Bronchite Batterica persistente. Livia Pittaluga e Giancarlo Ottoneo
Traumi e incidenti in età pediatrica triennio MMG 2017
1. www.apel-pediatri.org www.ferrandoalberto.blogspot.it. alberto.ferrando1@gmail.com
Dott. Alberto Ferrando
Prof. a contratto in Pediatria ambulatoriale
PEDIATRA
Coordinatore Garanti dell’Infanzia UNICEF
Pres. Ass. pediatri Extraospedalieri liguri (APEL)
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-www.ferrandoalberto.blogspot.it
-aferrand@fastwebnet.it
-3388687583€ 18,90www.edizionilswr.it
ISBN 978-88-6895-411-6
9 7 8 8 8 6 8 9 5 4 1 1 6
A.FerrandoPrimoSOCCORSOpediatrico
ALBERTO FERRANDO
Primo SOCCORSO
pediatrico
Cosa sapere, che cosa fare, cosa non fare.
Manuale per i genitori, i nonni e tutti coloro
che vivono a contatto con i bambini
Primo SOCCORSO pediatrico
“E ora cosa devo fare?” Quando capita un incidente o si manifesta improvvisamente una
malattia,il genitore,o chi è a contatto con il bambino,è giustamente preoccupato,talvolta
non sa cosa fare e avverte la necessità di avere indicazioni utili su come intervenire.
Questo libro è una prima risposta ai quesiti dei genitori. Non sostituisce il ricorso al
pediatra e al Pronto Soccorso, ma fornisce consigli utili da mettere subito in pratica, a
seconda anche della gravità degli eventi. Semplice e chiaro, questo manuale spiega la
malattia o l’incidente, le prime cure da eseguire nell’urgenza e nell’emergenza, i primi
interventi da conoscere e attuare: dalla ferita più lieve alla febbre, fino agli incidenti
e alle malattie gravi, come l’arresto cardiaco, il soffocamento da corpo estraneo o la
meningite.Per ogni situazione sono evidenziati gli elementi di allerta e di preoccupazione
e, in base alla gravità, le decisioni corrette da assumere tra aspettare e provvedere in
autonomia, chiamare il pediatra, chiamare i servizi di emergenza, praticare le misure di
primo intervento.
L’autore
Alberto Ferrando, Pediatra, Presidente della Associazione Pediatri
della Liguria, è autore e coautore di oltre 100 pubblicazioni e testi
scientifici. Blogger, opinionista ed editorialista sui temi della pediatria
e della famiglia, è già autore per Edizioni LSWR del bestseller Come
crescere mio figlio. www.ferrandoalberto.eu,ferrandoalberto.blogspot.it
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Quando qualcuno si ferisce o si ammala
d'improvviso c'è un periodo critico, prima
dell'arrivo del medico o dell'ambulanza,
che è della massima importanza
Quel che voi fate - o non fate – in
questo intervallo può essere questione
di vita o di morte.
Il PRIMO SOCCORSO è l'aiuto che potete prestare
finché non interviene il medico. E' un dovere verso
voi stessi, verso i vostri familiari e i vostri vicini
conoscere e capire i semplici provvedimenti che, in
caso d'incidente o di malore improvviso, possono
essere adottati con prontezza e intelligenza.
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• Rispondere con calma alle domande poste dall’operatore
• Fornire il proprio recapito telefonico
• Spiegare l’accaduto (malore, incidente, etc.)
• Indicare dove è accaduto (Comune, via, civico)
• Indicare quante persone sono coinvolte
• Comunicare le condizioni della persona coinvolta: risponde,
respira, sanguina, ha dolore?
• Comunicare particolari situazioni: bambino piccolo, donna in
gravidanza, persona con malattie conosciute (cardiopatie, asma,
diabete, epilessia, etc.)
Come chiamare il 112
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Manovre di disostruzione da corpo estraneo
• Mette in bocca tutti gli oggetti che lo
interessano
• Conosce il mondo che lo circonda attraverso la
bocca
• Gioca e corre mentre mangia o tiene un
oggetto tra le labbra o in bocca
• Ha una dentizione ancora incompleta, non
consente una masticazione adeguata
• Talvolta ha una deglutizione scoordinata
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L’annegamento e il semiannegamento
• E’ tra le prime cause di mortalità accidentale
• Ogni anno l’annegamento è responsabile di circa 380.000
morti in tutto il mondo.
• Ogni anno in Europa circa 5.000 bambini tra 1 e 4 anni
muoiono per annegamento
• Considerando tutte le fasce d’età, i maschi muoiono
cinque volte di più delle femmine
• Nel mondo, i tassi più alti di annegamento riguardano i
bambini di età compresa fra 1 e 4 anni, seguiti dai
bambini di 5-9 anni di età.
(www.iss.it/binary/baaq/cont/Giustini.pdf )
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L’annegamento e il semiannegamento
• Fattori soggettivi e comportamenti errati:
• mancanza di controllo parentale per i bambini
• patologie preesistenti
• traumi cranici o della colonna vertebrale
• immersioni precedute da iperventilazione
• consumo di alcol
• sopravalutazione delle proprie capacità
Fattori ambientali sfavorevoli:
• freddo correnti e maree, venti,
• Piscina privata e mancanza di barriere
• coperture di ghiaccio, pendenza e stabilità dei fondali,
onde lungo la costa o in barca,
• scarsa trasparenza dell’acqua, ostacolo nella visibilità,
sovraffollamento di barche
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L’annegamento e il semiannegamento
Contrariamente alle credenze popolari, chi
rischia di annegare non si agita o grida aiuto.
Sopra a 6 anni
• galleggiamento verticale
• braccia estese lateralmente che battono e
schiaffeggiano l’acqua
• può andare sott’acqua e riemergere con la testa più
volte
Sotto a 6 anni
• galleggiamento in posizione prona
• con la faccia in acqua
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L’annegamento e il semiannegamento
• Anche i bambini che sanno nuotare possono annegare
• Ruscelli, fontane, laghi e fiumi sono molto interessanti per la
maggior parte dei bambini; la balneazione è spesso vietata e non
sono quasi mai sorvegliati da bagnini
• È importante osservare attentamente tutti i bambini vicino all’acqua
e farlo senza distrazioni
• Le piscine private vanno protette con una recinzione e con un
sistema d’allarme per l’ingresso in acqua
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COSA FARE
L’evento deve essere trattato come un qualsiasi caso di arresto cardiaco.
