Un'occasione per discutere del ruolo del Datacenter con i miei colleghi di Lenovo, IBM, Microsoft e altre aziende leader del settore IT. Grazie a SOIEL per l'ospitalita' e per lo spazio dedicato al punto di vista Oracle, che ho avuto il piacere di rappresentare.
Oracle Cloud : Big Data Use Cases and Architecture
Il Cliente Al Centro del Datacenter : Tavola Rotonda
1. Nell’era della consumerizzazione dell’IT bisogna essere sempre più proattivi per far
percepire il reale valore dell’innovazione tecnologica, che, per essere governata al meglio,
richiede competenze vaste e diversificate.
42 marzo 2017
Negli ultimi anni le parole d’ordine all’interno dei
data center sono state ottimizzazione, razio-
nalizzazione, centralizzazione e virtualizzazione,
quasi sempre in un’ottica di saving di risorse sia
economiche che professionali. Tutto ciò ha porta-
to a implementare nuove tecnologie, nuovi modelli
di approvvigionamento e di pricing, ma quali sono
quelli che consentono veramente di sfruttare al
massimo le capacità dei data center, di avere una
visione globale dell’infrastruttura, di aumentare l’a-
gilità di risposta alle esigenze del business a fronte
di condizioni di mercato in continua evoluzione?
Questi i temi al centro della seconda tavola rotonda
organizzata da Office Automation per fare il pun-
to della situazione insieme al alcuni dei principali
protagonisti del mondo dell’offerta, anche in vista
della prossima edizione di Datacenter Experience,
tradizionale appuntamento organizzato da Soiel
IL CLIENTE AL CENTRO
DEL DATA CENTER
Raffaela Citterio, Paolo Morati
International, in programma il 14 marzo 2017 a Mi-
lano. Identificando tutta una serie di trend destinati
a cambiare lo scenario di riferimento.
Come cambia l’approccio al data center
Se il compito del data center è quello di supporta-
re il business per renderlo sempre più proattivo e
reattivo significa che è arrivato il momento di di-
menticare l’hardware, il software e l’infrastruttura
di rete? La tentazione c’è, ma la verità è che ogni
organizzazione ha le sue specifiche esigenze, e non
esiste una ricetta valida per tutti. È un po’ come
quando bisogna trasferirsi in una nuova città: se il
soggiorno sarà di pochi giorni si alloggerà in alber-
go, se la permanenza si prolunga per qualche mese
o anno sarà meglio prendere in affitto un apparta-
mento, se poi si sta pensando a una sistemazione
di lunga durata o permanente converrà procedere
TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
2. 43marzo 2017
all’acquisto di una casa. L’analogia viene da Alberto
Filisetti, Country Manager Italy di Nutanix, che ha
sottolineato come “si adatti molto bene alla scelta
di fondo che le aziende oggi devono fare: puntare
sul cloud reso disponibile da un service provider,
se l’esigenza è quella di dotarsi di risorse IT per
progetti ad hoc, oppure continuare a investire su
un’infrastruttura on premise nel caso in cui i proces-
si interni richiedano significative personalizzazioni,
o ancora adottare un approccio ibrido, scegliendo
volta per volta, applicazione per applicazione, la
soluzione più adatta. L’infrastruttu-
ra on premise, come alternativa al
cloud per i soli ‘predictable work-
load’ deve presentare caratteristi-
che di gestione, scale out e modello
‘pay as you growth’ non tipiche di
soluzioni tradizionali a tre livelli”.
Dalla discussione svolta in Soiel è
inoltre emerso che in Italia molte
aziende stanno vivendo una fase di
transizione, in cui devono da un lato
salvaguardare gli investimenti effettuati nel corso
degli anni per implementare infrastrutture proprie-
tarie, dall’altro aprirsi ai nuovi modelli di sourcing,
quali il cloud nelle varie modalità, sperimentando
nuove tecnologie e soluzioni in grado di supportare
il rilascio di specifici servizi indirizzati ai nuovi am-
bienti social, mobile, Internet of Things e così via, in
tempi sempre più brevi. È ormai evidente che realtà
come Airbnb, Uber, Netflix, solo per citare alcuni tra
i casi più eclatanti, stanno modificando profonda-
mente il modo di interagire tra le aziende e i clienti
finali, e che il confine tra B2B e B2C sta diventando
sempre più labile. “Se fino a ieri bastava disegnare
applicazioni per i sistemi transazionali, oggi è ne-
cessario implementare - o consentire l’accesso - a
sistemi molto diversi, come quelli di engagement
per fidelizzare clienti e partner, o di analisi predit-
tiva, e questo rappresenta una grossa sfida perché
si tratta di rendere disponibili servizi simili a quelli
ormai utilizzati comunemente nella quotidianità
garantendo però livelli di sicurezza, compliance e
governabilità di livello enterprise”, ha commentato
Riccardo Romani, Presales Director di Oracle Italia.
Valorizzare la professionalità
Un altro fattore d’attenzione è relativo agli utenti
dei sistemi, sia che si tratti di risorse interne che
degli appartenenti alla supply chain di riferimento
dell’azienda: ormai nelle aziende
convivono i cosiddetti millennials
e persone di esperienza, che han-
no dimestichezza con tecnologie
molto diverse tra loro. “Anche in
questo caso si tratta di bilanciare
nel migliore dei modi gli strumenti
che si rendono disponibili, perché il
rischio che i nuovi servizi vengano
sottoutilizzati, vanificando gli sforzi
fatti, è sempre dietro l’angolo”, ha
detto Alberto Bastianon Senior Presales Manager
in Dell EMC.
