1. “SAREMO
MUTATI!”
La tua risurrezione sarà
così
IL TESTIMONE
OCULARE
24 ore che cambiarono
tutto
DOPO L’INTOPPO
Un’intervista a Dio sul
tempo della fine
ontatto
Poste Italiane - Spedizione in A.P.-art.2 Comma 20/c Legge 662/96 Brescia
cambia la tua vita | Cambia il tuo mondo
3. U
na volta presi
parte ad una riu-
nione, durante la quale
un ragazzo sedicenne
cantò alcune canzoni gospel;
mentre cantava, il suo volto era
pieno della gioia del Signore. In
seguito venni a sapere che era
cresciuto in un orribile ambiente
familiare. Dall’età di 12 anni era
stato mandato fuori a rubare per
mantenere la sua famiglia, mentre
il padre e la madre giacevano a
casa in preda agli stupori dell’alcol.
In meno di un anno era passato
a rubare anche per mantenere il
proprio vizio della droga, a cui
l’aveva portato la sua vita crimi-
nale. Era stato arrestato per furto
e per ubriachezza ed era entrato e
uscito da varie case di correzione.
Un giorno però alcuni giovani lo
avevano incontrato per strada e
lo avevano convinto ad accettare
Gesù; da quel momento la sua vita
era profondamente cambiata.
Come era avvenuta quella tra-
sformazione? Nella Bibbia c’è un
verso che dice: “noi tutti, contem-
plando a faccia scoperta come in
uno specchio la gloria del Signore,
siamo trasformati nella stessa
immagine di gloria in gloria” (2
Corinzi 3,18). La trasformazione
avviene quando contempliamo
Gesù. Molti cercano di trasformare
la propria vita mediante i propri
sforzi umani e la forza di volontà
carnale, ma nessuno sforzo umano
può attuare il tipo di trasforma-
zione che ebbe luogo nella vita di
quel giovane – mai! Può avvenire
solo quando contempliamo Gesù.
“Cristo in voi, speranza di gloria”
(Colossesi 1,27).
Gesù disse: “Dimorate in me
e io dimorerò in voi” (Giovanni
15,4). È il segreto della trasforma-
zione di una vita: Gesù che abita
dentro di voi e vive la sua vita in
voi. È Lui che opera la trasforma-
zione! Cambierà la vostra vita in
meglio, se gliene darete l’opportu-
nità.
TRASFORMATO
LE MANI DI CHI?
Una palla da basket in mano a me vale circa 20 Euro;
in mano a Michael Jordan vale 30 milioni di Euro.
Un pallone in mano a me vale circa 15 Euro;
in mano a Zinedine Zidane vale 10 milioni di Euro.
Una racchetta da tennis è inutile in mano a me;
ma in mano a Pete Sampras vale la vittoria a Wimbledon.
Un bastone in mano a me può tener lontano un cagnolino;
in mano a Mosè divise il Mar Rosso.
Una fionda in mano a me è un giocattolo per bambini;
ma in mano a Davide divenne un’arma letale.
Due pesci e cinque pani in mano a me sono solo dei sandwich;
ma in mano a Gesù sfamarono cinquemila persone.
Dei chiodi in mano a me possono avere come risultato una casa per il cane;
nelle mani di Gesù ebbero come risultato la salvezza per il mondo intero.
Mettete tutte le vostre preoccupazioni, i vostri pensieri, i vostri timori, le
vostre speranze, i vostri sogni, le vostre famiglie e le vostre relazioni nelle
mani di Dio, perché, come potete vedere, dipende tutto dalle mani in cui si
trovano le cose.
—Anonimo
di Virginia Brandt Berg
contatto anno V, numero 4
4. Le ultime 24 ore sono state sconvolgenti,
terrificanti, meravigliose. È cominciato tutto
con un ordine del sommo sacerdote Caifa, il burattino di
Roma, Caifa che io servo. “Malco fai questo! Malco fai
quello!” E ovviamente io devo fare quello che mi dicono.
Sono il burattino di un burattino, a sua disposizione per
fare il lavoro sporco al suo posto. Questo poi era il lavoro
più sporco che mi fosse mai stato affidato.
Avevo l’ordine di passare le istruzioni del sommo
sacerdote al capitano delle guardie del tempio, di andare
con lui ad arrestare Gesù per portarlo alla sala del giu-
dizio. Avevamo già fatto cose del genere in precedenza,
quando avevamo arrestato altri predicatori indipendenti,
ma questa volta qualcosa in me resisteva agli ordini.
Alcuni mesi prima avevo sentito Gesù predicare e, a
dire il vero, nessuno parlava come lui! “Amate i vostri
nemici. Fate del bene a coloro che vi odiano”. È un mes-
saggio che non si sente molto spesso! Per tutti gli altri si
trattava solo di “occhio per occhio”. Gli zeloti vogliono
riprendersi il loro paese. I fanatici religiosi vogliono
riprendersi la loro religione. I mercanti imbroglioni che
hanno incontrato qualcuno più furbo di loro rivogliono
indietro il loro denaro. Sembra che tutti vogliano ven-
detta. Gesù era diverso.