• se la vittima respira metterla nella posizione laterale di sicurezza (vedi
Rianimazione cardiopolmonare).
• Se la vittima non respira eseguire il massaggio cardiaco e le respirazioni
precedute da 5 ventilazioni.
La posizione laterale di sicurezza non si adotta in caso di trauma cranico/cervicale, per esempio la vittima ha eseguito un
tuffo; in questo caso è meglio tenere sempre la colonna cervicale in asse rispetto al busto.
§ Sarebbe meglio far uscire la vittima dall’acqua in posizione orizzontale (sollevarlo
in verticale può causare, se non è ancora in arresto cardiaco, una grave
ipotensione se non l’arresto cardiaco stesso).
§ Chi non è impegnato nella rianimazione può pensare a togliere i vestiti bagnati e
coprire con molte coperte per prevenire le gravi ipotermie conseguenti alla lunga
immobilità in acqua.
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COSA NON FARE
Tentare di far uscire l’acqua dai polmoni con i
metodi usati in passato, è inutile poiché sempre
gli annegati non hanno molta acqua nei polmoni
(vi è un riflesso di laringospasmo che blocca
l’aspirazione di acqua) e perché questo
intervento può far perdere tempo prezioso di
rianimazione e può scatenare il vomito.
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BAGNO DOPO MANGIATO
La credenza che fare il bagno dopo mangiato determini una
congestione non è mai stata dimostrata.
- evitare comportamenti estremi quali quello di stare a digiuno per
2-3 ore, con il rischio di avere dei colpi di calore, o fare il bagno dopo pasto
abbondante e senza un adattamento graduale all’acqua.
- l'immersione in acqua deve essere graduale.
- evitare i tuffi da accaldati, per il rischio di sincope
determinata dal brusco cambiamento di temperatura.
- Consigliati pasti leggeri con alimenti facilmente digeribili.
(http://ferrandoalberto.blogspot.it/2014/07/sicurezza-al-mare-era-bagno-dopo.html )
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a mensa un ragazzino di nome FIlippo si ostruiva e perdeva i sensi per ostruzione
totale delle vie aeree.Prontamente Federico ( un suo coetaeo che aveva fatto il corso
) interviene in pochi secondi ed effettua le manovre insegnate, sotto lo sguardo
incredulo dei compagni impauriti : manovre di Heimlich e pacche dorsali.In meno di 8
secondi " l'insieme di carote" che avevano ostruito le vie aeree escono e il giovane
Filippo ricomincia a respirare
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Trauma cranico
La maggior parte dei traumi cranici infantili è secondario
a incidenti da traffico, soprattutto, per inosservanza
delle più elementari regole di sicurezza: mancato o
scorretto utilizzo di seggiolini per auto e cinture
sicurezza. Nell’ambito domestico, il trauma cranico può
essere determinato da cadute da fasciatoi, tavoli o
seggiolone.
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Shaken baby syndrome
Alcuni traumi cranici sono causati dallo “scuotimento” del
bambino, in genere di età inferiore all’anno, che va sotto il
nome di “sindrome del bambino scosso” (Shaken baby
syndrome).
Si causa quando il bambino viene afferrato e scosso
violentemente come fosse una bambola, causando bruschi
movimenti del capo avanti e indietro. Lo “stiramento” dei
vasi sanguigni e dei nervi e il “dondolamento” del cervello
all’interno del cranio causano danni neurologici irreversibili
fino ad arrivare alla morte.
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TRAUMA CRANICO
Problema emergente
• TRAUMA CRANICO GRAVE E MEDIO GRAVE
Rendere sempre più tempestiva e ottimale l’assistenza a livello
territoriale e alla porta del P.S. per le patologie da trauma cranico
• TRAUMA CRANICO MINORE
Ridurre la ospedalizzazione;
Diminuire i tempi di degenza ospedaliera;
Contenere le indagini radiologiche
• Trauma cranico e pediatria di famiglia
• Dimissione precoce dal P.S. in caso di trauma cranico minore
• Prevenzione degli incidenti
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GLASGOW COMA SCALE
Singola prova Risposta Punteggio
Apertura Spontanea 4
occhi A stimoli verbali 3
Al dolore 2
Nessuna 1
Risposta Orientata 5
verbale Confusa 4
Parole inappropriate 3
Suoni non specifici 2
Nessuna 1
Risposta Obbedisce ai comandi verbali 6
motoria Risposta al dolore localizzato 5
Risposta al dolore 4
Risposta flessoria al dolore 3
Risposta estensoria al dolore 2
Nessuna 1
Valutazione dello stato di coscienza
Ist. G. Gaslini
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Comportamento Punteggio Comportamento Punteggio
APERTURA DEGLI OCCHI Piange per stimolo dolorifico 3
Spontanea 4 Lamenti per stimolo dolorifico 2
A stimoli verbali 3 Nessuna risposta 1
Al dolore 2 RISPOSTA MOTORIA
Nessuna risposta 1 Movimento spontaneo 6
RISPOSTA VERBALE Si ritrae a stimolo tattile 5
Vocalizza, sorride 5 Si ritrae a stimolo dolorifico 4
Pianto irritabile 4 Postura in flessione al dolore 3
Postura in estensione al dolore 2
Nessuna risposta 1
GLASGOW COMA SCALE modificata per le età 0-4 anni
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1) BASSO RISCHIO DI LESIONE
tutte le seguenti condizioni devono essere presenti:
- dinamica a bassa energia
- asintomatico oppure • pdc di pochi secondi
• < 5 vomiti nelle prime 4-6 h
• cefalea non ingravescente
- non ematoma della volta in sede “non frontale”
TRAUMA CRANICO MINORE
- no accertamenti
- se asintomatico dimettere subito
- se sintomatico osservare fino a 3-4 ore dal trauma
e poi dimettere se risoluzione della sintomatologia
NB. Considerare il ricovero se età < ai 6 mesi, o famiglia
disagiata
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Molti studi hanno dimostrato che, dopo una TAC
normale, nel bambino con trauma cranico minore
il rischio di peggioramento neurologico tardivo
(escludendo ulteriori traumi) è trascurabile.