L’esperienza degli utenti deve essere nel contempo
sempre al centro dell’attenzione dell’IT, che deve
adottare strategie infrastrutturali adeguate. Venire
incontro a tante esigenze diverse, però, fa aumentare
le complessità, anche perché spesso l’architettura
IT delle aziende include micro data center installati
nelle sedi remote e nei branch office. “Non a caso
le soluzioni software defined stanno suscitando
un interesse sempre maggiore, perché riducono
la necessità di dotarsi di hardware specializzato a
favore di un livello software in grado di garantire
sicurezza, visibilità in tempo reale ed un controllo
globale e dinamico della rete e delle applicazioni”,
ha ricordato Vittorio Carosone, Country Manager
Italy di Riverbed Technology.
TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
Il datacenter, fulcro della
trasformazione digitale,
richiede piattaforme per la
tutela e storage dei dati che
siano rapide e veloci, con
le tecnologie Flash ormai
ampiamente diffuse.
3. Sicuramente le soluzioni basate su software presen-
tano molti vantaggi, non ultimo quello di accelerare
i tempi di rilascio di nuovi servizi e applicazioni, e il
tempo, come ha commentato Lara Del Pin, Channel
Manager di Veeam in Italia, “è ormai un elemento
critico di successo: i responsabili IT guardano con
sempre maggiore attenzione alla curva di imple-
mentazione e di apprendimento richiesta dai nuo-
vi servizi che vogliono rendere di-
sponibili, perché non possono più
permettersi progetti spalmati sul
lungo periodo”.
Il ruolo del CIO
Il ruolo che i CIO rivestono nella
implementazione e nella gestione
dell’infrastruttura IT è stato un al-
tro tema di discussione, perché mai
come oggi sono chiamati ad assu-
mersi rischi non banali. “Da un lato devono garan-
tire livelli di performance e affidabilità sempre più
elevati, dall’altro accelerare i tempi di rilascio dei
nuovi servizi, pena non solo l’insoddisfazione dei
clienti interni ma anche un possibile rallentamento
del business”, come ha ribadito Roberto Massoli,
Channel Manager di Simplivity.
Senza contare la possibilità di essere bypassati dai
responsabili delle linee di business, sempre più in-
clini ad approvvigionarsi in maniera
autonoma sul mercato, senza tene-
re conto di parametri quali i livelli
di servizio e l’affidabilità, “per non
parlare dell’interoperabilità con gli
altri sistemi presenti in azienda -
ha fatto notare Maurizio Desiderio,
Country Manager di F5 Networks.
In effetti oggi bilanciare le diverse
esigenze che abbiamo discusso non
è facile. Secondo noi la strada giu-
sta è migliorare la comunicazione a
tutti i livelli, non solo tra le diverse
funzioni che operano in un’azienda ma anche nel
rapporto tra mercato e fornitori. Mi piace portare
l’esempio di un grande gruppo bancario che recen-
temente ha riunito intorno a un tavolo diversi for-
nitori IT per discutere con loro obiettivi, strategie e
modelli operativi da adottare, inaugurando di fatto
un nuovo modello di approvvigionamento, basato,
più che sulla competizione, sulla collaborazione”.
Imparare a fare marketing
La corretta orchestrazione delle varie componenti
che compongono un data center, nell’era del cloud,
risulta un altro fattore critico di successo emerso
nel corso del confronto, per cui la competenza degli
addetti appare un ulteriore fattore da tenere ben
presente. “Cominciano ad essere richieste nuove
figure, come i data scientist, in grado di gestire e
trarre valore dalla mole crescente di dati che conti-
nuano ad essere generati dentro e fuori le aziende,
un fenomeno che assume diverse denominazioni
(big data, data lake...) ma reperirle non è così fa-
cile”, ha rimarcato Andrea Sappia,
Sales Consultant Manager Fujitsu
Distinguished Engineer Fujitsu.
Le tecnologie sono in grado di otti-
mizzare qualsiasi processo, si tratta
di dimensionarle correttamente ma
anche, e soprattutto, presentarle al
mercato nel modo giusto, facendo-
ne percepire il loro reale valore, in
un mercato che, complice la consu-
merizzazione dell’IT, tende ormai a
ritenere qualsiasi tipo di soluzione una commodity.
“Si tratta di far fare al mercato un salto qualitativo,
ha commentato su questo punto Sergio Eufemi, Re-
siliency Services Leader di IBM Italia. Hybrid Cloud,
Internet of Things, Advanced Analytics, Real Time
Analytics e Cognitive Computing aprono infiniti
campi di applicazione e sono importanti elementi
di trasformazione dell’IT e dei modelli di business.
Per facilitarne l’applicazione, può essere d’aiuto dare
risalto a progetti concreti, già rea-
lizzati in tanti Paesi, Italia inclusa,
che hanno portato i risultati atte-
si”. Se qualsiasi innovazione, all’in-
terno di una organizzazione, non
può prescindere dalla trasforma-
zione digitale, è importante che chi
ha le capacità di implementarla e
gestirla sia in grado di valorizzare
le proprie competenze, “utilizzan-
do anche strumenti di marketing,
perché, oltre a sapere fare le cose,
bisogna anche far conoscere quel-
lo che si sa fare”, ha voluto puntualizzare Roberta
Marchini, Technical Sales Manager del Data Center
Group di Lenovo.
Più crescono le complessità, infatti, più è necessario
fare chiarezza, perché i messaggi che arrivano al
mercato sono tanti e spesso fuorvianti. Per questo
è utile lavorare su più fronti, verso gli utenti finali,
gli operatori di canale senza dimenticare le nuove
generazioni. “La formazione di base è importante,
ma crediamo che nella scuola si dia troppo spazio a
concetti e modelli datati - ha detto Roberto Andreo-
li, Director of Cloud & Enterprise Business, Micro-
soft Italy. Ecco perché noi, ad esempio, cerchiamo
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TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
marzo 2017
Internet of Things non è
solamente generazione e
raccolta di dati che arrivano
dall’esterno del data center,
ma anche sensoristica
interna dedicata alla
gestione infrastrutturale.
L’organizzazione IT deve
operare in modo bimodale,
occupandosi da un lato
della parte più legacy, core
e tradizionale e dall’altro di
quella innovativa, con team
diversi e dedicati: uno più
strutturato e uno più agile
e sperimentatore.