Caifa voleva che arrestassimo Gesù nel mezzo della
notte perché aveva paura dei disordini che ci sarebbero
potuti essere se la gente comune fosse stata lì a vedere.
Gesù aveva fatto molti miracoli e la maggior parte della
gente gli voleva bene; anzi, quando era entrato in città
solo alcuni giorni prima, la gente lo aveva acclamato
come proprio re.
di Curtis Peter Van Gorder
24 OCULARE
IL TESTIMONE
SONO IL BURATTINO
DI UN BURATTINO ... E
QUESTO ERA IL LAVORO
PIù SPORCO CHE MI
FOSSE MAI STATO
AFFIDATO.
contatto anno V, numero 4
5. mi è uscito un fiotto di sangue. Avevo perso un orecchio!
Sono caduto in ginocchio, premendo la ferita con le mani,
cercando invano di fermare il sangue. I vestiti si sono imbe-
vuti di sangue e ho cominciato a perdere i sensi.
Improvvisamente mi ha avvolto una luce brillante. Qual-
cuno mi ha chiamato per nome. Era Gesù, in ginocchio
vicino a me, che copriva la ferita con una mano. Ho sentito un
formicolio caldo. Il dolore è cessato. Gli occhi di Gesù erano
pieni d’amore. Non ha detto una parola, ma in quel momento
ho sentito che era un amico, non un nemico. Ho anche capito
che per me sarebbe andata bene – ma cosa sarebbe successo
a Gesù? Avevo giocato una parte nel suo arresto e ora me ne
rammaricavo.
— Metti via quella spada. — ha detto Gesù a Pietro — Chi
mette mano alla spada, perirà della spada.
Penso che alcune guardie siano rimaste sorprese quanto
me nel vedere che Gesù aveva abbastanza amore da guarire
i suoi nemici. Alcune forse si sono perfino chieste, come me,
se non fosse davvero il Figlio di Dio. Non il capitano delle
guardie del tempio, però. Lui non ha mai messo in dubbio i
suoi ordini. Ha rimesso in piedi Gesù con uno strattone e un
attimo dopo tutti erano andati via.
Da solo nel giardino, ho meditato sul miracolo che era
appena successo. Il mio orecchio era tornato perfettamente
sano, ma la mia veste e la mia pelle coperte di sangue erano
una prova che era successo qualcosa di sorprendente. Come
avevano potuto gli altri accantonare quel miracolo così in
fretta? Come potevano essere così incalliti?
Tornato a casa, mentre mi ripulivo il volto e le braccia dal
sangue rappreso e mi cambiavo la veste, non potevo scuo-
termi dalla mente il pensiero che ero appena stato complice
di un delitto orribile.
Sono corso al palazzo del sommo sacerdote per vedere
cosa succedeva a Gesù e ho trovato il posto pieno di gente.
La notizia dell’arresto di Gesù si era diffusa rapidamente.
— Dov’è? — ho chiesto ad una delle guardie.
— Il processo è cominciato. Caifa è già convinto che
L’idea era quella di rintracciare Gesù
nel giardino dove andava a pregare,
prenderlo di sorpresa e arrestarlo
prima che potesse scappare. Quando
però siamo arrivati là, sembrava che lui
lo sapesse già e ci stesse aspettando.
Giuda Iscariota ha fatto quello che era
stato pagato per fare e ha indicato Gesù
in mezzo a quel gruppo di una dozzina
d’uomini. Che modo di tradire il suo
capo – con un bacio!
Avremmo potuto risparmiare al
tesoro del tempio i trenta pezzi d’ar-
gento che il sommo sacerdote aveva
pagato a Giuda, perché, prima che
potessimo dire o fare qualcosa, Gesù ci
ha chiesto: — Chi state cercando?
— Gesù il Nazareno — ho risposto.
— Sono io — ha detto lui. Aveva un
aspetto tanto soggiogante che tutti noi
che eravamo venuti ad arrestarlo siamo
caduti per terra.
— Chi state cercando? — ha chiesto
di nuovo Gesù.
— Gesù il Nazareno — ho ripetuto
mentre mi sforzavo di rimettermi in
piedi.
— Vi ho detto che sono io quello che
state cercando. Lasciate andare gli altri.
— ha detto, indicando i suoi discepoli.
Ma uno di loro – quello che chia-
mano Pietro – non se n’è voluto andare
senza opporre resistenza. Ha estratto
una spada e ha lanciato un fendente.
Mi sono abbassato e ho pensato che
m’avesse mancato, ma poi ho sentito
una fitta di dolore e da un lato del capo
contatto anno V, numero 4
6. questo Gesù è colpevole di blasfemia. Lo giudicherà in fretta.
Gesù non ha scampo. — ha risposto indifferentemente la
guardia.