Davis R, Pediatrics 1995
Shunk JE, Ped Em Care 1996
… i bambini “neurologicamente
normali” possono essere dimessi e
continuare l’osservazione domiciliare
Se la TAC è normale…
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Cosa fare
• Somministrare, se disponibile, adrenalina predosata
intra muscolo (vedi dopo).
• Rimuovere la possibile causa: togliere il pungiglione di
insetto prima possibile.
• Se è in arresto cardiaco iniziare la rianimazione
cardiopolmonare.
• Ricoverare sempre il bambino in un’area clinica
attrezzata per il trattamento, in caso di alterazione
delle funzioni vitali. Esiste la possibilità di una
ricomparsa precoce dei sintomi (reazione bifasica dal 1 al
20% dei casi di anafilassi) dopo 1-8 ore.
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Cosa non fare
• Sottovalutare il problema.
• Somministrare farmaci non adatti all’urgenza
perché non agiscono immediatamente (il loro uso
verrà valutato dai medici successivamente), quali
antistaminici e cortisonici per bocca o
intramuscolo o endovena.
• Far stare in piedi o far camminare il bambino.
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Spasmi affettivi: COSA SAPERE
5 % dei bambini dopo frustrazioni, sgridate o ha dolore.
Il bimbo trattiene il respiro, protraendosi l'apnea, si può
arrivare alla perdita di conoscenza.
Lo spasmo affettivo si risolve sempre spontaneamente e non
comporta nessun pericolo e nessun rischio per il bambino.
Gli spasmi affettivi avvengono soprattutto nell’età compresa
tra 6 mesi e 2 anni e, talvolta, durano fino a 6 anni.
Gli spasmi affettivi più frequenti sono quelli in cui il bambino
trattiene il respiro e diventa cianotico; più rari alcuni detti
“pallidi”.
Negli spasmi affettivi un fattore favorente è la carenza di
ferro.
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COSA FARE
Quando il bambino trattiene il respiro, cercate di
intervenire prontamente soffiandogli in faccia o, se
avete la possibilità, spruzzandogli un po’ di acqua sulla
faccia per cercare di interrompere, in via riflessa,
l’apnea.
COSA NON FARE
Assecondare il bambino sempre nel timore di una crisi,
concedendogli ciò che reclama o sembra volere.
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SVENIMENTO (o sincope): Cosa sapere
Il tipo più frequente è quello detto “vasovagale” o sincope
neuromediata
15% dei bambini può avere una sincope entro 18 anni.
Insorge quando l'individuo si trova in stazione eretta,
frequentemente preceduto da una sensazione di calore, nausea,
stordimento e visione offuscata, oppure è sottoposto ad
emozioni forti: può seguire anche a un episodio di paura, a una
forte emozione, a un dolore violento oltre allo stare molto in
piedi.
Un individuo può sentirsi debole e stordito (presincope) oppure
perdere conoscenza (sincope).
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Cosa fare
- adagiare il bambino in posizione supina (la schiena deve
essere appoggiata al pavimento);
- allentare eventuali indumenti stretti;
- sollevare gli arti inferiori se non si sospettano traumi alla
colonna vertebrale;
- alla ripresa della coscienza tranquillizzarlo e non metterlo
subito in posizione eretta, ma mantenerlo supino per alcuni
minuti facendolo in seguito sollevare gradualmente;
- ventilare l’ambiente.
Se il bambino non respira iniziare le manovre di
rianimazione cardiopolmonare e chiamare il 118/112.
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I bambini piccoli portano alla bocca tutto quello che trovano.
L’età più a rischio per gli avvelenamenti e le intossicazioni è
nei primi 5 anni di vita, con un picco nella fascia di età fra 1 e
3 anni.
Il bambino si espone ad avvelenamenti e intossicazioni
attraverso:
• contatto cutaneo
• inalazione
• contatto oculare
• ingestione
Avvelenamenti e intossicazioni
Cosa sapere
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tratto da: http://www.centroantiveleni.org/Poster%20Carbomix%20Finishlayout.pdf
E’ utile tenere nell’armadietto dei farmaci 2 prodotti, da utilizzare sempre su
indicazione del medico o del Centro Antiveleni come primo intervento
domiciliare, per evitare corse in farmacia o in pronto soccorso:
simeticone in gocce come antischiuma (per inattivarla se sono ingerite
sostanze a base di saponi.)
carbone attivato in polvere, che come una carta assorbente lega e inattiva
una grande varietà di sostanze potenzialmente tossiche.
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COSA FARE
Nel caso d’ingestione:
§ Consultare il Centro Antiveleni o il 118/112.
§ confezione del prodotto ingerito.
§ Cercare di capire la quantità di prodotto ingerita o quanto
ne manca e quanto tempo è trascorso dall’ingestione.
§ il bambino ha la bocca sporca e l’alito odora del prodotto.
§ come sta: si lamenta, Piange.
Nel caso di assorbimento di sostanza tossica:
• Consultare il Centro Antiveleni o il 118/112.
• Contatto cutaneo: dopo aver rimosso i vestiti, lavare per
almeno 15 minuti la cute con acqua tiepida.
• Inalazione da gas tossici: allontanare il bambino
dall’ambiente dove si è verificato l’evento, portarlo
all’aperto e arieggiare l’ambiente.
• Contatto oculare: lavare con acqua tiepida l’occhio per
almeno 10 minuti.
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Cosa non fare
• Aspettare per vedere se compaiono i sintomi.
• Indurre il vomito, se non su indicazione del Centro
Antiveleni.
• Far bere del latte per le sue proprietà
disintossicanti. Il latte favorisce addirittura l'assorbimento dei derivati del petrolio,
solventi, naftalina, canfora, tarmicidi e smacchiatori.
