SlideShare una empresa de Scribd logo
1 de 10
Valentina Anastasia
Matricola 1012661

La guerra fredda: i mass media e la rappresentazione del nemico
Paura nucleare e mobilitazione pacifista

La guerra fredda è quel lungo periodo della storia internazionaleche ha come protagonisti i due
Paesi vincitori più potenti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Erano infatti il blocco occidentale
rappresentato dagli Stati Uniti ed il bloccocomunista orientale rappresentato dall‟URSS,ad avere in
definitiva in mano il mondo e le sue sorti. La tensione politica, militare ed ideologica tra i due
blocchi non si concretizzò mai in un vero conflitto militare ma fu caratterizzato dalla continua
situazione di stallo tra le due grandi potenze che si incentrava non solo su di una competizione
militare, ma anche spaziale, ideologica e psicologica. Le due super potenze si contendevano
l‟egemonia mondiale ma avevano alla loro base due ideologie diametralmente opposte protese
comunque verso quell‟unico stesso obiettivo.
Ciò che caratterizzò largamente la guerra fredda fu la corsa agli armamenti, ed in particolare agli
armamenti atomici nel periodo dagli anni Cinquanta ai Settanta. Si usa chiamare questo particolare
periodo della guerra fredda come equilibrio del terrore termine molto esplicativo della situazione in
atto non solo negli Stati Uniti ed in Russia ma in tutto il mondo. Un equilibrio del terrore derivato
della paura per entrambi i blocchi di una guerra nucleare che avrebbe portato alla distruzione di
tutto il mondo e che si basava quindi su una mutua distruzione assicurata, elemento di costante
bilico e di angoscia del mondo. Una guerra atomica avrebbe portato alla distruzione anche dello
stesso Paese attaccante e di conseguenza del resto del mondo. Si ebbe quindi un periodo di
rapidissimi progressi dettati dal conflitto tra le due nazioni e di pari passo di una consapevolezza
della grandezza delle devastazioni e della potenza delle bombe stesse. È la reciproca vulnerabilità
delle due potenze che creò la suddetta situazione di stallo, di equilibrio del terrore, che diventò il
deterrente contro lo scatenarsi della guerra. La paura di una terza guerra mondiale atomica era
percepita dal mondo intero ed anche dagli intellettuali, storici, scrittori, registi, dell‟epoca. Da citare
sono per esempio le parole di George Orwell che già nel 1945 scrisse così:
Had the atomic bomb turned out to be something as cheap and easily manufactured as a bicycle or an alarm clock, it
might well have plunged us back into barbarism, but it might, on the other hand, have meant the end of national
sovereignty and of the highly-centralized police state. If, as seems to be the case, it is a rare and costly object as
difficult to produce as a battleship, it is likelier to put an end to large-scale wars at the cost of prolonging indefinitely
a „peace that is no peace‟.1

Da queste considerazioni fatte dallo scrittore proprio dopo il lancio delle due bombe atomiche su
Hiroshima e Nagasaki, si capisce quale poteva essere già il pensiero mondiale e questo sarà molto
più evidente in opere posteriori dello scrittore come 1984 e Big Brother.

1

George Orwell: „You and the Atomic Bomb‟First published: Tribune, London. 1945

1
Significative sono inoltre le parole di Jean Baudrillard che, nel suo Le strategie fatali, considera gli
Stati del tempo come ostaggi nelle mani di una diabolica strategia nucleare.
Siamo tutti degli ostaggi […] Ostaggi obiettivi: rispondiamo collettivamente di qualcosa, ma di che cosa? Una
sorta di predestinazione truccata, di cui non siamo nemmeno più in grado di individuare chi l‟ha manomessa,
ma noi sappiamo che la bilancia della nostra morte non è più nelle nostre mani e che siamo in uno stato di
suspense e d‟emergenza permanente, del quale il nucleare è il simbolo. Ostaggi oggettivi di una divinità
terrificante, non sappiamo nemmeno da quale evento, da quale accidente dipenderà la manipolazione
definitiva. 2

Le armi atomiche avevano segnato una vera svolta radicale nel modo di fare la guerra ed è ciò di cui
il celebre Norberto Bobbio parla nel suo libro Il problema della guerra e le vie della pace. L‟uso di
armi del genere cambiò del tutto le modalità di conduzione della guerra: essa diventò qualcosa di
senza scopo e distruttiva poiché
Nessuna guerra del passato, per quanto lunga e crudele, ha messo a repentaglio l‟intera umanità, non è detto
che in seguito allo scatenamento di una guerra termonucleare quello che finora non è avvenuto possa avvenire. 3

Una guerra di questa portata fu quella che Bobbio definì quindi come via bloccata, limitata a delle
condizioni d‟impraticabilità ed impossibilità.È per questo motivo che si arrivò a quel momento di
paralisi in cui questo terrore mondiale diventò l‟unico modo di raggiungere una tenue pace, una
paura reciproca rappresentata dalla sempre crescente potenza ed innovazione delle armi atomiche.
Dice il filosofo:
Il carattere di un equilibrio fondato esclusivamente sul terrore reciproco è precarietà […]L‟errore dei terroristi
è di affidarsi non già al terrore ma al suo equilibrio, cioè ad una situazione di cui non si può prevedere né la
durata né la continuità.4

Ed aggiunge che «l‟era della guerra non coinciderebbe con un‟era pacifica ma solo come uno stato
di aumentata persistente e progressiva tensione.». Ed è questo forse il fulcro centrale del terrore
persistente nel mondo durante gli anni della guerra fredda, il fatto che questo equilibrio del terrore
esistesse proprio perché la guerra era diventata impossibile e, proprio poiché malgrado il suo
immenso potere distruttivo, fosse ancora in qualche modo possibile e fattibile.È per questo che
Bobbio inizia a parlare di quella che definisce coscienza atomica, ossia il rendersi conto della
portata di una guerra nucleare e degli incommensurabili danni che essa avrebbe portato nel mondo e
nella gente, e di concepire la pace come una conquista.
In un certo senso negli Stati Uniti fu fatta una politica di coscienza atomica, ma senza arrivare mai
al livello di riuscire a comprendere il significato e la conquista della pace, e anzi per arrivare ad una
sorta di coscienza atomica e quindi di presa di coscienza da parte della società americana delle
conseguenze letali delle bombe atomiche ed ad idrogeno, ci vollero anni.
I primi
anni della guerra fredda furono caratterizzati da tutt‟altra visione delle cose.Fu il maccartismo,
infatti, la prima conseguenza di questo clima di angoscia e tensione nato appunto dopo la seconda
guerra mondiale, che altro non era che una nuova paura del comunismo sovietico e del terrore di
poter essere travolti da questa ideologia così lontana dall‟ideologia statunitense.

2

Luigi Caramiello, Il medium nucleare, Roma Edizioni Lavoro, 1987(p. 60)
Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino, (p.33)
4
Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino, (p.46)
3

