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Cambiamenti Climatici
         Una sfida per l'umanità?



Manuela Bucciarelli, Paolo Lucchino, Salvatore Morelli e Marco Valente
                         Novembre 2009
                      www.quattrogatti.info
Il leggendario Passaggio a Nord Est
                            A causa dello scioglimento dei
                            ghiacci ...“Qualcosa di straordinario
                            è successo al Polo Nord del nostro
                            pianeta nel corso delle ultime tre
                            estati. Per poche settimane ogni
                            anno è possibile condurre
                            un’imbarcazione dall’Atlantico al
                            Pacifico passando per l’artico. Mai
                            è stato possibile fare questo viaggio
                            nella storia dell’umanità.”
                            Fonte: State of the World 2009, World Watch
                            Institute


The Independent, 14 Settembre 2009:
 “Un trionfo per l'uomo, un disastro per l'umanità”
Climate Change : Il cambiamento climatico

Il clima sta cambiando velocemente e sta suscitanndo
preoccupazione, interesse politico ed inziative a livello
                       globale

   Fra tutti i cambiamenti in atto il più importante è
       l’aumento della temperatura globale.


   “Il riscaldamento del clima è inequivocabile”
              Fonte: IPCC Fourth Assessment Report (AR4),
             Climate Change 2007: The Physical Science Basis
Temperatura media globale

             Fonte: NASA
             Goddard Institute for Space Studies (GISS)




                                       Dati di J.E. Hansen, R. Ruedy, M. Sato e K. Lo




Ad esempio i 10 anni più caldi dal 1880 sono tutti dopo
                       il 1995!
Ma perché la Terra si sta riscaldando?
 Il clima può evolvere a causa di fattori naturali (come,
    per esempio le variazioni delle radiazioni solari, la
rotazione dell‘orbita terrestre e le eruzioni vulcaniche).

  Ma, come vedremo meglio più avanti, la variazione
 delle temperature terrestri può essere causata anche
                  da attività umane.

  In particolare le attività industriali, cambiando la
composizione dei gas contenuti nell’atmosfera, causano
            un aumento dell’effetto serra.

         Andiamo a vedere di che si tratta....
L’effetto serra naturale…




                            Il Sole dà energia alla terra con i
                           suoi raggi e ne determina il clima

      Circa il 30% di questi raggi viene riflesso nello spazio
principalmente grazie alle nuvole ed alle particelle presenti
                                     nell’atmosfera (aerosol).
Ed anche grazie alle superfici con colori molto chiari come i
                   grandi deserti e le superfici ghiacciate.
Il resto delle radiazioni solari raggiungono la terra ed i mari
                                          producendo calore.
L’effetto serra naturale…




Una parte di questo calore della terra viene però intrappolato dai
  cosiddetti “gas serra” , come il vapore acqueo, l’anidride
              carbonica (CO2) ed il metano (CH4)
 Si crea il cosiddetto Effetto Serra naturale senza il quale la
           temperatura sulla Terra sarebbe sotto zero.
…e l'effetto serra causato dall’uomo

 Lo sviluppo industriale, però, ha portato l’uomo a bruciare
combustibili fossili (carbone, petrolio etc) per creare energia
                 ed ad abbattere le foreste.




Questo ha aumentato la concentrazione di “gas serra” come
 CO2 e metano nell’aria, causando con molta probabilità un
                 aumento di temperatura.
Il livello di CO2 globale negli ultimi diecimila anni



               CO2 (parti per milione)




                                         Anni prima del 2005
  Analizzando gli ultimi diecimila anni si nota che l’aumento di CO2
 nell’atmosfera è avvenuto in gran parte negli ultimi duecento anni, dal
        1800 in poi, cioè con l'inizio della rivoluzione industriale.
 Questo aumento di CO2, è principalmente opera dell’uomo.
La Terra fatica ad assorbire le emissioni di CO2
Ciò è avvenuto nonostante la capacità delle foreste, degli oceani
e della superficie terreste di assorbire una grande quantità di
            CO2 emessa dall’uomo nell’atmosfera

                               Il ciclo dell’anidride carbonica (CO2)
  Combustibili fossili e           Deforestazione e uso del           Incremento netto di CO2 in atmosfera
  produzione del cemento           terreno
                                                      Assorbimento da parte




                                                                              assorbimento
                                                      della terra e delle
                                                      foreste




                                                                                                                   assorbimento
     emissioni




                                          emissioni




                                                                                             Assorbimento da parte degli oceani




  Cambiamento annuale in milioni di tonnellate di carbonio (GtC)                                  Fonte: World Watch Institute.
                                                                                                  Dati: IPCC
CO2 (parti per milione)
          Cambiamento
                        temperatura
                        (°C)




                                      Migliaia di anni prima del 2005

L’aumento di CO2 degli ultimi 200 anni è anomalo anche se
confrontiamo la storia degli ultimi quattrocentomila anni.
Come si nota dal grafico, infatti, esiste un ciclo naturale della CO2 che
influenza anche la temperatura sulla terra (principalmente tramite
l’effetto serra).
Noi siamo arrivati ormai ad un livello di CO2 nell’aria pari a circa 390
parti per milione (ppm), andando ben oltre il picco naturale che non
ha mai superato i 300 ppm.
E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo?




             Anomalia della temperatura °C




                                                     Fonte: IPCC 2007
                                             anno

Una squadra di scienzati dell’Intergovernmental Panel on Climate
Change (IPCC), un comitato inter-governativo composto da più di
2.500 scienziati da tutto il mondo, utilizzando ben oltre 50 modelli
 climatici basati unicamente su fattori naturali (in Blu) non sono
riusciti a replicare l’andamento della temperatura media globale
 effettivamente osservata (in nero). Questo tenendo conto anche
  dei fattori naturali quali eruzioni vulcaniche, il cambio dell'orbita
                   terrestre e delle variazione solari.
E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo?




              Anomalia della temperatura °C




                                                     Fonte: IPCC 2007

                                              anno
    Inserendo invece le variabili influenzate dall'uomo, come le
 emissioni di CO2, i modelli replicano molto bene la temperatura
osservata (linea rossa). Gli scienziati dell'IPCC ne hanno dedotto,
    da un lato, che è estremamente improbabile (meno del 5%)
 ottenere andamento della temperatura della terra simile a quello
osservato, senza l'influenza di un fattore esterno. Dall'altro, hanno
    dedotto che al 90% il riscaldamento globale degli ultimi
                 decenni sia da attribuire all’uomo
E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo?



      Inoltre, nel Gennaio 2009, un sondaggio dell’Earth and
Environmental Sciences (Università dell'Illinois), ha chiesto a oltre
 3000 scienziati che studiano il clima ed il pianeta terra questa
                             domanda:

     Pensi che l'attività umana sia un fattore che contribuisca
   significativamente al cambiamento delle temperature globali
                              medie?


                         L'82% ha risposto SI


Fonte: Peter T. Doran and Maggie K. Zimmerman (2009)
Quindi la terra si riscalderà?
                     Sembra proprio di SI.




L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) prevede un
aumento della temperatura media della Terra da 1,2 a 6,4 °C nel
corso di questo secolo a seconda di quanto ci impegneremo a
                  fermare questo processo.
Riassumiamo....

     • Il pianeta diventa più caldo a causa dell’aumento
       della concentrazione dei gas serra come la CO2

     • La maggior parte della comunità scientifica
       riconosce che la causa principale di questo
       riscaldamento sia l’attività di noi umani sulla
       terra.


