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Dott.	Alberto	Ferrando	
Prof.	a	contratto	in	Pediatria	ambulatoriale
PEDIATRA
Coordinatore		Garanti	dell’Infanzia		UNICEF
Pres.		Ass.	pediatri	Extraospedalieri liguri	(APEL)
-www.apel-pediatri.org
-www.ferrandoalberto.blogspot.it
-aferrand@fastwebnet.it
-3388687583€ 18,90www.edizionilswr.it
ISBN 978-88-6895-411-6
9 7 8 8 8 6 8 9 5 4 1 1 6
A.FerrandoPrimoSOCCORSOpediatrico
ALBERTO FERRANDO
Primo SOCCORSO
pediatrico
Cosa sapere, che cosa fare, cosa non fare.
Manuale per i genitori, i nonni e tutti coloro
che vivono a contatto con i bambini
Primo SOCCORSO pediatrico
“E ora cosa devo fare?” Quando capita un incidente o si manifesta improvvisamente una
malattia,il genitore,o chi è a contatto con il bambino,è giustamente preoccupato,talvolta
non sa cosa fare e avverte la necessità di avere indicazioni utili su come intervenire.
Questo libro è una prima risposta ai quesiti dei genitori. Non sostituisce il ricorso al
pediatra e al Pronto Soccorso, ma fornisce consigli utili da mettere subito in pratica, a
seconda anche della gravità degli eventi. Semplice e chiaro, questo manuale spiega la
malattia o l’incidente, le prime cure da eseguire nell’urgenza e nell’emergenza, i primi
interventi da conoscere e attuare: dalla ferita più lieve alla febbre, fino agli incidenti
e alle malattie gravi, come l’arresto cardiaco, il soffocamento da corpo estraneo o la
meningite.Per ogni situazione sono evidenziati gli elementi di allerta e di preoccupazione
e, in base alla gravità, le decisioni corrette da assumere tra aspettare e provvedere in
autonomia, chiamare il pediatra, chiamare i servizi di emergenza, praticare le misure di
primo intervento.
L’autore
Alberto Ferrando, Pediatra, Presidente della Associazione Pediatri
della Liguria, è autore e coautore di oltre 100 pubblicazioni e testi
scientifici. Blogger, opinionista ed editorialista sui temi della pediatria
e della famiglia, è già autore per Edizioni LSWR del bestseller Come
crescere mio figlio. www.ferrandoalberto.eu,ferrandoalberto.blogspot.it
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“Un	caso	indimenticabile”
Meditazioni,	a	distanza	di	tempo,	su:
- Rapporti	con	la	famiglia
- Informazioni	alla	famiglia
- Aggiornamento	professionale
- Comportamento	per	le	urgenze
- Rapporti	con	i	colleghi
- Deontologia	professionale
- Aspetti	Medico	legali
1996
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Gli	antefatti:
B.	di	circa	4	anni	in	terapia	con	barbiturici
per	pregressa	convulsione	febbrile	(allʼetà
di	2	anni).
Controllo	in	studio	per	bilancio	di	salute:
la	mamma	chiede	se	sospendere	la	terapia
barbiturica.	Sono	tentato		in	quanto	la	b.	non	
ha	avuto	episodi	convulsivi	da	oltre	2	anni,	
lʼEEG	è	nella	norma	da	sempre	(come
lʼobiettività	clinica).
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Il	fatto	(a	casa):
ore	20,	sono	tornato	a	casa	da	pochi	minuti,	
squilla	il	telefono.	La	mamma	angosciata
mi	dice	che	la	bambina	ha	una	convulsione
(con	febbre).
Mi	chiede	di	andare	a	visitarla.
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Riflessione:	
- La	b.	abita	sulle	alture	di	Genova	partendo	subito	potrei	arrivare	in	10-15	minuti.
Nel	frattempo	probabilmente	la	convulsione	è	
terminata:	
....	le	dico	di	portare	la	b.	al	Gaslini	(semmai	ci	vediamo	lì).
La	mamma	è	perplessa,	vorrebbe	subito	il	medico	a	casa,	sento	qualcuno	che	dice	che	la	b.	
vomita........Insisto	per	farla	portare	in	ospedale.
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La	telefonata	al	P.S:
Avviso	il	collega	di	guardia	medica	al		
P.S.,	mi	scuso.	Mi	
ricordo	di	avergli	detto:	quando	arriverà	lì	
la	convulsione	sarà	terminata.
Nuova	telefonata	al	P.S.:
Mi	risponde	subito	il	collega.	Parole
testuali: “ è	giunta	cadavere!”
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Vado	al	P.S.,	incontro	
il	padre,	mi	dice:
“non	vada	da	mia	moglie,	
è	arrabbiata	con	lei”
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Lʼautopsia:
Soffocamento	da	ostruzione
a	livello	del	“carrefeur”
tracheale	da	cibo	(prosciutto
cotto)
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Injury	Deaths	Compared	to	Other	Leading	Causes	of	Death	for	Persons	Ages	1-44,	United	States,	2007*
•Injury	FactsMore	than	180,000	deaths	from	injury	each	year	— 1	person	every	3	minutes	
•Leading	cause	of	death	for	people	ages	1-44	in	the	US1	
•More	than	2.8	million	people	hospitalized	with	injury	each	year
•More	than	29	million	people	treated	in	Emergency	Department	for	injury	each	year
•More	than	$406	billion	annually	in	medical	costs	and	lost	productivity
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FATTORE DETERMINANTE....
....IL TEMPO!!!
15” PERDITA DI COSCIENZA
45-60” ARRESTO RESPIRATORIO
4’ DANNI CEREBRALI REVERSIBILI
6’ DANNI CEREBRALI IRREVERSIBILI
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Quando qualcuno si ferisce o si ammala
d'improvviso c'è un periodo critico, prima
dell'arrivo del medico o dell'ambulanza,
che è della massima importanza
Quel che voi fate - o non fate – in
questo intervallo può essere questione
di vita o di morte.
Il PRIMO SOCCORSO è l'aiuto che potete prestare
finché non interviene il medico. E' un dovere verso
voi stessi, verso i vostri familiari e i vostri vicini
conoscere e capire i semplici provvedimenti che, in
caso d'incidente o di malore improvviso, possono
essere adottati con prontezza e intelligenza.
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Chiamata	di	Emergenza
Manovre	consigliate	su	soggetto	NON	TRAUMATIZZATO
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Primo soccorso
• Il	primo	soccorso	può	consistere	
nell’applicazione	di	un	cerotto	o	nel	
sostegno	delle	funzioni	vitali	con	manovre	
rianimatorie.
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n Controllare	la	sicurezza	ambientale
n Rassicurare	l’infortunato	e	gli	eventuali			
spettatori	
n Chiedere	agli	intervenuti	di	aiutare
n Stabilire	le	priorità	e	valutare	le		
necessità	dell’infortunato	
n Mandare	a	chiedere	aiuto	
La	prima	persona	che si trova sulla scena di	
un	incidente deve:
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1.	Controlla il pericolo
2.	Controlla la	coscienza
3.	Chiama il 118/112
4.	Dai	le	prime	Cure RICORDA:
CONTROLLA
CONTROLLA
CHIAMA
CURA
Le	4	C	del	primo	soccorso
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• Rispondere	con	calma	alle	domande	poste	dall’operatore
• Fornire	il	proprio	recapito	telefonico
• Spiegare	l’accaduto	(malore,	incidente,	etc.)
• Indicare	dove	è	accaduto	(Comune,	via,	civico)
• Indicare	quante	persone	sono	coinvolte
• Comunicare	le	condizioni	della	persona	coinvolta:	risponde,	
respira,	sanguina,	ha	dolore?
• Comunicare	particolari	situazioni:	bambino	piccolo,	donna	in	
gravidanza,	persona	con	malattie	conosciute	(cardiopatie,	asma,	
diabete,	epilessia,	etc.)
Come chiamare il 112
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• http://www.salute.gov.it/servizio/documenti/centri_a
ntiveleni.pdf
Numeri utili
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Posizione laterale di sicurezza
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Gentile	Dott.	.........,
le	racconto	brevemente	cosa	e' accaduto	a	mio	figlio	Alessandro	di	19	
mesi.
Mentre	stava	mangiando	un	filetto	di	orata	al	forno,	all'improvviso	si	è	
messo	a	piangere,	io	e	mio	marito	ci	siamo	avvicinati	pensando	ad	una	
lisca	ma	il	bambino	all'improvviso	ha	smesso	di	piangere	ed	è	
diventato	tutto	rosso	in	viso.	Mio	marito	lo	ha	preso	subito	in	braccio,	
io	lo	guardavo	pensando	ad	una	apnea	da	pianto	ma	il	bambino	stava	lì	
con	bocca	aperta,	le	braccia	protese	in	alto	diventando	sempre	più	
viola	in	viso.
Questione	di	pochi	secondi	durante	i	quali	nella	mia	testa	mi	ripetevo	
"tranquilla,	adesso	respira..."	ma	il	bambino	diventava	sempre	più	viola!