2
La paura del comunismo fu quindi un'altra paura associata al terrore nucleare del periodo ed il
maccartismo si sviluppò proprio come anticomunismo e si poneva come obiettivo principale la
caccia spesso infondata ai traditori, alle spie ed in definitiva l‟eliminazione delle ideologie nemiche.
Si basava su una serie d‟inchieste politico-giudiziarie volte a fermare qualsiasi possibile influenza
comunista e una limitazione di qualsiasi comportamento che potesse essere considerato dannoso per
il governo.Il termine maccartismo prende il suo nome dal senatore repubblicano Joseph McCarthy,
che diventò la figura emblema dell‟anticomunismo, e il periodo dalla fine degli anni quaranta
all‟inizio degli anni cinquanta da ciò caratterizzato, fu infatti denominatoseconda paura rossa.Il
movimento finì per essere considerato controproducente ed in definitiva fonte soltanto di più
sospetto, paura e terrore nel Paese.
Importante soffermarsi sul maccartismo proprio perché fu non solo la
conseguenza di questo clima di paura nucleare e dell‟equilibrio del
terrore, ma perché cosa ancora peggiore, lo moltiplicò e finì per
fomentarlo, creando ancora più tensione all‟interno del Paese. La
propaganda del maccartismo divenne forte in quegli anni ed era facile
trovare spesso locandine o immagini che allarmassero ancora di più gli
americani degli effetti devastanti che un‟ondata di comunismo avrebbe
portato al Paese.
I mass media furono largamente toccati da quest‟ondata di maccartismo
e molti dei processi per spionaggio e comunismo, diventarono famosi in
tutto il mondo. Inoltre il cinema americano di Hollywood fu fortemente
colpito poiché molti registi ed attori, tra i tanti Charlie Chaplin e Walter Disney, furono considerati
simpatizzanti comunisti e interrogati o nel caso del primo, allontanati.Tutta la sfera culturale di
personaggi americani fu costretta quindi ad attenersi ad una linea di lavoro più “politically correct”
per paura delle indagini a tappeto. Il caso dei coniugi Rosenberg diventò fatto di cronaca per tutto il
mondo poiché la coppia fu accusata di spionaggio e collaborazione con l‟Unione Sovietica e quindi
condannata a morte, benché le prove non fossero certe e fondate al momento della loro esecuzione.
Le storie di spionaggio e di segreti sotto la superficie, caratterizzarono quindi i primi anni della
guerra fredda e furono largamente rappresentati da scrittori e registi, pensare alla saga di James
Bond.
Sarebbe da citare, inoltre, una famosa canzone di Bob Dylan, segno di quanto il mondo della
musica, dell‟arte, della letteratura e del cinema fosse presente in quegli anni, e come fosse l‟unica
voce che riusciva talvolta a farsi strada fuori dal coro, un coro imposto dalla società
statunitense.Nella canzone Julies and Ethel di Dylan, il cantautore dice nelle ultime strofe:
Well they say they gave the secrets of the Atom Bomb away
Like no one else could think of it, it wouldn't be here today
Julius and Ethel, Julius and Ethel
Someone says the fifties was the age of great romance
I say that's just a lie, it was when fear had you in a trance
Julius and Ethel, Julius and Ethel ( Julius and Ethel, Bob Dylan )

3
Di anni più recenti, fu invece la canzone di Frankie Goes To HollywoodTwo Tribes del 1984 che
benché si rivolga ad un‟America più recente affronta sempre ancora le stesse paure. Il brano è una
forte critica alla guerra fredda ed alla sua possibilità di far scoppiare una guerra nucleare,
ricollegandosi alla paura nucleare continua negli Stati Uniti fino all‟effettiva fine del
conflitto.Significativo è il videoclip della canzone che, dopo una serie di immagini e video di capi
di stato americani e segretari sovietici, inizia con il suono delle sirene che annunciano la guerra
nucleare che si tramutano poi in sirene di un ring di wrestling in cui il presidente degli USA e il
segretario dell‟URSS si scontrano su di un ring coperto di farina, stata paragonata a della cenere
radioattiva, arrivando a malmenarsi e cospargersi totalmente di polvere. Il ring è circondato da
persone di vari Stati come a rappresentare i vari alleati dell‟uno e dell‟altro o semplicemente
spettatori di una battaglia in cui non possono intervenire ma a cui possono solo assistere. Alla fine il
ring diventa un insieme caotico di tutte le persone che assistevano e con i due leader distrutti, fino
allo scoppio della Terra in una ripresa del nostro pianeta dallo spazio, a simboleggiare quindi lo
scoppio definitivo del mondo in mano a quel combattimento. Tutto questo per sottolineare come il
pericolo dello scoppio di una guerra atomica fosse ormai parte della coscienza americana, russa e
mondiale e quindi la paura nucleare un fattore comune di tutti gli anni della guerra fredda.
Tornando ai fatti propriamente storici, si può però parlare effettivamente di emergenza nucleare
solo a partire dal 1949 quando l‟URSS iniziò a progettare e costruire la prima bomba atomica
allarmati dal fatto che gli USA avessero già fatto diversi esperimenti nucleari nell‟atollo di Bikini, a
largo delle isole Hawaii. Inoltre pochi anni dopo cominciò anche la progettazione di un altro
micidiale ordigno, la bomba ad idrogeno.Negli anni dei test a Bikini, il governo statunitense mise in
atto una politica da considerare in qualche modo precedente alla politica che metterà in atto nei veri
anni della paura nucleare. All‟inizio l‟importanza principale era data all‟enfasi della potenza
americana e della sua bomba. Il primo punto era infatti far sì che questo ordigno dotato di una forza
distruttiva diventasse invece un simbolo dell‟avanzamento tecnologico della nazione e le
dimostrazioni erano fatte proprio per sottolineare l‟utilità che esse avevano per tutto il genere
umano. I test nucleari venivano così spiegati alle popolazioni delle isole prima di essere evacuate.
Si parlò di un‟era atomica di fiducia nel potere e nel progresso dell‟energia nucleare e delle
tecnologie come fonte di avanzamento del mondo occidentale intero.
Fu negli anni successivi che, allarmati dalla notizia che anche la Russia si stava armando di ordigni
nucleari potentissimi, gli Stati Uniti iniziarono una politica diversa e l‟ottimismo passò. Il
presidente Eisenhower nei suoi discorsi sottolineò il fatto che entrambi gli Stati avevano la bomba
H e che qualsiasi luogo degli Stati Uniti poteva essere distrutto da un momento all‟altro senza che si
potesse prevedere e con effetti disastrosi. La bomba nucleare americana fu detta utilizzabile solo in
caso di sicurezza nazionale e sopravvivenza. Nel 1953, infatti, la dottrina del governo “massive
retaliation” prevedeva una risposta immediata e forte da parte degli Stati Uniti in caso di attacco
sovietico anche solo a Paesi alleati statunitensi.
In quegli anni la paura nucleare crebbe, anche per l‟influenza del maccartismo e la crescente ansia
dell‟equilibrio del terrore basato su un possibile attacco russo. Dagli anni cinquanta la popolazione
iniziò ad essere addestrata contro eventuali attacchi russi e spinta alla costruzione per ogni singola
casa di un rifugio antiatomico sicuro dove rifugiarsi in caso di necessità. Ogni americano si
impegnò nella costruzione del proprio bunker dove rifugiarsi in caso di pericolo.È alla fine del suo
4
mandato nel 1961 che il presidente Eisenhower pronunciò il suo discorso d‟addio in cui poneva
l‟accentosull‟importanza dell‟informazione e di quanto bisognasse sempre e comunque difendere
gli interessi di pace, sicurezza e libertà del Paese ponendo attenzione al complesso militare industriale americano edai suoi interessi commerciali di industria bellica.
« In the councils of government, we must guard against the acquisition of unwarranted influence, whether
sought or unsought, by the military-industrial complex. The potential for the disastrous rise of misplaced power
exists and will persist. We must never let the weight of this combination endanger our liberties or democratic
processes. We should take nothing for granted. Only an alert and knowledgeable citizenry can compel the
proper meshing of the huge industrial and military machinery of defense with our peaceful methods and goals,
so that security and liberty may prosper together. »

Questo atteggiamento di difesa e ovviamente di paura crebbe sempre di più durante gli anni,
soprattutto col crescere della consapevolezza della guerra e dei potenziali effetti devastanti di una
terza guerra mondiale nucleare.
Si doveva arrivare ad avere un‟America forte pronta a qualsiasi cosa,
eventualmente anche a difendersi sul proprio territorio se i sovietici
avessero attaccato. Si diffusero documentari, film di informazione,
canzoni per bambini, tutti volti ad informare la popolazione civile del
pericolo delle bombe.Per insegnare ai giovani cosa fosse il potere
atomico e come difendersi in caso di pericolo, furono infatti proiettati
nelle scuole moltissimi documentari a scopo pedagogico e di
propaganda. Vennero insegnate tutte le tecniche di protezione e difesa
dagli attacchi e fu in particolare prodotto un documentario dall‟Archer
Production nel 1951 che insegnava ai ragazzi le prime mosse da fare in
caso avessero sentito i rumori o la luce tipica di un attacco nucleare, la
Duck and Cover. Tramite le spiegazioni divertenti della tartaruga Bert i
giovani scolari venivano addestrati in modo stimolante al pericolo ed
alla pratica di buttarsi a terra e coprirsi la testa aspettando poi di trovare un rifugio più
sicuro.Questo video fu proiettato in tutte le scuole americane e col tempo anche in altri Paesi
europei.
Il fumetto Atomic War! (1952)
incentrato su un’ipotetica terza
guerra mondiale atomica

