perché altrimenti sarei diventato un assassino" risponde l'altro. "Bene, hai tutto quelli che ti serve per iniziare". Balada triste de trompeta inizia in medias res, in un modo che più imprevedibile non potresti immaginarlo, e si conclude allo stesso modo. Ah, l'amore... 50) Balada triste de trompeta, in 400 colpi Quelli del Garage Olimpo sono i responsabili, come quelli di altri gruppi, di tanti desaparecidos: quelle persone che si organizzavano, o semplicemente simpatizzavano con gli oppositori della dittatura militare. Succedeva nell’Argentina degli anni ’70 e Marco Bechis lo racconta in un film rude, che documenta con disarmante sincerità cosa succede quando una dittatura perde fiducia in se stessa. 51) Garage Olimpo, in 400 colpi
  • 8. C’è Orson Welles, niente da dire. L’unico altro volto che avrei dato al perfido e compiaciuto Edward Rochester è quello di Laurence Olivier. Ma Welles è un po’ più volgare, meno austero e più violento, come ci vuole per il personaggio. Ma la protegonista è Jane, martire dell’educazione in collegio che ha mortificato troppo la sua dignità. Un po’ di femminismo? P.s: sceneggiato da A. Huxley! 52) Jane Eyre, in 400 colpi Riportare indietro chi è quasi dall’altra parte, perché ce l’hanno mandato. Perché ci è voluto andare lui. Meme virali a parte, Nicholas Cage se la cava: è a suo agio nei ruoli di chi è a disagio con la vita, con le persone. Cambia uno, due, tre compagni, salva vite suo malgrado, convince gente a non suicidarsi minacciandola con un coltellino svizzero. Genialità di Paul Schrader e di Martin Scorsese.. 53) Bringing out the dead, in 400 colpi Lazzara, alzati e cammina. Senza farci del male, se ti riesce. Senso di colpa, bene vs. morte, male vs. vita, corridoi à la Shining, telecinesi: di cos'altro abbiamo bisogno per assemblare un horror effimero: Un'attrice gnocca, certo. Non manca nulla a The Lazarus Effect, eccetto una cosa spesso trascurata (consapevolmente o no): una sceneggiatura originale. Anche adattata, per carità, ma originale. 54) The Lazarus Effect, in 400 colpi La seconda guerra mondiale raccontata da un soldato americano, mediamente, ha una profondità concettuale che si esaurisce in "FUCKING NAZI!". Ebbene, anche in Fury ci sono gli haters dei fucking nazi, ma c'è soprattutto qualcos'altro: la constatazione che la guerra potrebbe non finire mai, il suo nonsense, la parsimonia e la discrezione con cui si racconta l'odio anti-crucco. Romanzo di formazione. 55) Fury, in 400 colpi David Ayer, sceneggiatore di Training Day, regista di Fury ed End of Watch, per esempio, si trova a suo agio a raccontarci il cameratismo che nasce e cresce tra soldati, siano essi poliziotti, narc o esercito. Stavolta Denzel Washington deve educare Ethan Hawke a essere un narc che piscia sempre fuori dal vaso. Che succede, però, se lui impara a farla così lontano da schizzargli anche le scarpe? 56) Training Day, in 400 colpi I film di Nicholas Ray, e questo è un pregiudizio di cui andare orgogliosi, sono scommesse sempre vinte in partenza: ti aspetti una storia intensa, personaggi femminili spesso più determinati e responsabili delle controparti maschie (forse ancora troppo party girl, nonostante le buone intenzioni, ma Johnny Guitar è vicino), e non rimani mai deluso. Anche il lieto fine appare meno rosa: per fortuna. 57) Party Girl, in 400 colpi Prima che i musulmani diventassero il trend topic della cronaca nera, c'erano i cristiani. In Irlanda cattolici e protestanti se le davano di santa ragione anche solo per sport. Soldati, Brits, gruppi autonomi, lotte intestine: '71 racconta i guai che passa un soldato, perso di vista dai suoi commilitoni e rimasto vivo per miracolo. Quante ombre nell'esercito che dovrebbe rassicurare la gente comune. 58) ‘71, in 400 colpi
  • 9. L'Unione Sovietica ha certo dato vita a uno tra i più esplicitamente coercitivi totalitarismi, nonché uno tra i più longevi. Un ambiente così regolato, sterile, può però comunque generare qualcosa di buono, anzi: di irripetibile. Come la squadra di hockey dell'Armata Rossa, che a cavallo tra gli '80 e i '90 ha falciato e martellato qualsiasi avversario. Intenso, straziante: guardate Red Army! 59) Red Army, in 400 colpi Tutti temiamo un po’ le malattie sessualmente trasmissibili. Ma ne abbiamo paura al punto da immaginarcele come una serie di individui che c’inseguono lentamente ma inesorabilmente, ovunque andiamo? Possiamo leggere It follows in questo modo: un po’ di originalità in quello che, altrimenti, potrebbe essere un college-horror movie solo un po’ diverso dal solito. Senza troppe spiegazioni. Giusto? Everyone is pretty scared of sexually transmitted deseases – but are we scared enough to imagine them as a bunch of people following us slowly, continuosly, wherever we go? We can watch It Follows that way: a touch of originality in something which, otherwise, would be a college-horror movie just a bit different from the crowd. No further explanations. Do you agree? 60) It Follows, in 400 colpi Gazza, che per una volta non è ladra ma vittima di quello che la vita le ha tolto (ci ha messo del suo, certo). Paul Gascoigne è stato uno tra i più talentuosi e sregolati calciatori inglesi: fisico, tecnica, lingua lunga, infortuni, paranoie, ironia, lacrime, soldi. Ha collezionato più sconfitte che vittorie, eppure è arrivato. Ed è ancora vivo. George Best sarebbe orgoglioso di lui, vero? Gazza, as the Italian for magpie suggests, is more a victim of life than a thief (he was no angel, though). Paul Gascoigne was one of the most talented and screwed-up English football players. Physique du role, technique, no shame, injuries, paranoia, sarcasm, tears, money. He racked up more defeats than victories, but he managed to achieve something anyway. George Best would be proud of him, wouldn’t he? 61) Gascoigne, in 400 colpi / Gascoigne, in 400 keyboard blows Children of Hiroshima: una maestra torna nella sua città natale e spera di trovare anora i propri ex alunni. Tutti interi, possibilmente, non un braccio qui e una ciocca di capelli là. E sperare di dare a qualcuno di loro un futuro migliore, strappandolo alle macerie della sua famiglia. Kaneto Shindo, forse peccando un po' di lirismo, riesce comunque a sottintendere: fuck America! Children of Hirosima: a teacher comes back to her hometown hoping to find some of her former students there. With all four limbs, possibly. She really wants to give them a better future and take them away from what's left of their families. Even if he comes off a bit too sentimental, Kaneto Shindo manages to convey his message: fuck America! 62) Children of Hiroshima, in 400 colpi / Children of Hiroshima, in 400 blows La paglia come s'infiamma si consuma e piange le sue ceneri, solo grigia memoria di ciò che è stato, che sarebbe potuto essere, che non sarà più. L'uomo di paglia di Germi, regista e sceneggiatore (molto bene) e attore protagonista (un po' meno bene) osa tradire la moglie (una sigaretta e una rosa, come si tradiva nel cinematografo degli anni '50) uccidendo lei, se stesso e l'altra. Sofocle applaude. As the straw fires up it burns down and mourns its ashes, faded memory of the past, of what could have been and what will never be. The Pietro Germi's Man of straw dares cheat on his wife, the way they cheat in 50s Italian movies: by smoking a cigarette and smelling the roses together. He ends up killing his wife, himself and his lover. Sofocle agrees. 63) L'uomo di paglia, in 400 colpi / A man of straw, in 400 blows