Inoltre secondo molti scienziati la concentrazione di CO2
      nell’atmosfera è troppo alta e bisogna ridurla o
 stabilizzarla per non avere conseguenze disatrose ed
                       irreversibili.
Ma quindi cosa succederà?

Dagli studi recenti del rapporto scientifico IPCC 2007 è
  emerso che le conseguenze principali potrebbero
                          essere:

• Aumento degli eventi climatici estremi : siccità,
  ondate di calore, uragani ed inondazioni.
• Scioglimento dei ghiacciai
• Innalzamento del livello dei mari
• Acidificazione degli oceani
• Estinzione di numerose specie animali e vegetali

In molti casi i segni di questi cambiamenti si possono
                   vedere già adesso!
Sono aumentati gli eventi estremi come ondate di
       caldo, siccità, uragani e alluvioni?
Dal 1950 il numero di ondate di caldo è
aumentato così come il numero di notti ad elevate
temperature.
In generale il numero di giorni con intense
precipitazioni è aumentato, ma non ovunque: la
durata e l’intensità di uragani e tempeste
tropicali sono cresciute dal 1970. Fonte: IPCC 2007

Nel 2003, l’ondata di calore che ha colpito
l’Europa ha infranto tutti record: oltre 52.000
vittime in nove paesi. L’Italia da sola ha perso
18.000 persone, 14.800 i morti in Francia.
Ed oltre a diventare più frequenti, questi eventi
sono diventati anche più intensi.
I Ghiacci si sciolgono?
                                           SI e purtroppo molto più
                                           velocemente di quanto si
                                              pensasse all’inizio.


                                           PRIMA

I ghiacciai delle Alpi sono dimimuiti di
più del 50% dal 1850 ed entro la fine
  del secolo potrebbero scomparire
            quasi del tutto!
                                           ADESSO
Secondo Institut de Recherche pour
le Développement (IRD), l’80% dei
    ghiacciai del Sud America
 scompariranno nei prossimi 15
               anni.
Dalle guerre del petrolio alle guerre per l’acqua?
Il ghiaccio rappresenta il 75% di tutte le risorse di acqua dolce del
                               pianeta.

Per esempio, le Alpi sono chiamate “le torri d’acqua d’Europa” perché
alimentano le acque dei maggiori fiumi europei (incluso il Po) proprio
nei periodi più caldi, con le piogge al minimo e la domanda di acqua
                               al massimo.
                                         In Asia, 1,3 miliardi di persone
                                         dipendono per l’acqua dai fiumi
                                        dell’Himalaya e degli altipiani del
                                                        Tibet.
                                       Il ghiacciaio indiano Gangotri, che
                                           fornisce il 70% dell’acqua del
                                         fiume Gange si sta riducendo a
                                             velocità elevata. Il Gange
                                            potrebbe diventare un fiume
                                          stagionale, alimentato soltanto
                                        durante la stagione delle piogge.
Dalle guerre del petrolio alle guerre per l’acqua?
Questa riduzione della quantità di acqua disponibile avrà enormi
 conseguenze per le persone e per l'economia e potrebbe
          essere la causa di nuovi conflitti tra popoli.




                               Meno acqua potabile
Minore acqua per l’industria

                                                     Riduzione di flora e fauna
                                                     legati al corso del fiume e
                                                        limitata possibilità di
                                                       navigazione dei fiumi.
                          Meno acqua per l’irrigazione

Meno energia idroelettrica
Il tutto aggravato da un aumento della siccità




  Questa mappa indica chiaramente un aumento dell’incidenza di
           siccità media nel mondo (aree rosse) già in atto.
 In particolare l’Italia e l’area mediterranea, come indica il grafico,
    hanno una buona parte del territorio seriamente a rischio di
  siccità. Questo è vero in particolare per il Sud e le isole dove si
                potranno verificare siccità molto severe.
Fonte: Dai et al. (2004) e IPCC 2007
Il livello dei mari è in aumento?
                 SI, e l’evidenza è molto forte.

   Il livello dei mari aumenta per due motivi. I ghiacci si stanno
sciogliendo e l’acqua aumenta di volume a causa dell’aumento di
                            temperatura.
                                 Di quanto aumenterà?
                          La stima di IPCC 2007 dice fino ad 1
                                         metro.

                            Per la Banca Mondiale, anche un
                           aumento di ‘solo’ 1 metro crerebbe
                           56 milioni di sfollati nei soli paesi
                                         poveri.
                        Alcune zone verrebbero completamente
                            inondate, come la foce del Nilo
Il livello dei mari è in aumento?
  Ma secondo lo scienziato della NASA James Hansen anche
queste previsioni non sono accurate e il livello del mare potrebbe
          salire anche di 7 metri nel corso del secolo!

                                          L’International Institute
                                            for Environment and
                                          Development (IIED) ha
                                           stimato che quasi 634
                                             milioni di persone
                                            sarebbero costrette
                                              ad emigrare se il
                                          livello del mare salisse
                                                 di 10 metri.

Insieme, l’Artico e l’Antartico rappresentano il 99% dei ghiacci del
    mondo. Se tutti i ghiacci si scogliessero, il livello dei mari si
               alzerebbe di circa 65m! Fonte: (IPCC 2007)
Il livello dei mari è in aumento?
                                             Alcune tra le città più grandi
                                             del mondo come Shanghai,
                                            Calcutta, Londra e New York
                                             potrebbero essere inondate
                                             parzialmente o del tutto, e ci
                                              sarebbe anche il rischio di
                                             perdere vaste zone agricole
                                                  produttive e fertili.


 In Italia, le zone costiere più a
  rischio sono la zona Padano
 Veneziana, la Versilia, Fondi e
la pianura Pontina con danni al
 turismo, la perdita di spiagge,
    campi coltivati e danni alle
     infrastrutture e servizi.
  (Fonte: Italian Report on Demonstrable
  Progress under Article 3.2 of The Kyoto
                  Protocol)
Inoltre, i mari diventeranno anche più acidi
  Gli oceani, come visto prima,
assorbono una buona parte della
CO2 emessa nell’atmosfera. Più
assorbono anidride carbonica più
         diventano acidi.
                              Questo rischia di distruggere
                             ecosistemi unici al mondo (per
                             esempio le barriere coralline) e
                           causare forti riduzioni nella quantità
                                 di pesce da pescare.

                           Più in generale, l’IPCC ha riportato
                                che un innalzamento della
                            temperatura di anche ‘solo’ 1°C
                           metterà a rischio di estinzione il
                             30% di tutte le specie viventi.
..e saranno i Paesi più poveri ad essere più colpiti
Rispetto ad una persona nata in un paese “ricco”, chi vive in un paese
“povero” è 79 volte più a rischio di essere affetto da uno dei disastri
                 ambientali che abbiamo discusso.
Secondo l'agenzia ONU (UNDP),
    a causa del cambiamento
   climatico il prezzo del grano
potrebbe aumentare del 70-194%.
  La Banca mondiale ha invece
 stimato che fino a 400 milioni di
persone in più potrebbero soffrire
  la fame; ulteriori 2 miliardi di
persone potrebbero invece non
 avere più acqua a sufficienza
             (WDR 2010).

   Inoltre, il cambiamento climatico potrebbe limitare il potenziale di
 sviluppo umano ed economico: ad esempio in Niger un bambino nato
 durante una siccità ha il 72% di probabilità in più di divenire rachitico
                           (UNDP and Climate Change, 2009)
Ma quanto ci costerà il cambiamento climatico?
 Oltre ai danni ambientali e umani, ci saranno anche grandi costi
                            economici.