• Far mangiare il bambino dopo un’intossicazione.
• Somministrare purganti per accelerare l'eliminazione
del tossico ingerito.
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NICOTINA (Sigaretta e Sigaretta elettronica)
• Le cartucce delle sigarette elettroniche ne possono contenere da 6 a 26 mg/ml e la
nicotina liquida è molto più pericolosa di quella contenuta nel tabacco perché è
assorbita più velocemente dal organismo.
• Nel bambino di età inferiore ad 1 anno, l’ingestione di 1 mg già può dare sintomi
d’intossicazione acuta. Una dose di 60 mg può essere mortale per un adulto.
• L’intossicazione da nicotina determina iperventilazione, euforia, nausea, salivazione,
vomito e diarrea, sudorazione fredda, tachicardia e ipertensione; nei casi più gravi
può evolvere in convulsioni e compromissione dell’attività respiratoria fino al suo
arresto.
• Nicotina nel tabacco di sigaretta: gravi intossicazioni non sono da prevedere dopo
ingestione fino a 2 sigarette intere non fumate (oppure 6 mozziconi), nel peggiore
dei casi si osservano nei bambini lievi sintomi di un’intossicazione.
• Una piccola quantità di tabacco è sufficiente per provocare vomito.
• Se un bambino ha dunque ingerito meno di due sigarette e se non sono presenti
sintomi, si può aspettare. Si raccomanda una consultazione medica se il bambino ha
ingerito quantitativi maggiori o se sono presenti sintomi.
• In fase precoce si consiglia di somministrare una sospensione di carbone attivo, che
lega la nicotina nello stomaco, in modo che la sostanza non possa essere assorbita
dal corpo.
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Cosa sapere
Colpo di calore:
temperatura esterna elevata, scarsa ventilazione e alto tasso di
umidità.
Si può qui verificare all’interno di un abitacolo di una macchina
esposta al sole.
È sufficiente una temperatura sui 30-35 °C con alto tasso di
umidità, superiore al 60-70%, per determinare un colpo di calore
che, paradossalmente può non verificarsi con temperature anche
più elevate ma in assenza di umidità, come nel deserto.
Colpo di sole:
diretta esposizione ai raggi solari per un lungo periodo.
Caratteristica la scottatura di I e II grado e conseguente
eritema
Collasso da calore: a seguito di un'eccessiva perdita di acqua e
sali, tale da determinare una vera e propria disidratazione.
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Cosa sapere
Colpo di calore:
temperatura esterna elevata, scarsa ventilazione e alto tasso di
umidità.
Si può qui verificare all’interno di un abitacolo di una macchina
esposta al sole.
È sufficiente una temperatura sui 30-35 °C con alto tasso di
umidità, superiore al 60-70%, per determinare un colpo di calore
che, paradossalmente può non verificarsi con temperature anche
più elevate ma in assenza di umidità, come nel deserto.
Colpo di sole:
diretta esposizione ai raggi solari per un lungo periodo.
Caratteristica la scottatura di I e II grado e conseguente
eritema
Collasso da calore: a seguito di un'eccessiva perdita di acqua e
sali, tale da determinare una vera e propria disidratazione.
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Colpo di calore o colpo di sole
• Spostare il bambino in un luogo fresco, possibilmente
ventilato.
• Far sdraiare il bambino sulla schiena con le gambe
leggermente sollevate.
• Per abbassare la temperatura, se possibile far stare il
soggetto in un ambiente con aria condizionata o con un
ventilatore.
• Avvolgere il bambino in un telo freddo e umido per ridurre
gradualmente la temperatura. In alternativa, fare spugnature
con acqua fresca su polsi, fronte, collo, inguine.
• Porre una borsa di ghiaccio sul capo del bambino.
• Integrare i liquidi persi dando da bere acqua o bevande
saline.
Se i sintomi sono, sin dall’inizio, gravi o il bambino stenta a
riprendersi è indispensabile chiamare un’ambulanza per il
trasporto
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Collasso da calore
• Spostare il bambino in un luogo fresco,
possibilmente ventilato.
• Far sdraiare il bambino con le gambe leggermente
sollevate.
• Utilizzare un ventilatore per favorire
l’evaporazione della pelle bagnata o, se possibile,
far stare il soggetto in un ambiente con aria
condizionata.
• Porre una borsa di ghiaccio sul capo del bambino.
• Integrare i liquidi persi dando da bere acqua o
bevande con sali minerali.
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Il congelamento avviene quando la cute è esposta a freddo estremo o
prolungato. La cute si congela e così anche i tessuti sottostanti. Il
congelamento colpisce più facilmente i bambini poiché, in rapporto al loro
peso, hanno una superficie corporea più estesa rispetto agli adulti, perciò
si raffreddano più facilmente.
Il congelamento è riconoscibile spesso dal colore della pelle, che appare
pallida e bluastra, le labbra sono livide e la cute grigia.
Cosa sapere
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• Spostare il bambino al caldo prima che la parte colpita congeli del tutto.
• Far riscaldare le mani facendole infilare sotto le ascelle.
• Far mettere le mani e i piedi in acqua calda a circa 40°C e coprire il
resto del corpo con una coperta.
• Offrire bevande calde.
• Tamponare e applicare sulla parte colpita una leggera fasciatura di
garza.
• Sollevare l’arto per ridurre il gonfiore.
• Consultare un medico non appena possibile.
Avvicinare la parte colpita a una fonte diretta di calore.
Tentare di scongelare la parte colpita se sussiste il rischio che ricongeli.
Riscaldare velocemente la parte colpita (si possono verificare ulteriori
danni ai tessuti).
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Matite, sassolini, noccioli di ciliegia, piccoli pezzi di giocattoli e fagioli sono
solo alcuni degli oggetti che i bambini s’infilano nel naso. Gli oggetti infilati
nel naso sono quelli che preoccupano maggiormente perché possono ostruire
le vie aeree, causare infezioni e creare difficoltà nella rimozione. I
bambini, talvolta, si vergognano di confessare di essersi infilati un oggetto
nel naso e quindi i genitori si rendono conto del problema dopo un
sanguinamento persistente, secrezione maleodorante, difficoltà
respiratorie o
respiro rumoroso dal naso.