  • 10. Quattro amici vanno a Marrakech per farne uscire un quinto di prigione: tutto sembra pronto. Una donna li guida e chiede loro trenta milioni come cauzione. Non si vedono da dieci anni ma un viaggio sgangherato aggiusta tanti screzi. C'è qualcosa che non li convince tutti, però… Tra i film più scanzonati e divertenti di Salvatores, spicca il nome del Premio Solinas come garante della sceneggiatura. Four guys heading to Marrakch: a friend of theirs is planning a jailbreak. A woman leads them and asks them for a 30 million bribe. They haven't seen each other for ten years but a roadtrip smooths out theie differences. There's something strange about all this.. It's one of th emost carefree and funny movies by Salvatores. Don't forget that the screenplay has been awarded the Solinas Prize. 64) Marrakech Express, in 400 colpi / Marrakech Express, in 400 blows Un amore a tutti i costi non può esistere. Nato per caso, cresciuto in fretta e degenerato altrettanto presto: sarebbe dovuto finire prima della sua morte – del matrimonio. Eppure Alfredo, alfiere del “meglio così”, non ce l’ha fatta ed è costretto a sorbirsi tutta l’esuberanza e le ossessioni di Mariarosa. Edificato su stereotipi oggi un po’ vecchi, per quanto validi, Alfredo Alfredo è una commedia all’italiana più amara che divertente. Anche più sdolcinata. Ma funziona. It can’t exist a love at any cost. Born by chance, grown up too fast and degenerated just as fast, that love would have finished before its death – before the wedding. But Alfredo didn’t manage to kill that love: he’s dull and he forces himself to suffer Mariarosa’s obsessions. Built on stereotypes – a bit old for today but still valid – Alfredo Alfredo is the paradigm of the late italian-style comedy, sadder than amusing and a little mushy. But it works. 65) Alfredo Alfredo, in 400 colpi / Alfredo Alfredo, in 400 blows Lei (Sofia Loren) è la tipica donna fascista: madre di sei figli ma quasi sette, che così arriva il bonus per le famiglie numerose; e moglie di un burino esaltato. Sola in casa, conosce lui (Marcello Mastroianni), che detiene una qualità particolare, appunto. Si scrutano, si piacciono, si sfidano, ognuno dei due tenta di nascondere qualcosa all’altro. Non ci riescono: la nostra natura ci svela comunque. She is the kind of woman that Fascism produces, married to a fanatic bumpkin, mother of six trying to get pregnant to receive the subsidy for large families. Home alone she meets him, a very special man. They check each other out, they like each other, they both hide something from each other but don’t manage to, because human nature always reveals what we are. 66) Una giornata particolare, in 400 colpi / A special day, in 400 blows. La storia del nome “Pi” è una metafora icastica quasi quanto il lungo racconto di cui lo stesso Pi è protagonista. Curiosità senza fondo, pazienza infinita come le cifre del pi greco, paura quanto basta per restare vivo e forza di volontà per tener testa a un circo intero. Su una zattera di un paio di metri quadrati in mezzo all’oceano pacifico. La vita di Pi è quella che tutti dovremmo costruirci. There’s a metaphor behind the name “Pi” as clear as the long story that Pi himself lives. He’s got endless curiosity and patience – like the number of π -; he’s able to control his fears, to manage to stay alive and train a whole circus upon a 2 square meters raft. Life of Pi is the one everybody should experience. 67) Vita di Pi, in 400 colpi / Life of Pi, in 400 blows
  • 11. Cosa resta della vita di un maggiordomo che ha dedicato ogni molecola del suo corpo, ogni istante della sua esistenza a servire il proprio lord? Che lo ha fatto fino a mettersi in ridicolo, forse senza nemmeno rendersene conto fino in fondo, ma vivendo quel suo disagio con la compostezza di un marmo di Michelangelo? Un sentimento abortito, quel che resta di un amore soffocato dalle “buone maniere”. What’s left from the life a butler lived just to serve his lord the best he could, always trying to please him the most thoughtful way? He made himself ridiculous and he probably wasn’t even aware of it, but he dealt with that discomfort as detached as a Michelangelo’s statue. In the end, he only got a suspended feeling, the remains of a love silenced by “good manners”. 68) Quel che resta del giorno, in 400 colpi / The remains of the day, in 400 blows Nonostante The Babadook non rinunci a molti luoghi comuni di un horror medio, riesce a renderli più gradevoli. O ripugnanti, giacché si parla di horror. Succede che una madre ha un grosso fantasma che dal passato si ripresenta nel presente in varie forme. Soprattutto quella del figlioletto iperattivo e un po’ sensitivo. Insomma: una riflessione non banale sul ruolo dei morti nelle nostre vite. Even though The Babadook doesn’t reject some of the average horror clichés, it manages to make them more likable – or more repulsive, since we’re talking about a horror movie. Here’s the story: a mother deals with a ghost from the past that is still haunting her. It takes on the human form of her little son, a sick psychic. Here’s the meaning: a due consideration about how dead people can influence the living ones. 69) The Babadook, in 400 colpi / The Babadook, in 400 blows E se il punk degli anni '90 fosse nato negli anni '70? E se gruppi come i Blink 182 e i Foo Fighters sostengono che sei stato il loro modello? Stiamo parlando del gruppo nato come Descendents e poi diventato All, che nel cuore di tutti vengono ricordati per una spontaneità e una forza atipiche anche per il punk. Gran bel found footage, ritmo frenetico, interviste orchestrate con equilibrio e pathos. What if '90s punk-rock were born in the '70s? What if Blink 182 and Foo Figthers claim you are their original model? We're talking about 4 guys called Descendents who later changed their name into All: every fan remeber them because of their energy and spontaneity, unusual even for a punk-rock band. Terrific found-footage, frenzied rhythm, touching and well-balanced interviews: this movie is a hit! 70) Filmage: the story of Descendents/All, in 400 blows Non è Sergio Leone, non c'è Robert De Niro. Ma come definire Jet Li se non il De Niro dei film di arti marziali? Nel fiore dei suoi anni recita nel primo capitolo di una bella trilogia che racconta come la Cina, rappresentata da tanti maestri di arti marziali e dai loro discepoli, abbia saputo resistere alle invasioni dei popoli che di volta in volta l'hanno minacciata, attaccata e che poi hanno ceduto. It's not a Sergio Leone or Robert De Niro film but isn't Jet Li as good as De Niro, in his own field? Known as a rising star of 90s Chinese cinema, he acts in the first chapter of an amazing trilogy that tells how China - embodied by a lot of masters and disciples - could resist to its various invaders who threatened and attacked the Country, and then beat a retreat. 71) Once upon a time in China, in 400 blows
