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L’ECONOMIA CONTEMPORANEA
E LA CRISI INTERNAZIONALE


                     Amedeo Lepore




   L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’evoluzione del sistema industriale




          L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Quale modello economico per il XXI
secolo? Miles e Snow
Miles e Snow (R. E. Miles, C. C. Snow, Twenty-first century
careers, in M. B. Arthur, D. M. Rousseau, (a cura di),The
Boundaryless Career: A New Employment Principle for a New
Organizational Era, Oxford, Oxford University Press, 1996,
pp.97-115) sostengono che:
    - ogni tipo di organizzazione stabilisce competenze
    essenziali (core competence), professioni necessarie,
    struttura e governo delle carriere;
    - nel XXI secolo l’organizzazione sarà minimale, pochi
    imprenditori di se stessi, capaci di svolgere una molteplicità
    di ruoli e iniziative.


             L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Industria: quattro grandi ondate


Miles e Snow (in La carriera senza confine) individuano
    quattro grandi ondate nella storia dell’industria:
   1.  Industrializzazione originaria
   2.  Fordismo. Dalla metà dell’Ottocento al 1970
   3.  Fine XX secolo: epoca postfordista
   4.  Inizio XXI secolo: impresa minima




           L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Il fordismo.
Dalla metà dell’Ottocento al 1970

È il periodo classico, culminato nel fordismo.
I principi guida dell’impresa sono:
    a.  Produrre ogni cosa da sé
    b.  Migliorare attraverso progressivi ingrandimenti
    c.  Gestire il processo produttivo mediante regole
        e procedure amministrative




           L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Il postfordismo. Fine XX secolo

Comincia negli ultimi decenni del XX secolo.
I principi guida delle imprese sono:
-  produrre solo ciò che si è capaci di fare al meglio
     ed esternalizzare il resto;
-  migliorare attraverso lo sviluppo di una rete
     collaborativa di fornitori, clienti, partner;
-  i lavoratori definiscono i progressi di carriera
     assieme ai datori di lavoro.



          L’economia contemporanea e la crisi internazionale
XXI secolo: l’organizzazione minimale

È prevedibile ora la tendenza ad eliminare ogni tipo
    di gerarchia.
Le imprese, in particolare quelle di servizi
    professionali, avranno organizzazione minima, con
    il solo compito di facilitare l’attività di piccoli
    gruppi di professionisti-imprenditori.




          L’economia contemporanea e la crisi internazionale
XXI secolo: l’organizzazione minimale
Questi gruppi non dipenderanno da un capo, ma
   coordineranno autonomamente il lavoro. Saranno
   legati a mini-imprese, i cui principi guida saranno:
  -  essere capaci di fare ogni cosa, in ogni luogo,
      in ogni tempo;
  -  migliorare grazie a un mix di competizione e
      collaborazione;
  -  autogestirsi mediante l’incessante creazione di
      conoscenza e affidamento di responsabilità (da
      cui derivano fortissimi carichi di lavoro, fino a
      15 ore giornaliere).

          L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’organizzazione di network

                             Una tipica impresa di 12-15
                             professionisti



                                Project manager




                                  Cliente principale
                                  (Es. Telecom Australia)

            ALLEANZA              ALLEANZA
             INTERNA              ESTERNA




                               Partner di Joint-venture
                               (Es. Toshiba)




        L’economia contemporanea e la crisi internazionale
La situazione economica dell’Italia




          L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’Italia e il contesto economico mondiale
        6
                     PIL Mondiale
                     PIL Area Euro
        5
                     PIL Italia

        4


        3
% a/a




        2


        1


        0


        -1
                                                           Previsioni RPP 2008 dal 2007

        -2
             1992   1994     1996    1998   2000   2002   2004         2006           2008   2010




                       L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’economia italiana: sviluppi e prospettive


        3,0




        1,0
% a/a




        -1,0

                                                  PIL var.% a/a               Consumi privati
                                                  Investimenti fissi lordi    Esportazioni nette
        -3,0
               1990   1992   1994   1996   1998   2000       2002      2004    2006     2008             2010
                                                                                      Previsioni RPP 2008 dal 2007




                             L’economia contemporanea e la crisi internazionale
I consumi privati: confronti europei
                 6                                                                                 6

                 5                                                     France          EMU         5
                                                                       Germany         Italy
                 4                                                                                 4
% year-on-year




                                                                                                        % year-on-year
                 3                                                                                 3

                 2                                                                                 2

                 1                                                                                 1

                 0                                                                                 0

                 -1                                                                                -1

                 -2                                                                                -2
                   1Q92 1Q93 1Q94 1Q95 1Q96 1Q97 1Q98 1Q99 1Q00 1Q01 1Q02 1Q03 1Q04 1Q05 1Q06 1Q07




                                     L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Export performance (beni e servizi)
     (1985=100)
14

      140



      120
                                                                                Italy

                                                                                France
      100                                                                       Germany

                                                                                United
                                                                                Kingdom
       80                                                                       USA

                                                                                Japan

                                                                                Total
       60
                                                                                OECD



       40
            85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06


       Fonte: Economic Outlook n°76, OECD (2005)
Costi unitari del lavoro relativi
 (1995=100)
15

     160



     140



     120



     100



      80



      60
           86   87   88      89   90   91   92     93      94   95   96    97    98     99    00     01   02   03   04
                          Italy    France        Germany        United Kingdom        Spain        USA     Japan


     Fonte: Economic Outlook n°76, OECD (2005)
Deflatori del PIL
     (1990=100)
16

      170

      160

      150

      140
                                                                                            Italy
      130                                                                                   Euro-area

      120                                                                                   USA

                                                                                            United
      110                                                                                   Kingdom
                                                                                            Japan
      100

      90

      80
            90   91   92   93   94   95   96   97   98   99   00   01   02   03   04   05

     Fonte: Economic Outlook n°76, OECD (2005)
Principali indicatori delle imprese manifatturiere
     italiane per classi di addetti
17


      70000
      60000
      50000
      40000
      30000
      20000
      10000
           0
                 Valore aggiunto per     Retribuzione lorda per   Investimenti per
                       addetto                 dipendente             addetto

                                 1-9   10-19   20-99    100-249   250+

     Fonte: ISTAT, Rapporto Annuale (2002)
Il rallentamento dell’economia italiana

                                 2005      2006   2007   2008   2009   2010   2011
PIL (DPEF, giugno 2007)           0,1       1,9    2,0    1,9    1,7    1,8    1,8
PIL (settembre 2007)              0,1       1,9   1,9    1,5    1,6    1,7    1,8
importazioni                      0,5       4,3   1,8    2,5    3,1    3,3    3,4
consumi famiglie                  0,6       1,5   2,0    1,8    1,8    1,8    1,8
spesa della PA e ISP              1,5      -0,3   1,6    0,3    0,0    0,0    0,0
investimenti                      -0,5      2,3   2,4    1,6    1,8    2,1    2,3
esportazioni                      -0,5      5,3   2,0    2,8    3,5    3,8    4,1
LAVORO
Tasso di disoccupazione           7,7       6,8    6,0    5,7    5,5   5,4     5,2
Tasso di occupazione              57,4     58,4   58,9   59,3   59,8   60,3   60,8


                Tasso di crescita del PIL:
                §  2007 dal 2% all’1,9%
                §  2008 dall’1,9% all’1,5%


                          L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Il rallentamento tendenziale della crescita
                                                    (1950-2004)
Ritmo di crescita dell’economia italiana nel secondo dopoguerra
(tassi di variazione medi annui, prezzi costanti)


                                        PIL in PPA        PIL pro-capite   Investim. Lordi


 1950-73                                     5,6               4,9              6,6
 1973-2004                                   2,1               1,9              1,4
 1950-63                                     6,4               5,8              9,3
 1963-73                                     4,4               3,8              3,4
 1973-90                                     2,8               2,4              1,5
 1990-2004                                   1,4               1,3              1,4
1946 - 51 1951 - 63 1963 - 73 1973 - 92
Prodotto interno                8,4           5,4           4,8           2,7
lordo
Investimenti lordi              7,7           9,3           3,5           1,7
Esportazioni                  n. d. *        13,1          11,1           5,0

* Dato non disponibile

FonteISTAT. Per il periodo 1946 - 51 si tratta di stime approssimative. I dati del
1992 sono stime previsionali di fonte ministero del Bilancio e della Programmazione
economica e ministero del Tesoro (1992).



          L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’economia italiana nel XXI secolo

Le fragilità strutturali del sistema produttivo italiano:

        Il rallentamento della produttività del lavoro.

I punti di forza:

  La capacità di innovare e la competitività internazionale
                    delle imprese italiane.


                    ¨    L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Cosa è accaduto


¨  Occorre guardare al passato recente se si vuole
    comprendere ciò che sta avvenendo oggi.
¨  Negli ultimi anni una serie di cambiamenti (shock)

    hanno mutato in modo radicale lo scenario
    dell’economia mondiale e dell’economia italiana.
L’economia globale
¨    Shock a livello mondiale:
1.    La globalizzazione. Non solo il mercato del lavoro
      (immigrazione), ma anche i mercati dei beni e quelli
      finanziari (prima la crisi dei titoli dotcom e oggi
      quella dei mutui subprime).
2.    La rivoluzione dell’information and communication
      technology (ICT): cambia non solo cosa ma anche
      come si produce, l’organizzazione dei processi
      produttivi.
L’economia globale sotto stress
¨    In particolare, due shock hanno colpito tra il 2007 e
      il 2008 l’economia mondiale:

1.    La crisi dei mercati finanziari,
      iniziata ad agosto 2007.
2.    Shock ai prezzi delle materie prime e dell’energia,
      ancora alti.
Il contributo alla crescita
Cosa è avvenuto
                     in Europa …
¨    Shock che hanno cambiato le “regole del gioco” (le
      istituzioni):
1.    Politica monetaria. La perdita della sovranità
      monetaria. BCE e entrata in vigore dell’euro dal
      1999.
2.    Politica fiscale. Vincoli stringenti imposti al bilancio
      pubblico (Patto di Stabilità e Crescita)
      (poco spazio per una politica fiscale espansiva)
… e in Italia
¨    I cambiamenti del mercato del lavoro. Nuove
      forme per il contratto di lavoro (contratti atipici e
      lavoro temporaneo).