In questi casi, si sconsiglia di rivolgersi al bambino in
modo brusco chiedendo spiegazioni al riguardo, poiché
il piccolo potrebbe negare di aver inserito qualcosa
nel naso per evitare un’eventuale punizione.
Questo potrebbe inoltre tradursi in un ritardo della
scoperta del corpo estraneo e in un aumento del
rischio d’insorgenza di complicazioni.
CORPI ESTRANEI NEL NASO,
NELL’ORECCHIO, NELL’OCCHIO
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La tecnica, messa a punto dal medico di Medicina Generale del New Jersey
Vladimir Ctibor nel 1965, consiste in questo:
la madre del bambino – o il padre, o comunque un adulto che ha la piena
fiducia del bambino – pone la sua bocca su quella del bambino come se
dovesse eseguire una rianimazione cardiopolmonare, occlude la narice libera
del bambino con un dito, espira lievemente fino a che non avverte la
chiusura della glottide del bambino e a quel punto soffia con decisione. La
bolla d’aria insufflata nella bocca del bambino trova sfogo nel nasofaringe e
entra con forza nella narice occlusa, espellendo l’oggetto estraneo dalla
cavità nasale.
TECNICA MOTHER’S KISS
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I corpi estranei in tale sede abitualmente sono suddivisi in animati (insetti o larve di
mosche o zecche) e/o inerti ( perle, sassolini, chicchi di grano, giochini , parti di cotton-
fioc, ecc). Alcuni, di natura igroscopica come i semi, vanno incontro a rigonfiamento
per l'umidità del condotto uditivo esterno rendendo più difficile la rimozione.
Le lesioni da corpo estraneo possono anche determinare lacerazioni della membrana
timpanica /come talora può succedere con il cotton fioc. La maggior parte degli oggetti
che finisce nelle orecchie, viene inserita volontariamente dai bambini.
Il dolore è il sintomo più comune. Se l'oggetto arriva a ostruire gran parte del condotto
uditivo, è possibile sperimentare una diminuzione dell'udito che interesserà il lato
colpito.
I sintomi sono abitualmente otalgia, fuoriuscita di sangue dall'orecchio, ipoacusia,
senso di ovattamento auricolare, prurito, rimbombi, ronzii.
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• Nel caso in cui si tratti di un insetto portate il bambino in una stanza buia e si
posiziona una piccola luce vicino al condotto auricolare e, talvolta, l'insetto
esce da solo. Se questa manovra fallisce irrigare con acqua il canale
utilizzando una siringa senza ago.
• Rassicurare il bambino.
Cercare di rimuovere l'oggetto inserendo pinzette o qualsiasi altro oggetto.
(Queste manovre potrebbero spingere il corpo estraneo ancora più in profondità
e rendere più difficile la manovra di estrazione per il pediatra).
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I corpi estranei che possono entrare nell’occhio possono essere granelli di
polvere, sabbia o moscerini oppure schegge di metallo, vetro o legno.
Se l’oggetto estraneo è una particella, i sintomi possono comparire
immediatamente, oppure a distanza di 1-2 giorni: dolore, senso di fastidio
alla luce, sensazione di corpo estraneo nell’occhio che lacrima ed è
arrossato.
In alcuni casi l’oggetto può causare un’emorragia
all’occhio ben evidente, che si manifesta con
una macchia rossa da rottura di capillari sanguigni
(vedi foto).
In caso di sostanza chimica, IL bambino piange
e si strofina spesso l’occhio, che è arrossato e brucia.
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Nel caso di ciglia, sabbia, moscerini lavare accuratamente l’occhio,
distanziando delicatamente le palpebre facendo guardare il bambino
verso destra e verso sinistra, in alto e in basso e nel frattempo
esaminare l’occhio.
Qualora la manovra non desse risultati provate a rimuovere il corpo
estraneo con una compressa di garza umida o con l’angolo di un
fazzoletto di stoffa o carta pulito. Se non si ottengono risultati
rivolgersi al Pronto Soccorso.
Strofinare l’occhio.
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Un'abrasione corneale è una lesione della cornea.
Compare dolore, spesso intenso, arrossamento, bruciore,
lacrimazione, fotofobia, visione offuscata, fotofobia (la luce
dà fastidio).
L'abrasione corneale va trattata rapidamente in quanto può
guarire in 24-72 ore ma se non o maltrattata può evolvere in
ulcera, erosione e causare lesioni permanenti.
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• Rimuovere eventuali corpi estranei.
• colliri ad azione antidolorifica ed eventuale terapia
antibiotica.
• In linea di massima l’occhio leso va rivalutato entro 24-
48 ore
• Non tentare di rimuovere un oggetto se è penetrato
profondamente nel bulbo oculare, anche se è di grandi
dimensioni ed impedisce di chiudere l'occhio.
• Non sfregare gli occhi dopo un infortunio: può
peggiorare l'abrasione corneale.
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ECCHIMOSI E EMATOMI
Ai bambini capita spesso di avere dei traumi (contusioni) causati da
contatto violento contro sbarre, altalene e anche tra di loro. Il risultato è la
formazione di una ecchimosi o di un ematoma. Se il trauma è al capo, tali
lesioni formano il “bernoccolo”.
La pelle, grazie alla sua elasticità, rimane integra mentre al di sotto di essa
si rompono piccoli vasi sanguigni sottocutanei. Il sangue fuoriuscito dai
capillari lesionati rimane quindi intrappolato sotto la cute e può infiltrarsi
negli interstizi dei tessuti circostanti creando un'ecchimosi oppure può
raccogliersi, formare un coagulo e dare origine ad un ematoma.
Ecchimosi: versamento di sangue negli interstizi dei tessuti, in seguito a
rottura, per trauma, dei vasi in essi contenuti. La cute assume aspetto prima
rosso-viola, poi verdastro, quindi giallo-bruno.
Ematoma: è una raccolta di sangue fuoruscito dal sistema circolatorio e
localizzata in un tessuto o in una cavità dell'organismo.