Mio	marito	era	impietrito,	gli	ho	lanciato	uno	sguardo	e	glielo	ho	
strappato	dalle	braccia,	mi	sono	inginocchiata	a	terra	ed	ho	effettuato	la	
manovra	che	le	sue	valide	infermiere	mi	avevano	insegnato.
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Dopo	tre	vigorosi	colpi	il	bambino	ha	sputato	un	boccone	ed	ha	
iniziato	a	piangere!
Non	credevo	proprio	che	sarebbe	potuto	accadere	a	
me!
Quando	il	bambino	ha	iniziato	a	piangere	l'ho	preso	in	braccio	per	
coccolarlo,	io	e	mio	marito	ci	guardavamo	solo	negli	occhi	senza	
riuscire	a	proferire	parola.
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Il	mio	cuore	batteva	talmente	forte	che	credevo	
uscisse	dal	petto!	Ho	tremato	vistosamente	per	
un	bel	po'	di	tempo!
Quando	il	mio	bimbo	si	è	calmato	sono	uscita	sul	terrazzo	per	respirare	
un	po’	di	aria	fresca,	ho	guardato	al	cielo	e	ho	ringraziato	Dio	e	il	Dott.	
..........
Se	non	avessi	fatto	la	lezione	sulla	manovra	non	so	come	avrei	reagito!
Con	queste	poche	righe	voglio	farle	giungere	il	mio	GRAZIE
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http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2015/08/08/ARJ3DAQF-virtuale_pediatra_salvato.shtml
Li avevo lasciati che sgranocchiavano una pannocchia bollita, ho
capito subito che la piccola stava soffocando ……..avrei voluto
solo piangere urlare ma poi invece ho fatto quello che avevo
imparato: la manovra antisoffocamento che ho visto mille volte
sul forum delle mamme di Genova». Si chiama “Manovra di
Heimlich”, Praticata su un manichino, nella realtà virtuale, da un
medico che lei non ha mai incontrato di persona. Lei ha dovuto
trovare la forza per praticarla su sua figlia, salvandole così la vita.
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Manovre di disostruzione da corpo estraneo
• Mette in bocca tutti gli oggetti che lo
interessano
• Conosce il mondo che lo circonda attraverso la
bocca
• Gioca e corre mentre mangia o tiene un
oggetto tra le labbra o in bocca
• Ha una dentizione ancora incompleta, non
consente una masticazione adeguata
• Talvolta ha una deglutizione scoordinata
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DATI	2007	SOCIETA’	ITALIANA	DI	PEDIATRIA	
MUORE		1	BAMBINO	A	SETTIMANA
IL SOFFOCAMENTO DA INALAZIONE CORPO ESTRANEO
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ANNEGAMENTO
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L’annegamento e il semiannegamento
• E’ tra le prime cause di mortalità accidentale
• Ogni anno l’annegamento è responsabile di circa 380.000
morti in tutto il mondo.
• Ogni anno in Europa circa 5.000 bambini tra 1 e 4 anni
muoiono per annegamento
• Considerando tutte le fasce d’età, i maschi muoiono
cinque volte di più delle femmine
• Nel mondo, i tassi più alti di annegamento riguardano i
bambini di età compresa fra 1 e 4 anni, seguiti dai
bambini di 5-9 anni di età.
(www.iss.it/binary/baaq/cont/Giustini.pdf )
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L’annegamento e il semiannegamento
• Fattori soggettivi e comportamenti errati:
• mancanza di controllo parentale per i bambini
• patologie preesistenti
• traumi cranici o della colonna vertebrale
• immersioni precedute da iperventilazione
• consumo di alcol
• sopravalutazione delle proprie capacità
Fattori ambientali sfavorevoli:
• freddo correnti e maree, venti,
• Piscina privata e mancanza di barriere
• coperture di ghiaccio, pendenza e stabilità dei fondali,
onde lungo la costa o in barca,
• scarsa trasparenza dell’acqua, ostacolo nella visibilità,
sovraffollamento di barche
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L’annegamento e il semiannegamento
Contrariamente alle credenze popolari, chi
rischia di annegare non si agita o grida aiuto.
Sopra a 6 anni
• galleggiamento verticale
• braccia estese lateralmente che battono e
schiaffeggiano l’acqua
• può andare sott’acqua e riemergere con la testa più
volte
Sotto a 6 anni
• galleggiamento in posizione prona
• con la faccia in acqua
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L’annegamento e il semiannegamento
• Anche	i	bambini	che	sanno	nuotare	possono	annegare
• Ruscelli,	fontane,	laghi	e	fiumi	sono	molto	interessanti	per	la	
maggior	parte	dei	bambini;	la	balneazione	è	spesso	vietata	e	non	
sono	quasi	mai	sorvegliati	da	bagnini
• È	importante	osservare	attentamente	tutti	i	bambini	vicino	all’acqua	
e	farlo	senza	distrazioni
• Le	piscine	private	vanno	protette	con	una	recinzione	e	con	un	
sistema	d’allarme	per	l’ingresso	in	acqua
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COSA FARE
L’evento deve essere trattato come un qualsiasi caso di arresto cardiaco.
• se la vittima respira metterla nella posizione laterale di sicurezza (vedi
Rianimazione cardiopolmonare).
• Se la vittima non respira eseguire il massaggio cardiaco e le respirazioni
precedute da 5 ventilazioni.
La posizione laterale di sicurezza non si adotta in caso di trauma cranico/cervicale, per esempio la vittima ha eseguito un
tuffo; in questo caso è meglio tenere sempre la colonna cervicale in asse rispetto al busto.
§ Sarebbe meglio far uscire la vittima dall’acqua in posizione orizzontale (sollevarlo
in verticale può causare, se non è ancora in arresto cardiaco, una grave
ipotensione se non l’arresto cardiaco stesso).
§ Chi non è impegnato nella rianimazione può pensare a togliere i vestiti bagnati e
coprire con molte coperte per prevenire le gravi ipotermie conseguenti alla lunga
immobilità in acqua.
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COSA NON FARE
Tentare di far uscire l’acqua dai polmoni con i
metodi usati in passato, è inutile poiché sempre
gli annegati non hanno molta acqua nei polmoni
(vi è un riflesso di laringospasmo che blocca
l’aspirazione di acqua) e perché questo
intervento può far perdere tempo prezioso di
rianimazione e può scatenare il vomito.
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BAGNO DOPO MANGIATO
La credenza che fare il bagno dopo mangiato determini una
congestione non è mai stata dimostrata.
- evitare comportamenti estremi quali quello di stare a digiuno per
2-3 ore, con il rischio di avere dei colpi di calore, o fare il bagno dopo pasto
abbondante e senza un adattamento graduale all’acqua.
- l'immersione in acqua deve essere graduale.
- evitare i tuffi da accaldati, per il rischio di sincope
determinata dal brusco cambiamento di temperatura.
- Consigliati pasti leggeri con alimenti facilmente digeribili.
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- anche un urto a 15 km/h può
essere fatale
- il 40% degli incidenti mortali si
verifica su percorsi inferiori ai 3
km, soprattutto in città.
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La forza d'urto
Nel caso di impatto a 50 Km/h un bambino del
peso di circa 15 kg produce una forza d’urto
pari a 225 kg: è impossibile trattenerlo con
le braccia!
Con cinture e seggiolini si riduce del 90% il
rischio di lesioni gravi o mortali.
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cose da evitare:
•Tenere il bambino in braccio
•Utilizzare un seggiolino danneggiato in un
incidente
•Dare da mangiare
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a	mensa	un	ragazzino	di	nome	FIlippo si	ostruiva e	perdeva	i	sensi	per	ostruzione	
totale	delle	vie	aeree.Prontamente Federico	(	un	suo	coetaeo che	aveva	fatto	il	corso	
)	interviene	in	pochi	secondi	ed	effettua	le	manovre	insegnate,	sotto	lo	sguardo	
incredulo	dei	compagni	impauriti	:	manovre	di	Heimlich e	pacche	dorsali.In meno	di	8	
secondi	"	l'insieme	di	carote"	che	avevano	ostruito	le	vie	aeree	escono	e	il	giovane	
Filippo	ricomincia	a	respirare
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11	maggio	2016
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LA	MANOVRA	DI	HEIMLICH	VA	INSEGNATA	
ALLE	FAMIGLIE	E	A	SCUOLA
Ma	perché	la	scuola	??
• Perché	ormai	passano	da	6	a	8	ore		a	scuola	
mediamente
• Pranzano	(	e	non	solo)	a	scuola
• Si	portano	dietro	snack	e	altro	che	abbiamo	visto	
pericoloso
• E’ sede	educazionale	per	definizione
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Katia	Parisi
Luigi	Nunziata
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Cause
ALIMENTARI
OGGETTI
BLSD
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Tipo	di	Ostruzione
PARZIALE COMPLETA
Tossisce
Emette suoni / Piange
Respira anche se con
difficoltà
Non tossisce
Non emette alcun suono
Smette di respirare
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Ostruzione
Bambino	/	Lattante	PARZIALE	
In questo caso cosa fare ?