¨    Vantaggi e svantaggi. Hanno permesso l’ingresso
      sul mercato del lavoro di nuove forze e consentito
      una crescita occupazionale senza precedenti. Ma
      anche l’emergere di forme di lavoro precario.
Un problema strutturale:
          la produttività del lavoro
¨  Nei decenni trascorsi la crescita italiana è stata
    sostenuta poco dalla crescita occupazionale e molto
    dall’aumento della produttività. Oggi invece
    assistiamo ad un ribaltamento dei ruoli di queste
    due variabili nel processo di crescita.
¨  Nel passato il tasso di crescita dell’occupazione era
    basso mentre era alto quello della produttività del
    lavoro; negli ultimi anni, viceversa, la crescita
    dell’occupazione si è fatta vigorosa mentre si è
    quasi azzerata la crescita della produttività.
Un problema strutturale:
        la produttività del lavoro
¨  1980-2006: La produttività del lavoro cresce ad un
    ritmo dell’1.4 %. Da suddividere tra una crescita
    media (1,7%) del Pil e dell’occupazione (0,3%).
¨  Due fasi. 1980-1995 : Crescita della produttività
    del lavoro (2,2%), da ricondurre alla dinamica del
    Pil(2%) e alla flessione registrata dell’occupazione
    (-0,2%).
¨  1996-2006: Forte rallentamento produttività del
    lavoro (0,4%) per la ripresa dell’occupazione
    (0,9%) e alla crescita più contenuta del Pil (1,3 %).
6%
                                                      Produttività
5%
                                                      Pil	
  

4%                                                    Occupazione

3%

2%

1%

0%
     1990   1992   1994   1996   1998   2000   2002   2004       2006   2008
-­‐1%

-­‐2%

-­‐3%

-­‐4%
Perché la produttività rallenta

¨    Molte cause. Secondo alcuni l’entrata in vigore
      dell’euro. Struttura produttiva (95% piccole
      imprese). O il modello di specializzazione
      produttiva italiano (made in Italy). Globalizzazione.
      Oppure la scarsità di infrastrutture.

¨    Perché a partire dalla metà degli anni 90?

¨    Le riforme del mercato del lavoro.
Riforme del mercato del lavoro

¨  Liberalizzazione delle norme contrattuali per il
    mercato del lavoro
¨  Nuovi occupati: forme di lavoro a tempo

    determinato, contratti di lavoro atipici
¨  Riduzione dell’EPL (maggiore riduzione tra tutti i

    paesi OECD) per il lavoro temporaneo

Più Flex           Minor costo lavoro        Più occup.
Cosa è avvenuto
¨    Maggiore flessibilità: le imprese verso l’occupazione a bassa
      specializzazione
¨    Nessun incentivo all’adozione delle nuove tecnologie e delle
      nuove forme di organizzazione della produzione (ICT)
¨    Senza liberalizzazioni nel mercato dei beni, investimento per
      l’ampliamento produttivo piuttosto che per il cambiamento
¨    Risultato: una dinamica del Pil contenuta anche se
      accompagnata da aumenti dell’occupazione
¨    La stasi della produttività inevitabile
Tasso	
  di	
  crescita	
  del	
  rapporto	
  capitale-­‐lavoro.	
  Anni	
  1981-­‐2006.	
  
                                        Fonte:	
  elaborazione	
  su	
  dati	
  Istat

6%


5%                                  media	
  1981-­‐1994:	
  3.4%


4%


3%
                                                                                               media	
  1995-­‐2006:	
  1.2%

2%


1%


0%
    1980       1985                    1990                            1995             2000                  2005
-­‐1%
Quello che abbiamo visto
1.    Deterioramento del quadro macroeconomico
      italiano.
2.    Riduzione dei tassi di crescita del Pil e della
      produzione industriale.
3.    Caduta della produttività del lavoro e totale dei
      fattori.
Una distinzione importante
¨  Questi andamenti riguardano tutta l’economia: il
    sistema economico, può nascondere al proprio
    interno andamenti contrastanti.
¨  Distinguiamo tra due settori:

1.  Uno comprende le imprese la cui produzione è

    rivolta alle esportazioni;
2.  L’altro quelle che producono per l’interno.
Imprese che esportano
¨  Le imprese aperte al commercio internazionale:
    forte domanda proveniente dall’estero in forte
    espansione - economie emergenti come Brasile,
    Russia, India e Cina (i paesi BRIC).
¨  Si sono profondamente ristrutturate e hanno

    investito molto.
Cosa hanno fatto le imprese
             che esportano
1.  Trasformazione del modello di specializzazione

Dal made in Italy (beni di consumo per la casa e per
   la persona), ai beni di investimento, come le
   macchine e gli apparecchi meccanici (settori a
   forte crescita della domanda mondiale).
Strategie adottate
2.    Strategie per il made in Italy
      Maggiore concorrenza a livello internazionale
      (Cina, India)

                  Upgrading qualitativo

Spostamento verso l’alto della gamma qualitativa dei
   prodotti esportati, prezzi più elevati
Strategie adottate
¨    Spostamento all’estero delle produzioni a più basso
      valore aggiunto (quelle a più alta intensità di lavoro),
      sfruttando forme di internazionalizzazione produttiva.

¨    Strategie di internazionalizzazione.
      Non solo esportazione di beni e servizi, ma anche
      acquisizione di accordi di collaborazione con partner
      esteri, partecipazione al capitale di imprese estere,
      delocalizzazione di molte fasi del processo produttivo
      all’estero.
Le forme di internazionalizzazione

 Nell’ambito internazionale, l’impresa può adottare diverse
 forme di internazionalizzazione:

 - l’internazionalizzazione commerciale
 - l’internazionalizzazione produttiva
 - l’internazionalizzazione degli approvvigionamenti
 - l’internazionalizzazione della ricerca e sviluppo
 - l’internazionalizzazione finanziaria




              ¨    L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Il contesto di riferimento
 45


¨    Il processo di spostamento dell’asse economico mondiale
      verso l’Asia, che si è accelerato fortemente nel periodo
      2002-2007, pone nuove domande sul processo di
      posizionamento dell’economia italiana nelle dinamiche di
      integrazione internazionale.

¨    La tradizionale attenzione politica e recenti discorsi strategici
      dei governo italiano sottolineano il ruolo geopolitico acquisito
      dai Paesi Terzi del Mediterraneo (PTM) in quanto passaggio
      dei traffici tra l’Europa e le emergenti potenze asiatiche. In
      questo scenario, l’Italia sarebbe posizionata in modo da trarne
      particolare beneficio.
Il dualismo italiano




           L’economia contemporanea e la crisi internazionale
La mappatura delle province
italiane in base alle caratteristiche
del ciclo economico




         La dinamica del PIL:
      una economia “pro-ciclica”


                            L’economia contemporanea e la crisi internazionale
                                                                                 47
L’economia del mondo contemporaneo e il
processo di globalizzazione




         L’economia contemporanea e la crisi internazionale
La contrazione del mondo

                1500-1840




                    1850-1930



                                1950s

                                        1960s
La contrazione del mondo I
   L’orizzonte si riduce
      Anno      Popolazione   Tempo
                  (milioni)   (anni)
      1804        1,000
      1927        2,000        123
      1960        3,000         33
      1974        4,000         14
      1987        5,000         13
      1999        6,000         12
La contrazione del mondo II
                                Anno           Anni per penetrare nel
                                d’invenzione   25% del mercato
Elettricità per uso familiare
                                1873           46
Telefono
                                1875           35
Radio
                                1906           22
Televisione
                                1925           26
PC
                                1975           15
Tel. cellulare
                                1983           13
Internet
                                1991           7
La contrazione del mondo III
  La diffusione delle tecnologie. Numero di anni
          (dall’inizio a 50 milioni di utenti)
I divari nello sviluppo economico:
popolazione e PNL
I divari nello sviluppo economico: il reddito
nazionale lordo (GNI per capita)
I divari nello sviluppo economico: il prodotto
nazionale lordo (GNP per capita)
Una concezione di sviluppo più ampia:
Amartya Sen (Indice di Sviluppo Umano - HDI)
La diffusione dei sistemi di mercato
La diffusione della democrazia
Countries’ Relative Political Riskiness
(Fonte: Griffin and Pustay, International Business, 4th ed., Prentice Hall, 2005)
La malnutrizione, un’altra dimensione della povertà.
Percentuale di bambini al di sotto dei 5 anni, sottopeso
Il reddito pro capite nel secolo scorso; alcuni paesi

¨    Levels of real GDP/person ($1990 international)

                        1900                  1950      1996
 UK                     4593                  6847      17326
 USA                    4114                  9617      23719
 West Germany           3134                  4281      19622
 Brazil                 704                   1673      5346
 China                  652                   537       2653
 India                  625                   597       1643
 Japan                  1135                  1873      19582
 Russia                 1218                  2834      4120
 Africa                 500                   830       1220

 Crafts,1999
La crescita del reddito

¨           Growth of Gdp per capita (average annual percentage chages)

                    1500-1    1820-1900 1900-2000 1870-1900 1900-1950 1950-2000
                    820       -         -
 OECD                         1,2          2,0          1,5          1,3   2,6

 Non OECD                     O,4          1,6          0,7          0,7   2,4

 Eastern                      O,7          1,2          0,8          1,3   1,2
 Europe
 Latin                        O,6          1,6          1,2          1,7   1,5
 America
 Asia                         O,2          1,8          0,5          0,1   3,5

 Africa                       O,4          1,0          0,1          1,0   1,0

 World              0,04      O,8          1,9          1,2          1,1   2,5


      Fonte:Boltho, Toniolo(1999)
La crescita nelle economie pianificate

   Tassi di crescita del reddito procapite

                          URSS                           Cina


    1870-1913             O,9( solo          1870-1913   0,6
                          Russia)

    1928-40               3,8                1913-36     0,8


    1950-70               3,4                1950-70     2,9



  Fonte: Boltho,Toniolo(1999)
Reddito pro-capite



                              Reddito pro-capite

         25000                                            UK
                                                          USA
         20000
                                                          WG
         15000                                            Brasile
         10000                                            Cina
                                                          India
          5000
                                                          Giappone
            0                                             Russia
                    1900             1950          1996   Africa




     elaborazioni su Crafts (1999)
Tassi di crescita del reddito: i diversi paesi..