Continuavo a toccarmi l’orecchio. Non sentivo dolore, non
c’erano danni. Ho passato le dita sul punto dove c’era stato
il taglio, ma non sentivo nemmeno la cicatrice. Come poteva
essere?
Poi mi è tornato in mente quel pensiero, più forte di prima:
Sono io il responsabile di questo! Mi sembrava che fossi io a
subire il processo. Mi ha guarito. Mi ha dimostrato amore e
misericordia. Ora è circondato da lupi che reclamano il suo
sangue. Cosa ho fatto…?
La guardia aveva ragione. Caifa e i sacerdoti hanno fatto in
fretta ad emettere la sentenza, ma sotto la legge romana non
avevano l’autorità di condannare Gesù a morte.
Li ho seguiti mentre portavano Gesù perché fosse pro-
cessato davanti a Ponzio Pilato, il governatore romano. Gli
accusatori di Gesù erano un po’ come noi quando eravamo
nel giardino: quasi cadevano a terra ogni volta che lui parlava.
Sapevano che Gesù non era un uomo comune.
— Non trovo alcuna colpa in lui — ha dichiarato Pilato
dopo l’interrogatorio; ma quando ha visto che la folla era
stata incitata dai sacerdoti ad esigere l’esecuzione di Gesù
ed era sul punto della rivolta, si è fatto portare una bacinella
d’acqua e si è lavato le mani, dicendo: — Io sono innocente
del sangue di questo giusto. Se volete crocifiggerlo, fatelo voi!
Poi Pilato lo ha consegnato loro perché fosse crocifisso.
Tutti i soldati della guarnigione romana si sono radunati
attorno a Gesù: gli hanno fatto indossare un mantello di
porpora e gli hanno messo in testa una corone di spine. Gli
hanno sputato addosso e lo hanno schernito: — Salve, o re
dei Giudei! — Poi lo hanno rivestito e l’hanno portato via per
crocifiggerlo.
Sono stato trascinato via dalla folla
che si accalcava nelle viuzze di Geru-
salemme, finché siamo arrivati alla
collina di nome Golgota – “il luogo
del teschio” – appena fuori dalla città.
Quando sono riuscito a spingermi in
prima fila nella folla, i soldati avevano
già inchiodato Gesù alla croce e lo
avevano issato su a morire come un
criminale comune. Il suo volto e il suo
corpo erano ricoperti di sangue, come
lo erano stati i miei nel giardino.
Sono ritornato col pensiero a parec-
chi mesi prima, quando lo avevo sentito
dire alla folla: —Sono venuto a cercare
e salvare ciò che era perduto.
Anche se ero certo che non mi
avrebbe potuto sentire al di sopra del
rumore della folla radunata a vederlo
morire, gli ho detto: —Io sono perduto,
Gesù. Perdonami per ciò che ho fatto!
Mi ha fissato con lo stesso sguardo
pieno d’amore che avevo visto nel giar-
dino. Sapevo che ero stato perdonato.
Quando mi aveva guarito l’orecchio
era stato un miracolo, ma quando ha
guarito il mio cuore è stato un miracolo
ancora più grande.
Un momento dopo è arrivato Caifa
a deridere Gesù e gongolare per la
propria vittoria. Lui era così diverso
da Gesù – così pieno di odio e di astio.
—Se sei re di Israele, come dici, scendi
dalla croce! Allora ti crederemo. Hai
confidato in Dio, ti liberi Lui adesso!
Il cielo si è oscurato, il vento ha
cominciato a soffiare, il tuono ha scosso
la collina e Gesù ha gridato: —Padre,
perdonali, perché non sanno quello che
fanno! — Perfino mentre era lì appeso
alla croce, morente, ha perdonato i suoi
carnefici.
Ora so cosa devo fare. Devo trovare
un modo di servire il mio Maestro, per
amore e gratitudine nei suoi confronti.
Curtis Peter Van Gorder fa parte di The
Family International in Medio Oriente
contatto anno V, numero 4
7. L
a visione durò solo pochi
secondi, ma mi fece un effetto
profondo. Stavo parlando con
un’amica, quando improvvisamente
ebbi una visione fugace del futuro. Ci
abbracciavamo, ridevamo, parlavamo
della nostra vita – ed eravamo in Cielo.
Mi è successo diverse volte. Qualche
volta con dei cari amici, altre volte con
qualcuno che avevo appena incontrato.
In ogni caso mi restava la profonda
impressione che in Cielo le amicizie
erano più profonde, più significative
e durevoli di quelle che abbiamo in
questa vita.
Quel pensiero mi è di grande con-
forto, forse perché nella mia situazione
attuale sono piuttosto isolata e sola.
Sono sempre stata una persona di com-
pagnia e ho sempre avuto molti amici.
Le amicizie sono sempre state una cosa
importante per me. Ma la fibromialgia
ha un modo tutto suo di trasformare in
eremita anche la persona più socievole.
