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N E W S L E T T E R F E B B R A I O 2012
1
N°3
N.11 – Lug-Sett 2013
In questo numero
Normativa: Gli sviluppi sul trading della CO2 pag. 1 Tecnologia: Le fuel cell nel trasporto aereo pag. 3
Economics: Protocollo CAAFI per acquisto jet fuel pag. 5 News: Bio jet-fuel da switchgrass pag. 6
Gli sviluppi sul trading della CO2
L’Unione Europea sembra orientata a rimandare la decisione sull’applicazione ai
voli extra UE del meccanismo sul Trading della CO2 (Emission Trading System) a
metà ottobre 2013. Questo in modo da tener conto di quanto emerso dalla
trentottesima assemblea ICAO tenutasi a Montreal dal 24 Settembre al 4 ottobre
scorsi, dove i centonovantuno stati membri dell’organizzazione hanno discusso in
merito alla proposta MBM (Market Based Mechanism) formulata dagli organismi
tecnici della stessa ICAO. L’UE è orientata al rinvio in modo da facilitare le
discussioni in atto in questi giorni sull’adozione di un accordo globale e, in caso
favorevole, sembra anche orientata a cambiare l’attuale meccanismo ETS. A
questo proposito si ricorderà che l’UE nel 2008 decise di applicare il sistema ETS
a tutti i voli, siano essi intra-europei che extra-europei, a partire dal 2012 ma
che, vista l’opposizione di importanti stati quali gli USA, la Cina e la Russia e
considerato il successivo coinvolgimento ICAO, decise agli inizi dell’anno scorso,
di limitare l’entrata in vigore di questa legge ai soli voli intra-europei. Di fatto
quindi il 2012 è stato il primo anno di applicazione del meccanismo ETS, limitato ai soli voli fra i ventotto paesi
appartenenti all’UE. E’ opportuno anche tener presente che
il sistema ETS mira a ridurre le emissioni dal trasporto aereo
del 21% rispetto a quelle del 2005 entro il 2020 e che gli
operatori aerei devono esibire un permesso (credit) per ogni
tonnellata di CO2 emessa. Il permesso corrisponde alla
riduzione dei quantitativi di CO2 che ciascun operatore deve
raggiungere e, in caso di superamento dovrà procurarsi le
quote eccedenti, o pagare multe molto alte pari a 100 Euro
per tonnellata. Attualmente, nel tentativo di agevolare
l’introduzione del sistema, le quote vengono fornite per la gran parte (85%) gratuitamente dall’UE e per la parte restante
devono essere acquistate sul mercato della CO2. http://www.bloomberg.com/news/2013-09-02/
NewsletterISAFF
In primo piano: 
 
Si  informa  che  la  Seconda 
Riunione  Operativa  dell’Italian 
Sustainable  Aviation  Fuel  Forum 
si terrà il 19 novembre 2013 alle 
ore 10.30 presso gli uffici del WEC 
Italia, in Via Mosca 32, a Roma. 
 
La  riunione  è  riservata  agli 
aderenti all’ISAFF 
 
Per  aderire  è  sufficiente 
compilare il modulo di adesione e 
inviarlo  all’indirizzo  del 
Segretariato ISAFF 
segretariatoisaff@wec‐italia.org
o al numero di fax: 06‐51885135 
N E W S L E T T E R
N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013
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2
Intanto, lo scorso 4 settembre si è riunito il consiglio dell’ICAO che, dopo dibattiti prolungatisi a lungo nei mesi
precedenti, ha approvato la proposta da sottoporre alla trentottesima assemblea di Montreal. A quel che è dato sapere, la
proposta dei 44 Stati Membri più potenti dell’ICAO facenti parte del Consiglio, sembra orientata a lasciare libero ogni
Stato di adottare proprie politiche e di rimandare la decisione sull’entrata in vigore delle normative sulla riduzione delle
emissioni di gas serra su scala globale al 2016, quando si terrà la trentanovesima assemblea. Questo orientamento appare
debole e tardivo a molti osservatori, tra i quali le organizzazioni ambientaliste e la stessa UE che però, secondo quanto
dichiarato dal Direttore Generale della Commissione per il Clima Jos Delbeke, ritiene che ci siano alte probabilità che
venga approvata. http://www.bloomberg.com/news/2013-09-04/eu-to-limit-aviation-carbon-cuts
Da notare che l’Unione Europea, a supporto del dibattito in
corso in sede ICAO, ha lanciato una consultazione pubblica
sulle misure basate sul mercato (Market Based Measures,
MBM) da adottare per ridurre l’impatto sui cambiamenti
climatici dalle emissioni dall’aviazione civile
internazionale. La consultazione, che ha avuto inizio il 21
giugno e si è conclusa lo scorso 13 settembre, mirava a
raccogliere esperienze, suggerimenti e opinioni di
stakeholders, organizzazioni, autorità e cittadini. I risultati,
ancora da pubblicare, sono stati utilizzati nell’ambito
dell’assemblea ICAO di Montreal.