                           Tassi di crescita del reddito

 10
 8                                                                            1870-1913
 6
                                                                )             1913-50

 4                                                                            1950-73
                                                                              1973-96
 2
 0
 -2


                                                  e
                                  a


                                            a




                                                                          a
                          le




                                                          a
              A


                   G
      UK




                                                on
                                         di




                                                                      r ic
                                   n




                                                            i
           US




                            i




                                                         ss
                  W


                         as


                                Ci


                                       In

                                              pp




                                                                    Af
                                                      Ru
                       Br




                                            ia
                                           G




 elaborazioni su Crafts (1999
Tassi di crescita del reddito: i diversi periodi


                     Tassi di crescita del reddito
                                                      UK
      10
                                                      USA
       8
                                                      WG
       6
                                                      Brasile
       4                                              Cina
       2                                              India
       0                                              Giappone

      -2     1870-     1913-50    1950-73   1973-96   Russia
             1913                                     Africa



  elaborazioni su Crafts (1999)
Catching up?
Divergenza nel reddito pro capite fino ai primi anni ’80,
modesta convergenza dopo.
Catching up in linving standards, 1820-1992
                                                         Coeff di
                                N di paesi
                                                         lnYi,t
                                                                    t

1820-1900
Tutti i paesi                   26                       O,97*      6,8

Solo oecd                       17                       0,42       1,6

1900-1992

Tutti i paesi                   47                       0,17       1,2

Solo oecd                       22                       -0,74*     -5,5

1900-1950

Tutti i paesi                   47                       0,31       1,6

Solo oecd                       22                       0,09       0,3

1950-1992

Tutti i paesi                   133                      0,12       0,6

Solo oecd                       22                       -1,43*     -6.0



 Nota:il segno negativo del coeff. Indica convergenza.
 Fonte: Boltho Toniolo(1999 )
500
                                       1000
                                              1500
                                                     2000
                                                            2500




                             0
                      19
                        50

                      19
                        52
                      19
                        54
                      19
                        56

                      19
                        58
                      19
                        60

                      19
                        62
                      19
                        64
                      19
                        66

                      19
                        68
                      19
                        70

                      19
                        72
                      19
                        74




Scambi di merci
                      19
                        76
                                                                                 (1950 = 100)




                      19
                        78
                      19
                        80

                      19
                        82
                                                                   PRODUZIONE E SCAMBI MONDIALI DI MERCI




                      19
                        84
Produzione di merci



                      19
                        86

                      19
                        88
                      19
                        90

                      19
                        92
                      19
                        94
                      19
                        96

                      19
                        98
                      20
                        00
RAPPORTO TRA IL VOLUME DEGLI SCAMBI E DELLA PRODUZIONE MONDIALI
                                                            (1950 = 100)

450



400



350



300


250



200



150



100



50
   50

          52

                 54

                        56

                               58

                                      60

                                             62

                                                    64

                                                           66

                                                                  68

                                                                         70

                                                                                72

                                                                                       74

                                                                                              76

                                                                                                     78

                                                                                                            80

                                                                                                                   82

                                                                                                                          84

                                                                                                                                 86

                                                                                                                                        88

                                                                                                                                               90

                                                                                                                                                      92

                                                                                                                                                             94

                                                                                                                                                                    96

                                                                                                                                                                           98

                                                                                                                                                                                  00
 19

        19

               19

                      19

                             19

                                    19

                                           19

                                                  19

                                                         19

                                                                19

                                                                       19

                                                                              19

                                                                                     19

                                                                                            19

                                                                                                   19

                                                                                                          19

                                                                                                                 19

                                                                                                                        19

                                                                                                                               19

                                                                                                                                      19

                                                                                                                                             19

                                                                                                                                                    19

                                                                                                                                                           19

                                                                                                                                                                  19

                                                                                                                                                                         19

                                                                                                                                                                                20
               Fonte: OMC                                 Agricoltura           Industria estrattiva             Manufatti       Merci
SCAMBI E INVESTIMENTI INTERNAZIONALI
                                           (valori in dollari USA - 1970 = 100)

12000




10000




8000




6000




4000




2000




    0
     70

     71

     72

     73

     74

     75

     76

     77

     78

     79

     80

     81

     82

     83

     84

     85

     86

     87

     88

     89

     90

     91

     92

     93

     94

     95

     96

     97

     98

     99

     00

     01
   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   19

   20

   20
 Fonte: FMI e UNCTAD   Investim enti diretti esteri (afflussi + deflussi)   Scam bi di beni e servizi (esportazioni + im portazioni)
I tassi di crescita annuali delle esportazioni
                                 Annual Growth rates of Exports
  70%

  60%
                   Growth World
  50%              Growth PVD
                   Growth OCDE
  40%

  30%

  20%

  10%

  0%
  49
        52
             55
                  58
                       61
                            64
                                 67
                                      70
                                           73
                                                76
                                                     79
                                                          82
                                                               85
                                                                    88
                                                                         91
                                                                              94
                                                                                   97
                                                                                        00
                                                                                             03
 -10%
 19
        19
             19
                  19
                       19
                            19
                                 19
                                      19
                                           19
                                                19
                                                     19
                                                          19
                                                               19
                                                                    19
                                                                         19
                                                                              19
                                                                                   19
                                                                                        20
                                                                                             20
 -20%
Dinamica: le esportazioni mondiali crescono più
rapidamente del PIL mondiale (1960-2000)

                            30

                            25
    world exports (% GDP)




                            20

                            15

                            10

                            5

                            0
                            1960   1970   1980   1990   2000
Dinamica: il PIL mondiale cresce più rapidamente
della popolazione mondiale (1960-2000)

                      500

                                                        GDP
                      400
 index (1960 = 100)




                      300

                                                   population
                      200


                      100


                       0
                       1960   1970   1980   1990                2000
Dinamica: il commercio mondiale cresce più
rapidamente della produzione mondiale

 •  Produzione mondiale   •  Commercio mondiale

 •    1981-1990: 2.8%     •    1981-1990: 4.5%
 •    1992: 1.7%          •    1992: 5.7%
 •    1994: 2.9 %         •    1994: 10.5%
 •    1996: 3.2%          •    1996: 5.5%
 •    1998: 2.5%          •    1998: 7 %


Fonte: ONU, 1998
Dazi doganali medi nei paesi industriali


         50
                    40%
         40

         30

         20                    15%

         10                                    4.5%

             0
                 Dopoguerra   anni 60         anni 90

Fonte: WTO
Dazi doganali medi di importazione
    dei maggiori PVS




Fonte: WTO
La crescita nel mondo (1950-1995)


  Annual Average Growth Rate of GDP per Capita
                          Growth            Ratio of GDP per  Share of
                                            capita at end to  World Population, 1998
                                            beginning
  More developed          2.7               3.1               20
  Less Developed:         2.5               2.9               80
  China                   3.8               5.0               21
  India                   2.2               2.5               17
  Rest of Asia            3.7               4.6               21
  Latin America           1.6               1.9               9
  Northern Africa         2.1               2.4               2
  Sub-Saharan Africa      0.5               1.2               11
  Source:        Richard Easterlin, “The Worldwide Standard of Living Since 1800”, Journal of
                 Economic Perspectives, 2000.
Miracoli e disastri della crescita
(1960-1990)

    Annual Average Growth Rate of GDP per Worker 1960-1990
    Miracles              Growth                  Disasters             Growth
    Korea                 6.1                     Ghana                 -0.3
    Botswana              5.9                     Venezuala             -0.5
    Hong Kong             5.8                     Mozambique            -0.7
    Taiwan                5.8                     Nicaragua             -0.7
    Singapore             5.4                     Mauritania            -0.8
    Japan                 5.2                     Zambia                -0.8
    Malta                 4.8                     Mali                  -1.0
    Cyprus                4.4                     Madagascar            -1.3
    Seychelles            4.4                     Chad                  -1.7
    Lesotho               4.4                     Guyana                -2.1
    Note:        Figures for Botswana and Malta based on 1960-1989.
    Source:      Jonathan Temple, “The New Growth Evidence”, Journal   of Economic Literature,
                 1999.
Caratteristiche socio-economiche dei paesi più
globalizzati rispetto a quelli meno globalizzati
Il reddito individuale mondiale e l’ineguaglianza
nel consumo
La globalizzazione (I)
L’apertura dei mercati è stata caratterizzata da una grande crescita del commercio.
  Evoluzione del commercio come % del PIL.




                     70
                     60
                     50
           percent




                     40
                     30
                     20
                     10
                      0
                      70
                           73
                                76
                                     79
                                          82
                                               85
                                                    88
                                                          91
                                                               94
                                                                    97
                                                                         00
                     19
                          19
                               19
                                    19
                                         19
                                              19
                                                   19
                                                        19
                                                             19
                                                                  19
                                                                       20
                                                   year
La globalizzazione (II)
L’aumento è generalizzato...


                                       80


                                       70


                                       60
             Percentage trade in GDP




                                       50                                                                          Brazil
                                                                                                                   China
                                       40                                                                          Germany
                                                                                                                   India
                                                                                                                   Italy
                                       30
                                                                                                                   Mexico
                                                                                                                   Spain
                                       20
                                                                                                                   United States

                                       10


                                        0
                                        75

                                              77

                                                    79

                                                          81

                                                                83

                                                                     85

                                                                           87

                                                                                 89

                                                                                       91

                                                                                             93

                                                                                                   95

                                                                                                         97

                                                                                                              99
                                       19

                                             19

                                                   19

                                                         19

                                                               19

                                                                    19

                                                                          19

                                                                                19

                                                                                      19

                                                                                            19

                                                                                                  19

                                                                                                        19

                                                                                                             19
La globalizzazione (III)
…e ha luogo fondamentalmente nelle manifatture.


                              250


                              200
           Index 1990 = 100




                              150
                                                                                                                 Agriculture
                                                                                                                 Manufacturing
                              100


                               50


                                0
                                    1970
                                           1973
                                                  1976
                                                         1979
                                                                1982
                                                                       1985
                                                                              1988
                                                                                     1991
                                                                                            1994
                                                                                                   1997
                                                                                                          2000
                                                                       year
La globalizzazione (IV)
Relazione tra commercio agricultura e industria.

                         2

                        1,8

                        1,6

                        1,4

                        1,2
                                                                                          Brazil
                Ratio




                         1                                                                China
                                                                                          Germany
                        0,8                                                               India
                                                                                          Italy
                        0,6                                                               Mexico
                                                                                          Spain
                        0,4                                                               USA

                        0,2

                         0
                         80

                               82

                                     84

                                           86

                                                 88

                                                       90

                                                             92

                                                                   94

                                                                         96

                                                                               98

                                                                                     00
                    19

                              19

                                    19

                                          19

                                                19

                                                      19

                                                            19

                                                                  19

                                                                        19

                                                                              19

                                                                                    20
                                                           Year
Le origini e l’evoluzione della globalizzazione
Una rassegna sintetica dei tassi di crescita

                World   US    UK      Jap

        1820-    0.6    1.3   1.2      0.1
        1870
        1870-    1.3    1.8   1.0      1.4
        1913
        1913-    0.9    1.6   0.8      0.9
        1950
        1950-    2.9    2.4   2.5      8.0
        1973
        1973-    1.2    1.4   1.4      3.0
        1992
La crescita media annuale del PIL pro capite mondiale
L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’economia dei paesi emergenti




         L’economia contemporanea e la crisi internazionale
I “PAESI IN TRANSIZIONE”
            Insieme di stati ex comunisti dell’Est europeo:
q  paesi che hanno avviato la transizione
q  paesi che hanno una transizione bloccata
q  la Russia


Differenze: aree di antica industrializzazione, precedente al regime
comunista (Repubblica Ceca, regioni polacche) e aree rurali (Romania,
Bulgaria)
Caratteri comuni: sforzo di dialogo con l’occidente europeo (costituito
da stati regioni)


                      L’economia contemporanea e la crisi internazionale
I “PAESI CHE HANNO AVVIATO LA
TRANSIZIONE”
    Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Estonia,
                      Lettonia e Lituania
Caratteri comuni:
q  sforzo di dialogo con l’occidente europeo e specialmente con la
Germania
q  ristrutturazione delle industrie (meccanica, alimentare)
q  bassa inflazione con poche eccezioni
q  elevati investimenti esteri



                        L’economia contemporanea e la crisi internazionale
LA TRANSIZIONE BLOCCATA NELLA PENISOLA
BALCANICA
 Limiti alla transizione verso un’economia di mercato:
 q  mancanza di una preesistente base industriale

 q  presenza di un settore agricolo con eccessi di m.o. e bassa
 redditività
 q  instabilità politica e conflitti etnici



 Vantaggi verso la transizione:
 Ø  basso costo della m.o. che attrae investimenti esteri