In quegli anni venneroquindi prodotti documentari e film
con lo scopo ben preciso di informare la popolazione ed
insegnare loro come proteggersi e difendersi; altri furono
prodottiinvece con lo scopo unicodi propaganda. Aziende
ed industrie, spesso nucleari, fecero anche film infatti per
mostrare al mondo americano cosa volesse dire la potenza
atomica e quanto gli Stati Uniti fossero avanzati e
migliorati in quel campo.
Nell‟ambito culturale è giusto quindi citare la lunghissima lista di film, documentari, romanzi,
cartoni animati, programmi radiofonici che ottennero fama in quel periodo poiché rispecchiavano
perfettamente il clima di terrore, di guerra e di distruzione apocalittica del mondo ed è particolare
5
notare come ci fossero film che credendo ancora negli Stati Uniti presentavano uno scenario
ottimistico, e film invece che presentavano uno scenario prettamente pessimistico.
Tra questi ultimi, non pochi film si occuparono di era atomica, di radiazioni e di esplosioni nucleari.
In quegli anni furono prodotti film come Them!e The AtomicKid del 1954, The Lost Missile del
1958 edil più famoso On The Beach del 1959 di Stanley Kramer. Infine, il più recente documentario
The Atomic Cafè del 1982 che tramite una serie di immagini, video, canzoni, racconta il momento
di paranoia ed ansietà dell‟epoca ed inoltre anche una sorta di nostalgia per una patria antica più
limpida ed innocente.
Anche il mondo dell‟arte fu toccato e interessato da quello che da molti
fu anche definito olocausto nucleare, ed è peresempio da citare fra tanti
Andy Warhol con il suo dipinto Atomic Bomb del 1965.
Per quanto riguarda il blocco sovietico, tutti i mass media, i giornali, i
film addirittura la musica, furono soggetti a fortissima censura, come in
tutti i regimi totalitari. Ovviamente ad accentuare la cosa era anche il più
volte citato clima di terrore che basandosi su di un equilibrio stabile ma
instabile faceva sì che il regime si muovesse molto cautamente anche nel
diffondersi delle informazioni nell‟Unione Sovietica. In una società più
chiusa ed in un certo senso protetta non vi era la corrispettiva paura
ideologica americana poiché lo Stato controllava scrupolosamente e puniva con la forza qualsiasi
informazione o pensiero pericoloso e tutte le televisioni, radio e giornali erano proprietà dello Stato
o di partiti politici, ovviamente tutti comunisti.

Considerando la situazione che è stata delineata fin qui, resta ora da chiedersi ovviamentequali
fossero poi le reali ripercussioni sulla psicologia dell‟intera collettività, quali le influenze nei
comportamenti delle persone, nei Paesi come attori diretti e nel resto del mondo. Nel suo libro Il
medium nucleare, Luigi Caramiello riporta alcuni dati statistici importanti per comprendere quali
fossero i reali e tangibili effetti della paura nucleare. Fra il 1975 ed il 1982, l‟Institute for Social
Researchinterrogò tramite questionari circa 19 mila giovani di scuole americane chiedendo loro
quanto nella vita di tutti i giorni si preoccupassero della possibilità di una guerra nucleare. Si notò
che il numero dei ragazzi effettivamente preoccupati quotidianamente si era quadruplicato solo nel
giro di pochi anni e circa il 61% dichiarava di essere sicuro che il destino dell‟umanità sarebbe stato
di un annichilimento nucleare. Negli anni furono condotte tantissime statistiche di questo tipo anche
da associazioni psichiatriche e ci si rese conto di quanto la maggior parte dei giovani intervistati,
ovviamente ci si soffermò principalmente sulle nuove generazioni poiché sarebbero state loro le
effettive vittime di un‟eventuale guerra, fosse pessimista e si stimò che la maggior parte dei giovani
viveva la vita sicuri di un attacco e non pianificava il futuro, il matrimonio e la famiglia, influenzati
da questa visione pessimistica dell‟avvenire con un atteggiamento di vita come un vivere la
giornata.« […]la guerra nucleare rappresenta la più importante componente di una paura più ampia:

6
quella dell‟essere senza futuro, che può avere un impatto significativo sull‟anomia e sul
comportamento giovanile. »5

Questoatteggiamento però non tocco soltanto i giovani americani, ma anche i giovani europei
intervistati e studiati per avere statistiche precise della percezione della paura nucleare in tutto il
mondo e risultò che addirittura i pensieri dei giovani europei fossero ancora più negativi degli
statunitensi. Interessante riportare l‟esempio del nostro Paese ed in particolare delle ricerche fatte a
Milano sugli studenti delle maggiori università.
Da una ricerca svolta, alla fine del 1985, su un campione di 1.000 studenti delle tre università milanesi Statale,
Bocconi e Cattolica, risulta che addirittura il 95 % dei giovani intervistati si è detto convinto che il futuro sarà
una guerra nucleare; di questi, la grande maggioranza (60%) crede che l‟olocausto atomico avverrà a breve
termine.6

Ciò che più fa riflettere è inoltre il fatto che a questo clima pessimistico si affiancasse anche un
comune atteggiamento di rassegnazione e di convinzione che nulla potesse essere fatto. La
rassegnazione comune derivava probabilmente dal fatto di sentirsi in qualche modo impotenti nei
confronti di una macchina così potente e inarrestabile come quella politico-militare delle due grandi
potenze. Vedere come quel mondo fosse andato crescendo ed innovandosi anno dopo anno portava
sicuramente sfiducia nelle capacità del singolo cittadino che dentro di sé avrebbe voluto che le cose
cambiassero definitivamente. E d‟altro canto, e questo va ad affiancarsi a quell‟equilibro del terrore
di cui si parlava prima, ciò rendeva le persone praticamente immobili e terrorizzate tanto da non
riuscire a provare più niente se non angoscia, segno di un malessere generale diffuso.
Connesso a quest‟angoscia e paura dei cittadini di tutto il mondo, è la mobilitazione pacifista che,
malgrado tutto ed in anni successivi, ne derivò ed interessante è soffermarsi sul discorso filosofico
di Norberto Bobbio sulla distinzione tra un pacifismo attivo ed un pacifismo passivo. Tornando alla
coscienza atomica nominata in precedenza Bobbio parla della necessità di un passaggio ad un
pacifismo attivo, cioè a quel pacifismo che non ha come unico obiettivo il criticare tutto quello che
concerne qualsivoglia tipo di guerra, ma una forma dello stesso che invece capisca il vero senso
della necessità di evitare una guerra. La guerra è un evento che si deve impedire e la coscienza
atomica deve servire per costruire nelle persone una nuova consapevolezza che percepisca la guerra
diversamente. Non si deve considerare la pace come bene assoluto e la guerra come male assoluto,
ma nel contesto storico preso in analisi, la pace finisce per essere il valore ultimo.
Vi sono filosofie della storia che hanno considerato la pace come il fine cui tende l‟umanità; non vi è nessuna
filosofia della storia, per quanto terroristica (per usare l‟espressione di Kant), che abbia considerato la guerra
come meta ideale del corso dell‟umanità. […] O se è stata prospettata come lo stato finale, questo stato finale è
stato visto non come una meta ideale ma come una caduta, non come la salvezza ma come la perdizione
dell‟umanità.7

Ci sono state troppe teorie che hanno giustificato la guerra come se fosse necessaria per il progresso
tecnico, civile e morale, ma la guerra atomica, una guerra di questa portata e che avrebbe distrutto
5

Luigi Caramiello, Il medium nucleare , pag 100
(i dati statistici presenti in questa pagina sono stati presi dal libro sopra citato)
6
Luigi Caramiello, Il medium nucleare, Roma Edizioni Lavoro, 1987(p. 100)
7
Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino, (p.177)

7
l‟intera umanità, ha reso improponibile qualsiasi delle teorie bellicistiche o delle guerre giuste che
nel tempo hanno giustificato i diversi conflitti nel mondo.