Secondo la ben nota Stern Review – condotta dall’ex economista
    capo della Banca Mondiale – i costi a lungo termine per i
 cambiamenti climatici potrebbero eccedere del 20% il prodotto
                interno lordo (PIL) del mondo.

Invece, i costi nel medio termine relativi al taglio delle emissioni di
 gas serra necessario a stabilizzare il clima sono, secondo Stern,
                    pari all’1% del PIL mondiale.

    Anche se queste stime sono state criticate ed in alcuni casi
      migliorate da altri studiosi, la sostanza non è cambiata.
Il costo del “non fare nulla” è estremamente più alto di quello
             di “fare qualcosa” per invertire la rotta.
Riassumendo...
     I cambiamenti climatici in corso comporteranno con molta
      probabilità maggiori siccità, ondate di calore ed uragani,
   innalzamento del livello dei mari, acidificazione degli oceani,
   scioglimento dei ghiacciai ed estinzione di numerose specie
                         animali e vegetali.

  Gli effetti del riscaldamento globale sono molto seri, con
   conseguenze per l’economia ed il sostentamento delle
 persone, le nostre abitudini quotidiane e la sicurezza delle
nostre società. E saranno i paesi meno sviluppati a pagarne il
                        prezzo più elevato.

  Inoltre, la velocità del cambiamento continua a sorprendere gli
   esperti e molte delle previsioni fatte solo due anni fa sono già
state superate. E’ proprio questo che preoccupa alcuni scienziati e
         li spinge a volte a parlare di disastri e catastrofi.
Ma perché si pensa alla catastrofe?
   E’ perché bisonga tener conto dei pericolosi effetti domino.
                           Per esempio: come abbiamo visto, i
                        ghiacchi aiutano a respingere le radiazioni
                       solari. Ma se i ghiacchi si sciolgono verrano
                       respinte meno radiazioni e più calore verrà
                         inglobato dalla terra tramite i gas serra.
                         Quindi, si può innescare una pericolosa
                                     spirale negativa.
 Un altro esempio che preoccupa gli
scienziati è il potenziale scioglimento
   del permafrost, quello strato di
terreno permanentemente ghiacciato
  da migliaia di anni che ricopre ad
  esempio buona parte di Russia e
                Canada…
Effetto domino: scioglimento del permafrost




     Infatti, sotto il permafrost si stima siano custoditi ben 1000
 miliardi di tonnellate di CO2…più di tutta quella presente oggi
nell’atmosfera (700 miliardi)! Per capirci, l’uomo ne produce “solo”
                          6,5 miliardi ogni anno!

Immaginate il potenziale effetto domino sulla temperatura globale!
         La situazione diventerebbe fuori controllo
Non superare i +2ºC

Proprio per evitare effetti domino come questi, la
comunità scientifica ha spesso indicato che entro
  il 2100 l’aumento di temperatura non deve
superare i 2ºC rispetto all'epoca pre industriale.


 Ma cosa bisognerebbe fare per non superare i
                   2ºC?
Cosa serve per non passare la soglia +2ºC?
                           Scenario di alte emissioni ; oltre 800 ppm
                                                                         Dai dati IPCC (2007),
                                                                             per stare quasi
CO2
                                                                        sicuramente al di sotto
(ppm)
                              Stabilizzare a 450 ppm entro il 2100
                                                                          di +2ºC rispetto agli
                              Emissioni al 2007 : 387 ppm
                                                                          anni pre-industriali,
                                                                         bisogna stabilizzare
                                                                         la CO2 tra 350 e 390
                                                                           parti per milione
             Migliaia di anni prima del 2007                              (ppm) entro il 2100.


                      Oggi siamo a circa 390 ppm!

  E se continuiamo senza nessun intervento arriveremo ad oltre
                     800 ppm entro il 2100.
L'obiettivo dei Governi: verso 450ppm ?
    Quest’anno, durante il G8 all’Aquila, i capi delle 17 maggiori
economie mondiali hanno preso l’impegno di tagliare le emissioni
 globali del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990 e questo
    impegno è compatibile con un livello di 450-490 ppm circa.

 I governi hanno anche aggiunto che questa misura servirebbe ad
   evitare che l’aumento di temperatura superi i 2ºC entro il 2100.

Tuttavia, analizzando i dati dell’IPPC, un taglio del 50% entro il 2050
     causerebbe più plausibilmente un aumento di temperatura
                          dai 2,5ºC ai 3ºC.
           (Fonte:IPCC 2007 e Carlo Carraro ed Emanuele Massetti, 2009)

Anche la Banca Mondiale conferma che, con un livello di 450ppm la
  probabilita' di un surriscaldamento globale al di sotto di 2ºC e'
                  inferiore al 50%. (Fonte: WDR 2010)
L'obiettivo dei Governi: taglio delle emissioni del 50%
 I governi si muovono verso un taglio globale più timido del
 50%, nonostante sia necessaria una riduzione nell’ordine
del 80% entro il 2050 per avere buone probabilità di evitare
             la catastrofe (non andare oltre +2ºC)
                                              Infatti, come si vede nel grafico
                                            (linea rossa), se si cominciasse a
                                            ridurre le emissioni nel 2010 fino
                                            a raggiungere “meno 80%” entro
                                            il 2050, la probabilità di superare
                                               +2ºC sarebbe molto bassa (9-
                                                            26%).

                                            Il grafico mostra anche (linea blu)
                                               che basterebbe un ritardo di
      (Fonte: Baer and Mastrandrea (2006)        azione di soli 5 anni per
                                             aumentare questa probabilità di
                                                       quasi il doppio.
L'obiettivo dei Governi: verso 450ppm ?
 Riassumendo, finora sembra che I'azione dei nostri governi,
volendo idealmente limitare l'aumento della temperatura di non
oltre 2ºC, voglia limitarsi ad un taglio delle emissioni globali
       del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990



Ma come abbiamo visto, con questo livello di tagli, la probabilità
 di un surriscaldamento globale inferiore a 2ºC è inferiore al
 50%. Non si lascia quindi, nessuno spazio ad errori. (WDR
                            2010)


               Ma finora cosa abbiamo fatto?...
Il Protocollo di Kyoto

   Il primo accordo globale operativo per combattere i cambiamenti
                climatici è stato il “Protocollo di Kyoto”

Nel 1997, il Protocollo di Kyoto fu un accordo fra i governi di 150 Paesi
        inclusi quelli Europei, ma non fu ratificato dagli USA.

  L'obiettivo era diminuire globalmente le emissioni di CO2 del 5.2%
                 entro il 2012 rispetto ai liveli del 1990.

Anche l’Italia si impegnò a ridurre le emissioni del 6.5% rispetto al 1990
 entro il 2012 ma dal 1990 al 2007 le nostre emissioni sono aumentate
                            del 7,4 (Dati UNFCC).

 Tuttavia, come abbiamo visto, serve qualcosa di più ambizioso di
                       Kyoto per il futuro…
Il Protocollo di Kyoto
       40%

       30%


       20%

       10%

        0%

              Ca gia



               O da




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               Fr ito
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                  an
                  bu




      -10%
                   a




                  la
                  rv




                   a
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                 st
         em




                o
              ia
      ss
   Lu




      -20%
                                       Fonte: International Energy Agency

Anche perché, guardando dal 2000-2007, solo pochi paesi hanno ridotto
                             le loro emissioni!
L’Italia dovrà ridurre la CO2 del 18% entro 4 anni, pena il pagamento di
                  circa 555 milioni di euro di multa all'UE
   Chi pagherà? Noi contribuenti Italiani con circa 40 euro di aumento
                        annuo nella bolletta elettrica.
Dopo Kyoto: Copenaghen, Dicembre 2009




   Copenaghen 2009 e’ la 15º conferenza internazionale sul
 cambiamento climatico che si terrà dal 7 al 18 Dicembre 2009.