 Ø  governi tolleranti verso le industrie inquinanti


                   L’economia contemporanea e la crisi internazionale
RUSSIA
         Caratteri:
         Ø  ricchezza di risorse minerarie, agricole ed
         energetiche
         Ø  riconversione dell’apparato industriale militare
         Ø  opportunità di sviluppo per il settore della
         microelettronica e dell’informatica
         Limiti:
         v  limitato mercato interno
         v  spinte politiche non definitivamente equilibrate



                   L’economia contemporanea e la crisi internazionale
MEDIO ORIENTE
(ARABIA SAUDITA, BAHREIN, EMIRATI ARABI, IRAN, IRAQ, KUWAIT,
OMAN, QATAR)




Ø  ricchezza di risorse energetiche
Ø  gli oleodotti accrescono l’importanza dei luoghi
Ø  area di accoglienza di immigrati pachistani, indiani, filippini

Non è solo l’economia a determinare l’importanza di un’area


                         L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Tigri Asiatiche
       (Hong Kong, Taiwan, Singapore, Corea del Sud)
Caratteri:
Ø  accelerata crescita economica ma recente rallentamento
Ø  crescita provocata dall’apertura ai mercati e dal peso delle industrie
tecnologicamente avanzate volte alle esportazioni
Ø forti investimenti esteri
Ø  modello dirigistico delle economie nazionali che rassicura gli investitori
Ø  basso costo della mo
Ø  crisi finanziaria per il forte indebitamento delle imprese industriali e per il
coinvolgimento delle banche, oltre che per le rivendicazioni sinda.
Ø  passaggio nel 1997 di Hong Kong alla Cina e pressione cinese anche per il
passaggio di Taiwan


                               L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Tigri Asiatiche
       (Hong Kong, Taiwan, Singapore, Corea del Sud)
Caratteri:
Ø  accelerato sviluppo ma recente rallentamento
Ø  sviluppo provocato dall’apertura ai mercati e dal peso delle industrie
tecnologicamente avanzate volte alle esportazioni
Ø forti investimenti esteri
Ø  modello dirigistico delle economie nazionali che rassicura gli investitori
Ø  basso costo della mo
Ø  crisi finanziaria per il forte indebitamento delle imprese industriali e per il
coinvolgimento delle banche, oltre che per le rivendicazioni sinda.
Ø  passaggio nel 1997 di Hong Kong alla Cina e pressione cinese anche per il
passaggio di Taiwan



                                L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Corea del Sud
Ø  nel dopoguerra dall’economia agricola si passa a quella industriale
grazie a un forte e pervasivo intervento dello stato
Ø lo stato offre a privati finanziamenti, incentivi fiscali, commesse
pubbliche e protezioni doganali
Ø  presenza degli chaebol, grandi imprese oligopolistiche
Ø  mo non sindacalizzata e a basso costo, che oggi rivendica un ruolo non
solo come lavoratori ma anche come consumatori


                                  Taiwan
Nonostante l’interscambio con la Cina sia elevato questo stato rischia di
diventare una regione cinese, ricca ma dipendente


                       L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Cina
Ø  la transizione verso un’economia di mercato comporta la
liquidazione di moltissime imprese pubbliche col rischio di
reazioni sociali
Ø Vi sono diverse realtà: quella industriale del Nord-Est
(tessile, siderurgico, trasporti); quella costiera più dinamica
del Centro-Sud (Hong Kong e Shanghai) dove si hanno molti
investimenti esteri; quella continentale ancora agricola;
quella di Taiwan.
Ø  la quota di popolazione dedita all’agricoltura è ancora
molto elevata
Ø  il reddito pro capite è molto basso da non sorreggere un
buon mercato interno, ma è prevedibile una sua espansione


              L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Indonesia
Ø  gigante demografico con una struttura industriale debole che
soffre le congiunture avverse


Ø  forti esportazioni di prodotti manifatturieri, nonostante il
peso dell’occupazione agricola

                        Filippine
     v  industria nascente rivolta al mercato interno




               L’economia contemporanea e la crisi internazionale
India
Ø  gigante demografico che emerge come mercato piuttosto che come produttore,
tranne per le zone di Bombay e di Bangalore
Ø  molti dei suoi abitanti vivono al di sotto della sogli di povertà
Ø  la maggior parte della popolazione è dedita all’agricoltura

                                         Brasile
v  il Sud-Est e l’area di San Paolo sono le più vivaci
v  il Nord-Est è povero
v  dallo sfruttamento delle risorse agricole –minerarie (canna da zucchero, oro,
diamanti, caffè) si è passati ad una solida base industriale (trasporti e componentistica)
grazie agli investimenti esteri
v  immense aree a verde a rischio di degrado
v  le aree urbane presentano caratteristiche comuni nell’America Latina: espansione del
settore finanziario, dei servizi e di alcune imprese a scapito di altri settori


                           L’economia contemporanea e la crisi internazionale
I PAESI IN VIA DI SVILUPPO (PVS)
Negli anni ‘90:
q    ritmi di crescita superiori ai paesi industrializzati
q    sfruttamento della divisione internazionale del lavoro
q    offerta di mo a basso costo


Alcune aree restano escluse dalla ripresa economica:
ü    l’Africa (eccetto Egitto e pochi altri stati)
ü buona parte dell’America Latina (eccetto quei paesi aderenti ad accordi commerciali:
il Messico al NAFTA (con Canada e USA); Argentina Uruguay Paraguay Brasile e Cile al
Mercosur)




                                     L’economia contemporanea e la crisi internazionale
LE STRATEGIE DEI PVS
In passato:
q  modelli di sviluppo protezionistici

q  richiesta di aiuti internazionali

q  stabilizzazione dei prezzi delle materie prime

q  attacchi alle multinazionali ritenute predatrici di risorse

Oggi:
Ø  apertura dei mercati alla globalizzazione

Ø  accoglimento di capitali esteri

Ø  attrazione di imprese transnazionali
Ø  maggior peso del ruolo del privato rispetto al pubblico




                         L’economia contemporanea e la crisi internazionale
LE STRATEGIE DEI PVS PER DIVENIRE PIÙ
      COMPETITIVI

v  riduzione esasperata dei salari al limite di provocare disordini sociali
v  riduzione delle tasse per le imprese estere

v  riduzione dello stato sociale

v  riduzione dei controlli ambientali




Ma questi paesi devono fare i conti con l’economia finanziaria globale
che provoca crisi valutarie e speculazioni




                       L’economia contemporanea e la crisi internazionale
EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE

v  sul commercio dei beni di consumo
v  sul mercato dei capitali

v  nonostante i flussi di emigranti il mercato del lavoro è meno
globalizzabile
v  aumenta la disoccupazione con poche eccezioni mondiali, perché
si incorpora più tecnica e capitale che lavoro nel prodotto




                      L’economia contemporanea e la crisi internazionale
LE STRATEGIE DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI
v  deregulation esasperata dei mercati dei capitali e dei beni
v  deregulation del mercato del lavoro per aumentarne la    flessibilità
v  assoluto rilievo del settore privato

 ma nell’Europa Occidentale si tenta di
q  conservare lo stato sociale

q  tutelare il lavoratore e le figure più deboli

Si delinea una contrapposizione tra l’economia americana e un’economia
“alternativa” (prevalentemente europea) per l’egemonia mondiale, a cui
non saranno estranei i pvs anche per l’incognita demografica (in India e
Cina)


                                     Prof. Carmelo Maria Porto   121
Dinamismo di crescita dei paesi industriali
         rispetto a quelli in via di sviluppo


                                     OCDE




                              EMCs




Fonte: IMF
La crescita della produzione manifatturiera nei paesi di
nuova industrializzazione (1963-2002)




a 1994; b 1995; c 1996; d 1998
Fonte: Dicken (1998, Table 2.3; 2003, Table 3.6); UNIDO, www.unido.org/geostat; World Bank (2004), World
Development Indicators 04, The World Bank, Washington, Table 4.1.
OCSE e PVS: quote di commercio, popolazione e PIL

   80
   70
   60
   50
                          OECD
   40                     LDCs
   30
   20
   10
     0
                  Trade     Population       GDP
 Fonte: IMF/WEO
Commercio internazionale - PVS
 I paesi che si sono aperti al commercio estero sono quelli che hanno
 avuto le performance migliori

          Rapporto apertura/crescita
Ratios di apertura del commercio (XGS/GDP%)

350%                                                                          France= 25%
                                                                              Brazil= 16%
                                                                              India= 14%
300%
                                                                              USA= 9%

250%

200%

150%

100%

50%

 0%
       China   Hongkong Singapour   Taiwan   Korea   Malaysia   Philippines   Thailand   Indonesia
I nuovi globalizzatori: crescita del PIL
     pro capite al procedere dell’integrazione
6%
         Cina
         Corea del Sud
         Hong Kong
                                                  5.0%
         India
         Singapore
4%       Taiwan
                                   3.5%
                          2.9%


2%
         1.4%



0%
       1960s             1970s   1980s           1990s
Cina, India, Giappone: quote % del PIL globale




                                         China= 13%
                                         Japan= 7%
                                         India= 6%
Il PIL pro capite in quattro paesi (1820-2000)




Fonte: A. Maddison, Monitoring the World Economy 1820-1992, Paris, Organization for Economic Cooperation and
Development, 1995
L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L’inatteso recupero asiatico
            Produzione industriale dei paesi   ¨    Uno degli aspetti cruciali
                      emergenti                      della prima parte del
                                                     decennio deè rappresentata
15.0
                                                     dalla forza del ciclo delle
12.0                                                 economie asiatiche.
 9.0
                                               ¨    Si ricordi che nel ’97-’98 tutto
                                                     il sud est asiatico era stato
 6.0                                                 investito da una grave crisi.
 3.0                                           ¨    La chiave di volta sta
                                                     nell’abbattimento delle
 0.0
                                                     barriere commerciali e
-3.0                                                 nell’ingresso della Cina nel
                                                     Wto.
-6.0
       98       00       02       04     06    ¨    Con l’ascesa del gigante
                     var % tendenziali
                                                     cinese il termine
                                                     GLOBALIZZAZIONE acquisisce
                                                     un diverso significato.
                                                            131
La crescita dei paesi emergenti sposta
gli equilibri della crescita globale

               Il Pil mondiale                            Il Pil mondiale
6                                                   Emergenti      Economie avanzate
                                           9
5
                                           8

4
                                           7
                                           6
3                                          5

2                                          4
                                           3
1                                          2
                                           1
0
    80   85     90      95       00   05   0
                                               80    85     90      95      00    05
              Var. % medie annue
                                                          Var. % medie annue

                                                    132
L’ascesa della Cina
                 Le quote di mercato

            Giappone                    Stati Uniti
                                                           ¨    Crescita del Pil intorno al 10 per cento.
            Germania                    Cina
                                                           ¨    Forte crescita della produttività
14.0
                                                           ¨    Spostamento della popolazione dalle
                                                                 campagne verso la città
12.0                                                             (industrializzazione)
                                                           ¨    Alto tasso di risparmio (politiche di
10.0                                                             abbassamento della natalità).
                                                           ¨    Forte avanzo delle partite correnti
 8.0                                                       ¨    La Cina gioca un ruolo centrale quale
                                                                 assemblatore dei manufatti prodotti in
 6.0
                                                                 tutto il sud est asiatico
                                                           ¨    Il Giappone rafforza la competitività
                                                                 cinese svolgendo un ruolo di fornitore
 4.0
                                                                 di tecnologia.

