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FOODECONOMY
Comunicazione, informazione e marketing
Antonio Belloni
per
1
FOODECONOMY
Contesto nuovo, frutto di un incrocio di elementi che agiscono contemporaneamente in
livelli differenti
1. Mercati avanzati
2. Mercati emergenti
3. Tecnologie
Nuove dinamiche stratificate
1. di mercato ---------- NUOVI CONSUMATORI
2. di consumo --------- NUOVE ABITUDINI DI CONSUMO
2
PAESI EMERGENTI
Dinamiche quantitative
• Demografiche - Incremento della popolazione mondiale (+11% nel 2020)
• Economiche - Aumento dei redditi medi pro-capite (+2,5% in media fino al 2018)
• Settoriali - nel 2016 in Asia il mercato Retail di generi alimentari raggiungerà un
valore di 5.900 di euro (crescendo annualmente del 15%)
• Sociali - nel 2030 il 93% delle classi medie mondiali vivrà nei Paesi emergenti
I consumi crescono (improvvisamente)
…come durante il Boom economico dei Paesi Avanzati negli anni ‘70
3
PAESI EMERGENTI
Dinamiche qualitative
• L’aumento del consumo è una risposta alla povertà precedente
• Il cibo è status sociale, la rappresentazione di una nuova condizione
• Grazie alla globalizzazione sono già nelle catene globali del valore (noi negli anni
‘70 no)
• Grazie alla globalizzazione consumano già cibo straniero
4
PAESI AVANZATI
Dinamiche quantitative (negative)
• Abbondanza (obesità, sovrappeso)
• Spreco (rifiuti, inefficienza distributiva, etc)
• Crisi
I consumi calano (gradualmente) e in maniera irreversibile:
• Da qualche decina di anni (picco ALTO ‘70 – punto BASSO ‘90)
• Accelerazione recente a causa della crisi (-1,37 nel 2013)
• Calano i prodotti cari (carne, pesce, salumi, frutta)
• Si ritorna a cucinare in casa, meno SPRECHI 5
PAESI AVANZATI
Dinamiche qualitative (positive)
La crisi ha accelerato e completato un processo di consumo nuovo, e definitivo, oggi declinato
sulla base di:
• Salute (nutrizione, apporti calorici, etc…)
• Conoscenza (informazione, consapevolezza, impatto dei prodotti, paura del cibo, etc..)
BIO
• Esperienza (origine dei prodotti, identità, narrazione, storia, cultura, NON FOOD, etc)
• Prima guidati dalla FAME, oggi da elementi nuovi. 6
QUALI CONSUMATORI?
Quello «occidentale» è cinico e negativo, ma selettivo e onnivoro:
• non fa tagli lineari
• applica un’AUSTERITY precisa e qualitativamente consapevole – POLITEISMO ALIMENTARE
• «SMART», sa risparmiare (promozioni e sconti), mixare tra prodotti basici, di qualità, locali,
km 0, BIO (2,3 MLD € E IN CRESCITA), mixa il surgelato, al discount, al prodotto di nicchia)
• il 64% degli italiani vuole prodotti italiani
• il 51% di aziende locali
• il 48% di aziende che rispettano l’ambiente
7
DINAMICHE TECNOLOGICHE
Conseguenze tecniche
Lo sviluppo veloce e dirompente delle tecnologie, diventa funzionale a:
• Consumo (acquisti) DAL CARRELLO AL TABLET
• Produzione DALLE MANI ALLA MACCHINA
• Analisi DALLA CONSERVA AL LABORATORIO
• Distribuzione DAL CAMION AL «KM ZERO»
• Informazione, comunicazione, marketing
8
DINAMICHE TECNOLOGICHE
Conseguenze positive
Imprese
• miglioramento delle performances
• allargamento dell’indotto (media, comunicazione, pubblicità, editoria, etc)
• si presta di più a innovazioni e contaminazioni (sincretismo con turismo e moda)
Consumatori
• miglioramento delle azioni di consumo
• velocità, consapevolezza, salubrità, informazione 9
DINAMICHE TECNOLOGICHE
Conseguenze negative
Imprese
• Sfida: diminuzione dei consumi insieme alla necessità di maggiori investimenti
• Maggior competizione, anche internazionale
Consumatori
• La scelta di consumo diventa più difficile, consumare diventa quasi una «professione»
• Bombardamento dell’offerta
• Lo spazio di consumo eccessivo e continuo (i prodotti ci raggiungono ovunque)
10
PRESENZA SUI MEDIA
11
70 programmi tv
(35 solo su Discovery)
10.000 siti Internet
25.000 blog
(uno al giorno)
Convegni
Giornali
Jamie Oliver
Festival
Libri
Mangiamo più cibo fisico o cibo immateriale (comunicato)
Vd. Economia della conoscenza (L. Summers)
RAPPORTO CON I MEDIA
MULTIPLO e MULTIPOLARE
• Attivo – si racconta attraverso la pubblicità in video, giornali, web
• Passivo – è raccontato, diventa messaggio di programmi tv, siti web media, social
networks
Perché?
