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1 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
CSELT
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
CSELT S.p.A.
Stato Italia
Forma
societaria
Società per azioni
Fondazione 1961 (con nome CSEL e
ridenominato CSELT
nel dicembre 1964) a Torino
Chiusura 6 marzo 2001
Sede
principale
Torino
Persone
chiave
 Giovanni Oglietti
 Luigi Bonavoglia
 Alberto Loffreda
 Giovanni Perucca
 Giulio Modena
 Basilio Catania
 Cesare Mossotto
Settore telecomunicazioni
Prodotti telefonia fissa, telefonia
cellulare, telefonia
pubblica, telefonia
ISDN, Internet e televisione via
cavo
Fatturato 260 miliardi di lire (2000)
Dipendenti 1.200 (di cui 65% laureati)
(2000)
Modifica dati su Wikidata · Manuale
CSELT (acronimo di Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni) è stato un istituto
di ricerca torinese nel campo delle telecomunicazioni[1][2]
, il principale del ramo in Italia e uno dei più
importanti d'Europa e a livello internazionale[3][4][5]
.
2 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
Nato come centro di ricerca per l'intero conglomerato IRI-STET[6]
, l'autorevolezza del centro fu presto
riconosciuta in tutto il mondo nella ricerca applicata, innovativa e spesso anche pionieristica, in molti
settori delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla commutazione numerica, le fibre ottiche, le
tecnologie vocali e la standardizzazione internazionale di protocolli e tecnologie come a esempio,
l'invenzione dell'MP3, ideata, promossa e coordinata dal centro[7]
.
Dopo il drastico ridimensionamento a cavallo degli anni duemila, la maggior parte delle strutture sono
confluite prima in Telecom Italia Lab (società del gruppo Telecom Italia) e successivamente in TIM,
oltre che in altre società nate come spin-off quali a esempio Loquendo nel 2001, attiva nell'ambito
del riconoscimento e la sintesi vocale.
Materiale storico di CSELT è conservato nell'Archivio Storico di TIM[8][9]
. Il sito CSELT è disponibile
negli archivi del Web a partire dal 1998[10]
; qui sono archiviati anche gli abstract dei Rapporti Tecnici
(CSELT Technical Reports) dal 1995 al 1999[11]
, una delle principali pubblicazioni scientifiche aziendali,
edita dal luglio 1973. Elenchi di brevetti a nome CSELT sono anche disponibili sul Web.[12][13]
Nel 2011 è partito il progetto CSELTMUSEUM[14]
con lo scopo di raccogliere e pubblicare sul Web
documenti storici inediti, o difficilmente reperibili, relativi all'attività del Centro.
Indice
[nascondi]
 1Storia
o 1.1Origini e anni sessanta
o 1.2Anni settanta
 1.2.1La ricerca sulle fibre ottiche
 1.2.2La commutazione numerica e i "Gruppi Speciali"
 1.2.3Le immagini in 3D della Sindone
o 1.3Anni ottanta
 1.3.1Trasmissione satellitare
 1.3.2Lo sviluppo delle tecnologie vocali
 1.3.3HDT
o 1.4Anni novanta
 1.4.1L'orientamento al cliente unico
 1.4.2Telefonia mobile
 1.4.3Rete fissa
 1.4.4Internet
 1.4.5MP3
o 1.5Anni 2000
 2Direttori
 3Note
 4Bibliografia
 5Voci correlate
 6Collegamenti esterni
Storia
Origini e anni sessanta
Il centro venne fondato a Torino nel 1961, inizialmente con il nome di CSEL - Centro Studi E Laboratori
- come centro studi e sperimentazioni della Stipel, in attuazione della volontà espressa fin dal 1955 dal
direttore Giovanni Oglietti[15][16][17][18]
, che ne fu poi il primo presidente fino al 1968. Dopo la nascita
della SIP nel 1963, esso confluì nel gruppo IRI-STET e assunse il nome definitivo il 5 dicembre 1964
occupandosi fin dall'inizio di studi sull'affidabilità degli apparati di commutazione telefonica della rete
italiana che, a partire dal 1963, stava nascendo come organizzazione unificata a livello
nazionale.[senza fonte]
Giovanni Oglietti pose come obbiettivo del Centro l'unificazione e l'orientamento delle scelte nel medio-
lungo termine delle aziende telefoniche acquisite da STET. Nacquero così numerosi filoni di ricerca
avanzata, quali la trasmissione e la commutazione numerica del segnale telefonico, lo studio del traffico
della rete telefonica e della sua gestione. Il Centro, sempre per volontà del suo fondatore, nacque sul
modello di riferimento dei Bell Labs, all'interno di un contesto in cui anche la capogruppo IRI si ispirava
3 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
a modelli statunitensi nel settore della ricerca e sviluppo[19]
. Non sempre però il suo ruolo e il suo potere
decisionale all'interno del gruppo furono definiti chiaramente, a differenza di quanto avvenne in centri di
ricerca analoghi come il CNET in Francia[20][21][22][23]
; in particolare non gli fu assegnato del tutto
chiaramente il ruolo di "Technology Transfer", per mancanza di decisioni politiche in tal senso[24]
,
sebbene in diverse occasioni riuscì ad agire effettivamente come tale.
Dopo una prima fase di espansione, Luigi Bonavoglia[25]
fu nominato primo direttore generale nel
dicembre 1967, quando CSELT contava già circa 130 addetti. In quella data fu inaugurata la sede
torinese principale in via Reiss Romoli, con la caratteristica torre alta 75 metri opera dell'architetto Nino
Rosani[26][27][28][29]
. Il centro faceva parte del gruppo STET, ma lavorava anche su committenze esterne,
anche internazionali, e su progetti di grandi dimensioni. Questo accadde in particolare nel 1968 per un
progetto sperimentale di comunicazione numerica via satellite con tecnica TDMA da parte della
compagnia statunitense COMSAT[30]
. Questa commessa contribuì alla fama internazionale del Centro
che, in questo periodo (1967-1968), partecipò attivamente anche alle specifiche di standardizzazione
del PCM europeo. Il contributo tecnico alla definizione di standard di comunicazione sarà una costante
per tutta la vita futura di CSELT[31]
. Tra le prime competenze riconosciute a CSELT a livello
internazionale figurarono i ponti radio e la progettazione di antenne, anche nel campo delle trasmissioni
satellitari come avvenne già nella commessa citata[32]
.
Nel 1969 il Centro iniziò lo studio delle reti a commutazione di pacchetto, tecnica usata anche nei
protocolli alla base della rete Internet; tuttavia l'interesse maggiore fu rivolto ai servizi propriamente
telefonici della SIP piuttosto che a quelli di trasmissione dati in senso lato in quanto questi ultimi
all'epoca erano assimilati ai servizi postali e quindi di competenza diretta del Ministero delle poste e
delle telecomunicazioni. Per questo motivo l'argomento da studiare fu considerato non tanto ciò che
stava nascendo intorno al progetto originario di Internet ARPANET, ma piuttosto il protocollo X.25 in
quanto ritenuto più adatto all'architettura tipicamente telefonica, con molta "intelligenza" nella rete e
poca nei terminali. Inoltre, la standardizzazione dell'X.25 da parte del CCITT era a uno stadio ormai
avanzato e con diverse caratteristiche tecniche già assodate, come a esempio nel controllo degli errori
di trasmissione[33]
.
L'approccio dell'X.25 (detto "core and edge", ovvero con la ripartizione di funzionalità nettamente
distinte tra l'insieme dei nodi di transito e l'insieme dei nodi agli estremi della rete) sarà mantenuto nei
diversi protocolli concepiti per la rete fissa futura come a esempio, nel caso di ATM. A partire da questi
primi studi, CSELT diede poi in seguito il suo contributo, soprattutto in termini di progettazione, anche
alla nascita della rete X.25 Italiana, chiamata Itapac[34]
.
Anni settanta
La ricerca sulle fibre ottiche
Dopo una fase di studi e sperimentazioni di trasmissione ottica di segnali numerici mediante fascio
laser nello spazio libero nella seconda metà degli anni sessanta a opera di Leonardo Michetti[35]
,
nel 1971 il Centro inizia l'attività sulla trasmissione guidata su fibra ottica. Questa fu preceduta anche
dallo studio della trasmissione su guida d'onda metallica circolare. L'azienda statunitense Corning
Glass Works[36]
nel 1970 annunciò per prima la realizzazione di fibre ottiche aventi un'attenuazione
inferiore ai 20 dB/Km[37]
, un limite definito a priori per lo sfruttamento pratico di queste tecnologie nelle
telecomunicazioni. È proprio un accordo con la Corning nell'ottobre 1973 che permise al Centro di
avviarne la sperimentazione congiunta[38]
. Le sperimentazioni sulla fibra ottica coordinate dal Centro, in
collaborazione con altre società del gruppo IRI-STET, tra cui anche Sirti, Pirelli e SIP, fecero sì che
Torino divenisse la prima città al mondo con un cablaggio in fibra ottica[39][40][41][42][43]
nel 1977, grazie
una connessione sperimentale della lunghezza di 9 km (la più lunga fino a quel momento mai
sperimentata nel mondo)[44]
.
Un risultato importante di quel progetto fu anche l'ideazione di un nuovo processo per giuntare i
tronconi di fibra ottica in maniera semplice e rapida, alla portata di un operaio formato a tale processo,
in luogo del complesso processo allora in uso e richiedente numerose e accurate misurazioni con
strumentazione costosa. Tale giunto venne chiamato Springroove® ed è documentato nel brevetto di
Giuseppe Cocito[42][45][46]
.
L'obiettivo generale della tecnologia della fibra ottica era di disporre di un mezzo trasmissivo più
conveniente dei cavi coassiali in rame in termini di banda trasmissiva, passo di ripetizione, tasso di
errore e immunità alle interferenze. La fibra ottica era estremamente più sottile (125 micron con il
cladding) dei cavi coassiali usati allora (tipicamente di 11 millimetri di diametro) e riduceva la necessità
4 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
di ripetizione dei segnali, rendendola adatta alle trasmissioni a lunga distanza. Le ricerche sulle fibre
ottiche portarono alla pubblicazione della prima monografia al mondo sull'argomento[47]
, e a numerose
altre ricerche che ottennero diversi riconoscimenti in ambito internazionale. Nel 1976 il nuovo direttore
generale del Centro, Basilio Catania,[48][49][50]
era anche un esperto di fibre ottiche, mentre Luigi
Bonavoglia, cui il Centro deve gran parte dei suoi primati tecnici, assunse il titolo di presidente. Più tardi
allo stesso Basilio Catania, come riconoscimento internazionale del Centro, fu consegnato il premio
"Eurotelecom Prize" da Juan Carlos di Spagna. Nel 1978 viene realizzato e sperimentato nel Centro un
sistema di trasmissione in fibra a 560 Mbit/s su 6 Km di distanza[51]
.
La commutazione numerica e i "Gruppi Speciali"
Accanto alla ricerca sui mezzi trasmissivi, si intraprese la ricerca sulla applicazione della commutazione
numerica alle centrali telefoniche, resa fattibile dagli sviluppi della microelettronica digitale e
dell'informatica[52]
. Questo sviluppo, diretto da Alberto Loffreda[53]
, grande esperto di commutazione
telefonica per la sua precedente esperienza in Ericsson, si concretizzò con la messa in opera dei
"Gruppi Speciali" di Mestre. Questa fu la prima centrale completamente numerica italiana anche se a
titolo sperimentale, una sorta di prototipo avanzato, e seconda in Europa, anticipata solo dal francese
Platon (E-10), di un anno precedente[54][55]
. È in questo periodo che anche l'Informatica entra
pienamente nelle attività di ricerca del Centro.
