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IN QUESTO PERIODO Dì DI GRAVE CRISI ECONOMICA LA POLITICA DEVE
RIORGANIZZARE LE RISORSE COME IL BUON PADRE DI FAMiGLIA, PER RIPARTIRE
RESTITUENDO DIGNITA’ A TUTTI COLORO I QUALI è STATA TOLTA.
Per fare ciò la politica deve tornare ad essere qualcosa di concreto, non mera
ostentazione della propria ars oratoria, deve essere gestione dell’interesse comune,
insomma, la politica deve SEMPLICEMENTE tornare ad essere politica!

IL NOSTRO FUTURO NON PUO’ ESSERE SCHIACCIATO DA UN
ETERNO PRESENTE!
La realtà in cui viviamo ci costringe ad un eterno presente!
Il futuro e la speranza nel domani sembrano non appartenerci!
Programmare la vita, la costruzione della famiglia, l’acquisto di una casa, la soddisfazione di una
realizzazione in campo lavorativo, la speranza di una pensione, la gioia di vivere in un ambiente a
misura d’uomo dove la qualità dell’ambiente ed il diritto al lavoro non siano in antitesi, sembrano
lontani anni luce da noi e soprattutto dai giovani!
La crisi economica, la peggiore che la nostra memoria ricordi, vent’anni di Berlusconi e di
berlusconismo, una politica avviluppata su se stessa e sui suoi problemi interni, pronta a favorire e
mantenere nepotismi e consorterie , che si commuove davanti ai diseredati e subito dopo fa
spallucce, incapace di programmare il futuro ed anticipare con le sue scelte quei cambiamenti e
quelle riforme indispensabili alla sopravvivenza di un Paese in decadimento, ci costringono a vivere
in un eterno presente!
La politica deve ripartire dal riconoscimento di questo stato d’animo della gente ed in particolare
dei nostri giovani, se vuole davvero riconnettersi con la società, se vuole davvero che i cittadini le
riconsegnino quel ruolo primario e fondante che dovrebbe avere e di cui i partiti rappresentano
l’asse portante!
Nessuna analisi politica, nessun documento politico possono essere attuati se non si parte da questa
riflessione!
Le nostre parole sarebbero solo suoni che si disperderebbero nella confusione di uno sterile
chiacchiericcio da talk show!
*******
Noi da oggi dobbiamo riprogrammare il nostro futuro e prendere atto che in questi 2 anni non solo
noi, ma.. anche….

Il mondo è cambiato!
Siamo sempre più consapevoli dell’importanza di creare gli Stati Uniti d’Europa, perché la sola
Unione monetaria attuata sinora è insufficiente a tenere assieme Stati diversi tra loro, spesso guidati
da una forte spinta egemonica da parte della Germania della Merkel, riconfermata nella sua
leadership; Stati che non solo devono fronteggiare una crisi economica devastante, in cui le banche
e la finanza hanno la meglio; Stati che se non si uniscono non potranno arginare quell’onda
impetuosa delle cosiddette economie emergenti del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e sud
Africa), paesi che rappresentano quasi la metà della popolazione mondiale e il 28 per cento
dell’economia globale. E sono soltanto in cinque!
Il Mondo è cambiato!
Il risveglio di libertà politiche e civili che si è avuto nel bacino del NOSTRO MARE
MEDITERRANEO da parte di Stati a noi vicinissimi con le primavere arabe, la guerra Siriana, quel
flusso interminabile nel mare di Lampedusa di migranti stipati, a caro prezzo, su imbarcazioni
trasformatesi in luogo di morte, troppe volte in CULLE di morte, non può averci lasciati uguali a
due anni fa!
Il Mondo è cambiato!
Il 12 luglio 2012 è scoppiato il caso ILVA. La magistratura ha svelato che dietro il più grosso
colosso europeo dell’acciaio, c’è inquinamento, disastro ambientale, sfruttamento, corruzione,
malattia e morte. La magistratura ha svelato, ciò che si sapeva già e che certa politica ha fatto finta
di non vedere per troppo tempo. Finalmente possiamo confrontarci e pretendere, come accade in
altre realtà europee ed oltre oceano, che ci sia un altro tipo di industria dell’acciaio, sostenibile, ecocompatibile, che coniughi ambiente e lavoro e che il risanamento dell’azienda è possibile e deve
essere attuato, non solo per il bene dei cittadini della provincia di Taranto, ma anche a tutela del più
grosso comparto industriale d’Italia.
Il Mondo è cambiato!
Il “Mito Americano”, il Continente a cui l’Italia del Dopo Guerra, quella della grande ricostruzione
post bellica guardava con la grande ammirazione di un Albertone Nazionale che voleva fare
“l’Americano a Roma” scricchiola!!
Prima il disastro finanziario della Lehman Brothers, che ha inquinato la finanza di tutto il mondo e
poi, di recente, gli Stati Uniti costretti ad innalzare la soglia del debito per scongiurare il default!
Il Mondo è cambiato!
Dopo seicento anni, un Papa, Benedetto XVI si è dimesso e ha fatto posto a Francesco, il Papa del
cambiamento, del rinnovamento, dell’uomo semplice, non solo nei modi e nei costumi, ma
nell’accezione più bella del termine “semplice”: l’uomo, il Papa, che non ha paura di aprirsi al
mondo e che predispone il terreno per un apertura della chiesa a tutti, anche gay e divorziati, che
vuole rivedere il ruolo delle donne nella chiesa, ma soprattutto in grado di dire quelle parole e fare
quei gesti che la politica, precipitata in un vuoto pericolosissimo, non sa più dire e fare!
L’Italia è cambiata!
Non siamo più quella grande potenza economica, industriale mondiale.
Dopo la Grecia, siamo la nazione che più di tutti sta soffrendo la recessione, ogni giorno siamo
inondati da notizie sconfortanti sulla riduzione del P.i.l., della precipitosa caduta dei consumi e sulla
chiusura di numerose attività commerciali, artigianali e della dismissione di interi comparti
industriali (vedasi la recente crisi della Vestas nella provincia di Taranto).
La povertà si tocca con mano, persino la pubblicità sui mass-media di recente volge l’attenzione ai
nuovi poveri.
Mentre la casa, per tanta parte di questa fase politica, è stata al centro solo di discorsi sulle tasse
(IMU, TARES, SERVICE TAX, TRISE) ed è stata usata come arma di ricatto per far cadere il
governo che, purtroppo, ci vede da troppo tempo alleati con la destra, ci si dimentica che per 5
milioni di famiglie vi è l’emergenza sfratti e che il più delle volte il canone di affitto si mangia il
74% del reddito.
L’Italia è cambiata!
L’antica contrapposizione impresa/lavoratore, capitale/lavoro è saltata, perché le imprese sono al
collasso e lavoro non ce né. Da un lato una marea di uomini e donne, disoccupati, cassaintegrati, in
mobilità, esodati, migliaia di persone e giovani che neppure cercano più una occupazione.
Dall’altro lato, imprenditori, che davanti al calo della domanda dei loro prodotti ed oberati da una
iper-tassazione, cedono alla disperazione, suicidandosi.
Ha ragione FASSINA quando dice che in Italia c’è anche una evasione fiscale di sopravvivenza.
Nelle stanze del potere, frattanto si vive tutt’ora tra privilegi, sprechi, nepotismo, consorterie e,
purtroppo, anche malaffare e mafia.

Davvero era tutto populismo ed anti-politica quell’onda di disapprovazione e di
contestazione che vedevamo crescere nei confronti della politica, o la politica, non
ha saputo intercettare per tempo gli enormi disagi che l’Italia stava vivendo?
Il risultato elettorale delle elezioni politiche ci ha consegnato la risposta: metà degli elettori che non
và a votare, un Grillo che improvvisamente si assesta al 25%, una destra padronale che ci distacca
per un solo punto percentuale ed uno schieramento democratico che si ferma al 30%. Il PD, con in
testa Bersani, guida cui avevamo affidato con convinzione la leadership del nostro partito e del
nostro Paese, che abbiamo appoggiato con la consapevolezza della sua probità e convinti di poter
governare e riformare l’Italia - il PD - non poteva e tuttora non può governare da solo: siamo
costretti alle larghe intese, complice una legge elettorale la cui nefandezza la si ritrova già nel
nome “Porcellum”.
Ed ancora la triste pagina delle elezioni presidenziali: il no a Rodotà, il siluramento di Franco
Marini e di Romano Prodi, la rielezione di Giorgio Napolitano davanti ad una assise di onorevoli e
senatori, che con la faccia da “mea culpa” si beccano le bacchettate dello stesso.
Ed ora, che siamo costretti ad un governo di larghe intese, Grillo gioca allo sfascio ed il mondo
moderato è alla ricerca di nuovi assestamenti. A 6 anni di distanza, il Popolo della Libertà si
scioglie, rinasce Forza Italia con un Berlusconi, che con le sue vicende personali, ancora occupa la
scena politica e che viene messo fuori gioco dalla magistratura.