I muscoli doloranti, la spossatezza e i
problemi di sonno che accompagnano
questa malattia neurologica mi lasciano
troppo malata per uscire con gli amici
o prender parte a qualche festa; spesso
sono perfino troppo stanca per parlare
al telefono. Parlare di cosa, poi, visto
che vivo in un mondo così isolato?
E tutte le persone che ho incontrato
e aiutato nel corso dei miei anni di
volontariato prima che mi ammalassi?
Si ricordano di me adesso? Sono grate
per le mie preghiere? Quelle preghiere
hanno fatto qualche differenza? La mia
amicizia conta ancora qualcosa per
loro? Cosa rimane di tutti quegli anni?
-- Mi sono fatta spesso queste domande,
mentre stavo sdraiata da sola in una
stanza buia.
Ora, però, grazie ad una serie di pic-
cole visioni, capisco meglio che la vita è
davvero solo un attimo breve nel tempo
e che in qualsiasi modo vadano le cose
oggi, un giorno questi amici ed io
saremo di nuovo insieme nella beatitu-
dine eterna. Sarà come ai vecchi tempi,
tranne che sarà in un mondo perfetto
in cui non ci saranno più separazioni,
pene né dolori.
Incontrerò anche te, caro lettore
o lettrice, il cui nome e la cui storia
ancora non conosco, ma penso che
scopriremo di avere molto in comune.
Forse avremo condotto una vita molto
diversa, ma avremo provato tutti felicità
e difficoltà, gioie e dolori. Con i vecchi
amici e con quelli nuovi passeremo
a sperimentare un mondo completa-
mente nuovo.
La cosa più meravigliosa è che ci tro-
veremo faccia a faccia e cuore a cuore
con Colui che ci ama e ci capisce più di
chiunque altro, Colui che è vissuto ed è
morto per noi ed è risorto a nuova vita
perché potessimo vivere insieme eter-
namente nel suo amore, il vero, grande
Amico eterno: Gesù.
Maria Morrow fa parte di The Family
International negli Stati Uniti.
è successo
a me
Amicizie eterne
di Maria Morrow
in Cielo le
amicizie
sono più
profonde, più
significative
e durevoli di
quelle che
abbiamo in
questa vita.
contatto anno V, numero 4
8. Quando mi trasferii nella città di Tampico, in
Messico, e cominciai a lavorare con un gruppo di
altri volontari di The Family, questi mi fecero fare
un giro della casa in cui avrei abitato con loro. È situata
abbastanza vicino al centro, ma allo stesso tempo non troppo
lontano dalle zone periferiche più povere dove svolgiamo la
maggior parte dei nostri progetti. Si trova in una buona posi-
zione, vicino ad una bella laguna dove la gente va a passeg-
giare la sera al fresco, a poca distanza d’auto anche da una
spiaggia pulita e poco frequentata.
Che posto fantastico! — pensai, mentre facevamo l’ultima
rampa di scale. Ma il meglio doveva ancora venire. La porta
si aprì su un balcone, dove ci si presentò un panorama di
palme e tetti e in lontananza un magnifico ponte che attra-
versava la baia. La combinazione delle arcate illuminate del
ponte, dei tetti delle case e della fresca brezza notturna ti
lasciava senza fiato. Molte volte da allora, la veduta da quel
balcone ha ispirato delle belle serate.
Il clima della costa è molto variabile e a volte ci vuole
una camicetta leggera al pomeriggio e una maglioncino la
sera. Anche se di solito è sereno e soleggiato, ci sono anche
tempeste, pioggia, cieli inaspettatamente rannuvolati e
giornate molto ventose, occasionalmente perfino un uragano.
Qualsiasi tempo faccia, però, quasi ogni giorno dedico qual-
che attimo ad ammirare lo splendido panorama dal nostro
balcone. La vista di quel ponte mi sembra sempre ispirante
e quasi confortante. Collega due mondi, rendendo possibili
molte cose che altrimenti sarebbero impossibili.
Una mattina stavo prendendo alcuni minuti di tacita rifles-
sione in una stanza di fianco al balcone, quando guardai fuori,
aspettandomi di vedere il ponte. Non c’era. Pensai che forse
si era alzata inaspettatamente la nebbia e l’aveva nascosto,
ma mi resi subito conto che ero io che ero in una posizione
diversa. Mi spostai un po’ e riuscii a vedere di nuovo quella
scena ispirante.
Poi mi colpì un altro pensiero, che quel ponte è un po’
come la nostra relazione con Dio. È sempre lì ad ispirarci
e confortarci. Grazie ad essa abbiamo accesso ad un altro
mondo e possiamo ricevere l’aiuto e la guida di cui abbiamo
bisogno; ma a volte può sembrare che il “panorama” sia spa-
rito, o che l’aiuto su cui abbiamo imparato ad appoggiarci sia
in qualche modo mancato, anche solo questa volta. In realtà,
però, basta che cambiamo la posizione del nostro cuore e
quella dolce ispirazione, quel conforto e quella pace ritor-
nano di nuovo “visibili” e noi ritroviamo la nostra fede.