La guerra non è necessaria né tantomeno dovutae Bobbio distingue come pacifismo attivo, e quindi
quello di cui il periodo della guerra fredda aveva bisogno, tre tipi di pacifismo diverso ossia
strumentale, istituzionale e finalistico. Come pacifismo strumentale s‟intende fare delle politiche di
disarmo ed in un secondo momento anche basarsi su quelle che sono le teorie della non-violenza. È
ancora un tipo di pacifismo superficiale per il tipo di momento che il mondo stava affrontando ma
un buon punto di partenza per arrivare poi ad un‟effettiva coscienza atomica ed alla percezione
della guerra in modo diverso. Come pacifismo istituzionale, Bobbio distingue quello giuridico che
si pone come obiettivo la risoluzione dei conflitti internazionali, ed un pacifismo sociale che tende
al capovolgimento ed all‟eliminazione di un certo tipo di Stato e della sua struttura sociale, per
quanto riguarda gli Stati Uniti la cessazione del capitalismo che li contraddistingue. Infine il
filosofo parla di un pacifismo finalistico, che soffermandosi sull‟uomo stesso e la sua natura
intrinseca, distingue un pacifismo di conversione e di guarigione. È come se il filosofo vedesse la
guerra come un vero e proprio difetto dell‟uomo ed è analizzando questo difetto e l‟istinto di potere
che si può arrivare a comprendere il perché del pericolo di una guerra nucleare così. Più tutte queste
tipologie di pacifismo attivo collaborano insieme più si può arrivare ad avere una certa efficacia
finale. Bobbio racchiude bene nelle sue parole il significato reale della mobilitazione pacifistica
dell‟epoca, le sue parole teoriche ovviamente possono riflettersi in quella che è stata la realtà del
tempo ed i movimenti pacifisti che sono nati proprio in contrapposizione a quella inutile possibile
guerra. Anche se le previsioni di Bobbio erano pessimistiche le sue parole bene esprimono il suo
pensiero ed in un certo senso il pensiero di molti.
La necessità di raggiungere la pace per salvare l‟umanità fu quindi il fulcro centrale della
mobilitazione pacifista, vista la portata della guerra non c‟era nessun tipo di giustificazione
possibile. Il mondo e soprattutto la sfera culturale, come detto in precedenza, contribuirono in tutti i
modi alla diffusione di una coscienza atomica e quindi ad enfatizzare l‟importanza della pace.
Nel 1945 alla fine del conflitto mondiale, fu subito fondata l‟ONU che istituzionalmente aveva e ha
come obiettivo principale il preservare la pace e la sicurezza internazionale, ma poiché sia la Russia
che gli Stati Uniti come vincitori della Seconda Guerra Mondiale erano due dei cinque membri
permanenti del Consiglio di Sicurezza, ovviamente l‟utilità dell‟ONU era praticamente nulla.
L‟egemonia dei due Stati e la potenza delle opposte politiche interne erano forti ed è per questo che
le spinte pacifiste nella concretizzazione di veri e propri movimenti non furono facili. Nel Regno
Unito invece i pacifisti riuscirono ad instituire un vero e proprio modello di rifiuto della costruzione
ed ovviamente dell‟uso di armi nucleari e fu addirittura fondata la CND, Campaign for Nuclear
Disarment, nel 1958.
Si svilupparono movimenti ed organizzazioni di questo
tipo nei Paesi occidentali ma non diventarono così forti da
poter effettivamente avere un riscontro.

8
Si arrivò ad un clima di distensionesolo negli anni Settanta attraverso unapolitica di pacifica
coesistenza in cui si limitavano gli esperimenti nucleari tra i due blocchi contrapposti.

Fu proprioa partire da quegli anni che però i movimenti pacifisti di dissenso, di disobbedienza civile
e rivendicazione dei diritti civili si fecero sentire soprattutto in rivolte giovanili e movimenti hippie
e principalmente contro le guerre del momento, la guerra del Vietnam in particolare. Le critiche
pacifiste attaccavano i costi degli armamenti e proponevano infatti il cosiddetto congelamentodegli
stessi, ed in primo luogo urlavano a gran voce per la pace in tutto il mondo e la fine di conflitti
sanguinosi ed inutili, strumenti solo di interessi di politica internazionale.
Con la guerra del Vietnam si passò ad un altro capitolo della guerra fredda poiché ne fu una
conseguenza, e si associaronoanche la distruzione e la morte alla paura nucleare della quale ho
cercato di dare un‟idea di quanto abbia influenzato la coscienza di tutto il mondo.
Per concludere citerei le parole di Norberto Bobbio che nel suo libro fa un monito di assoluta forza
ed importanza.
La posta in gioco è troppo alta perché non si debba, ciascuno dalla propria parte, prendere posizione, benché le
probabilità di vincere siano piccolissime. Qualche volta è accaduto che un granello di sabbia sollevato dal
vento abbia fermato una macchina. Anche se ci fosse un miliardesimo di miliardesimo di probabilità che il
granello, sollevato dal vento, vada a finire nel più delicato degli ingranaggi per arrestare il movimento, la
macchina che stiamo costruendo è troppo mostruosa perché non valga la pena di sfidare il destino. 8

Le sue parole hanno un‟importanza fondamentale e,malgrado la sua idea pessimistica del futuro, per
fortuna non si è mai arrivati allo scoppio di una guerra nucleare. Nonostante ciò,le paure, le angosce
e le consapevolezze che hanno caratterizzato quegli anni, hanno comunque segnatoindelebilmente e
profondamente la storia internazionale del nostro mondo.

8

Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino, (p.94)

9
BIBLIOGRAFIA
Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il
Mulino
Luigi Caramiello, Il medium nucleare, Roma Edizioni Lavoro, 1987

SITOGRAFIA
Enciclopedia Treccani[http://www.treccani.it/]
[http://www.orwell.ru/library/articles/ABomb/english/e_abomb]

La guerra fredda e la cultura statunitense
[http://laguerrafredda-marco.blogspot.it/p/la-guerra-fredda-e-la-cultura.html]

Video su Youtube
- The Atomic Cafè[http://www.youtube.com/watch?v=FU3PJR_1XXk ]
- Istituto Luce – La Guerra Fredda [http://www.youtube.com/watch?v=0seEYYUsLjE ]
[http://www.silab.it/storia/?pageurl=54-mobilitazione-pacifista-contro-le-guerre-stellari]
[http://civiltascomparse.wordpress.com/tag/guerra-fredda/]
[http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/10/la-possibile-utopia-in-un-saggio-la-storia-deimovimenti-pacifisti-in-emilia-romagna/772415/]
[http://www.colecchi.it/ipc/attivita/canzoni_anni_sessanta/storia/movpacifisti.html]

10

Más contenido relacionado

Similar a LA GUERRA FREDDA - Paura Nucleare e Mobilitazione Pacifista

Ud c storia secondaria
Ud c storia secondariaUd c storia secondaria
Ud c storia secondaria
tiberakis
 
Manifesto Russell Einstein
Manifesto Russell EinsteinManifesto Russell Einstein
Manifesto Russell Einstein
davidemarchiani
 

Similar a LA GUERRA FREDDA - Paura Nucleare e Mobilitazione Pacifista (20)

Guerra fredda
Guerra freddaGuerra fredda
Guerra fredda
 
Draco edizioni il grande_fratello
Draco edizioni il grande_fratelloDraco edizioni il grande_fratello
Draco edizioni il grande_fratello
 
Draco il grande_fratello (1)
Draco il grande_fratello (1)Draco il grande_fratello (1)
Draco il grande_fratello (1)
 
Ud c storia secondaria
Ud c storia secondariaUd c storia secondaria
Ud c storia secondaria
 
La guerra fredda
La guerra freddaLa guerra fredda
La guerra fredda
 
Hitler e l’unicità del nazismo
Hitler e l’unicità del nazismoHitler e l’unicità del nazismo
Hitler e l’unicità del nazismo
 
"Hitler e l’unicità del nazismo", di Ian Kershaw
"Hitler e l’unicità del nazismo", di Ian Kershaw"Hitler e l’unicità del nazismo", di Ian Kershaw
"Hitler e l’unicità del nazismo", di Ian Kershaw
 
75101 ricerca fpdf
75101 ricerca fpdf75101 ricerca fpdf
75101 ricerca fpdf
 
Manifesto Russell Einstein
Manifesto Russell EinsteinManifesto Russell Einstein
Manifesto Russell Einstein
 