4. un contatto diretto con i giovani, nelle università
ma anche nelle scuole secondarie, perché ritenia-
mo che non sia mai troppo presto per avvicinarsi
ai temi legati all’innovazione in grado di migliorare
la qualità del lavoro e della vita”. Un mondo che,
presentato nel modo giusto, può diventare affasci-
nante perché oggi è possibile trasformare in realtà
i progetti più arditi. A patto naturalmente di saper
padroneggiare gli strumenti giusti.
LA PAROLA AI PROTAGONISTI
Alberto Bastianon, Senior Presales Manager, Dell/
EMC - Tutti i responsabili IT attualmente affermano
di voler avere una maggiore importanza strategica
e una maggiore rilevanza per il business. Per po-
ter aiutare le organizzazioni ad attraversare con
successo questa transizione e a raggiungere i loro
obiettivi verso la trasformazione digitale, dobbiamo
assumere un approccio olistico basato
su tre fattori principali: l’IT, la forza la-
voro e la sicurezza. Il primo passo da
effettuare consiste nel modernizzare
l’infrastruttura, ovvero creare il Mo-
dern Data Center basato su tecnologie
convergenti o iperconvergenti, ovvero
scale-out, tecnologia flash, software-
defined e abilitazione per il cloud. Il
passaggio successivo è l’automazione.
Vogliamo che tutto sia self-service, un
vantaggio i cui benefici sono costanti
e che permetterà il dimensionamento
delle operazioni senza l’assunzione di
nuovo personale e dei relativi costi.
Vogliamo effettuare tutto in maniera
automatizzata mantenendo la stessa
affidabilità prevista. Solo allora l’IT sarà
in grado di trasformare la propria mo-
dalità operativa e soprattutto portare
gli utenti e i processi a operare in nuovi
modi. In secondo luogo tutte le orga-
nizzazioni affermano che i dipendenti
rappresentano la risorsa più vitale di
un’azienda. Se è possibile aumentare
la produttività dei dipendenti trasfor-
mando la loro esperienza, si verifiche-
ranno delle condizioni positive anche
nel business. La trasformazione della
forza lavoro è costituita da tre passaggi
effettivi. Prima di tutto, vogliamo di-
spositivi moderni, accattivanti e mirati;
in secondo luogo vogliamo offrire ai
dipendenti anche in ambito lavorativo
l’esperienza di tipo consumer a cui sono abituati
senza compromettere la gestione e la sicurezza delle
informazioni; vogliamo infine permettere che la for-
za lavoro abbia libertà di innovazione. Ciò significa
fornire loro applicazioni basate su cloud che siano
aggiornate, ottimali e funzionali. Infine è inevitabile
parlare di trasformazione della sicurezza. Si tratta di
un mondo digitale e connesso, in cui l’opportunità
incontra il rischio. Un mondo in cui la superficie di
attacco non dispone di migliaia, bensì di milioni di
endpoint. Un mondo in cui le terze parti accedono
regolarmente alla rete e alle applicazioni come se
fossero dipendenti interni. Un fatto da dover con-
siderare è che non sono più solo una manciata di
dipendenti nel back-office ad avere accesso alle
informazioni sensibili, ma tutti i dipendenti posso-
no accedervi attraverso un dispositivo mobile. Gli
approcci della sicurezza tradizionale non hanno
tenuto il passo con l’azienda moderna: proteggo-
no l’azienda all’interno di silo e non viene richiesto
che la sicurezza promuova il valore
per il business per l’organizzazione.
Emerge quindi l’urgenza di un radica-
le cambiamento di mentalità rispetto
alla gestione del rischio cyber. Invece
di essere considerati un obbligo e un
costo per l’organizzazione, l’attenzio-
ne alla sicurezza e alla prevenzione
del cyber risk dovrebbe diventare un
investimento capace di produrre valo-
re. Per noi la sicurezza è un elemento
abilitante, un fattore di crescita per le
aziende e quindi per l’economia.
Maurizio Desiderio, Country Manager,
F5 Networks - Il mondo in cui vivia-
mo è diventato ‘application centric’.
Le applicazioni sono oggi critiche in
molti ambiti, influenzano le nostre vite
e ciò che facciamo ogni giorno. Tutte
le aziende, a prescindere dal settore
merceologico in cui operano, erogano
i proprio servizi usando sempre di più
app e canali digitali in un contesto ibri-
do dove parte dell’infrastruttura conti-
nua ad essere gestita localmente (on
premise) mentre il rimanente risiede
sul cloud. In questo orizzonte sempre
più dinamico e complesso, anche la
mobilità è ormai un trend consolida-
to con il quale tutte le aziende, PMI
ed Enterprise in particolare, devono
fare i conti. Oggi, garantire che i ser-
vizi erogati da tutti questi applicativi
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TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
marzo 2017
Alberto Bastianon, Senior Presales
Manager, Dell/EMC
Maurizio Desiderio, Country
Manager, F5 Networks
5. ai nostri clienti i temi di maggior interesse legati
all’Internet of Things e ai big data. Lo sviluppo inter-
no delle soluzioni di cloud management basate su
OpenStack e disponibili nel cloud K5 (oltre che nella
comunità open source) sfocia nella progettazione
e realizzazione di soluzioni integrate denominate
PrimeFlex che possono essere utilizzate on premise
dai nostri clienti, consentendo loro di realizzare in
maniera semplice, rapida e priva di
rischi, architetture di private cloud
che in qualsiasi momento possono
connettersi ad uno dei più diffusi
cloud pubblici quali Azure, Ama-
zon o Google. Con il nome Prime-
Flex Fujitsu ha rilasciato soluzioni
che possono abbracciare il mondo
del software defined data center,
in particolare tramite l’utilizzo del nuovo Virtual
Cloud Foundation recentemente reso disponibile
da VMware, ma rispondono anche a esigenze le-
gate all’ambito dei big data tramite Hadoop nella
distribuzione di Cloudera oppure permettono ai
clienti di realizzare in maniera sicura e senza rischi
di progetto un’architettura OpenStack basata sulla
suite di Red Hat. La collaborazione con Red Hat si
estende inoltre allo sviluppo di uno storage enter-
prise basato sulla soluzione hyperscale denominata
Ceph e dedicato agli ambienti cloud o big data per
i quali non sia facilmente predicibile il volume dati
da rendere disponibile. Con ETERNUS CD10000
viene proposta una soluzione storage con scalabi-
lità illimitata basata su tecnologia OpenStack per
la quale Fujitsu è il single point of contact in grado
di occuparsi del supporto per l’intera architettura
hardware e software. Il portfolio ETERNUS degli
storage di Fujitsu si completa poi con i nuovi nati
AF250 e AF650, soluzioni All-Flash
che rispondono alle esigenze di per-
formance elevate ed alta affidabilità.