• Perché è crescente la domanda di cibo «informativo» e di «intrattenimento»
• Perché il cibo è il prodotto più accessibile, malleabile, duttile 12
RAPPORTO CON I MEDIA
ESTENSIVO
• il cibo va oltre alla funzione alimentare
• Esaurisce la nutrizione, la supera, talvolta la evita adempiendo altre funzioni
IMMATERIALE – DE-MATERIALE (non – food)
• È semplice «supporto fisico»
per un’esperienza (novità, piacere, svago…)
• Comunica identità (per il singolo),
territorio (per l’impresa), la condivisione
(per il gruppo)
Il cibo diventa parte del discorso nel linguaggio popolare (attraverso la MEDIATIZZAZIONE)
13
DISCORSO SUL CIBO
• È l’ingrediente sociale più diffuso
• Individuale (personalità, cultura, provenienza, cultura…)
• Collettivo (territorio, sharing,…)
• Culturale
• Estetico
• Politico
• Intellettuale
• Religioso ed etico
Il cibo è una cartina di tornasole per leggere le mutazioni sociali
14
ELEMENTO «POP»
Popolarità dovuta a:
• Accessibilità (ristoranti, start up, piccoli business,etc…)
• Fruibilità (pochi investimenti richiesti, elemento diffuso, tipicità italiana, etc…)
• Adattabilità (poche competenze?, diffusione sui media, etc…)
• Capacità onnicomprensiva
15
IL DISCORSO SOCIALE
È un’occasione di rappresentanza
• Identità individuale
• Identità collettiva
Si presta all’individualismo contemporaneo spinto, insieme alla voglia di socialità e condivisione
I social media
• assumono un ruolo centrale nell’espressione identitaria
• Diventano uno strumento per le aziende
Il cibo è il «testing product» ideale per comprendere LA NUOVA COMUNICAZIONE tra azienda
e consumatore 16
RAPPORTO TRA AZIENDA E CONSUMATORE
Ieri
• RAPPORTO UNIVOCO ------ L’azienda parlava al consumatore
• Con la pubblicità tradizionale della tv, dei giornali
• Attraverso etichette standard, «dovute»
• Lo «ascoltava» solo con ricerche di mercato, focus group
Il consumatore era il TARGET dell’azienda
17
RAPPORTO TRA AZIENDA E CONSUMATORE
Oggi
• RAPPORTO BIUNIVOCO - dialoga con il consumatore, con i social network, blog
• Ascolta e risponde ai consumatori
• Con «BETA product» testa i loro gusti, che influiscono sulla produzione
• Suggerisce loro come usare i prodotti
Il consumatore è PARTNER dell’azienda
18
RAPPORTO TRA CONSUMATORE e AZIENDA
Ieri PASSIVO, oggi MATURO, CONSAPEVOLE, COINVOLTO ----- EVOLUTO
Il consumatore
• Non giudica più solo per immagini
• Legge, si informa
• Segue il prodotto nei suoi luoghi, anche per passione
• Commenta i prodotti, li prova
• Comunica la sua esperienza di consumo sui mezzi a disposizione
L’azienda è il TARGET del consumatore -------- CAMBIA LA COMUNICAZIONE 19
IL NUOVO RUOLO DELL’ETICHETTA
ESTERNO AL RAPPORTO AZIENDA – CONSUMATORE
• Considerata dall’azienda un dovere, era la carta d’identità del cibo
• Dovere amplificato dall’aumento delle richieste normative
• Risponde a necessità anche logistiche (codice a barre)
INTERNO AL RAPPORTO AZIENDA – CONSUMATORE
• Oggi rispecchia una richiesta di conoscenza del consumatore
• Conoscenza culinaria, nutrizionale, salutistica
• Descrive il posizionamento del prodotto (BIO, Junk, estero, Diet, etc…)
Oggi è l’ETICHETTA l’unica vera comunicazione istituzionale dell’azienda 20
IL RUOLO DELLO «CHEF»
• Testimonial
• Opinionista
• Ospite tv
• Influencer
• …
Caratteristiche ad uso marketing
• Autorevolezza
• Popolarità
• … 21
22
Il ruolo del TERRITORIO
• Potenza evocativa elevata (in tutti i settori) --------- «LAND OF»
• Made in
• Inclusa nel Brand (quale? Vicino o lontano?)