  • 12. L'ennesimo modo dell'America per ripulirsi la coscienza? Un atto sincero verso una popolazione distrutta e costretta a sradicarsi dalla propria terra? Il dubbio ce l'avremo sempre, insieme con le contraddizioni di cui si può fregiare il conflitto indocinese. Questi sono gli ultimi giorni che i civili americani e molti vietnamiti del sud hanno trascorso nel Paese, prima di essere letteralmente evacuati. Is it just one of the way America behave to clean up its integrity? Is it an authentic act of charity towards a destroyed population, forced to leave its own land? We'll never get rid of this doubt and all the inconsistencies of the Vietnam War. These are the last days that American and Southern-Vietnamese civilian spent in the Country, before they were literally evacuated. 72) Last days in Vietnam, in 400 blows Nonostante i colori pastello e la matita dal tratto delicato, Principessa Mononoke non risparmia emozioni complesse e contrastanti, confitti profondi, letture stratificate e violenza quanto basta. Demoni ed eroi orientali e occidentali si fondono in una storia che ci fa riflettere sulla natura dei rapporti tra uomo e uomo, natura e uomo, animali e uomo. Nessun vincitore: solo un equilibrio elegiaco. Despite the pastel colors and the smooth lines, Princess Mononoke is full of contrasting emotions, deep conflicts, complex meanings and a bit of violence. Western and Eastern demons and heroes are put together into a story that make us think about the relation between man and nature, man and animals, man and man. There's no winner: just a melancholy equilibrium. 73) Princess Mononoke, in 400 blows Non è frequente trovare, oggi, una fiaba - anche per adulti - con una tale forza narrativa e visiva, visionaria. Il viaggio fisico e interiore che Miyazaki confeziona per la protagonista Chihiro è un assaggio di cosa vuol dire crescere, passare da quella fase così delicata tra l'infanzia e l'adolescenza. Si affrontano paure, ingiustizie, perdite. Ma si torna con un po' di saggezza - e amarezza - in più. You don't find so easily such an engaging fairy tale, today: you will like it either if you are a child or a grown man. The spiritual and physical journey Miyazaki sets up to his main character Chihiro is a glimpse in the travel from childhood to adolescence. You face your fears, abuses, you lose people you care about, but you come back wiser, even though you keep a little bitterness with you. 74) Spirited Away / La città incantata, in 400 blows La più classica delle storie di vendetta messa in mano a Tsui Hark, bravo e duttile artigiano cinese (regista, sceneggiatore, montatore…) e acquisisce una vincente personalità a metà tra lo splatter discreto e l'epico-malinconico, come il carattere del suo protagonista. Da una sua mancanza - un braccio in meno e una sceneggiatura prevedibile - deriva la sua forza: possiamo chiamarla un "blade-montage". One of the most well-known revenge stories ends up in Tsui Hark's hands. He's a capable and yielding Chinese director, screenwriter, editor and his movie gains a strange but likable soul: a lot splatter and as epic and melancholy as the main character personality. A missing arm and an apparently weak screenplay lead to a kind of "blade montage", that's the strenght of this movie. 75) The Blade, in 400 blows
  • 13. Storia acerba e non troppo visionaria, se paragonata ai successivi film di Miyazaki, Laputa contiene comunque il germe della sua poetica: magia calata di soppiatto nel quotidiano, un po' di Asimov e una sceneggiatura che nonostante sia quasi "convenzionale" - se è lecito accostare quest'aggettivo a Hayao Miyazaki - è struggente, istruttiva, eclettica: per bambini e adulti, sia soli sia in compagnia. Even though it is green and less visionary than the later movies by Miyazaki, Laputa holds the seeds of his poetics. The Japanese director inserts a bit of magic in everyday life, a little Asimov here and there and no matter how "conventional" the screenplay seems to be. It's moving, educational, eclectic. Children and grown men: watch it, alone or n good company. 76) Laputa - Castle in the sky, in 400 blows Remake del celebre Fist of Fury (Dalla Cina con furore, inascoltabile) e anche meglio del primo, Fist of Legend si posa su basi molto comune ai film di arti marziali: voglia di rivalsa della Cina oppressa sul Giappone invasore, incarnata da un giovane allievo (Jet Li) che vendica il suo maestro, la sua scuola, il suo orgoglio. Girato meglio, montato meglio, coreografato meglio (non ce ne voglia Bruce Lee). Fist of Legend is the remake of the well-known Fist of Fury: it's even better and it's built on the same fundamentals of the majority of martial arts films: a Chinese young disciple (Jet Li) wants to avenge his master, his school, his Country against the Japanese Empire. Fist of Legend is shot, edited and staged better than his model. Bruce Lee, please don't get angry. 77) Fist of Legend, in 400 blows Come è già successo in alcuni film di David Fincher, da Se7en a Gone Girl, abbiamo tutti gli elementi per capire chi è il colpevole. Non c'è nemmeno bisogno di nasconderci la sua faccia fino alla fine perché il punto non è scoprire chi è ma se riusciranno a catturarlo. Come faranno, cosa dovranno sopportare e perdere nel tragitto. Le sorprese sono più tranquille, le emozioni si fanno più complesse. Sometimes it happens in films by David Fincher, from Se7en to Gone Girl: we have all that we need to find out who's the guilty one. It's not even necessary for him to hide his face till the end of the story because the point is another: will they be able to catch him? What will they go through during the chase? Surprises are easier, emotions get more complex. 78) Zodiac, in 400 blows L'arte della felicità è nelle cose che sembrano piccole ma che, in realtà, sono molto più impegnative di quanto non pensiamo. Raccontare o ascoltare una storia, confidarsi con un fratello, riuscire a fare qualcosa di buono per la propria città e non essere costretto a emigrare per sentirsi realizzato. La più difficile di tutte, però, è affrontare i propri fantasmi una volta per tutte: subito. The art of happiness lies in things that seem to be small but are actually more demanding than we think. Telling or listening to a story, telling a secret to your brother, managing to do something good for the city you live in, hoping not to emigrate to be fulfilled. The most difficult thing, anyway, is facing your fears once for all:right now. 79) L'arte della felicità, in 400 blows