http://ec.europa.eu/clima/consultations/0022/index_en.htm
Analizzatori per impurezze di biodiesel nei jet fuel
Il settore aereo guarda con sempre maggiore attenzione la rispondenza delle specifiche dei jet fuel in commercio a
quelle richieste dalle normative vigenti. A questo riguardo, può essere citato ad esempio quanto sta avvenendo circa la
presenza di impurezze di biodiesel nei jet fuel che, secondo la norma ASTM 1655, non possono superare le 5 parti per
milione (ppm). Al momento si ritiene infatti che contenuti più alti di biodiesel possano comportare problemi di
congelamento e di stabilità dei jet fuel che potrebbero causare anche lo spegnimento dei motori. Da notare che queste
contaminazioni possono derivare dall’uso di sistemi di accumulo e trasporto dei jet fuel precedentemente usati per il
biodiesel, senza ricorrere a opportune operazioni di pulizia e rimozione dei residui. Le analisi di concentrazioni così
basse di biodiesel con le tecniche convenzionali (cromatografia liquida e gassosa) risultano però molte difficoltose. Per
superare questa empasse, l’Università del Tennessee ha recentemente sviluppato un sensore a film sottile ad alta
sensitività, in grado di determinare fino a 0,5 ppm di biodiesl con tempi di analisi di circa trenta minuti. Il sensore, di
tipo usa e getta, è a basso costo e può essere usato con detector mobili per applicazioni in campo. La tecnica appare
quindi in grado di risolvere agevolmente i problemi analitici derivanti dalle determinazioni richieste dalle attuali
specifiche di legge. Da notare tuttavia, che le associazioni di produttori di biodiesel (principalmente un consorzio
capeggiato dal National Biodiesel Board inglese) spingono per innalzare il limite richiesto dalla normativa ASTM 1655
dalle attuali 5 ppm a 100 ppm. A tal fine hanno proposto di effettuare verifiche sperimentali con jet fuel a 400 ppm di
biodiesl.
http://www.biodieselmagazine.com/articles/9272/tenn-researchers-develop-5-pp
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Tecnologia: Le fuel cell nel trasporto aereo
Come noto, le pile a combustibile (fuel cell) sono dispositivi che trasformano l’energia chimica di particolari combustibili
(idrogeno ottenibile anche da metanolo e metano) in energia elettrica attraverso una reazione chimica di ossidazione con
ossigeno o altri agenti ossidanti. Gli elettroni che si liberano durante l’ossidazione vengono usati per produrre elettricità.
Il vantaggio principale consiste nell’alta efficienza energetica in confronto ai normali procedimenti di produzione
elettrica. Inoltre, la reazione comporta la sola produzione di acqua e, ovviamente non genera CO2. I benefici in termini di
emissioni di gas serra si ottengono però solo quando l’idrogeno è di tipo rinnovabile.
Viste le difficoltà di trasporto dell’idrogeno e la complessità degli impianti necessari per la sua produzione da altri vettori
energetici (metano e metanolo), le fuel cell vengono normalmente proposte per la generazione di energia elettrica
stazionaria. Esse però vengono anche considerate per applicazioni in autovetture ibride poiché, oltre ai vantaggi
ambientali, consentirebbero di allungare le distanze di rifornimento elettrico, in considerazione dell’alta densità
energetica dell’idrogeno. Nonostante l’impegno delle principali case automobilistiche che hanno sviluppato prototipi
precommerciali di diverso tipo, permangono però difficoltà di mercato per gli alti costi.
Anche l’industria aerea si sta cimentando in questo campo e, a parte l’impegno strategico dell’aviazione militare, è da
segnalare l’attività di Boeing che in collaborazione
con molti partner industriali europei e statunitensi,
nel 2008 ha sperimentato in un aeroporto a sud di
Madrid, un aliante a motore Diamond Aircraft
Dimona a due posti con un’apertura alare di 16,3
m, equipaggiato con batterie elettriche e con una
fuel cell da 20 kW. Il velivolo è
statojjjjjsperimentato positivamente più volte,
usando in fase di decollo ambedue i sistemi
energetici e, una volta raggiunta una quota di mille metri, usando le sole fuel cell a idrogeno per una durata di circa venti
minuti.
Sempre nel 2008 è stato sperimentato un altro aliante a motore, questa volta di tipo Antares, realizzato dal centro
aerospaziale tedesco German Aerospace Research Centre (DLR), in collaborazione con BASF e con Senergy, una società
danese di progettazione di fuel cell. A differenza dei voli sperimentali Boeing, questa volta sono state usate solo fuel cell,
impiegate anche per le fasi di decollo e di atterraggio. L’Unione Europea ha anche finanziato un progetto, che ha visto
come capo fila il Politecnico di Torino, per lo sviluppo di un aereo con un propulsore a elica per il trasporto passeggeri
intercity.
Questi sforzi sono accomunati dai vantaggi derivanti dalle più basse emissioni, sia in termini di gas serra che di NOx, dalle
più alte efficienze energetiche e dalla silenziosità. A beneficiarne sarebbero quindi soprattutto i voli pendolari durante le
fasi di decollo e atterraggio in aree urbane in ore notturne, quando i limiti alle emissioni rumorose sono più stringenti. Da
notare infine che l’acqua generata dalle fuel cell, potrebbe essere vantaggiosamente impiegata negli aerei per usi
sanitari.
L’applicazione diffusa delle fuel cell per la propulsione degli aerei civili rimane tuttavia limitata, oltre che dai costi,
problema questo che potrebbe essere superato dall’introduzione di normative più stringenti sia sui rumori sia sulle
emissioni (che potrebbero penalizzare i sistemi attuali), dal loro alto peso, dalle dimensioni dei motori elettrici e dalle
difficoltà di trasporto dell’idrogeno. Applicazioni di più breve termine lasciano invece pensare al loro utilizzo per la
produzione della sola energia elettrica di bordo. Questa energia, normalmente utilizzata per il confort della cabina
N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013
C L U B S E Q U O I A
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(condizionamento, impianti elettrici, etc.), per i sistemi idraulici e
pneumatici degli aerei, per gli utilizzi a terra durante l’imbarco dei
passeggeri e prima dell’accensione dei motori, nonché per avviare le
turbine e portarle al regime di giri di esercizio, è fornita da un apposito
sistema di produzione elettrica (APU, Auxiliary Power Unit), di cui sono
dotati gli aerei. Gli APU normalmente sono avviati ricorrendo a batterie
mobili di terra. Oltre che a questi fini, le fuel cell possono essere
usate per alimentare le cosiddette RAT (Ram Air Turbine), piccole
turbine normalmente alloggiate nella fusoliera o nelle ali, che entrano
in funzione in casi di emergenza dovuti a perdita di potenza dei sistemi di generazione primaria e secondaria e servono per
alimentare i sistemi principali degli aerei (comandi, circuiti idraulici e strumentazione di base).