Completamente integrabili con gli tut-
ti di storage di Fujitsu permettono di
sfruttare le tecnologie, comuni a tutta
la famiglia ETERNUS, di deduplica e
compressione, replica dei dati anche
verso sistemi ibridi e possibilità di ot-
tenere il transparent failover sfruttando
la soluzione di Storage Cluster.
Sergio Eufemi, Resiliency Services
Leader, IBM Italia - Hybrid Cloud, In-
ternet of Things e Cognitive Compu-
ting sono i trend tecnologici che oggi
guidano l’evoluzione del data center.
IBM, con i suoi servizi infrastrutturali è
siano veloci e affidabili non è più sufficiente. Per
concepire e implementare la sicurezza degli am-
bienti ICT in questo scenario bisogna, infatti, agire
sostanzialmente sui due principali fronti nella guerra
contro gli attacchi digitali: la protezione dell’identi-
tà dell’utente e la protezione dei dati aziendali. Per
proteggere l’identità dell’utente, le aziende devono
poter controllare chi accede a quale dato, da quale
posizione geografica e con quale
device. F5 Networks, mediante i
suoi software di autenticazione e
autorizzazione degli utenti in acces-
so alle applicazioni, rende possibile
eseguire una corretta analisi delle
condizioni del device del cliente,
della sua posizione geografica e
delle condizioni al contorno, ancor
prima che le credenziali siano richieste all’utente.
Sul fronte della protezione delle applicazioni e dei
dati aziendali, F5 Networks può giocare un ruolo
determinante nell’assistere i propri clienti e part-
ner nella realizzazione della protezione del peri-
metro e delle applicazioni, con soluzioni che van-
no dall’anti DDoS ibrido (on premises e nel cloud)
all’application firewall, passando per la protezione
delle infrastrutture DNS, la difesa dai malware e la
gestione completa dell’SSL. La piattaforma F5 è la
più completa sul mercato perché è in grado di of-
frire affidabilità e velocità delle applicazioni e, allo
stesso tempo, garantire la sicurezza più completa
in un ambiente ibrido. Ponendosi tra l’applicazio-
ne e l’utente finale, F5 fornisce una visibilità senza
precedenti sulle minacce di identità e sui controlli
necessari per mitigare il rischio, oltre a soluzioni per
qualsiasi infrastruttura, dai data center tradizionali
agli ambienti cloud.
Andrea Sappia, Sales Consultant Ma-
nager Fujitsu Distinguished Engineer
- I trend che stanno rivoluzionando
il modello di business delle aziende
comprendono principalmente la digital
transformation, il cloud, l’outsourcing e
l’intelligenza artificiale. Su questi temi
Fujitsu sta puntando con la sua stra-
tegia globale e in particolare in Italia
l’attenzione è maggiormente rivolta
ai primi tre.
Nell’ambito del cloud Fujitsu ha deli-
neato una strategia basata su Open-
Stack, il proprio Global Cloud K5 è in-
teramente basato su tecnologie open
source e, combinato con la suite Me-
taArc, permette di affrontare insieme
Andrea Sappia, Sales Consultant
Manager Fujitsu Distinguished
Engineer
Il fenomeno del cloud
è sempre più presente,
e la tendenza primaria
è quella che va verso
il modello hybrid.
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TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
marzo 2017
6. in perfetta sintonia con i trend osser-
vati, proponendo alle aziende un mo-
dello di IT-as-a-Service che permette
l’integrazione rapida e agile di servizi
e soluzioni con la massima flessibilità
operativa e di costo. L’obiettivo è quel-
lo di realizzare la trasformazione digi-
tale del business delle aziende grazie a
infrastrutture integrate, che bilancino
gli investimenti passati con l’innova-
zione e l’on-premise con il cloud. L’of-
ferta di servizi di IBM che riguarda il
data center è rivitalizzata in tutte le
sue componenti e discipline; si pensi,
ad esempio, all’utilizzo di advanced analytics o real
time analytics nell’automazione per la gestione e
controllo dei sistemi e nei processi di razionalizzazio-
ne dei data center; oppure al Cognitive per i servizi
di help desk agli utenti. Si pensi anche a sicurezza
e continuità operativa, arricchite da funzionalità
IoT, analytics o cognitive; così come all’approccio
software defined data environment, per offrire so-
luzioni innovative e d’avanguardia. Ma strategia e
soluzioni offerte devono essere sostenute da inve-
stimenti importanti, come quelli che IBM ha messo
in campo lo scorso anno in Italia, ben oltre 50 mi-
lioni di dollari, per l’apertura del Cloud Data Center
italiano, che si è aggiunto alla rete preesistente di
data center, nota come IBM Campus. La qualità e
l’affidabilità dei data center italiani sono state recen-
temente certificate secondo la classificazione ANSI
TIA 942, ottenendo per i 4 Data Center il massimo
livello raggiungibile: il Tier IV/Rating 4 Fault Tole-
rant. Il risultato è una rete di data center che non
ha eguali in Italia e in Europa. E di recente in Italia
e in Europa sono stati finalizzati ulteriori accordi e
iniziative per investimenti plurimilio-
nari in ambito Cognitive Computing &
IoT: il centro di eccellenza europeo di
Watson Health, che sorgerà a Milano, e
il quartier generale Watson IoT di Mo-
naco. Sempre in termini di investimenti
abilitanti il data center e l’innovazione,
lo scorso anno IBM Italia ha fondato il
Client Innovation Center, assumendo
circa 200 giovani neolaureati in disci-
pline tecniche e scientifiche, che già
operano a fianco dei nostri clienti nella
erogazione dei servizi e nello sviluppo
di progetti in aree innovative. Questo
team ha recentemente realizzato un
Intelligent Dashboard volto all’Energy
Efficiency, facendo leva sulle tecno-
logie IoT e Cognitive. Il mix di tecno-
logie, infrastrutture, competenze ed
entusiasmo ha fatto la differenza. Ed
è questa la ricetta che vogliamo pro-
porre ai nostri clienti.