  • 14. “Sono proprio le cose meno essenziali per la nostra sopravvivenza a renderci umani”. Pare proprio di sì: cosa rende necessaria la scienza o l’arte? Il fatto che riprodursi, avere la pancia piena e un tetto sulla testa non basta. Ecco perché aver scoperto il bosone di Higgs è così straordinario: vuol dire che abbiamo la forza e l’intelligenza per rispondere alla domanda fondamentale. Perché? No, come. “The things that are least important to our survival are the very things that make us human”. It seems to be that clear: why are arts and science so important to us? Because it’s not enough to breed, eat and have a roof over your head. That’s why identifying the Higgs Particle is extraordinary: it means that we are strong and clever enough to answer to the fundamental question. It’s not “why?”. It’s “how”. 80) Particle Fever, in 400 blows È stato Vermeer il primo fotografo della storia? Era un artista? Un tecnico, un inventore? Non ci sono testimonianze storiche sul suo modus operandi. A meno che noi non consideriamo i suoi dipinti, così dettagliati, fotografici, dei documentari, e non proviamo a riscoprire la sua intuizione geniale. Se fotografia vuol dire disegnare (dipingere) con la luce, allora sì: Vermeer era un fotografo. Was Vermeer the first photographer in history? Was he an artist, an inventor, an engineer? There are no historical records about his modus operandi, unless we consider his so detailed and photographic paintings as documentaries themselves and try to rediscover his eureka moment. If “photography” means “drawing – and painting – with light, we can say it: Vermeer was a photographer. 81) Tim’s Vermeer, in 400 blows Agonia sui ghiacci va visto incamerando una dose spropositata di pazienza, prima di sedersi a guardarlo. Due ore e mezzo non sono poche per un film muto e con pochi intertitoli. Se resistete, però, la fatica sarà premiata: è così gratificante constatare il grado di maturità che già nel 1920 il cinema (fotografia+montaggio+dramma popolare, oggi 120enne) aveva raggiunto, nelle mani di David Griffith. Patience is the first requirement you should have if you want to watch Way Down East. Two hours and a half are a lot of time for a mute film with such a few intertitles. If you hold on, however, your effort will be honoured: it's very satisfying seeing that the art of cinema (photography+montage+popular narrative, turning 120 today), handled by David Griffith, was so mature even in 1920. 82) Way Down East (Agonia sui ghiacci) in 400 blows A rievocare i conflitti religiosi del passato si corre il rischio di essere mainchei. Agora è una storia hollywoodiana nell'accezione peggiore del termine: semplifica la Storia e privilegia digrignate di denti e lacrimoni, nonostante non contenga inesattezze vere e proprie. Però, però, poteva trovare un modo più sottile di rendere onore a una tra le poche donne filosofe comparse nei libri di scuola. When one recalls religious wars he risks to be overcome by his point of view. Agora is a hollywood movie, in the worst meaning that expression could have: it dumbs down too much and lazes in silly feelings, though there are no actual historical mistakes. It could however have found a sharper way to honour one of the few women who are present in schoolbooks. 83) Agora, in 400 blows
  • 15. Un ragazzo californiano, nemmeno una cinquantina di ore dopo la morte della madre, sale su un taxi, prende un aereo, sbarca a Roma, arriva in Puglia e si ritrova contadino. Incontra una ragazza che più fa la misteriosa e più gli piace, ma lui non immagina il segreto millenario che lei nasconde. E lo nasconde bene. Poesia romantica e grottesca, Spring è un road-movie-love-zombie-story. Da vedere. A guy from California waits just a few hours after his mother's death before getting on a cab, take a flight, landing in Rome, ending up in Apulia and working as a farmer. He meets a strange girl: the more she hides from him, the more he likes her, but he doesn't even imagine the ancient secrets she has to keep. And she's very good at it. Romantic and freakish poetry, Spring is kind of road-movie-love-zombie-story. You have to watch it. 84) Spring, in 400 blows Suono ovattato, debito d'ossigeno, ansia a grappoli. Sandra Bullock e George Clooney sono astronauti alle prese con l'emergenza più spaventosa che si possa immaginare: il rischio di essere ingoiati dallo spazio. Proprio come in Alien, senza alieni e un po' più in debito di realismo, Bullock riesce a rendere il disastro solo parziale, ma parziale resta anche il nostro l'apprezzamento per Gravity. Deaden sounds, out of oxygen, panic. Astronauts Sandra Bullock and George Clooney are facing an incredibly dreadful scrape: being sucked into the outer space. Like in Alien, without aliens and the same level of realism, Bullock manages to avoid a total disaster but can't keep that high our enjoyment for Gravity. 85) Gravity, in 400 blows Un'altra giovinezza per un quasi-cadavere carbonizzato da un fulmine, che ringiovanisce poco alla volta, fino a tornare a quarant'anni. Con l'esperienza di chi ne ha avuti settanta fino a un attimo prima, una cattiva coscienza che lo tormenta e una maledizione, frutto della sua ingordigia Non c'è abbastanza luce da far fiorire altri sentimenti, e per godere appieno di quest'altra giovinezza. A new youth for a man so close to death that he can smell his own burnt flesh. He gets younger and younger till he comes back to his 40s, but he keeps the experience of his 70s and his conscience is eating at him 'cause of his greed of knowledge. There's no light enough to let other feelings grow, down there, and make that a real youth. 86) Youth without Youth, in 400 blows I soldati danesi, nel 1945, vanno in guerra in bicicletta. I tedeschi sono sul punto di attraversare il confine ma nessuno ci crede fino in fondo. Quando un'esercitazione diventa guerra vera, nel giro di una sola notte… Il 9 aprile i nazisti occupano la penisola dello Jutland. I soldati danesi combattono, ma non sanno che il governo ha già capitolato. Orgoglio, disperazione, rassegnazione. Buio. The Danish soldiers go to war by bicycle, in 1945. The German ones are crossing the border but nobody realize it's really going to happen. When a training becomes actual war overnight... 9th April the Nazis occupy the Jutland peninsula. The Danish fight and don't know the government gave in. Pride, desperation, resignation. Dark. 87) 9th April, in 400 blows