In questa direzione è impegnata principalmente Airbus che, in
collaborazione con Sandia National Laboratories (USA), ha fatto i primi
test con le fuel cell sin dal 2008, sia in aerei civili sia militari. Grazie a
questo suo impegno, Airbus lo scorso 3 settembre ha ricevuto il
prestigioso “GreenTec Award” per la categoria Aviazione, per il
progetto “Multifunctional Fuel Cell Integration” che prevede proprio la
sostituzione dei sistemi APU con le fuel cell e l’alimentazione delle
turbine RAT con l’energia elettrica da queste prodotte.
http://www.cleantechinvestor.com/portal/fuel-cells/5382-fuel-cells-in-aircraft.html,
http://www.airbus.com/presscentre/pressreleases/press-release-detail/detail/airbus-wins-prestigious-greentec-award-for-innovative-fuel-cell-project/
Gas naturale in sostituzione della benzina per aerei
Più limitato appare il campo di applicazione del gas naturale compresso nell’aviazione. Le sperimentazioni in atto, seppur
decisamente innovative, mostrano infatti che esso può essere usato nei motori a combustione interna alimentati con
benzina per aerei. Questa benzina, correntemente nota come Avgas 100 LL (Aviation gasoline 100 LL) è ottenuta
aggiungendo alla normale benzina tagli dal craking catalitico, benzine alchilate e isopentani, in modo da portare il numero
di ottano a 138, contro circa 100 delle benzine per autotrazione. Il campo di
applicazione del gas naturale sembra quindi ristretto a piccoli aerei che fanno uso
di benzina, come quelli normalmente usati per addestrare gli aspiranti piloti, per
lanci di paracadutisti, etc. Le prove recentemente effettuate negli USA (Oshkosh,
Wisconsin) per più di mille miglia con un aereo Aviat Husky di questo tipo, dotato
di serbatoi sia per il gas compresso sia per la benzina, hanno dimostrato che
l’aereo può usare ambedue i combustibili e che lo switch può avvenire a
piacimento, in maniera analoga a quanto normalmente avviene nelle autovetture.
Proprio in analogia con le autovetture, i vantaggi dell’impiego del gas naturale vanno individuati nei costi più bassi
rispetto alla benzina (la benzina per aviazione ha qualità più alte di quella per autotrazione e quindi costi più alti) e nelle
minori emissioni (il rapporto carbonio/idrogeno nel gas è più basso rispetto a quello delle benzine).
http://www.lngworldnews.com/usa-aviat-unveils-first-cng-aircraft
N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013
S E Q U O I A
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CAAFI (Commercial Aviation Alternative Fuels Initiatives), associazione di compagnie aeree,
produttori aerei e produttori di carburanti, in collaborazione con A4A (Airlines for America),
associazione delle compagnie aeree americane, ha reso disponibile sul proprio sito un
protocollo per facilitare i contatti tra i produttori di jet fuel alternativi e le compagnie
aeree, in modo da agevolare la stipula di accordi commerciali. Questo documento fa seguito
ad altri documenti già scritti nel passato e disponibili sul sito CAAFI sulla possibilità
d’impiego di biomasse e sulla maturità delle tecnologie di produzione dei jet fuel alternativi. In esso vengono inizialmente
richiamate: i) le motivazioni che spingono le compagnie aeree a interessarsi di jet fuel alternativi (diversificazione delle
fonti energetiche, scarsità di lungo periodo dei combustibili fossili, benefici ambientali ed economici, etc.), ii) le esigenze
che le compagnie aeree devono tener presente in fase di acquisto di jet fuel alternativi (certificazione ASTM o
equivalente, compatibilità con i sistemi di stoccaggio, trasporto e alimentazione degli aerei, affidabilità delle forniture nel
tempo, praticabilità economica in termini di flessibilità dei prezzi, crediti ambientali e incentivi governativi, etc.), iii) le
iniziative che le compagnie aeree sono disposte ad adottare per favorire la commercializzazione dei jet fuel alterantivi
(contratti che garantiscono gli acquisti per lunghi periodi, ritiro di jet fuel ma anche di fuel per le esigenze di terra,
acquisti in cooperative, azioni di promozione e difesa dei nuovi jet fuel, etc.). Nel documento vengono quindi proposti i
principali punti da tener presente nella formalizzazione dei contratti di fornitura veri e propri. Questi vanno dal tipo dei
prodotti, alla definizione del punto di consegna (ai cancelli della raffineria, ai sistemi di stoccaggio degli aeroporti, etc.),
ai quantitativi scambiati, alla durata del contratto, ai prezzi, ai criteri di sostenibilità ambientale, ai crediti a favore dei
produttori o delle compagnie aeree, etc.
http://www.caafi.org/files/CAAFI_Business_Team_Guidance_Paper_060413.pdf
United acquista bio jet-fuel da AltAir Fuels
United Airlines, la compagnia aerea statunitense che effettua circa 5.500 voli giornalieri attraverso 370 aeroporti e sei
continenti, ha annunciato lo scorso 4 giugno, di aver firmato un accordo di acquisto di 15 milioni di galloni di biojet fuel,
in un periodo di tre anni a partire dal 2014, dalla società AltAir Fuels di Seattle, WA. I carburanti saranno prodotti in una
raffineria di petrolio situata vicino Los Angeles che AltAir Fuels sta trasformando in bioraffineria per la produzione di
biojet fuel con una capacità di 30 milioni di galloni per anno. Oltre ai
biocarburanti per aereo, è prevista anche la produzione di prodotti chimici
rinnovabili. Come materie prime saranno usati oli vegetali non alimentari e
rifiuti agricoli. La tecnologia sarà fornita da UOP-Honeywell e quindi, molto probabilmente, prevede la produzione di
kerosene sintetico con tecnologie di idrogenazione degli oli e gassificazione dei rifiuti agricoli e successiva liquefazione del
gas di sintesi mediante il processo Fischer & Tropsch. Il principale investitore in AltAir Fuel è Jesta Group, una società con
attività nel settore delle tecnologie per aviazione e in quello immobiliare statunitense ed europeo.