 2.0
       98   99   00   01   02   03 04    05   06      07

Esportazioni in dollari in % del commercio mondiale,                      133
                  m.m di 12 termini
La politica del cambio dei paesi
         asiatici
                                            ¨    L’avanzo delle partite correnti cinesi
                  Riserve valutarie
                                                  (ma non solo) genera spinte per un
           Cina                  Giappone         apprezzamento delle loro valute sul
1500                                              dollaro. Queste vengono contrastate
                                                  dalle autorità monetarie cinesi che
1200                                              mantengono una politica di cambio
                                                  (quasi) fisso sul dollaro.
900                                         ¨    E’ questo un caso abbastanza
                                                  peculiare. Di solito è la valuta di
600                                               riferimento ad apprezzarsi.
                                            ¨    La fragilità del sistema bancario
300                                               domestico e il bisogno di sostenere lo
                                                  sviluppo export-led del
  0
                                                  manifatturiero hanno spinto le
       97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07           autorità cinesi a contrastare
                 Mld di dollari                   l’indebolimento del dollaro tramite
                                                  un forte aumento delle riserve.
                                                       134
Lo yen debole, i carry trades e la politica
           anti-deflazione della Bank of Japan
        BA SIC D ISCO UNT & LOA N RA TE - MIDDLE R ATE
7            FR OM 7/12/90 TO 7/12/07 MON TH LY
                                                                        Cambio reale bilaterale yen dollaro                           Cambio yen dollaro

6                                                                                                                        160
                                                                  110
                                                                                                                         150
5                                                                 100
                                                                                                                         140

4                                                                 90                                                     130

                                                                  80                                                     120
3

                                                                  70                                                     110
2
                                                                                                                         100
                                                                  60
1                                                                                                                        90
                                                                  50
                                                                        90   92   94   96   98   00   02   04   06       80
0
    90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07                                                                      1990   1994   1998    2002   20
                                                                    basato sui prezzi al consumo, Indice gen '07 = 100
                                          Sour c D AT ASTR EA M
                                                e:




                                                                                                 135
Il boom del petrolio e dei prezzi delle
      materie prime
                                                                             ¨    La crescita dei paesi
                                                                                   emergenti si è tradotta in un
                                Prezzo del petrolio                                forte impulso alla domanda
150                                                                                di materie prime.
                                                                             ¨    I prezzi delle materie prime
120                                                                                sono cresciuto molto nel
                                                                                   corso degli ultimi anni
90                                                                           ¨    La delocalizzazione ha
                                                                                   aumentato l’elasticità della
                                                                                   domanda di petrolio rispetto
60
                                                                                   alla crescita del prodotto
                                                                                   globale.
           media '74-'85                              media '86 - '05
30
                                                                             ¨    Si pone un problema di
                                                                                   sostenibilità ambientale
 0
                                                                                   dello sviluppo asiatico
      70      75           80       85        90            95     00   05

                                   Quotazioni in dollari;                     136
Petrolio: prezzo nominale e reale
                                                       Prezzo reale del petrolio
  160



  140



  120



  100



  80
             media '74-'85
  60



  40


                                                                                                                                 media '86 - '04
  20



   0
        70         75                80                 85                  90                 95                  00                05




                   Quotazioni in dollari, deflazionate con l'indice dei prezzi al consumo Usa e livello medio dei due sottoperiodi

                                                                                                      137
Il prezzo del petrolio: fondamentali e
finanza
¨    Il trend degli ultimi anni
      ¤  Effetto finanziario – le materie prime entrano nei portafogli
          degli hedge funds
      ¤  Mismatch domanda (effetto Cina) – offerta (bassi
          investimenti d’inizio decennio)
¨    Le tendenze dei prossimi anni
      ¤  Dal  punto di vista dei fondamentali di domanda-offerta i
          prezzi dovrebbero restare elevati
      ¤  Dal punto di vista del peso della finanza, è finita la fase
          liquidità abbondante e a buon mercato e questo porterà a
          minore pressione dei fondi sui mercati delle commodities

                                             138
Non c’è pressione dal lato dell’offerta

        Produzione mondiale di petrolio
                                                      ¨     Ritardi negli investimenti –
75000
                                                            elasticità dell’offerta ai prezzi


70000




65000




60000
        95   97     99      01     03       05   07

                  mgl di barili al giorno

                                                              139
Si è ridotta la capacità di suasion
da parte dei paesi occidentali
             Usa - Quota sulla produzione                Russia -Quota sulla produzione
                 mondiale di greggio                          mondiale di greggio

 12.0                                            14.0

 11.0                                            13.0

 10.0                                            12.0

  9.0                                            11.0

  8.0                                            10.0

  7.0                                             9.0

  6.0                                             8.0
        95     97   99    01   03   05      07          95   97    99   01   03   05   07




                                                             140
Nel lungo periodo la domanda cinese
crescerà ancora molto

               Consumi di petrolio                        Consumi pro-capite di petrolio

120.0                                              120

100.0                                              100

 80.0                                              80


 60.0                                              60


 40.0                                              40


 20.0                                              20


  0.0                                               0
        Cina    Usa     Giap    Ger    Fra   ita         Cina    Usa     Giap    Ger    Fra   ita
                      Indice Usa = 100                                 Indice Usa = 100




                                                                141
Lo spostamento del baricentro economico del Mondo

Previsione della distribuzione della produzione mondiale nel 2010
La crescita di CINA e INDIA puo’



 ¨    mettere a dura prova settori non marginali del nostro sistema produttivo
       (es. tessile, calzaturiero);


 ¨    diventare, però, la grande opportunità per il sistema logistico – portuale
       italiano;


 ¨    far rinascere il Mediterraneo che potrebbe trasformarsi nell’epicentro di
       controllo dei traffici e della logistica europea.
Maggiori detentori esteri di titoli del Tesoro
                              americano

                      Hong Kong

                   Lussemburgo

Paesi caraibici sedi di ist finanz

                          Brasile

    Paesi esportatori di petrolio

                    Regno Unito

                             Cina

                       Giappone

                                     0   100   200   300   400   500   600   700

        miliardi di dollari a settembre 2007




                                                           144
L’avvicendamento dei leader globali
                                                                   US leadership




                                         Dutch decline
                                                         British
                                                         empire
          Northern Italy   Netherlands
          Belgium




             1500          1600                1750      1820       1900




Fonte: A. Maddison
La crisi finanziaria (ed economica)
internazionale




          L’economia contemporanea e la crisi internazionale
ECONOMIA MONDIALE
      la peggiore crisi dal dopoguerra

Ø    All’origine squilibri macroeconomici (Cina, Usa, sovrabbondanza di
      risparmio, liquidità); nel precipitare degli eventi, la correzione di
      questa lontana causa si è “persa”; l’uscita dalla recessione non sarà il
      ritorno a un periodo di stabilità; vecchi e nuovi squilibri da cui
      rientrare (eccessi di liquidità e peggioramento finanze pubbliche)
Ø     Nuove priorità: normalizzare mercati finanziari, stimolare la
      domanda aggregata; obiettivi interrelati
         Ø  Misure comuni per realizzare gli obiettivi di normalizzazione creditizio/finanziaria e
             sostegno domanda aggregata
         Ø  Normalizzazione finanziaria, condizione necessaria per assicurare l’efficacia delle
             misure di sostegno della domanda
Ø     Grandfather’s recession (fine ‘800-inizio ‘900), con due differenze:
      globalizzazione più intensa di allora; politica economica consapevole
      dell’importanza di agire contro il ciclo negativo
Ø    Dimensione internazionale della crisi richiede politiche quanto più
      collettive e concertate tra i principali attori
Una economia è considerata in “declino” quando assistiamo ad
una diminuzione del tasso di crescita potenziale.
Per misurare il “declino” o lo “sviluppo” dobbiamo analizzare:
- la dinamica del PIL;
- le dinamiche della produttività del lavoro (rapporto tra il
prodotto e il numero di lavoratori impiegati nella produzione);
- le quote di mercato delle esportazioni.


Il permanere in uno stato di declino è una situazione molto più
grave di quella congiunturale.




                L’economia contemporanea e la crisi internazionale
Ricorrenza delle crisi
  Le crisi ci sono sempre state: non ci può essere economia di mercato senza le crisi. I capitalismi
  e i sistemi finanziari sono instabili …
149



      •  I Bardi e i Peruzzi fallirono tra il 1343 e il 1346 perché Eduardo
         III non ripagò i suoi debiti
      •  I fallimenti delle banche in Italia e negli USA nell’Ottocento (cfr.
         la prossima slide!) e all’inizio del Novecento
      •  Le crisi bancarie durante la Grande Depressione degli anni
         Trenta, in USA, Italia (la nascita dell’IRI), Germania, Austria
      •  Dal 1945 al 1970 fase di stabilità bancaria, ma le crisi sono
         esplose successivamente
150
Ricorrenza delle crisi
151



      Secondo la WB, da fine anni settanta al 2002 ci sono state
      117 crisi bancarie sistemiche in 93 paesi e 51 crisi minori, in
      45 paesi.
      Alcuni esempi (molto diversi tra loro):
      ¨    saving and loans americane (anni Ottanta)
      ¨    banche scandinave (primi anni Novanta)
      ¨    sistema bancario meridionale italiano (metà anni ‘90)
      ¨    Giappone e altre banche asiatiche (anni ’90)
Ricorrenza delle crisi
152


      Caratteristiche delle crisi (Reinhart e Rogoff)
        Prima delle crisi: crescita dei prestiti bancari, ovvero
      ¨ 
      dei debiti delle imprese, aumento dei prezzi delle azioni
      e delle case (evidenza di herd behavior e di
      “esuberanza irrazionale”/Shiller)
      ¨ Quando scoppia la crisi: brusca decelerazione dei
      prestiti, caduta della Borsa e dei prezzi delle case
      ¨ Le difficoltà di famiglie e imprese a loro volta si
      ripercuotono sulle banche
Ricorrenza delle crisi
153


           Fattori che ricorrono nella crisi di oggi:
      - indebitamento eccessivo: non delle imprese!, delle famiglie
         - cfr. paper Jappelli
      -    crollo dei prezzi di Borsa in tutto il mondo (-49% in Italia
           nel 2008)
      -    crollo dei prezzi delle case in alcuni paesi, dopo anni di
           forte crescita
      -    fallimenti e salvataggi pubblici delle banche (Northern
           Rock, Bearn Stearns, Lehman Brothers, AIG etc.)
Le novità della crisi in corso
154


        A metà 2007 uno shock cambia le opportunità di profitto in un settore
        dell’economia: aumentano le insolvenze sui mutui subprime,
        ma dare la colpa della crisi ai mutui subprime è come dare la colpa della
        I^ guerra mondiale all’attentato di Sarajevo
        C’erano squilibri di fondo negli USA (Roubini e altri)
  ¨    Triplo deficit – pubblico, di bilancia commerciale e delle famiglie –
        finanziato dal resto del mondo
  ¨    Dopo il 2000 tassi di interesse bassi hanno alimentato la domanda di
        prestiti. I politici hanno favorito l’accesso al credito delle famiglie
        (l’obiettivo di “una casa per tutti”), contribuendo all’abbassamento delle
        regole
  ¨    L’aumento eccessivo del credito è stato favorito dalla crescita dei prezzi
        delle case, aumentando la disponibilità di garanzie per le banche
Le novità della crisi in corso
155


       L’intepretazione di Roubini era in buona parte giusta, ma ci
      aspettavamo un aggiustamento diverso (come insegnano i
      manuali di macro e molti casi del passato):

       svalutazione del dollaro, riequilibrio commerciale americano,
      inflazione in crescita, aumento da parte della FED dei tassi di
      interesse, decelerazione ordinata del credito e del debito delle
      famiglie, riduzione contenuta dei prezzi delle case
      Insomma si pensava:

      a una classico ciclo negativo americano, con ripercussioni sugli
      altri paesi via commercio internazionale (minori esportazioni
      negli USA), senza crolli delle banche, salvataggi pubblici,
      ricapitalizzazioni, garanzie pubbliche …
Le novità della crisi in corso
156
Le novità della crisi in corso
157



        C’erano squilibri di fondo nell’economia mondiale,
        ma quattro novità li hanno trasformati in una
        recessione mondiale (cfr. Blanchard, 2008;
        Brunnermeier, 2008; Gorton, 2008).