  • 16. La prima stagione di Penny Dreadful mescola alcuni classici dell'horror e della letteratura romantica, con qualche nuovo personaggio: esorcisimi, vampiri e lupi mannari, Dorian Gray, il dottor Frankenstein. Racconta tutto come fosse un melò, riuscendo - probabilmente - a conquistare fette di pubblico diverse. Gradevole ma non abbastanza per catturare un mastino, troppo autocompiaciuta. Peccato… The first season of Penny Dreadful mingles some classic horror and romantic tropes with a bunch of new characters: exorcism, vampires, werewolves, Dorian Gray, doctor Frankenstein. It tells everything like a melò and it probably succeeds in catching more than one kind of audience. It's enjoyable but not that much: too self-satisfied. What a pity... 88) Penny Dreadful - Stagione 1, in 400 blows Dalton Trumbo (Bryan Cranston) è stato uno tra i più onnipresenti sceneggiatori di Hollywood eppure uno tra i più assenti, sui titoli di coda. Era un comunista, negli anni in cui "il miglior comunista era un comunista morto". È riuscito a sopravvivere alla caccia alle streghe, si è ripreso (tra gli altri) l'oscar per Vacanze Romane. E questo film avvincente lo racconta nel modo migliore: senza sermoni. Dalton Trumbo has been one of the more involved screenwriters Hollywood and yet his name wasn't that present, in the credits. He was a commie when "the best communist is a dead communist". He survived the hunt, he won back the Academy Award for Roman Holiday. This amazing movie tells hs story the best way it could: no sermons. 89) Trumbo, in 400 blows Sei un fotografo e credi nel futuro di un rebel without a cause (o piuttosto della tua carriera) più di chiunque altro. Un omaggio al cinema, al divismo effimero di un timido e anticonformista sincero (ma consapevole), a un'arte documentaria: "I've been here, you've been here". E una reciproca confessione d'impotenza, di quanto sia faticoso fare la scelta giusta senza ferire chi ci vuole bene. You are a photographer and you believe in the future of a rebel without a cause (of your career, instead) more than anyone else. Life is a tribute to cinema, to the short-lived fame of a shy and unconventional sincere guy (he was also very aware of it), a tribute to a documentary art: "I've been here, you've been here". Life's also a story about helplessness, telling us how difficult is to make the right choice without hurting who love us. 90) Life, in 400 blows Revenant - Redivivo ci racconta perché non è l'amore il sentimento più adatto per tenere in vita una persona: è la vendetta. Tralasciando la verosimiglianza di ciò che accade, non è questo il fulcro di questa micro-analisi, il solo motivo per cui Hugh Glass si attacca alla vita, ringhia, sputa, sanguina e bisbiglia parole incomprensibili è togliere quella stessa vita a chi, l'ha tolta a qualcun altro. The Revenant shows us why isn't love but revenge the most effective feeling to keep someone alive. Leaving out any comment on likeliness because that's not the point of this micro-analysis, the sole reason why Hugh Glass desperately holds on to his life, growls, spits, bleeds and whispers unintelligible words is to take himself a life from someone who in turn took it from another one. 91) The Revenant, in 400 blows
  • 17. La ragazza figa e in camicia da notte, la reggia spettrale, non c'è campo, qualcuno ansima al telefono, il bambolotto di ceramica inquietante, la botola che si apre e si chiude da sola, il tizio che se la deve vedere con l'ex fidanzato, la doccia alla Vestito per uccidere de' noantri, il complesso di Edipo, un po' di Psycho buttato lì. The Boy ha proprio tutti gli stereotipi di un horror scritto male. The hot chick wearing a nightie, the ghostly palace, no signal, someone gasps on the phone, the disturbing pottery doll, the "living" hatch, the guy who has to take on the ex-boyfriend, the Dressed-to-kill-style shower scene, the Oedipus complex, a little Psycho just thrown in there. The Boy's got right every bad horror film stereotype. 92) The Boy, in 400 blows Quando hai ideato Lost non puoi liberarti dei tropi che hai reso celebri, pur non avendoli inventati. L'invasione aliena e il mostro che non si mostra, l'enorme botola piena di cibo ma soprattutto musica e VHS, quell'aura d'inquietudine che più c'è un tappeto sonoro allegro e più ti assale. Parte come Saw, finisce come Alien, cresce con un accumulo moderato di ansia. Stavolta J.J. Abrams sta schiscio. If you create Lost you can't get rid of the tropes you made well-known, even if you didn't invent them. The alien invasion and the monster who doesn't show up, the hatch full of food but above all music and VHS, that kind of unsettling aura that flood into you exactly when the most cheerful music is on. It begins like Saw, it ends like Alien, it grows by calmly piling up some anxiety. J.J. Abrams keeps a "low profile". 93) 10 Cloverfield Lane, in 400 blows Tre storie che, ognuna con un accento proprio, raccontano New York secondo Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Woody Allen. Pittore un po' arrapato e recidivo nel primo episodio, bambine ricche e snob nel secondo, Woody Allen nel ruolo di se stesso + avvocato nel terzo: la città veglia su di loro, succhia un po' di vita e offre in cambio l'ambigua certezza di trovarsi nel posto più bello del mondo. Three different and peculiar stories tell about New York according to Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Woody Allen. A horny and habitual painter in the first movie, rich and snob girls in the second one, Woody Allen acting himself + attorney in the third story: the city watches over them, takes a little of their lives but give them back one shifty certainty: they inhabit the best place in the world. 94) New York Stories, in 400 blows Lettere da uno sconosciuto, l'amore di una vita che è diventato estraneo dopo anni e anni di lontananza. Come si può essere di nuovo riconosciuti e di nuovo amati, dopo che la propria famiglia ha perso qualsiasi identità? Come in tutte le storie che Zhang Yimou racconta o adatta per il cinema, anche Lettere da uno sconosciuto rende il pubblico un affare privato: doloroso, (ir)reversibile, profondo. He's coming home, the love of a lifetime which has become a stranger after years of absence. How could you be recognised and loved again, after your family's lost its identity? Like in every stor Zhang Yimou tells or transpose for the screen, Coming home makes public a private matter: painful, (ir)reversible, abysmal. 95) Coming home, in 400 blows