Econom nativiics: Protocollo CAAFI per l’acquisto di jet fuel alterEconomics – Protocollo CAAFI per acquisto jet fuel
http://www.prnewswire.com/news-releases/united-airlines-and-altair-fuels-to-bring-commercial-scale-cost-competitive-biofuels-to-aviation-industry-
210073841.html
Il punto di vista di NASA sui bio jet-fuel
L’Agenzia spaziale statunitense ha da poco effettuato esperimenti con un DC-8 alimentato con jet fuel da olio di camelina.
Secondo i tecnici NASA, le prove effettuate ad una quota di volo di 39.000 piedi, non hanno mostrato differenze rispetto ai
normali jet fuel da petrolio. Gli esperimenti hanno inoltre evidenziato una riduzione delle emissioni di circa il 30%. NASA
tuttavia stima un costo di produzione di questi fuel biologici di circa 18 $/gallone, decisamente più alto dei prezzi del
kerosene indicati in 4 $/gallone. Per questo motivo NASA intende proseguire nelle sue ricerche negli anni futuri
esaminando anche le prospettive di produzione di jet fuel da alghe.
http://www.biofuelsdigest.com/bdigest/2013/05/08/biofuels-ok-for-flying-claims-nasa/
N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013
C L U B S E Q U O I A
6
Il Dipartimento dell’Energia del National Renewable Energy Laboratory (NREL), USA, sta lavorando su un progetto per la
produzione economica di grandi quantitativi di bio jet-fuel per scopi militari da
switchgrass (Panicum virgatum, pianta dominante nelle praterie statunitensi). Al
progetto partecipano: Cobalt Technologies, società statunitense specializzata
nella produzione di bio-butanolo, Show Me Energy, cooperativa agricola del
Missouri produttrice di biomasse e la Marina americana. Il NREL si occuperà del
pretrattamento della biomassa fornita da Show Me Energy e delle operazioni di
idrolisi enzimatica fino all’ottenimento di zuccheri fermentabili. Questi a loro
volta verranno trasformati in butanolo, secondo la tecnologia proprietaria di
Cobalt Technologies. La trasformazione del butanolo in bio jet-fuel avverrà in base a un accordo di licenza tra US Navy e
Cobalt Technologies, basato su una tecnologia brevettata. Campioni di butanolo sono già stati prodotti da NREL.
http://www.biofuelsdigest.com/bdigest/2013/09/02/airbus-and-rt-biotechprom-sign-aviation-biofuel-agreement/
Accordo Airbus RT-Biotekprom
Airbus ha da poco firmato un accordo di collaborazione con RT-Biotekprom, una società del gruppo ROSTEC che opera nel
settore civile e militare. L’accordo è finalizzato a individuare materie prime disponibili in Russia che potrebbero essere
vantaggiosamente convertite in bio jet fuel sostenibili. Airbus metterà a disposizione
il proprio patrimonio di conoscenze nel settore e avrà il compito di assicurare che i
prodotti rispettino gli standards per la commercializzazione. Inoltre si farà carico di
provare i nuovi prodotti in voli sperimentali. La collaborazione è da vedere
sicuramente come un’apertura dello stato russo verso l’aviazione sostenibile e secondo i rappresentanti RT-Biotekprom,
costituisce la prima iniziativa russa nel campo.
http://www.biofuelsdigest.com/bdigest/2013/09/02/airbus-and-rt-biotechprom-sign-aviation-biofuel-agreement/
Accordo Airbus, Air Canada e BioFuelNet Canada
Le tre società hanno stipulato un accordo per uno studio finalizzato a individuare la fattibilità di diverse filiere di
produzione di bio jet-fuel di seconda generazione in Canada. Gli studi considereranno tecnologie di diversa natura e
biomasse di scarto come i rifiuti solidi urbani e gli scarti agricoli e forestali. L’accordo si basa su attività precedenti che
hanno portato a produzioni di campioni di jet fuel sperimentati positivamente da Air Canada. I primi risultati dello studio
sono previsti per fine 2013.
http://www.zeroemission.eu/portal/news/topic/Biocarburanti/id/21485/Airbus-Air-Canada-e-BioFuelNet-Canada-puntano-sui-
biocarburanti
Finanziamento del Dipartimento della Difesa statunitense a Fulcrum Energy
La sezione statunitense della società multinazionale Fulcrum Energy che opera nel campo delle rinnovabili, ha ricevuto un
finanziamento di 4,7 milioni di dollari dal DoD (Department of Defense) per la produzione di bio jet-fuel da rifiuti solidi
urbani. Il finanziamento, che potrà anche raddoppiare in considerazione dei capitali apportati da Fulcrum, sarà destinato a
continuare le sperimentazioni che Fulcrum stessa ha effettuato in un impianto localizzato in North Carolina, dove è stata
dimostrata la possibilità di convertire i rifiuti solidi urbani, oltre che in jet fuel, anche in diesel ed etanolo. Le
sperimentazioni successive ancora necessarie saranno effettuate in sedi ancora da definire le cui municipalità hanno però
già assicurato la fornitura dei rifiuti solidi urbani da utilizzare.