         Possiamo chiamarli meccanismi propagatori o
        amplificatori della crisi
Le novità della crisi in corso
158

                       Novità 1: la crisi dell’interbancario
      Dall’agosto del 2007 le banche non si prestano fondi o lo fanno a
      prezzi elevati. L’interbancario era da anni diventato un canale di
      finanziamento indispensabile per banche con difficoltà di raccolta retail
      Due spiegazioni del blocco dell’interbancario
      a) percezione di un elevato rischio di controparte
      b) paura che la liquidità possa servire in futuro alla banca offerente
      Sull’interbancario è in atto un run alla Diamond e Dybvig: tutti
      domandano liquidità (cfr. Rochet)


      Le banche centrali hanno ampliato l’offerta di liquidità, rendendo più
      favorevoli le condizioni di accesso per il sistema bancario: la situazione
      è oggi migliorata.
Le novità della crisi in corso
159


                  Novità 2: è la globalizzazione, bellezza!
        L’impatto sistemico è analogo solo alla crisi degli anni Trenta
        Dagli anni settanta le crisi bancarie (cfr. la slide precedente)
        avevano avuto effetti sistemici in un paese, ma senza spillovers
        su altri paesi. Forse le uniche eccezioni sono state le crisi
        bancarie asiatiche, con esternalità da un paese all’altro, legate
        anche al canale del cambio
         Le difficoltà contemporanee di banche americane, inglesi,
        tedesche etc. sono una novità assoluta
         Un effetto panico ha investito i titoli bancari, coinvolgendo i
        titoli degli altri settori e facendo crollare le Borse
Le novità della crisi in corso
160


                      Novità 3: cartolarizzazioni

         L’aumento delle insolvenze sui mutui subprime, in
        corrispondenza della diminuzione dei prezzi delle case, è
        stato il detonatore della crisi

         I mutui erano stati cartolarizzati. Società veicolo avevano
        acquisito i mutui, emettendo obbligazioni (asset backed
        securities). A loro volta le ABS erano state cartolarizzate,
        dando luogo a nuove passività, ad esempio collateralized
        debt obligations (CDOs), moltiplicando i titoli con rating
        AAA in circolazione
Le novità della crisi in corso
161



               Novità 3: le cartolarizzazioni (segue)
        Dal 2007 il mercato ha perso fiducia negli strumenti
        finanziari legati alle cartolarizzazioni: sono titoli
        con rating elevati ma da mesi impossibili da
        liquidare

         La diversificazione del rischio in teoria raggiunta
        con le cartolarizzazioni si è rivelata illusoria
        (Rajan): spesso il rischio continuava a gravare sulle
        banche
Le novità della crisi in corso
162



                        Novità 4: soffrono di più le banche di investimento
      ¨    Sono in particolare difficoltà le banche di investimento: negli USA
            quelle sopravvissute hanno chiesto di diventare banche commerciali
      ¨    Le banche di investimento erano poco regolamentate
      ¨    L’ipotesi era che le loro attività, diversamente dai prestiti bancari,
            potessero essere sempre dismesse e che le loro passività (carta
            commerciale, obbligazioni a breve termine) potessero essere sempre
            raccolte sul mercato
      ¨    L’indebitamento delle banche di investimento era molto elevato:
            Adrian e Shin: correlazione tra leverage e prezzi asset. C’erano
            banche con attivi pari a 50 volte il patrimonio.
Perché le banche italiane soffrono meno?

163


      I.    Il sistema bancario è meno internazionalizzato di quello di altri
           paesi
      II. L’innovazione finanziaria è in Italia meno diffusa che negli Usa o
          UK (no MEW)
      III.Le banche italiane sono più prudenti e le attività di banca di
          investimento sono limitate: maggiore importanza del margine di
          interesse nel c/e
      IV. Le fonti di raccolta bancaria sono stabili
      V. Il diritto italiano è più rigido di quello anglosassone: ciò spiega
         anche il punto (ii).
      VI. La vigilanza ha agito prontamente (chi parla è in evidente conflitto
         di interesse …); non c’è un sistema bancario ombra
      VII.L’indebitamento delle famiglie è contenuto e i prezzi delle case
         sono cresciuti meno che in altri paesi
La congiuntura creditizia
164



         Il tasso di crescita dei prestiti bancari sta
        decelerando …
        … a causa di fattori di offerta e di domanda
         Il rallentamento è più forte per i prestiti alle
        famiglie, in particolare per i mutui per acquisto
        abitazioni, che venivano da anni di forte crescita, e
        minore per i prestiti alle imprese
         Una buona notizia: negli ultimi mesi i tassi di
        interesse bancari sui prestiti sono diminuiti, a
        seguito delle riduzioni dei tassi ufficiali.
La congiuntura creditizia
165

                                        Prestiti bancari ai residenti in Italia
                                            (variazioni percentuali sui 12 mesi)
      16                                                                                                          16

      14                                                                                                          14

      12                                                                                                          12

      10                                                                                                          10

       8                                                                                                           8

       6                                                                                                           6

       4                                                                                                           4
              Totale "altri residenti": corretto per l'effetto delle cartolarizzazioni (dal 2004)
       2      Totale "altri residenti": non corretto per l'effetto delle cartolarizzazioni                         2
              Famiglie: non corretto per l'effetto delle cartolarizzazioni
       0                                                                                                           0
              Società non finanziarie: non corretto per l'effetto delle cartolarizzazioni

      -2                                                                                                          -2
           2003                    2004                        2005                          2006   2007   2008
La congiuntura creditizia
166

           Tassi di interesse bancari sui prestiti in euro: nuove operazioni
                                                       (valori percentuali)
      11                                                                                    11

      10                                                                                    10

       9                                                                                     9
            Famiglie: per acquisto abitazioni (TAEG)
       8                                                                                     8
            Famiglie: credito al consumo (TAEG)
       7    Società non finanziarie (totale)
                                                                                             7

       6                                                                                     6

       5                                                                                     5

       4                                                                                     4

       3                                                                                     3

       2                                                                                     2
            2003                    2004                 2005         2006    2007   2008
Questioni per la discussione
167




        Che deve fare la regolamentazione?

         Che legami ci sono tra ciclo finanziario ed
        economia reale?

        Occorre intervenire sulla remunerazione dei managers?

        I vari capitalismi daranno risposte diverse alla crisi?
        Ci sono tendenze comuni?
Crisi finanziarie: numero di casi
Probabilità di crisi finanziaria
Le ultime notizie sulla crisi
La Banca centrale europea rileva un «grave rallentamento» dell'attività
economica, sia a livello globale sia nell'area euro, che ha trovato conferme
nei dati delle indagini preliminari dei primi mesi del 2009. Tanto che i tecnici
della Bce hanno effettuato una revisione al ribasso molto marcata sulle loro
previsioni per l'economia dell'Unione monetaria: per quest'anno si attendono
una recessione del Pil che si attesterà tra il 3,2 e il 2,2 per cento. Per il 2010
prevedono una «ripresa graduale» con un andamento del Pil tra il meno 0,7 o
e il più 0,7 per cento. Previsioni riferite dal presidente della Bce, Jean-Claude
Trichet, durante la conferenza stampa a seguito del consiglio direttivo.

Nettamente riviste al ribasso anche le stime sull'inflazione: i tecnici della Bce
prevedono quest'anno una crescita media dei prezzi al consumo nell'area
euro che si limiterà tra lo 0,1 e lo 0,7 per cento, ha proseguito Trichet. Per il
2010 tra lo 0,6 e l'1,4 per cento. Peraltro il numero uno della Bce ha avvertito
che «non è escluso che l'inflazione segni livelli negativi» nel corso dei
prossimi mesi.


                    L’economia contemporanea e la crisi internazionale
L'economia contemporanea e la crisi internazionale
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L'economia contemporanea e la crisi internazionale