   E’ ritenuta cruciale perché si dovranno raggiungere accordi
              lungimiranti e condivisi da tutti i paesi.
                                   .
Inoltre. a differenza di Kyoto, i maggiori paesi inquinanti (gli Stati
    Uniti, Europa e Cina) dovranno svolgere un ruolo chiave.
Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ?



              Adattamento e Mitigazione

Ma bisogna semplicemente aspettare che i cambiamenti
climatici diventino realtà, accettarne i costi ed adattarsi
   (Adattamento), oppure impegnarsi fortemente per
     tagliare le emissioni inquinanti (Mitigazione)?

                   Oppure entrambi?
Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ?
                         Adattamento

E’ ormai chiaro che anche tagli drastici delle emissioni potrebbero
  non essere sufficienti per evitare che alcune delle conseguenze
    del cambiamento climatico, come siccità, ondate di calore,
innalzamento dei mari ed eventi atmosferici estremi si manifestino
                          almeno in parte.

          Bisogna dunque prepararsi ai cambiamenti

 Un nodo chiave delle negoziazioni sarà infatti il finanziamento,
  da parte dei paesi ‘ricchi’ (con più alte emissioni di CO2), di
   progetti per aiutare i paesi meno sviluppati ad adattarsi ai
                           cambiamenti.
Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ?
                              Mitigazione
   Ma il nodo principale delle negoziazioni è quello di trovare un
accordo per chiudere a monte il “rubinetto”, cioè mitigare la causa
    del riscaldamento globale tagliando le emissioni di CO2.
    Una decisione seria, che ci metta al riparo dalla catastrofe
   climatica, dovra’ ottenere, in linea con le raccomandazioni
dell’IPCC, un taglio nell’oridine l’80% delle emissioni entro il
                                  2050
 Inoltre come abbiamo visto in precedenza, bisogna cominciare il
   prima possibile! Difatti, anche se smettessimo oggi stesso di
       inquinare, i gas serra (compresa la CO2) resterebbero
      nell’atmosfera anche per diversi secoli, contribuendo al
                        riscaldamento globale.

            Ma andiamo a vedere chi inquina di più...
Ma chi inquina di più?
Come vediamo nel grafico, Cina e Stati Uniti producono
  quasi metà della CO2 emessa nell’aria ogni anno.
                                 Resto del Mondo
                                       30%


                                 Iran
                                 2%
                                                                 Cina
                Italia
                                                                 21%
                2%
                         Korea
                          2%
           Canada
             2%     Regno Unito
                       2%
                       Germania
                          3%
                         Giappone
                            5%
                                India
                                 5%
                                         Russia    Stati Uniti
                                                     20%
Fonte: UN Statistics Division             6%




Insieme, i principali paesi industriali generano più di due
              terzi delle emissioni mondiali.
Chi inquina di più? Le emissioni per persona



Ma guardare alle emissioni di ogni paese potrebbe dare
 false impressioni, perché non tiene conto del numero
              degli abitanti in ogni paese.

E’ quindi utile andare a vedere le emissioni di CO2 pro
 capite, cioè le emissioni generate dallo stile di vita di
         ogni singola persona in ciascun paese.
Chi inquina di più? Le emissioni per persona


                   1 Americano


                 Inquina come...




 2 Italiani = 4 Cinesi = 14 Indiani = 502 Ciadensi
Chi inquina di più? Le emissioni per persona



                  1 Italiano

               Inquina come...




      2 Cinesi = 6 Indiani = 213 Ciadensi
In altre parole…
    Se gli abitanti dei paesi meno
  sviluppati consumassero energia
   come gli americani o i canadesi
    occorrerebbero 9 pianeti per
 assorbire tutte le emissioni di CO2
              del mondo.

   Ma ne abbiamo soltanto uno.
E chi deve ridurre di più le emissioni?




 Forse la risposta è: soprattutto chi ha contribuito maggiormente
dall’inizio a creare questo problema. E cioè europei e americani
che sono responsabili quasi del 60% di tutte le emissioni dal
                               1850.
E chi deve ridurre di più le emissioni?
 Tuttavia i paesi meno sviluppati non possono tirarsi indietro
                      per diversi motivi:

1) Anche se non sono responsabili storicamente e se hanno un livello di
emissioni di CO2 procapite molto basso si tratta di paesi molto popolosi.
           Quindi il totale delle emissioni rimane consistente.

2) La responsabilita' storica dei paesi sviluppati e' certa. Tuttavia, è pur
vero che si è trattato di un’azione largamente inconsapevole dei rischi
                 sul clima globale, almeno inizialmente.

3) Secondo la Banca Mondiale (WDR 2010) le Nazioni in via di sviluppo
  dovranno sopportare tra il 75 e l'80 % dei costi dei danni ambientali.

 4) L' assenza di collaborazione dei paesi emergenti potrebbe rendere
  molto difficile l' obiettivo di stabilizzazione del clima da parte dei soli
                              paesi industrializzati.
Conclusione: Cosa succederà ?
 Mentre scriviamo, tutti i segnali sembrano indicare che non ci
        sarà un accordo vincolante alla conferenza.



   Ad esempio, come evidenziato da un recente sondaggio del
giornale britannico “The Guardian”, l'80% degli esperti ambientali
interpellati sono convinti che i governi non riusciranno a trovare
 un accordo che eviti buona parte dei rischi ambientali elencati.
   Tuttavia, circa il 60% di loro ritiene sia ancora tecnicamente
                           possibile farlo!



Questo è molto preoccupante, e dovrebbe rafforzare la nostra
motivazione come cittadini a far si che si mettano in moto le forze
              necessarie per evitare la catastrofe.
Conclusione: Serve un cambiamento profondo
    Serve un grande cambiamento al livello globale, e per questo è
     essenziale un patto a livello governativo a Copenaghen 2009.
 Ma l’urgenza del rischio catastrofe climatica e l’ambiziosità dei tagli di
 CO2 da implementare, dovrebbe indurci a ripensare al modo in cui
  viviamo, alle nostre abitudini e all'organizzazione delle nostre
                                società.
                    C’è bisogno dello sforzo di tutti

     Misure efficaci dovranno includere adattamento, mitigazione ed
innovazione:il settore privato con i giusti incentivi si deve orientare verso
un economia a basso impatto (low carbon economy); il settore publico e
    la cooperazione tra gli stati devono puntare al raggiungimento di
                              obiettivi comuni,
                      Ma cosa possiamo fare NOI?
Noi?
                   Noi intanto facciamo la nostra parte!
         Alcuni consigli per informarsi, diffondere, prendere parte

Calcola la tua impronta ecologica :
http://www.feem-project.net/pandora/impronta_eco.php
http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/calcolatore_htm/calcolatore.htm
http://www.myfootprint.org/en

Consigli per ridurre l'impatto ambientale con semplici gesti:
http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/ecoconsigli.htm

Diventa una persona ad impatto zero compensando le tue emissioni:
http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/calcolatore.asp

Calcola la tua impronta di carbonio WWF
http://www.improntawwf.it/main.php
Calcolatore tradotto in italiano
http://www.carbonfootprint.com/calculator.aspx
Noi?
One planet living (inglese): http://calculator.bioregional.com/lstep01.php

Per i giovani e i più piccoli:
Iniziative giovani
http://ec.europa.eu/environment/climat/campaign/index_it.htm
Giochi online
http://www.managenergy.net/kidscorner/it/o11/games.html

Iniziative:
100 piazze per il clima http://www.100piazze.it/
Petizione in inglese per un accordo forte a Copenhagen www.sealthedeal2009.org
Per la conferenza di Copenhagen http://en.cop15.dk/frontpage

Per saperne di più (in Inglese)
www.ipcc.ch
www.realclimate.org
www.nasa.gov
www.350.org
Grazie!
 Se hai apprezzato la presentazione, inoltra il link del nostro sito!