http://www.biofuelsdigest.com/bdigest/2013/09/02/airbus-and-rt-biotechprom-sign-aviation-biofuel-agreement/
 
Segretariato ISAFF ‐ segretariatoisaff@wec‐italia.org
World Energy Council Italia ‐ www‐wec‐italia.org Ente Nazionale Aviazione Civile ‐ http://www.enac.gov.it/Home
News – Bio jet-fuel da switchgrass

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Newsletter ISAFF n.11 Luglio - Settembre 2013

  • 1. N E W S L E T T E R F E B B R A I O 2012 1 N°3 N.11 – Lug-Sett 2013 In questo numero Normativa: Gli sviluppi sul trading della CO2 pag. 1 Tecnologia: Le fuel cell nel trasporto aereo pag. 3 Economics: Protocollo CAAFI per acquisto jet fuel pag. 5 News: Bio jet-fuel da switchgrass pag. 6 Gli sviluppi sul trading della CO2 L’Unione Europea sembra orientata a rimandare la decisione sull’applicazione ai voli extra UE del meccanismo sul Trading della CO2 (Emission Trading System) a metà ottobre 2013. Questo in modo da tener conto di quanto emerso dalla trentottesima assemblea ICAO tenutasi a Montreal dal 24 Settembre al 4 ottobre scorsi, dove i centonovantuno stati membri dell’organizzazione hanno discusso in merito alla proposta MBM (Market Based Mechanism) formulata dagli organismi tecnici della stessa ICAO. L’UE è orientata al rinvio in modo da facilitare le discussioni in atto in questi giorni sull’adozione di un accordo globale e, in caso favorevole, sembra anche orientata a cambiare l’attuale meccanismo ETS. A questo proposito si ricorderà che l’UE nel 2008 decise di applicare il sistema ETS a tutti i voli, siano essi intra-europei che extra-europei, a partire dal 2012 ma che, vista l’opposizione di importanti stati quali gli USA, la Cina e la Russia e considerato il successivo coinvolgimento ICAO, decise agli inizi dell’anno scorso, di limitare l’entrata in vigore di questa legge ai soli voli intra-europei. Di fatto quindi il 2012 è stato il primo anno di applicazione del meccanismo ETS, limitato ai soli voli fra i ventotto paesi appartenenti all’UE. E’ opportuno anche tener presente che il sistema ETS mira a ridurre le emissioni dal trasporto aereo del 21% rispetto a quelle del 2005 entro il 2020 e che gli operatori aerei devono esibire un permesso (credit) per ogni tonnellata di CO2 emessa. Il permesso corrisponde alla riduzione dei quantitativi di CO2 che ciascun operatore deve raggiungere e, in caso di superamento dovrà procurarsi le quote eccedenti, o pagare multe molto alte pari a 100 Euro per tonnellata. Attualmente, nel tentativo di agevolare l’introduzione del sistema, le quote vengono fornite per la gran parte (85%) gratuitamente dall’UE e per la parte restante devono essere acquistate sul mercato della CO2. http://www.bloomberg.com/news/2013-09-02/ NewsletterISAFF In primo piano:    Si  informa  che  la  Seconda  Riunione  Operativa  dell’Italian  Sustainable  Aviation  Fuel  Forum  si terrà il 19 novembre 2013 alle  ore 10.30 presso gli uffici del WEC  Italia, in Via Mosca 32, a Roma.    La  riunione  è  riservata  agli  aderenti all’ISAFF    Per  aderire  è  sufficiente  compilare il modulo di adesione e  inviarlo  all’indirizzo  del  Segretariato ISAFF  segretariatoisaff@wec‐italia.org o al numero di fax: 06‐51885135  N E W S L E T T E R
  • 2. N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013 C L U B S E Q U O I A 2 Intanto, lo scorso 4 settembre si è riunito il consiglio dell’ICAO che, dopo dibattiti prolungatisi a lungo nei mesi precedenti, ha approvato la proposta da sottoporre alla trentottesima assemblea di Montreal. A quel che è dato sapere, la proposta dei 44 Stati Membri più potenti dell’ICAO facenti parte del Consiglio, sembra orientata a lasciare libero ogni Stato di adottare proprie politiche e di rimandare la decisione sull’entrata in vigore delle normative sulla riduzione delle emissioni di gas serra su scala globale al 2016, quando si terrà la trentanovesima assemblea. Questo orientamento appare debole e tardivo a molti osservatori, tra i quali le organizzazioni ambientaliste e la stessa UE che però, secondo quanto dichiarato dal Direttore Generale della Commissione per il Clima Jos Delbeke, ritiene che ci siano alte probabilità che venga approvata. http://www.bloomberg.com/news/2013-09-04/eu-to-limit-aviation-carbon-cuts Da notare che l’Unione Europea, a supporto del dibattito in corso in sede ICAO, ha lanciato una consultazione pubblica sulle misure basate sul mercato (Market Based Measures, MBM) da adottare per ridurre l’impatto sui cambiamenti climatici dalle emissioni dall’aviazione civile internazionale. La consultazione, che ha avuto inizio il 21 giugno e si è conclusa lo scorso 13 settembre, mirava a raccogliere esperienze, suggerimenti e opinioni di stakeholders, organizzazioni, autorità e cittadini. I risultati, ancora da pubblicare, sono stati utilizzati nell’ambito dell’assemblea ICAO di Montreal. http://ec.europa.eu/clima/consultations/0022/index_en.htm Analizzatori per impurezze di biodiesel nei jet fuel Il settore aereo guarda con sempre maggiore attenzione la rispondenza delle specifiche dei jet fuel in commercio a quelle richieste dalle normative vigenti. A questo riguardo, può essere citato ad esempio quanto sta avvenendo circa la presenza di impurezze di biodiesel nei jet fuel che, secondo la norma ASTM 1655, non possono superare le 5 parti per milione (ppm). Al momento si ritiene infatti che contenuti più alti di biodiesel possano comportare problemi di congelamento e di stabilità dei jet fuel che potrebbero causare anche lo spegnimento dei motori. Da notare che queste contaminazioni possono derivare dall’uso di sistemi di accumulo e trasporto dei jet fuel