La risposta è :
Nessuna manovra e
Incoraggiare a tossire
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Qualunque altro intervento
non indicato da Linee
Guida Internazionali è
PERICOLOSO e
SCONSIGLIATO
Ostruzione
Bambino	/	Lattante	PARZIALE
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Se	il	bambino/lattante:
• non	riesce	a	respirare
• Tossire
• emettere	suoni
• cambia	rapidamente	colorito	il	viso
• mette	le	mani	intorno	al	collo
• seguite	gli	step per	soccorso	in	caso	
di	soffocamento
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COSA NON FARE
• Non scuotere il bambino
• Non mettere il bambino a
testa in giù
• Non mettere le dita in gola
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25/02/2017
Queste	sono	le	
indicazioni	appese	
su	un	cartellone	di	
una	struttura	
genovese	in	
caso	di	
soffocamento...😣
😣😣😣
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Catena del soccorso
nellʼostruzione da corpo estraneo
Riconoscimento Precoce dell’ostruzione
da corpo estraneo
Prevenzione
RCP Precoce
Esecuzione delle Manovre di
Disostruzione
Corretta attivazione
dei soccorsi
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Età Peso Lunghezza
<1	anno <10	Kg <75	cm
Oltre 1 anno fino
alla pubertà
75-160	cm10-50	KgBambino
Lattante
Pazienti Pediatrici
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Ostruzione COMPLETA Bambino Cosciente
Non tossisce
Non emette alcun suono
Smette di respirare
Segno delle: “Mani intorno al collo”
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Ostruzione
Cosa Fare ?
Chiama aiuto!
(Chiamata di aiuto generico)
COMPLETA Bambino Cosciente
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Ostruzione COMPLETA Bambino Cosciente
Con la mano
assicurare il capo del
bambino fissando la
mandibola
tra pollice indice
posizionati a “C”.
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Ostruzione COMPLETA Bambino Cosciente
Appoggialo sul
ginocchio facendo
in modo che diventi
un “piano declive”,
ed abbia la testa
posizionata verso il
basso.
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Ostruzione COMPLETA Bambino Cosciente
COMPRESSIONI
SUB-DIAFRAMMATICHE
(MANOVRA DI HEIMLICH)
ALTERNA
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Ostruzione COMPLETA Bambino Cosciente
ALTERNA
Continua alternando 5 colpi interscapolari e 5 compressioni
subdiaframmatiche fino a disostruzione avvenuta o
fino a bambino INCOSCIENTE
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Se il bambino /
Lattante
diventa
incosciente
Ostruzione Completa: Incosciente
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Cosa	Fare	?
Posiziona	su	un	
piano	rigido	
Ostruzione Completa: Incosciente
Effettua una MODICA estensione del capo
del Bambino e controlla il cavo orale
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Instaura la pervietà delle
vie aeree e rimuovi
eventuali corpi estranei
(con il dito ad uncino)
MA
solo se affioranti
(ben visibili e raggiungibili)
Ostruzione Completa: Incosciente
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Apertura delle Vie Aeree
Nel lattante posizione
neutra del capo e
sollevamento del mento
Nel bambino modica estensione
e solleva il mento
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Importanza dell’Estensione
Pervietà
No
Pervietà
Dopo pochi minuti di assenza di respiro
si avrà anche un arresto cardiaco !!!
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Attiva
Ostruzione Completa: Incosciente
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Trauma cranico
La maggior parte dei traumi cranici infantili è secondario
a incidenti da traffico, soprattutto, per inosservanza
delle più elementari regole di sicurezza: mancato o
scorretto utilizzo di seggiolini per auto e cinture
sicurezza. Nell’ambito domestico, il trauma cranico può
essere determinato da cadute da fasciatoi, tavoli o
seggiolone.
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Shaken baby syndrome
Alcuni traumi cranici sono causati dallo “scuotimento” del
bambino, in genere di età inferiore all’anno, che va sotto il
nome di “sindrome del bambino scosso” (Shaken baby
syndrome).
Si causa quando il bambino viene afferrato e scosso
violentemente come fosse una bambola, causando bruschi
movimenti del capo avanti e indietro. Lo “stiramento” dei
vasi sanguigni e dei nervi e il “dondolamento” del cervello
all’interno del cranio causano danni neurologici irreversibili
fino ad arrivare alla morte.
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FILMATO
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•	presenza	e	localizzazione	di	emorragie;	
•	livello	di	coscienza;	
•	perdita	di	memoria	(il	bambino,	se	grandicello,	ricorda	il	proprio	nome	e	
l’accaduto?);	
•	presenza	o	meno	di	mal	di	testa	e	gravità	del	dolore;	
•	nausea	o	vomito	(due	episodi	di	vomito	nelle	prime	2	ore	seguenti	il	trauma	
richiedono	un	controllo	medico);	
•	marcata	sonnolenza	e	svogliatezza;	
•	irritabilità;	
•	difficoltà	a	camminare,	parlare	o	stare	in	equilibrio;	
•	pupille	di	dimensioni	diverse	o	che	con	l’esposizione	alla	luce	diventano	più	piccole	
(vedi	disegno);	
•	comparsa	di	strabismo	
•	convulsioni;	
•	comparsa	di	stato	confusionale;	
•	alterazioni	della	vista	e/	o	del	respiro;	
•	sanguinamento	o	perdita	di	liquido	da	orecchie	e/	o	naso;	
•	comportamento	anomalo.
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Dati	epidemiologici	di	PS	dell’Istituto	“G.	
Gaslini”
Gli accessi per patologia traumatica (sempre stabili al
24-25% del totale) appaiono costanti nell’arco di
questi ultimi anni, malgrado i continui sforzi nella
divulgazione della Prevenzione degli incidenti, che
hanno consentito comunque una riduzione della
percentuale di traumi rispetto agli anni antecedenti
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ETIOLOGIA	TRAUMI
Incidente	domestico
45%
Gioco	all’aperto,	sport
33%
Asilo-Scuola													7%
Incidente	stradale
15%
Maltrattamento						- 1%
• Prevalenza	fascia	1-5aa
• in	genere	traumi	minori
• dinamica	+	frequente:	CADUTA
• BICICLETTA:	traumi	anche	gravi	e	poli- traumatismi	frequenti
• GIARDINI	PUBBLICI
in	aumento	di	frequenza	negli	ultimi	anni
Auto
Investimento	(pedone	o	bicicletta)
• spesso	T.C.	gravi
• spesso	politraumatismo
• abbastanza	rari	(>	sotto	2	aa.)