• Made in Europe
• Made in Italy
• Made in Tuscany
• Made in Florence
• Daoc, Docg, Igp…
• Cattura – conservazione – difesa del valore apportato dal territorio al prodotto…
• Recupero identità territoriale, collettiva, culturale…
• mediazione tra le diversità… ----- CIBO STRANIERO 23
ESEMPIO Positivo
Il più facile? EATALY
• Racconto esteso del cibo
• Coglie gli elementi descritti
Lo switch necessario alla comunicazione
quando dovrà quotarsi.
Perché oggi:
• È comunicazione ancora artigianale
• Ha un orientamento politico
• Cortilia
• Mutti 24
PERCHÉ IL CIBO È AL CENTRO DEL
DISCORSO?
• È una moda?
• Non dev’essere un’ode al cibo
• Durerà? Durerà la sovraesposizione?
• È un ruolo giusto o è solo un problema occidentale?
• È uno spazio meritato?
• O è sano finché ha un fine economico?
• O è malato se ha un fine ideologico?
• Se diventa ideologico, è una risposta emotiva ad una domanda DI SENSO che è
religiosa ed etica, e non può stare nel cibo…
25
26
antonio_belloni1@yahoo.it
@antoniobelloni1

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  • 1. FOODECONOMY Comunicazione, informazione e marketing Antonio Belloni per 1
  • 2. FOODECONOMY Contesto nuovo, frutto di un incrocio di elementi che agiscono contemporaneamente in livelli differenti 1. Mercati avanzati 2. Mercati emergenti 3. Tecnologie Nuove dinamiche stratificate 1. di mercato ---------- NUOVI CONSUMATORI 2. di consumo --------- NUOVE ABITUDINI DI CONSUMO 2
  • 3. PAESI EMERGENTI Dinamiche quantitative • Demografiche - Incremento della popolazione mondiale (+11% nel 2020) • Economiche - Aumento dei redditi medi pro-capite (+2,5% in media fino al 2018) • Settoriali - nel 2016 in Asia il mercato Retail di generi alimentari raggiungerà un valore di 5.900 di euro (crescendo annualmente del 15%) • Sociali - nel 2030 il 93% delle classi medie mondiali vivrà nei Paesi emergenti I consumi crescono (improvvisamente) …come durante il Boom economico dei Paesi Avanzati negli anni ‘70 3
  • 4. PAESI EMERGENTI Dinamiche qualitative • L’aumento del consumo è una risposta alla povertà precedente • Il cibo è status sociale, la rappresentazione di una nuova condizione • Grazie alla globalizzazione sono già nelle catene globali del valore (noi negli anni ‘70 no) • Grazie alla globalizzazione consumano già cibo straniero 4
  • 5. PAESI AVANZATI Dinamiche quantitative (negative) • Abbondanza (obesità, sovrappeso) • Spreco (rifiuti, inefficienza distributiva, etc) • Crisi I consumi calano (gradualmente) e in maniera irreversibile: • Da qualche decina di anni (picco ALTO ‘70 – punto BASSO ‘90) • Accelerazione recente a causa della crisi (-1,37 nel 2013) • Calano i prodotti cari (carne, pesce, salumi, frutta) • Si ritorna a cucinare in casa, meno SPRECHI 5
  • 6. PAESI AVANZATI Dinamiche qualitative (positive) La crisi ha accelerato e completato un processo di consumo nuovo, e definitivo, oggi declinato sulla base di: • Salute (nutrizione, apporti calorici, etc…) • Conoscenza (informazione, consapevolezza, impatto dei prodotti, paura del cibo, etc..) BIO • Esperienza (origine dei prodotti, identità, narrazione, storia, cultura, NON FOOD, etc) • Prima guidati dalla FAME, oggi da elementi nuovi. 6