precedentemente usati per il biodiesel, senza ricorrere a opportune operazioni di pulizia e rimozione dei residui. Le analisi di concentrazioni così basse di biodiesel con le tecniche convenzionali (cromatografia liquida e gassosa) risultano però molte difficoltose. Per superare questa empasse, l’Università del Tennessee ha recentemente sviluppato un sensore a film sottile ad alta sensitività, in grado di determinare fino a 0,5 ppm di biodiesl con tempi di analisi di circa trenta minuti. Il sensore, di tipo usa e getta, è a basso costo e può essere usato con detector mobili per applicazioni in campo. La tecnica appare quindi in grado di risolvere agevolmente i problemi analitici derivanti dalle determinazioni richieste dalle attuali specifiche di legge. Da notare tuttavia, che le associazioni di produttori di biodiesel (principalmente un consorzio capeggiato dal National Biodiesel Board inglese) spingono per innalzare il limite richiesto dalla normativa ASTM 1655 dalle attuali 5 ppm a 100 ppm. A tal fine hanno proposto di effettuare verifiche sperimentali con jet fuel a 400 ppm di biodiesl. http://www.biodieselmagazine.com/articles/9272/tenn-researchers-develop-5-pp
  • 3. N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013 S E Q U O I A 3 Tecnologia: Le fuel cell nel trasporto aereo Come noto, le pile a combustibile (fuel cell) sono dispositivi che trasformano l’energia chimica di particolari combustibili (idrogeno ottenibile anche da metanolo e metano) in energia elettrica attraverso una reazione chimica di ossidazione con ossigeno o altri agenti ossidanti. Gli elettroni che si liberano durante l’ossidazione vengono usati per produrre elettricità. Il vantaggio principale consiste nell’alta efficienza energetica in confronto ai normali procedimenti di produzione elettrica. Inoltre, la reazione comporta la sola produzione di acqua e, ovviamente non genera CO2. I benefici in termini di emissioni di gas serra si ottengono però solo quando l’idrogeno è di tipo rinnovabile. Viste le difficoltà di trasporto dell’idrogeno e la complessità degli impianti necessari per la sua produzione da altri vettori energetici (metano e metanolo), le fuel cell vengono normalmente proposte per la generazione di energia elettrica stazionaria. Esse però vengono anche considerate per applicazioni in autovetture ibride poiché, oltre ai vantaggi ambientali, consentirebbero di allungare le distanze di rifornimento elettrico, in considerazione dell’alta densità energetica dell’idrogeno. Nonostante l’impegno delle principali case automobilistiche che hanno sviluppato prototipi precommerciali di diverso tipo, permangono però difficoltà di mercato per gli alti costi. Anche l’industria aerea si sta cimentando in questo campo e, a parte l’impegno strategico dell’aviazione militare, è da segnalare l’attività di Boeing che in collaborazione con molti partner industriali europei e statunitensi, nel 2008 ha sperimentato in un aeroporto a sud di Madrid, un aliante a motore Diamond Aircraft Dimona a due posti con un’apertura alare di 16,3 m, equipaggiato con batterie elettriche e con una fuel cell da 20 kW. Il velivolo è statojjjjjsperimentato positivamente più volte, usando in fase di decollo ambedue i sistemi energetici e, una volta raggiunta una quota di mille metri, usando le sole fuel cell a idrogeno per una durata di circa venti minuti. Sempre nel 2008 è stato sperimentato un altro aliante a motore, questa volta di tipo Antares, realizzato dal centro aerospaziale tedesco German Aerospace Research Centre (DLR), in collaborazione con BASF e con Senergy, una società danese di progettazione di fuel cell. A differenza dei voli sperimentali Boeing, questa volta sono state usate solo fuel cell, impiegate anche per le fasi di decollo e di atterraggio. L’Unione Europea ha anche finanziato un progetto, che ha visto come capo fila il Politecnico di Torino, per lo sviluppo di un aereo con un propulsore a elica per il trasporto passeggeri intercity. Questi sforzi sono accomunati dai vantaggi derivanti dalle più basse emissioni, sia in termini di gas serra che di NOx, dalle più alte efficienze energetiche e dalla silenziosità. A beneficiarne sarebbero quindi soprattutto i voli pendolari durante le fasi di decollo e atterraggio in aree urbane in ore notturne, quando i limiti alle emissioni rumorose sono più stringenti. Da notare infine che l’acqua generata dalle fuel cell, potrebbe essere vantaggiosamente impiegata negli aerei per usi sanitari. L’applicazione diffusa delle fuel cell per la propulsione degli aerei civili rimane tuttavia limitata, oltre che dai costi, problema questo che potrebbe essere superato dall’introduzione di normative più stringenti sia sui rumori sia sulle emissioni (che potrebbero penalizzare i sistemi attuali), dal loro alto peso, dalle dimensioni dei motori elettrici e dalle difficoltà di trasporto dell’idrogeno. Applicazioni di più breve termine lasciano invece pensare al loro utilizzo per la produzione della sola energia elettrica di bordo. Questa energia, normalmente utilizzata per il confort della cabina