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TRAUMI	CRANICI/	CODICI	ROSSI
78
47
71
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Politrauma Trauma Tauma cranico
P.	Di	Pietro,	M.	Magnani,	E.	Piccotti	– DEA	IGG
Traumi	cranici	gravi	isolati:	36,22%
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TRAUMA	CRANICO
Problema	emergente
• TRAUMA CRANICO GRAVE E MEDIO GRAVE
Rendere sempre più tempestiva e ottimale l’assistenza a livello
territoriale e alla porta del P.S. per le patologie da trauma cranico
• TRAUMA CRANICO MINORE
Ridurre la ospedalizzazione;
Diminuire i tempi di degenza ospedaliera;
Contenere le indagini radiologiche
• Trauma cranico e pediatria di famiglia
• Dimissione precoce dal P.S. in caso di trauma cranico minore
• Prevenzione degli incidenti
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TRAUMA	CRANICO	MAGGIORE
Ø Perdita di coscienza prolungata
Ø Alterazione persistente stato di coscienza
Ø Segni neurologici focali
Ø Segni di frattura della base
RISCHIO	DI	
LESIONE
INTRACRANICA
30	– 80%
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RISCHIO	DI	
LESIONE
INTRACRANICA
<	5%
TRAUMA	CRANICO	MINORE
alla prima valutazione obiettiva
Ø normale stato di coscienza
Ø assenza di anomalie neurologiche di
segni neurologici focali
Ø assenza di segni clinici di frattura della base o
della volta complicata
± all’anamnesi
Ø perdita di coscienza transitoria
o transitoria letargia
Ø amnesia
Ø cefalea o vomito
Ø breve convulsione
AAP, 1999
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- il		predittore	più	forte	sembra	essere	la	perdita	di	coscienza
- sembrano	predittivi	anche	il	cefaloematoma	in	sede	non
frontale	(b.	<	2	anni)		e	la	dinamica	ad	alta	energia
- il	vomito	post	traumatico	pare	più	correlato	con	una	storia	di			
disturbi	ciclici
Anche se non è dimostrato che esista un dato clinico o un
insieme di dati clinici che permetta di individuare tutti i
bambini con lesione intracranica
- troppo poco studiata è la predittività di sintomi quali cefalea,
vertigini, convulsioni
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VALUTAZIONE	STATO	DI	COSCIENZA
GLASGOW	COMA	SCALE		(GCS)		e	
GCS	modificata	per	<	4	anni
- Apertura	occhi		 (1-4)
- Risposta	motoria		 (1-6)
- Risposta	verbale		(1-5)
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GLASGOW COMA SCALE
Singola prova Risposta Punteggio
Apertura Spontanea 4
occhi A stimoli verbali 3
Al dolore 2
Nessuna 1
Risposta Orientata 5
verbale Confusa 4
Parole inappropriate 3
Suoni non specifici 2
Nessuna 1
Risposta Obbedisce ai comandi verbali 6
motoria Risposta al dolore localizzato 5
Risposta al dolore 4
Risposta flessoria al dolore 3
Risposta estensoria al dolore 2
Nessuna 1
Valutazione dello stato di coscienza
Ist. G. Gaslini
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Comportamento Punteggio Comportamento Punteggio
APERTURA DEGLI OCCHI Piange per stimolo dolorifico 3
Spontanea 4 Lamenti per stimolo dolorifico 2
A stimoli verbali 3 Nessuna risposta 1
Al dolore 2 RISPOSTA MOTORIA
Nessuna risposta 1 Movimento spontaneo 6
RISPOSTA VERBALE Si ritrae a stimolo tattile 5
Vocalizza, sorride 5 Si ritrae a stimolo dolorifico 4
Pianto irritabile 4 Postura in flessione al dolore 3
Postura in estensione al dolore 2
Nessuna risposta 1
GLASGOW COMA SCALE modificata per le età 0-4 anni
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CLASSIFICAZIONE	CLINICA
TRAUMA	MINORE
Dati	anamnestici:	- asintomatico
- perdita	di	coscienza	istantanea	breve																		
(<1min)
- cefalea	transitoria
- vomito	(fino	a	2)	nelle	prime	2	ore
Dinamica	del	trauma: banale	o	media
Dati	obiettivi	all’ingresso:- GCS	o	PCS	=	15
- esame	neurologico	normale
- assenza	segni	cutanei	significativi
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1) BASSO RISCHIO DI LESIONE
tutte le seguenti condizioni devono essere presenti:
- dinamica a bassa energia
- asintomatico oppure • pdc di pochi secondi
• < 5 vomiti nelle prime 4-6 h
• cefalea non ingravescente
- non ematoma della volta in sede “non frontale”
TRAUMA	CRANICO	MINORE
- no accertamenti
- se asintomatico dimettere subito
- se sintomatico osservare fino a 3-4 ore dal trauma
e poi dimettere se risoluzione della sintomatologia
NB. Considerare il ricovero se età < ai 6 mesi, o famiglia
disagiata
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TRAUMA	CRANICO	MINORE
- perdita di coscienza superiore a pochi secondi (>30’’)
- GCS 13-14
- amnesia post-traumatica
- breve convulsione
- vomiti ripetuti (> 5 o persistente oltre 6 ore)
- cefalea ingravescente
2)	MEDIO	RISCHIO	PER	“SEGNI	CLINICI	SUGGESTIVI”
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INDICAZIONI	AL	RICOVERO
TRAUMA	CRANICO	MINORE
• Età	<	2	anni
• Sintomi	minori	presenti	(disturbi	neurovegetativi)
• Sospetta	frattura
• Dinamica	media
Esperienza	G.	Gaslini
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E’
L’OSSERVAZIONE	IN	
OSPEDALE	PER	12-24	ORE
UN’ALTERNATIVA	ALLA	TAC	IMMEDIATA
L.	Da	Dalt
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INDICAZIONI ALLA RADIOGRAFIA DEL
CRANIO
• Sospetto di frattura depressa o comminuta o
diastasata
• Sospetto di frattura soprattutto in sede a rischio di
sanguinamento (temporale o occipitale)
• Pregressa craniotomia e/o presenza di shunt
ventricolo-peritoneale
• Sospetto di maltrattamento
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Molti bambini con fratture della volta
cranica non hanno lesione intracranica
e
l’assenza di fratture non esclude la
presenza di lesione
FRATTURE	DELLA	VOLTA	CRANICA
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Molti studi hanno dimostrato che, dopo una TAC
normale, nel bambino con trauma cranico minore
il rischio di peggioramento neurologico tardivo
(escludendo ulteriori traumi) è trascurabile.
Davis R, Pediatrics 1995
Shunk JE, Ped Em Care 1996
… i bambini “neurologicamente
normali” possono essere dimessi e
continuare l’osservazione domiciliare
Se	la	TAC	è	normale…
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L’anafilassi (dal greco ana + phylaxis =
iper-protezione) è una reazione allergica
grave, a rapida evoluzione, in cui si
manifestano importanti segni e sintomi
cutanei e generali, a carico di tutto
l’organismo, con esito potenzialmente
fatale.
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Il bambino che ha una reazione allergica
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EAACI	(European Academy	of	Allergy and	Clinical Immunology).
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•	I	sintomi	possono	comparire	da	subito	a	poche	ore	e	compaiono,	
generalmente,	entro	30’-1	ora.
•	Reazioni	meno	gravi	sono	state	descritte	anche	fino	a	4	ore	e	più.
•	Un	esordio	precoce	si	osserva	nelle	reazioni	più	gravi.
I	sintomi	di	anafilassi	sono	estremamente	variabili	ed	interessano	vari	
organi.
I	sintomi	possono	essere	preceduti,	talora,	da	prodromi	come	
formicolio,	prurito	e	senso	di	calore	al	cuoio	capelluto,	ai	palmi	delle	
mani	e	alle	piante	dei	piedi,	prurito	orale	e	faringeo,	sensazione	di	
gonfiore	a	occhi,	labbra	e	lingua.
SINTOMATOLOGIA
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Cosa fare
• Tranquillizzare il bambino.
• Sdraiare il bambino con le gambe rialzate
(se il respiro lo consente) e se cosciente.
Se è incosciente ma respira, porlo in
posizione laterale di sicurezza.
• Chiamare aiuto o far chiamare il 118/112.
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Cosa fare
• Somministrare, se disponibile, adrenalina predosata
intra muscolo (vedi dopo).
• Rimuovere la possibile causa: togliere il pungiglione di
insetto prima possibile.
• Se è in arresto cardiaco iniziare la rianimazione
cardiopolmonare.
• Ricoverare sempre il bambino in un’area clinica
attrezzata per il trattamento, in caso di alterazione
delle funzioni vitali. Esiste la possibilità di una
ricomparsa precoce dei sintomi (reazione bifasica dal 1 al
20% dei casi di anafilassi) dopo 1-8 ore.
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Cosa non fare
• Sottovalutare il problema.
• Somministrare farmaci non adatti all’urgenza
perché non agiscono immediatamente (il loro uso
verrà valutato dai medici successivamente), quali
antistaminici e cortisonici per bocca o
intramuscolo o endovena.
• Far stare in piedi o far camminare il bambino.
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Il	bambino	ha	un	piano	di	intervento	per	lo	
shock?
Metti	in	bambino	in	
posizione	distesa
Chiama	il	118
Assisti	il	bambino	
mentre	assume	i	farmaci	
prescritti
Chiama	il	118
Il bambino che ha una reazione allergica
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Spasmi affettivi: COSA SAPERE
5 % dei bambini dopo frustrazioni, sgridate o ha dolore.
Il bimbo trattiene il respiro, protraendosi l'apnea, si può
arrivare alla perdita di conoscenza.
Lo spasmo affettivo si risolve sempre spontaneamente e non
comporta nessun pericolo e nessun rischio per il bambino.
Gli spasmi affettivi avvengono soprattutto nell’età compresa
tra 6 mesi e 2 anni e, talvolta, durano fino a 6 anni.
Gli spasmi affettivi più frequenti sono quelli in cui il bambino
trattiene il respiro e diventa cianotico; più rari alcuni detti
“pallidi”.
Negli spasmi affettivi un fattore favorente è la carenza di
ferro.
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COSA FARE
Quando il bambino trattiene il respiro, cercate di
intervenire prontamente soffiandogli in faccia o, se
avete la possibilità, spruzzandogli un po’ di acqua sulla
faccia per cercare di interrompere, in via riflessa,
l’apnea.
COSA NON FARE
Assecondare il bambino sempre nel timore di una crisi,
concedendogli ciò che reclama o sembra volere.
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SVENIMENTO (o sincope): Cosa sapere
Il tipo più frequente è quello detto “vasovagale” o sincope
neuromediata
15% dei bambini può avere una sincope entro 18 anni.
Insorge quando l'individuo si trova in stazione eretta,
frequentemente preceduto da una sensazione di calore, nausea,
stordimento e visione offuscata, oppure è sottoposto ad
emozioni forti: può seguire anche a un episodio di paura, a una
forte emozione, a un dolore violento oltre allo stare molto in
piedi.
Un individuo può sentirsi debole e stordito (presincope) oppure
perdere conoscenza (sincope).
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Cosa fare
- adagiare il bambino in posizione supina (la schiena deve
essere appoggiata al pavimento);
- allentare eventuali indumenti stretti;
- sollevare gli arti inferiori se non si sospettano traumi alla
colonna vertebrale;
- alla ripresa della coscienza tranquillizzarlo e non metterlo
subito in posizione eretta, ma mantenerlo supino per alcuni
minuti facendolo in seguito sollevare gradualmente;
- ventilare l’ambiente.