La centrale fu denominata "Gruppi Speciali" in quanto, grazie alle nuove tecniche numeriche, avrebbe
dovuto offrire una serie di servizi "speciali" agli utenti collegati. Essa fu un vero e proprio sistema
elettronico specializzato nella commutazione dei canali telefonici digitalizzati (PCM) e multiplati nel
tempo (TDM) secondo lo standard europeo a 32 canali. La centrale, completamente ridondata, fu
dotata anche di numerosi accorgimenti avanzati di autodiagnosi e riconfigurazione per soddisfare gli
stringenti requisiti di disponibilità del servizio telefonico che era di 2 ore massime di disservizio in 40
anni. L'elettronica venne realizzata all'interno del Centro utilizzando circuiti integrati
commerciali TTL ed ECL (questi ultimi con tempi di commutazione dell'ordine di 3 nanosecondi), con
una tecnica modulare di derivazione Comsat adatta alla realizzazione prototipale che prevedeva i
cablaggi di backplane in wire-wrap, adatti alla prototipazione rapida. La rete di connessione da 1024
canali, costituita da uno stadio temporale realizzato mediante una memoria bipolare veloce (ECL),
venne commissionata all'americana AMS (Advanced Memory Systems)[56]
. La rete di connessione in
tecnologia digitale è una fondamentale evoluzione rispetto alle centrali semi-elettroniche della
generazione precedente (come l'1ESS del Bell System), in cui la commutazione dei canali telefonici era
ancora elettromeccanica essendo attuata mediante relè di tipo reed. Anche la prima centrale elettronica
del sistema PROTEO di Sit Siemens (successivamente, Italtel), installata nel 1975, aveva una rete di
connessione in tecnica PAM (Pulse Amplitude Modulation) e quindi non era completamente numerica.
Il riconoscimento della segnalazione tra centrali con codice multifrequenza era effettuato con tecniche
di filtraggio numerico da un banco di filtri appositamente progettati[57][58]
. Il software di controllo, a partire
dal sistema operativo fino al software applicativo installati sul calcolatore di processo GP16 della
Selenia, fu sviluppato nel Centro. Sulla centrale installata a Mestre e su un altro esemplare simile
installato nel Centro verranno sperimentati nuovi servizi allora non disponibili sulle centrali tradizionali.
La centrale di Mestre rimase operativa per circa 14 anni, fino al 1986. Dopo la realizzazione dei Gruppi
Speciali, e una conseguente maggiore collaborazione con Italtel (a quei tempi, chiamata Sit-siemens),
CSELT progettò anche diversi processori (M16, M20, e altri successivi), dedicati al controllo delle
centrali telefoniche, adottati poi dalla stessa Italtel e da altri costruttori nel mondo.
Le realizzazioni di quel periodo furono possibili grazie agli sviluppi di una tecnica hardware modulare
usata in COMSAT e introdotta inizialmente in CSELT da Giovanni Perucca[59][60][61][62]
che ebbe anche
un ruolo rilevante nel progetto dei Gruppi Speciali. Questa tecnica portò alla realizzazione nel Centro di
quattro famiglie di moduli logici standard (serie 10,100 ,250, 500) a frequenze di clock crescenti fino a
500 Mhz, messe a punto nel laboratorio di alta velocità della sezione commutazione[63][64][65]
. Questo
laboratorio, sotto la guida di Piero Belforte[66][67][68]
, raggiunse in breve tempo un livello di eccellenza in
campo mondiale grazie soprattutto allo sviluppo di algoritmi di modellamento e simulazione basati su
innovative tecniche a onda e sulla riflettometria temporale [69]
che permisero la realizzazione di svariati
sistemi numerici avanzati negli anni settanta e ottanta[70][71]
. Tra i primi degli anni settanta si ricordano la
base tempi triplicata a 32,768 Mhz dei Gruppi Speciali[72][73][74]
del 1971-72 e il commutatore numerico
monostadio da 8192 canali TDM a 64Kbps del 1973. Quest'ultimo, completamente modulare e
ridondato con uno schema 1 su 8[75][76]
, funzionante a una frequenza di clock di 81,920 Mhz, stabilì un
record mondiale di complessità e velocità per quei tempi[77][78]
. Questo commutatore (EC 8000) venne
5 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
concepito come il nucleo di una centrale di transito compatibile con la tecnologia dei Gruppi Speciali e
fu sottoposto a una prova di esercizio sperimentale che ne confermò l'affidabilità[79]
.
Gli innovativi algoritmi di simulazione di quegli anni, successivamente generalizzati[80][81]
, costituiscono
tuttora lo stato dell'arte per la progettazione hardware di sistemi numerici multi-gigabit[82]
, come i
moderni router IP, e offrono prestazioni di ordini di grandezza superiori alle tecniche tradizionali (Analisi
Nodale, Spice)[83][84]
anche nella simulazione elettromagnetica[85][86]
. A più di quaranta anni dalla sua
ideazione, l'attività di ricerca relativa a queste tematiche è tuttora in corso nell'ambito del progetto
SWAN/DWS[87][88][89]
.
Una innovazione di fine anni settanta inizio anni ottanta che conobbe un grande successo industriale e
commerciale fu il circuito integrato LSI per la commutazione TDM dei canali PCM, chiamato ECI
(Elemento di Commutazione Integrato)[90]
. Esso fu ideato da Piero Belforte nel 1978 e successivamente
brevettato[91][92]
. Il circuito integrato fu progettato da Vittorio Masina (SGS)[93]
su specifiche CSELT
elaborate anche da Bruno Bostica e Luciano Pilati e fu prodotto dalla stessa SGS
(oggi, STMicroelectronics) a partire dal 1981, anche quando questa azienda non apparteneva più al
gruppo STET. La famiglia di sei componenti integrati ASIC per la commutazione TDM concepita nel
Centro[94][95]
fu adottata da numerose aziende. CSELT, trasferì a Italtel tutta la tecnologia relativa a
questo componenti e alle reti auto-instradanti, già provate nei suoi laboratori[96]
, che vennero così
utilizzati per la realizzazione delle nuove centrali di Italtel. Questa tecnologia ASIC, coperta da sei
brevetti internazionali[97][98]
, costituisce tuttora il nucleo delle centrali della Linea UT che equipaggiano
più dei due terzi delle centrali operative in Italia[99]
oltre che essere state esportate in numerosi paesi
del mondo. Le unità di commutazione da 1024 canali basate sul componente principale ECI (M088 per
SGS[100]
), oggi denominato M3488[101][102]
e su altri cinque circuiti di supporto[103][104][105][106]
, pure
prodotti da SGS, utilizzavano una logica d'instradamento distribuita con l'uso di controller a
microprocessore (Z80) a livello di singola unità atti a rendere il commutatore auto-instradante. Le
strutture multistadio (fino a cinque stadi per reti da 64000 canali) erano caratterizzate da una enorme
capacità di smaltimento di traffico e da una potente auto-diagnostica. L'ECI si compone di 35.000
transistor (n-MOS a 4um nella prima realizzazione e, successivamente, CMOS) per una matrice non
bloccante di 256 x 256 canali PCM. Circa 27 Milioni di linee telefoniche di molti paesi sono tuttora
servite dalle centrali TDM che utilizzano i componenti e le strutture di commutazione dello CSELT. A
queste si aggiungono quelle della rete mobile e le applicazioni sulle reti private (PABX). Una
comparazione delle tecnologie di commutazione CSELT precedentemente illustrate (Gruppi
Speciali/EC8000 e reti ASIC) con le più recenti, che fanno uso di router IP nella rete backbone di TIM, è
illustrata in[107]
e in[108]
. È interessante notare come, a circa quaranta anni dalla sua ideazione (1978), la
tecnologia di commutazione ASIC TDM di CSELT coesista ancora con la tecnologia IP nella rete
attuale di TIM nonostante il processo di "decommissioning" del TDM, iniziato appunto dalla rete
backbone nei primi anni duemila[109]
.
Un altro esempio di innovazione negli sviluppi dei Gruppi Speciali è il brevetto di Alberto Ciaramella
applicato nel 1975 riguardante una procedura di bootstrap automatico del calcolatore[110]
che, anziché
avviarsi tramite una serie di comandi impartiti manualmente dall'operatore in una serie di memorie
volatili con conseguente rischio di errori, caricava automaticamente i comandi di avvio da una memoria
fissa (ROM, dispositivi di memorizzazione a semiconduttori in luogo delle schede perforate o delle
memorie di altro tipo, a esempio a ferrite) e separata da quella di esecuzione o di massa dedicata allo
storage dei programmi applicativi (oggi la norma per la larga maggioranza di computer): il risultato era
una affidabilità nell'avvio molto maggiore rispetto allo standard dei computer dell'epoca e una
procedura di avvio più semplice, perché ottenuta dalla pressione di un singolo tasto.
Infine, nel 1974 il Centro presentò il primo sintetizzatore vocale in tempo reale italiano, uno dei primi nel
mondo, MUSA, prodotto dal gruppo guidato da Giulio Modena. Una seconda versione, rilasciata nel
1978, era capace di cantare[111]
. Nel 1978 il gruppo di CSELT era la sola realtà industriale al mondo -
oltre all'americana AT&T - a disporre di una tecnologia di sintesi vocale di interesse commerciale[112]
.
Le immagini in 3D della Sindone
Nel 1978 il Centro, su iniziativa del prof. Giovanni Tamburelli[113]
dell'Università di Torino, realizzò
presso i propri laboratori alcune immagini tridimensionali della Sindone di Torino[114][115][116][117]
, di
ancora maggiore nitidezza delle prime immagini tridimensionali realizzate appena pochi mesi prima da
due tecnici della NASA, Jackson e Jumper[118]
. Responsabile per il Centro era Giovanni
Garibotto.[119][120][121]
6 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
Un secondo risultato di Tamburelli fu nell'elaborazione di tali immagini che, oltre a evidenziare la reale
tridimensionalità della figura dell'uomo della Sindone, mostrarono la rimozione visuale del "sangue"
presente su tutta la figura. Anche le immagini di CSELT ebbero diffusione su giornali e riviste in tutto il
mondo, cosa che ha reso il nome del centro conosciuto anche dal grande pubblico internazionale. Tali
studi sull'elaborazione di immagini sono state applicate dal Centro anche nello studio
della Sismologia.[122]
In questi anni il personale aumenta di circa 45 unità ogni anno, per circa sette anni, assumendo e
formando ingegneri, periti, ma anche matematici e fisici, da tutta Italia e perfino qualcuno dall'estero[123]
.
La possibilità di scelta di profili eccellenti o particolarmente promettenti da assumere in CSELT è resa
possibile dal mercato del lavoro particolarmente favorevole di quegli anni.[124]
Anni ottanta
Durante gli anni ottanta vi furono ulteriori progressi nella sperimentazione sulle fibre ottiche. Bruno
Costa sperimentò per la prima volta la trasmissione di flussi informativi ad alta velocità per centinaia di
km senza l'utilizzo di ripetitori intermedi[125][126]
. Tra le applicazioni importanti vi fu la partecipazione al
progetto per il cavo transoceanico TAT-8[127][128]
che realizzò il primo collegamento transatlantico in fibra
ottica. Altre applicazioni della tecnologia ottica hanno riguardato la realizzazione di circuiti ottici come, a
esempio, gli amplificatori di segnali ottici e opto-elettronici per trasmissione ad alta velocità.
Nel campo della commutazione il Centro partecipò alla sperimentazione dell'ISDN fin dalle sue prime
versioni[129][130]
, in collaborazione con costruttori europei quali Italtel e Siemens. Nel 1984 fu realizzato
un primo esperimento di servizi ISDN in occasione dell'International Switching Symposium ISS '84
a Firenze[131]
. Le attività proseguirono nel campo della evoluzione della ISDN verso l'offerta di servizi a
larga banda (B-ISDN)[132][133][134]
. Per esempio nel 1987 venne realizzato un commutatore a larga banda
per servizi video diffusivi ad alta definizione (HDTV) a 243Mbit/s[135]
basato sul bus di backplane
SUPERBUS[136]
progettato mediante le tecniche simulative del laboratorio di alta velocità[137]
. Lo studio
e la realizzazione di questi bus paralleli operanti fino a 320Mbyte/s fu presentato all'International
Switching Symposyum del 1987 (ISS '87) a Phoenix.[138][139]
Questa tecnologia portò al progetto di
circuiti ASIC ad alta velocità che vennero specificati alla AMCC americana[140]
per la realizzazione del
display ad altissima risoluzione MAGICS[141]
dei sistemi radar CDS2000 per controllo del traffico aereo
della Selenia. Questi sistemi, commercializzati da Selenia (successivamente, Alenia) ed esportati in
diversi paesi del mondo, sono tuttora operativi. Per l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) venne effettuato
all'inizio del decennio lo studio di fattibilità di matrici di commutazione ad alta velocità per l'impiego a
bordo di satelliti di telecomunicazioni[142]
. Questi studi e successive collaborazioni con Selenia Spazio
portarono alla realizzazione della matrice di commutazione a bordo del satellite ITALSAT[143][144][145]
.