  • 4. N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013 C L U B S E Q U O I A 4 (condizionamento, impianti elettrici, etc.), per i sistemi idraulici e pneumatici degli aerei, per gli utilizzi a terra durante l’imbarco dei passeggeri e prima dell’accensione dei motori, nonché per avviare le turbine e portarle al regime di giri di esercizio, è fornita da un apposito sistema di produzione elettrica (APU, Auxiliary Power Unit), di cui sono dotati gli aerei. Gli APU normalmente sono avviati ricorrendo a batterie mobili di terra. Oltre che a questi fini, le fuel cell possono essere usate per alimentare le cosiddette RAT (Ram Air Turbine), piccole turbine normalmente alloggiate nella fusoliera o nelle ali, che entrano in funzione in casi di emergenza dovuti a perdita di potenza dei sistemi di generazione primaria e secondaria e servono per alimentare i sistemi principali degli aerei (comandi, circuiti idraulici e strumentazione di base). In questa direzione è impegnata principalmente Airbus che, in collaborazione con Sandia National Laboratories (USA), ha fatto i primi test con le fuel cell sin dal 2008, sia in aerei civili sia militari. Grazie a questo suo impegno, Airbus lo scorso 3 settembre ha ricevuto il prestigioso “GreenTec Award” per la categoria Aviazione, per il progetto “Multifunctional Fuel Cell Integration” che prevede proprio la sostituzione dei sistemi APU con le fuel cell e l’alimentazione delle turbine RAT con l’energia elettrica da queste prodotte. http://www.cleantechinvestor.com/portal/fuel-cells/5382-fuel-cells-in-aircraft.html, http://www.airbus.com/presscentre/pressreleases/press-release-detail/detail/airbus-wins-prestigious-greentec-award-for-innovative-fuel-cell-project/ Gas naturale in sostituzione della benzina per aerei Più limitato appare il campo di applicazione del gas naturale compresso nell’aviazione. Le sperimentazioni in atto, seppur decisamente innovative, mostrano infatti che esso può essere usato nei motori a combustione interna alimentati con benzina per aerei. Questa benzina, correntemente nota come Avgas 100 LL (Aviation gasoline 100 LL) è ottenuta aggiungendo alla normale benzina tagli dal craking catalitico, benzine alchilate e isopentani, in modo da portare il numero di ottano a 138, contro circa 100 delle benzine per autotrazione. Il campo di applicazione del gas naturale sembra quindi ristretto a piccoli aerei che fanno uso di benzina, come quelli normalmente usati per addestrare gli aspiranti piloti, per lanci di paracadutisti, etc. Le prove recentemente effettuate negli USA (Oshkosh, Wisconsin) per più di mille miglia con un aereo Aviat Husky di questo tipo, dotato di serbatoi sia per il gas compresso sia per la benzina, hanno dimostrato che l’aereo può usare ambedue i combustibili e che lo switch può avvenire a piacimento, in maniera analoga a quanto normalmente avviene nelle autovetture. Proprio in analogia con le autovetture, i vantaggi dell’impiego del gas naturale vanno individuati nei costi più bassi rispetto alla benzina (la benzina per aviazione ha qualità più alte di quella per autotrazione e quindi costi più alti) e nelle minori emissioni (il rapporto carbonio/idrogeno nel gas è più basso rispetto a quello delle benzine). http://www.lngworldnews.com/usa-aviat-unveils-first-cng-aircraft
  • 5. N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013 S E Q U O I A 5 CAAFI (Commercial Aviation Alternative Fuels Initiatives), associazione di compagnie aeree, produttori aerei e produttori di carburanti, in collaborazione con A4A (Airlines for America), associazione delle compagnie aeree americane, ha reso disponibile sul proprio sito un protocollo per facilitare i contatti tra i produttori di jet fuel alternativi e le compagnie aeree, in modo da agevolare la stipula di accordi commerciali. Questo documento fa seguito ad altri documenti già scritti nel passato e disponibili sul sito CAAFI sulla possibilità d’impiego di biomasse e sulla maturità delle tecnologie di produzione dei jet fuel alternativi. In esso vengono inizialmente richiamate: i) le motivazioni che spingono le compagnie aeree a interessarsi di jet fuel alternativi (diversificazione delle fonti energetiche, scarsità di lungo periodo dei combustibili fossili, benefici ambientali ed economici, etc.), ii) le esigenze che le compagnie aeree devono tener presente in fase di acquisto di jet fuel alternativi (certificazione ASTM o equivalente, compatibilità con i sistemi di stoccaggio, trasporto e alimentazione degli aerei, affidabilità delle forniture nel tempo, praticabilità economica in termini di flessibilità dei prezzi, crediti ambientali e incentivi governativi, etc.), iii) le iniziative che le compagnie aeree sono disposte ad adottare per favorire la commercializzazione dei jet fuel alterantivi (contratti che garantiscono gli acquisti per lunghi periodi, ritiro di jet fuel ma anche di fuel per le esigenze di terra, acquisti in cooperative, azioni di promozione e difesa dei nuovi jet fuel, etc.). Nel documento vengono quindi proposti i principali punti da tener presente nella formalizzazione dei contratti di fornitura veri e propri. Questi vanno dal tipo dei prodotti, alla definizione del punto di consegna (ai cancelli della raffineria, ai sistemi di stoccaggio degli aeroporti, etc.), ai quantitativi scambiati, alla durata del contratto, ai prezzi, ai criteri di sostenibilità ambientale, ai crediti a favore dei produttori o delle compagnie aeree, etc. http://www.caafi.org/files/CAAFI_Business_Team_Guidance_Paper_060413.pdf United acquista bio jet-fuel da AltAir Fuels United Airlines, la compagnia aerea statunitense che effettua circa 5.500 voli giornalieri attraverso 370 aeroporti e sei continenti, ha annunciato lo scorso 4 giugno, di aver firmato un accordo di acquisto di 15 milioni di galloni di biojet fuel, in un periodo di tre anni a partire dal 2014, dalla società AltAir Fuels di Seattle, WA. I carburanti saranno prodotti in una raffineria di petrolio situata vicino Los Angeles che AltAir Fuels sta trasformando in bioraffineria per la produzione di biojet fuel con una capacità di 30 milioni di galloni per anno. Oltre ai biocarburanti per