Le contusioni possono avvenire a livello cutaneo (le più frequenti),
muscolare, tendineo, osseo.
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EPISTASSI (sanguinamento dal naso)
L’epistassi è un’evenienza estremamente frequente a tutte
le età, ma soprattutto nel bambino in quanto la mucosa del
naso e i capillari sono ancora più delicati e sensibili ai
microtraumi. Nella maggior parte dei casi l’epistassi è
causata dalla rottura di piccoli e fragili vasi sanguigni della
parte antero-inferiore del setto nasale favorita da:
• varici del setto nasale;
• traumi nasali;
• rinosinusiti virali o batteriche;
• presenza di corpi estranei;
• dita nel naso;
• coagulopatie, affezioni genetiche, assunzioni di farmaci
antinfiammatori non steroidei.
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• Tranquillizzare il bambino.
• Farlo piegare su un lavandino e aprire il rubinetto in modo che l’acqua porti
via senza sosta il sangue.
• Premere la narice interessata sul setto nasale per qualche minuto.
• Tenere il bambino con la testa in avanti per evitare un’ingestione di sangue.
• Applicare del ghiaccio (o acqua fredda) sulla fronte o alla radice del naso.
• Reclinare il capo indietro.
• Far soffiare o toccare il naso per almeno un’ora.
• Farlo sdraiare. La posizione determina il reflusso del sangue in gola
e favorisce gli attacchi di vomito.
• Applicare cotone o garze all'interno delle narici: il tessuto verrebbe
inglobato dal coagulo, che potrebbe essere portato via quando
viene tolta la medicazione dalla narice.
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FERITE, ABRASIONI ED ESCORIAZIONI
L’abrasione (foto) è una lesione superficiale della pelle causata da un trauma che
colpisce di striscio la superficie del corpo, senza fuoriuscita di sangue. Può essere
provocata da una lama che, con un movimento radente, asporta gli strati più superficiali
della cute o da una caduta.
I sintomi sono: dolore, striature sanguinanti, cute
arrossata, gonfiore.
L’escoriazione è una ferita dove la cute viene lacerata a causa della sua
compressione e strofinamento tra una superficie ruvida e l’osso. La zona interessata
si presenta sanguinante e tumefatta.
La ferita è una lesione di continuo della pelle, che può essere superficiale e interessare solo
la cute o essere profonda e interessare i tessuti sottostanti fino ad arrivare dal sottocutaneo
ai muscoli, ai tendini e alle ossa o agli organi interni. Ci sono diversi tipi di ferite:
ferita da punta (provocata da oggetti appuntiti);
ferita da taglio (provocata da oggetti taglienti, con bordi regolari).
Ferita da taglio
ferita lacera (provocata da oggetti taglienti, con bordi irregolari, talora scollati);
ferita lacero-contusa (provocata da oggetti taglienti, con bordi irregolari e con sottostante
contusione e da morsi).
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Usare fascia, acqua e sapone, ovatta o garza sterile oltre a
guanti sterili Importante è cercare di tranquillizzare il bambino,
• lavarsi con cura le mani prima di iniziare la medicazione;
• indossare guanti;
• far sanguinare la ferita sotto acqua corrente;
• pulire la ferita (o l’abrasione o l’escoriazione) con acqua e
sapone o acqua ossigenata o con acqua corrente;
• tamponare con garza sterile per arrestare l’emorragia se
presente;
• in caso di sanguinamento abbondante fasciare la ferita,
applicare del ghiaccio o usare del ghiaccio pronto per l’uso sulla
medicazione;
• qualora la ferita interessi un arto, porlo in posizione superiore
a quella del cuore per ridurre l’emorragia;
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• quando l’emorragia si arresta utilizzare, se la ferita
è poco estesa e i bordi sono regolari, i cerottini “Steri
Strip”.
• coprire con cerotto chiuso sui 4 lati o con garza
sterile e bendaggio;
Occorre ricordare sempre che qualsiasi ferita può
essere infettata dal bacillo del tetano e quindi
verificare l’avvenuta esecuzione della vaccinazione
antitetanica, oltre ad un’accurata pulizia e alla
disinfezione della ferita per evitare infezioni.
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Laceration
Abrasion
Puncture
Lacerazione
o taglio
1. Pulisci la ferita con acqua e sapone neutro o soluzione a
base di cloro ( ad es. Amuchina) diluita allo 0.05%
2. Usa una garza pulita per tenere premuta la parte.
3. Applica un bendaggio stretto con benda sterile
Abrasione
1. Pulisci la ferita con acqua e sapone neutro o Acqua
ossigenata
2. Usa una garza pulita per tenere premuta la parte.
3. Usa una crema antisettica per evitare le infezioni
4. Applica un bendaggio sterile non costrittivo
Ferita
penetrante
**Se la ferita è profonda o in un’area critica, lascia l’oggetto
pungente in sede , chiama il 118 e immobilizza la parte. NON
RIMUOVERE L’OGGETTO**
1.Solo nelle punture minori, rimuovere l’oggetto
2.Usa una garza sterile per comprimere la parte
3.Applica un bendaggio sterile
Come intervenire?
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Abbassamento della temperatura sotto i 35 ° C.
Alla comparsa del disturbo si possono riscontrare:
• pallore, pelle fredda e arrossata;
• brividi e tremori;
• senso di spossatezza;
• disorientamento;
• sonnolenza (dovuta a un’insufficiente ossigenazione del
cervello);
• respiro lento e superficiale. Se è in forma lieve, l’ipotermia
è una condizione reversibile, se in forma grave (temperatura
corporea sotto i 30 ° C) può essere fatale.
IPOTERMIA
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• Se il bambino ha indosso abiti bagnati, levarglieli e coprirlo
immediatamente con coperte o altri indumenti caldi e asciutti. Fare in modo
che abbia la testa coperta.
• Spostare tempestivamente il bambino in un luogo riparato o, se possibile,
in un ambiente caldo.
• Se si è all’aperto, isolare il bambino dal terreno e, se possibile, coprirlo con
fogli di giornale o coperte.