Janet Barnes fa parte di The Family International in Messico.
IL PONTE
di Janet Barnes
contatto anno V, numero 4
9. di Ariana Keating
Q
uando avevo otto o nove anni, la mia famiglia
comprò i video del film di Franco Zeffirelli Gesù
di Nazaret (1977), la serie televisiva completa
che durava sei ore. Così dedicammo parecchie mattine
domenicali a vederla un po’ alla volta, imparando la
vita di Cristo. L’ultima ora presenta il processo e la
crocifissione di Gesù. Sapevo già la storia, avendola
sentita più volte ogni Pasqua da che mi potevo ricordare,
ma vederla rappresentata così vividamente era tutt’altra
cosa. Vidi con orrore il modo in cui Gesù veniva
processato, deriso, picchiato e crocifisso. Veder morire
Gesù fu troppo da sopportare. Mi sentii spezzare il cuore
e cominciai a piangere.
Mia madre si accorse della mia angoscia e mi attirò
vicino a sé. —Tesoro, — mi disse con il volto illuminato
da un sorriso —il meglio deve ancora arrivare. È vivo!
E proprio così, dopo quella morte orribile venne la sua
gloriosa risurrezione e con essa tutta la mia angoscia
svanì. Dopo aver terminato il video e averlo discusso un
po’ insieme, feci un disegno di Gesù che sorrideva dal
Cielo. Ero davvero grata che la più grande storia mai
raccontata avesse un lieto fine!
Credo che la vita quotidiana sia un po’ come la Pasqua.
Proviamo delusioni, pene e dolori, ma grazie al nostro
Salvatore possiamo trovare sollievo e “risurrezione”. I
nostri guai non dureranno in eterno. Nei momenti in
cui ci sembra di morire, quando ci sentiamo stanchi e
pieni di affanni, dobbiamo ricordarci che “il meglio deve
ancora venire”. Proprio come la
morte di Gesù non fu la fine, ma
solo l’inizio, anche i problemi della
vita, che minacciano di distruggerci,
possono segnare un nuovo inizio,
una nuova svolta. Ecco, questa è la
Pasqua: la gioia di ricominciare.
“Io sono la risurrezione e la vita;
chiunque crede in me, anche se
dovesse morire, vivrà. E chiunque
vive e crede in me, non morrà mai”
(Giovanni 11,25-26). “Perciò noi non
ci perdiamo d’animo; ma, anche se
il nostro uomo esteriore va in rovina,
pure quello interiore si rinnova di
giorno in giorno. Infatti la nostra
leggera afflizione, che è solo per
un momento, produce per noi uno
smisurato, eccellente peso eterno di
gloria; mentre abbiamo lo sguardo
fisso non alle cose che si vedono,
ma a quelle che non si vedono,
poiché le cose che si vedono sono
solo per un tempo, ma quelle
che non si vedono sono eterne”
(2Corinzi 4,16-18).
Buona Pasqua! Buona risurre-
zione!
Ariana Keating fa parte di The Family
International in Tailandia.
buona risurrezione!
buona risurrezione!
contatto anno V, numero 4
10. “SAREMO
MUTATI!”
La tua risurrezione sarà così
di David Brandt Berg
“Ecco, io
vi dico un
mistero”,
scrisse l’apostolo Paolo ad un
gruppo di Cristiani della città
greca di Corinto, “non tutti
morremo, ma tutti saremo
mutati in un momento, in un
batter d’occhio, al suono dell’ul-
tima tromba [la Seconda Venuta
di Gesù]; la tromba infatti
suonerà, i morti risusciteranno
incorruttibili e noi [che siamo
vivi] saremo mutati, poiché
bisogna che questo corruttibile
rivesta l’incorruttibilità e questo
mortale rivesta l’immortalità. …
allora sarà adempiuta la parola
che fu scritta: «La morte è stata
inghiottita nella vittoria». O
morte, dov’è il tuo dardo? O
inferno, dov’è la tua vittoria?” (1
Corinzi 15,51-55).
Paolo disse anche che il
nostro spirito è immediata-
mente presente con il Signore
quando moriamo (2 Corinzi 5,8),
così in questo brano spiega la
risurrezione corporea dei morti.
È difficile spiegare come uno
spirito possa ricongiungersi
ad un corpo che è stato in una
tomba per anni – forse perfino
centinaia o migliaia di anni
– e tornare in vita per essere
completamente sano, perfino
in condizioni migliori di prima.
Paolo dice che è un po’ come la
differenza tra un seme e quello
che il seme diventa dopo che è
germinato e cresciuto (1 Corinzi
15,36-44). Come si può spiegare
quella trasformazione?