Le nostre beghe di partito in un tale quadro politico sono state un danno enorme, la verità è che in
tutto questo tempo non è la domanda di politica che è mancata, bensì, l’offerta. Il partito svolge il
suo ruolo quando ha una proposta ed è questo che è mancato. C’è la crisi della politica come
passione, come ideale di vita, come lotta per il bene comune; c’è la crisi dei partiti visti come luogo
di personalismi e degli egoismi e di quei giochi di potere che disarmano ed allontanano quei giovani
che vorrebbero tanto avere un ideale nel quale immedesimarsi.
L’unica nota positiva è che del PD si parla sempre e tanto, segno che siamo ancora in grado di
attirare l’attenzione e che come ci ripetiamo, e dobbiamo esserne orgogliosi, SIAMO L’unico
VERO grande PARTITO!
Restiamo vigili perché al distacco dalla politica si sta paventando un pericoloso distacco dallo Stato
e dalle Istituzioni.
La politica non ha più potere perché non fa più grandi scelte e non è più in grado di anticipare scelte
che programmino il nostro futuro.

Questo congresso deve essere l’occasione per fare largo i giovani e a chi giovane lo
è per la genuinità delle sue idee e proposte politiche.
Dobbiamo scontrarci ed abbattere rendite, privilegi, consorterie che hanno
impedito la crescita sociale e l’uguaglianza, che hanno scaricato sulle future
generazioni costi insostenibili, che ci hanno tolto il nostro tempo futuro,
costringendoci ad un eterno presente.
Troppe volte il potere politico è stato anticipato dalla magistratura ( vedasi il caso ILVA, vedasi le
vicende personal /politiche di Berlusconi) troppe volte le grandi imprese e la finanza hanno dettato
il programma politico!

Abbiamo bisogno di una leadership forte che sia supportata da una base ampia e
da un partito aperto, che viva di culture diverse, socialiste, cattoliche, europeiste,
radicali e progressiste.
Un partito aperto a forze centrali dell’impresa, del lavoro e dell’intelligenza creativa. Dobbiamo
dare una svolta culturale, un RINASCIMENTO della politica e del partito, che si riconnetta con la
sua base, che la sappia riconquistare ed affascinare con la forza delle idee ma soprattutto fornendo
risposte immediate e concrete…

Perché non c’è più tempo e troppo ne abbiamo già perso!
… Sarà un caso che quest’anno ricorrano i 500 anni di un libro “ Il Principe”, scritto da
un uomo simbolo del Rinascimento, quale Macchiavelli e che il più grande segretario della sinistra,
Enrico Berlinguer, nel discorso con cui accettava l’incarico alla segreteria, lo citava?...

MASSAFRA DEVE CAMBIARE!!
La situazione generale sin qui delineata serve ad inquadrare la realtà massafrese, che e’
perfettamente speculare alla realtà nazionale.
Se vent’anni di Berlusconi e di Berlusconismo, uniti alla più grande crisi economica dopo quella del
1929, hanno ridotto in ginocchio l’Italia, vent’anni di dominio politico della dx e due mandati del
Sindaco Tamburrano hanno poco alla volta spento la nostra meravigliosa città!
Inevitabilmente anche il clima di disapprovazione nei confronti della classe politica e dei partiti
cresceva anche a Massafra!
Tante volte ci siamo sentiti dire quella frase “siete tutti uguali”, “che fate per Massafra”….
Fortunatamente siamo uno zoccolo duro e caparbio e, nonostante tutto, abbiamo affrontato primarie
ed elezioni politiche con forza e coraggio, raggiungendo più che ragguardevoli risultati e nel nostro
cammino la nostra opera di opposizione e denuncia è stata instancabile!
Abbiamo contestato come a Massafra la totale assenza di programmazione, l’incapacità di andare
oltre il proprio naso… rectius… interesse, le consorterie, il favoritismo e le corruttele abbiano
devastato la nostra città…
Ricordiamo, solo per inciso, quello che è accaduto in tema di concorsi, che sono stati annullati per
illegittimità!
Il caso più eclatante da noi tempestivamente denunciato è il concorso per la nomina del
Comandante dei vigili Urbani, che è stato rimosso dall’incarico perché, come accertato con ricorso
straordinario al Capo dello Stato, la sua nomina è avvenuta con un concorso illegittimo, che non
solo violava normative di legge ma che si è svolto facendo fare ai candidati la prova orale -cosa mai
vista prima!- prima di quella scritta!
Le spese eccessive, i continui debiti fuori bilancio e le eccessive variazioni di bilancio, denotano
un’incapacità di programmazione e di attenzione alla spesa pubblica, cui consegue una tassazione ai
massimi livelli.
Non a caso in questi due anni tante delle nostre battaglie, sono state rivolte a denunciare l’aumento
delle tasse, per esempio, l’aumento del 40% dell’allora Tarsu: grazie ad una grande manifestazione
di massa portammo il Sindaco a fare la pubblica promessa – POI MANCATA- che avremmo
pagato solo le prime due rate!!!
Abbiamo contestato l’applicazione spropositata delle aliquote IMU sulla prima e sulla seconda casa
e da ultimo la stangata Tares, che entro Dicembre comporterà una vera e propria mazzata,
soprattutto per le attività commerciali. Se non verranno abbassate le aliquote, assisteremo alla
inesorabile chiusura di tanti esercizi commerciali che si andranno ad aggiungere a quelli che hanno
già chiuso in questo ultimo anno.
Il nostro tessuto commerciale ed artigianale si è impoverito, bisognerà trovare soluzioni
condivise, imbastire tavoli di concertazione con le associazioni di categorie e con quelle dei
commercialisti per dipanare la situazione.
Massafra deve cambiare!
Se a livello nazionale tanta parte della politica ha ceduto il passo ai grandi e piccoli interessi
individuali ed imprenditoriali, anche a Massafra non siamo stati da meno.
E’ bene ricordare, infatti che a, Massafra non è mai esistito un piano urbanistico che pianificasse il
territorio per il suo sviluppo.
Il Piano di Fabbricazione del 1969 ha consentito solo, con le successive varianti, ad una diffusa
cementificazione del territorio anche in zone da valorizzare. Dopo svariati anni (troppi!!!) che si è
edificato con il vetusto PDF, tanto comodo per amministratori accondiscendenti agli interessi dei
singoli e dopo diversi piani bocciati dalla Regione per incompatibilità tecnica, finalmente, dopo 43
anni si prospetta la realizzazione del PUG!
Nato non certo sotto i migliori auspici: Infatti, la prima versione del Documento Programmatico
Preliminare (DPP) del PUG (Piano Urbanistico Generale) è risultato essere una copia del DPP di
Manfredonia, e grazie alla nostra denuncia è stato ritirato e non approvato dal Consiglio Comunale.
La seconda versione, invece, è molto carente da un punto di vista politico, tecnico e storico.
Speriamo che le osservazioni che abbiamo presentato di recente e quelle delle associazioni possano
essere accolte per migliorarlo notevolmente.
Ciò detto, il PD deve innanzitutto puntare su due aspetti fondamentali per il prosieguo
dell'elaborazione del PUG.
Il primo è il coinvolgimento dei cittadini.
La comunicazione e l’informazione rappresentano un ruolo fondamentale per le finalità e gli
obiettivi che si intendono perseguire nel processo di realizzazione del PUG, perché preliminari ad
una partecipazione strutturata che deve coinvolgere l’intero Consiglio Comunale, quale massima
espressione dell’intera città, nonché le Associazioni culturali e di categoria attive sul territorio, gli
imprenditori locali ed i singoli cittadini.
Il secondo è il mancato recepimento da parte del DPP del Sistema delle Tutele dell’adottato
Piano Paesaggistico Territoriale Regionale.
È indispensabile un puntuale adeguamento nella definizione e perimetrazione dei beni paesaggistici
e degli ulteriori contesti disciplinati dal Codice del paesaggio e dei beni culturali ai fini
dell’attuazione di conformità dei Piani adeguati allo stesso PPTR.
A Massafra dobbiamo pianificare il nostro territorio ripartendo dal rispetto per l'ambiente.
Dobbiamo impedire che il suolo venga eccessivamente eroso e consumato dall'urbanizzazione e al
contempo promuovere e sostenere il riuso e la rigenerazione di aree già interessate da processi di
edificazione con un principio semplice: non si può costruire il nuovo senza aver prima verificato di
non poter riutilizzare quello che già esiste.
Il nostro territorio non può cedere ancora suolo ad un’edificazione selvaggia!
Abbiamo un centro storico da valorizzare, intere zone, edificate negli anni 60 e 70, da ristrutturare,
una zona industriale, agricola e commerciale da supportare con infrastrutture adeguate. Opere che
rappresentano al contempo scelte sostenibili e tante occasioni di lavoro per il nutrito comparto edile
di Massafra!
Inoltre, bisognerà evitare il continuo allargamento dei confini dell'abitato riducendo ulteriori costi
aggiuntivi per il sistema infrastrutturale e per i servizi da fornire ai cittadini.
Dobbiamo innescare meccanismi di "vera" edilizia pubblica indirizzata ai più deboli e ai più
giovani, elemento, questo, che è mancato in questi anni.