               Per commenti sul progetto Quattrogatti.info :
                       commenti@quattrogatti.info
                         Per contattare gli autori:
   manuela.bucciarelli@quattrogatti.info, marco.valente@quattrogatti.info,
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Le fonti dei dati e note bibliografiche sono reperibili sul nostro sito.

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Cambiamento climatico: un sfida per l’umanità?

  • 1. Cambiamenti Climatici Una sfida per l'umanità? Manuela Bucciarelli, Paolo Lucchino, Salvatore Morelli e Marco Valente Novembre 2009 www.quattrogatti.info
  • 2. Il leggendario Passaggio a Nord Est A causa dello scioglimento dei ghiacci ...“Qualcosa di straordinario è successo al Polo Nord del nostro pianeta nel corso delle ultime tre estati. Per poche settimane ogni anno è possibile condurre un’imbarcazione dall’Atlantico al Pacifico passando per l’artico. Mai è stato possibile fare questo viaggio nella storia dell’umanità.” Fonte: State of the World 2009, World Watch Institute The Independent, 14 Settembre 2009: “Un trionfo per l'uomo, un disastro per l'umanità”
  • 3. Climate Change : Il cambiamento climatico Il clima sta cambiando velocemente e sta suscitanndo preoccupazione, interesse politico ed inziative a livello globale Fra tutti i cambiamenti in atto il più importante è l’aumento della temperatura globale. “Il riscaldamento del clima è inequivocabile” Fonte: IPCC Fourth Assessment Report (AR4), Climate Change 2007: The Physical Science Basis
  • 4. Temperatura media globale Fonte: NASA Goddard Institute for Space Studies (GISS) Dati di J.E. Hansen, R. Ruedy, M. Sato e K. Lo Ad esempio i 10 anni più caldi dal 1880 sono tutti dopo il 1995!
  • 5. Ma perché la Terra si sta riscaldando? Il clima può evolvere a causa di fattori naturali (come, per esempio le variazioni delle radiazioni solari, la rotazione dell‘orbita terrestre e le eruzioni vulcaniche). Ma, come vedremo meglio più avanti, la variazione delle temperature terrestri può essere causata anche da attività umane. In particolare le attività industriali, cambiando la composizione dei gas contenuti nell’atmosfera, causano un aumento dell’effetto serra. Andiamo a vedere di che si tratta....
  • 6. L’effetto serra naturale… Il Sole dà energia alla terra con i suoi raggi e ne determina il clima Circa il 30% di questi raggi viene riflesso nello spazio principalmente grazie alle nuvole ed alle particelle presenti nell’atmosfera (aerosol). Ed anche grazie alle superfici con colori molto chiari come i grandi deserti e le superfici ghiacciate. Il resto delle radiazioni solari raggiungono la terra ed i mari producendo calore.
  • 7. L’effetto serra naturale… Una parte di questo calore della terra viene però intrappolato dai cosiddetti “gas serra” , come il vapore acqueo, l’anidride carbonica (CO2) ed il metano (CH4) Si crea il cosiddetto Effetto Serra naturale senza il quale la temperatura sulla Terra sarebbe sotto zero.
  • 8. …e l'effetto serra causato dall’uomo Lo sviluppo industriale, però, ha portato l’uomo a bruciare combustibili fossili (carbone, petrolio etc) per creare energia ed ad abbattere le foreste. Questo ha aumentato la concentrazione di “gas serra” come CO2 e metano nell’aria, causando con molta probabilità un aumento di temperatura.
  • 9. Il livello di CO2 globale negli ultimi diecimila anni CO2 (parti per milione) Anni prima del 2005 Analizzando gli ultimi diecimila anni si nota che l’aumento di CO2 nell’atmosfera è avvenuto in gran parte negli ultimi duecento anni, dal 1800 in poi, cioè con l'inizio della rivoluzione industriale. Questo aumento di CO2, è principalmente opera dell’uomo.
  • 10. La Terra fatica ad assorbire le emissioni di CO2 Ciò è avvenuto nonostante la capacità delle foreste, degli oceani e della superficie terreste di assorbire una grande quantità di CO2 emessa dall’uomo nell’atmosfera Il ciclo dell’anidride carbonica (CO2) Combustibili fossili e Deforestazione e uso del Incremento netto di CO2 in atmosfera produzione del cemento terreno Assorbimento da parte assorbimento della terra e delle foreste assorbimento emissioni emissioni Assorbimento da parte degli oceani Cambiamento annuale in milioni di tonnellate di carbonio (GtC) Fonte: World Watch Institute. Dati: IPCC
  • 11. CO2 (parti per milione) Cambiamento temperatura (°C) Migliaia di anni prima del 2005 L’aumento di CO2 degli ultimi 200 anni è anomalo anche se confrontiamo la storia degli ultimi quattrocentomila anni. Come si nota dal grafico, infatti, esiste un ciclo naturale della CO2 che influenza anche la temperatura sulla terra (principalmente tramite l’effetto serra). Noi siamo arrivati ormai ad un livello di CO2 nell’aria pari a circa 390 parti per milione (ppm), andando ben oltre il picco naturale che non ha mai superato i 300 ppm.
  • 12. E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo? Anomalia della temperatura °C Fonte: IPCC 2007 anno Una squadra di scienzati dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), un comitato inter-governativo composto da più di 2.500 scienziati da tutto il mondo, utilizzando ben oltre 50 modelli climatici basati unicamente su fattori naturali (in Blu) non sono riusciti a replicare l’andamento della temperatura media globale effettivamente osservata (in nero). Questo tenendo conto anche dei fattori naturali quali eruzioni vulcaniche, il cambio dell'orbita terrestre e delle variazione solari.
  • 13. E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo? Anomalia della temperatura °C Fonte: IPCC 2007 anno Inserendo invece le variabili influenzate dall'uomo, come le emissioni di CO2, i modelli replicano molto bene la temperatura osservata (linea rossa). Gli scienziati dell'IPCC ne hanno dedotto, da un lato, che è estremamente improbabile (meno del 5%) ottenere andamento della temperatura della terra simile a quello osservato, senza l'influenza di un fattore esterno. Dall'altro, hanno dedotto che al 90% il riscaldamento globale degli ultimi decenni sia da attribuire all’uomo
  • 14. E’ “sicuro” che l’aumento della temperatura sia causa dell’uomo? Inoltre, nel Gennaio 2009, un sondaggio dell’Earth and Environmental Sciences (Università dell'Illinois), ha chiesto a oltre 3000 scienziati che studiano il clima ed il pianeta terra questa domanda: Pensi che l'attività umana sia un fattore che contribuisca significativamente al cambiamento delle temperature globali medie? L'82% ha risposto SI Fonte: Peter T. Doran and Maggie K. Zimmerman (2009)
  • 15. Quindi la terra si riscalderà? Sembra proprio di SI. L’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) prevede un aumento della temperatura media della Terra da 1,2 a 6,4 °C nel corso di questo secolo a seconda di quanto ci impegneremo a fermare questo processo.