Nucleare militare e civile: i fratelli inseparabili
Nucleare militare e civile: i fratelli inseparabiliNucleare militare e civile: i fratelli inseparabili
Nucleare militare e civile: i fratelli inseparabili
 
Liberazione e costituzione repubblicana. Contributi per una rilettura
Liberazione e costituzione repubblicana. Contributi per una riletturaLiberazione e costituzione repubblicana. Contributi per una rilettura
Liberazione e costituzione repubblicana. Contributi per una rilettura
 
Filippo Carli - Dopo il Nazionalismo (problemi nazionali e sociali) (1922)
Filippo Carli - Dopo il Nazionalismo (problemi nazionali e sociali) (1922)Filippo Carli - Dopo il Nazionalismo (problemi nazionali e sociali) (1922)
Filippo Carli - Dopo il Nazionalismo (problemi nazionali e sociali) (1922)
 
Dal secondo dopoguerra
Dal secondo dopoguerraDal secondo dopoguerra
Dal secondo dopoguerra
 
Comitato pace
Comitato paceComitato pace
Comitato pace
 
Anni agitati 2.0
Anni agitati 2.0Anni agitati 2.0
Anni agitati 2.0
 
Anni di Piombo - la voce delle vittime
Anni di Piombo - la voce delle vittimeAnni di Piombo - la voce delle vittime
Anni di Piombo - la voce delle vittime
 
Il nemico islamico in Europa: si può andare oltre? - Ricostruzione dello scon...
Il nemico islamico in Europa: si può andare oltre? - Ricostruzione dello scon...Il nemico islamico in Europa: si può andare oltre? - Ricostruzione dello scon...
Il nemico islamico in Europa: si può andare oltre? - Ricostruzione dello scon...
 
Tesina d'esame terza media: Diritti e Libertà by Gabriele De Filippis
Tesina d'esame terza media: Diritti e Libertà by Gabriele De Filippis  Tesina d'esame terza media: Diritti e Libertà by Gabriele De Filippis
Tesina d'esame terza media: Diritti e Libertà by Gabriele De Filippis
 
Il Novecento
Il NovecentoIl Novecento
Il Novecento
 
America Anni 50
America Anni 50America Anni 50
America Anni 50
 

Último

Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
lorenzodemidio01
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
lorenzodemidio01
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
giorgiadeascaniis59
 

Último (19)

Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
 
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptxTosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
Tosone Christian_Steve Jobsaaaaaaaa.pptx
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 