Si aggiunga, inoltre, che il Piano Urbanistico Generale non deve variare la destinazione d'uso dei
terreni, per cui un terreno ora agricolo possa diventare edificabile. Qualora si dovesse prevedere tale
esigenza, il tutto deve essere fatto a totale beneficio della collettività e non del privato. Tutto questo
per evitare che si commettano errori già commessi in passato, come in occasione della non
approvazione del PRG da parte della Regione Puglia, dove esigenze diffuse e soprattutto particolari
hanno reso, tale piano, sovradimensionato rispetto alle esigenze della città, ricordando sempre che
c'è a chi non conviene che venga approvato un qualsiasi piano di urbanizzazione per continuare a
fare ciò che ha fatto negli ultimi anni. Dobbiamo cambiare il verso.
Massafra deve cambiare!
Si dice che per capire il grado di qualità della vita di una città bisogna guardare tre parametri: la
qualità dell’aria, la percentuale di verde, la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti.
Se così stanno le cose… siamo rovinati!
La nostra vicinanza al polo industriale tarantino, la presenza di un termovalorizzatore , un iter di
raddoppio in stand by, richiedono, anche da parte della provincia, sempre maggiore attenzioni.
Il nostro verde e molti dei nostri siti archeologici sono in totale stato di abbandono come da noi
denunciato, anche di recente.
Sant’Angelo a Torella, la grotta del corvo, il Parco di Madre Teresa di Calcutta ne sono la prova.
Non ci stancheremo di continuare a denunciare lo scempio cui assistiamo!
La battaglia per la raccolta differenziata è ormai divenuta da aprile 2013 la crociata di civiltà del
nostro circolo e dei Giovani democratici!
Un paese immerso nella monnezza, contornato da poveri randagi allettati dalla possibilità di un
lauto pasto è un’immagine che rifiutiamo di associare alla nostra Massafra!
I fallimenti ripetuti dell’amministrazione Tamburrano e dell’assessore al ramo Gentile nella
sperimentazione della raccolta differenziata e l’attuale mancato avvio della stessa in tutta la città,
sono stati puntualmente da noi denunciati e sono stati al centro di una importante iniziativa di
piazza.
Continueremo, come una goccia che scava nella roccia, nella nostra “opera” di vigilanza; anche
perché, ormai, è chiaro a tutti, che vale l’equazione MENO RIFIUTI – MENO TASSE!
Abbiamo già dato tanto a discariche e termovalorizzazione dei rifiuti!
Anzi, ad essere precisi, il Comune di Massafra deve 12 milioni di euro alla CISA , per il famoso
lodo arbitrale!
Il rischio default spaventerebbe chiunque, ma non sembra scalfire questa amministrazione
Tamburrano!
Sarà nostra premura ricordarglielo!
Massafra deve cambiare!
Se ci preoccupano i migliaia di migranti che approdano sulle nostre coste ed il crescente e
vergognoso atteggiamento razzista di certa parte politica, sarebbe bene dare uno sguardo agli
stranieri che vivono nel nostro centro storico.
Il nostro centro storico è ormai un centro multietnico dove vivono molti più stranieri ed
extracomunitari che massafresi. I nostri ripetuti incontri con i cittadini residenti hanno evidenziato
come, spesso, il disordine e la mancanza di controlli rischino di far degenerare una convivenza che
potrebbe essere, invece, un naturale arricchimento reciproco!
Si aggiunga poi, che, nella guerra tra poveri, per un misero posto di lavoro nei campi, in città,
spesso, si assiste a discorsi degni di un leghista.
Segno di un’amministrazione assente, incapace di controlli, di politiche di integrazione e di assenza
di attenzione al territorio!
Massafra deve cambiare!
Il vortice della vicenda Ilva non poteva non coinvolgere anche Massafra e non solo in termini di
ambiente e salute ma anche in termini economici ed occupazionali.
Migliaia sono i lavoratori massafresi in Ilva e notevole è l’indotto industriale di Massafra che ruota
intorno all’ILVA.
Dopo l’eccellente opera di intervento fatta dal PD nel coniugare il diritto alla salute ed al rispetto
dell’ambiente con il diritto al lavoro, dobbiamo trasformare in occasione di crescita e sviluppo
economico ed occupazionale le opere di risanamento e bonifica.
I commissari Ilva dovranno confrontarsi, oltre che con il risanamento, anche con la sfida della
concorrenza. Altre realtà industriali dell’acciaio si affacciano da oriente sul mercato. Senza doverosi
interventi rischiamo di produrre acciaio non più in grado di vincere la concorrenza.
Fondamentale, pertanto, sarà tenere un dialogo costante con i vertici regionali e con il
futuro Segretario Provinciale circa le scelte da approntare sul territorio.
Massafra deve cambiare!
Bisognerà continuare a tenere desta l'attenzione sulle vertenze e le emergenze lavorative, vecchie e,
purtroppo, nuove .Il nostro dialogo con tutti i sindacati ed in primis, la Cgil, dovrà porci davanti al
problema della salvaguardia di chi un posto di lavoro non ce l’ha, non lo riesce a trovare, ha smesso
di cercarlo, di chi non ha ammortizzatori sociali.
E, poiché è saltato il rapporto capitale /lavoro il nostro dialogo dovrà essere necessariamente aperto
agli imprenditori.
Massafra deve cambiare!
L’agricoltura sembra essere la grande cenerentola nella nostra città, eppure è una risorsa primaria,
che potrebbe far ripartire il mercato economico, bloccato, invece, dalla crisi, in tanti altri settori.
Nella zona sud di Massafra dovremo volgere l’attenzione alla valorizzazione e miglioramento delle
colture in atto; potenziare tutta la filiera agro – industriale collegata alla trasformazione dei prodotti
agricoli, collegandola ad un polo adeguatamente infrastrutturato ed integrato; favorire ed
incentivare gli interventi di tipo consortile nelle lavorazioni e trasformazioni di prodotti agricoli;
valorizzare la presenza di strutture specialistiche (ITAS “Mondelli”) nel contesto dell’economia
agricola; favorire gli interventi miranti dei prodotti a lunga conservazione e degli scarti di
lavorazione.
Nella zona nord promuovere le attività agrituristiche, il recupero del patrimonio insediativo
esistente (masserie), incentivare la zootecnia, il settore lattiero caseario e salvaguardare la zona
boschiva.
Queste idee si concretizzeranno con più semplicità se anche lo strumento urbanistico (PUG) ne
favorirà l’attuazione con appositi interventi infrastrutturali.
Massafra deve cambiare!
Il Partito Democratico di Massafra è impegnato a sostenere e rendere il più funzionale possibile un
nuovo modello ospedaliero del territorio, che non potendo più contare su posti letto per acuti, deve
prevedere una vasta offerta di servizi sanitari ed assistenziali alternativi per i non acuti, tra cui
piccoli interventi chirurgici ed una vasta offerta di specialistica .
Sarà fondamentale, pertanto, seguire da vicino le esigenze del territorio e l’offerta sanitaria, per
migliorala, pretendendo la massima efficienza per i servizi già presenti e richiedendo l’attivazione
di quelli non presenti.
Dal rapporto salute Puglia è emerso che le patologie con una elevata incidenza sono quelle
cardiovascolari e tumorali: quanto alle prime, sarà necessario chiedere il potenziamento della
diagnostica territoriale, in quanto i cittadini si spostano in altri comuni per eseguire
ecocardiogramma, holter, test da sforzo, subendo notevoli disagi, che spesso portano gli stessi utenti
a rimandare i controlli, aumentando, di conseguenza, le complicanze.
Il nostro impegno sarà volto a chiedere gli elettromedicali per poter fare prevenzione primaria
(evitando che si presenti la patologia) e prevenzione secondaria (evitando le complicanze di una
patologia).
Quanto ai tumori, quelli più frequenti riguardano l’apparato digerente, il polmone, la tiroide.
Di conseguenza sarà fondamentale ridurre le liste di attesa per la gastroscopia, colonscopia, tac,
endocrinologia.
E dobbiamo pretenderlo dall’ASL sia perché il nostro territorio rientra nel cosiddetto cratere ILVA,
sia perché sono stati stanziati appositamente 10 milioni di euro!
In passato, abbiamo preteso che la nostra struttura ospedaliera avesse una TAC all’avanguardia:
ebbene, detta TAC, che è costata milioni di euro, viene usata poco; per un controllo per tumore al
colon la lista di attesa è di ben 4 mesi!
Vogliamo dei medici assegnati alla nostra struttura, perché spesso per coprire turni a Castellaneta
non si assicurano o potenziano attività su Massafra.
Non possiamo risolvere ancora oggi problemi di altri ospedali sacrificando i nostri cittadini!
La politica deve entrare in merito a queste questioni per salvaguardare il diritto alla salute!
A tutt’oggi non sono state attivate ancora le sale operatorie per piccoli interventi.
E’ necessario chiedere una sala gessi per piccoli traumi (posizionamento gessi, bendaggi, rimozione
gessi) e ciò per evitare che il paziente si rechi necessariamente a Castellaneta.
L’ASL ha l’obbligo di assicurare queste attività soprattutto in considerazione del fatto che la nostra
città ha visto chiudere il proprio ospedale!
Quanto alla salute delle donne e relativamente al PROGETTO DONNA, che il coordinamento delle
democratiche di Massafra ha avuto modo di seguire nei due anni precedenti, si segnala che, a
tutt’oggi, non è stato attivato nessun percorso di prevenzione e screening con la presa in carico della
donna.