  • 7. QUALI CONSUMATORI? Quello «occidentale» è cinico e negativo, ma selettivo e onnivoro: • non fa tagli lineari • applica un’AUSTERITY precisa e qualitativamente consapevole – POLITEISMO ALIMENTARE • «SMART», sa risparmiare (promozioni e sconti), mixare tra prodotti basici, di qualità, locali, km 0, BIO (2,3 MLD € E IN CRESCITA), mixa il surgelato, al discount, al prodotto di nicchia) • il 64% degli italiani vuole prodotti italiani • il 51% di aziende locali • il 48% di aziende che rispettano l’ambiente 7
  • 8. DINAMICHE TECNOLOGICHE Conseguenze tecniche Lo sviluppo veloce e dirompente delle tecnologie, diventa funzionale a: • Consumo (acquisti) DAL CARRELLO AL TABLET • Produzione DALLE MANI ALLA MACCHINA • Analisi DALLA CONSERVA AL LABORATORIO • Distribuzione DAL CAMION AL «KM ZERO» • Informazione, comunicazione, marketing 8
  • 9. DINAMICHE TECNOLOGICHE Conseguenze positive Imprese • miglioramento delle performances • allargamento dell’indotto (media, comunicazione, pubblicità, editoria, etc) • si presta di più a innovazioni e contaminazioni (sincretismo con turismo e moda) Consumatori • miglioramento delle azioni di consumo • velocità, consapevolezza, salubrità, informazione 9
  • 10. DINAMICHE TECNOLOGICHE Conseguenze negative Imprese • Sfida: diminuzione dei consumi insieme alla necessità di maggiori investimenti • Maggior competizione, anche internazionale Consumatori • La scelta di consumo diventa più difficile, consumare diventa quasi una «professione» • Bombardamento dell’offerta • Lo spazio di consumo eccessivo e continuo (i prodotti ci raggiungono ovunque) 10
  • 11. PRESENZA SUI MEDIA 11 70 programmi tv (35 solo su Discovery) 10.000 siti Internet 25.000 blog (uno al giorno) Convegni Giornali Jamie Oliver Festival Libri Mangiamo più cibo fisico o cibo immateriale (comunicato) Vd. Economia della conoscenza (L. Summers)
  • 12. RAPPORTO CON I MEDIA MULTIPLO e MULTIPOLARE • Attivo – si racconta attraverso la pubblicità in video, giornali, web • Passivo – è raccontato, diventa messaggio di programmi tv, siti web media, social networks Perché? • Perché è crescente la domanda di cibo «informativo» e di «intrattenimento» • Perché il cibo è il prodotto più accessibile, malleabile, duttile 12
  • 13. RAPPORTO CON I MEDIA ESTENSIVO • il cibo va oltre alla funzione alimentare • Esaurisce la nutrizione, la supera, talvolta la evita adempiendo altre funzioni IMMATERIALE – DE-MATERIALE (non – food) • È semplice «supporto fisico» per un’esperienza (novità, piacere, svago…) • Comunica identità (per il singolo), territorio (per l’impresa), la condivisione (per il gruppo) Il cibo diventa parte del discorso nel linguaggio popolare (attraverso la MEDIATIZZAZIONE) 13
  • 14. DISCORSO SUL CIBO • È l’ingrediente sociale più diffuso • Individuale (personalità, cultura, provenienza, cultura…) • Collettivo (territorio, sharing,…) • Culturale • Estetico • Politico • Intellettuale • Religioso ed etico Il cibo è una cartina di tornasole per leggere le mutazioni sociali 14
  • 15. ELEMENTO «POP» Popolarità dovuta a: • Accessibilità (ristoranti, start up, piccoli business,etc…) • Fruibilità (pochi investimenti richiesti, elemento diffuso, tipicità italiana, etc…) • Adattabilità (poche competenze?, diffusione sui media, etc…) • Capacità onnicomprensiva 15