Questi ultimi sono esempi delle consulenze che il Centro svolgeva per aziende del gruppo STET e per
quelle esterne al gruppo, grazie al know-how maturato nel corso degli anni. Alla fine del decennio le
consulenze vennero rivolte quasi esclusivamente a Telecom Italia e le attività di alcuni laboratori ad alta
tecnologia, come quello delle tecniche ad alta velocità, vennero chiuse, con la conseguente perdita del
know-how accumulato in quasi venti anni di attività. Lo stesso accadde per la ricerca nel campo della
simulazione a livello fisico dei sistemi a larga banda[146][147]
.
Verso la fine degli anni ottanta iniziò in CSELT un'attività di studio sull'applicazione delle fibre ottiche,
anche multimodo, all'interconnessione tra sottosistemi di apparati digitali come alternativa ai cavi in
rame. Le prime applicazioni furono le cosiddette "isole ottiche". Queste primi studi vennero presentati
all' ISS '90 di Stoccolma[148][149]
. Come tecnica di commutazione più flessibile e promettente per la B-
ISDN venne individuato dal CNET francese l'ATM (Asynchronous Transfer Mode)[150]
, successivamente
standardizzato con un formato di cella fisso a 48 byte[151]
. Questa fu la linea scelta a quei tempi dagli
operatori di TLC che provarono a imporre questo formato come standard universale. In parallelo, il
protocollo IP di Internet si stava sempre di più affermando al di fuori del comparto TLC come uno
standard de facto. Lo CSELT partecipò attivamente allo studio della tecnica ATM fin dall'inizio, dal
1983, partecipando anche a diversi progetti internazionali, quali il progetto europeo LION[152][153]
per la
realizzazione di reti geografiche anche basate su ATM.
Trasmissione satellitare
Il 26 febbraio 1983 avvenne la prima dimostrazione pubblica della prima trasmissione satellitare
televisiva al mondo a essere a norma internazionale, in bianco e nero. Per la sperimentazione fu
utilizzato SIRIO-1, il primo satellite italiano, e il sistema fu realizzato a partire dal 1977 da un gruppo
formato anche da personale CSELT e altre aziende del gruppo come Telespazio, Italtel, oltre al CNR e
7 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
a personale di ricerca del Politecnico di Torino[154]
. Dopo questo sviluppo, il Centro collaborò ancora
attivamente nel settore spaziale del gruppo per la progettazione di antenne per altri satelliti, come
IntelsatV e Italsat, matrici di commutazione di bordo e strutture dicroiche[155]
.
Lo sviluppo delle tecnologie vocali
Lo stesso argomento in dettaglio: Loquendo.
Di pari passo alle sperimentazioni sui mezzi fisici di trasmissione, proseguì la ricerca sulla codifica del
segnale vocale orientata ad aumentare la capacità trasmissiva anche con l'utilizzo di tecniche di
compressione del segnale (a esempio, gli studi di Giancarlo Pirani e Renato Dogliotti[156]
). Lo studio
delle tecniche di compressione coinvolse tanto l'utilizzo di tecniche statistiche per la compressione del
segnale, quanto lo studio dei fenomeni psico-acustici del segnale sorgente stesso (come a esempio fu
applicato, pochi anni più tardi, nello standard MP3).
Già dal 1980, accanto alle sperimentazioni di sintesi vocale che portarono alla realizzazione del circuito
integrato M3950 progettato dal gruppo di Marco Gandini e poi prodotto da SGS[157]
, iniziarono in
CSELT gli studi sulle tecnologie di riconoscimento vocale[158][159]
(a esempio, nel caso
del riconoscimento del parlatore[160]
), in Italiano e in diverse altre lingue[161][162]
.
Questo filone si sviluppò grazie alla partecipazione del Centro a due importanti progetti Europei,
ESPRIT SIP P26, e SUNDIAL, acronimo di Speech Understanding and DIALogue(ESPRIT P2218), di
tipo FP2, tra il settembre 1988 e l'agosto 1993. Il primo ebbe come risultato un prototipo di riconoscitore
vocale italiano, la cui ricerca portò anche alla pubblicazione di un testo edito da Springer nel 1990[163]
: il
volume è incentrato sugli algoritmi di riconoscimento vocale e redatto in gran parte da ricercatori
CSELT, come pure l'editor stesso, Giancarlo Pirani. Il secondo fu il primo grande progetto su vasta
scala per un "sistema di dialogo" (cioè un programma capace di dialogare con gli esseri umani tramite
l'uso della voce) in Europa, preceduto dal progetto governativo statunitense DARPA[164]
. SUNDIAL fu
inoltre il primo progetto volto a ricercare un approccio sistematico sul parlato naturale multilingua[165]
(in
particolare, sulle quattro lingue inglese, francese, tedesco e italiano). In questo progetto, CSELT
produsse il primo prototipo in assoluto di sistema dialogo per l'Italiano, aprendo un filone applicativo
anche all'interno dello Centro stesso.
Tra i risultati, vi fu anche la progettazione di RIPAC (Riconoscitore di Parlato Connesso), il
primo circuito integrato al mondo di riconoscimento vocale per il parlato "continuo" (cioè, non per sole
parole isolate).[166][167][168][169]
Dopo un periodo di conflitto tra l'indirizzo di Basilio Catania a ricerche a medio-lungo termine e la
volontà del gestore che richiedeva un'enfasi alle necessità contingenti, nel 1989 a Basilio Catania
succede Cesare Mossotto in veste di direttore generale.[senza fonte]
HDT
Per dare continuità alle attività sulla simulazione a larga banda, che erano state interrotte dal Centro, e
svilupparne il know-how, a fine anni ottanta venne fondata a Torino da Piero Belforte e Giancarlo
Guaschino la HDT (High Design Technology)[170]
la quale svilupperà negli anni una serie di prodotti
software altamente innovativi nel settore della Signal/Power Integrity (SI, PI) e della EMC[171][172]
, a
partire dal simulatore general-purpose SPRINT[173][174][175]
oggi DWS. Questo prodotto, venduto insieme
al software di visualizzazione e modellamento SIGHTS, venne presto acquisito da importanti
manifatturiere europee nei settori TLC (Alcatel, Italtel, AET ecc.), aerospaziale (Aerospatiale,Thomson-
Dassault, Selenia ecc.), automotive (Magneti Marelli,[176]
ecc.), computer (Honeywell Bull[177]
) e dallo
stesso CSELT[178]
. La HDT partecipò anche a diversi progetti Europei[179]
con partners accademici e
industriali[180]
e contribuì attivamente allo sviluppo dello standard IBIS[181][182]
. Sviluppi congiunti di
prodotti si ebbero con la franco-tedesca Anacad[183]
che commercializzava il simulatore ELDO del
CNET francese, poi ceduto a Mentor Graphics[184]
, e successivamente con la giapponese Zuken[185][186]
,
uno dei leader mondiali nel software per il progetto elettronico. Importante fu anche la collaborazione
con HP per la realizzazione dell'ambiente di modellamento e simulazione HSWB[187]
. Da HDT nascerà
nel dicembre 1997 la controllata HDT TEAM, attiva soprattutto nel comparto TLC, che diventerà anche
partner di CSELT in diversi progetti[188]
.
Anni novanta
L'orientamento al cliente unico
8 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
Durante gli anni novanta il Centro, diretto da Cesare Mossotto[189]
, si orienta esclusivamente al
miglioramento della rete e dei servizi forniti da Telecom Italia, diminuendo quindi le proprie attività con il
resto del Gruppo IRI-STET, in questi anni in fase di ristrutturazione con cessione di diversi rami di
attività. L'attività di ricerca vera e propria in questi anni viene limitata solo al 25% dell'attività
complessiva del centro, mentre la parte rimanente consiste nelle applicazioni di interesse immediato ed
esclusivo del gestore[190][191][192]
. Tale nuovo rapporto esclusivo verso l'unico cliente viene anche definita
con l'aggettivo "captive" del centro e viene presentato come garanzia di sbocco sul mercato delle
applicazioni nate nel Centro. Vengono allestiti, in particolare nella sede distaccata di via Borgaro, dei
"Test Plant" costituiti da interi apparati, come la centrale UT100 di Italtel, da sottoporre a prove di
qualificazione delle nuove versioni del software di controllo.
Tra gli interessi immediati del gestore vi era l'impiego della tecnologia di riconoscimento e sintesi vocale
al servizio di rubrica automatizzato che rispondeva al numero telefonico "12", entrato in servizio nel
1993. I servizi basati sulle tecnologie vocali utilizzavano vari prodotti nati nel gruppo di Tecnologie
Vocali, come a esempio Eloquens[193]
(commercializzato a partire dal 1993), il primo software
commerciale Text-to-Speech (TTS) capace di parlare in italiano, seguito da Actor, o il riconoscitore
vocale indipendente dal parlatore Auris[194]
, seguito da Flexus[195]
, riconoscitore vocale capace di
operare con un dizionario ampliabile e non più fisso. Questi e altri blocchi costituirono i sistemi di
dialogo per l'uso commerciale e uno di questi sistemi, Dialogos, unione di Flexus e Actor, è proprio
quello alla base del servizio 12, mentre VoxNauta permise la navigazione internet tramite comandi
vocali, facendo uso dello standard VoiceXML[196][197]
.
Un altro esempio è il progetto THRIS di qualificazione dell'hardware per
telecomunicazioni[198][199][200][201]
sviluppato in collaborazione con HP[202]
, HDT[203][204]
e Telecom Italia
con l'obbiettivo di migliorare la qualità dei prodotti acquisiti da quest'ultima per essere utilizzati nella
rete TLC. Il progetto omonimo[205]
vide anche la collaborazione di enti universitari quali il Politecnico di
Torino e L'Università di Lilla e di importanti manifatturiere del settore tra cui le francesi Alcatel e
Aerospatiale, e portò allo sviluppo di un prodotto di qualificazione altamente innovativo
successivamente acquisito da Telecom Italia[206][207]
e raccomandato dalla stessa ai fornitori. Vennero
sviluppati diversi moduli software e strumentali del sistema inclusa l'analisi predittiva delle emissioni
elettromagnetiche di piastre basata sul software di analisi post-layout PRESTO[208]
di HDT. THRIS
venne impiegato per la qualificazione di apparati di commutazione e trasmissione sia nei test plant
CSELT che di Telecom Italia. Numerose campagne di prove nelle camere anecoiche del Centro
servirono a validare i metodi predittivi sviluppati da HDT. I risultati vennero presentati a congressi sulla
EMC (Roma 1996[209]
, Zurigo 1998[210]
) e in occasione di mostre e seminari come a Brest in Francia e
presso la Hp in Italia[211]
. Venne anche creato un gruppo di utenti denominato TUG (THRIS USERS
GROUP) per la formazione tecnica sugli strumenti innovativi di verifica del progetto hardware inclusi nel
sistema. Dopo la improvvisa chiusura del progetto THRIS nel 2000, una sua evoluzione per l'impiego
su sistemi multi-gigabit, appositamente studiata da Piero Belforte in veste di ricercatore indipendente,
portò allo sviluppo del sistema di test HiSAFE[212][213]
adottato da Cisco Systems come metodologia di
inserzione di guasti simulati sui router IP di nuova generazione per aumentarne l'affidabilità e la
disponibilità di servizio. Tali sistemi di test vennero utilizzati da Cisco nella versione più aggiornata
HiSAFE+ ideata per trattare segnali numerici fino a 20Gbit/s all'interno dei router IP[214][215]
utilizzati in
Internet e nelle dorsali IP delle reti pubbliche di telecomunicazioni.
L'attività del Centro dal 1998 al 2000 è documentata in dettaglio nel sito dell'epoca che è tuttora
presente negli archivi del Web[216]
. In questi archivi sono anche conservate le edizioni del sito dal 2001
fino al 2007[217]
dopo il passaggio da CSELT a TILAB.