Se il bambino non respira iniziare le manovre di
rianimazione cardiopolmonare e chiamare il 118/112.
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Cercare di capire la causa e valutare le seguenti
situazioni:
• Eventuale trauma
• Assunzione di farmaci o veleni
• Reazione allergica
• Colpo di calore
• Malattia
• Stress
• Digiuno
• Stanchezza
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Chiamare il 112 se:
• sincope insorta sotto sforzo
• presenta battito cardiaco irregolare o lento;
• presenta dolore toracico;
• presenta difficoltà di respirazione;
• ha difficoltà a rinvenire;
• agisce in modo confusionale;
• se non risponde.
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Cosa non fare
Dare liquidi appena il bambino rinviene;
spruzzare sul viso acqua gelata;
farlo alzare subito;
dare schiaffi e pacche.
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I bambini piccoli portano alla bocca tutto quello che trovano.
L’età più a rischio per gli avvelenamenti e le intossicazioni è
nei primi 5 anni di vita, con un picco nella fascia di età fra 1 e
3 anni.
Il bambino si espone ad avvelenamenti e intossicazioni
attraverso:
• contatto cutaneo
• inalazione
• contatto oculare
• ingestione
Avvelenamenti e intossicazioni
Cosa sapere
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tratto da: http://www.centroantiveleni.org/Poster%20Carbomix%20Finishlayout.pdf
E’ utile tenere nell’armadietto dei farmaci 2 prodotti, da utilizzare sempre su
indicazione del medico o del Centro Antiveleni come primo intervento
domiciliare, per evitare corse in farmacia o in pronto soccorso:
simeticone in gocce come antischiuma (per inattivarla se sono ingerite
sostanze a base di saponi.)
carbone attivato in polvere, che come una carta assorbente lega e inattiva
una grande varietà di sostanze potenzialmente tossiche.
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Sostanze	molto	pericolose
Pesticidi,	diserbanti,	veleni	per	animali,	solventi	contenenti	anilina,	insetticidi	a	base	di	
carbammato,	fertilizzanti	per	piante	da	appartamento,	preparati	per	acquari	ornamentali.
Pulitori	per	forni,	metalli,	e	vetri,	detersivi	in	polvere	per	lavastoviglie,	sgorganti	per	
tubazioni,	antiruggine,	smacchiatori,	pulitori	per	superfici	dure,	cremosi,	in	scaglie	o	in	
polvere,	i	vari	solventi,	compresi	quelli	per	smalto,	depilatori	in	crema
Ci	sono	anche	alcune	piante	che	possono	essere	un	vero	pericolo	per	la	vita	dei	bambini,	le	
più	temibili	sono:	i	semi	di	oleandro,	che	sono	capaci	di	causare	seri	danni	all’apparato	
respiratorio,	lo	stramonio,	le	cui	bacche	sono	molto	velenose,	la	belladonna	e	la	digitale	
che	è	contenuta	spesso	nei	farmaci	per	i	cardiopatici.
CENTRO ANTIVELENI: 038224444
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Tratto da: http://www.centroantiveleni.org/infortuni_bambini.pdf
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COSA FARE
Nel caso d’ingestione:
§ Consultare il Centro Antiveleni o il 118/112.
§ confezione del prodotto ingerito.
§ Cercare di capire la quantità di prodotto ingerita o quanto
ne manca e quanto tempo è trascorso dall’ingestione.
§ il bambino ha la bocca sporca e l’alito odora del prodotto.
§ come sta: si lamenta, Piange.
Nel caso di assorbimento di sostanza tossica:
• Consultare il Centro Antiveleni o il 118/112.
• Contatto cutaneo: dopo aver rimosso i vestiti, lavare per
almeno 15 minuti la cute con acqua tiepida.
• Inalazione da gas tossici: allontanare il bambino
dall’ambiente dove si è verificato l’evento, portarlo
all’aperto e arieggiare l’ambiente.
• Contatto oculare: lavare con acqua tiepida l’occhio per
almeno 10 minuti.
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Cosa non fare
• Aspettare per vedere se compaiono i sintomi.
• Indurre il vomito, se non su indicazione del Centro
Antiveleni.
• Far bere del latte per le sue proprietà
disintossicanti. Il latte favorisce addirittura l'assorbimento dei derivati del petrolio,
solventi, naftalina, canfora, tarmicidi e smacchiatori.
• Far mangiare il bambino dopo un’intossicazione.
• Somministrare purganti per accelerare l'eliminazione
del tossico ingerito.
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NICOTINA (Sigaretta e Sigaretta elettronica)
• Le cartucce delle sigarette elettroniche ne possono contenere da 6 a 26 mg/ml e la
nicotina liquida è molto più pericolosa di quella contenuta nel tabacco perché è
assorbita più velocemente dal organismo.
• Nel bambino di età inferiore ad 1 anno, l’ingestione di 1 mg già può dare sintomi
d’intossicazione acuta. Una dose di 60 mg può essere mortale per un adulto.
• L’intossicazione da nicotina determina iperventilazione, euforia, nausea, salivazione,
vomito e diarrea, sudorazione fredda, tachicardia e ipertensione; nei casi più gravi
può evolvere in convulsioni e compromissione dell’attività respiratoria fino al suo
arresto.
• Nicotina nel tabacco di sigaretta: gravi intossicazioni non sono da prevedere dopo
ingestione fino a 2 sigarette intere non fumate (oppure 6 mozziconi), nel peggiore
dei casi si osservano nei bambini lievi sintomi di un’intossicazione.
• Una piccola quantità di tabacco è sufficiente per provocare vomito.
• Se un bambino ha dunque ingerito meno di due sigarette e se non sono presenti
sintomi, si può aspettare. Si raccomanda una consultazione medica se il bambino ha
ingerito quantitativi maggiori o se sono presenti sintomi.
• In fase precoce si consiglia di somministrare una sospensione di carbone attivo, che
lega la nicotina nello stomaco, in modo che la sostanza non possa essere assorbita
dal corpo.
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Cosa sapere
Colpo di calore:
temperatura esterna elevata, scarsa ventilazione e alto tasso di
umidità.
Si può qui verificare all’interno di un abitacolo di una macchina
esposta al sole.
È sufficiente una temperatura sui 30-35 °C con alto tasso di
umidità, superiore al 60-70%, per determinare un colpo di calore
che, paradossalmente può non verificarsi con temperature anche
più elevate ma in assenza di umidità, come nel deserto.
Colpo di sole:
diretta esposizione ai raggi solari per un lungo periodo.
Caratteristica la scottatura di I e II grado e conseguente
eritema
Collasso da calore: a seguito di un'eccessiva perdita di acqua e
sali, tale da determinare una vera e propria disidratazione.
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Cosa sapere
Colpo di calore:
temperatura esterna elevata, scarsa ventilazione e alto tasso di
umidità.
Si può qui verificare all’interno di un abitacolo di una macchina
esposta al sole.
È sufficiente una temperatura sui 30-35 °C con alto tasso di
umidità, superiore al 60-70%, per determinare un colpo di calore
che, paradossalmente può non verificarsi con temperature anche
più elevate ma in assenza di umidità, come nel deserto.
Colpo di sole:
diretta esposizione ai raggi solari per un lungo periodo.
Caratteristica la scottatura di I e II grado e conseguente
eritema
Collasso da calore: a seguito di un'eccessiva perdita di acqua e
sali, tale da determinare una vera e propria disidratazione.
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Colpo di calore o colpo di sole
• Spostare il bambino in un luogo fresco, possibilmente
ventilato.
• Far sdraiare il bambino sulla schiena con le gambe
leggermente sollevate.
• Per abbassare la temperatura, se possibile far stare il
soggetto in un ambiente con aria condizionata o con un
ventilatore.
• Avvolgere il bambino in un telo freddo e umido per ridurre
gradualmente la temperatura. In alternativa, fare spugnature
con acqua fresca su polsi, fronte, collo, inguine.
• Porre una borsa di ghiaccio sul capo del bambino.
• Integrare i liquidi persi dando da bere acqua o bevande
saline.
Se i sintomi sono, sin dall’inizio, gravi o il bambino stenta a
riprendersi è indispensabile chiamare un’ambulanza per il
trasporto
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Collasso da calore
• Spostare il bambino in un luogo fresco,
possibilmente ventilato.
• Far sdraiare il bambino con le gambe leggermente
sollevate.
• Utilizzare un ventilatore per favorire
l’evaporazione della pelle bagnata o, se possibile,
far stare il soggetto in un ambiente con aria
condizionata.
• Porre una borsa di ghiaccio sul capo del bambino.
• Integrare i liquidi persi dando da bere acqua o
bevande con sali minerali.
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Il congelamento avviene quando la cute è esposta a freddo estremo o
prolungato. La cute si congela e così anche i tessuti sottostanti. Il
congelamento colpisce più facilmente i bambini poiché, in rapporto al loro
peso, hanno una superficie corporea più estesa rispetto agli adulti, perciò
si raffreddano più facilmente.