  • 18. Lillian Gish è Letty Mason, giovane donna che attraversa in treno gli Stati Uniti per trovare serenità anche economica da suo cugino, cresciuto da sua madre come un fratello. Dovrà vedersela con una moglie gelosa, un pretendente violento, un amore che non nascerà mai e la furia del vento, che prima svela e poi nasconde le sue paure. Lo sfiderà, tornando a casa, o ne rimarrà succuba per sempre? Lillian Gish acts Letty Mason, young woman who travels across the United States to find both inner and economic composure. Her cousin is waiting for her: he's like a brother to her, they grew up together. She will have to fight a jealous wife, a violent suitor, a love that's never going to grow and the fury of the wind, which hides and uncovers her fears. Is she going to face all of this or will she be a slave forever? 96) The Wind, in 400 blows Brando è un bambino cattivo, secondo la madre malata; un ometto, secondo il padre egoista e assente; un ragazzino da tenere a bada e rieducare con attenzione e più tatto del normale, secondo gli assistenti sociali. È un po' vittima e un po' si crogiola nella sua difficile ma non atipica situazione familiare, raccontata con essenzialità e senza retorica da Pupi Avati. Date una chance a questo film. Brando is a bad boy, according to his mother; a small men, in the words of his self-centered and distant father; a little boy to whom look after and re-educate in a peculiar way, as the social workers of the community he lives in think. He's also a victim of his complicated but not uncommon family situation, that Pupi Avati tells in a dry and incisive way. Give this film a chance. 97) Il bambino cattivo, in 400 blows 1940: i nazisti arrivano in Francia e nel paesino di Bussy giungono frotte di rifugiati parigini, credendo di aver trovato un posto più tranquillo dove nascondersi. Lucille (Michelle Williams) aspetta invano di sapere qualcosa sul marito, al fronte, e nel frattempo fa da una parte quello che è un dovere morale - aiutare qualcuno dei suoi conoscenti a nascondersi - e dall'altra inevitabile: innamorarsi. 1940, the Nazis come to France and a lot of refugees reach the village of Bussy, believing they've found a quieter place to hide. Lucille (Michelle Williams) waits in vain for her husband to come back or at least write to her. In the meanwhile, she does both what's a moral duty - help people she knows and care about to hide - and what's inevitable: fall in love. 98) Suite Française, in 400 blows Leggende popolari, animazione a mano e una colonna musicale essenziale e incisiva dànno a Song of the sea il La per trasformarsi da intrattenimento qualunque per bambini a film d'animazione dove anche gli adulti possono commuoversi. Perdita di un genitore, rivalità fraterna, paura di non farcela e sconfitta delle proprie paure: ogni elemento si afferma con discrezione esaltando l'armonia dell'insieme. Folk tales, hand-drawn animation and an essential and trenchant music score make Song of the sea out to be an animated film where even grown-up men can be touched: it's not just another average cartoon. It tells about parents' loss, sibling rivalry, the fear of not succeeding, the defeat of your own fears. Every part quietly stands up for itself and enhance the overall harmony. 99) Song of the sea, in 400 blows
  • 19. Prima dell'alba, del tramonto e di mezzanotte c'è una storia d'amore che nasce, s'illumina e si brucia, rischiando di scomparire per sempre. Se fosse scomparsa, ammettiamolo, non staremmo parlando di una trilogia romantica. Nonostante questo, nonostante la sceneggiatura verbosissima, Before Midnight si lascia guardare e noi ci lasciamo illudere che ogni storia (d'amore) finisca così. È necessario. Before sunrise, before sunset and before midnight there's always a rising, sparkling and burning love story which is about to disappear. If it really disappeared, let's admit it, we wouldn't be talking about a romantic trilogy. Nevertheless, even though the screenplay is so wordy, Before Midnight isn't boring at all and it's able to fool us: we want every (love) story to end that way. 100) Before Midnight, in 400 blows Il figlio più piccolo, la madre più ingenua, il padre più stronzo e più debole, una pletora di gente che manovra altra gente per salvare una società tanto indebitata, ma non abbastanza da sfuggire alla giustizia. Pupi Avati racconta con ironia e con due bravi attori, spesso bloccati in interpretazioni molto simili o poco lusinghiere, le ipocrisie di una famiglia più ordinaria di quanto non appaia. The youngest son, the most naive mother, the most bastard and weak father, a lot of people trying to steer other people to save a failed company but not that broken to escape justice. Pupi Avati shows its irony and tells - through two good but inconsistent actors - the duplicities of a family that's more ordinary than it seems. 101) Il figlio più piccolo, in 400 blows Tre sorelle, affette da un padre attore vanesio, ingenuo e appena uscito da un'operazione di chirurgia plastica finita male e un tentativo di suicidio, ce la mettono tutta per aiutarlo a rimettersi in carreggiata. La soluzione viene in mente a una delle tre: fargli conoscere la sua possibile anima gemella. Riuscirà Sandro a capire cose è davvero importante nella vita, la sua e quella degli altri? Three sisters suffering from a vain actor-father (Sandro), ingenuous and just come out from a horror plastic surgery and a suicide attempt, do their best to help him getting back on track. The solution comes from the "ugly" one: let Sandro know his possible soul mate. Will he understand what is really important in life? 102) La cena per farli conoscere, in 400 blows Un capolavoro sommesso di suspense, in cui le convinzioni e le paure del protagonista sono continuamente confermate e smentite, messe alla berlina e prese sul serio. Come? Trasformando un invito a cena, un'innocua rimpatriata tra amici, in un'ambigua serata di confessioni inattese, presunte lezioni di vita. Fuori fuoco, ombre, voci fuori campo. Le basi tecniche e narrative di un buon thriller. A murmured suspense masterpiece where beliefs and fears of the main character are repeatedly upheld and contradicted, held up to ridicule and taken seriouly. How? Turning a dinner party, a harmless friends reunion in a shifty evening made of unexpected confessions and supposed life lesson. Out of focus, shadows, voices over: the technical and narrative basis of a good thriller. 103) The Invitation, in 400 blows