Il nostro corpo risorto
sarà nuovo e diverso, tuttavia
abbastanza simile a quello che
abbiamo ora da permetterci di
riconoscerci a vicenda: “Allora
conoscerò, proprio come sono
stato conosciuto” (1 Corinzi
13,12). Non sempre i discepoli
riconobbero Gesù dopo la sua
risurrezione. A volte era così
diverso che non riuscivano a
riconoscerlo (Luca 24,13-16.31;
Giovanni 20,14-16). Ciò succe-
deva, o perché al momento Lui
non voleva farsi riconoscere, o
perché era più bello e perfetto,
perché aveva un nuovo corpo
spirituale e immortale – proprio
il tipo di corpo che avrete voi!
Avrete lo stesso aspetto che
aveva Gesù e che ha ora, dopo la
sua risurrezione. “Trasformerà
il nostro umile corpo, affinché
sia reso conforme al suo corpo
glorioso [risorto]” (Filippesi
3,21).
I discepoli di Gesù furono
in grado di vederlo dopo la sua
risurrezione? Sì! Di solito furono
in grado di riconoscerlo? Sì! Lui
camminò e parlò con loro? Sì! Si
mise perfino a cucinare per loro
e mangiò e bevve insieme a loro
(Luca 24,43; Giovanni 21,9-14).
Gesù poteva fare tutte queste
cose normali, naturali, nel suo
corpo risorto, quindi potrete
farlo anche voi. Pensate un po’!
Ma non finisce lì. Sarete
anche in grado di fare cose
che non potete fare nel vostro
corpo naturale. Quando i suoi
seguaci erano chiusi a chiave in
una stanza per paura di quelli
10 contatto anno V, numero 4
11. che lo avevano crocifisso, Gesù
passò attraverso la porta chiusa
(Giovanni 20,26). In un’altra
circostanza, appena ebbe finito
di parlare con due suoi disce-
poli sulla strada di Emmaus,
“egli scomparve dai loro occhi”
(Luca 24,31). Potrete attraver-
sare le pareti e le porte, potrete
apparire e scomparire, proprio
come fece Gesù. Potrete anche
viaggiare da un posto all’altro,
non soltanto alla velocità del
suono o della luce, ma alla velo-
cità del pensiero.
“Noi saremo mutati!” La cosa
principale che sarà mutata
sarà il vostro corpo, ma se Lui
cambierà il vostro corpo, certa-
mente cambierà anche i vostri
vestiti. Sarete ricoperti di una
veste di luce, del manto della
giustizia (Isaia 61,10). Pensate
un po’: dovunque voi siate o
qualsiasi cosa stiate facendo,
improvvisamente noterete
un cambiamento stupendo e
vi accorgerete di indossare
una nuova, bellissima veste di
giustizia!
In realtà, probabilmente
sarete così occupati a guardare
ciò che succederà nel cielo
– tuoni e fulmini e l’apparizione
di Gesù tra le nuvole – che
forse non vi accorgerete nem-
meno di quel che indossate; ma
sicuramente vi sentirete diversi,
perché “in un batter d’occhio,
al suono dell’ultima tromba …
noi saremo mutati” (1 Corinzi
15,52). Al suono di quella
tromba risorgerete dai morti, se
sarete morti, o vi innalzerete
dalla terra, se sarete ancora vivi.
In un’altra epistola, Paolo
scrisse: “Non vogliamo che
siate nell’ignoranza riguardo
a quelli che dormono, affinché
non siate contristati come gli
altri che non hanno speranza.
Infatti, se crediamo che Gesù
è morto ed è risuscitato, cre-
diamo pure che Dio condurrà
con lui, per mezzo di Gesù,
quelli che si sono addormentati”
(1 Tessalonicesi 4,13-14). Questo
include te, se l’hai ricevuto!
Include anche tutti i tuoi fami-
liari e i tuoi amici dipartiti che
sono salvati. Quindi non preoc-
cupatevi di non poterli rivedere:
li incontrerete nell’aria. Che
bella riunione familiare – la più
grande della storia!
“Perché il Signore stesso, a un
ordine, alla voce dell’arcangelo
e al suono della tromba di Dio,
discenderà dal cielo. E prima
risorgeranno i morti in Cristo;
quindi noi, i vivi, i superstiti,
saremo rapiti insieme con loro
tra le nuvole, per andare incon-
tro al Signore nell’aria, e così
saremo sempre con il Signore”
Potrete attraversare le pareti e le porte,
potrete apparire e scomparire.
contatto anno V, numero 4 11
12. Intervistatore: Stavi dicendo
che dopo il Millennio, cioè dopo i
mille anni di pace sulla Terra che
seguiranno al ritorno di Gesù, ci
sarà un piccolo “intoppo”, ma che
fa tutto parte dei piani. Spiegalo,
per favore.
Dio: Alla fine di questi mille anni
il Diavolo verrà liberato dalla sua
prigione nel pozzo dell’abisso
e si avrà in un certo senso il
secondo tempo della battaglia di
Armagheddon.
Cosa? Ancora guerra? Bontà
divina, ma perché mai il Diavolo
dovrà essere di nuovo liberato?