  • 1. L’ECONOMIA CONTEMPORANEA E LA CRISI INTERNAZIONALE Amedeo Lepore L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 2. L’evoluzione del sistema industriale L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 3. Quale modello economico per il XXI secolo? Miles e Snow Miles e Snow (R. E. Miles, C. C. Snow, Twenty-first century careers, in M. B. Arthur, D. M. Rousseau, (a cura di),The Boundaryless Career: A New Employment Principle for a New Organizational Era, Oxford, Oxford University Press, 1996, pp.97-115) sostengono che: - ogni tipo di organizzazione stabilisce competenze essenziali (core competence), professioni necessarie, struttura e governo delle carriere; - nel XXI secolo l’organizzazione sarà minimale, pochi imprenditori di se stessi, capaci di svolgere una molteplicità di ruoli e iniziative. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 4. Industria: quattro grandi ondate Miles e Snow (in La carriera senza confine) individuano quattro grandi ondate nella storia dell’industria: 1.  Industrializzazione originaria 2.  Fordismo. Dalla metà dell’Ottocento al 1970 3.  Fine XX secolo: epoca postfordista 4.  Inizio XXI secolo: impresa minima L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 5. Il fordismo. Dalla metà dell’Ottocento al 1970 È il periodo classico, culminato nel fordismo. I principi guida dell’impresa sono: a.  Produrre ogni cosa da sé b.  Migliorare attraverso progressivi ingrandimenti c.  Gestire il processo produttivo mediante regole e procedure amministrative L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 6. Il postfordismo. Fine XX secolo Comincia negli ultimi decenni del XX secolo. I principi guida delle imprese sono: -  produrre solo ciò che si è capaci di fare al meglio ed esternalizzare il resto; -  migliorare attraverso lo sviluppo di una rete collaborativa di fornitori, clienti, partner; -  i lavoratori definiscono i progressi di carriera assieme ai datori di lavoro. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 7. XXI secolo: l’organizzazione minimale È prevedibile ora la tendenza ad eliminare ogni tipo di gerarchia. Le imprese, in particolare quelle di servizi professionali, avranno organizzazione minima, con il solo compito di facilitare l’attività di piccoli gruppi di professionisti-imprenditori. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 8. XXI secolo: l’organizzazione minimale Questi gruppi non dipenderanno da un capo, ma coordineranno autonomamente il lavoro. Saranno legati a mini-imprese, i cui principi guida saranno: -  essere capaci di fare ogni cosa, in ogni luogo, in ogni tempo; -  migliorare grazie a un mix di competizione e collaborazione; -  autogestirsi mediante l’incessante creazione di conoscenza e affidamento di responsabilità (da cui derivano fortissimi carichi di lavoro, fino a 15 ore giornaliere). L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 9. L’organizzazione di network Una tipica impresa di 12-15 professionisti Project manager Cliente principale (Es. Telecom Australia) ALLEANZA ALLEANZA INTERNA ESTERNA Partner di Joint-venture (Es. Toshiba) L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 10. La situazione economica dell’Italia L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 11. L’Italia e il contesto economico mondiale 6 PIL Mondiale PIL Area Euro 5 PIL Italia 4 3 % a/a 2 1 0 -1 Previsioni RPP 2008 dal 2007 -2 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 12. L’economia italiana: sviluppi e prospettive 3,0 1,0 % a/a -1,0 PIL var.% a/a Consumi privati Investimenti fissi lordi Esportazioni nette -3,0 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 Previsioni RPP 2008 dal 2007 L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 13. I consumi privati: confronti europei 6 6 5 France EMU 5 Germany Italy 4 4 % year-on-year % year-on-year 3 3 2 2 1 1 0 0 -1 -1 -2 -2 1Q92 1Q93 1Q94 1Q95 1Q96 1Q97 1Q98 1Q99 1Q00 1Q01 1Q02 1Q03 1Q04 1Q05 1Q06 1Q07 L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 14. Export performance (beni e servizi) (1985=100) 14 140 120 Italy France 100 Germany United Kingdom 80 USA Japan Total 60 OECD 40 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 Fonte: Economic Outlook n°76, OECD (2005)
  • 15. Costi unitari del lavoro relativi (1995=100) 15 160 140 120 100 80 60 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 Italy France Germany United Kingdom Spain USA Japan Fonte: Economic Outlook n°76, OECD (2005)
  • 16. Deflatori del PIL (1990=100) 16 170 160 150 140 Italy 130 Euro-area 120 USA United 110 Kingdom Japan 100 90 80 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 Fonte: Economic Outlook n°76, OECD (2005)
  • 17. Principali indicatori delle imprese manifatturiere italiane per classi di addetti 17 70000 60000 50000 40000 30000 20000 10000 0 Valore aggiunto per Retribuzione lorda per Investimenti per addetto dipendente addetto 1-9 10-19 20-99 100-249 250+ Fonte: ISTAT, Rapporto Annuale (2002)
  • 18. Il rallentamento dell’economia italiana 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 PIL (DPEF, giugno 2007) 0,1 1,9 2,0 1,9 1,7 1,8 1,8 PIL (settembre 2007) 0,1 1,9 1,9 1,5 1,6 1,7 1,8 importazioni 0,5 4,3 1,8 2,5 3,1 3,3 3,4 consumi famiglie 0,6 1,5 2,0 1,8 1,8 1,8 1,8 spesa della PA e ISP 1,5 -0,3 1,6 0,3 0,0 0,0 0,0 investimenti -0,5 2,3 2,4 1,6 1,8 2,1 2,3 esportazioni -0,5 5,3 2,0 2,8 3,5 3,8 4,1 LAVORO Tasso di disoccupazione 7,7 6,8 6,0 5,7 5,5 5,4 5,2 Tasso di occupazione 57,4 58,4 58,9 59,3 59,8 60,3 60,8 Tasso di crescita del PIL: §  2007 dal 2% all’1,9% §  2008 dall’1,9% all’1,5% L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 19. Il rallentamento tendenziale della crescita (1950-2004) Ritmo di crescita dell’economia italiana nel secondo dopoguerra (tassi di variazione medi annui, prezzi costanti) PIL in PPA PIL pro-capite Investim. Lordi 1950-73 5,6 4,9 6,6 1973-2004 2,1 1,9 1,4 1950-63 6,4 5,8 9,3 1963-73 4,4 3,8 3,4 1973-90 2,8 2,4 1,5 1990-2004 1,4 1,3 1,4
  • 20. 1946 - 51 1951 - 63 1963 - 73 1973 - 92 Prodotto interno 8,4 5,4 4,8 2,7 lordo Investimenti lordi 7,7 9,3 3,5 1,7 Esportazioni n. d. * 13,1 11,1 5,0 * Dato non disponibile FonteISTAT. Per il periodo 1946 - 51 si tratta di stime approssimative. I dati del 1992 sono stime previsionali di fonte ministero del Bilancio e della Programmazione economica e ministero del Tesoro (1992). L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 21. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 22. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 23. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 24. L’economia italiana nel XXI secolo Le fragilità strutturali del sistema produttivo italiano: Il rallentamento della produttività del lavoro. I punti di forza: La capacità di innovare e la competitività internazionale delle imprese italiane. ¨  L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 25. Cosa è accaduto ¨  Occorre guardare al passato recente se si vuole comprendere ciò che sta avvenendo oggi. ¨  Negli ultimi anni una serie di cambiamenti (shock) hanno mutato in modo radicale lo scenario dell’economia mondiale e dell’economia italiana.
  • 26. L’economia globale ¨  Shock a livello mondiale: 1.  La globalizzazione. Non solo il mercato del lavoro (immigrazione), ma anche i mercati dei beni e quelli finanziari (prima la crisi dei titoli dotcom e oggi quella dei mutui subprime). 2.  La rivoluzione dell’information and communication technology (ICT): cambia non solo cosa ma anche come si produce, l’organizzazione dei processi produttivi.
  • 27. L’economia globale sotto stress ¨  In particolare, due shock hanno colpito tra il 2007 e il 2008 l’economia mondiale: 1.  La crisi dei mercati finanziari, iniziata ad agosto 2007. 2.  Shock ai prezzi delle materie prime e dell’energia, ancora alti.
  • 28. Il contributo alla crescita
  • 29. Cosa è avvenuto in Europa … ¨  Shock che hanno cambiato le “regole del gioco” (le istituzioni): 1.  Politica monetaria. La perdita della sovranità monetaria. BCE e entrata in vigore dell’euro dal 1999. 2.  Politica fiscale. Vincoli stringenti imposti al bilancio pubblico (Patto di Stabilità e Crescita) (poco spazio per una politica fiscale espansiva)
  • 30. … e in Italia ¨  I cambiamenti del mercato del lavoro. Nuove forme per il contratto di lavoro (contratti atipici e lavoro temporaneo). ¨  Vantaggi e svantaggi. Hanno permesso l’ingresso sul mercato del lavoro di nuove forze e consentito una crescita occupazionale senza precedenti. Ma anche l’emergere di forme di lavoro precario.
  • 31. Un problema strutturale: la produttività del lavoro ¨  Nei decenni trascorsi la crescita italiana è stata sostenuta poco dalla crescita occupazionale e molto dall’aumento della produttività. Oggi invece assistiamo ad un ribaltamento dei ruoli di queste due variabili nel processo di crescita. ¨  Nel passato il tasso di crescita dell’occupazione era basso mentre era alto quello della produttività del lavoro; negli ultimi anni, viceversa, la crescita dell’occupazione si è fatta vigorosa mentre si è quasi azzerata la crescita della produttività.
  • 32. Un problema strutturale: la produttività del lavoro ¨  1980-2006: La produttività del lavoro cresce ad un ritmo dell’1.4 %. Da suddividere tra una crescita media (1,7%) del Pil e dell’occupazione (0,3%). ¨  Due fasi. 1980-1995 : Crescita della produttività del lavoro (2,2%), da ricondurre alla dinamica del Pil(2%) e alla flessione registrata dell’occupazione (-0,2%). ¨  1996-2006: Forte rallentamento produttività del lavoro (0,4%) per la ripresa dell’occupazione (0,9%) e alla crescita più contenuta del Pil (1,3 %).
  • 33. 6% Produttività 5% Pil   4% Occupazione 3% 2% 1% 0% 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 -­‐1% -­‐2% -­‐3% -­‐4%
  • 34. Perché la produttività rallenta ¨  Molte cause. Secondo alcuni l’entrata in vigore dell’euro. Struttura produttiva (95% piccole imprese). O il modello di specializzazione produttiva italiano (made in Italy). Globalizzazione. Oppure la scarsità di infrastrutture. ¨  Perché a partire dalla metà degli anni 90? ¨  Le riforme del mercato del lavoro.
  • 35. Riforme del mercato del lavoro ¨  Liberalizzazione delle norme contrattuali per il mercato del lavoro ¨  Nuovi occupati: forme di lavoro a tempo determinato, contratti di lavoro atipici ¨  Riduzione dell’EPL (maggiore riduzione tra tutti i paesi OECD) per il lavoro temporaneo Più Flex Minor costo lavoro Più occup.