Roberta Marchini, Technical Sales Ma-
nager Data Center Group, Lenovo - La
priorità di Lenovo è di essere il ‘#1 Tru-
sted Partner per il Data Center’; obiet-
tivo che perseguiamo anche grazie alla
qualità e affidabilità dei prodotti e la
soddisfazione dei nostri clienti. Non a
caso i server Lenovo sono stati valu-
tati i migliori in termini di affidabilità
(survey ITIC Information Technology Intelligence
Consulting) e soddisfazione dei clienti, secondo il
recente studio indipendente di Technology Business
Research (TBR’s Corporate IT Buying Behavior &
Customer Satisfaction Study: x86-based Servers).
Per ottenere un’infrastruttura IT flessibile, capace
quindi di soddisfare le richieste degli utenti in ma-
niera dinamica, e ridurre le spese di gestione grazie
ad automazione ed efficienza, noi di Lenovo DCG
siamo convinti che non ci sia necessariamente una
risposta giusta e unica, che vada bene in tutte le re-
altà: anzi pensiamo che lo stesso cliente possa adot-
tare soluzioni diverse in ambiti diversi. Per rendere
tutto ciò possibile, lavoriamo con i maggiori attori
nel mercato per realizzare e testare architetture di
riferimento che i nostri clienti possano implemen-
tare avendo certezza del risultato nel minore tem-
po possibile. La nostra offerta si declina in diversi
ambiti: quello tradizionale con una vasta gamma
di server - tower, rack, mission critical e ottimizza-
ti per l’high performance computing, storage tra-
dizionale e networking. Nell’ambito convergente,
oltre alla tecnologia Flex, è di recente
annuncio negli Stati Uniti la soluzione
Lenovo ThinkAgile CX Series che sarà
disponibile in Europa nel 2017. Nell’am-
bito iperconvergente lavoriamo in part-
nership con vari vendor: per esempio
forniamo appliance Lenovo HX Series
powered by Nutanix, a cui si affianca-
no soluzioni ‘meet-in-the-channel’ con
Datacore, Simplivity e altri. Nell’ambito
cloud – privato e ibrido – progettiamo
e testiamo soluzioni creando delle Re-
ference Architecture con vari vendor;
alcuni esempi sono Vmware Software
Defined Datacenter, Microsoft Storage
Spaces Direct, Microsoft Azure Stack,
Redhat con OpenStack e altre anco-
ra. Nell’ambito software-defined data
Roberta Marchini, Technical Sales
Manager Data Center Group,
Lenovo
Sergio Eufemi, Resiliency Services
Leader, IBM Italia
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TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
marzo 2017
7. center in generale e in particolare sof-
tware-defined storage, Lenovo ha rea-
lizzato il programma StorSelect – delle
appliance basate su software di vari
vendor che permettono ai nostri clien-
ti di definire la loro soluzione storage
basata su software in maniera veloce
e sicura. Oggi sono disponibili due so-
luzioni, una object storage basata su
Cloudian e una block storage basata
su Nexenta. Altre arriveranno nel cor-
so del 2017. In conclusione Lenovo ha
un’offerta molto articolata nell’ambi-
to del data center, per rispondere alle
richieste dei clienti nella maniera più
completa possibile.
Roberto Andreoli, Director of Cloud & Enterprise
Business, Microsoft Italy - La risposta Microsoft
alle esigenze del mercato è mettere a disposizione
delle aziende soluzioni affidabili, efficienti e, spe-
cialmente, sicure. Da sempre Microsoft si impegna
per promuovere la diffusione del cloud computing
in Italia a supporto della digitalizzazione del Paese
e della sua competitività internazionale, e lo fa in
vari modi e attraverso diverse piattaforme. Tramite
la piattaforma Azure: scalabile, affidabile, efficien-
te, flessibile; ma anche attraverso soluzioni di data
analytics, di analisi dei dati che forniscono ai clienti
e ai loro partner strumenti per raccogliere, archi-
viare, elaborare e analizzare il crescente volume e
la varietà di informazioni generate dagli oggetti
connessi. Microsoft è il primo cloud provider pub-
blico ad avere scommesso in modo deciso sull’IT
ibrido, non solo a livello di infrastruttura IaaS, ma
anche mettendo a disposizione gli applicativi prin-
cipali nel cloud in SaaS come Sharepoint Exchange
. Per aiutare le aziende a sfruttare le
opportunità offerte dalla tecnologia,
oggi Microsoft mette a disposizione
soluzioni che consentono alle azien-
de di trasformare il loro business at-
traverso l’intelligenza del cloud, come
Windows Server 2016 e System Center
2016, offrendo scalabilità ed elasticità
con evidenti risparmi in termini di tem-
po e costi. Se il cloud computing è una
leva che democratizza e abilita l’inno-
vazione, l’accessibilità e l’inclusione ne
sono le naturali conseguenze. Ecco per-
ché Microsoft dichiara costantemente
il proprio impegno a offrire una tecno-
logia accessibile a tutti e che consenta
di progettare software e hardware in
linea con qualsiasi esigenza e abilità.