Telefonia mobile
Non fu tuttavia abbandonato il filone di ricerca nell'ambito più strettamente telefonico, che vide tra l'altro
le prime sperimentazioni italiane dello standard UMTS per la telefonia mobile. È proprio in CSELT
infatti, in collaborazione con TIM ed Ericsson, che fu effettuata la prima telefonata urbana UMTS in
Europa, ovvero la prima videochiamata urbana in Europa, il 16 novembre 1999[218][219]
. Inoltre, per
conto di TIM, in CSELT fu sperimentata la tecnologia per la TIM Card, la prima scheda telefonica
prepagata e ricaricabile per GSM al mondo[220]
, lanciata sul mercato il 7 ottobre 1996 e l'Italia fu dunque
il primo paese a introdurre tale sistema di pagamento nell'ambito telefonico.
Rete fissa
Parallelamente allo sviluppo dei mezzi trasmissivi della futura generazione di rete fissa come ad
esempio nel campo delle fibre ottiche, dove in questo periodo si svolgono in CSELT anche ricerche
9 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
sui solitoni[221][222]
), molte risorse vennero dedicate in particolare al protocollo ATM[223]
e alle relative
tecniche di commutazione. Dopo la metà degli anni novanta si delineò sempre più chiaramente che
ATM e IP erano soluzioni alternative per la rete. Nonostante questo, gli studi su ATM continuarono e
portarono alla realizzazione di apparati in tecnologia ATM anche da parte dei costruttori come Italtel.
Questi apparati vennero affiancati a quelli tradizionali in tecnica TDM e si studiarono anche soluzioni IP
basate su ATM[224]
. Vennero effettuate diverse sperimentazioni della tecnica ATM anche a livello di rete
geografica, come, per esempio, l'esperimento congiunto CSELT - CNET che portò alla prova di servizi
IP su interconnessione ATM dei laboratori di Torino con quelli di Lannion in Francia nel 1994[225]
. Per gli
operatori TLC si poneva la questione del bilanciamento di questo nuovo standard di comunicazione e
dei servizi telefonici tradizionali rispetto ai servizi offerti da Internet con il protocollo IP. Verso la fine del
decennio ci si rese conto che IP era lo standard vincente, sia per ragioni tecniche, che per la crescita
esponenziale della rete Internet, dei suoi servizi e dei relativi apparati. Dalla metà del decennio
successivo i costruttori, inclusa l'americana Cisco Systems, abbandonarono definitivamente l'ATM,
obbligando di fatto gli operatori telefonici alla dismissione graduale degli apparati basati su ATM a
favore di quelli basati su IP[226]
. Nel confronto tra le tecniche ATM e IP, come avvenne in altri grandi
centri di ricerca di telecomunicazioni (ad es. lo stesso CNET, ente pioniere della tecnologia ATM[227]
),
mancò allo CSELT, almeno fino alla metà degli anni novanta, un ruolo veramente critico e imparziale
che avrebbe potuto, almeno in parte, contenere la corsa all'ATM[228]
, con i relativi cospicui investimenti,
che si rivelò una scelta perdente per tutto il comparto TLC. Dunque, nella valutazione comparativa delle
tecnologie da introdurre nella futura rete TLC, lo CSELT pionieristico degli anni settanta seppe
certamente meglio interpretare la volontà del suo fondatore Giovanni Oglietti, rispetto di quello degli
anni '90, ad eccezione di alcuni filoni quali le applicazioni vocali e multimediali su Internet.[senza fonte][sembra
una RO]
Internet
Oltre ai servizi associati direttamente alla telefonia, con la diffusione di Internet e della banda larga (con
la nascita dell'ADSL), l'attività si orientò anche verso lo studio di vari media digitali quali la televisione
interattiva e le tecnologie applicabili di preferenza ai servizi telefonici e internet della SIP (confluita
nel 1994 in Telecom Italia). L'attività del Centro si svolse sempre in collaborazione con enti di
standardizzazione internazionali quali, a esempio, W3C (fin dalla sua costituzione, cioè dal 1995, con la
nascita degli standard di comunicazione dell'Internet moderna proprio grazie all'attività di
standardizzazione del W3C), l'ECTF (un altro gruppo che lavorava proprio sugli standard propri della
comunicazione via internet dal 1998, anche in questo caso fin dalla sua costituzione - a esempio sullo
standard di trasmissione su Internet IPv6), e altri. In particolare, lo CSELT collaborò nella specifica
dell'IPv6[229]
, implementando, per la prima volta al mondo, un IPv6 Tunnel Broker, a opera di Ivano
Guardini[230][231]
.
È proprio presso CSELT che si riunì regolarmente, già dalla prima volta nel febbraio 1994, il gruppo di
standardizzazione UNINFO (incaricato di applicare in Italia la normativa ISO 6523) che costituisce la
Internet Naming Authority italiana, la quale a sua volta definisce le regole a cui deve conformarsi
la Registration Authority nazionale[232][233]
.
MP3
Nell'ambito della codifica del segnale audio/video, acquistò una popolarità particolarmente vasta il
gruppo internazionale MPEG[234][235]
fondato e guidato da Leonardo Chiariglionedi CSELT che portò alla
nascita dello standard di compressione audio MP3 che ebbe origine proprio dal settore delle
telecomunicazioni, per poter trasmettere segnali audio di buona qualità senza dover rivoluzionare la
rete esistente, e di diversi altri standard per la codifica video come MPEG-1, MPEG-2, MPEG-4,
quest'ultimo sulla Tv Interattiva[236]
). Lo studio degli algoritmi di compressione dei segnali audio/video fu
avviato con grande tempismo rispetto a quanto avveniva nel resto del mondo[237]
. Il lavoro di
standardizzazione dell'algoritmo MP3, è anche citato come un esempio virtuoso di collaborazione
europea.[senza fonte]
Le tecnologie vocali utilizzate nei sistemi di dialogo via telefono furono riconosciute con il Premio
Eurospeech '97 quale migliore sistema di dialogo tra l'uomo e computer tra i principali sistemi al
mondo[238]
.
Anni 2000
Nel 2000 il Centro impiegava oltre 1200 addetti, tre quarti dei quali laureati e impiegati in area
tecnica[239]
, distribuiti su cinque sedi, tutte nel torinese.
10 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
Il CSELT nel 2000 è un centro di ricerca di affermata rilevanza internazionale. Il suo portafoglio
di brevetti è di "qualità estremamente elevata" e la sua posizione è "indiscutibilmente ottima" nel
panorama della ricerca italiana, tanto pubblica che privata[240]
.
A seguito della profonda ristrutturazione nel corso degli anni novanta, nel contesto della profonda
riorganizzazione delle aziende dell'intero gruppo IRI-STET, dal 2001 il CSELT non opera più sotto il
nome che ha avuto per quasi quarant'anni dalla sua nascita. In particolare, nel 1999 viene creato da
CSELT un primo spin off, OTC S.r.l. (Optical Technologies Center), sull'attività di sviluppo di fibre
ottiche e componentistica opto-elettronica, che venne acquisita da Agilent Technologies nel 2000[241]
.
Poco dopo, Agilent dismetterà il ramo di attività storico dello CSELT, relativo alle fibre ottiche perché
non interessata a questa tipologia di prodotti. Nel gennaio 2001 il gruppo di ricerca sulle tecnologie
vocali, i cui primi elementi sono attivi dagli anni settanta, divenne la newco
commerciale Loquendo[242][243]
. Il resto delle attività di CSELT confluisce nel Telecom Italia Lab
S.p.A[244][245]
(TILab) di proprietà di Telecom Italia, che nel frattempo aveva cambiato assetto azionario,
con un brusco ridimensionamento di quello che era stato per decenni uno dei più importanti centri di
ricerca italiani e uno dei protagonisti a livello mondiale nella ricerca applicata nel campo delle
Telecomunicazioni.[senza fonte]
Direttori
 Luigi Bonavoglia (1967 - 1968)
 Basilio Catania (1976 - 1989)
 Cesare Mossotto (1989 - 2001)
Note
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In pochi anni lo CSELT diventò uno dei centri di avanguardia nella ricerca in Italia".
4. ^ http://www.litaliachiamo.it/310/cronologia-1960-2011#1 Archivio Storico Fondazione Telecom: "Il 24 ottobre 1961 la Stet istituisce a
Torino, presso la società telefonica Stipel, il Centro Studi e Laboratori (Csel). È questo il nucleo della futura società Cselt (oggi
TiLab), istituita nel 1964, uno dei principali centri internazionali di ricerca sulle tecnologie di telecomunicazione."
5. ^ "La scomparsa delle Telecomunicazioni" (A.A.V.V., pref. Piero Bianucci), 1998, CSELT, ISBN 88-85404-21-9: "Lo CSELT, fondato a
Torino nel 1964, ha un ruolo di primo piano nel contesto nazionale e internazionale. Con i suoi laboratori il Centro fornisce importanti
contributi all'innovazione in varie aree delle telecomunicazioni: dalla tecnologia di base, alle reti, ai servizi come la Richiamata su
Occupato con il numero "5" ed il televoto. Dalle ricerche sulla sintesi e il riconoscimento vocale, applicate anche nel campo delle
telecomunicazioni per il sociale agli studi sulle architetture di rete e messa in campo di servizi multimediali, dalla ricerca
sulla propagazione delle onde elettromagnetiche, alla pianificazione della rete cellulare radiomobile, dalla codifica del segnale video,
alla televisione digitale interattiva."
6. ^ Russolillo, Franco. Storia dell'IRI. 5. Un Gruppo singolare. Settori, bilanci, presenza nell'economia italiana. Gius. Laterza & Figli Spa,
2015.
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Firenze : Firenze university press, 2011. (un capitolo intero è dedicato a CSELT: esso riassume sia
le attività - divise per settori - e le vicende societarie, comprese quelle conclusive).
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Edizioni Dedalo, 1996.
 Melindo, Flavio (a cura di), Tecnologie di elaborazione e intelligenza artificiale nelle
telecomunicazioni, Ed. CSELT, 1991. ISBN 88-85404-01-4
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1991. ISBN 88-85404-02-2
 Saracco, Roberto (a cura di), La gestione delle reti di telecomunicazioni, Ed. CSELT, 1993. ISBN
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16 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018
 Luvison Angelo, Tosco Federico (a cura di), La rete di accesso per telecomunicazioni. Architetture,
sistemi, componenti, Ed. CSELT, 1996. ISBN 88-85404-05-7
 Manzalini, Antonio (a cura di), La sincronizzazione nelle reti di telecomunicazioni, ISBN 88-85404-
10-3
 Roveri, Aldo (a cura di), Progetto finalizzato telecomunicazioni. Sperimentazione di servizi ed
applicazioni, Ed. CSELT, 1997. ISBN 88-85404-12-X
 Ferrero, Flavio (a cura di), Prodotti per reti ATM, Ed. CSELT, 1996. ISBN 88-85404-13-8
 Licciardi, Luigi (a cura di), Aspetti tecnologici per ATM, Ed. CSELT, 1996. ISBN 88-85404-15-4
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Voci correlate
 Loquendo
 Telecom Italia
 CNET
Collegamenti esterni
 Telecom Italia - "Oltre 40 anni di ricerca", su telecomitalia.com.
 Foto aerea dello CSELT (1977) (PDF), su corsi.storiaindustria.it.
 storiaindustria.it (PDF).
 https://web.archive.org/web/20131208125348/http://www.chezbasilio.org/fiberoptics.htm
 Timeline dell'innovazione in Telecom Italia, su telecomitalia.com.