• Scaldare immediatamente il bambino con ogni mezzo, incluso il calore di un
altro corpo a contatto, sia essere umano sia animale (anche il cane o il gatto
di casa possono dare una mano), a partire dal tronco.
• Somministrare bevande calde come tè, latte o tisane o alimenti molto
energetici come il cioccolato.
• Mantenere il bambino sveglio fino a quando non arrivano i soccorsi.
• Monitorare i segni vitali.
• Non ridare calore con l’alcol (adolescente, giovane, adulto), perché
dilatando i vasi sanguigni favorisce la dispersione del calore, peggiorando
l’ipotermia.
• Non sistemare il bambino troppo vicino a una fonte di calore.
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La tracina vive in acque poco profonde, nella sabbia, con
l’abitudine di nascondersi, mimetizzandosi, sui fondali
sabbiosi, appena sotto la superficie. Se calpestata si
viene a contatto delle pinne dorsali, contenenti aculei
velenosi.
Il dolore è acuto, definito atroce, sproporzionato
rispetto alla semplice lesione cutanea;
progressivamente, nel giro di 30 minuti, può risalire
lungo l’arto sino all’inguine. Può durare 16-24 ore.
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• Rimuovere eventuali frammenti visibili di spine,
• Pulire la ferita; se possibile immergere
immediatamente (non perdere minuti preziosi)
la parte colpita in acqua molto calda salata a
40 ° C (fino a sopportazione). Le tossine di natura proteica sono, come
quasi tutte quelle dei pesci, termolabili (cioè si alterano sotto l’azione del calore).
• Per ritardare la diffusione del veleno si può
applicare un laccio emostatico al di sopra della
zona colpita, avendo l’attenzione di allentarlo
per 90-120 secondi ogni 10 minuti, per non
arrestare il flusso arterioso.
• Non applicare acqua fredda, specialmente se
dolce.
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Tranquillizzare il bambino.
• Lavare la ferita con acqua di mare, molto calda a 40 ° C, fino a sopportazione.
• Se vi sono ancora dei residui della medusa sulla pelle, non usare le mani nude per
toglierli. Utilizzare delle pinze, un legnetto o una carta di credito o simili.
• Applicare un impacco sulla zona lesionata (10-15 minuti) di aceto, eventualmente
diluito al 50% con acqua di mare tiepido-calda.
• Applicare un gel al cloruro di alluminio.
• Tenere la parte urticata all’ombra.
• Spalmare una crema cortisonica.
• Non usare acqua dolce o ghiaccio perché potrebbero favorire l’apertura delle
sacche urticanti della medusa (nematocisti) ancora presenti sulla pelle.
• Non strofinare con sabbia né utilizzare
MEDUSE
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Ogni anno
Ovviamente, più il cane è grande, più
pericoloso è il morso (di solito è una lesione da
schiacciamento e, talvolta, una lacerazione);
In caso di graffio di gatto, non è infrequente osservare nei
giorni successivi, ma anche dopo 20 giorni, un rigonfiamento
dei linfonodi satelliti, cioè quei linfonodi che drenano la linfa
dell’area interessata dal graffio (o dal morso). Talvolta i
linfonodi si arrossano o sono dolenti e compare febbre
elevata: può trattarsi della “malattia da graffio di gatto”.
Non si tratta di nulla di particolarmente grave, ma è una
malattia che va diagnosticata e curata e potrebbe essere
necessario un antibiotico.
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Pulire accuratamente e con abbondante irrigazione le ferite
e disinfettarle.
• Elevare l’arto colpito per ridurre il rischio d’infezione,
soprattutto per le ferite alla mano (mantenere
l’immobilizzazione e l’elevazione il più a lungo possibile).
• Se la ferita è profonda e lacerata è necessario recarsi al
Pronto Soccorso.
• Disinfettare più volte nei giorni successivi le ferite da
morso poiché stentano a cicatrizzare e tendono a infettarsi.
• Se il bambino è aggredito o morso da un animale selvatico
e/ o domestico in territori a rischio, è necessario lavare
subito la ferita per almeno 15 minuti con abbondante acqua e
sapone e recarsi al Pronto Soccorso per la medicazione e, se
necessaria, la somministrazione del trattamento vaccinale
antirabbico post-contagio.
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MORSI DI SERPENTE
In Italia l’unico serpente velenoso tra quelli nativi è la vipera .
I sintomi si manifestano poco dopo il morso.
Se non si sono verificati sintomi entro mezz’ora dal morso, è
ragionevole pensare che
- non si trattasse di un serpente velenoso,
- che il serpente non sia riuscito a iniettare il veleno oppure
- che si trattasse di un animale in età avanzata il cui organismo non
possedeva più o quasi più veleno.
In genere, il morso della vipera lascia due segni
di puntura nell’area della ferita.
Il morso causa dolore immediato, seguito da tumefazione e dalla
formazione di vesciche. Tra i sintomi causati dal morso figurano
nausea e capogiri, aumento di salivazione e sudorazione.
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• Se un bambino è morso cercare di identificare il colore e le
dimensioni del serpente, nonché la forma della testa e il metodo di
attacco per facilitare il trattamento.
• Cercare di mantenere calma e ferma la persona che è stata
morsa: non deve camminare o muoversi, per ritardare la diffusione
del veleno nel caso si tratti di un serpente velenoso. Chiamare il
112 prima possibile.
• Nel caso il soccorso non sia immediato, usare le seguenti
precauzioni: far stendere o sedere la persona in modo che il morso
resti sotto il livello del cuore, mantenendola calma e ferma, e
coprire il morso con UNA GARZA.
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• Non consentire al bambino di muoversi e agitarsi né dargli
da mangiare o bere.
• Non utilizzare acqua insaponata attorno all’area del morso.
• Non lasciare bende strette sulla ferita troppo a lungo.
• Non applicare ghiaccio sulla ferita.
• Non utilizzare dispositivi “aspira-veleno” perché richiedono
manualità e precisione difficile da mantenere nelle
emergenze.
• Non incidere la ferita o applicare un laccio in quanto sono
operazioni che dovrebbero essere eseguite da persone
esperte, per non creare complicazioni.