L’accesso al cloud deve essere univer-
sale e in questa direzione si colloca il
costante investimento di Microsoft in
data center in Europa e nel resto del
mondo e l’impegno a collaborare con
istituzioni e decisori politici per definire
un quadro di cooperazione funzionale
a un cloud per il benessere collettivo.
Non solo: inclusione significa anche
interoperabilità. L’impegno di Micro-
soft per l’openness è volto proprio a
consentire di utilizzare la tecnologia in
modo più accessibile compatibilmente
a quella di altri provider e ad abilitare
lo sviluppo cross-platform permettendo agli svilup-
patori di scegliere le piattaforma di loro preferenza
e di creare innesti e migrazioni a vantaggio di tutti.
L’obiettivo di Microsoft è promuovere l’Innovazio-
ne puntando sul valore e sulle abilità delle startup
più promettenti. Proprio per questo Microsoft ha
promosso insieme a Fondazione Cariplo growITup,
il progetto, che ha l’obiettivo di mettere in contat-
to, le grandi imprese espressione del Made in Italy
con le migliori startup, con il duplice obiettivo di
sostenere da un lato la crescita delle giovani realtà
innovative del nostro Paese, e dall’altro di accele-
rare la trasformazione digitale delle grandi azien-
de italiane che rappresentano l’eccellenza italiana
nel mondo. Microsoft non supporta solo le startup
più promettenti ma intende offrire a sviluppatori
e professionisti IT occasioni di formazione, volte
a migliorare le abilità IT. Microsoft rende concreto
questo impegno attraverso diverse iniziative, una
di queste è Microsoft Virtual Academy (MVA) che
si pone l’obiettivo di offrire centinaia di corsi onli-
ne gratuiti, per aiutare chi si occupa di tecnologia
ad ampliare le proprie conoscenze in
ambito di progettazione e sviluppo.
Alberto Filisetti, Country Manager
Italy, Nutanix - In tema di data center,
il trend che maggiormente si sta svi-
luppando nell’ultimo periodo è quello
dell’adozione, da parte delle aziende,
dei servizi in cloud che offre innume-
revoli benefici rispetto ad una archi-
tettura tradizionale quali i tempi di de-
ployment di un ambiente IT molto più
rapidi, una crescita in modalità ‘pay as
you grow’, un aggiornamento automa-
tico dell’infrastruttura, etc. Nelle azien-
de, nessuna esclusa, il data center è
caratterizzato da due tipi di workload,
Roberto Andreoli, Director of
Cloud & Enterprise Business,
Microsoft Italy
Alberto Filisetti, Country Manager
Italy, Nutanix
48
TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
marzo 2017
8. quello di tipo ‘predictable’ e quello di tipo ‘elastic’:
normalmente, la proporzione che caratterizza questi
workload si aggira in un rapporto di 60/40, 70/30
a favore dei workload predictable. Come nella vita
di tutti i giorni, così funzionano anche i razionali
che guidano le scelte tecnologiche: se per esem-
pio pensassimo di dover alloggiare in una località
lontana per un paio di giorni, quasi
certamente ci appoggeremmo ad
una struttura alberghiera; per un
tempo superiore, prenderemmo in
considerazione un appartamento in
affitto e, per tempi di trasferta di
qualche anno, per un mero discorso
economico, potremmo anche valu-
tare l’acquisto di una casa. Alla stes-
sa stregua, la proposta del cloud
è estremamente favorevole per i
workload di tipo elastic ma risulta
poco conveniente per quelli ti tipo
predictable. La vision di Nutanix è
quella di fare in modo che le azien-
de possano avvantaggiarsi di tutti gli aspetti positivi
di una soluzione in cloud ma con una infrastruttura
on-premise che, basata su un paradigma innova-
tivo di data center che sfrutta l’iperconvergenza,
il WebScale e meccanismi di Application Mobility,
consente una riduzione significativa dei parametri
TCO e ROI. Con la Soluzione Enterprise Cloud di
Nutanix si riducono significativamente i costi di ow-
nership dell’infrastruttura on-premise apportando
tutti i vantaggi offerti tipicamente dal cloud a cui si
integra nell’ottica di rendere assolutamente traspa-
rente l’intero ambiente di data center per qualsiasi
esigenza di workload e di costo relativo.
Riccardo Romani, Presales Director, Oracle Italia
- Le infrastrutture IT dei data center
seguono percorsi di trasformazione
fortemente orientati dal mercato, che
oggi più che mai chiede alle linee di bu-
siness delle aziende di rispondere velo-
cemente a nuove e spesso inaspettate
esigenze, mediante rapidi adeguamenti
dell’IT stesso. Per altro, ogni azienda si
trova in situazioni diverse con obiettivi
diversi, ambienti IT eterogenei e spesso
investimenti da proteggere. Pertanto
i punti di partenza per muovere verso
una trasformazione che vede il cloud
come elemento comune sono molte-
plici. Oracle ha identificato 5 scenari
di trasformazione, o meglio ‘5 viaggi
verso il cloud’. In primo luogo l’efficien-
tamento delle infrastrutture on premise, dedicato
ad aziende che non hanno ancora adottato il cloud
(nemmeno in ambito privato ) e stanno usando tec-
nologie ‘cloud-ready’ come i sistemi ingegnerizzati
Oracle. Gli stessi che vengono utilizzati nel public
cloud Oracle e conferiscono al cliente la libertà di
operare nel proprio data center decidendo in un se-
condo tempo se e quando spostarsi
sul public cloud senza discontinu-
ità tecnologica. In secondo luogo
l’estensione del private cloud, per
quei clienti che hanno già iniziato
la loro trasformazione, mediante
interventi puntuali sul database, lo
strato di middleware e di analytics
e conferendo a essi le capacità di
operare in modalità as-a-service
sempre mediante i sistemi ingegne-
rizzati e le tecnologie di virtualiz-
zazione software Oracle. In terzo
luogo l’adozione di modelli ibridi
public/private dove le infrastrutture
organizzate su cloud privato mediante i sistemi in-
gegnerizzati coesistono con il public cloud Oracle,
suddividendosi dinamicamente i carichi di lavoro
del data center e consentendo ai clienti di muove-
re applicazioni da/per il cloud in modo trasparente
e senza discontinuità tecnologica, di gestione o di
processo. Il quarto scenario è l’implementazione di
un cloud pubblico nel proprio data center, mediante
una piattaforma integrata hardware/software (Ora-
cle Cloud Machine) che risiede nel data center del
cliente ma gestita da Oracle e in grado di erogare
servizi ‘a consumo’ esattamente come un servizio
IaaS su Public Cloud, anche da un punto di vista
finanziario. Infine un approccio Lift & Shift di parte
del data center o del suo intero footprint su public
cloud Oracle, anche migrando inte-
re farm virtualizzate con tecnologie
non-Oracle, importando le topologie
direttamente sul cloud e ricostruendo-
ne l’architettura con pochi click. Tale
aspetto viene poi completato da una
serie di strumenti che consentono al
cliente di evolvere le proprie appli-
cazioni sviluppandole con strumenti
cloud-native e abbracciando metodo-
logie di sviluppo già supportate da
una serie di tool disponibili su Oracle
Cloud. Insomma, come sempre, Oracle
dà la possibilità alle aziende di sceglie-
re e lo fa grazie alla completezza della
propria proposta che poi ne rappre-
senta l’unicità.