  • 16. Riassumiamo.... • Il pianeta diventa più caldo a causa dell’aumento della concentrazione dei gas serra come la CO2 • La maggior parte della comunità scientifica riconosce che la causa principale di questo riscaldamento sia l’attività di noi umani sulla terra. Inoltre secondo molti scienziati la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è troppo alta e bisogna ridurla o stabilizzarla per non avere conseguenze disatrose ed irreversibili.
  • 17. Ma quindi cosa succederà? Dagli studi recenti del rapporto scientifico IPCC 2007 è emerso che le conseguenze principali potrebbero essere: • Aumento degli eventi climatici estremi : siccità, ondate di calore, uragani ed inondazioni. • Scioglimento dei ghiacciai • Innalzamento del livello dei mari • Acidificazione degli oceani • Estinzione di numerose specie animali e vegetali In molti casi i segni di questi cambiamenti si possono vedere già adesso!
  • 18. Sono aumentati gli eventi estremi come ondate di caldo, siccità, uragani e alluvioni? Dal 1950 il numero di ondate di caldo è aumentato così come il numero di notti ad elevate temperature. In generale il numero di giorni con intense precipitazioni è aumentato, ma non ovunque: la durata e l’intensità di uragani e tempeste tropicali sono cresciute dal 1970. Fonte: IPCC 2007 Nel 2003, l’ondata di calore che ha colpito l’Europa ha infranto tutti record: oltre 52.000 vittime in nove paesi. L’Italia da sola ha perso 18.000 persone, 14.800 i morti in Francia. Ed oltre a diventare più frequenti, questi eventi sono diventati anche più intensi.
  • 19. I Ghiacci si sciolgono? SI e purtroppo molto più velocemente di quanto si pensasse all’inizio. PRIMA I ghiacciai delle Alpi sono dimimuiti di più del 50% dal 1850 ed entro la fine del secolo potrebbero scomparire quasi del tutto! ADESSO Secondo Institut de Recherche pour le Développement (IRD), l’80% dei ghiacciai del Sud America scompariranno nei prossimi 15 anni.
  • 20. Dalle guerre del petrolio alle guerre per l’acqua? Il ghiaccio rappresenta il 75% di tutte le risorse di acqua dolce del pianeta. Per esempio, le Alpi sono chiamate “le torri d’acqua d’Europa” perché alimentano le acque dei maggiori fiumi europei (incluso il Po) proprio nei periodi più caldi, con le piogge al minimo e la domanda di acqua al massimo. In Asia, 1,3 miliardi di persone dipendono per l’acqua dai fiumi dell’Himalaya e degli altipiani del Tibet. Il ghiacciaio indiano Gangotri, che fornisce il 70% dell’acqua del fiume Gange si sta riducendo a velocità elevata. Il Gange potrebbe diventare un fiume stagionale, alimentato soltanto durante la stagione delle piogge.
  • 21. Dalle guerre del petrolio alle guerre per l’acqua? Questa riduzione della quantità di acqua disponibile avrà enormi conseguenze per le persone e per l'economia e potrebbe essere la causa di nuovi conflitti tra popoli. Meno acqua potabile Minore acqua per l’industria Riduzione di flora e fauna legati al corso del fiume e limitata possibilità di navigazione dei fiumi. Meno acqua per l’irrigazione Meno energia idroelettrica
  • 22. Il tutto aggravato da un aumento della siccità Questa mappa indica chiaramente un aumento dell’incidenza di siccità media nel mondo (aree rosse) già in atto. In particolare l’Italia e l’area mediterranea, come indica il grafico, hanno una buona parte del territorio seriamente a rischio di siccità. Questo è vero in particolare per il Sud e le isole dove si potranno verificare siccità molto severe. Fonte: Dai et al. (2004) e IPCC 2007
  • 23. Il livello dei mari è in aumento? SI, e l’evidenza è molto forte. Il livello dei mari aumenta per due motivi. I ghiacci si stanno sciogliendo e l’acqua aumenta di volume a causa dell’aumento di temperatura. Di quanto aumenterà? La stima di IPCC 2007 dice fino ad 1 metro. Per la Banca Mondiale, anche un aumento di ‘solo’ 1 metro crerebbe 56 milioni di sfollati nei soli paesi poveri. Alcune zone verrebbero completamente inondate, come la foce del Nilo
  • 24. Il livello dei mari è in aumento? Ma secondo lo scienziato della NASA James Hansen anche queste previsioni non sono accurate e il livello del mare potrebbe salire anche di 7 metri nel corso del secolo! L’International Institute for Environment and Development (IIED) ha stimato che quasi 634 milioni di persone sarebbero costrette ad emigrare se il livello del mare salisse di 10 metri. Insieme, l’Artico e l’Antartico rappresentano il 99% dei ghiacci del mondo. Se tutti i ghiacci si scogliessero, il livello dei mari si alzerebbe di circa 65m! Fonte: (IPCC 2007)
  • 25. Il livello dei mari è in aumento? Alcune tra le città più grandi del mondo come Shanghai, Calcutta, Londra e New York potrebbero essere inondate parzialmente o del tutto, e ci sarebbe anche il rischio di perdere vaste zone agricole produttive e fertili. In Italia, le zone costiere più a rischio sono la zona Padano Veneziana, la Versilia, Fondi e la pianura Pontina con danni al turismo, la perdita di spiagge, campi coltivati e danni alle infrastrutture e servizi. (Fonte: Italian Report on Demonstrable Progress under Article 3.2 of The Kyoto Protocol)
  • 26. Inoltre, i mari diventeranno anche più acidi Gli oceani, come visto prima, assorbono una buona parte della CO2 emessa nell’atmosfera. Più assorbono anidride carbonica più diventano acidi. Questo rischia di distruggere ecosistemi unici al mondo (per esempio le barriere coralline) e causare forti riduzioni nella quantità di pesce da pescare. Più in generale, l’IPCC ha riportato che un innalzamento della temperatura di anche ‘solo’ 1°C metterà a rischio di estinzione il 30% di tutte le specie viventi.
  • 27. ..e saranno i Paesi più poveri ad essere più colpiti Rispetto ad una persona nata in un paese “ricco”, chi vive in un paese “povero” è 79 volte più a rischio di essere affetto da uno dei disastri ambientali che abbiamo discusso. Secondo l'agenzia ONU (UNDP), a causa del cambiamento climatico il prezzo del grano potrebbe aumentare del 70-194%. La Banca mondiale ha invece stimato che fino a 400 milioni di persone in più potrebbero soffrire la fame; ulteriori 2 miliardi di persone potrebbero invece non avere più acqua a sufficienza (WDR 2010). Inoltre, il cambiamento climatico potrebbe limitare il potenziale di sviluppo umano ed economico: ad esempio in Niger un bambino nato durante una siccità ha il 72% di probabilità in più di divenire rachitico (UNDP and Climate Change, 2009)
  • 28. Ma quanto ci costerà il cambiamento climatico? Oltre ai danni ambientali e umani, ci saranno anche grandi costi economici. Secondo la ben nota Stern Review – condotta dall’ex economista capo della Banca Mondiale – i costi a lungo termine per i cambiamenti climatici potrebbero eccedere del 20% il prodotto interno lordo (PIL) del mondo. Invece, i costi nel medio termine relativi al taglio delle emissioni di gas serra necessario a stabilizzare il clima sono, secondo Stern, pari all’1% del PIL mondiale. Anche se queste stime sono state criticate ed in alcuni casi migliorate da altri studiosi, la sostanza non è cambiata. Il costo del “non fare nulla” è estremamente più alto di quello di “fare qualcosa” per invertire la rotta.