LA GUERRA FREDDA - Paura Nucleare e Mobilitazione Pacifista

  • 1. Valentina Anastasia Matricola 1012661 La guerra fredda: i mass media e la rappresentazione del nemico Paura nucleare e mobilitazione pacifista La guerra fredda è quel lungo periodo della storia internazionaleche ha come protagonisti i due Paesi vincitori più potenti dopo la Seconda Guerra Mondiale. Erano infatti il blocco occidentale rappresentato dagli Stati Uniti ed il bloccocomunista orientale rappresentato dall‟URSS,ad avere in definitiva in mano il mondo e le sue sorti. La tensione politica, militare ed ideologica tra i due blocchi non si concretizzò mai in un vero conflitto militare ma fu caratterizzato dalla continua situazione di stallo tra le due grandi potenze che si incentrava non solo su di una competizione militare, ma anche spaziale, ideologica e psicologica. Le due super potenze si contendevano l‟egemonia mondiale ma avevano alla loro base due ideologie diametralmente opposte protese comunque verso quell‟unico stesso obiettivo. Ciò che caratterizzò largamente la guerra fredda fu la corsa agli armamenti, ed in particolare agli armamenti atomici nel periodo dagli anni Cinquanta ai Settanta. Si usa chiamare questo particolare periodo della guerra fredda come equilibrio del terrore termine molto esplicativo della situazione in atto non solo negli Stati Uniti ed in Russia ma in tutto il mondo. Un equilibrio del terrore derivato della paura per entrambi i blocchi di una guerra nucleare che avrebbe portato alla distruzione di tutto il mondo e che si basava quindi su una mutua distruzione assicurata, elemento di costante bilico e di angoscia del mondo. Una guerra atomica avrebbe portato alla distruzione anche dello stesso Paese attaccante e di conseguenza del resto del mondo. Si ebbe quindi un periodo di rapidissimi progressi dettati dal conflitto tra le due nazioni e di pari passo di una consapevolezza della grandezza delle devastazioni e della potenza delle bombe stesse. È la reciproca vulnerabilità delle due potenze che creò la suddetta situazione di stallo, di equilibrio del terrore, che diventò il deterrente contro lo scatenarsi della guerra. La paura di una terza guerra mondiale atomica era percepita dal mondo intero ed anche dagli intellettuali, storici, scrittori, registi, dell‟epoca. Da citare sono per esempio le parole di George Orwell che già nel 1945 scrisse così: Had the atomic bomb turned out to be something as cheap and easily manufactured as a bicycle or an alarm clock, it might well have plunged us back into barbarism, but it might, on the other hand, have meant the end of national sovereignty and of the highly-centralized police state. If, as seems to be the case, it is a rare and costly object as difficult to produce as a battleship, it is likelier to put an end to large-scale wars at the cost of prolonging indefinitely a „peace that is no peace‟.1 Da queste considerazioni fatte dallo scrittore proprio dopo il lancio delle due bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, si capisce quale poteva essere già il pensiero mondiale e questo sarà molto più evidente in opere posteriori dello scrittore come 1984 e Big Brother. 1 George Orwell: „You and the Atomic Bomb‟First published: Tribune, London. 1945 1
  • 2. Significative sono inoltre le parole di Jean Baudrillard che, nel suo Le strategie fatali, considera gli Stati del tempo come ostaggi nelle mani di una diabolica strategia nucleare. Siamo tutti degli ostaggi […] Ostaggi obiettivi: rispondiamo collettivamente di qualcosa, ma di che cosa? Una sorta di predestinazione truccata, di cui non siamo nemmeno più in grado di individuare chi l‟ha manomessa, ma noi sappiamo che la bilancia della nostra morte non è più nelle nostre mani e che siamo in uno stato di suspense e d‟emergenza permanente, del quale il nucleare è il simbolo. Ostaggi oggettivi di una divinità terrificante, non sappiamo nemmeno da quale evento, da quale accidente dipenderà la manipolazione definitiva. 2 Le armi atomiche avevano segnato una vera svolta radicale nel modo di fare la guerra ed è ciò di cui il celebre Norberto Bobbio parla nel suo libro Il problema della guerra e le vie della pace. L‟uso di armi del genere cambiò del tutto le modalità di conduzione della guerra: essa diventò qualcosa di senza scopo e distruttiva poiché Nessuna guerra del passato, per quanto lunga e crudele, ha messo a repentaglio l‟intera umanità, non è detto che in seguito allo scatenamento di una guerra termonucleare quello che finora non è avvenuto possa avvenire. 3 Una guerra di questa portata fu quella che Bobbio definì quindi come via bloccata, limitata a delle condizioni d‟impraticabilità ed impossibilità.È per questo motivo che si arrivò a quel momento di paralisi in cui questo terrore mondiale diventò l‟unico modo di raggiungere una tenue pace, una paura reciproca rappresentata dalla sempre crescente potenza ed innovazione delle armi atomiche. Dice il filosofo: Il carattere di un equilibrio fondato esclusivamente sul terrore reciproco è precarietà […]L‟errore dei terroristi è di affidarsi non già al terrore ma al suo equilibrio, cioè ad una situazione di cui non si può prevedere né la durata né la continuità.4 Ed aggiunge che «l‟era della guerra non coinciderebbe con un‟era pacifica ma solo come uno stato di aumentata persistente e progressiva tensione.». Ed è questo forse il fulcro centrale del terrore persistente nel mondo durante gli anni della guerra fredda, il fatto che questo equilibrio del terrore esistesse proprio perché la guerra era diventata impossibile e, proprio poiché malgrado il suo immenso potere distruttivo, fosse ancora in qualche modo possibile e fattibile.È per questo che Bobbio inizia a parlare di quella che definisce coscienza atomica, ossia il rendersi conto della portata di una guerra nucleare e degli incommensurabili danni che essa avrebbe portato nel mondo e nella gente, e di concepire la pace come una conquista. In un certo senso negli Stati Uniti fu fatta una politica di coscienza atomica, ma senza arrivare mai al livello di riuscire a comprendere il significato e la conquista della pace, e anzi per arrivare ad una sorta di coscienza atomica e quindi di presa di coscienza da parte della società americana delle conseguenze letali delle bombe atomiche ed ad idrogeno, ci vollero anni. I primi anni della guerra fredda furono caratterizzati da tutt‟altra visione delle cose.Fu il maccartismo, infatti, la prima conseguenza di questo clima di angoscia e tensione nato appunto dopo la seconda guerra mondiale, che altro non era che una nuova paura del comunismo sovietico e del terrore di poter essere travolti da questa ideologia così lontana dall‟ideologia statunitense. 2 Luigi Caramiello, Il medium nucleare, Roma Edizioni Lavoro, 1987(p. 60) Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino, (p.33) 4 Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino, (p.46) 3 2
  • 3. La paura del comunismo fu quindi un'altra paura associata al terrore nucleare del periodo ed il maccartismo si sviluppò proprio come anticomunismo e si poneva come obiettivo principale la caccia spesso infondata ai traditori, alle spie ed in definitiva l‟eliminazione delle ideologie nemiche. Si basava su una serie d‟inchieste politico-giudiziarie volte a fermare qualsiasi possibile influenza comunista e una limitazione di qualsiasi comportamento che potesse essere considerato dannoso per il governo.Il termine maccartismo prende il suo nome dal senatore repubblicano Joseph McCarthy, che diventò la figura emblema dell‟anticomunismo, e il periodo dalla fine degli anni quaranta all‟inizio degli anni cinquanta da ciò caratterizzato, fu infatti denominatoseconda paura rossa.Il movimento finì per essere considerato controproducente ed in definitiva fonte soltanto di più sospetto, paura e terrore nel Paese. Importante soffermarsi sul maccartismo proprio perché fu non solo la conseguenza di questo clima di paura nucleare e dell‟equilibrio del terrore, ma perché cosa ancora peggiore, lo moltiplicò e finì per fomentarlo, creando ancora più tensione all‟interno del Paese. La propaganda del maccartismo divenne forte in quegli anni ed era facile trovare spesso locandine o immagini che allarmassero ancora di più gli americani degli effetti devastanti che un‟ondata di comunismo avrebbe portato al Paese. I mass media furono largamente toccati da quest‟ondata di maccartismo e molti dei processi per spionaggio e comunismo, diventarono famosi in tutto il mondo. Inoltre il cinema americano di Hollywood fu fortemente colpito poiché molti registi ed attori, tra i tanti Charlie Chaplin e Walter Disney, furono considerati simpatizzanti comunisti e interrogati o nel caso del primo, allontanati.Tutta la sfera culturale di personaggi americani fu costretta quindi ad attenersi ad una linea di lavoro più “politically correct” per paura delle indagini a tappeto. Il caso dei coniugi Rosenberg diventò fatto di cronaca per tutto il mondo poiché la coppia fu accusata di spionaggio e collaborazione con l‟Unione Sovietica e quindi condannata a morte, benché le prove non fossero certe e fondate al momento della loro esecuzione. Le storie di spionaggio e di segreti sotto la superficie, caratterizzarono quindi i primi anni della guerra fredda e furono largamente rappresentati da scrittori e registi, pensare alla saga di James Bond. Sarebbe da citare, inoltre, una famosa canzone di Bob Dylan, segno di quanto il mondo della musica, dell‟arte, della letteratura e del cinema fosse presente in quegli anni, e come fosse l‟unica voce che riusciva talvolta a farsi strada fuori dal coro, un coro imposto dalla società statunitense.Nella canzone Julies and Ethel di Dylan, il cantautore dice nelle ultime strofe: Well they say they gave the secrets of the Atom Bomb away Like no one else could think of it, it wouldn't be here today Julius and Ethel, Julius and Ethel Someone says the fifties was the age of great romance I say that's just a lie, it was when fear had you in a trance Julius and Ethel, Julius and Ethel ( Julius and Ethel, Bob Dylan ) 3