  • 20. Quando guardiamo un film in cui c'è Robin Williams pensiamo che sia un bel film a prescindere. Non sbagliamo. Questa volta c'è anche la mano di Terry Gilliam a raccontare una storia romantica, dolorosa, lunga, in cui i personaggi devono essere più volte salvati da sé stessi - la tappa più difficile da scrivere e mettere in scena. Non vi diciamo come finisce, come ognuno tornerà re del suo mondo. When you watch a Robin Williams film you think it's beautiful just because of him. You aren't wrong. This time there is also Terry Gilliam playing a key role in telling a romantic, painful and long story, in which each charachter has to be repeatedly saved by himself - it's the harderst part to write and stage. We aren't going to tell you how it ends, how everyone goes back to be the king of his own world. 104) The Fisher King, in 400 blows Nutriamo subito il sospetto che quella carne nasconda un mistero, ma il momento in cui lo scopriremo sembra non arrivare mai - l'essenza di un buon horror. Peccato che, fotografia realistica e accurata e montaggio a parte, l'immaginario visivo e uditivo della storia non sia così originale. Baskin, comunque, è un buon modo per trascorrere un'ora e mezzo con qualche incubo non troppo hardcore, poi. We immediately have grounds to fear that all that meat holds back a mistery, but the moment we will discover it seems to never come - the core of a very horror movie. It is a pity that such a realistic and accurate cinematography and editing don't match a dull story. However, Baskin is a good way to spend an hour and a half with some soft-core nightmares. 105) Baskin, in 400 blows La potremmo di certo definire una commedia all'italiana, ancora troppo giovane perché la si ricordi come come un capolavoro o perché possa essere rivalutata. La kryptonite nella borsa è una storia comune, onesta, e parla di quello che il cinema comico italiano ha raccontato più spesso: la famiglia come sicurezza esistenziale e prigione allo stesso tempo, in cui l'ora d'aria si chiama... tradimento? We could certainly call it an Italian-style comedy, still to young to be remembered as a masterpiece or to be reevaluated. La kriptonite nella borsa is a common, honest story and it tells about what the Italian cinema has been telling the most of the times: family. It's both a safe place and a prison, where cheating (on sb) is a daily matter. 106) La kryptonite nella borsa, in 400 blows Una casa maledetta, un manicomio, una maternità travagliata, due sorelle, un'attrice figa, il nome-garanzia (Guillermo Del Toro presenta), una locandina vedo-non vedo. Che altro si può aggiungere per introdurre un horror che sì, t'inquieta un po', gestisce la suspense meglio di altri (non solo lo spavento improvviso), che non usa le tette come espediente, ma che nonostante la buona volontà non spacca? A haunted house, an asylum, a troubled maternity, two sisters, a hot actress, a popular producer (Guillermo Del Toro), a clever poster. What else could you want to introduce a horror movie just a bit disturbing, able to run suspense better than other films (not just the "boo!") but not able to be a hit - despite tits and good will? 107) Mama, in 400 blows
  • 21. Changeling è Angelina Jolie che cerca in maniera decisa e comunque garbata suo figlio scomparso. È la polizia che glielo ritrova, quasi controvoglia, e non vuole sentire ragioni di fronte alla protesta della madre, che non lo riconosce. Non è l'emozione per averlo ritrovato mista allo sgomento per cosa sarebbe mai potuto succedergli, a falsare il suo giudizio. Quel bambino non è suo figlio. O no? Changeling is Angelina Jolie stubbornly but politely looking for her missing child. The police unwillingly finds him and doesn't want to hear her justified objections: he's not her child. It's not because of the emotion and the shock that warps her judgement. That boy is not her child. 108) Changeling, in 400 blows Una serie di incontri fortuiti, dove ognuno potrebbe essere quello più importante, si trasforma nell’unica e tormentata ragione di vita di un’aspirante attrice (Juliette Binoche, prima che si rifacesse i denti. Che carina!). C’è l’amante bruto e irresistibile, il bravo ragazzo confinato nella friendzone, l’uomo navigato e misterioso (Jean-Louis Trintignant) che proverà a salvarla da se stessa. E poi c’è lei, Nina, Giulietta, infelice. Diana, ma soltanto un po’. Some casual rendezvous became the only and painful reason for Nina to live (she is Juliette Binoche before she had a teeth job – soc cute!). Every rendezvous could be the most important one: the tough and fascinating lover, the good and friendzoned boy, the mature and mysterious man (Jean-Louis Trintignant) who will try to save her from herself. And then there she is, Nina, Juliet, unhappy. Diana, just a little bit. 109) Rendez-vous, in 400 blows La prima sequenza di Joshy vale tutto il film: è il compleanno di Joshua e la sua fidanzata gli promette una cena intima. Joshua va in palestra, galvanizzato, ma quando torna a casa trova un lembo della sua cintura incastrato nella porta d'ingresso. lei si è suicidata, asfissiandosi. Segue una commedia demenziale ma non troppo, tragica ma non troppo, divertente ma non troppo: questo è il problema. The first sequence in Joshy is worth the whole film. It’s Joshua birthday and his girlfriend promises him an intimate dinner. Joshua, excited, goes to the gym, then comes home and he finds one of his belts hanging out from the door. She smothered herself. Then follows a comedy which is not that wacky, not that tragic, not that funny. (Not that) bad. 110) Joshy, in 400 blows Dubitare, tutto quello che tra i dogmi delle principali religioni storiche non viene insegnato. E così s’impara a fidarsi, anche e soprattutto dei propri pregiudizi. Quelli che costringono Sorella Aloysius (Meryl Streep) a considerare Padre Brendan Flynn (Philip Seymour Hoffman) un pedofilo. Ci sono le prove? Forse. Ma non perdetevi il dialogo tra la Sorella e la madre della vittima. Solo presunta. Doubt, everything you won’t probably find in the historical religions. You get used to trusting even and mostly your own prejudices. The same ones that force Sister Aloysius (Meryl Streep) to label Father Brendan Flynn a pedophile. Is there any evidence? Maybe. Don’t miss the dialogue between the Sister and the mother of the – just supposed – victim. 111) Doubt, in 400 blows
  • 22. Una storia molto comune, molto "cinematografica", un po' commovente e leggermente stereotipata. Però è avvincente, sempre, assistere al riscatto sociale e culturale degli emarginati, di un ragazzo e quindi di un popolo che, colonizzato, dimostra alla Corona che, anche nei panni di un occidentale, è migliore di tutti loro. Finale obbligato e strappalacrime, Dev Patel sembra un indiano vero (sic!). A very common, cinematic, touching and a little stereotyped story . But it's always a compelling story the one about a social outcast taking cultural revenge - and let his Country do the same - against the Crown. Even dressed like a Western man, he is better than them. Obbligato and moving finale, Dev Patel looks like a true indian! 