Il congelamento è riconoscibile spesso dal colore della pelle, che appare
pallida e bluastra, le labbra sono livide e la cute grigia.
Cosa sapere
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• Spostare il bambino al caldo prima che la parte colpita congeli del tutto.
• Far riscaldare le mani facendole infilare sotto le ascelle.
• Far mettere le mani e i piedi in acqua calda a circa 40°C e coprire il
resto del corpo con una coperta.
• Offrire bevande calde.
• Tamponare e applicare sulla parte colpita una leggera fasciatura di
garza.
• Sollevare l’arto per ridurre il gonfiore.
• Consultare un medico non appena possibile.
Avvicinare la parte colpita a una fonte diretta di calore.
Tentare di scongelare la parte colpita se sussiste il rischio che ricongeli.
Riscaldare velocemente la parte colpita (si possono verificare ulteriori
danni ai tessuti).
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Matite, sassolini, noccioli di ciliegia, piccoli pezzi di giocattoli e fagioli sono
solo alcuni degli oggetti che i bambini s’infilano nel naso. Gli oggetti infilati
nel naso sono quelli che preoccupano maggiormente perché possono ostruire
le vie aeree, causare infezioni e creare difficoltà nella rimozione. I
bambini, talvolta, si vergognano di confessare di essersi infilati un oggetto
nel naso e quindi i genitori si rendono conto del problema dopo un
sanguinamento persistente, secrezione maleodorante, difficoltà
respiratorie o
respiro rumoroso dal naso.
In questi casi, si sconsiglia di rivolgersi al bambino in
modo brusco chiedendo spiegazioni al riguardo, poiché
il piccolo potrebbe negare di aver inserito qualcosa
nel naso per evitare un’eventuale punizione.
Questo potrebbe inoltre tradursi in un ritardo della
scoperta del corpo estraneo e in un aumento del
rischio d’insorgenza di complicazioni.
CORPI ESTRANEI NEL NASO,
NELL’ORECCHIO, NELL’OCCHIO
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La tecnica, messa a punto dal medico di Medicina Generale del New Jersey
Vladimir Ctibor nel 1965, consiste in questo:
la madre del bambino – o il padre, o comunque un adulto che ha la piena
fiducia del bambino – pone la sua bocca su quella del bambino come se
dovesse eseguire una rianimazione cardiopolmonare, occlude la narice libera
del bambino con un dito, espira lievemente fino a che non avverte la
chiusura della glottide del bambino e a quel punto soffia con decisione. La
bolla d’aria insufflata nella bocca del bambino trova sfogo nel nasofaringe e
entra con forza nella narice occlusa, espellendo l’oggetto estraneo dalla
cavità nasale.
TECNICA MOTHER’S KISS
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Cosa non fare
Tentare di estrarre il corpo estraneo anche
se ben visibile. Tale manovra potrebbe
provocare lesioni o spingere l’oggetto in
profondità.
Permettere al bambino di mettersi le dita nel
naso per estrarre il corpo estraneo.
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I corpi estranei in tale sede abitualmente sono suddivisi in animati (insetti o larve di
mosche o zecche) e/o inerti ( perle, sassolini, chicchi di grano, giochini , parti di cotton-
fioc, ecc). Alcuni, di natura igroscopica come i semi, vanno incontro a rigonfiamento
per l'umidità del condotto uditivo esterno rendendo più difficile la rimozione.
Le lesioni da corpo estraneo possono anche determinare lacerazioni della membrana
timpanica /come talora può succedere con il cotton fioc. La maggior parte degli oggetti
che finisce nelle orecchie, viene inserita volontariamente dai bambini.
Il dolore è il sintomo più comune. Se l'oggetto arriva a ostruire gran parte del condotto
uditivo, è possibile sperimentare una diminuzione dell'udito che interesserà il lato
colpito.
I sintomi sono abitualmente otalgia, fuoriuscita di sangue dall'orecchio, ipoacusia,
senso di ovattamento auricolare, prurito, rimbombi, ronzii.
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• Nel caso in cui si tratti di un insetto portate il bambino in una stanza buia e si
posiziona una piccola luce vicino al condotto auricolare e, talvolta, l'insetto
esce da solo. Se questa manovra fallisce irrigare con acqua il canale
utilizzando una siringa senza ago.
• Rassicurare il bambino.
Cercare di rimuovere l'oggetto inserendo pinzette o qualsiasi altro oggetto.
(Queste manovre potrebbero spingere il corpo estraneo ancora più in profondità
e rendere più difficile la manovra di estrazione per il pediatra).
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I corpi estranei che possono entrare nell’occhio possono essere granelli di
polvere, sabbia o moscerini oppure schegge di metallo, vetro o legno.
Se l’oggetto estraneo è una particella, i sintomi possono comparire
immediatamente, oppure a distanza di 1-2 giorni: dolore, senso di fastidio
alla luce, sensazione di corpo estraneo nell’occhio che lacrima ed è
arrossato.
In alcuni casi l’oggetto può causare un’emorragia
all’occhio ben evidente, che si manifesta con
una macchia rossa da rottura di capillari sanguigni
(vedi foto).
In caso di sostanza chimica, IL bambino piange
e si strofina spesso l’occhio, che è arrossato e brucia.
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Nel caso di ciglia, sabbia, moscerini lavare accuratamente l’occhio,
distanziando delicatamente le palpebre facendo guardare il bambino
verso destra e verso sinistra, in alto e in basso e nel frattempo
esaminare l’occhio.
Qualora la manovra non desse risultati provate a rimuovere il corpo
estraneo con una compressa di garza umida o con l’angolo di un
fazzoletto di stoffa o carta pulito. Se non si ottengono risultati
rivolgersi al Pronto Soccorso.
Strofinare l’occhio.
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Un'abrasione corneale è una lesione della cornea.
Compare dolore, spesso intenso, arrossamento, bruciore,
lacrimazione, fotofobia, visione offuscata, fotofobia (la luce
dà fastidio).
L'abrasione corneale va trattata rapidamente in quanto può
guarire in 24-72 ore ma se non o maltrattata può evolvere in
ulcera, erosione e causare lesioni permanenti.
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• Rimuovere eventuali corpi estranei.
• colliri ad azione antidolorifica ed eventuale terapia
antibiotica.
• In linea di massima l’occhio leso va rivalutato entro 24-
48 ore
• Non tentare di rimuovere un oggetto se è penetrato
profondamente nel bulbo oculare, anche se è di grandi
dimensioni ed impedisce di chiudere l'occhio.
• Non sfregare gli occhi dopo un infortunio: può
peggiorare l'abrasione corneale.
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ECCHIMOSI E EMATOMI
Ai bambini capita spesso di avere dei traumi (contusioni) causati da
contatto violento contro sbarre, altalene e anche tra di loro. Il risultato è la
formazione di una ecchimosi o di un ematoma. Se il trauma è al capo, tali
lesioni formano il “bernoccolo”.
La pelle, grazie alla sua elasticità, rimane integra mentre al di sotto di essa
si rompono piccoli vasi sanguigni sottocutanei. Il sangue fuoriuscito dai
capillari lesionati rimane quindi intrappolato sotto la cute e può infiltrarsi
negli interstizi dei tessuti circostanti creando un'ecchimosi oppure può
raccogliersi, formare un coagulo e dare origine ad un ematoma.
Ecchimosi: versamento di sangue negli interstizi dei tessuti, in seguito a
rottura, per trauma, dei vasi in essi contenuti. La cute assume aspetto prima
rosso-viola, poi verdastro, quindi giallo-bruno.
Ematoma: è una raccolta di sangue fuoruscito dal sistema circolatorio e
localizzata in un tessuto o in una cavità dell'organismo.
Le contusioni possono avvenire a livello cutaneo (le più frequenti),
muscolare, tendineo, osseo.
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applicare impacchi freddi per almeno 15 minuti utilizzando la
classica borsa del ghiaccio oppure una pezza imbevuta di
acqua fredda o ghiaccio (ghiaccio mai a contatto della pelle).
Il freddo allevia il dolore e riduce l’entità dell’ecchimosi o
dell’ematoma
• Sgridare il bambino.
• Applicare calore.
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EPISTASSI (sanguinamento dal naso)
L’epistassi è un’evenienza estremamente frequente a tutte
le età, ma soprattutto nel bambino in quanto la mucosa del
naso e i capillari sono ancora più delicati e sensibili ai
microtraumi. Nella maggior parte dei casi l’epistassi è
causata dalla rottura di piccoli e fragili vasi sanguigni della
parte antero-inferiore del setto nasale favorita da:
• varici del setto nasale;
• traumi nasali;
• rinosinusiti virali o batteriche;
• presenza di corpi estranei;
• dita nel naso;
• coagulopatie, affezioni genetiche, assunzioni di farmaci
antinfiammatori non steroidei.
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• Tranquillizzare il bambino.
• Farlo piegare su un lavandino e aprire il rubinetto in modo che l’acqua porti
via senza sosta il sangue.