  • 29. Riassumendo... I cambiamenti climatici in corso comporteranno con molta probabilità maggiori siccità, ondate di calore ed uragani, innalzamento del livello dei mari, acidificazione degli oceani, scioglimento dei ghiacciai ed estinzione di numerose specie animali e vegetali. Gli effetti del riscaldamento globale sono molto seri, con conseguenze per l’economia ed il sostentamento delle persone, le nostre abitudini quotidiane e la sicurezza delle nostre società. E saranno i paesi meno sviluppati a pagarne il prezzo più elevato. Inoltre, la velocità del cambiamento continua a sorprendere gli esperti e molte delle previsioni fatte solo due anni fa sono già state superate. E’ proprio questo che preoccupa alcuni scienziati e li spinge a volte a parlare di disastri e catastrofi.
  • 30. Ma perché si pensa alla catastrofe? E’ perché bisonga tener conto dei pericolosi effetti domino. Per esempio: come abbiamo visto, i ghiacchi aiutano a respingere le radiazioni solari. Ma se i ghiacchi si sciolgono verrano respinte meno radiazioni e più calore verrà inglobato dalla terra tramite i gas serra. Quindi, si può innescare una pericolosa spirale negativa. Un altro esempio che preoccupa gli scienziati è il potenziale scioglimento del permafrost, quello strato di terreno permanentemente ghiacciato da migliaia di anni che ricopre ad esempio buona parte di Russia e Canada…
  • 31. Effetto domino: scioglimento del permafrost Infatti, sotto il permafrost si stima siano custoditi ben 1000 miliardi di tonnellate di CO2…più di tutta quella presente oggi nell’atmosfera (700 miliardi)! Per capirci, l’uomo ne produce “solo” 6,5 miliardi ogni anno! Immaginate il potenziale effetto domino sulla temperatura globale! La situazione diventerebbe fuori controllo
  • 32. Non superare i +2ºC Proprio per evitare effetti domino come questi, la comunità scientifica ha spesso indicato che entro il 2100 l’aumento di temperatura non deve superare i 2ºC rispetto all'epoca pre industriale. Ma cosa bisognerebbe fare per non superare i 2ºC?
  • 33. Cosa serve per non passare la soglia +2ºC? Scenario di alte emissioni ; oltre 800 ppm Dai dati IPCC (2007), per stare quasi CO2 sicuramente al di sotto (ppm) Stabilizzare a 450 ppm entro il 2100 di +2ºC rispetto agli Emissioni al 2007 : 387 ppm anni pre-industriali, bisogna stabilizzare la CO2 tra 350 e 390 parti per milione Migliaia di anni prima del 2007 (ppm) entro il 2100. Oggi siamo a circa 390 ppm! E se continuiamo senza nessun intervento arriveremo ad oltre 800 ppm entro il 2100.
  • 34. L'obiettivo dei Governi: verso 450ppm ? Quest’anno, durante il G8 all’Aquila, i capi delle 17 maggiori economie mondiali hanno preso l’impegno di tagliare le emissioni globali del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990 e questo impegno è compatibile con un livello di 450-490 ppm circa. I governi hanno anche aggiunto che questa misura servirebbe ad evitare che l’aumento di temperatura superi i 2ºC entro il 2100. Tuttavia, analizzando i dati dell’IPPC, un taglio del 50% entro il 2050 causerebbe più plausibilmente un aumento di temperatura dai 2,5ºC ai 3ºC. (Fonte:IPCC 2007 e Carlo Carraro ed Emanuele Massetti, 2009) Anche la Banca Mondiale conferma che, con un livello di 450ppm la probabilita' di un surriscaldamento globale al di sotto di 2ºC e' inferiore al 50%. (Fonte: WDR 2010)
  • 35. L'obiettivo dei Governi: taglio delle emissioni del 50% I governi si muovono verso un taglio globale più timido del 50%, nonostante sia necessaria una riduzione nell’ordine del 80% entro il 2050 per avere buone probabilità di evitare la catastrofe (non andare oltre +2ºC) Infatti, come si vede nel grafico (linea rossa), se si cominciasse a ridurre le emissioni nel 2010 fino a raggiungere “meno 80%” entro il 2050, la probabilità di superare +2ºC sarebbe molto bassa (9- 26%). Il grafico mostra anche (linea blu) che basterebbe un ritardo di (Fonte: Baer and Mastrandrea (2006) azione di soli 5 anni per aumentare questa probabilità di quasi il doppio.
  • 36. L'obiettivo dei Governi: verso 450ppm ? Riassumendo, finora sembra che I'azione dei nostri governi, volendo idealmente limitare l'aumento della temperatura di non oltre 2ºC, voglia limitarsi ad un taglio delle emissioni globali del 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990 Ma come abbiamo visto, con questo livello di tagli, la probabilità di un surriscaldamento globale inferiore a 2ºC è inferiore al 50%. Non si lascia quindi, nessuno spazio ad errori. (WDR 2010) Ma finora cosa abbiamo fatto?...
  • 37. Il Protocollo di Kyoto Il primo accordo globale operativo per combattere i cambiamenti climatici è stato il “Protocollo di Kyoto” Nel 1997, il Protocollo di Kyoto fu un accordo fra i governi di 150 Paesi inclusi quelli Europei, ma non fu ratificato dagli USA. L'obiettivo era diminuire globalmente le emissioni di CO2 del 5.2% entro il 2012 rispetto ai liveli del 1990. Anche l’Italia si impegnò a ridurre le emissioni del 6.5% rispetto al 1990 entro il 2012 ma dal 1990 al 2007 le nostre emissioni sono aumentate del 7,4 (Dati UNFCC). Tuttavia, come abbiamo visto, serve qualcosa di più ambizioso di Kyoto per il futuro…
  • 38. Il Protocollo di Kyoto 40% 30% 20% 10% 0% Ca gia O da at A Fr ito Irl a nl a Sp g o pp a IT e ia gn rca A u d ia Sv o er ia rto ia Be o No cia Au lia Re ima i G a n it d G nd on ll i St AL I Fi gn ri G nc lg Po an ez Da i Un Un na ga an r ra e st re an bu -10% a la rv a m st em o ia ss Lu -20% Fonte: International Energy Agency Anche perché, guardando dal 2000-2007, solo pochi paesi hanno ridotto le loro emissioni! L’Italia dovrà ridurre la CO2 del 18% entro 4 anni, pena il pagamento di circa 555 milioni di euro di multa all'UE Chi pagherà? Noi contribuenti Italiani con circa 40 euro di aumento annuo nella bolletta elettrica.
  • 39. Dopo Kyoto: Copenaghen, Dicembre 2009 Copenaghen 2009 e’ la 15º conferenza internazionale sul cambiamento climatico che si terrà dal 7 al 18 Dicembre 2009. E’ ritenuta cruciale perché si dovranno raggiungere accordi lungimiranti e condivisi da tutti i paesi. . Inoltre. a differenza di Kyoto, i maggiori paesi inquinanti (gli Stati Uniti, Europa e Cina) dovranno svolgere un ruolo chiave.
  • 40. Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ? Adattamento e Mitigazione Ma bisogna semplicemente aspettare che i cambiamenti climatici diventino realtà, accettarne i costi ed adattarsi (Adattamento), oppure impegnarsi fortemente per tagliare le emissioni inquinanti (Mitigazione)? Oppure entrambi?