112) The man who knew infinity, in 400 blows "Che (non) hai fatto ai capelli? M' pare cchiù selvaggia, cchiù leonessa"… Avrà pensato più o meno questo Claude Hooper Bukowski, capitato in un gruppo di hippie che, con l'incoscienza e la spontaneità - ma anche la furbizia - di chi vuole vivere "selvaggio", lo trasformano definitivamente. Anche se non ha i quei capelli: sfata il mito di Sansone, una boccata qui e un tuffo di mezzanotte lì. What did (not) you do to your hair? You seem to be more savage, like a lioness"(1)... That's what Claude Hooper Bukowski must have tought when he found himself surrounded by a bunch of hippies. Spontaneous, reckless, savages but smart, they will change him forever. Even if he is "hairless": he busts the myth of Samson, after just a toke and a midnight swim. (1) This line comes from Gomorrah, the TV series. 113) Hair, in 400 blows Potremmo paragonarlo a Selma: neri alla riscossa, nel primo caso spinti dal carisma di Martin Luther King, nel secondo aggrappati alla speranza che Jesse (J.C) Owens vinca una, due, tre, quattro medaglie alle Olimpiadi di Berlino, quelle di Goebbels e soprattutto di Leni Riefenstahl. Buone intenzioni ed empatia a parte, però, la parte meno retorica di Race è proprio il titolo ambivalente (sic). We could compare it to Selma: black people get revenge, first following their leader Martin Luther King, then hoping for Jesse (J.C.) Owens) to win one, two , three, four gold medals at the Berlin Olympic Games, the ones of Goebbels and – mostly – Leni Riefenstahl. Despite its good intentions, Race is as rethorical as its pun-title. 114) Race, in 400 blows Tre giovani ladri s'intrufolano nella casa di un ex militare cieco. Sanno che custodisce un piccolo tesoro, e non si direbbe vista la stamberga in cui vive. Ma il denaro non è l'unico né il più interessante dei suoi segreti. Pistola, piede di porco, buio, un cane: c'è horror, c'è una punta di splatter, c'è un colpo di scena che non convince. Almeno è solo quello, anche se troppo importante. Three young thieves break into the house of a blind former American soldier. They know he hides a lot of money – but you couldn’t guess it looking at the hovel he lives in. Money, though, is not the only secret he keeps. Guns, crowbar, pitch black, a dog: it is horror, a little splatter but it houses an unconvincing turning point. For the sake of us audience it is the only one, though it’s the most important. 115) Don't Breathe, in 400 blows
  • 23. Bowling a Columbine racconta il rapporto curioso tra gli americani, i loro vicini di casa, le armi, il governo, il sogno americano su cui sono sempre piovute pallottole. Perché ci uccidiamo a vicenda così spesso, si chiede Michael Moore? Compriamo armi troppo facilmente. Ma poi scopre che anche in Canada ne hanno un fottìo, ma lì si muore ammazzati pochissimo. Ma loro non hanno Charlton Heston. Bowling for Columbine tells the funny relationship between the Americans, their neighbours, guns, the government, the American dream showered with bullets. Why do we kill ourselves so much, Micheal Moore asks himself. We can buy guns too easily. In Canada buy a lot of guns too but you wouldn’t be killed that nimbly. They don’t gave birth to Charlton Heston, though. 116) Bowling for Columbine, in 400 blows Nella cultura occidentale, quindi statunitense, il capitalismo spinto l’ha sempre avuta vinta su qualsiasi altra forma per fare soldi. Secondo Michael Moore (e anche secondo me) ci sono tanti altri modi per vivere felici, addirittura benestanti, e per superare (magari) le differenze gerarchiche tra capo e dipendenti. Socio, sociale, società, socievole: hanno tutti la stessa radice, evidentemente. In the wester – USA – culture, capitalism never loses against any other way to make money. Michael Moore – and I share his words – believes that there are a lot more “moods” to live happily, wealthy, and eventually overcame the hierarchical differences between bosses and employees. Associate, social, society, sociable: they obviously share the same root. 117) Capitalism – A Love Story, in 400 blows Due biondini che collezionano scarafaggi e hanno lo stomaco di inumare un gatto in un acquario: si direbbe un’evoluzione di Funny Games. La differenza tra quest’ultimo e Good Night Mommy, però, è che in Funny Games tutto è gratuito. Qui, invece, se i due gemelli seviziano la mamma – o una donna molto astuta e nervosa che ha preso il suo posto – un motivo c’è. Ma, per fortuna, poche certezze. Two young blond guys collecting beetles and have the guts to bury a cat into an aquarium: a variant of Funny Games. The difference between the two films lies in the gratuitousness of Funny Games. In Good Night Mommy we see the children torturing their mother – maybe she is a nervous but clever imposter – but they still have a reason to do so. Luckily, we have no narrative certainties. 118) Good Night Mommy, in 400 blows Sconosciuta in primo luogo a se stessa, in fuga perenne da ciò che troppo presto si è già stancata di essere. Da un continente all’altro, un’acconciatura all’altra, attraverso infiniti modi di affondare nella propria solitudine, trova comunque una luce, una faccia comune che la trascina di nuovo nel luogo da cui era scappata. Ma chi è realmente tornata, delle tante maschere che ha indossato finora? Complete unknown to herself, always running away from what she suddenly becomes tired to be. From a continent to another, from a haircut to another, through endless ways to sink in her own loneliness, she however manages to find a friendly face and come back where she belongs – she believes. But which of the many faces she wore did really come back?. 119) Complete Unknown, in 400 blows
  • 24. Esco da un istituto, forse riabilitata, perché ero masochista, e divento la segretaria di un avvocato sadico... Riuscirò a tenere culo testa al mio capo e sembrare io, per una volta, quella al comando? E cosa ne farò del mio probabile futuro sposo? Se avessi saputo che, solo qualche anni dopo, avrebbe recitato nelle ultime e peggiori stagioni di Lost, mi sarei decisa molto, molto tempo prima. Just got out of a rehab center ‘cause I was masochist and I’m the fresh new secretary of a sadistic lawyer. Will I be able to stand his ground and show him that I am in charge, for once in my life? What’ll it be of my future and not so beloved husband? If I only had know he would have had a Lost future... 120) Secretary, in 400 blows Cinque e poi quattro sorelle vergini, una più bella (molto bella) e consapevole delle altre (Kirsten Dunst), cercano un modo per liberarsi dell’oppressione bigotta materna e rendere un po’ spensierata l’adolescenza. Un film sicuramente realizzato grazie a papà e ai suoi amici a Hollywood, ma che mostra come Sofia Coppola avesse qualcosa da dire anche prima di Maria Antonietta. E poi, cos’è successo?. Five, four virgin sisters, one of them prettier than the others (she’s almost hot) and well aware to be so cute (Kirsten Dunst) try to enjoy their adolescence fighting with the bigotry of their mother. We’re talking about a movie made thanks to daddy and his friends, but it shows anyway that Sofia Coppola had something to say, even before Marie Antoinette. What happened after that? 121) The Virgin Suicides, in 400 blows