aereo, è prevista anche la produzione di prodotti chimici rinnovabili. Come materie prime saranno usati oli vegetali non alimentari e rifiuti agricoli. La tecnologia sarà fornita da UOP-Honeywell e quindi, molto probabilmente, prevede la produzione di kerosene sintetico con tecnologie di idrogenazione degli oli e gassificazione dei rifiuti agricoli e successiva liquefazione del gas di sintesi mediante il processo Fischer & Tropsch. Il principale investitore in AltAir Fuel è Jesta Group, una società con attività nel settore delle tecnologie per aviazione e in quello immobiliare statunitense ed europeo. Econom nativiics: Protocollo CAAFI per l’acquisto di jet fuel alterEconomics – Protocollo CAAFI per acquisto jet fuel http://www.prnewswire.com/news-releases/united-airlines-and-altair-fuels-to-bring-commercial-scale-cost-competitive-biofuels-to-aviation-industry- 210073841.html Il punto di vista di NASA sui bio jet-fuel L’Agenzia spaziale statunitense ha da poco effettuato esperimenti con un DC-8 alimentato con jet fuel da olio di camelina. Secondo i tecnici NASA, le prove effettuate ad una quota di volo di 39.000 piedi, non hanno mostrato differenze rispetto ai normali jet fuel da petrolio. Gli esperimenti hanno inoltre evidenziato una riduzione delle emissioni di circa il 30%. NASA tuttavia stima un costo di produzione di questi fuel biologici di circa 18 $/gallone, decisamente più alto dei prezzi del kerosene indicati in 4 $/gallone. Per questo motivo NASA intende proseguire nelle sue ricerche negli anni futuri esaminando anche le prospettive di produzione di jet fuel da alghe. http://www.biofuelsdigest.com/bdigest/2013/05/08/biofuels-ok-for-flying-claims-nasa/
  • 6. N E W S L E T T E R N°11 L U G – S E T T 2013 C L U B S E Q U O I A 6 Il Dipartimento dell’Energia del National Renewable Energy Laboratory (NREL), USA, sta lavorando su un progetto per la produzione economica di grandi quantitativi di bio jet-fuel per scopi militari da switchgrass (Panicum virgatum, pianta dominante nelle praterie statunitensi). Al progetto partecipano: Cobalt Technologies, società statunitense specializzata nella produzione di bio-butanolo, Show Me Energy, cooperativa agricola del Missouri produttrice di biomasse e la Marina americana. Il NREL si occuperà del pretrattamento della biomassa fornita da Show Me Energy e delle operazioni di idrolisi enzimatica fino all’ottenimento di zuccheri fermentabili. Questi a loro volta verranno trasformati in butanolo, secondo la tecnologia proprietaria di Cobalt Technologies. La trasformazione del butanolo in bio jet-fuel avverrà in base a un accordo di licenza tra US Navy e Cobalt Technologies, basato su una tecnologia brevettata. Campioni di butanolo sono già stati prodotti da NREL. http://www.biofuelsdigest.com/bdigest/2013/09/02/airbus-and-rt-biotechprom-sign-aviation-biofuel-agreement/ Accordo Airbus RT-Biotekprom Airbus ha da poco firmato un accordo di collaborazione con RT-Biotekprom, una società del gruppo ROSTEC che opera nel settore civile e militare. L’accordo è finalizzato a individuare materie prime disponibili in Russia che potrebbero essere vantaggiosamente convertite in bio jet fuel sostenibili. Airbus metterà a disposizione il proprio patrimonio di conoscenze nel settore e avrà il compito di assicurare che i prodotti rispettino gli standards per la commercializzazione. Inoltre si farà carico di provare i nuovi prodotti in voli sperimentali. La collaborazione è da vedere sicuramente come un’apertura dello stato russo verso l’aviazione sostenibile e secondo i rappresentanti RT-Biotekprom, costituisce la prima iniziativa russa nel campo. http://www.biofuelsdigest.com/bdigest/2013/09/02/airbus-and-rt-biotechprom-sign-aviation-biofuel-agreement/ Accordo Airbus, Air Canada e BioFuelNet Canada Le tre società hanno stipulato un accordo per uno studio finalizzato a individuare la fattibilità di diverse filiere di produzione di bio jet-fuel di seconda generazione in Canada. Gli studi considereranno tecnologie di diversa natura e biomasse di scarto come i rifiuti solidi urbani e gli scarti agricoli e forestali. L’accordo si basa su attività precedenti che hanno portato a produzioni di campioni di jet fuel sperimentati positivamente da Air Canada. I primi risultati dello studio sono previsti per fine 2013. http://www.zeroemission.eu/portal/news/topic/Biocarburanti/id/21485/Airbus-Air-Canada-e-BioFuelNet-Canada-puntano-sui- biocarburanti Finanziamento del Dipartimento della Difesa statunitense a Fulcrum Energy La sezione statunitense della società multinazionale Fulcrum Energy che opera nel campo delle rinnovabili, ha ricevuto un finanziamento di 4,7 milioni di dollari dal DoD (Department of Defense) per la produzione di bio jet-fuel da rifiuti solidi urbani. Il finanziamento, che potrà anche raddoppiare in considerazione dei capitali apportati da Fulcrum, sarà destinato a continuare le sperimentazioni che Fulcrum stessa ha effettuato in un impianto localizzato in North Carolina, dove è stata dimostrata la possibilità di convertire i rifiuti solidi urbani, oltre che in jet fuel, anche in diesel ed etanolo. Le sperimentazioni successive ancora necessarie saranno effettuate in sedi ancora da definire le cui municipalità hanno però già assicurato la fornitura dei rifiuti solidi urbani da utilizzare. http://www.biofuelsdigest.com/bdigest/2013/09/02/airbus-and-rt-biotechprom-sign-aviation-biofuel-agreement/   Segretariato ISAFF ‐ segretariatoisaff@wec‐italia.org World Energy Council Italia ‐ www‐wec‐italia.org Ente Nazionale Aviazione Civile ‐ http://www.enac.gov.it/Home News – Bio jet-fuel da switchgrass