 Immagini con tag 'CSELT' dell'Archivio storico di Telecom Italia,
su archiviostorico.telecomitalia.com.
 https://www.facebook.com/groups/CSELTMUSEUM/
 https://www.researchgate.net/project/CSELTMUSEUM
 https://www.researchgate.net/project/B-ISDN-evolution
 https://www.researchgate.net/project/SWAN-DWS
 https://web.archive.org/web/*/cselt.it
 https://www.researchgate.net/profile/Piero_Belforte
 https://www.researchgate.net/profile/Enzo_Garetti
 https://www.slideshare.net/pierobelforte
 https://www.slideshare.net/pierobelforte1
 https://independent.academia.edu/AngeloLuvison
 https://polito.academia.edu/EGaretti
 https://independent.academia.edu/PieroBelforte
 https://www.researchgate.net/profile/Giuseppe_Figlia
 https://sites.google.com/site/pierobelforte/Home/piero-s-papers-1
 https://photos.google.com/share/AF1QipPqycZGuuEJxHiGIW-GhxB92zcwBEtSpQl-
DAABkeplBOSG5iEEAETwKui7KlxTEg?key=Q1k2WDRyTHNPVWM0LTBGQ254RUZfVUdlV3Jwdl
J3
 http://boetti.home.xs4all.nl/gallery.htm

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CSELT Centro Studi e Laboratori Tecomunicazioni

  • 1. 1 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 CSELT Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. CSELT S.p.A. Stato Italia Forma societaria Società per azioni Fondazione 1961 (con nome CSEL e ridenominato CSELT nel dicembre 1964) a Torino Chiusura 6 marzo 2001 Sede principale Torino Persone chiave  Giovanni Oglietti  Luigi Bonavoglia  Alberto Loffreda  Giovanni Perucca  Giulio Modena  Basilio Catania  Cesare Mossotto Settore telecomunicazioni Prodotti telefonia fissa, telefonia cellulare, telefonia pubblica, telefonia ISDN, Internet e televisione via cavo Fatturato 260 miliardi di lire (2000) Dipendenti 1.200 (di cui 65% laureati) (2000) Modifica dati su Wikidata · Manuale CSELT (acronimo di Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni) è stato un istituto di ricerca torinese nel campo delle telecomunicazioni[1][2] , il principale del ramo in Italia e uno dei più importanti d'Europa e a livello internazionale[3][4][5] .
  • 2. 2 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 Nato come centro di ricerca per l'intero conglomerato IRI-STET[6] , l'autorevolezza del centro fu presto riconosciuta in tutto il mondo nella ricerca applicata, innovativa e spesso anche pionieristica, in molti settori delle telecomunicazioni, con particolare riguardo alla commutazione numerica, le fibre ottiche, le tecnologie vocali e la standardizzazione internazionale di protocolli e tecnologie come a esempio, l'invenzione dell'MP3, ideata, promossa e coordinata dal centro[7] . Dopo il drastico ridimensionamento a cavallo degli anni duemila, la maggior parte delle strutture sono confluite prima in Telecom Italia Lab (società del gruppo Telecom Italia) e successivamente in TIM, oltre che in altre società nate come spin-off quali a esempio Loquendo nel 2001, attiva nell'ambito del riconoscimento e la sintesi vocale. Materiale storico di CSELT è conservato nell'Archivio Storico di TIM[8][9] . Il sito CSELT è disponibile negli archivi del Web a partire dal 1998[10] ; qui sono archiviati anche gli abstract dei Rapporti Tecnici (CSELT Technical Reports) dal 1995 al 1999[11] , una delle principali pubblicazioni scientifiche aziendali, edita dal luglio 1973. Elenchi di brevetti a nome CSELT sono anche disponibili sul Web.[12][13] Nel 2011 è partito il progetto CSELTMUSEUM[14] con lo scopo di raccogliere e pubblicare sul Web documenti storici inediti, o difficilmente reperibili, relativi all'attività del Centro. Indice [nascondi]  1Storia o 1.1Origini e anni sessanta o 1.2Anni settanta  1.2.1La ricerca sulle fibre ottiche  1.2.2La commutazione numerica e i "Gruppi Speciali"  1.2.3Le immagini in 3D della Sindone o 1.3Anni ottanta  1.3.1Trasmissione satellitare  1.3.2Lo sviluppo delle tecnologie vocali  1.3.3HDT o 1.4Anni novanta  1.4.1L'orientamento al cliente unico  1.4.2Telefonia mobile  1.4.3Rete fissa  1.4.4Internet  1.4.5MP3 o 1.5Anni 2000  2Direttori  3Note  4Bibliografia  5Voci correlate  6Collegamenti esterni Storia Origini e anni sessanta Il centro venne fondato a Torino nel 1961, inizialmente con il nome di CSEL - Centro Studi E Laboratori - come centro studi e sperimentazioni della Stipel, in attuazione della volontà espressa fin dal 1955 dal direttore Giovanni Oglietti[15][16][17][18] , che ne fu poi il primo presidente fino al 1968. Dopo la nascita della SIP nel 1963, esso confluì nel gruppo IRI-STET e assunse il nome definitivo il 5 dicembre 1964 occupandosi fin dall'inizio di studi sull'affidabilità degli apparati di commutazione telefonica della rete italiana che, a partire dal 1963, stava nascendo come organizzazione unificata a livello nazionale.[senza fonte] Giovanni Oglietti pose come obbiettivo del Centro l'unificazione e l'orientamento delle scelte nel medio- lungo termine delle aziende telefoniche acquisite da STET. Nacquero così numerosi filoni di ricerca avanzata, quali la trasmissione e la commutazione numerica del segnale telefonico, lo studio del traffico della rete telefonica e della sua gestione. Il Centro, sempre per volontà del suo fondatore, nacque sul modello di riferimento dei Bell Labs, all'interno di un contesto in cui anche la capogruppo IRI si ispirava
  • 3. 3 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 a modelli statunitensi nel settore della ricerca e sviluppo[19] . Non sempre però il suo ruolo e il suo potere decisionale all'interno del gruppo furono definiti chiaramente, a differenza di quanto avvenne in centri di ricerca analoghi come il CNET in Francia[20][21][22][23] ; in particolare non gli fu assegnato del tutto chiaramente il ruolo di "Technology Transfer", per mancanza di decisioni politiche in tal senso[24] , sebbene in diverse occasioni riuscì ad agire effettivamente come tale. Dopo una prima fase di espansione, Luigi Bonavoglia[25] fu nominato primo direttore generale nel dicembre 1967, quando CSELT contava già circa 130 addetti. In quella data fu inaugurata la sede torinese principale in via Reiss Romoli, con la caratteristica torre alta 75 metri opera dell'architetto Nino Rosani[26][27][28][29] . Il centro faceva parte del gruppo STET, ma lavorava anche su committenze esterne, anche internazionali, e su progetti di grandi dimensioni. Questo accadde in particolare nel 1968 per un progetto sperimentale di comunicazione numerica via satellite con tecnica TDMA da parte della compagnia statunitense COMSAT[30] . Questa commessa contribuì alla fama internazionale del Centro che, in questo periodo (1967-1968), partecipò attivamente anche alle specifiche di standardizzazione del PCM europeo. Il contributo tecnico alla definizione di standard di comunicazione sarà una costante per tutta la vita futura di CSELT[31] . Tra le prime competenze riconosciute a CSELT a livello internazionale figurarono i ponti radio e la progettazione di antenne, anche nel campo delle trasmissioni satellitari come avvenne già nella commessa citata[32] . Nel 1969 il Centro iniziò lo studio delle reti a commutazione di pacchetto, tecnica usata anche nei protocolli alla base della rete Internet; tuttavia l'interesse maggiore fu rivolto ai servizi propriamente telefonici della SIP piuttosto che a quelli di trasmissione dati in senso lato in quanto questi ultimi all'epoca erano assimilati ai servizi postali e quindi di competenza diretta del Ministero delle poste e delle telecomunicazioni. Per questo motivo l'argomento da studiare fu considerato non tanto ciò che stava nascendo intorno al progetto originario di Internet ARPANET, ma piuttosto il protocollo X.25 in quanto ritenuto più adatto all'architettura tipicamente telefonica, con molta "intelligenza" nella rete e poca nei terminali. Inoltre, la standardizzazione dell'X.25 da parte del CCITT era a uno stadio ormai avanzato e con diverse caratteristiche tecniche già assodate, come a esempio nel controllo degli errori di trasmissione[33] . L'approccio dell'X.25 (detto "core and edge", ovvero con la ripartizione di funzionalità nettamente distinte tra l'insieme dei nodi di transito e l'insieme dei nodi agli estremi della rete) sarà mantenuto nei diversi protocolli concepiti per la rete fissa futura come a esempio, nel caso di ATM. A partire da questi primi studi, CSELT diede poi in seguito il suo contributo, soprattutto in termini di progettazione, anche alla nascita della rete X.25 Italiana, chiamata Itapac[34] . Anni settanta La ricerca sulle fibre ottiche Dopo una fase di studi e sperimentazioni di trasmissione ottica di segnali numerici mediante fascio laser nello spazio libero nella seconda metà degli anni sessanta a opera di Leonardo Michetti[35] , nel 1971 il Centro inizia l'attività sulla trasmissione guidata su fibra ottica. Questa fu preceduta anche dallo studio della trasmissione su guida d'onda metallica circolare. L'azienda statunitense Corning Glass Works[36] nel 1970 annunciò per prima la realizzazione di fibre ottiche aventi un'attenuazione inferiore ai 20 dB/Km[37] , un limite definito a priori per lo sfruttamento pratico di queste tecnologie nelle telecomunicazioni. È proprio un accordo con la Corning nell'ottobre 1973 che permise al Centro di avviarne la sperimentazione congiunta[38] . Le sperimentazioni sulla fibra ottica coordinate dal Centro, in collaborazione con altre società del gruppo IRI-STET, tra cui anche Sirti, Pirelli e SIP, fecero sì che Torino divenisse la prima città al mondo con un cablaggio in fibra ottica[39][40][41][42][43] nel 1977, grazie una connessione sperimentale della lunghezza di 9 km (la più lunga fino a quel momento mai sperimentata nel mondo)[44] . Un risultato importante di quel progetto fu anche l'ideazione di un nuovo processo per giuntare i tronconi di fibra ottica in maniera semplice e rapida, alla portata di un operaio formato a tale processo, in luogo del complesso processo allora in uso e richiedente numerose e accurate misurazioni con strumentazione costosa. Tale giunto venne chiamato Springroove® ed è documentato nel brevetto di Giuseppe Cocito[42][45][46] . L'obiettivo generale della tecnologia della fibra ottica era di disporre di un mezzo trasmissivo più conveniente dei cavi coassiali in rame in termini di banda trasmissiva, passo di ripetizione, tasso di errore e immunità alle interferenze. La fibra ottica era estremamente più sottile (125 micron con il cladding) dei cavi coassiali usati allora (tipicamente di 11 millimetri di diametro) e riduceva la necessità