Per la stessa ragione per cui
lo lascio andare in giro per il
mondo adesso. Egli fornisce
un’alternativa e la gente di questo
nuovo mondo avrà ancora una
volta la libertà di scegliere in che
direzione andare.
E allora cosa succederà?
Il Diavolo e le sue forze saranno
sconfitti ancora, questa volta
però per sempre. E la Terra
verrà trasformata. La superficie
terrestre verrà bruciata per poi
essere di nuovo ricreata, per dare
luogo a un mondo ancora più
splendido e migliore.
E perché non farlo all’inizio dei
mille anni? Si ha l’impressione
che dovremo lavorare tutto
quel tempo, o almeno alcuni lo
faranno, per poi mandare tutto
all’aria.
Evidentemente non era poi
così buono se poteva essere
migliorato. Viste le condizioni
prevalenti, non si poteva fare di
meglio. Tu non vuoi vedere un
cambiamento in meglio?
Senz’altro, ma perché non
farlo subito dopo la battaglia di
Armagheddon? Perché aspettare
fino al secondo tempo della
battaglia, per dirla come hai
detto tu?
Ancora una volta il motivo è che fa
parte del programma di crescita
dell’umanità. È un periodo di
prova per la dimora finale che ho
preparato per voi.
Deve proprio essere un luogo
eccezionale se prima di andarci
abbiamo bisogno di mille anni di
prova.
È un po’ difficile da mandar giù
per te, vero?
Beh, non mi sembra logico.
Avrei pensato che cento anni
di addestramento al massimo
sarebbero stati più che sufficienti.
Senza contare che coloro che
hanno cominciato tutto all’inizio
del periodo saranno morti prima
che finiscano i cento anni, tanto
meno dopo mille. Non sembra
molto ragionevole morire prima
di poter mettere in pratica quello
che si è imparato.
E chi ha detto che moriranno?
Il buon senso mi dice che non
saranno molte le persone che
vivranno fino a cento anni.
In quei mille anni le cose
cambieranno a tal punto che la
gente ti riterrà ancora un bambino
quando avrai cento anni.
Accidenti, questa sì che è difficile
da mandar giù. Stiamo parlando
di gente ordinaria, non di coloro
che avranno i nuovi corpi
soprannaturali cui hai accennato
prima. La gente normale non può
vivere così a lungo, no?
DOPO
“L’INTOPPO”
UN’INTERVISTA A DIO SUL TEMPO DELLA
FINE. QUARTA E ULTIMA PARTE.
12 contatto anno V, numero 4
13. Se lo rendo possibile, allora
potranno.
Ma il corpo invecchia
naturalmente. E anche i rigori
dell’ambiente in cui si vive
contribuiscono a questo.
L’ambiente naturale subirà
una bella batosta prima della
battaglia di Armagheddon e ci
vorrà un po’ a rimettere le cose
in sesto. Ma durante i mille anni
tutto questo sarà sistemato e
l’ambiente ritornerà alle sue
condizioni migliori. Mi sembra,
comunque, che tu continui a
tenere fuori dall’equazione
me e la mia potenza. Ma io mi
preparo a compiere un trucco
miracoloso sul corpo umano, che
gli permetterà di non invecchiare
in fretta come adesso.
Allora, se ho capito bene,
alcune persone saranno rapite
e avranno un nuovo super
corpo, ma poi anche quelle che
sopravvivono alla battaglia di
Armagheddon subiranno una
sorta di trasformazione, è così?
Giusto. Ci sarà gente sulla Terra
che sopravviverà alla battaglia
di Armagheddon. Questi
sopravvissuti non subiranno una
vera e propria trasformazione,
come l’hai definita tu, ma il
processo d’invecchiamento
subirà un forte rallentamento
a causa di alcuni cambiamenti
nelle condizioni ambientali. Per
cui, benché i sopravvissuti iniziali
ne traggano beneficio solo in
parte, coloro che ne usufruiranno
appieno saranno i loro figli e i figli
dei loro figli.
Cosa faranno questi
sopravvissuti? Sembra quasi che
torneranno all’Età della Pietra.
(ridacchia) Non è un modo carino
di descrivere lo stile di vita quasi
paradisiaco di cui godranno alla
fine.
Non penso che molta gente
faccia salti di gioia all’idea di fare
il contadino.
Troppo noioso?
Si, credo che molti la penseranno
così.
Hai un’idea migliore?
La maggior parte della gente
preferisce uno stile di vita urbano.
Milioni di persone che vivono da
sole insieme? È questa l’idea
migliore?
Non tutti sono soli. Devo
ammettere che apparentemente
molti lo sono, ma i più hanno
almeno qualche amico.
L’uomo non fu creato per
diventare una creatura di città.
Che tu ci creda o no, fu creato
perché facesse una vita rurale o
semi rurale. OK, sento la mente
che ti frigge e stai per dire che io,
visto che conosco tutto e dunque
anche il futuro, avrei dovuto
sapere che si sarebbero costruite
delle città. Ovvio che lo sapevo.