  • 41. Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ? Adattamento E’ ormai chiaro che anche tagli drastici delle emissioni potrebbero non essere sufficienti per evitare che alcune delle conseguenze del cambiamento climatico, come siccità, ondate di calore, innalzamento dei mari ed eventi atmosferici estremi si manifestino almeno in parte. Bisogna dunque prepararsi ai cambiamenti Un nodo chiave delle negoziazioni sarà infatti il finanziamento, da parte dei paesi ‘ricchi’ (con più alte emissioni di CO2), di progetti per aiutare i paesi meno sviluppati ad adattarsi ai cambiamenti.
  • 42. Copenaghen 2009: Di cosa si discuterà ? Mitigazione Ma il nodo principale delle negoziazioni è quello di trovare un accordo per chiudere a monte il “rubinetto”, cioè mitigare la causa del riscaldamento globale tagliando le emissioni di CO2. Una decisione seria, che ci metta al riparo dalla catastrofe climatica, dovra’ ottenere, in linea con le raccomandazioni dell’IPCC, un taglio nell’oridine l’80% delle emissioni entro il 2050 Inoltre come abbiamo visto in precedenza, bisogna cominciare il prima possibile! Difatti, anche se smettessimo oggi stesso di inquinare, i gas serra (compresa la CO2) resterebbero nell’atmosfera anche per diversi secoli, contribuendo al riscaldamento globale. Ma andiamo a vedere chi inquina di più...
  • 43. Ma chi inquina di più? Come vediamo nel grafico, Cina e Stati Uniti producono quasi metà della CO2 emessa nell’aria ogni anno. Resto del Mondo 30% Iran 2% Cina Italia 21% 2% Korea 2% Canada 2% Regno Unito 2% Germania 3% Giappone 5% India 5% Russia Stati Uniti 20% Fonte: UN Statistics Division 6% Insieme, i principali paesi industriali generano più di due terzi delle emissioni mondiali.
  • 44. Chi inquina di più? Le emissioni per persona Ma guardare alle emissioni di ogni paese potrebbe dare false impressioni, perché non tiene conto del numero degli abitanti in ogni paese. E’ quindi utile andare a vedere le emissioni di CO2 pro capite, cioè le emissioni generate dallo stile di vita di ogni singola persona in ciascun paese.
  • 45. Chi inquina di più? Le emissioni per persona 1 Americano Inquina come... 2 Italiani = 4 Cinesi = 14 Indiani = 502 Ciadensi
  • 46. Chi inquina di più? Le emissioni per persona 1 Italiano Inquina come... 2 Cinesi = 6 Indiani = 213 Ciadensi
  • 47. In altre parole… Se gli abitanti dei paesi meno sviluppati consumassero energia come gli americani o i canadesi occorrerebbero 9 pianeti per assorbire tutte le emissioni di CO2 del mondo. Ma ne abbiamo soltanto uno.
  • 48. E chi deve ridurre di più le emissioni? Forse la risposta è: soprattutto chi ha contribuito maggiormente dall’inizio a creare questo problema. E cioè europei e americani che sono responsabili quasi del 60% di tutte le emissioni dal 1850.
  • 49. E chi deve ridurre di più le emissioni? Tuttavia i paesi meno sviluppati non possono tirarsi indietro per diversi motivi: 1) Anche se non sono responsabili storicamente e se hanno un livello di emissioni di CO2 procapite molto basso si tratta di paesi molto popolosi. Quindi il totale delle emissioni rimane consistente. 2) La responsabilita' storica dei paesi sviluppati e' certa. Tuttavia, è pur vero che si è trattato di un’azione largamente inconsapevole dei rischi sul clima globale, almeno inizialmente. 3) Secondo la Banca Mondiale (WDR 2010) le Nazioni in via di sviluppo dovranno sopportare tra il 75 e l'80 % dei costi dei danni ambientali. 4) L' assenza di collaborazione dei paesi emergenti potrebbe rendere molto difficile l' obiettivo di stabilizzazione del clima da parte dei soli paesi industrializzati.
  • 50. Conclusione: Cosa succederà ? Mentre scriviamo, tutti i segnali sembrano indicare che non ci sarà un accordo vincolante alla conferenza. Ad esempio, come evidenziato da un recente sondaggio del giornale britannico “The Guardian”, l'80% degli esperti ambientali interpellati sono convinti che i governi non riusciranno a trovare un accordo che eviti buona parte dei rischi ambientali elencati. Tuttavia, circa il 60% di loro ritiene sia ancora tecnicamente possibile farlo! Questo è molto preoccupante, e dovrebbe rafforzare la nostra motivazione come cittadini a far si che si mettano in moto le forze necessarie per evitare la catastrofe.
  • 51. Conclusione: Serve un cambiamento profondo Serve un grande cambiamento al livello globale, e per questo è essenziale un patto a livello governativo a Copenaghen 2009. Ma l’urgenza del rischio catastrofe climatica e l’ambiziosità dei tagli di CO2 da implementare, dovrebbe indurci a ripensare al modo in cui viviamo, alle nostre abitudini e all'organizzazione delle nostre società. C’è bisogno dello sforzo di tutti Misure efficaci dovranno includere adattamento, mitigazione ed innovazione:il settore privato con i giusti incentivi si deve orientare verso un economia a basso impatto (low carbon economy); il settore publico e la cooperazione tra gli stati devono puntare al raggiungimento di obiettivi comuni, Ma cosa possiamo fare NOI?
  • 52. Noi? Noi intanto facciamo la nostra parte! Alcuni consigli per informarsi, diffondere, prendere parte Calcola la tua impronta ecologica : http://www.feem-project.net/pandora/impronta_eco.php http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/calcolatore_htm/calcolatore.htm http://www.myfootprint.org/en Consigli per ridurre l'impatto ambientale con semplici gesti: http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/ecoconsigli.htm Diventa una persona ad impatto zero compensando le tue emissioni: http://servizi.lifegate.it/newimpattozero/calcolatore.asp Calcola la tua impronta di carbonio WWF http://www.improntawwf.it/main.php Calcolatore tradotto in italiano http://www.carbonfootprint.com/calculator.aspx
  • 53. Noi? One planet living (inglese): http://calculator.bioregional.com/lstep01.php Per i giovani e i più piccoli: Iniziative giovani http://ec.europa.eu/environment/climat/campaign/index_it.htm Giochi online http://www.managenergy.net/kidscorner/it/o11/games.html Iniziative: 100 piazze per il clima http://www.100piazze.it/ Petizione in inglese per un accordo forte a Copenhagen www.sealthedeal2009.org Per la conferenza di Copenhagen http://en.cop15.dk/frontpage Per saperne di più (in Inglese) www.ipcc.ch www.realclimate.org www.nasa.gov www.350.org
  • 54. Grazie! Se hai apprezzato la presentazione, inoltra il link del nostro sito! Per commenti sul progetto Quattrogatti.info : commenti@quattrogatti.info Per contattare gli autori: manuela.bucciarelli@quattrogatti.info, marco.valente@quattrogatti.info, salvatore.morelli@quattrogatti.info, paolo.lucchino@quattrogatti.info www.quattrogatti.info Le fonti dei dati e note bibliografiche sono reperibili sul nostro sito.