• Premere la narice interessata sul setto nasale per qualche minuto.
• Tenere il bambino con la testa in avanti per evitare un’ingestione di sangue.
• Applicare del ghiaccio (o acqua fredda) sulla fronte o alla radice del naso.
• Reclinare il capo indietro.
• Far soffiare o toccare il naso per almeno un’ora.
• Farlo sdraiare. La posizione determina il reflusso del sangue in gola
e favorisce gli attacchi di vomito.
• Applicare cotone o garze all'interno delle narici: il tessuto verrebbe
inglobato dal coagulo, che potrebbe essere portato via quando
viene tolta la medicazione dalla narice.
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Epistassi
Posizione seduta Posizione	indifferente
Testa	in	avanti Testa	allʼindietro
Stringere	le	narici	tra
pollice	e	indice	
Inserire	ovatta	nella	narice
che	sanguina
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FERITE, ABRASIONI ED ESCORIAZIONI
L’abrasione (foto) è una lesione superficiale della pelle causata da un trauma che
colpisce di striscio la superficie del corpo, senza fuoriuscita di sangue. Può essere
provocata da una lama che, con un movimento radente, asporta gli strati più superficiali
della cute o da una caduta.
I sintomi sono: dolore, striature sanguinanti, cute
arrossata, gonfiore.
L’escoriazione è una ferita dove la cute viene lacerata a causa della sua
compressione e strofinamento tra una superficie ruvida e l’osso. La zona interessata
si presenta sanguinante e tumefatta.
La	ferita è	una	lesione	di	continuo	della	pelle,	che	può	essere	superficiale	e	interessare	solo	
la	cute	o	essere	profonda	e	interessare	i	tessuti	sottostanti	fino	ad	arrivare	dal	sottocutaneo	
ai	muscoli,	ai	tendini	e	alle	ossa	o	agli	organi		interni.	Ci	sono	diversi	tipi	di	ferite:	
ferita	da	punta	(provocata	da	oggetti	appuntiti);
ferita	da	taglio	(provocata	da	oggetti	taglienti,	con	bordi	regolari).	
Ferita	da	taglio
ferita	lacera	(provocata	da	oggetti	taglienti,	con	bordi	irregolari,	talora	scollati);
ferita	lacero-contusa	(provocata	da	oggetti	taglienti,	con	bordi	irregolari	e	con	sottostante	
contusione	e	da	morsi).
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Usare fascia, acqua e sapone, ovatta o garza sterile oltre a
guanti sterili Importante è cercare di tranquillizzare il bambino,
• lavarsi con cura le mani prima di iniziare la medicazione;
• indossare guanti;
• far sanguinare la ferita sotto acqua corrente;
• pulire la ferita (o l’abrasione o l’escoriazione) con acqua e
sapone o acqua ossigenata o con acqua corrente;
• tamponare con garza sterile per arrestare l’emorragia se
presente;
• in caso di sanguinamento abbondante fasciare la ferita,
applicare del ghiaccio o usare del ghiaccio pronto per l’uso sulla
medicazione;
• qualora la ferita interessi un arto, porlo in posizione superiore
a quella del cuore per ridurre l’emorragia;
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• quando l’emorragia si arresta utilizzare, se la ferita
è poco estesa e i bordi sono regolari, i cerottini “Steri
Strip”.
• coprire con cerotto chiuso sui 4 lati o con garza
sterile e bendaggio;
Occorre ricordare sempre che qualsiasi ferita può
essere infettata dal bacillo del tetano e quindi
verificare l’avvenuta esecuzione della vaccinazione
antitetanica, oltre ad un’accurata pulizia e alla
disinfezione della ferita per evitare infezioni.
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Come la medichiamo?
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Steri	strip
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Laceration
Abrasion
Puncture
Lacerazione
o taglio
1. Pulisci la ferita con acqua e sapone neutro o soluzione a
base di cloro ( ad es. Amuchina) diluita allo 0.05%
2. Usa una garza pulita per tenere premuta la parte.
3. Applica un bendaggio stretto con benda sterile
Abrasione
1. Pulisci la ferita con acqua e sapone neutro o Acqua
ossigenata
2. Usa una garza pulita per tenere premuta la parte.
3. Usa una crema antisettica per evitare le infezioni
4. Applica un bendaggio sterile non costrittivo
Ferita
penetrante
**Se la ferita è profonda o in un’area critica, lascia l’oggetto
pungente in sede , chiama il 118 e immobilizza la parte. NON
RIMUOVERE L’OGGETTO**
1.Solo nelle punture minori, rimuovere l’oggetto
2.Usa una garza sterile per comprimere la parte
3.Applica un bendaggio sterile
Come	intervenire?
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Abbassamento della temperatura sotto i 35 ° C.
Alla comparsa del disturbo si possono riscontrare:
• pallore, pelle fredda e arrossata;
• brividi e tremori;
• senso di spossatezza;
• disorientamento;
• sonnolenza (dovuta a un’insufficiente ossigenazione del
cervello);
• respiro lento e superficiale. Se è in forma lieve, l’ipotermia
è una condizione reversibile, se in forma grave (temperatura
corporea sotto i 30 ° C) può essere fatale.
IPOTERMIA
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• Se il bambino ha indosso abiti bagnati, levarglieli e coprirlo
immediatamente con coperte o altri indumenti caldi e asciutti. Fare in modo
che abbia la testa coperta.
• Spostare tempestivamente il bambino in un luogo riparato o, se possibile,
in un ambiente caldo.
• Se si è all’aperto, isolare il bambino dal terreno e, se possibile, coprirlo con
fogli di giornale o coperte.
• Scaldare immediatamente il bambino con ogni mezzo, incluso il calore di un
altro corpo a contatto, sia essere umano sia animale (anche il cane o il gatto
di casa possono dare una mano), a partire dal tronco.
• Somministrare bevande calde come tè, latte o tisane o alimenti molto
energetici come il cioccolato.
• Mantenere il bambino sveglio fino a quando non arrivano i soccorsi.
• Monitorare i segni vitali.
• Non ridare calore con l’alcol (adolescente, giovane, adulto), perché
dilatando i vasi sanguigni favorisce la dispersione del calore, peggiorando
l’ipotermia.
• Non sistemare il bambino troppo vicino a una fonte di calore.
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Animali marini comuni che possono
causare lesioni cutanee, e a volte reazioni
generali, molto fastidiose sono:
• coralli
• pesci ragno (tracine)
• meduse
• attinie (o anemoni di mare)
• ricci di mare
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La tracina vive in acque poco profonde, nella sabbia, con
l’abitudine di nascondersi, mimetizzandosi, sui fondali
sabbiosi, appena sotto la superficie. Se calpestata si
viene a contatto delle pinne dorsali, contenenti aculei
velenosi.
Il dolore è acuto, definito atroce, sproporzionato
rispetto alla semplice lesione cutanea;
progressivamente, nel giro di 30 minuti, può risalire
lungo l’arto sino all’inguine. Può durare 16-24 ore.
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• Rimuovere eventuali frammenti visibili di spine,
• Pulire la ferita; se possibile immergere
immediatamente (non perdere minuti preziosi)
la parte colpita in acqua molto calda salata a
40 ° C (fino a sopportazione). Le tossine di natura proteica sono, come
quasi tutte quelle dei pesci, termolabili (cioè si alterano sotto l’azione del calore).
• Per ritardare la diffusione del veleno si può
applicare un laccio emostatico al di sopra della
zona colpita, avendo l’attenzione di allentarlo
per 90-120 secondi ogni 10 minuti, per non
arrestare il flusso arterioso.
• Non applicare acqua fredda, specialmente se
dolce.
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Tranquillizzare il bambino.
• Lavare la ferita con acqua di mare, molto calda a 40 ° C, fino a sopportazione.
• Se vi sono ancora dei residui della medusa sulla pelle, non usare le mani nude per
toglierli. Utilizzare delle pinze, un legnetto o una carta di credito o simili.
• Applicare un impacco sulla zona lesionata (10-15 minuti) di aceto, eventualmente
diluito al 50% con acqua di mare tiepido-calda.
• Applicare un gel al cloruro di alluminio.
• Tenere la parte urticata all’ombra.
• Spalmare una crema cortisonica.
• Non usare acqua dolce o ghiaccio perché potrebbero favorire l’apertura delle
sacche urticanti della medusa (nematocisti) ancora presenti sulla pelle.
• Non strofinare con sabbia né utilizzare
MEDUSE
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Ogni	anno	
Ovviamente, più il cane è grande, più
pericoloso è il morso (di solito è una lesione da
schiacciamento e, talvolta, una lacerazione);
In caso di graffio di gatto, non è infrequente osservare nei
giorni successivi, ma anche dopo 20 giorni, un rigonfiamento
dei linfonodi satelliti, cioè quei linfonodi che drenano la linfa
dell’area interessata dal graffio (o dal morso). Talvolta i
linfonodi si arrossano o sono dolenti e compare febbre
elevata: può trattarsi della “malattia da graffio di gatto”.