Riccardo Romani, Presales
Director, Oracle Italia
CIO e IT manager devono
diventare orchestratori
di modelli di sourcing.
Tenendo conto delle
competenze necessarie
a trattare i nuovi paradigmi
IT e delle novità
che possono arrivare
anche dalla collaborazione
con start-up.
49
TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
marzo 2017
9. Vittorio Carosone, Country Manager
Italy, Riverbed Technology - Riverbed
Technology è fermamente convinta che
oggi la performance di tutti i business
dipenda da quella delle applicazioni
software che le aziende utilizzano per
erogare servizi e prodotti sia ai propri
clienti (web, mobile e social), che agli
utenti interni (dipendenti e partner).
Massimizzare l’esperienza di clienti e
utenti è la missione ultima di ogni orga-
nizzazione IT e la diffusione del cloud
anche in contesti business critical, l’a-
dozione di soluzioni SaaS e PaaS, non-
ché le grandi iniziative di data center
e di branch transformation stanno lanciando nuove
importanti sfide e facendo emergere nuovi biso-
gni, gran parte dei quali riguardano la performan-
ce dei processi, delle applicazioni, delle reti e dei
sistemi. La Hybrid Enterprise come viene da tutti
definita, è stata posta da Riverbed al centro della
propria strategia e l’intera offerta di mercato è vol-
ta a modernizzare le infrastrutture IT, proponendo
una soluzione completa e perfettamente integra-
ta che ne indirizzi le esigenze di agilità, visibilità,
performance, sicurezza ed efficienza. La Riverbed
Application Platform combina dunque visibilità e
misurazione realtime della effettiva customer expe-
rience nell’utilizzo di applicazioni web, device mo-
bili e client, favorendo anche un efficace e mirato
troubleshooting dei problemi; discovery agentless
dei sistemi e dei servizi ospitati nel data center,
delle loro interdipendenze, dei flussi applicativi e
della loro mappatura tra data center locale, cloud
e applicazioni as-a-service; gestione dinamica delle
reti (MPLS, Internet, Cloud) in modalità application
aware e software-defined: esigenza di
attuale interesse per tutte le aziende,
sulla quale Riverbed si propone con un
connotato di unicità e una soluzione -
di tipo enterprise - già pronta ad esse-
re implementata; accelerazione delle
applicazioni come ulteriore passo in
avanti rispetto all’ottimizzazione della
wide-area-network, ambito di tradi-
zionale leadership di Riverbed e che
oggi beneficia di una innovativa spin-
ta tecnologica; governo ed efficienza
nella gestione dell’IT nelle agenzie e
nelle filiali, consentendo di perseguire
rapidamente importanti obiettivi di ri-
sparmio, efficienza e sicurezza dei dati,
concentrando le risorse informatiche
e i dati sensibili nel data center o nel
cloud, pur mantenendo la velocità di
fruizione tipica dell’on-premise. La Ri-
verbed Application Platform si adatta
perfettamente ai progetti di innovazio-
ne del data center, soprattutto laddove
sia necessario raggiungere rapidamen-
te obiettivi di trasformazione digitale,
di migrazione al cloud, sicurezza dei
dati, troubleshooting, mappatura e ri-
disegno delle applicazioni, di zero IT
nelle branch, di miglioramento delle
performance di reti ed applicazioni e
di completamento delle strategie di
DevOps. Riverbed può oggi contare
su centinaia di progetti di successo
su tutti i vertical di mercato quali quelli bancario,
assicurativo, retail, pharma, energy, trasporti, ma-
nifatturiero, telecomunicazioni, pubblica ammini-
strazione. Tra i benefici generati in termini di ritor-
no sull’investimento possiamo citare un ROI medio
del 521%, un payback di 7 mesi e il fatto che l’87%
dei clienti riscontra un ROI al di sopra delle aspet-
tative. Per quanto riguarda il ritorno in termini di
efficienza operativa il 62% dei clienti ha beneficia-
to di una significativa riduzione dei disservizi della
rete e delle applicazioni; oltre il 70% ha misurato
in termini di ritorno di business un miglioramento
della customer experience, oltre il 60% un aumen-
to della produttività del personale nella gestione
e oltre il 30% ha ottenuto una riduzione ricorrente
delle spese operative.