I tanti, troppi episodi di violenza e morte a carico delle donne, la recente approvazione alla Camera
delle norme sul femminicidio richiedono da parte nostra una forte campagna di divulgazione e
sensibilizzazione, nonché di pretendere che venga attivato al consultorio un centro ascolto per la
violenza sulle donne.
Massafra deve cambiare!
Come due anni fa, anche oggi, la nostra attenzione non può non essere rivolta ad implementare tutti
quei servizi che conciliano il binomio VITA – LAVORO, con particolare attenzione a strutture
quali asili nido o altre per l'infanzia, finalizzate non solo all'educazione e formazione dei minori ma
anche a supportare le esigenze di vita e lavoro delle madri.
Ma il persistere della crisi economica trasformatasi ormai in recessione, il crescente e pauroso
numero di nuovi poveri, la schiera infinita di cassaintegrati, disoccupati ed inoccupati, il numero
crescente di sfrattati, l’assenza di una edilizia popolare, ci dovranno far affrontare politiche di
sostegno a favore dei bisogni delle fasce più deboli; ci dovranno vedere impegnati in politiche volte
alla esenzione e riduzione della tassazione.
Massafra deve cambiare!
La recente emanazione della Legge Regionale sulla tutela dei beni culturali, presentata a Massafra
in un gremitissimo Palazzo della Cultura, oltre a rappresentare un unicum sul territorio italiano, è
per tutti noi un nuovo input alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale.
Promuovere la
cultura ed il territorio significa attrarre turismo, significa occasione di crescita.Il superamento della
dicotomia pubblico / privato ci spingerà a dare il nostro sostegno ed a favorire la creazione di quelle
Associazioni e Cooperative che davvero svolgono un valido compito di sostegno alla tutela
e promozione dei nostri beni culturali.
Massafra deve cambiare!
A causa delle defezioni verso destra e /o a causa di flussi ondivaghi di alcuni esponenti di centro
della colazione, il lavoro di opposizione svolto in Consiglio Comunale dai parte dei nostri
Consiglieri è diventato più complicato: sarà necessario, pertanto, intensificare l’opposizione da
parte del nostro Circolo!
L’assenza di video riprese dei Consigli comunali, poi, rende più difficile per i cittadini conoscere
tempestivamente quanto accade in Palazzo di città nonché conoscere il costante lavoro di
opposizione e proposta dei nostri Consiglieri: bisognerà, quindi, diffondere il più possibile le notizie
sfruttando ogni mezzo di comunicazione della cosidetta E- democracy, e, nel contempo, costituire
presso il nostro Circolo un archivio, consultabile da tutti, degli atti più importanti che vengono
deliberati ed approvati in consiglio comunale da parte dei nostri Consiglieri e non solo!
Massafra deve cambiare!!
Una città che non si occupa dei giovani è una città che non ha futuro e lo toglie ad una intera
generazione!
Se all’assenza di lavoro si aggiunge la totale mancanza di offerta di una città fruibile ed attrattiva,
assisteremo ad una continua migrazione dei nostri giovani.
Se l’amministrazione non offre ai giovani stimoli culturali, artistici, musicali, se non si offre loro
una concezione avveniristica della società e se non li si coinvolge in un progetto di crescita e
valorizzazione della nostra città, ascoltando le loro esigenze ed i loro desideri, ma ci si affida solo e
soltanto all’iniziativa, pur lodevole dell’associazionismo, vedremo ogni sabato sera, ogni estate,
ogni giornata festiva, svuotarsi le nostre piazze, le nostre strade!
Non credo che si possa essere contenti nel sapere che il principale luogo di incontro dei nostri
giovani sono i bar!
Essi hanno bisogno di spazi verdi e di luoghi di ritrovo: prova ne è il fatto che l’unica zona verde
fruibile di Massafra – cosiddetta zona famila - è quella più attrattiva!
Hanno bisogno di luoghi in cui poter studiare e fare ricerca; c’è bisogno, ad esempio, che la
biblioteca sia riscaldata (sembra esser tornati nel medioevo…. sarà forse perchè il castello è di
quell’epoca….), con il wi-fi gratis..
Abbiamo bisogno di scuole sicure, pulite e con le aule già predisposte per ciascuna classe costituita
e non, come è accaduto quest’anno, alla Pascoli/ Don Bosco, dove si è avviato l’anno scolastico con
due aule in meno…..
Per fortuna, dopo che intere generazioni, di alunni hanno atteso invano per trent’anni, grazie al
Partito Democratico i giovani massafresi oggi hanno un nuovo liceo scientifico.

Le Donne Democratiche devono cambiare!
"La forza delle donne deriva da qualcosa che le psicologia non può spiegare."
Così diceva Oscar Wilde a proposito delle donne….
“Se è vero che la struttura sociale (e istituzionale) del Mezzogiorno tende a
consolidare e riproporre un ruolo “marginale” delle donne è vero anche l’esatto inverso: è proprio
questa condizione delle donne che, lasciando inutilizzato uno straordinario potenziale di capitale
umano e quindi di sviluppo, contribuisce a mantenere lo stato delle cose al Sud.
Tuttavia, sfuggono a questo circolo vizioso un numero sempre crescente di donne che si vanno
affermando nel mondo delle professioni liberali, nell’imprenditoria, nel mondo della scuola e della
ricerca, nel terzo settore, nell’industria culturale, nel mondo dell’arte. Ad una loro crescente
presenza, tuttavia, non sempre (anzi, assai di rado) corrisponde il relativo peso in posizioni apicali –
di cui, la rappresentanza politica è per molti versi un aspetto.”
Questa è la conclusione a cui giunge l’indagine SVIMEZ del 2012, sottolineando inoltre come tutti i
segnali indicano come la donna, nonostante sia ISTITUZIONALMENTE SFAVORITA, non vuole
interrompere il processo di affermazione politica economica e sociale cominciato da tempo.
Infatti per contribuire ad invertire il declino dell’intero sistema produttivo sociale, economico e
politico e realizzare sostanziali modifiche dei modelli di vita e lavoro bisogna investire sulle donne
( magari le più istruite e qualificate) per concretizzare uno sviluppo innovativo , durevole e
sostenibile.
Sono infatti le donne, con la loro attenzione ai bisogni concreti delle persone e la capacità di
promuovere azioni concrete per dare risposte efficaci in tempi ragionevoli, valorizzando anche le
piccole cose che migliorano quotidianamente la qualità della vita, la principale risorsa per il rilancio
dell’economia e della politica nazionale e soprattutto del Sud che può e deve tornare ad essere
protagonista attivo nel disegno strategico di ridefinizione di un piano economico, sociale e politico
complessivo.
E’ attraverso le donne che si mette in gioco il modello di sviluppo e la crescita del Paese.
Molti paesi europei lo hanno capito e hanno già messo in atto POLITICHE PUBBLICHE a favore
della formazione in tutti campi e soprattutto rivolte alla formazione (che poi diventa occupazione)
di talenti per settori innovativi come la GREEN ECONOMY, Servizi avanzati alle imprese e alle
persone, a differenza dell’Italia (soprattutto meridionale) che non prevede nulla; anzi il nostro
Governo tenta ancora di rompere alcuni equilibri che depotenziano la crescita del nostro Paese.
Questa necessità è ovviamente più forte in una società bloccata come è quella del Sud.
Bisogna dare vita ad un nuovo patto sociale che riduca i profondi divari di genere e che non si limiti
solo a ridefinire il telaio di diritti e tutele all’interno del ristretto mondo delle forze attuali.
Inoltre le Politiche di Coesione intraprese che sostengono il miglioramento di quei servizi pubblici
che mirano a favorire lo sviluppo e che liberano soprattutto le donne da vincoli derivanti dalla
inadeguatezza del nostro modello sociale, devono (sempre secondo le conclusioni della indagine
Svimez del 2012) essere completate distraendo risorse da aree improduttive verso un programma
straordinario per il lavoro che incida sull’offerta formativa e di gestione del mercato del lavoro
favorendo l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne e le iniziative imprenditoriali.
Ma è soprattutto sul piano della politica che le donne devono rilanciare per avere risposte
immediate acquisendo quella consapevolezza di CITTADINANZA ATTIVA da trasfondere in tutti
i settori della vita sociale ed economica del Paese.
La politica intesa come partecipazione in tutti gli ambiti e livelli della società come espressione ed
esercizio pieno della propria cittadinanza sociale.
Le donne devono costruire un percorso di guida per le istituzioni realizzando quell’equilibrio nella
partecipazione paritaria che sono l’espressione di una civiltà realmente avanzata.
In questa ottica e alla luce di questa realtà va interpretata anche la condizione femminile del nostro
paese. Le donne Massafresi sono ancora molto lontane dalla necessità di una conquista piena di
CITTADINANZA Attiva che abbia poi un forte impatto nella vita politica, economica e sociale del
Paese. Sono praticamente assenti nel Governo del Paese e sono purtroppo scarsi gli interventi di
sensibilizzazione del Comitato per le Pari Opportunità volti a sviluppare quel senso di
partecipazione per l’ottenimento anche di una migliore qualità della vita che riguardano tutti gli
aspetti della vita del nostro comune: dalla pulizia, agli spazi verdi, ai servizi sociali, allo sviluppo
economico etc. .
