Dispersione scolastica e progetti integrati d'area.
1. Dispersione scolastica e progetti
integrati d'area
Moreno Toigo - Simurg Ricerche
PIA Grosseto 2002 1 15/10/12
2. Sommario
Obiettivi del progetto
La dispersione scolastica
I Progetti Integrati d’Area
Punti di forza e di debolezza
Prospettive future
I principali difetti della progettazione
Gli strumenti per la progettazione
Il sistema di valutazione
I formulari
PIA Grosseto 2002 2 15/10/12
3. Obiettivi del progetto
Analisi del disagio e dispersione scolastica:
Capire le dimensioni, le caratteristiche e i fattori
determinanti del disagio scolastico a livello delle
quattro zone socio-sanitarie della provincia di
Grosseto
Individuare le priorità (zone, settori, destinatari, etc.) di
intervento per rimuovere i fattori di disagio e prevenire
i fenomeni di dispersione e insuccesso scolastico
Sistema di valutazione PIA:
Definire un modello per la progettazione dei PIA
Elaborare gli strumenti per la gestione delle diverse
fasi della progettazione dei PIA (progettazione,
monitoraggio, valutazione)
PIA Grosseto 2002 3 15/10/12
4. PIA: Il quadro della situazione
Le risorse stanziate: quasi 40 miliardi a livello regionale, circa 2,3 miliardi nella
provincia di Grosseto + oltre 1 miliardo di cofinanziamenti
Spirito originario: lotta alla dispersione scolastica
Applicazione reale: qualificazione della didattica (laboratori teatrali, musicali,
formazione insegnanti, etc.)
Giudizio ambivalente:
POSITIVO: come strumento di promozione sociale e culturale sul territorio:
Stimolo alla progettazione e all’innovazione
Qualificazione sistema educativo
Creazione e lavoro di rete (scuola, comuni, associazioni, studenti,
docenti, genirori, etc.)
NEGATIVO: contributo alla lotta della dispersione e del disagio scolastico;
Scarsa finalizzazione dei progetti alla lotta alla dispersione
Scarsa coerenza dei PIA con gli obiettivi dei Piani Reginoali
Mancanza di monitoraggio dei risultati
Prospettive future:
Obbligo formativo: integrazione percorsi scolastici e formazione professionale
Integrazione con gli altri strumenti della programmazione regionale
Necessaria la crescita della capacità di progettazione da parte delle équipe d’area
PIA Grosseto 2002 4 15/10/12
5. Scopo degli strumenti
Standardizzazione delle modalità di progettazione
Dare una visione realistica del progetto durante tutto il ciclo
di vita
Responsabilizzare tutti gli attori coinvolti su obiettivi specifici
Evidenziare situazioni critiche e proporre soluzioni valide
alternative in modo tempestivo
Tracciare un quadro previsionale dell’evoluzione futura del
progetto
Proporre e imporre una normativa comune a tutti gli attori
coinvolti
Assicurare la coerenza tra gli obiettivi parziali assegnati e
quelli generali di progetto
PIA Grosseto 2002 5 15/10/12
6. Per una progettazione di qualità
Per poter prendere decisioni efficaci occorre avere dati
attendibili sulla situazione di un progetto
Per conoscere lo stato di un progetto occorre aumentare il
controllo, il “monitoraggio” sui progetti
Non si può controllare efficacemente ciò che non si è
pianificato con cura.
Per poter pianificare un progetto occorre aver chiaramente
definito gli obiettivi da raggiungere e le procedure da
seguire.