Non si tratta di nulla di particolarmente grave, ma è una
malattia che va diagnosticata e curata e potrebbe essere
necessario un antibiotico.
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Pulire accuratamente e con abbondante irrigazione le ferite
e disinfettarle.
• Elevare l’arto colpito per ridurre il rischio d’infezione,
soprattutto per le ferite alla mano (mantenere
l’immobilizzazione e l’elevazione il più a lungo possibile).
• Se la ferita è profonda e lacerata è necessario recarsi al
Pronto Soccorso.
• Disinfettare più volte nei giorni successivi le ferite da
morso poiché stentano a cicatrizzare e tendono a infettarsi.
• Se il bambino è aggredito o morso da un animale selvatico
e/ o domestico in territori a rischio, è necessario lavare
subito la ferita per almeno 15 minuti con abbondante acqua e
sapone e recarsi al Pronto Soccorso per la medicazione e, se
necessaria, la somministrazione del trattamento vaccinale
antirabbico post-contagio.
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MORSI DI SERPENTE
In Italia l’unico serpente velenoso tra quelli nativi è la vipera .
I sintomi si manifestano poco dopo il morso.
Se non si sono verificati sintomi entro mezz’ora dal morso, è
ragionevole pensare che
- non si trattasse di un serpente velenoso,
- che il serpente non sia riuscito a iniettare il veleno oppure
- che si trattasse di un animale in età avanzata il cui organismo non
possedeva più o quasi più veleno.
In genere, il morso della vipera lascia due segni
di puntura nell’area della ferita.
Il morso causa dolore immediato, seguito da tumefazione e dalla
formazione di vesciche. Tra i sintomi causati dal morso figurano
nausea e capogiri, aumento di salivazione e sudorazione.
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• Se un bambino è morso cercare di identificare il colore e le
dimensioni del serpente, nonché la forma della testa e il metodo di
attacco per facilitare il trattamento.
• Cercare di mantenere calma e ferma la persona che è stata
morsa: non deve camminare o muoversi, per ritardare la diffusione
del veleno nel caso si tratti di un serpente velenoso. Chiamare il
112 prima possibile.
• Nel caso il soccorso non sia immediato, usare le seguenti
precauzioni: far stendere o sedere la persona in modo che il morso
resti sotto il livello del cuore, mantenendola calma e ferma, e
coprire il morso con UNA GARZA.
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• Non consentire al bambino di muoversi e agitarsi né dargli
da mangiare o bere.
• Non utilizzare acqua insaponata attorno all’area del morso.
• Non lasciare bende strette sulla ferita troppo a lungo.
• Non applicare ghiaccio sulla ferita.
• Non utilizzare dispositivi “aspira-veleno” perché richiedono
manualità e precisione difficile da mantenere nelle
emergenze.
• Non incidere la ferita o applicare un laccio in quanto sono
operazioni che dovrebbero essere eseguite da persone
esperte, per non creare complicazioni.
Il siero antiofidico è disponibile solo in
ospedale e l’uso deve essere attentamente
valutato per il rischio di reazioni allergiche
gravi.
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Punture di insetti e aracnidi
Talvolta, a causa di una sensibilizzazione allergica a uno dei componenti
della saliva stessa, possono essere responsabili di reazioni più accentuate
locali e/ o generali.
Le punture d’insetto provocano un rigonfiamento della pelle di dimensioni
variabili. La pelle si presenta infiammata, arrossata e generalmente è
possibile riscontrare al centro di ogni lesione una crosticina puntiforme che
corrisponde al punto d’inoculazione.
Il dolore e la reazione locale possono durare anche alcuni giorni, e talvolta
sono associati a orticaria e prurito.
Gli insetti in grado di aggredire l’uomo sono numerosissimi. I più comuni,
soprattutto in un contesto urbano, sono le zanzare, ma non bisogna
trascurare anche quelli che non volano. Tra questi le cimici, le pulci e le
zecche. Le punture d’insetto avvengono nel periodo estivo e autunnale, ma
negli ultimi anni, con la comparsa di nuove specie, si assiste alla presenza
d’insetti anche in altri periodi dell’anno e in habitat solitamente non adatti a
questi insetti (zanzare tigre, per esempio).
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PUNTURE DI API, VESPE, CALABRONI E BOMBI
Di solito le punture delle vespe e delle api non sono pericolose, anche se
molto dolorose. In rari casi però, quando il bambino è allergico al loro
veleno, si possono avere gravi reazioni con shock anafilattico.
Le vespe non lasciano mai il pungiglione ed è questo il motivo per cui
una sola vespa può causare punture multiple.
Le api invece hanno un pungiglione rostrato che si spezza e rimane
infisso nella cute, con la conseguente morte dell’ape.
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• Pulire bene la zona con acqua fredda e mettere ghiaccio
per alleviare il dolore.
• In caso di una reazione locale usare una crema
antinfiammatoria (gel al cloruro di alluminio al 5%: MOST)
mentre se si presenta una reazione infiammatoria intensa
usare creme al cortisone.
• Cercare di rimuovere il pungiglione con un coltello
(rovesciato dalla parte della lama che non taglia) o con una
chiave o una card: “strusciare” la lama sulla pelle, intorno
alla zona dove l’insetto ha punto il bambino, quando la lama
“incontra” il pungiglione fare leva delicatamente in modo da
estrarre il pungiglione senza schiacciarlo.
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PUNTURE DI ZECCA
Frequente da aprile a ottobre
I rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre
infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori di germi.
Il morso è generalmente indolore perché emettono una sostanza
contenente principi anestetici.
Generalmente rimangono come parassiti nell’organismo dell’ospite
per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere
spontaneamente.
Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse
perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente
proporzionale alla durata della permanenza del parassita
sull’ospite.
Bisogna comunque tenere presente che solo una percentuale
d’individui è portatore d’infezione.
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• Afferrare la zecca con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla
superficie della pelle, e tirarla con decisione ma con altrettanta delicatezza,
lentamente e costantemente con un movimento di rotazione per evitare di
romperla (o usare pinze per rimozione delle zecche).
• Durante la rimozione prestare la massima attenzione a non
schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che
aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni.
• Spesso il rostro rimane all’interno della cute: in questo caso
deve essere estratto.
• Disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con
un disinfettante non colorato.
• Evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di
rimuoverla: le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate.
• Distruggere la zecca, possibilmente bruciandola.
• Alla rimozione della zecca dovrebbe seguire un periodo di osservazione della
durata di 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi
d’infezione. (alone rossastro che tende ad allargarsi e/o febbre, mal di
testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi).
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Non utilizzare alcol, benzina, acetone, trielina,
ammoniaca, olio o grassi, oggetti arroventati,
fiammiferi o sigarette o altro per rimuoverla: la
sofferenza indotta alla zecca potrebbe provocare
vomito e quindi reflusso di sangue dentro il corpo del
bambino.
• La somministrazione di antibiotici per uso sistemico
nel periodo di osservazione è sconsigliata, perché può
mascherare eventuali segni di malattia e rendere più
complicata la diagnosi.
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PUNTURE DI RAGNO
In Italia esistono quattro specie di ragni velenosi:
- il ragno bruno solitario (detto anche ragno violino per la caratteristica
macchia scura sul carapace a forma di un violino),
- la tarantola ,
- il ragno dal sacco giallo e
- la malmignatta.
Mentre il primo può essere anche mortale (soprattutto in bambini
piccoli), il morso della tarantola è meno pericoloso di quanto si pensi,
limitandosi in genere a dare una grossa lesione sulla parte colpita.
Il morso della malmignatta è indolore, mentre il morso del ragno dal
sacco giallo produce un dolore acuto di tipo urente (tipo puntura di
vespa). Tutti gli altri tipi di ragno, a cominciare dal ragno domestico,
sono innocui, anche se sono responsabili di molte di quelle punture
apparentemente inspiegabili che i bambini spesso presentano al risveglio.
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Ragno	violino
Malmignatta
Tarantola
Ragno	dal	sacco	giallo
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Nel caso di morso di ragno domestico la pelle
presenta una zona arrossata e più o meno gonfia
a seconda della sede (tipico il gonfiore della
palpebra al risveglio del bambino).
• applicare un cubetto di ghiaccio o del cotone
imbevuto di acqua fredda;
• ripulite accuratamente il letto e la camera del
bimbo.
• Pomata cortisonico antibiotica
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Nel caso di morso di ragno violino entro 4-8 ore nella zona
cutanea colpita compare dolore locale e si formano delle
vesciche; la parte centrale appare
infossata e assume un colore bluastro;
Nel caso di morso di una tarantola sono
evidenti sulla pelle 2 fori e solo più tardi
la cute diventa dolente, bluastra e si ulcera.
Nel caso di morso della malmignatta e del
ragno dal sacco giallo potrebbero insorgere sintomi sistemici
quali dolori addominali, rigidità degli arti, sudori freddi,
nausea, vomito, febbre, cefalea e, nei casi più gravi, perdita
dei sensi. I casi mortali sono molto rari.

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