  • 4. 4 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 di ripetizione dei segnali, rendendola adatta alle trasmissioni a lunga distanza. Le ricerche sulle fibre ottiche portarono alla pubblicazione della prima monografia al mondo sull'argomento[47] , e a numerose altre ricerche che ottennero diversi riconoscimenti in ambito internazionale. Nel 1976 il nuovo direttore generale del Centro, Basilio Catania,[48][49][50] era anche un esperto di fibre ottiche, mentre Luigi Bonavoglia, cui il Centro deve gran parte dei suoi primati tecnici, assunse il titolo di presidente. Più tardi allo stesso Basilio Catania, come riconoscimento internazionale del Centro, fu consegnato il premio "Eurotelecom Prize" da Juan Carlos di Spagna. Nel 1978 viene realizzato e sperimentato nel Centro un sistema di trasmissione in fibra a 560 Mbit/s su 6 Km di distanza[51] . La commutazione numerica e i "Gruppi Speciali" Accanto alla ricerca sui mezzi trasmissivi, si intraprese la ricerca sulla applicazione della commutazione numerica alle centrali telefoniche, resa fattibile dagli sviluppi della microelettronica digitale e dell'informatica[52] . Questo sviluppo, diretto da Alberto Loffreda[53] , grande esperto di commutazione telefonica per la sua precedente esperienza in Ericsson, si concretizzò con la messa in opera dei "Gruppi Speciali" di Mestre. Questa fu la prima centrale completamente numerica italiana anche se a titolo sperimentale, una sorta di prototipo avanzato, e seconda in Europa, anticipata solo dal francese Platon (E-10), di un anno precedente[54][55] . È in questo periodo che anche l'Informatica entra pienamente nelle attività di ricerca del Centro. La centrale fu denominata "Gruppi Speciali" in quanto, grazie alle nuove tecniche numeriche, avrebbe dovuto offrire una serie di servizi "speciali" agli utenti collegati. Essa fu un vero e proprio sistema elettronico specializzato nella commutazione dei canali telefonici digitalizzati (PCM) e multiplati nel tempo (TDM) secondo lo standard europeo a 32 canali. La centrale, completamente ridondata, fu dotata anche di numerosi accorgimenti avanzati di autodiagnosi e riconfigurazione per soddisfare gli stringenti requisiti di disponibilità del servizio telefonico che era di 2 ore massime di disservizio in 40 anni. L'elettronica venne realizzata all'interno del Centro utilizzando circuiti integrati commerciali TTL ed ECL (questi ultimi con tempi di commutazione dell'ordine di 3 nanosecondi), con una tecnica modulare di derivazione Comsat adatta alla realizzazione prototipale che prevedeva i cablaggi di backplane in wire-wrap, adatti alla prototipazione rapida. La rete di connessione da 1024 canali, costituita da uno stadio temporale realizzato mediante una memoria bipolare veloce (ECL), venne commissionata all'americana AMS (Advanced Memory Systems)[56] . La rete di connessione in tecnologia digitale è una fondamentale evoluzione rispetto alle centrali semi-elettroniche della generazione precedente (come l'1ESS del Bell System), in cui la commutazione dei canali telefonici era ancora elettromeccanica essendo attuata mediante relè di tipo reed. Anche la prima centrale elettronica del sistema PROTEO di Sit Siemens (successivamente, Italtel), installata nel 1975, aveva una rete di connessione in tecnica PAM (Pulse Amplitude Modulation) e quindi non era completamente numerica. Il riconoscimento della segnalazione tra centrali con codice multifrequenza era effettuato con tecniche di filtraggio numerico da un banco di filtri appositamente progettati[57][58] . Il software di controllo, a partire dal sistema operativo fino al software applicativo installati sul calcolatore di processo GP16 della Selenia, fu sviluppato nel Centro. Sulla centrale installata a Mestre e su un altro esemplare simile installato nel Centro verranno sperimentati nuovi servizi allora non disponibili sulle centrali tradizionali. La centrale di Mestre rimase operativa per circa 14 anni, fino al 1986. Dopo la realizzazione dei Gruppi Speciali, e una conseguente maggiore collaborazione con Italtel (a quei tempi, chiamata Sit-siemens), CSELT progettò anche diversi processori (M16, M20, e altri successivi), dedicati al controllo delle centrali telefoniche, adottati poi dalla stessa Italtel e da altri costruttori nel mondo. Le realizzazioni di quel periodo furono possibili grazie agli sviluppi di una tecnica hardware modulare usata in COMSAT e introdotta inizialmente in CSELT da Giovanni Perucca[59][60][61][62] che ebbe anche un ruolo rilevante nel progetto dei Gruppi Speciali. Questa tecnica portò alla realizzazione nel Centro di quattro famiglie di moduli logici standard (serie 10,100 ,250, 500) a frequenze di clock crescenti fino a 500 Mhz, messe a punto nel laboratorio di alta velocità della sezione commutazione[63][64][65] . Questo laboratorio, sotto la guida di Piero Belforte[66][67][68] , raggiunse in breve tempo un livello di eccellenza in campo mondiale grazie soprattutto allo sviluppo di algoritmi di modellamento e simulazione basati su innovative tecniche a onda e sulla riflettometria temporale [69] che permisero la realizzazione di svariati sistemi numerici avanzati negli anni settanta e ottanta[70][71] . Tra i primi degli anni settanta si ricordano la base tempi triplicata a 32,768 Mhz dei Gruppi Speciali[72][73][74] del 1971-72 e il commutatore numerico monostadio da 8192 canali TDM a 64Kbps del 1973. Quest'ultimo, completamente modulare e ridondato con uno schema 1 su 8[75][76] , funzionante a una frequenza di clock di 81,920 Mhz, stabilì un record mondiale di complessità e velocità per quei tempi[77][78] . Questo commutatore (EC 8000) venne
  • 5. 5 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 concepito come il nucleo di una centrale di transito compatibile con la tecnologia dei Gruppi Speciali e fu sottoposto a una prova di esercizio sperimentale che ne confermò l'affidabilità[79] . Gli innovativi algoritmi di simulazione di quegli anni, successivamente generalizzati[80][81] , costituiscono tuttora lo stato dell'arte per la progettazione hardware di sistemi numerici multi-gigabit[82] , come i moderni router IP, e offrono prestazioni di ordini di grandezza superiori alle tecniche tradizionali (Analisi Nodale, Spice)[83][84] anche nella simulazione elettromagnetica[85][86] . A più di quaranta anni dalla sua ideazione, l'attività di ricerca relativa a queste tematiche è tuttora in corso nell'ambito del progetto SWAN/DWS[87][88][89] . Una innovazione di fine anni settanta inizio anni ottanta che conobbe un grande successo industriale e commerciale fu il circuito integrato LSI per la commutazione TDM dei canali PCM, chiamato ECI (Elemento di Commutazione Integrato)[90] . Esso fu ideato da Piero Belforte nel 1978 e successivamente brevettato[91][92] . Il circuito integrato fu progettato da Vittorio Masina (SGS)[93] su specifiche CSELT elaborate anche da Bruno Bostica e Luciano Pilati e fu prodotto dalla stessa SGS (oggi, STMicroelectronics) a partire dal 1981, anche quando questa azienda non apparteneva più al gruppo STET. La famiglia di sei componenti integrati ASIC per la commutazione TDM concepita nel Centro[94][95] fu adottata da numerose aziende. CSELT, trasferì a Italtel tutta la tecnologia relativa a questo componenti e alle reti auto-instradanti, già provate nei suoi laboratori[96] , che vennero così utilizzati per la realizzazione delle nuove centrali di Italtel. Questa tecnologia ASIC, coperta da sei brevetti internazionali[97][98] , costituisce tuttora il nucleo delle centrali della Linea UT che equipaggiano più dei due terzi delle centrali operative in Italia[99] oltre che essere state esportate in numerosi paesi del mondo. Le unità di commutazione da 1024 canali basate sul componente principale ECI (M088 per SGS[100] ), oggi denominato M3488[101][102] e su altri cinque circuiti di supporto[103][104][105][106] , pure prodotti da SGS, utilizzavano una logica d'instradamento distribuita con l'uso di controller a microprocessore (Z80) a livello di singola unità atti a rendere il commutatore auto-instradante. Le strutture multistadio (fino a cinque stadi per reti da 64000 canali) erano caratterizzate da una enorme capacità di smaltimento di traffico e da una potente auto-diagnostica. L'ECI si compone di 35.000 transistor (n-MOS a 4um nella prima realizzazione e, successivamente, CMOS) per una matrice non bloccante di 256 x 256 canali PCM. Circa 27 Milioni di linee telefoniche di molti paesi sono tuttora servite dalle centrali TDM che utilizzano i componenti e le strutture di commutazione dello CSELT. A queste si aggiungono quelle della rete mobile e le applicazioni sulle reti private (PABX). Una comparazione delle tecnologie di commutazione CSELT precedentemente illustrate (Gruppi Speciali/EC8000 e reti ASIC) con le più recenti, che fanno uso di router IP nella rete backbone di TIM, è illustrata in[107] e in[108] . È interessante notare come, a circa quaranta anni dalla sua ideazione (1978), la tecnologia di commutazione ASIC TDM di CSELT coesista ancora con la tecnologia IP nella rete attuale di TIM nonostante il processo di "decommissioning" del TDM, iniziato appunto dalla rete backbone nei primi anni duemila[109] . Un altro esempio di innovazione negli sviluppi dei Gruppi Speciali è il brevetto di Alberto Ciaramella applicato nel 1975 riguardante una procedura di bootstrap automatico del calcolatore[110] che, anziché avviarsi tramite una serie di comandi impartiti manualmente dall'operatore in una serie di memorie volatili con conseguente rischio di errori, caricava automaticamente i comandi di avvio da una memoria fissa (ROM, dispositivi di memorizzazione a semiconduttori in luogo delle schede perforate o delle memorie di altro tipo, a esempio a ferrite) e separata da quella di esecuzione o di massa dedicata allo storage dei programmi applicativi (oggi la norma per la larga maggioranza di computer): il risultato era una affidabilità nell'avvio molto maggiore rispetto allo standard dei computer dell'epoca e una procedura di avvio più semplice, perché ottenuta dalla pressione di un singolo tasto. Infine, nel 1974 il Centro presentò il primo sintetizzatore vocale in tempo reale italiano, uno dei primi nel mondo, MUSA, prodotto dal gruppo guidato da Giulio Modena. Una seconda versione, rilasciata nel 1978, era capace di cantare[111] . Nel 1978 il gruppo di CSELT era la sola realtà industriale al mondo - oltre all'americana AT&T - a disporre di una tecnologia di sintesi vocale di interesse commerciale[112] . Le immagini in 3D della Sindone Nel 1978 il Centro, su iniziativa del prof. Giovanni Tamburelli[113] dell'Università di Torino, realizzò presso i propri laboratori alcune immagini tridimensionali della Sindone di Torino[114][115][116][117] , di ancora maggiore nitidezza delle prime immagini tridimensionali realizzate appena pochi mesi prima da due tecnici della NASA, Jackson e Jumper[118] . Responsabile per il Centro era Giovanni Garibotto.[119][120][121]
  • 6. 6 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 Un secondo risultato di Tamburelli fu nell'elaborazione di tali immagini che, oltre a evidenziare la reale tridimensionalità della figura dell'uomo della Sindone, mostrarono la rimozione visuale del "sangue" presente su tutta la figura. Anche le immagini di CSELT ebbero diffusione su giornali e riviste in tutto il mondo, cosa che ha reso il nome del centro conosciuto anche dal grande pubblico internazionale. Tali studi sull'elaborazione di immagini sono state applicate dal Centro anche nello studio della Sismologia.[122] In questi anni il personale aumenta di circa 45 unità ogni anno, per circa sette anni, assumendo e formando ingegneri, periti, ma anche matematici e fisici, da tutta Italia e perfino qualcuno dall'estero[123] . La possibilità di scelta di profili eccellenti o particolarmente promettenti da assumere in CSELT è resa possibile dal mercato del lavoro particolarmente favorevole di quegli anni.[124] Anni ottanta Durante gli anni ottanta vi furono ulteriori progressi nella sperimentazione sulle fibre ottiche. Bruno Costa sperimentò per la prima volta la trasmissione di flussi informativi ad alta velocità per centinaia di km senza l'utilizzo di ripetitori intermedi[125][126] . Tra le applicazioni importanti vi fu la partecipazione al progetto per il cavo transoceanico TAT-8[127][128] che realizzò il primo collegamento transatlantico in fibra ottica. Altre applicazioni della tecnologia ottica hanno riguardato la realizzazione di circuiti ottici come, a esempio, gli amplificatori di segnali ottici e opto-elettronici per trasmissione ad alta velocità. Nel campo della commutazione il Centro partecipò alla sperimentazione dell'ISDN fin dalle sue prime versioni[129][130] , in collaborazione con costruttori europei quali Italtel e Siemens. Nel 1984 fu realizzato un primo esperimento di servizi ISDN in occasione dell'International Switching Symposium ISS '84 a Firenze[131] . Le attività proseguirono nel campo della evoluzione della ISDN verso l'offerta di servizi a larga banda (B-ISDN)[132][133][134] . Per esempio nel 1987 venne realizzato un commutatore a larga banda per servizi video diffusivi ad alta definizione (HDTV) a 243Mbit/s[135] basato sul bus di backplane SUPERBUS[136] progettato mediante le tecniche simulative del laboratorio di alta velocità[137] . Lo studio e la realizzazione di questi bus paralleli operanti fino a 320Mbyte/s fu presentato all'International Switching Symposyum del 1987 (ISS '87) a Phoenix.