Il siero antiofidico è disponibile solo in
ospedale e l’uso deve essere attentamente
valutato per il rischio di reazioni allergiche
gravi.
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Punture di insetti e aracnidi
Talvolta, a causa di una sensibilizzazione allergica a uno dei componenti
della saliva stessa, possono essere responsabili di reazioni più accentuate
locali e/ o generali.
Le punture d’insetto provocano un rigonfiamento della pelle di dimensioni
variabili. La pelle si presenta infiammata, arrossata e generalmente è
possibile riscontrare al centro di ogni lesione una crosticina puntiforme che
corrisponde al punto d’inoculazione.
Il dolore e la reazione locale possono durare anche alcuni giorni, e talvolta
sono associati a orticaria e prurito.
Gli insetti in grado di aggredire l’uomo sono numerosissimi. I più comuni,
soprattutto in un contesto urbano, sono le zanzare, ma non bisogna
trascurare anche quelli che non volano. Tra questi le cimici, le pulci e le
zecche. Le punture d’insetto avvengono nel periodo estivo e autunnale, ma
negli ultimi anni, con la comparsa di nuove specie, si assiste alla presenza
d’insetti anche in altri periodi dell’anno e in habitat solitamente non adatti a
questi insetti (zanzare tigre, per esempio).
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PUNTURE DI API, VESPE, CALABRONI E BOMBI
Di solito le punture delle vespe e delle api non sono pericolose, anche se
molto dolorose. In rari casi però, quando il bambino è allergico al loro
veleno, si possono avere gravi reazioni con shock anafilattico.
Le vespe non lasciano mai il pungiglione ed è questo il motivo per cui
una sola vespa può causare punture multiple.
Le api invece hanno un pungiglione rostrato che si spezza e rimane
infisso nella cute, con la conseguente morte dell’ape.
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• Pulire bene la zona con acqua fredda e mettere ghiaccio
per alleviare il dolore.
• In caso di una reazione locale usare una crema
antinfiammatoria (gel al cloruro di alluminio al 5%: MOST)
mentre se si presenta una reazione infiammatoria intensa
usare creme al cortisone.
• Cercare di rimuovere il pungiglione con un coltello
(rovesciato dalla parte della lama che non taglia) o con una
chiave o una card: “strusciare” la lama sulla pelle, intorno
alla zona dove l’insetto ha punto il bambino, quando la lama
“incontra” il pungiglione fare leva delicatamente in modo da
estrarre il pungiglione senza schiacciarlo.
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PUNTURE DI ZECCA
Frequente da aprile a ottobre
I rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre
infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori di germi.
Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza
contenente principi anestetici.
Generalmente rimangono come parassiti nell’organismo dell’ospite
per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere
spontaneamente.
Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse
perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente
proporzionale alla durata della permanenza del parassita
sull’ospite.
Bisogna comunque tenere presente che solo una percentuale
d’individui è portatore d’infezione.
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• Afferrare la zecca con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla
superficie della pelle, e tirarla con decisione ma con altrettanta delicatezza,
lentamente e costantemente con un movimento di rotazione per evitare di
romperla (o usare pinze per rimozione delle zecche).
• Durante la rimozione prestare la massima attenzione a non
schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che
aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni.
• Spesso il rostro rimane all’interno della cute: in questo caso
deve essere estratto.
• Disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con
un disinfettante non colorato.
• Evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di
rimuoverla: le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate.
• Distruggere la zecca, possibilmente bruciandola.
• Alla rimozione della zecca dovrebbe seguire un periodo di osservazione della
durata di 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi
d’infezione. (alone rossastro che tende ad allargarsi e/o febbre, mal di
testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi).
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Non utilizzare alcol, benzina, acetone, trielina,
ammoniaca, olio o grassi, oggetti arroventati,
fiammiferi o sigarette o altro per rimuoverla: la
sofferenza indotta alla zecca potrebbe provocare
vomito e quindi reflusso di sangue dentro il corpo del
bambino.
• La somministrazione di antibiotici per uso sistemico
nel periodo di osservazione è sconsigliata, perché può
mascherare eventuali segni di malattia e rendere più
complicata la diagnosi.
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PUNTURE DI RAGNO
In Italia esistono quattro specie di ragni velenosi:
- il ragno bruno solitario (detto anche ragno violino per la caratteristica
macchia scura sul carapace a forma di un violino),
- la tarantola ,
- il ragno dal sacco giallo e
- la malmignatta.
Mentre il primo può essere anche mortale (soprattutto in bambini
piccoli), il morso della tarantola è meno pericoloso di quanto si pensi,
limitandosi in genere a dare una grossa lesione sulla parte colpita.
Il morso della malmignatta è indolore, mentre il morso del ragno dal
sacco giallo produce un dolore acuto di tipo urente (tipo puntura di
vespa). Tutti gli altri tipi di ragno, a cominciare dal ragno domestico,
sono innocui, anche se sono responsabili di molte di quelle punture
apparentemente inspiegabili che i bambini spesso presentano al risveglio.
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Nel caso di morso di ragno domestico la pelle
presenta una zona arrossata e più o meno gonfia
a seconda della sede (tipico il gonfiore della
palpebra al risveglio del bambino).
• applicare un cubetto di ghiaccio o del cotone
imbevuto di acqua fredda;
• ripulite accuratamente il letto e la camera del
bimbo.
• Pomata cortisonico antibiotica
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Nel caso di morso di ragno violino entro 4-8 ore nella zona
cutanea colpita compare dolore locale e si formano delle
vesciche; la parte centrale appare
infossata e assume un colore bluastro;
Nel caso di morso di una tarantola sono
evidenti sulla pelle 2 fori e solo più tardi
la cute diventa dolente, bluastra e si ulcera.
Nel caso di morso della malmignatta e del
ragno dal sacco giallo potrebbero insorgere sintomi sistemici
quali dolori addominali, rigidità degli arti, sudori freddi,
nausea, vomito, febbre, cefalea e, nei casi più gravi, perdita
dei sensi. I casi mortali sono molto rari.