Bisogna sviluppare quel senso di “APPARTENENZA” che le donne vivono di rimando ma mai in
prima persona, facendo crescere l’ineguagliabile sensazione di far parte di qualcosa di più grande di
noi: l’appagamento di partecipare, condividere e andare oltre insieme.
Solo così ognuno di noi può essere la base di quella collettività migliore che vogliamo costruire,
collettività all’interno della quale la donna deve essere una figura chiave.
Imma Semeraro

*****
“Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere
conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua
felicità.
La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”
Enrico Berlinguer

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  • 1. IN QUESTO PERIODO Dì DI GRAVE CRISI ECONOMICA LA POLITICA DEVE RIORGANIZZARE LE RISORSE COME IL BUON PADRE DI FAMiGLIA, PER RIPARTIRE RESTITUENDO DIGNITA’ A TUTTI COLORO I QUALI è STATA TOLTA. Per fare ciò la politica deve tornare ad essere qualcosa di concreto, non mera ostentazione della propria ars oratoria, deve essere gestione dell’interesse comune, insomma, la politica deve SEMPLICEMENTE tornare ad essere politica! IL NOSTRO FUTURO NON PUO’ ESSERE SCHIACCIATO DA UN ETERNO PRESENTE! La realtà in cui viviamo ci costringe ad un eterno presente! Il futuro e la speranza nel domani sembrano non appartenerci! Programmare la vita, la costruzione della famiglia, l’acquisto di una casa, la soddisfazione di una realizzazione in campo lavorativo, la speranza di una pensione, la gioia di vivere in un ambiente a misura d’uomo dove la qualità dell’ambiente ed il diritto al lavoro non siano in antitesi, sembrano lontani anni luce da noi e soprattutto dai giovani! La crisi economica, la peggiore che la nostra memoria ricordi, vent’anni di Berlusconi e di berlusconismo, una politica avviluppata su se stessa e sui suoi problemi interni, pronta a favorire e mantenere nepotismi e consorterie , che si commuove davanti ai diseredati e subito dopo fa spallucce, incapace di programmare il futuro ed anticipare con le sue scelte quei cambiamenti e
  • 2. quelle riforme indispensabili alla sopravvivenza di un Paese in decadimento, ci costringono a vivere in un eterno presente! La politica deve ripartire dal riconoscimento di questo stato d’animo della gente ed in particolare dei nostri giovani, se vuole davvero riconnettersi con la società, se vuole davvero che i cittadini le riconsegnino quel ruolo primario e fondante che dovrebbe avere e di cui i partiti rappresentano l’asse portante! Nessuna analisi politica, nessun documento politico possono essere attuati se non si parte da questa riflessione! Le nostre parole sarebbero solo suoni che si disperderebbero nella confusione di uno sterile chiacchiericcio da talk show! ******* Noi da oggi dobbiamo riprogrammare il nostro futuro e prendere atto che in questi 2 anni non solo noi, ma.. anche…. Il mondo è cambiato! Siamo sempre più consapevoli dell’importanza di creare gli Stati Uniti d’Europa, perché la sola Unione monetaria attuata sinora è insufficiente a tenere assieme Stati diversi tra loro, spesso guidati da una forte spinta egemonica da parte della Germania della Merkel, riconfermata nella sua leadership; Stati che non solo devono fronteggiare una crisi economica devastante, in cui le banche e la finanza hanno la meglio; Stati che se non si uniscono non potranno arginare quell’onda impetuosa delle cosiddette economie emergenti del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e sud Africa), paesi che rappresentano quasi la metà della popolazione mondiale e il 28 per cento dell’economia globale. E sono soltanto in cinque! Il Mondo è cambiato! Il risveglio di libertà politiche e civili che si è avuto nel bacino del NOSTRO MARE MEDITERRANEO da parte di Stati a noi vicinissimi con le primavere arabe, la guerra Siriana, quel flusso interminabile nel mare di Lampedusa di migranti stipati, a caro prezzo, su imbarcazioni trasformatesi in luogo di morte, troppe volte in CULLE di morte, non può averci lasciati uguali a due anni fa! Il Mondo è cambiato! Il 12 luglio 2012 è scoppiato il caso ILVA. La magistratura ha svelato che dietro il più grosso colosso europeo dell’acciaio, c’è inquinamento, disastro ambientale, sfruttamento, corruzione, malattia e morte. La magistratura ha svelato, ciò che si sapeva già e che certa politica ha fatto finta di non vedere per troppo tempo. Finalmente possiamo confrontarci e pretendere, come accade in altre realtà europee ed oltre oceano, che ci sia un altro tipo di industria dell’acciaio, sostenibile, ecocompatibile, che coniughi ambiente e lavoro e che il risanamento dell’azienda è possibile e deve essere attuato, non solo per il bene dei cittadini della provincia di Taranto, ma anche a tutela del più grosso comparto industriale d’Italia. Il Mondo è cambiato! Il “Mito Americano”, il Continente a cui l’Italia del Dopo Guerra, quella della grande ricostruzione post bellica guardava con la grande ammirazione di un Albertone Nazionale che voleva fare “l’Americano a Roma” scricchiola!! Prima il disastro finanziario della Lehman Brothers, che ha inquinato la finanza di tutto il mondo e poi, di recente, gli Stati Uniti costretti ad innalzare la soglia del debito per scongiurare il default!
  • 3. Il Mondo è cambiato! Dopo seicento anni, un Papa, Benedetto XVI si è dimesso e ha fatto posto a Francesco, il Papa del cambiamento, del rinnovamento, dell’uomo semplice, non solo nei modi e nei costumi, ma nell’accezione più bella del termine “semplice”: l’uomo, il Papa, che non ha paura di aprirsi al mondo e che predispone il terreno per un apertura della chiesa a tutti, anche gay e divorziati, che vuole rivedere il ruolo delle donne nella chiesa, ma soprattutto in grado di dire quelle parole e fare quei gesti che la politica, precipitata in un vuoto pericolosissimo, non sa più dire e fare! L’Italia è cambiata! Non siamo più quella grande potenza economica, industriale mondiale. Dopo la Grecia, siamo la nazione che più di tutti sta soffrendo la recessione, ogni giorno siamo inondati da notizie sconfortanti sulla riduzione del P.i.l., della precipitosa caduta dei consumi e sulla chiusura di numerose attività commerciali, artigianali e della dismissione di interi comparti industriali (vedasi la recente crisi della Vestas nella provincia di Taranto). La povertà si tocca con mano, persino la pubblicità sui mass-media di recente volge l’attenzione ai nuovi poveri. Mentre la casa, per tanta parte di questa fase politica, è stata al centro solo di discorsi sulle tasse (IMU, TARES, SERVICE TAX, TRISE) ed è stata usata come arma di ricatto per far cadere il governo che, purtroppo, ci vede da troppo tempo alleati con la destra, ci si dimentica che per 5 milioni di famiglie vi è l’emergenza sfratti e che il più delle volte il canone di affitto si mangia il 74% del reddito. L’Italia è cambiata! L’antica contrapposizione impresa/lavoratore, capitale/lavoro è saltata, perché le imprese sono al collasso e lavoro non ce né. Da un lato una marea di uomini e donne, disoccupati, cassaintegrati, in mobilità, esodati, migliaia di persone e giovani che neppure cercano più una occupazione. Dall’altro lato, imprenditori, che davanti al calo della domanda dei loro prodotti ed oberati da una iper-tassazione, cedono alla disperazione, suicidandosi. Ha ragione FASSINA quando dice che in Italia c’è anche una evasione fiscale di sopravvivenza. Nelle stanze del potere, frattanto si vive tutt’ora tra privilegi, sprechi, nepotismo, consorterie e, purtroppo, anche malaffare e mafia. Davvero era tutto populismo ed anti-politica quell’onda di disapprovazione e di contestazione che vedevamo crescere nei confronti della politica, o la politica, non ha saputo intercettare per tempo gli enormi disagi che l’Italia stava vivendo? Il risultato elettorale delle elezioni politiche ci ha consegnato la risposta: metà degli elettori che non và a votare, un Grillo che improvvisamente si assesta al 25%, una destra padronale che ci distacca per un solo punto percentuale ed uno schieramento democratico che si ferma al 30%. Il PD, con in testa Bersani, guida cui avevamo affidato con convinzione la leadership del nostro partito e del nostro Paese, che abbiamo appoggiato con la consapevolezza della sua probità e convinti di poter governare e riformare l’Italia - il PD - non poteva e tuttora non può governare da solo: siamo costretti alle larghe intese, complice una legge elettorale la cui nefandezza la si ritrova già nel nome “Porcellum”. Ed ancora la triste pagina delle elezioni presidenziali: il no a Rodotà, il siluramento di Franco Marini e di Romano Prodi, la rielezione di Giorgio Napolitano davanti ad una assise di onorevoli e senatori, che con la faccia da “mea culpa” si beccano le bacchettate dello stesso. Ed ora, che siamo costretti ad un governo di larghe intese, Grillo gioca allo sfascio ed il mondo moderato è alla ricerca di nuovi assestamenti. A 6 anni di distanza, il Popolo della Libertà si scioglie, rinasce Forza Italia con un Berlusconi, che con le sue vicende personali, ancora occupa la scena politica e che viene messo fuori gioco dalla magistratura.