  • 4. Di anni più recenti, fu invece la canzone di Frankie Goes To HollywoodTwo Tribes del 1984 che benché si rivolga ad un‟America più recente affronta sempre ancora le stesse paure. Il brano è una forte critica alla guerra fredda ed alla sua possibilità di far scoppiare una guerra nucleare, ricollegandosi alla paura nucleare continua negli Stati Uniti fino all‟effettiva fine del conflitto.Significativo è il videoclip della canzone che, dopo una serie di immagini e video di capi di stato americani e segretari sovietici, inizia con il suono delle sirene che annunciano la guerra nucleare che si tramutano poi in sirene di un ring di wrestling in cui il presidente degli USA e il segretario dell‟URSS si scontrano su di un ring coperto di farina, stata paragonata a della cenere radioattiva, arrivando a malmenarsi e cospargersi totalmente di polvere. Il ring è circondato da persone di vari Stati come a rappresentare i vari alleati dell‟uno e dell‟altro o semplicemente spettatori di una battaglia in cui non possono intervenire ma a cui possono solo assistere. Alla fine il ring diventa un insieme caotico di tutte le persone che assistevano e con i due leader distrutti, fino allo scoppio della Terra in una ripresa del nostro pianeta dallo spazio, a simboleggiare quindi lo scoppio definitivo del mondo in mano a quel combattimento. Tutto questo per sottolineare come il pericolo dello scoppio di una guerra atomica fosse ormai parte della coscienza americana, russa e mondiale e quindi la paura nucleare un fattore comune di tutti gli anni della guerra fredda. Tornando ai fatti propriamente storici, si può però parlare effettivamente di emergenza nucleare solo a partire dal 1949 quando l‟URSS iniziò a progettare e costruire la prima bomba atomica allarmati dal fatto che gli USA avessero già fatto diversi esperimenti nucleari nell‟atollo di Bikini, a largo delle isole Hawaii. Inoltre pochi anni dopo cominciò anche la progettazione di un altro micidiale ordigno, la bomba ad idrogeno.Negli anni dei test a Bikini, il governo statunitense mise in atto una politica da considerare in qualche modo precedente alla politica che metterà in atto nei veri anni della paura nucleare. All‟inizio l‟importanza principale era data all‟enfasi della potenza americana e della sua bomba. Il primo punto era infatti far sì che questo ordigno dotato di una forza distruttiva diventasse invece un simbolo dell‟avanzamento tecnologico della nazione e le dimostrazioni erano fatte proprio per sottolineare l‟utilità che esse avevano per tutto il genere umano. I test nucleari venivano così spiegati alle popolazioni delle isole prima di essere evacuate. Si parlò di un‟era atomica di fiducia nel potere e nel progresso dell‟energia nucleare e delle tecnologie come fonte di avanzamento del mondo occidentale intero. Fu negli anni successivi che, allarmati dalla notizia che anche la Russia si stava armando di ordigni nucleari potentissimi, gli Stati Uniti iniziarono una politica diversa e l‟ottimismo passò. Il presidente Eisenhower nei suoi discorsi sottolineò il fatto che entrambi gli Stati avevano la bomba H e che qualsiasi luogo degli Stati Uniti poteva essere distrutto da un momento all‟altro senza che si potesse prevedere e con effetti disastrosi. La bomba nucleare americana fu detta utilizzabile solo in caso di sicurezza nazionale e sopravvivenza. Nel 1953, infatti, la dottrina del governo “massive retaliation” prevedeva una risposta immediata e forte da parte degli Stati Uniti in caso di attacco sovietico anche solo a Paesi alleati statunitensi. In quegli anni la paura nucleare crebbe, anche per l‟influenza del maccartismo e la crescente ansia dell‟equilibrio del terrore basato su un possibile attacco russo. Dagli anni cinquanta la popolazione iniziò ad essere addestrata contro eventuali attacchi russi e spinta alla costruzione per ogni singola casa di un rifugio antiatomico sicuro dove rifugiarsi in caso di necessità. Ogni americano si impegnò nella costruzione del proprio bunker dove rifugiarsi in caso di pericolo.È alla fine del suo 4
  • 5. mandato nel 1961 che il presidente Eisenhower pronunciò il suo discorso d‟addio in cui poneva l‟accentosull‟importanza dell‟informazione e di quanto bisognasse sempre e comunque difendere gli interessi di pace, sicurezza e libertà del Paese ponendo attenzione al complesso militare industriale americano edai suoi interessi commerciali di industria bellica. « In the councils of government, we must guard against the acquisition of unwarranted influence, whether sought or unsought, by the military-industrial complex. The potential for the disastrous rise of misplaced power exists and will persist. We must never let the weight of this combination endanger our liberties or democratic processes. We should take nothing for granted. Only an alert and knowledgeable citizenry can compel the proper meshing of the huge industrial and military machinery of defense with our peaceful methods and goals, so that security and liberty may prosper together. » Questo atteggiamento di difesa e ovviamente di paura crebbe sempre di più durante gli anni, soprattutto col crescere della consapevolezza della guerra e dei potenziali effetti devastanti di una terza guerra mondiale nucleare. Si doveva arrivare ad avere un‟America forte pronta a qualsiasi cosa, eventualmente anche a difendersi sul proprio territorio se i sovietici avessero attaccato. Si diffusero documentari, film di informazione, canzoni per bambini, tutti volti ad informare la popolazione civile del pericolo delle bombe.Per insegnare ai giovani cosa fosse il potere atomico e come difendersi in caso di pericolo, furono infatti proiettati nelle scuole moltissimi documentari a scopo pedagogico e di propaganda. Vennero insegnate tutte le tecniche di protezione e difesa dagli attacchi e fu in particolare prodotto un documentario dall‟Archer Production nel 1951 che insegnava ai ragazzi le prime mosse da fare in caso avessero sentito i rumori o la luce tipica di un attacco nucleare, la Duck and Cover. Tramite le spiegazioni divertenti della tartaruga Bert i giovani scolari venivano addestrati in modo stimolante al pericolo ed alla pratica di buttarsi a terra e coprirsi la testa aspettando poi di trovare un rifugio più sicuro.Questo video fu proiettato in tutte le scuole americane e col tempo anche in altri Paesi europei. Il fumetto Atomic War! (1952) incentrato su un’ipotetica terza guerra mondiale atomica In quegli anni venneroquindi prodotti documentari e film con lo scopo ben preciso di informare la popolazione ed insegnare loro come proteggersi e difendersi; altri furono prodottiinvece con lo scopo unicodi propaganda. Aziende ed industrie, spesso nucleari, fecero anche film infatti per mostrare al mondo americano cosa volesse dire la potenza atomica e quanto gli Stati Uniti fossero avanzati e migliorati in quel campo. Nell‟ambito culturale è giusto quindi citare la lunghissima lista di film, documentari, romanzi, cartoni animati, programmi radiofonici che ottennero fama in quel periodo poiché rispecchiavano perfettamente il clima di terrore, di guerra e di distruzione apocalittica del mondo ed è particolare 5
  • 6. notare come ci fossero film che credendo ancora negli Stati Uniti presentavano uno scenario ottimistico, e film invece che presentavano uno scenario prettamente pessimistico. Tra questi ultimi, non pochi film si occuparono di era atomica, di radiazioni e di esplosioni nucleari. In quegli anni furono prodotti film come Them!e The AtomicKid del 1954, The Lost Missile del 1958 edil più famoso On The Beach del 1959 di Stanley Kramer. Infine, il più recente documentario The Atomic Cafè del 1982 che tramite una serie di immagini, video, canzoni, racconta il momento di paranoia ed ansietà dell‟epoca ed inoltre anche una sorta di nostalgia per una patria antica più limpida ed innocente. Anche il mondo dell‟arte fu toccato e interessato da quello che da molti fu anche definito olocausto nucleare, ed è peresempio da citare fra tanti Andy Warhol con il suo dipinto Atomic Bomb del 1965. Per quanto riguarda il blocco sovietico, tutti i mass media, i giornali, i film addirittura la musica, furono soggetti a fortissima censura, come in tutti i regimi totalitari. Ovviamente ad accentuare la cosa era anche il più volte citato clima di terrore che basandosi su di un equilibrio stabile ma instabile faceva sì che il regime si muovesse molto cautamente anche nel diffondersi delle informazioni nell‟Unione Sovietica. In una società più chiusa ed in un certo senso protetta non vi era la corrispettiva paura ideologica americana poiché lo Stato controllava scrupolosamente e puniva con la forza qualsiasi informazione o pensiero pericoloso e tutte le televisioni, radio e giornali erano proprietà dello Stato o di partiti politici, ovviamente tutti comunisti. Considerando la situazione che è stata delineata fin qui, resta ora da chiedersi ovviamentequali fossero poi le reali ripercussioni sulla psicologia dell‟intera collettività, quali le influenze nei comportamenti delle persone, nei Paesi come attori diretti e nel resto del mondo. Nel suo libro Il medium nucleare, Luigi Caramiello riporta alcuni dati statistici importanti per comprendere quali fossero i reali e tangibili effetti della paura nucleare. Fra il 1975 ed il 1982, l‟Institute for Social Researchinterrogò tramite questionari circa 19 mila giovani di scuole americane chiedendo loro quanto nella vita di tutti i giorni si preoccupassero della possibilità di una guerra nucleare. Si notò che il numero dei ragazzi effettivamente preoccupati quotidianamente si era quadruplicato solo nel giro di pochi anni e circa il 61% dichiarava di essere sicuro che il destino dell‟umanità sarebbe stato di un annichilimento nucleare. Negli anni furono condotte tantissime statistiche di questo tipo anche da associazioni psichiatriche e ci si rese conto di quanto la maggior parte dei giovani intervistati, ovviamente ci si soffermò principalmente sulle nuove generazioni poiché sarebbero state loro le effettive vittime di un‟eventuale guerra, fosse pessimista e si stimò che la maggior parte dei giovani viveva la vita sicuri di un attacco e non pianificava il futuro, il matrimonio e la famiglia, influenzati da questa visione pessimistica dell‟avvenire con un atteggiamento di vita come un vivere la giornata.« […]la guerra nucleare rappresenta la più importante componente di una paura più ampia: 6