Pur tuttavia non ho progettato
l’uomo perché vivesse così. Egli
dà il meglio di sé con uno stile di
vita quieto, tranquillo, regolare.
Lo stress urbano odierno è un
veleno che fa più danni di quanto
la gente pensi.
contatto anno V, numero 4 13
15. letture che nutrono
La potenza della
Risurrezione
La risurrezione di Gesù era
stata predetta nel Vecchio
Testamento.
Salmo 16,10b
La risurrezione di Gesù fu un
fatto storico, confermato dal
racconto di testimoni oculari.
Matteo 28,1–9
Luca 24,13–53
Giovanni 20,1-17
Atti 1,2–3
Atti 10,40–41
Atti 13,30–31
1 Corinzi 15,3–6
2 Pietro 1,16
Gesù ha il potere di dare
vita eterna a tutti quelli che
credono in lui.
Giovanni 1,12
Giovanni 3,16
Giovanni 5,24
Giovanni 6,40
Giovanni 11,25
1 Peter 1,3–4
1 Corinzi 6,14
Il nostro corpo fisico un
giorno risusciterà e si riunirà
al nostro spirito.
Giobbe 19,25–27
Giovanni 5,28–29
1 Corinzi 15,51–54
Il nostro potente e immortale
corpo risorto sarà ancora più
meraviglioso di quello attuale.
Luca 20,36
Filippesi 3,21
1 Giovanni 3,2
p
e
r
c
h
é
gesù
venne
Se non hai ancora ricevuto Gesù come tuo Salvatore, puoi farlo in
questo stesso momento, chiedendogli di entrare nel tuo cuore. Prega
semplicemente così:
Caro Gesù, grazie per aver dato la vita per me. Ti prego di perdo-
narmi per tutte le cose sbagliate che ho fatto. Entra nel mio cuore e
fammi dono della vita eterna. Amen.
G
esù venne per cercare di ren-
derci le cose più facili che
poteva. Cercò di rendere la vita del
Cristiano così facile che chiunque potesse
viverla. Camminò su quelle strade polverose
e parlò a semplici pescatori ed esattori delle
tasse, a beoni e prostitute, per mostrare loro
che Dio li amava tutti e che tutti loro pote-
vano amare Dio, che potevano tutti amarsi a
vicenda, servirsi a vicenda e servire il mondo
con il Vangelo.
Dio ci diede una via d’uscita dall’obbligo
impossibile dell’aderenza perfetta alle sue
leggi, una via di misericordia, una via di
perdono e di grazia: la salvezza. Ora nessuno
ha una scusa per dare la colpa dei propri
problemi a Dio, perché Lui ci ha dato una
via d’uscita, una via verso la vittoria, una
via per superare i nostri peccati e i nostri
problemi, le nostre colpe, mancanze e debo-
lezze, di qualsiasi cosa si tratti. Gesù è la
Via, la Verità e la Vita (Giovanni 14,16). Pagò
il prezzo, aprì la strada e ci diede la verità;
solo Lui può aiutarci a fare il tipo di vita che
dovremmo fare.
Non chiede mai a nessuno di noi uno stan-
dard superiore alle nostre possibilità perso-
nali. Qualsiasi cosa Lui ci chieda, possiamo
farla con il suo aiuto e la sua grazia; e con la
sua forza e il suo amore possiamo riuscirci.
(Filippesi 4,13).
—David Brandt Berg
contatto anno V, numero 4 15
16. Se hai trovato me, hai trovato il segreto di
una vita vissuta pienamente. Sono molto
più di un personaggio storico, vissuto e
morto duemila anni fa. Certo, vissi e morii
a quei tempi, ma risorsi pure ed oggi
sono altrettanto vivo ed attivo di quando
camminavo sulla terra. E poiché io vivo,
tu puoi sperimentare la vita e l’amore
come erano veramente intesi, qui adesso
e per sempre: illimitati ed eterni.
Questo dono divino è a portata di
mano. Non è difficile, o complicato, o
solo per certe persone, ma è possibile
solo quando i nostri spiriti si incontrano.
Quando il tuo spirito si protende verso
di me, quando mi inviti nella tua vita, ti
do pieno accesso al mio amore e alla mia
potenza, che possono aiutarti ad avere
successo in ogni aspetto della vita. Non
esiste problema che io non possa risolvere,
niente di cattivo che io non possa rendere
buono e niente di buono che io non possa
rendere migliore. Non c’è ferita che io
non possa guarire. Non c’è tristezza che
io non possa trasformare in gioia. Non
c’è bisogno a cui io non possa provvedere.
Non c’è vuoto che io non possa riempire.
Sono vivo oggi in ogni cuore che
mi accoglie. Sono attivo e all’opera,
sempre pronto a rinnovare, restaurare e
reintegrare, a rendere tutto più buono e
più bello ogni volta che me ne viene data
l’opportunità. Lasciami vivere in te!
Viviamo
la vita!
da Gesù
con amore