  • 16. IL DISCORSO SOCIALE È un’occasione di rappresentanza • Identità individuale • Identità collettiva Si presta all’individualismo contemporaneo spinto, insieme alla voglia di socialità e condivisione I social media • assumono un ruolo centrale nell’espressione identitaria • Diventano uno strumento per le aziende Il cibo è il «testing product» ideale per comprendere LA NUOVA COMUNICAZIONE tra azienda e consumatore 16
  • 17. RAPPORTO TRA AZIENDA E CONSUMATORE Ieri • RAPPORTO UNIVOCO ------ L’azienda parlava al consumatore • Con la pubblicità tradizionale della tv, dei giornali • Attraverso etichette standard, «dovute» • Lo «ascoltava» solo con ricerche di mercato, focus group Il consumatore era il TARGET dell’azienda 17
  • 18. RAPPORTO TRA AZIENDA E CONSUMATORE Oggi • RAPPORTO BIUNIVOCO - dialoga con il consumatore, con i social network, blog • Ascolta e risponde ai consumatori • Con «BETA product» testa i loro gusti, che influiscono sulla produzione • Suggerisce loro come usare i prodotti Il consumatore è PARTNER dell’azienda 18
  • 19. RAPPORTO TRA CONSUMATORE e AZIENDA Ieri PASSIVO, oggi MATURO, CONSAPEVOLE, COINVOLTO ----- EVOLUTO Il consumatore • Non giudica più solo per immagini • Legge, si informa • Segue il prodotto nei suoi luoghi, anche per passione • Commenta i prodotti, li prova • Comunica la sua esperienza di consumo sui mezzi a disposizione L’azienda è il TARGET del consumatore -------- CAMBIA LA COMUNICAZIONE 19
  • 20. IL NUOVO RUOLO DELL’ETICHETTA ESTERNO AL RAPPORTO AZIENDA – CONSUMATORE • Considerata dall’azienda un dovere, era la carta d’identità del cibo • Dovere amplificato dall’aumento delle richieste normative • Risponde a necessità anche logistiche (codice a barre) INTERNO AL RAPPORTO AZIENDA – CONSUMATORE • Oggi rispecchia una richiesta di conoscenza del consumatore • Conoscenza culinaria, nutrizionale, salutistica • Descrive il posizionamento del prodotto (BIO, Junk, estero, Diet, etc…) Oggi è l’ETICHETTA l’unica vera comunicazione istituzionale dell’azienda 20
  • 21. IL RUOLO DELLO «CHEF» • Testimonial • Opinionista • Ospite tv • Influencer • … Caratteristiche ad uso marketing • Autorevolezza • Popolarità • … 21
  • 22. 22
  • 23. Il ruolo del TERRITORIO • Potenza evocativa elevata (in tutti i settori) --------- «LAND OF» • Made in • Inclusa nel Brand (quale? Vicino o lontano?) • Made in Europe • Made in Italy • Made in Tuscany • Made in Florence • Daoc, Docg, Igp… • Cattura – conservazione – difesa del valore apportato dal territorio al prodotto… • Recupero identità territoriale, collettiva, culturale… • mediazione tra le diversità… ----- CIBO STRANIERO 23
  • 24. ESEMPIO Positivo Il più facile? EATALY • Racconto esteso del cibo • Coglie gli elementi descritti Lo switch necessario alla comunicazione quando dovrà quotarsi. Perché oggi: • È comunicazione ancora artigianale • Ha un orientamento politico • Cortilia • Mutti 24
  • 25. PERCHÉ IL CIBO È AL CENTRO DEL DISCORSO? • È una moda? • Non dev’essere un’ode al cibo • Durerà? Durerà la sovraesposizione? • È un ruolo giusto o è solo un problema occidentale? • È uno spazio meritato? • O è sano finché ha un fine economico? • O è malato se ha un fine ideologico? • Se diventa ideologico, è una risposta emotiva ad una domanda DI SENSO che è religiosa ed etica, e non può stare nel cibo… 25