Roberto Massoli, Channel Manager Italy, Simplivity
- L’iperconvergenza ha raggiunto un punto di fles-
sione nel mercato e la sua adozione sta diventando
mainstream. Le aziende globali stanno moderniz-
zando i loro data center con Simpli-
vity, l’unico vendor che offre una rea-
le iperconvergenza enterprise-grade
con servizi di data storage completi
e integrati – compresa la deduplica
nativa, il backup, e la protezione dei
dati. Riteniamo che il nostro tasso di
crescita che supera quello del mer-
cato, l’elevato livello di soddisfazione
dei nostri clienti e la recente posizio-
ne all’interno del Quadrante Magico
di Gartner siano chiare indicazioni del
fatto che siamo ormai lo standard per
i data center enterprise di prossima
generazione con la nostra piattaforma
OmniStack Data Virtualization. La rapi-
da espansione di Simplivity nell’ultimo
anno non solo ha superato quella del
Vittorio Carosone, Country
Manager Italy, Riverbed
Technology
Roberto Massoli, Channel
Manager Italy, Simplivity
50
TAVOLA ROTONDA – Il data center nel digital business
marzo 2017
10. mercato dei sistemi integrati, ma anche
quella del segmento delle infrastrut-
ture iperconvergenti. Riteniamo che la
continua crescita della domanda per
le nostre soluzioni sia dovuta alla no-
stra capacità di fornire una soluzione
software-based più scalabile ed eco-
nomica rispetto al cloud – fino al 49%
di risparmio sul TCO. Infatti, le vendi-
te del software OmniStack, che gira
su server Dell, Lenovo, o Cisco sono
cresciute di 2,5 volte. La domanda dei
modelli SimpliVity di fascia alta corre-
dati dal software OmniStack è esplo-
sa, e l’azienda ha visto triplicare il numero di unità
OmniCube 5400 vendute e un aumento di 4 volte
nel numero di unità OmniStack con Cisco UCS for
Large Enterprises commercializzate trimestre su
trimestre. Continuiamo inoltre a investire sul canale,
focalizzandoci sul miglioramento
del programma per i distributori e
abilitando i partner ad essere au-
tosufficienti e autonomi. Abbiamo
creato una rete di partner specializ-
zati in grado di guidare i clienti nella
transizione alle nuove infrastrutture
iperconvergenti. Siamo presenti sul
mercato italiano dal 2015 con un
team dedicato, affiancato da una
rete di partner e reseller che hanno
il compito di identificare le neces-
sità di data management delle or-
ganizzazioni locali, e di supportare
al meglio le loro attività attraverso
infrastrutture iperconvergenti. Il ri-
scontro sul mercato italiano è stato particolarmente
positivo, e realtà di ogni settore verticale hanno già
deciso di avvalersi della consulenza e dei servizi di
SimpliVity per aprire il loro business al futuro, con
risultati concreti già nel breve termine.
Lara Del Pin, Channel Manager, Veeam Italia - Il
mondo dei data center è in piena evoluzione ed è
ormai chiaro a molte aziende che, se i dati sono la
linfa del loro business, i data center ne sono il cuo-
re e la loro trasformazione rappresenta, di conse-
guenza, un vantaggio competitivo. La direzione è
quella di garantire ambienti open, scalabili e aper-
ti al cloud ibrido, all’interno di infrastrutture sem-
pre più iperconvergenti: assisteremo quindi a un
passaggio da un data center privato a un modello
molto più complesso che include il public cloud
o cloud gestito dai provider locali. Un esempio di
cloud ibrido già adottato in tutti i settori è Office
365, che di fatto ha permesso a molte
aziende di ricollocare in cloud i servizi
di posta e di collaboration. La solu-
zione Veeam Backup per Office 365
permette alle aziende di proteggere
e gestire in modo integrato e sicuro i
dati e sarà disponibile gratuitamente
per tutti i clienti che già utilizzano il
nostro software di Availability o che
inizieranno a utilizzarlo entro fine anno.
All’interno della propria strategia, Vee-
am ha ideato un’offerta che garantisce
la disponibilità dei dati e delle appli-
cazioni per le aziende sempre con-
nesse. Si tratta di Veeam Availability Platform per
il cloud ibrido, che offre alle aziende di qualsiasi
dimensione gli strumenti necessari per garantire la
disponibilità dei carichi di lavoro virtuali, fisici e in
cloud all’interno di un contesto di cloud ibrido. Tra
le funzionalità più significative, la
garanzia di continuità operativa di
livello enterprise con Service Level
Objectives per il ripristino inferiore
a 15 minuti per tutte le applicazioni
e per tutti i dati, l’orchestrazione
del disaster recovery e la garanzia
di availability per i carichi di lavoro
indipendentemente dalla loro po-
sizione e dalla piattaforma cloud
sottostante. Il tutto con l’obietti-
vo di ottimizzare gli investimenti
IT e migliorare la flessibilità. Infi-
ne, è importante sottolineare che
la soluzione risponde ai requisiti
di conformità e visibilità fornendo
un monitoraggio proattivo con reportistica, attivi-
tà di test e documentazione volti a garantire che i
requisiti aziendali e normativi vengano soddisfatti.
Inclusa nella Veeam Availability Platform troviamo
inoltre la nuova Veeam Availability Console, una
piattaforma cloud-enabled disponibile per i servi-
ce provider e per gli ambienti enterprise distribuiti.
Utilizzando Veeam Cloud Connect, questa console
di gestione offre alle imprese una gestione da re-
moto delle filiali semplice e intuitiva, permettendo
ai service provider di garantire ai clienti i servizi di
Backup-as-a-Service e di Disaster Recovery-as-a-
Service diventando così, grazie a Veeam, veri ser-
vice provider.
Lara Del Pin, Channel Manager,
Veeam Italia
L’IT deve adeguarsi rispetto
al cosiddetto B2B2C,
curando non solo quanto
risiede nel data center
e serve le applicazioni più
tradizionali, ma supportando
sistemi di engagement,
finalizzati anche alla
customer experience
di utenti interni ed esterni,
aziendali e finali.
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