[138][139] Questa tecnologia portò al progetto di circuiti ASIC ad alta velocità che vennero specificati alla AMCC americana[140] per la realizzazione del display ad altissima risoluzione MAGICS[141] dei sistemi radar CDS2000 per controllo del traffico aereo della Selenia. Questi sistemi, commercializzati da Selenia (successivamente, Alenia) ed esportati in diversi paesi del mondo, sono tuttora operativi. Per l'Agenzia Spaziale Europea (ESA) venne effettuato all'inizio del decennio lo studio di fattibilità di matrici di commutazione ad alta velocità per l'impiego a bordo di satelliti di telecomunicazioni[142] . Questi studi e successive collaborazioni con Selenia Spazio portarono alla realizzazione della matrice di commutazione a bordo del satellite ITALSAT[143][144][145] . Questi ultimi sono esempi delle consulenze che il Centro svolgeva per aziende del gruppo STET e per quelle esterne al gruppo, grazie al know-how maturato nel corso degli anni. Alla fine del decennio le consulenze vennero rivolte quasi esclusivamente a Telecom Italia e le attività di alcuni laboratori ad alta tecnologia, come quello delle tecniche ad alta velocità, vennero chiuse, con la conseguente perdita del know-how accumulato in quasi venti anni di attività. Lo stesso accadde per la ricerca nel campo della simulazione a livello fisico dei sistemi a larga banda[146][147] . Verso la fine degli anni ottanta iniziò in CSELT un'attività di studio sull'applicazione delle fibre ottiche, anche multimodo, all'interconnessione tra sottosistemi di apparati digitali come alternativa ai cavi in rame. Le prime applicazioni furono le cosiddette "isole ottiche". Queste primi studi vennero presentati all' ISS '90 di Stoccolma[148][149] . Come tecnica di commutazione più flessibile e promettente per la B- ISDN venne individuato dal CNET francese l'ATM (Asynchronous Transfer Mode)[150] , successivamente standardizzato con un formato di cella fisso a 48 byte[151] . Questa fu la linea scelta a quei tempi dagli operatori di TLC che provarono a imporre questo formato come standard universale. In parallelo, il protocollo IP di Internet si stava sempre di più affermando al di fuori del comparto TLC come uno standard de facto. Lo CSELT partecipò attivamente allo studio della tecnica ATM fin dall'inizio, dal 1983, partecipando anche a diversi progetti internazionali, quali il progetto europeo LION[152][153] per la realizzazione di reti geografiche anche basate su ATM. Trasmissione satellitare Il 26 febbraio 1983 avvenne la prima dimostrazione pubblica della prima trasmissione satellitare televisiva al mondo a essere a norma internazionale, in bianco e nero. Per la sperimentazione fu utilizzato SIRIO-1, il primo satellite italiano, e il sistema fu realizzato a partire dal 1977 da un gruppo formato anche da personale CSELT e altre aziende del gruppo come Telespazio, Italtel, oltre al CNR e
  • 7. 7 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 a personale di ricerca del Politecnico di Torino[154] . Dopo questo sviluppo, il Centro collaborò ancora attivamente nel settore spaziale del gruppo per la progettazione di antenne per altri satelliti, come IntelsatV e Italsat, matrici di commutazione di bordo e strutture dicroiche[155] . Lo sviluppo delle tecnologie vocali Lo stesso argomento in dettaglio: Loquendo. Di pari passo alle sperimentazioni sui mezzi fisici di trasmissione, proseguì la ricerca sulla codifica del segnale vocale orientata ad aumentare la capacità trasmissiva anche con l'utilizzo di tecniche di compressione del segnale (a esempio, gli studi di Giancarlo Pirani e Renato Dogliotti[156] ). Lo studio delle tecniche di compressione coinvolse tanto l'utilizzo di tecniche statistiche per la compressione del segnale, quanto lo studio dei fenomeni psico-acustici del segnale sorgente stesso (come a esempio fu applicato, pochi anni più tardi, nello standard MP3). Già dal 1980, accanto alle sperimentazioni di sintesi vocale che portarono alla realizzazione del circuito integrato M3950 progettato dal gruppo di Marco Gandini e poi prodotto da SGS[157] , iniziarono in CSELT gli studi sulle tecnologie di riconoscimento vocale[158][159] (a esempio, nel caso del riconoscimento del parlatore[160] ), in Italiano e in diverse altre lingue[161][162] . Questo filone si sviluppò grazie alla partecipazione del Centro a due importanti progetti Europei, ESPRIT SIP P26, e SUNDIAL, acronimo di Speech Understanding and DIALogue(ESPRIT P2218), di tipo FP2, tra il settembre 1988 e l'agosto 1993. Il primo ebbe come risultato un prototipo di riconoscitore vocale italiano, la cui ricerca portò anche alla pubblicazione di un testo edito da Springer nel 1990[163] : il volume è incentrato sugli algoritmi di riconoscimento vocale e redatto in gran parte da ricercatori CSELT, come pure l'editor stesso, Giancarlo Pirani. Il secondo fu il primo grande progetto su vasta scala per un "sistema di dialogo" (cioè un programma capace di dialogare con gli esseri umani tramite l'uso della voce) in Europa, preceduto dal progetto governativo statunitense DARPA[164] . SUNDIAL fu inoltre il primo progetto volto a ricercare un approccio sistematico sul parlato naturale multilingua[165] (in particolare, sulle quattro lingue inglese, francese, tedesco e italiano). In questo progetto, CSELT produsse il primo prototipo in assoluto di sistema dialogo per l'Italiano, aprendo un filone applicativo anche all'interno dello Centro stesso. Tra i risultati, vi fu anche la progettazione di RIPAC (Riconoscitore di Parlato Connesso), il primo circuito integrato al mondo di riconoscimento vocale per il parlato "continuo" (cioè, non per sole parole isolate).[166][167][168][169] Dopo un periodo di conflitto tra l'indirizzo di Basilio Catania a ricerche a medio-lungo termine e la volontà del gestore che richiedeva un'enfasi alle necessità contingenti, nel 1989 a Basilio Catania succede Cesare Mossotto in veste di direttore generale.[senza fonte] HDT Per dare continuità alle attività sulla simulazione a larga banda, che erano state interrotte dal Centro, e svilupparne il know-how, a fine anni ottanta venne fondata a Torino da Piero Belforte e Giancarlo Guaschino la HDT (High Design Technology)[170] la quale svilupperà negli anni una serie di prodotti software altamente innovativi nel settore della Signal/Power Integrity (SI, PI) e della EMC[171][172] , a partire dal simulatore general-purpose SPRINT[173][174][175] oggi DWS. Questo prodotto, venduto insieme al software di visualizzazione e modellamento SIGHTS, venne presto acquisito da importanti manifatturiere europee nei settori TLC (Alcatel, Italtel, AET ecc.), aerospaziale (Aerospatiale,Thomson- Dassault, Selenia ecc.), automotive (Magneti Marelli,[176] ecc.), computer (Honeywell Bull[177] ) e dallo stesso CSELT[178] . La HDT partecipò anche a diversi progetti Europei[179] con partners accademici e industriali[180] e contribuì attivamente allo sviluppo dello standard IBIS[181][182] . Sviluppi congiunti di prodotti si ebbero con la franco-tedesca Anacad[183] che commercializzava il simulatore ELDO del CNET francese, poi ceduto a Mentor Graphics[184] , e successivamente con la giapponese Zuken[185][186] , uno dei leader mondiali nel software per il progetto elettronico. Importante fu anche la collaborazione con HP per la realizzazione dell'ambiente di modellamento e simulazione HSWB[187] . Da HDT nascerà nel dicembre 1997 la controllata HDT TEAM, attiva soprattutto nel comparto TLC, che diventerà anche partner di CSELT in diversi progetti[188] . Anni novanta L'orientamento al cliente unico
  • 8. 8 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 Durante gli anni novanta il Centro, diretto da Cesare Mossotto[189] , si orienta esclusivamente al miglioramento della rete e dei servizi forniti da Telecom Italia, diminuendo quindi le proprie attività con il resto del Gruppo IRI-STET, in questi anni in fase di ristrutturazione con cessione di diversi rami di attività. L'attività di ricerca vera e propria in questi anni viene limitata solo al 25% dell'attività complessiva del centro, mentre la parte rimanente consiste nelle applicazioni di interesse immediato ed esclusivo del gestore[190][191][192] . Tale nuovo rapporto esclusivo verso l'unico cliente viene anche definita con l'aggettivo "captive" del centro e viene presentato come garanzia di sbocco sul mercato delle applicazioni nate nel Centro. Vengono allestiti, in particolare nella sede distaccata di via Borgaro, dei "Test Plant" costituiti da interi apparati, come la centrale UT100 di Italtel, da sottoporre a prove di qualificazione delle nuove versioni del software di controllo. Tra gli interessi immediati del gestore vi era l'impiego della tecnologia di riconoscimento e sintesi vocale al servizio di rubrica automatizzato che rispondeva al numero telefonico "12", entrato in servizio nel 1993. I servizi basati sulle tecnologie vocali utilizzavano vari prodotti nati nel gruppo di Tecnologie Vocali, come a esempio Eloquens[193] (commercializzato a partire dal 1993), il primo software commerciale Text-to-Speech (TTS) capace di parlare in italiano, seguito da Actor, o il riconoscitore vocale indipendente dal parlatore Auris[194] , seguito da Flexus[195] , riconoscitore vocale capace di operare con un dizionario ampliabile e non più fisso. Questi e altri blocchi costituirono i sistemi di dialogo per l'uso commerciale e uno di questi sistemi, Dialogos, unione di Flexus e Actor, è proprio quello alla base del servizio 12, mentre VoxNauta permise la navigazione internet tramite comandi vocali, facendo uso dello standard VoiceXML[196][197] . Un altro esempio è il progetto THRIS di qualificazione dell'hardware per telecomunicazioni[198][199][200][201] sviluppato in collaborazione con HP[202] , HDT[203][204] e Telecom Italia con l'obbiettivo di migliorare la qualità dei prodotti acquisiti da quest'ultima per essere utilizzati nella rete TLC. Il progetto omonimo[205] vide anche la collaborazione di enti universitari quali il Politecnico di Torino e L'Università di Lilla e di importanti manifatturiere del settore tra cui le francesi Alcatel e Aerospatiale, e portò allo sviluppo di un prodotto di qualificazione altamente innovativo successivamente acquisito da Telecom Italia[206][207] e raccomandato dalla stessa ai fornitori. Vennero sviluppati diversi moduli software e strumentali del sistema inclusa l'analisi predittiva delle emissioni elettromagnetiche di piastre basata sul software di analisi post-layout PRESTO[208] di HDT. THRIS venne impiegato per la qualificazione di apparati di commutazione e trasmissione sia nei test plant CSELT che di Telecom Italia. Numerose campagne di prove nelle camere anecoiche del Centro servirono a validare i metodi predittivi sviluppati da HDT. I risultati vennero presentati a congressi sulla EMC (Roma 1996[209] , Zurigo 1998[210] ) e in occasione di mostre e seminari come a Brest in Francia e presso la Hp in Italia[211] . Venne anche creato un gruppo di utenti denominato TUG (THRIS USERS GROUP) per la formazione tecnica sugli strumenti innovativi di verifica del progetto hardware inclusi nel sistema. Dopo la improvvisa chiusura del progetto THRIS nel 2000, una sua evoluzione per l'impiego su sistemi multi-gigabit, appositamente studiata da Piero Belforte in veste di ricercatore indipendente, portò allo sviluppo del sistema di test HiSAFE[212][213] adottato da Cisco Systems come metodologia di inserzione di guasti simulati sui router IP di nuova generazione per aumentarne l'affidabilità e la disponibilità di servizio. Tali sistemi di test vennero utilizzati da Cisco nella versione più aggiornata HiSAFE+ ideata per trattare segnali numerici fino a 20Gbit/s all'interno dei router IP[214][215] utilizzati in Internet e nelle dorsali IP delle reti pubbliche di telecomunicazioni. L'attività del Centro dal 1998 al 2000 è documentata in dettaglio nel sito dell'epoca che è tuttora presente negli archivi del Web[216] . In questi archivi sono anche conservate le edizioni del sito dal 2001 fino al 2007[217] dopo il passaggio da CSELT a TILAB. Telefonia mobile Non fu tuttavia abbandonato il filone di ricerca nell'ambito più strettamente telefonico, che vide tra l'altro le prime sperimentazioni italiane dello standard UMTS per la telefonia mobile. È proprio in CSELT infatti, in collaborazione con TIM ed Ericsson, che fu effettuata la prima telefonata urbana UMTS in Europa, ovvero la prima videochiamata urbana in Europa, il 16 novembre 1999[218][219] . Inoltre, per conto di TIM, in CSELT fu sperimentata la tecnologia per la TIM Card, la prima scheda telefonica prepagata e ricaricabile per GSM al mondo[220] , lanciata sul mercato il 7 ottobre 1996 e l'Italia fu dunque il primo paese a introdurre tale sistema di pagamento nell'ambito telefonico. Rete fissa Parallelamente allo sviluppo dei mezzi trasmissivi della futura generazione di rete fissa come ad esempio nel campo delle fibre ottiche, dove in questo periodo si svolgono in CSELT anche ricerche