  • 4. Le nostre beghe di partito in un tale quadro politico sono state un danno enorme, la verità è che in tutto questo tempo non è la domanda di politica che è mancata, bensì, l’offerta. Il partito svolge il suo ruolo quando ha una proposta ed è questo che è mancato. C’è la crisi della politica come passione, come ideale di vita, come lotta per il bene comune; c’è la crisi dei partiti visti come luogo di personalismi e degli egoismi e di quei giochi di potere che disarmano ed allontanano quei giovani che vorrebbero tanto avere un ideale nel quale immedesimarsi. L’unica nota positiva è che del PD si parla sempre e tanto, segno che siamo ancora in grado di attirare l’attenzione e che come ci ripetiamo, e dobbiamo esserne orgogliosi, SIAMO L’unico VERO grande PARTITO! Restiamo vigili perché al distacco dalla politica si sta paventando un pericoloso distacco dallo Stato e dalle Istituzioni. La politica non ha più potere perché non fa più grandi scelte e non è più in grado di anticipare scelte che programmino il nostro futuro. Questo congresso deve essere l’occasione per fare largo i giovani e a chi giovane lo è per la genuinità delle sue idee e proposte politiche. Dobbiamo scontrarci ed abbattere rendite, privilegi, consorterie che hanno impedito la crescita sociale e l’uguaglianza, che hanno scaricato sulle future generazioni costi insostenibili, che ci hanno tolto il nostro tempo futuro, costringendoci ad un eterno presente. Troppe volte il potere politico è stato anticipato dalla magistratura ( vedasi il caso ILVA, vedasi le vicende personal /politiche di Berlusconi) troppe volte le grandi imprese e la finanza hanno dettato il programma politico! Abbiamo bisogno di una leadership forte che sia supportata da una base ampia e da un partito aperto, che viva di culture diverse, socialiste, cattoliche, europeiste, radicali e progressiste. Un partito aperto a forze centrali dell’impresa, del lavoro e dell’intelligenza creativa. Dobbiamo dare una svolta culturale, un RINASCIMENTO della politica e del partito, che si riconnetta con la sua base, che la sappia riconquistare ed affascinare con la forza delle idee ma soprattutto fornendo risposte immediate e concrete… Perché non c’è più tempo e troppo ne abbiamo già perso! … Sarà un caso che quest’anno ricorrano i 500 anni di un libro “ Il Principe”, scritto da un uomo simbolo del Rinascimento, quale Macchiavelli e che il più grande segretario della sinistra, Enrico Berlinguer, nel discorso con cui accettava l’incarico alla segreteria, lo citava?... MASSAFRA DEVE CAMBIARE!! La situazione generale sin qui delineata serve ad inquadrare la realtà massafrese, che e’ perfettamente speculare alla realtà nazionale. Se vent’anni di Berlusconi e di Berlusconismo, uniti alla più grande crisi economica dopo quella del 1929, hanno ridotto in ginocchio l’Italia, vent’anni di dominio politico della dx e due mandati del Sindaco Tamburrano hanno poco alla volta spento la nostra meravigliosa città! Inevitabilmente anche il clima di disapprovazione nei confronti della classe politica e dei partiti cresceva anche a Massafra! Tante volte ci siamo sentiti dire quella frase “siete tutti uguali”, “che fate per Massafra”….
  • 5. Fortunatamente siamo uno zoccolo duro e caparbio e, nonostante tutto, abbiamo affrontato primarie ed elezioni politiche con forza e coraggio, raggiungendo più che ragguardevoli risultati e nel nostro cammino la nostra opera di opposizione e denuncia è stata instancabile! Abbiamo contestato come a Massafra la totale assenza di programmazione, l’incapacità di andare oltre il proprio naso… rectius… interesse, le consorterie, il favoritismo e le corruttele abbiano devastato la nostra città… Ricordiamo, solo per inciso, quello che è accaduto in tema di concorsi, che sono stati annullati per illegittimità! Il caso più eclatante da noi tempestivamente denunciato è il concorso per la nomina del Comandante dei vigili Urbani, che è stato rimosso dall’incarico perché, come accertato con ricorso straordinario al Capo dello Stato, la sua nomina è avvenuta con un concorso illegittimo, che non solo violava normative di legge ma che si è svolto facendo fare ai candidati la prova orale -cosa mai vista prima!- prima di quella scritta! Le spese eccessive, i continui debiti fuori bilancio e le eccessive variazioni di bilancio, denotano un’incapacità di programmazione e di attenzione alla spesa pubblica, cui consegue una tassazione ai massimi livelli. Non a caso in questi due anni tante delle nostre battaglie, sono state rivolte a denunciare l’aumento delle tasse, per esempio, l’aumento del 40% dell’allora Tarsu: grazie ad una grande manifestazione di massa portammo il Sindaco a fare la pubblica promessa – POI MANCATA- che avremmo pagato solo le prime due rate!!! Abbiamo contestato l’applicazione spropositata delle aliquote IMU sulla prima e sulla seconda casa e da ultimo la stangata Tares, che entro Dicembre comporterà una vera e propria mazzata, soprattutto per le attività commerciali. Se non verranno abbassate le aliquote, assisteremo alla inesorabile chiusura di tanti esercizi commerciali che si andranno ad aggiungere a quelli che hanno già chiuso in questo ultimo anno. Il nostro tessuto commerciale ed artigianale si è impoverito, bisognerà trovare soluzioni condivise, imbastire tavoli di concertazione con le associazioni di categorie e con quelle dei commercialisti per dipanare la situazione. Massafra deve cambiare! Se a livello nazionale tanta parte della politica ha ceduto il passo ai grandi e piccoli interessi individuali ed imprenditoriali, anche a Massafra non siamo stati da meno. E’ bene ricordare, infatti che a, Massafra non è mai esistito un piano urbanistico che pianificasse il territorio per il suo sviluppo. Il Piano di Fabbricazione del 1969 ha consentito solo, con le successive varianti, ad una diffusa cementificazione del territorio anche in zone da valorizzare. Dopo svariati anni (troppi!!!) che si è edificato con il vetusto PDF, tanto comodo per amministratori accondiscendenti agli interessi dei singoli e dopo diversi piani bocciati dalla Regione per incompatibilità tecnica, finalmente, dopo 43 anni si prospetta la realizzazione del PUG! Nato non certo sotto i migliori auspici: Infatti, la prima versione del Documento Programmatico Preliminare (DPP) del PUG (Piano Urbanistico Generale) è risultato essere una copia del DPP di Manfredonia, e grazie alla nostra denuncia è stato ritirato e non approvato dal Consiglio Comunale. La seconda versione, invece, è molto carente da un punto di vista politico, tecnico e storico. Speriamo che le osservazioni che abbiamo presentato di recente e quelle delle associazioni possano essere accolte per migliorarlo notevolmente. Ciò detto, il PD deve innanzitutto puntare su due aspetti fondamentali per il prosieguo dell'elaborazione del PUG. Il primo è il coinvolgimento dei cittadini. La comunicazione e l’informazione rappresentano un ruolo fondamentale per le finalità e gli obiettivi che si intendono perseguire nel processo di realizzazione del PUG, perché preliminari ad
  • 6. una partecipazione strutturata che deve coinvolgere l’intero Consiglio Comunale, quale massima espressione dell’intera città, nonché le Associazioni culturali e di categoria attive sul territorio, gli imprenditori locali ed i singoli cittadini. Il secondo è il mancato recepimento da parte del DPP del Sistema delle Tutele dell’adottato Piano Paesaggistico Territoriale Regionale. È indispensabile un puntuale adeguamento nella definizione e perimetrazione dei beni paesaggistici e degli ulteriori contesti disciplinati dal Codice del paesaggio e dei beni culturali ai fini dell’attuazione di conformità dei Piani adeguati allo stesso PPTR. A Massafra dobbiamo pianificare il nostro territorio ripartendo dal rispetto per l'ambiente. Dobbiamo impedire che il suolo venga eccessivamente eroso e consumato dall'urbanizzazione e al contempo promuovere e sostenere il riuso e la rigenerazione di aree già interessate da processi di edificazione con un principio semplice: non si può costruire il nuovo senza aver prima verificato di non poter riutilizzare quello che già esiste. Il nostro territorio non può cedere ancora suolo ad un’edificazione selvaggia! Abbiamo un centro storico da valorizzare, intere zone, edificate negli anni 60 e 70, da ristrutturare, una zona industriale, agricola e commerciale da supportare con infrastrutture adeguate. Opere che rappresentano al contempo scelte sostenibili e tante occasioni di lavoro per il nutrito comparto edile di Massafra! Inoltre, bisognerà evitare il continuo allargamento dei confini dell'abitato riducendo ulteriori costi aggiuntivi per il sistema infrastrutturale e per i servizi da fornire ai cittadini. Dobbiamo innescare meccanismi di "vera" edilizia pubblica indirizzata ai più deboli e ai più giovani, elemento, questo, che è mancato in questi anni. Si aggiunga, inoltre, che il Piano Urbanistico Generale non deve variare la destinazione d'uso dei terreni, per cui un terreno ora agricolo possa diventare