  • 7. quella dell‟essere senza futuro, che può avere un impatto significativo sull‟anomia e sul comportamento giovanile. »5 Questoatteggiamento però non tocco soltanto i giovani americani, ma anche i giovani europei intervistati e studiati per avere statistiche precise della percezione della paura nucleare in tutto il mondo e risultò che addirittura i pensieri dei giovani europei fossero ancora più negativi degli statunitensi. Interessante riportare l‟esempio del nostro Paese ed in particolare delle ricerche fatte a Milano sugli studenti delle maggiori università. Da una ricerca svolta, alla fine del 1985, su un campione di 1.000 studenti delle tre università milanesi Statale, Bocconi e Cattolica, risulta che addirittura il 95 % dei giovani intervistati si è detto convinto che il futuro sarà una guerra nucleare; di questi, la grande maggioranza (60%) crede che l‟olocausto atomico avverrà a breve termine.6 Ciò che più fa riflettere è inoltre il fatto che a questo clima pessimistico si affiancasse anche un comune atteggiamento di rassegnazione e di convinzione che nulla potesse essere fatto. La rassegnazione comune derivava probabilmente dal fatto di sentirsi in qualche modo impotenti nei confronti di una macchina così potente e inarrestabile come quella politico-militare delle due grandi potenze. Vedere come quel mondo fosse andato crescendo ed innovandosi anno dopo anno portava sicuramente sfiducia nelle capacità del singolo cittadino che dentro di sé avrebbe voluto che le cose cambiassero definitivamente. E d‟altro canto, e questo va ad affiancarsi a quell‟equilibro del terrore di cui si parlava prima, ciò rendeva le persone praticamente immobili e terrorizzate tanto da non riuscire a provare più niente se non angoscia, segno di un malessere generale diffuso. Connesso a quest‟angoscia e paura dei cittadini di tutto il mondo, è la mobilitazione pacifista che, malgrado tutto ed in anni successivi, ne derivò ed interessante è soffermarsi sul discorso filosofico di Norberto Bobbio sulla distinzione tra un pacifismo attivo ed un pacifismo passivo. Tornando alla coscienza atomica nominata in precedenza Bobbio parla della necessità di un passaggio ad un pacifismo attivo, cioè a quel pacifismo che non ha come unico obiettivo il criticare tutto quello che concerne qualsivoglia tipo di guerra, ma una forma dello stesso che invece capisca il vero senso della necessità di evitare una guerra. La guerra è un evento che si deve impedire e la coscienza atomica deve servire per costruire nelle persone una nuova consapevolezza che percepisca la guerra diversamente. Non si deve considerare la pace come bene assoluto e la guerra come male assoluto, ma nel contesto storico preso in analisi, la pace finisce per essere il valore ultimo. Vi sono filosofie della storia che hanno considerato la pace come il fine cui tende l‟umanità; non vi è nessuna filosofia della storia, per quanto terroristica (per usare l‟espressione di Kant), che abbia considerato la guerra come meta ideale del corso dell‟umanità. […] O se è stata prospettata come lo stato finale, questo stato finale è stato visto non come una meta ideale ma come una caduta, non come la salvezza ma come la perdizione dell‟umanità.7 Ci sono state troppe teorie che hanno giustificato la guerra come se fosse necessaria per il progresso tecnico, civile e morale, ma la guerra atomica, una guerra di questa portata e che avrebbe distrutto 5 Luigi Caramiello, Il medium nucleare , pag 100 (i dati statistici presenti in questa pagina sono stati presi dal libro sopra citato) 6 Luigi Caramiello, Il medium nucleare, Roma Edizioni Lavoro, 1987(p. 100) 7 Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino, (p.177) 7
  • 8. l‟intera umanità, ha reso improponibile qualsiasi delle teorie bellicistiche o delle guerre giuste che nel tempo hanno giustificato i diversi conflitti nel mondo. La guerra non è necessaria né tantomeno dovutae Bobbio distingue come pacifismo attivo, e quindi quello di cui il periodo della guerra fredda aveva bisogno, tre tipi di pacifismo diverso ossia strumentale, istituzionale e finalistico. Come pacifismo strumentale s‟intende fare delle politiche di disarmo ed in un secondo momento anche basarsi su quelle che sono le teorie della non-violenza. È ancora un tipo di pacifismo superficiale per il tipo di momento che il mondo stava affrontando ma un buon punto di partenza per arrivare poi ad un‟effettiva coscienza atomica ed alla percezione della guerra in modo diverso. Come pacifismo istituzionale, Bobbio distingue quello giuridico che si pone come obiettivo la risoluzione dei conflitti internazionali, ed un pacifismo sociale che tende al capovolgimento ed all‟eliminazione di un certo tipo di Stato e della sua struttura sociale, per quanto riguarda gli Stati Uniti la cessazione del capitalismo che li contraddistingue. Infine il filosofo parla di un pacifismo finalistico, che soffermandosi sull‟uomo stesso e la sua natura intrinseca, distingue un pacifismo di conversione e di guarigione. È come se il filosofo vedesse la guerra come un vero e proprio difetto dell‟uomo ed è analizzando questo difetto e l‟istinto di potere che si può arrivare a comprendere il perché del pericolo di una guerra nucleare così. Più tutte queste tipologie di pacifismo attivo collaborano insieme più si può arrivare ad avere una certa efficacia finale. Bobbio racchiude bene nelle sue parole il significato reale della mobilitazione pacifistica dell‟epoca, le sue parole teoriche ovviamente possono riflettersi in quella che è stata la realtà del tempo ed i movimenti pacifisti che sono nati proprio in contrapposizione a quella inutile possibile guerra. Anche se le previsioni di Bobbio erano pessimistiche le sue parole bene esprimono il suo pensiero ed in un certo senso il pensiero di molti. La necessità di raggiungere la pace per salvare l‟umanità fu quindi il fulcro centrale della mobilitazione pacifista, vista la portata della guerra non c‟era nessun tipo di giustificazione possibile. Il mondo e soprattutto la sfera culturale, come detto in precedenza, contribuirono in tutti i modi alla diffusione di una coscienza atomica e quindi ad enfatizzare l‟importanza della pace. Nel 1945 alla fine del conflitto mondiale, fu subito fondata l‟ONU che istituzionalmente aveva e ha come obiettivo principale il preservare la pace e la sicurezza internazionale, ma poiché sia la Russia che gli Stati Uniti come vincitori della Seconda Guerra Mondiale erano due dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, ovviamente l‟utilità dell‟ONU era praticamente nulla. L‟egemonia dei due Stati e la potenza delle opposte politiche interne erano forti ed è per questo che le spinte pacifiste nella concretizzazione di veri e propri movimenti non furono facili. Nel Regno Unito invece i pacifisti riuscirono ad instituire un vero e proprio modello di rifiuto della costruzione ed ovviamente dell‟uso di armi nucleari e fu addirittura fondata la CND, Campaign for Nuclear Disarment, nel 1958. Si svilupparono movimenti ed organizzazioni di questo tipo nei Paesi occidentali ma non diventarono così forti da poter effettivamente avere un riscontro. 8
  • 9. Si arrivò ad un clima di distensionesolo negli anni Settanta attraverso unapolitica di pacifica coesistenza in cui si limitavano gli esperimenti nucleari tra i due blocchi contrapposti. Fu proprioa partire da quegli anni che però i movimenti pacifisti di dissenso, di disobbedienza civile e rivendicazione dei diritti civili si fecero sentire soprattutto in rivolte giovanili e movimenti hippie e principalmente contro le guerre del momento, la guerra del Vietnam in particolare. Le critiche pacifiste attaccavano i costi degli armamenti e proponevano infatti il cosiddetto congelamentodegli stessi, ed in primo luogo urlavano a gran voce per la pace in tutto il mondo e la fine di conflitti sanguinosi ed inutili, strumenti solo di interessi di politica internazionale. Con la guerra del Vietnam si passò ad un altro capitolo della guerra fredda poiché ne fu una conseguenza, e si associaronoanche la distruzione e la morte alla paura nucleare della quale ho cercato di dare un‟idea di quanto abbia influenzato la coscienza di tutto il mondo. Per concludere citerei le parole di Norberto Bobbio che nel suo libro fa un monito di assoluta forza ed importanza. La posta in gioco è troppo alta perché non si debba, ciascuno dalla propria parte, prendere posizione, benché le probabilità di vincere siano piccolissime. Qualche volta è accaduto che un granello di sabbia sollevato dal vento abbia fermato una macchina. Anche se ci fosse un miliardesimo di miliardesimo di probabilità che il granello, sollevato dal vento, vada a finire nel più delicato degli ingranaggi per arrestare il movimento, la macchina che stiamo costruendo è troppo mostruosa perché non valga la pena di sfidare il destino. 8 Le sue parole hanno un‟importanza fondamentale e,malgrado la sua idea pessimistica del futuro, per fortuna non si è mai arrivati allo scoppio di una guerra nucleare. Nonostante ciò,le paure, le angosce e le consapevolezze che hanno caratterizzato quegli anni, hanno comunque segnatoindelebilmente e profondamente la storia internazionale del nostro mondo. 8 Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino, (p.94) 9
  • 10. BIBLIOGRAFIA Norberto Bobbio, Il problema delle guerra e le vie della pace, Bologna Società Editrice il Mulino Luigi Caramiello, Il medium nucleare, Roma Edizioni Lavoro, 1987 SITOGRAFIA Enciclopedia Treccani[http://www.treccani.it/] [http://www.orwell.ru/library/articles/ABomb/english/e_abomb] La guerra fredda e la cultura statunitense [http://laguerrafredda-marco.blogspot.it/p/la-guerra-fredda-e-la-cultura.html] Video su Youtube - The Atomic Cafè[http://www.youtube.com/watch?v=FU3PJR_1XXk ] - Istituto Luce – La Guerra Fredda [http://www.youtube.com/watch?v=0seEYYUsLjE ] [http://www.silab.it/storia/?pageurl=54-mobilitazione-pacifista-contro-le-guerre-stellari] [http://civiltascomparse.wordpress.com/tag/guerra-fredda/] [http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/11/10/la-possibile-utopia-in-un-saggio-la-storia-deimovimenti-pacifisti-in-emilia-romagna/772415/] [http://www.colecchi.it/ipc/attivita/canzoni_anni_sessanta/storia/movpacifisti.html] 10