L’obiettivo finale è sempre più la qualità dell’intervento e
quindi la sua efficacia
Un intervento ben difficilmente sarà di qualità superiore alla
qualità con cui sono state eseguite tutte le fasi,
progettazione compresa, che portano alla sua
realizzazione
PIA Grosseto 2002 6 15/10/12
7. Benefici attesi
Facilitazione della progettazione
Crescita della capacità progettuale
Omogeneizzazione delle procedure e dei livelli qualitativi
Maggiore orientamento della progettazione verso gli scopi
originari della normativa
Maggiore trasparenza e divulgazione delle conoscenze e
delle buone prassi
Miglioramento dei risultati dei progetti in termini di tempo,
costi e qualità
Maggiore integrazione fra tutti gli attori coinvolti nel
progetto
Miglioramento della capacità di monitoraggio e di
valutazione in tutte le fasi del progetto
PIA Grosseto 2002 7 15/10/12
8. Ciclo di vita di un progetto
FATTI - SI
CONCEZIONE
CONCEZIONE IMPOSTAZIONE
BI LE? IMPOSTAZIONE VARIAZIONE
OBIETTIVI
DEL PROGETTO
NO
PIANIFICAZIONE
PIANIFICAZIONE
ANNULLAMENTO
Sistema di MONITORAGGIO ee
RIPIANIFICAZIONE Valutazione e MONITORAGGIO
RIPIANIFICAZIONE
Gestione CONSOLIDAMENTO
CONSOLIDAMENTO
progetti
CAMBIAMENTI
IN CORSO SI
D’OPERA NO NO
SI
OK? VERIFICA FI NE? CHIUSURA
CHIUSURA
VERIFICA
PIA Grosseto 2002 8 15/10/12
9. Per pianificare vuol dire rispondere a:
Work Breakdown Structure: La WBS è una
scomposizione gerarchica del progetto nei suoi
elementi ed azioni costitutivi, generata allo
scopo di migliorarne la gestione, lo scambio di
Analisi dei bisogni: Organisation Breakdown
Structure: Chi sono i
informazioni ed il controllo. responsabili ?
W BS COSA FARE? CHI FA? OBS
COSA FARE? CHI FA?
Mat rice
CHI FA COSA?
CHI FA COSA? resp onsa bi lit à
Risorse
disp on ib il i e CON COSA FARLO?
CON COSA FARLO? Ret i col i
COME FARLO?
COME FARLO?
necessar i e Logi ci
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QUANTO M I I COSTA?
QUANTO M COSTA? QUANDO FARLO?
QUANDO FARLO? ( Gant t )
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COME CONTROLLARLO?
COME CONTROLLARLO?
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Notas del editor
Elaborare un modello di analisi e monitoraggio dei fenomeni di disagio scolastico sul territorio provinciale che contribuisca a orientare i PIA verso interventi mirati di contrasto
Le risorse stanziate: quasi 40 miliardi a livello regionale, circa 2,3 miliardi nella provincia di Grosseto, che hanno attivato almeno 1 miliardo di cofinanziamenti dagli enti sul territorio provinciale Lo spirito della normativa che ha istituzionalizzato i PIA era quello di combattere l’evasione e gli abbandoni scolastici; nella convinzione di molti, ma anche nella realtà dei fatti, essi si sono invece trasformati -con poche eccezioni- in uno strumento volto al miglioramento ed al rafforzamento della didattica (laboratori teatrali e musicali, formazione insegnanti, ecc.); in questa ottica anche il giudizio sui PIA è ambivalente: è positivo se letto come strumento di promozione sociale e culturale sul territorio; meno positivo se viceversa dai PIA ci si attendeva un contributo alla lotta della dispersione e del disagio scolastico; in altre parole i PIA hanno stimolato ed incentivato (funzionando da volano) la progettazione e la realizzazione di iniziative (alcune in verità discutibili), finalizzate alle qualificazioni del sistema educativo. Tutto ciò, favorendo un modo di pensare ed operare in rete (la scuola, l’amministrazione comunale, le associazioni, gli studenti, i docenti, i genitori, ecc.), che rappresenta il merito principale dei PIA; in prospettiva, il nuovo Piano di Indirizzo riserva ai PIA il compito di favorire l’obbligo formativo fino ai 18 anni attraverso l’integrazione fra percorsi scolastici e formazione professionale. Fino ad oggi (almeno questa è l’indicazione che si ricava dall’analisi retrospettiva sui PIA in Toscana) la coerenza fra gli obiettivi attribuiti ai PIA nei documenti di programmazione regionale e le azioni effettivamente intraprese a livello locale è stata labile; correggere questa incoerenza diviene quindi essenziale per valorizzare gli aspetti più positivi riconducibili ai PIA (su tutti, la creazione di sinergie fra enti afferenti allo stesso territorio), in modo da metterli al servizio di una giusta causa e non disperderli in una miriade di iniziative frammentarie che poco hanno a che fare con le finalità del diritto allo studio.