edificabile. Qualora si dovesse prevedere tale esigenza, il tutto deve essere fatto a totale beneficio della collettività e non del privato. Tutto questo per evitare che si commettano errori già commessi in passato, come in occasione della non approvazione del PRG da parte della Regione Puglia, dove esigenze diffuse e soprattutto particolari hanno reso, tale piano, sovradimensionato rispetto alle esigenze della città, ricordando sempre che c'è a chi non conviene che venga approvato un qualsiasi piano di urbanizzazione per continuare a fare ciò che ha fatto negli ultimi anni. Dobbiamo cambiare il verso. Massafra deve cambiare! Si dice che per capire il grado di qualità della vita di una città bisogna guardare tre parametri: la qualità dell’aria, la percentuale di verde, la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti. Se così stanno le cose… siamo rovinati! La nostra vicinanza al polo industriale tarantino, la presenza di un termovalorizzatore , un iter di raddoppio in stand by, richiedono, anche da parte della provincia, sempre maggiore attenzioni. Il nostro verde e molti dei nostri siti archeologici sono in totale stato di abbandono come da noi denunciato, anche di recente. Sant’Angelo a Torella, la grotta del corvo, il Parco di Madre Teresa di Calcutta ne sono la prova. Non ci stancheremo di continuare a denunciare lo scempio cui assistiamo! La battaglia per la raccolta differenziata è ormai divenuta da aprile 2013 la crociata di civiltà del nostro circolo e dei Giovani democratici! Un paese immerso nella monnezza, contornato da poveri randagi allettati dalla possibilità di un lauto pasto è un’immagine che rifiutiamo di associare alla nostra Massafra! I fallimenti ripetuti dell’amministrazione Tamburrano e dell’assessore al ramo Gentile nella sperimentazione della raccolta differenziata e l’attuale mancato avvio della stessa in tutta la città,
  • 7. sono stati puntualmente da noi denunciati e sono stati al centro di una importante iniziativa di piazza. Continueremo, come una goccia che scava nella roccia, nella nostra “opera” di vigilanza; anche perché, ormai, è chiaro a tutti, che vale l’equazione MENO RIFIUTI – MENO TASSE! Abbiamo già dato tanto a discariche e termovalorizzazione dei rifiuti! Anzi, ad essere precisi, il Comune di Massafra deve 12 milioni di euro alla CISA , per il famoso lodo arbitrale! Il rischio default spaventerebbe chiunque, ma non sembra scalfire questa amministrazione Tamburrano! Sarà nostra premura ricordarglielo! Massafra deve cambiare! Se ci preoccupano i migliaia di migranti che approdano sulle nostre coste ed il crescente e vergognoso atteggiamento razzista di certa parte politica, sarebbe bene dare uno sguardo agli stranieri che vivono nel nostro centro storico. Il nostro centro storico è ormai un centro multietnico dove vivono molti più stranieri ed extracomunitari che massafresi. I nostri ripetuti incontri con i cittadini residenti hanno evidenziato come, spesso, il disordine e la mancanza di controlli rischino di far degenerare una convivenza che potrebbe essere, invece, un naturale arricchimento reciproco! Si aggiunga poi, che, nella guerra tra poveri, per un misero posto di lavoro nei campi, in città, spesso, si assiste a discorsi degni di un leghista. Segno di un’amministrazione assente, incapace di controlli, di politiche di integrazione e di assenza di attenzione al territorio! Massafra deve cambiare! Il vortice della vicenda Ilva non poteva non coinvolgere anche Massafra e non solo in termini di ambiente e salute ma anche in termini economici ed occupazionali. Migliaia sono i lavoratori massafresi in Ilva e notevole è l’indotto industriale di Massafra che ruota intorno all’ILVA. Dopo l’eccellente opera di intervento fatta dal PD nel coniugare il diritto alla salute ed al rispetto dell’ambiente con il diritto al lavoro, dobbiamo trasformare in occasione di crescita e sviluppo economico ed occupazionale le opere di risanamento e bonifica. I commissari Ilva dovranno confrontarsi, oltre che con il risanamento, anche con la sfida della concorrenza. Altre realtà industriali dell’acciaio si affacciano da oriente sul mercato. Senza doverosi interventi rischiamo di produrre acciaio non più in grado di vincere la concorrenza. Fondamentale, pertanto, sarà tenere un dialogo costante con i vertici regionali e con il futuro Segretario Provinciale circa le scelte da approntare sul territorio. Massafra deve cambiare! Bisognerà continuare a tenere desta l'attenzione sulle vertenze e le emergenze lavorative, vecchie e, purtroppo, nuove .Il nostro dialogo con tutti i sindacati ed in primis, la Cgil, dovrà porci davanti al problema della salvaguardia di chi un posto di lavoro non ce l’ha, non lo riesce a trovare, ha smesso di cercarlo, di chi non ha ammortizzatori sociali. E, poiché è saltato il rapporto capitale /lavoro il nostro dialogo dovrà essere necessariamente aperto agli imprenditori. Massafra deve cambiare! L’agricoltura sembra essere la grande cenerentola nella nostra città, eppure è una risorsa primaria, che potrebbe far ripartire il mercato economico, bloccato, invece, dalla crisi, in tanti altri settori. Nella zona sud di Massafra dovremo volgere l’attenzione alla valorizzazione e miglioramento delle colture in atto; potenziare tutta la filiera agro – industriale collegata alla trasformazione dei prodotti
  • 8. agricoli, collegandola ad un polo adeguatamente infrastrutturato ed integrato; favorire ed incentivare gli interventi di tipo consortile nelle lavorazioni e trasformazioni di prodotti agricoli; valorizzare la presenza di strutture specialistiche (ITAS “Mondelli”) nel contesto dell’economia agricola; favorire gli interventi miranti dei prodotti a lunga conservazione e degli scarti di lavorazione. Nella zona nord promuovere le attività agrituristiche, il recupero del patrimonio insediativo esistente (masserie), incentivare la zootecnia, il settore lattiero caseario e salvaguardare la zona boschiva. Queste idee si concretizzeranno con più semplicità se anche lo strumento urbanistico (PUG) ne favorirà l’attuazione con appositi interventi infrastrutturali. Massafra deve cambiare! Il Partito Democratico di Massafra è impegnato a sostenere e rendere il più funzionale possibile un nuovo modello ospedaliero del territorio, che non potendo più contare su posti letto per acuti, deve prevedere una vasta offerta di servizi sanitari ed assistenziali alternativi per i non acuti, tra cui piccoli interventi chirurgici ed una vasta offerta di specialistica . Sarà fondamentale, pertanto, seguire da vicino le esigenze del territorio e l’offerta sanitaria, per migliorala, pretendendo la massima efficienza per i servizi già presenti e richiedendo l’attivazione di quelli non presenti. Dal rapporto salute Puglia è emerso che le patologie con una elevata incidenza sono quelle cardiovascolari e tumorali: quanto alle prime, sarà necessario chiedere il potenziamento della diagnostica territoriale, in quanto i cittadini si spostano in altri comuni per eseguire ecocardiogramma, holter, test da sforzo, subendo notevoli disagi, che spesso portano gli stessi utenti a rimandare i controlli, aumentando, di conseguenza, le complicanze. Il nostro impegno sarà volto a chiedere gli elettromedicali per poter fare prevenzione primaria (evitando che si presenti la patologia) e prevenzione secondaria (evitando le complicanze di una patologia). Quanto ai tumori, quelli più frequenti riguardano l’apparato digerente, il polmone, la tiroide. Di conseguenza sarà fondamentale ridurre le liste di attesa per la gastroscopia, colonscopia, tac, endocrinologia. E dobbiamo pretenderlo dall’ASL sia perché il nostro territorio rientra nel cosiddetto cratere ILVA, sia perché sono stati stanziati appositamente 10 milioni di euro! In passato, abbiamo preteso che la nostra struttura ospedaliera avesse una TAC all’avanguardia: ebbene, detta TAC, che è costata milioni di euro, viene usata poco; per un controllo per tumore al colon la lista di attesa è di ben 4 mesi! Vogliamo dei medici assegnati alla nostra struttura, perché spesso per coprire turni a Castellaneta non si assicurano o potenziano attività su Massafra. Non possiamo risolvere ancora oggi problemi di altri ospedali sacrificando i nostri cittadini! La politica deve entrare in merito a queste questioni per salvaguardare il diritto alla salute! A tutt’oggi non sono state attivate ancora le sale operatorie per piccoli interventi. E’ necessario chiedere una sala gessi per piccoli traumi (posizionamento gessi, bendaggi, rimozione gessi) e ciò per evitare che il paziente si rechi necessariamente a Castellaneta. L’ASL ha l’obbligo di assicurare queste attività soprattutto in considerazione del fatto che la nostra città ha visto chiudere il proprio ospedale! Quanto alla salute delle donne e relativamente al PROGETTO DONNA, che il coordinamento delle democratiche di Massafra ha avuto modo di seguire nei due anni precedenti, si segnala che, a tutt’oggi, non è stato attivato nessun percorso di prevenzione e screening con la presa in carico della donna.