  • 9. 9 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 sui solitoni[221][222] ), molte risorse vennero dedicate in particolare al protocollo ATM[223] e alle relative tecniche di commutazione. Dopo la metà degli anni novanta si delineò sempre più chiaramente che ATM e IP erano soluzioni alternative per la rete. Nonostante questo, gli studi su ATM continuarono e portarono alla realizzazione di apparati in tecnologia ATM anche da parte dei costruttori come Italtel. Questi apparati vennero affiancati a quelli tradizionali in tecnica TDM e si studiarono anche soluzioni IP basate su ATM[224] . Vennero effettuate diverse sperimentazioni della tecnica ATM anche a livello di rete geografica, come, per esempio, l'esperimento congiunto CSELT - CNET che portò alla prova di servizi IP su interconnessione ATM dei laboratori di Torino con quelli di Lannion in Francia nel 1994[225] . Per gli operatori TLC si poneva la questione del bilanciamento di questo nuovo standard di comunicazione e dei servizi telefonici tradizionali rispetto ai servizi offerti da Internet con il protocollo IP. Verso la fine del decennio ci si rese conto che IP era lo standard vincente, sia per ragioni tecniche, che per la crescita esponenziale della rete Internet, dei suoi servizi e dei relativi apparati. Dalla metà del decennio successivo i costruttori, inclusa l'americana Cisco Systems, abbandonarono definitivamente l'ATM, obbligando di fatto gli operatori telefonici alla dismissione graduale degli apparati basati su ATM a favore di quelli basati su IP[226] . Nel confronto tra le tecniche ATM e IP, come avvenne in altri grandi centri di ricerca di telecomunicazioni (ad es. lo stesso CNET, ente pioniere della tecnologia ATM[227] ), mancò allo CSELT, almeno fino alla metà degli anni novanta, un ruolo veramente critico e imparziale che avrebbe potuto, almeno in parte, contenere la corsa all'ATM[228] , con i relativi cospicui investimenti, che si rivelò una scelta perdente per tutto il comparto TLC. Dunque, nella valutazione comparativa delle tecnologie da introdurre nella futura rete TLC, lo CSELT pionieristico degli anni settanta seppe certamente meglio interpretare la volontà del suo fondatore Giovanni Oglietti, rispetto di quello degli anni '90, ad eccezione di alcuni filoni quali le applicazioni vocali e multimediali su Internet.[senza fonte][sembra una RO] Internet Oltre ai servizi associati direttamente alla telefonia, con la diffusione di Internet e della banda larga (con la nascita dell'ADSL), l'attività si orientò anche verso lo studio di vari media digitali quali la televisione interattiva e le tecnologie applicabili di preferenza ai servizi telefonici e internet della SIP (confluita nel 1994 in Telecom Italia). L'attività del Centro si svolse sempre in collaborazione con enti di standardizzazione internazionali quali, a esempio, W3C (fin dalla sua costituzione, cioè dal 1995, con la nascita degli standard di comunicazione dell'Internet moderna proprio grazie all'attività di standardizzazione del W3C), l'ECTF (un altro gruppo che lavorava proprio sugli standard propri della comunicazione via internet dal 1998, anche in questo caso fin dalla sua costituzione - a esempio sullo standard di trasmissione su Internet IPv6), e altri. In particolare, lo CSELT collaborò nella specifica dell'IPv6[229] , implementando, per la prima volta al mondo, un IPv6 Tunnel Broker, a opera di Ivano Guardini[230][231] . È proprio presso CSELT che si riunì regolarmente, già dalla prima volta nel febbraio 1994, il gruppo di standardizzazione UNINFO (incaricato di applicare in Italia la normativa ISO 6523) che costituisce la Internet Naming Authority italiana, la quale a sua volta definisce le regole a cui deve conformarsi la Registration Authority nazionale[232][233] . MP3 Nell'ambito della codifica del segnale audio/video, acquistò una popolarità particolarmente vasta il gruppo internazionale MPEG[234][235] fondato e guidato da Leonardo Chiariglionedi CSELT che portò alla nascita dello standard di compressione audio MP3 che ebbe origine proprio dal settore delle telecomunicazioni, per poter trasmettere segnali audio di buona qualità senza dover rivoluzionare la rete esistente, e di diversi altri standard per la codifica video come MPEG-1, MPEG-2, MPEG-4, quest'ultimo sulla Tv Interattiva[236] ). Lo studio degli algoritmi di compressione dei segnali audio/video fu avviato con grande tempismo rispetto a quanto avveniva nel resto del mondo[237] . Il lavoro di standardizzazione dell'algoritmo MP3, è anche citato come un esempio virtuoso di collaborazione europea.[senza fonte] Le tecnologie vocali utilizzate nei sistemi di dialogo via telefono furono riconosciute con il Premio Eurospeech '97 quale migliore sistema di dialogo tra l'uomo e computer tra i principali sistemi al mondo[238] . Anni 2000 Nel 2000 il Centro impiegava oltre 1200 addetti, tre quarti dei quali laureati e impiegati in area tecnica[239] , distribuiti su cinque sedi, tutte nel torinese.
  • 10. 10 Piero Belforte Marco Ciaramella Alii (Wikipedia) 9 Giugno 2018 Il CSELT nel 2000 è un centro di ricerca di affermata rilevanza internazionale. Il suo portafoglio di brevetti è di "qualità estremamente elevata" e la sua posizione è "indiscutibilmente ottima" nel panorama della ricerca italiana, tanto pubblica che privata[240] . A seguito della profonda ristrutturazione nel corso degli anni novanta, nel contesto della profonda riorganizzazione delle aziende dell'intero gruppo IRI-STET, dal 2001 il CSELT non opera più sotto il nome che ha avuto per quasi quarant'anni dalla sua nascita. In particolare, nel 1999 viene creato da CSELT un primo spin off, OTC S.r.l. (Optical Technologies Center), sull'attività di sviluppo di fibre ottiche e componentistica opto-elettronica, che venne acquisita da Agilent Technologies nel 2000[241] . Poco dopo, Agilent dismetterà il ramo di attività storico dello CSELT, relativo alle fibre ottiche perché non interessata a questa tipologia di prodotti. Nel gennaio 2001 il gruppo di ricerca sulle tecnologie vocali, i cui primi elementi sono attivi dagli anni settanta, divenne la newco commerciale Loquendo[242][243] . Il resto delle attività di CSELT confluisce nel Telecom Italia Lab S.p.A[244][245] (TILab) di proprietà di Telecom Italia, che nel frattempo aveva cambiato assetto azionario, con un brusco ridimensionamento di quello che era stato per decenni uno dei più importanti centri di ricerca italiani e uno dei protagonisti a livello mondiale nella ricerca applicata nel campo delle Telecomunicazioni.[senza fonte] Direttori  Luigi Bonavoglia (1967 - 1968)  Basilio Catania (1976 - 1989)  Cesare Mossotto (1989 - 2001) Note 1. ^ MuseoTorino - Scheda: CSELT ora TILab 2. ^ STORIA DELLE TELECOMUNICAZIONI (PDF), su fupress.com. 3. ^ Virginio Cantoni, Gabriele Falciasecca, Giuseppe Pelosi, Storia delle Telecomunicazioni, vol.1, Firenze : Firenze university press, 2011, pag. 353: "[...]sotto la guida del prof. Luigi Bonavoglia che nel 1967 sostituì Guglielmo Ginocchio (già direttore dello CSEL)[...] In pochi anni lo CSELT diventò uno dei centri di avanguardia nella ricerca in Italia". 4. ^ http://www.litaliachiamo.it/310/cronologia-1960-2011#1 Archivio Storico Fondazione Telecom: "Il 24 ottobre 1961 la Stet istituisce a Torino, presso la società telefonica Stipel, il Centro Studi e Laboratori (Csel). È questo il nucleo della futura società Cselt (oggi TiLab), istituita nel 1964, uno dei principali centri internazionali di ricerca sulle tecnologie di telecomunicazione." 5. ^ "La scomparsa delle Telecomunicazioni" (A.A.V.V., pref. Piero Bianucci), 1998, CSELT, ISBN 88-85404-21-9: "Lo CSELT, fondato a Torino nel 1964, ha un ruolo di primo piano nel contesto nazionale e internazionale. Con i suoi laboratori il Centro fornisce importanti contributi all'innovazione in varie aree delle telecomunicazioni: dalla tecnologia di base, alle reti, ai servizi come la Richiamata su Occupato con il numero "5" ed il televoto. Dalle ricerche sulla sintesi e il riconoscimento vocale, applicate anche nel campo delle telecomunicazioni per il sociale agli studi sulle architetture di rete e messa in campo di servizi multimediali, dalla ricerca sulla propagazione delle onde elettromagnetiche, alla pianificazione della rete cellulare radiomobile, dalla codifica del segnale video, alla televisione digitale interattiva." 6. ^ Russolillo, Franco. Storia dell'IRI. 5. Un Gruppo singolare. Settori, bilanci, presenza nell'economia italiana. Gius. Laterza & Figli Spa, 2015. 7. ^ MPEG Home Page, su cselt.it, 2 marzo 1999. URL consultato il 17 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 1999). 8. ^ Sito Archivio Storico Telecom Italia, su archiviostorico.telecomitalia.com. 9. ^ Sito Archivio Storico Telecom Italia: tag "CSELT" 10. ^ Internet Archive Wayback Machine, su web.archive.org. URL consultato l'11 marzo 2017. 11. ^ Indice C.T.R., su cselt.it, 17 maggio 2000. URL consultato l'11 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2000). 12. ^ (EN) Patents by Assignee CSELT - Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni S.p.A. - Justia Patents Search, su patents.justia.com. URL consultato il 13 aprile 2017. 13. ^ (EN) Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni Spa Patents [collegamento interrotto] , su documents.allpatents.com. URL consultato il 13 aprile 2017. 14. ^ (EN) CSELTMUSEUM by Piero Belforte - Research Project on ResearchGate, su www.researchgate.net. URL consultato il 15 marzo 2017. 15. ^ CSELT trent'anni (PDF), su luigi.bonavoglia.eu. 16. ^ Telephone system (PDF), su patentimages.storage.googleapis.com. 17. ^ Token-operated telephone for automatic local calls and automatic and manual long-distance calls (PDF), su patentimages.storage.googleapis.com. 18. ^ [http://www.storiaindustria.it/repository/fonti_documenti/biblioteca/testi/Testo_SIP-Telecom_Storia.pdf SIP-Telecom Italia. Storia, di Chiara Ottaviano ] 19. ^ Antonelli, Cristiano, Federico Barbiellini Amidei, and Claudio Fassio. "The mechanisms of knowledge governance: State owned enterprises and Italian economic growth, 1950–1994." Structural Change and Economic Dynamics 31 (2014): 43-63. - Argomento citato a pag. 10 20. ^ Robert J. Chapuis, Amos E. Joel Jr., 100 YEARS OF TELEPHONE SWITCHING, VOL. 2 Electronics, computers and Telephone Switching (1960,1985), Amsterdam, North Holland Publishing, 1990 first edition, 2003 second edition. 21. ^ Bussolati, Camillo, Franco Malerba, and Salvatore Torrisi. L'evoluzione del sistema industriale italiano e l'alta tecnologia. Libero Istituto Universitario Carlo Cattaneo, 1995.
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(un capitolo intero è dedicato a CSELT: esso riassume sia le attività - divise per settori - e le vicende societarie, comprese quelle conclusive).  Andrea Piccaluga, La valorizzazione della ricerca scientifica. Come cambia la ricerca pubblica e quella industriale, Ed. Franco Angeli, 2002. ISBN 978-88-464-3153-0  Massimo Bozzo, La grande storia del computer: dall'abaco all'intelligenza artificiale. Vol. 37. Edizioni Dedalo, 1996.  Melindo, Flavio (a cura di), Tecnologie di elaborazione e intelligenza artificiale nelle telecomunicazioni, Ed. CSELT, 1991. ISBN 88-85404-01-4  Dogliotti, Renato (a cura di), Ingegneria dei servizi per le telecomunicazioni, Ed. CSELT, 1991. ISBN 88-85404-02-2  Saracco, Roberto (a cura di), La gestione delle reti di telecomunicazioni, Ed. CSELT, 1993. ISBN 88-85404-04-9
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