  • 9. I tanti, troppi episodi di violenza e morte a carico delle donne, la recente approvazione alla Camera delle norme sul femminicidio richiedono da parte nostra una forte campagna di divulgazione e sensibilizzazione, nonché di pretendere che venga attivato al consultorio un centro ascolto per la violenza sulle donne. Massafra deve cambiare! Come due anni fa, anche oggi, la nostra attenzione non può non essere rivolta ad implementare tutti quei servizi che conciliano il binomio VITA – LAVORO, con particolare attenzione a strutture quali asili nido o altre per l'infanzia, finalizzate non solo all'educazione e formazione dei minori ma anche a supportare le esigenze di vita e lavoro delle madri. Ma il persistere della crisi economica trasformatasi ormai in recessione, il crescente e pauroso numero di nuovi poveri, la schiera infinita di cassaintegrati, disoccupati ed inoccupati, il numero crescente di sfrattati, l’assenza di una edilizia popolare, ci dovranno far affrontare politiche di sostegno a favore dei bisogni delle fasce più deboli; ci dovranno vedere impegnati in politiche volte alla esenzione e riduzione della tassazione. Massafra deve cambiare! La recente emanazione della Legge Regionale sulla tutela dei beni culturali, presentata a Massafra in un gremitissimo Palazzo della Cultura, oltre a rappresentare un unicum sul territorio italiano, è per tutti noi un nuovo input alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Promuovere la cultura ed il territorio significa attrarre turismo, significa occasione di crescita.Il superamento della dicotomia pubblico / privato ci spingerà a dare il nostro sostegno ed a favorire la creazione di quelle Associazioni e Cooperative che davvero svolgono un valido compito di sostegno alla tutela e promozione dei nostri beni culturali. Massafra deve cambiare! A causa delle defezioni verso destra e /o a causa di flussi ondivaghi di alcuni esponenti di centro della colazione, il lavoro di opposizione svolto in Consiglio Comunale dai parte dei nostri Consiglieri è diventato più complicato: sarà necessario, pertanto, intensificare l’opposizione da parte del nostro Circolo! L’assenza di video riprese dei Consigli comunali, poi, rende più difficile per i cittadini conoscere tempestivamente quanto accade in Palazzo di città nonché conoscere il costante lavoro di opposizione e proposta dei nostri Consiglieri: bisognerà, quindi, diffondere il più possibile le notizie sfruttando ogni mezzo di comunicazione della cosidetta E- democracy, e, nel contempo, costituire presso il nostro Circolo un archivio, consultabile da tutti, degli atti più importanti che vengono deliberati ed approvati in consiglio comunale da parte dei nostri Consiglieri e non solo! Massafra deve cambiare!! Una città che non si occupa dei giovani è una città che non ha futuro e lo toglie ad una intera generazione! Se all’assenza di lavoro si aggiunge la totale mancanza di offerta di una città fruibile ed attrattiva, assisteremo ad una continua migrazione dei nostri giovani. Se l’amministrazione non offre ai giovani stimoli culturali, artistici, musicali, se non si offre loro una concezione avveniristica della società e se non li si coinvolge in un progetto di crescita e valorizzazione della nostra città, ascoltando le loro esigenze ed i loro desideri, ma ci si affida solo e soltanto all’iniziativa, pur lodevole dell’associazionismo, vedremo ogni sabato sera, ogni estate, ogni giornata festiva, svuotarsi le nostre piazze, le nostre strade!
  • 10. Non credo che si possa essere contenti nel sapere che il principale luogo di incontro dei nostri giovani sono i bar! Essi hanno bisogno di spazi verdi e di luoghi di ritrovo: prova ne è il fatto che l’unica zona verde fruibile di Massafra – cosiddetta zona famila - è quella più attrattiva! Hanno bisogno di luoghi in cui poter studiare e fare ricerca; c’è bisogno, ad esempio, che la biblioteca sia riscaldata (sembra esser tornati nel medioevo…. sarà forse perchè il castello è di quell’epoca….), con il wi-fi gratis.. Abbiamo bisogno di scuole sicure, pulite e con le aule già predisposte per ciascuna classe costituita e non, come è accaduto quest’anno, alla Pascoli/ Don Bosco, dove si è avviato l’anno scolastico con due aule in meno….. Per fortuna, dopo che intere generazioni, di alunni hanno atteso invano per trent’anni, grazie al Partito Democratico i giovani massafresi oggi hanno un nuovo liceo scientifico. Le Donne Democratiche devono cambiare! "La forza delle donne deriva da qualcosa che le psicologia non può spiegare." Così diceva Oscar Wilde a proposito delle donne…. “Se è vero che la struttura sociale (e istituzionale) del Mezzogiorno tende a consolidare e riproporre un ruolo “marginale” delle donne è vero anche l’esatto inverso: è proprio questa condizione delle donne che, lasciando inutilizzato uno straordinario potenziale di capitale umano e quindi di sviluppo, contribuisce a mantenere lo stato delle cose al Sud. Tuttavia, sfuggono a questo circolo vizioso un numero sempre crescente di donne che si vanno affermando nel mondo delle professioni liberali, nell’imprenditoria, nel mondo della scuola e della ricerca, nel terzo settore, nell’industria culturale, nel mondo dell’arte. Ad una loro crescente presenza, tuttavia, non sempre (anzi, assai di rado) corrisponde il relativo peso in posizioni apicali – di cui, la rappresentanza politica è per molti versi un aspetto.” Questa è la conclusione a cui giunge l’indagine SVIMEZ del 2012, sottolineando inoltre come tutti i segnali indicano come la donna, nonostante sia ISTITUZIONALMENTE SFAVORITA, non vuole interrompere il processo di affermazione politica economica e sociale cominciato da tempo. Infatti per contribuire ad invertire il declino dell’intero sistema produttivo sociale, economico e politico e realizzare sostanziali modifiche dei modelli di vita e lavoro bisogna investire sulle donne ( magari le più istruite e qualificate) per concretizzare uno sviluppo innovativo , durevole e sostenibile. Sono infatti le donne, con la loro attenzione ai bisogni concreti delle persone e la capacità di promuovere azioni concrete per dare risposte efficaci in tempi ragionevoli, valorizzando anche le piccole cose che migliorano quotidianamente la qualità della vita, la principale risorsa per il rilancio dell’economia e della politica nazionale e soprattutto del Sud che può e deve tornare ad essere protagonista attivo nel disegno strategico di ridefinizione di un piano economico, sociale e politico complessivo. E’ attraverso le donne che si mette in gioco il modello di sviluppo e la crescita del Paese. Molti paesi europei lo hanno capito e hanno già messo in atto POLITICHE PUBBLICHE a favore della formazione in tutti campi e soprattutto rivolte alla formazione (che poi diventa occupazione) di talenti per settori innovativi come la GREEN ECONOMY, Servizi avanzati alle imprese e alle persone, a differenza dell’Italia (soprattutto meridionale) che non prevede nulla; anzi il nostro Governo tenta ancora di rompere alcuni equilibri che depotenziano la crescita del nostro Paese. Questa necessità è ovviamente più forte in una società bloccata come è quella del Sud. Bisogna dare vita ad un nuovo patto sociale che riduca i profondi divari di genere e che non si limiti solo a ridefinire il telaio di diritti e tutele all’interno del ristretto mondo delle forze attuali. Inoltre le Politiche di Coesione intraprese che sostengono il miglioramento di quei servizi pubblici che mirano a favorire lo sviluppo e che liberano soprattutto le donne da vincoli derivanti dalla inadeguatezza del nostro modello sociale, devono (sempre secondo le conclusioni della indagine
  • 11. Svimez del 2012) essere completate distraendo risorse da aree improduttive verso un programma straordinario per il lavoro che incida sull’offerta formativa e di gestione del mercato del lavoro favorendo l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne e le iniziative imprenditoriali. Ma è soprattutto sul piano della politica che le donne devono rilanciare per avere risposte immediate acquisendo quella consapevolezza di CITTADINANZA ATTIVA da trasfondere in tutti i settori della vita sociale ed economica del Paese. La politica intesa come partecipazione in tutti gli ambiti e livelli della società come espressione ed esercizio pieno della propria cittadinanza sociale. Le donne devono costruire un percorso di guida per le istituzioni realizzando quell’equilibrio nella partecipazione paritaria che sono l’espressione di una civiltà realmente avanzata. In questa ottica e alla luce di questa realtà va interpretata anche la condizione femminile del nostro paese. Le donne Massafresi sono ancora molto lontane dalla necessità di una conquista piena di CITTADINANZA Attiva che abbia poi un forte impatto nella vita politica, economica e sociale del Paese. Sono praticamente assenti nel Governo del Paese e sono purtroppo scarsi gli interventi di sensibilizzazione del Comitato per le Pari Opportunità volti a sviluppare quel senso di partecipazione per l’ottenimento anche di una migliore qualità della vita che riguardano tutti gli aspetti della vita del nostro comune: dalla pulizia, agli spazi verdi, ai servizi sociali, allo sviluppo economico etc. . Bisogna sviluppare quel senso di “APPARTENENZA” che le donne vivono di rimando ma mai in prima persona, facendo crescere l’ineguagliabile sensazione di far parte di qualcosa di più grande di noi: l’appagamento di partecipare, condividere e andare oltre insieme. Solo così ognuno di noi può essere la base di quella collettività migliore che vogliamo costruire, collettività all’interno della quale la donna deve essere una figura chiave. Imma Semeraro ***** “Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita” Enrico Berlinguer