  • 36. Cosa è avvenuto ¨  Maggiore flessibilità: le imprese verso l’occupazione a bassa specializzazione ¨  Nessun incentivo all’adozione delle nuove tecnologie e delle nuove forme di organizzazione della produzione (ICT) ¨  Senza liberalizzazioni nel mercato dei beni, investimento per l’ampliamento produttivo piuttosto che per il cambiamento ¨  Risultato: una dinamica del Pil contenuta anche se accompagnata da aumenti dell’occupazione ¨  La stasi della produttività inevitabile
  • 37. Tasso  di  crescita  del  rapporto  capitale-­‐lavoro.  Anni  1981-­‐2006.   Fonte:  elaborazione  su  dati  Istat 6% 5% media  1981-­‐1994:  3.4% 4% 3% media  1995-­‐2006:  1.2% 2% 1% 0% 1980 1985 1990 1995 2000 2005 -­‐1%
  • 38. Quello che abbiamo visto 1.  Deterioramento del quadro macroeconomico italiano. 2.  Riduzione dei tassi di crescita del Pil e della produzione industriale. 3.  Caduta della produttività del lavoro e totale dei fattori.
  • 39. Una distinzione importante ¨  Questi andamenti riguardano tutta l’economia: il sistema economico, può nascondere al proprio interno andamenti contrastanti. ¨  Distinguiamo tra due settori: 1.  Uno comprende le imprese la cui produzione è rivolta alle esportazioni; 2.  L’altro quelle che producono per l’interno.
  • 40. Imprese che esportano ¨  Le imprese aperte al commercio internazionale: forte domanda proveniente dall’estero in forte espansione - economie emergenti come Brasile, Russia, India e Cina (i paesi BRIC). ¨  Si sono profondamente ristrutturate e hanno investito molto.
  • 41. Cosa hanno fatto le imprese che esportano 1.  Trasformazione del modello di specializzazione Dal made in Italy (beni di consumo per la casa e per la persona), ai beni di investimento, come le macchine e gli apparecchi meccanici (settori a forte crescita della domanda mondiale).
  • 42. Strategie adottate 2.  Strategie per il made in Italy Maggiore concorrenza a livello internazionale (Cina, India) Upgrading qualitativo Spostamento verso l’alto della gamma qualitativa dei prodotti esportati, prezzi più elevati
  • 43. Strategie adottate ¨  Spostamento all’estero delle produzioni a più basso valore aggiunto (quelle a più alta intensità di lavoro), sfruttando forme di internazionalizzazione produttiva. ¨  Strategie di internazionalizzazione. Non solo esportazione di beni e servizi, ma anche acquisizione di accordi di collaborazione con partner esteri, partecipazione al capitale di imprese estere, delocalizzazione di molte fasi del processo produttivo all’estero.
  • 44. Le forme di internazionalizzazione Nell’ambito internazionale, l’impresa può adottare diverse forme di internazionalizzazione: - l’internazionalizzazione commerciale - l’internazionalizzazione produttiva - l’internazionalizzazione degli approvvigionamenti - l’internazionalizzazione della ricerca e sviluppo - l’internazionalizzazione finanziaria ¨  L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 45. Il contesto di riferimento 45 ¨  Il processo di spostamento dell’asse economico mondiale verso l’Asia, che si è accelerato fortemente nel periodo 2002-2007, pone nuove domande sul processo di posizionamento dell’economia italiana nelle dinamiche di integrazione internazionale. ¨  La tradizionale attenzione politica e recenti discorsi strategici dei governo italiano sottolineano il ruolo geopolitico acquisito dai Paesi Terzi del Mediterraneo (PTM) in quanto passaggio dei traffici tra l’Europa e le emergenti potenze asiatiche. In questo scenario, l’Italia sarebbe posizionata in modo da trarne particolare beneficio.
  • 46. Il dualismo italiano L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 47. La mappatura delle province italiane in base alle caratteristiche del ciclo economico La dinamica del PIL: una economia “pro-ciclica” L’economia contemporanea e la crisi internazionale 47
  • 48.
  • 49.
  • 50.
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  • 54.
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  • 60.
  • 61. L’economia del mondo contemporaneo e il processo di globalizzazione L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 62. La contrazione del mondo 1500-1840 1850-1930 1950s 1960s
  • 63. La contrazione del mondo I L’orizzonte si riduce Anno Popolazione Tempo (milioni) (anni) 1804 1,000 1927 2,000 123 1960 3,000 33 1974 4,000 14 1987 5,000 13 1999 6,000 12
  • 64. La contrazione del mondo II Anno Anni per penetrare nel d’invenzione 25% del mercato Elettricità per uso familiare 1873 46 Telefono 1875 35 Radio 1906 22 Televisione 1925 26 PC 1975 15 Tel. cellulare 1983 13 Internet 1991 7
  • 65. La contrazione del mondo III La diffusione delle tecnologie. Numero di anni (dall’inizio a 50 milioni di utenti)
  • 66. I divari nello sviluppo economico: popolazione e PNL
  • 67. I divari nello sviluppo economico: il reddito nazionale lordo (GNI per capita)
  • 68. I divari nello sviluppo economico: il prodotto nazionale lordo (GNP per capita)
  • 69. Una concezione di sviluppo più ampia: Amartya Sen (Indice di Sviluppo Umano - HDI)
  • 70. La diffusione dei sistemi di mercato
  • 71. La diffusione della democrazia
  • 72. Countries’ Relative Political Riskiness (Fonte: Griffin and Pustay, International Business, 4th ed., Prentice Hall, 2005)
  • 73.
  • 74.
  • 75. La malnutrizione, un’altra dimensione della povertà. Percentuale di bambini al di sotto dei 5 anni, sottopeso
  • 76.
  • 77. Il reddito pro capite nel secolo scorso; alcuni paesi ¨  Levels of real GDP/person ($1990 international) 1900 1950 1996 UK 4593 6847 17326 USA 4114 9617 23719 West Germany 3134 4281 19622 Brazil 704 1673 5346 China 652 537 2653 India 625 597 1643 Japan 1135 1873 19582 Russia 1218 2834 4120 Africa 500 830 1220 Crafts,1999
  • 78. La crescita del reddito ¨  Growth of Gdp per capita (average annual percentage chages) 1500-1 1820-1900 1900-2000 1870-1900 1900-1950 1950-2000 820 - - OECD 1,2 2,0 1,5 1,3 2,6 Non OECD O,4 1,6 0,7 0,7 2,4 Eastern O,7 1,2 0,8 1,3 1,2 Europe Latin O,6 1,6 1,2 1,7 1,5 America Asia O,2 1,8 0,5 0,1 3,5 Africa O,4 1,0 0,1 1,0 1,0 World 0,04 O,8 1,9 1,2 1,1 2,5 Fonte:Boltho, Toniolo(1999)
  • 79. La crescita nelle economie pianificate Tassi di crescita del reddito procapite URSS Cina 1870-1913 O,9( solo 1870-1913 0,6 Russia) 1928-40 3,8 1913-36 0,8 1950-70 3,4 1950-70 2,9 Fonte: Boltho,Toniolo(1999)
  • 80. Reddito pro-capite Reddito pro-capite 25000 UK USA 20000 WG 15000 Brasile 10000 Cina India 5000 Giappone 0 Russia 1900 1950 1996 Africa elaborazioni su Crafts (1999)
  • 81. Tassi di crescita del reddito: i diversi paesi.. Tassi di crescita del reddito 10 8 1870-1913 6 ) 1913-50 4 1950-73 1973-96 2 0 -2 e a a a le a A G UK on di r ic n i US i ss W as Ci In pp Af Ru Br ia G elaborazioni su Crafts (1999
  • 82. Tassi di crescita del reddito: i diversi periodi Tassi di crescita del reddito UK 10 USA 8 WG 6 Brasile 4 Cina 2 India 0 Giappone -2 1870- 1913-50 1950-73 1973-96 Russia 1913 Africa elaborazioni su Crafts (1999)
  • 83. Catching up? Divergenza nel reddito pro capite fino ai primi anni ’80, modesta convergenza dopo. Catching up in linving standards, 1820-1992 Coeff di N di paesi lnYi,t t 1820-1900 Tutti i paesi 26 O,97* 6,8 Solo oecd 17 0,42 1,6 1900-1992 Tutti i paesi 47 0,17 1,2 Solo oecd 22 -0,74* -5,5 1900-1950 Tutti i paesi 47 0,31 1,6 Solo oecd 22 0,09 0,3 1950-1992 Tutti i paesi 133 0,12 0,6 Solo oecd 22 -1,43* -6.0 Nota:il segno negativo del coeff. Indica convergenza. Fonte: Boltho Toniolo(1999 )
  • 84. 500 1000 1500 2000 2500 0 19 50 19 52 19 54 19 56 19 58 19 60 19 62 19 64 19 66 19 68 19 70 19 72 19 74 Scambi di merci 19 76 (1950 = 100) 19 78 19 80 19 82 PRODUZIONE E SCAMBI MONDIALI DI MERCI 19 84 Produzione di merci 19 86 19 88 19 90 19 92 19 94 19 96 19 98 20 00
  • 85. RAPPORTO TRA IL VOLUME DEGLI SCAMBI E DELLA PRODUZIONE MONDIALI (1950 = 100) 450 400 350 300 250 200 150 100 50 50 52 54 56 58 60 62 64 66 68 70 72 74 76 78 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 Fonte: OMC Agricoltura Industria estrattiva Manufatti Merci
  • 86. SCAMBI E INVESTIMENTI INTERNAZIONALI (valori in dollari USA - 1970 = 100) 12000 10000 8000 6000 4000 2000 0 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 20 Fonte: FMI e UNCTAD Investim enti diretti esteri (afflussi + deflussi) Scam bi di beni e servizi (esportazioni + im portazioni)
  • 87. I tassi di crescita annuali delle esportazioni Annual Growth rates of Exports 70% 60% Growth World 50% Growth PVD Growth OCDE 40% 30% 20% 10% 0% 49 52 55 58 61 64 67 70 73 76 79 82 85 88 91 94 97 00 03 -10% 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 20 -20%
  • 88. Dinamica: le esportazioni mondiali crescono più rapidamente del PIL mondiale (1960-2000) 30 25 world exports (% GDP) 20 15 10 5 0 1960 1970 1980 1990 2000
  • 89. Dinamica: il PIL mondiale cresce più rapidamente della popolazione mondiale (1960-2000) 500 GDP 400 index (1960 = 100) 300 population 200 100 0 1960 1970 1980 1990 2000
  • 90. Dinamica: il commercio mondiale cresce più rapidamente della produzione mondiale •  Produzione mondiale •  Commercio mondiale •  1981-1990: 2.8% •  1981-1990: 4.5% •  1992: 1.7% •  1992: 5.7% •  1994: 2.9 % •  1994: 10.5% •  1996: 3.2% •  1996: 5.5% •  1998: 2.5% •  1998: 7 % Fonte: ONU, 1998
  • 91. Dazi doganali medi nei paesi industriali 50 40% 40 30 20 15% 10 4.5% 0 Dopoguerra anni 60 anni 90 Fonte: WTO
  • 92. Dazi doganali medi di importazione dei maggiori PVS Fonte: WTO
  • 93. La crescita nel mondo (1950-1995) Annual Average Growth Rate of GDP per Capita Growth Ratio of GDP per Share of capita at end to World Population, 1998 beginning More developed 2.7 3.1 20 Less Developed: 2.5 2.9 80 China 3.8 5.0 21 India 2.2 2.5 17 Rest of Asia 3.7 4.6 21 Latin America 1.6 1.9 9 Northern Africa 2.1 2.4 2 Sub-Saharan Africa 0.5 1.2 11 Source: Richard Easterlin, “The Worldwide Standard of Living Since 1800”, Journal of Economic Perspectives, 2000.
  • 94. Miracoli e disastri della crescita (1960-1990) Annual Average Growth Rate of GDP per Worker 1960-1990 Miracles Growth Disasters Growth Korea 6.1 Ghana -0.3 Botswana 5.9 Venezuala -0.5 Hong Kong 5.8 Mozambique -0.7 Taiwan 5.8 Nicaragua -0.7 Singapore 5.4 Mauritania -0.8 Japan 5.2 Zambia -0.8 Malta 4.8 Mali -1.0 Cyprus 4.4 Madagascar -1.3 Seychelles 4.4 Chad -1.7 Lesotho 4.4 Guyana -2.1 Note: Figures for Botswana and Malta based on 1960-1989. Source: Jonathan Temple, “The New Growth Evidence”, Journal of Economic Literature, 1999.
  • 95. Caratteristiche socio-economiche dei paesi più globalizzati rispetto a quelli meno globalizzati
  • 96. Il reddito individuale mondiale e l’ineguaglianza nel consumo
  • 97. La globalizzazione (I) L’apertura dei mercati è stata caratterizzata da una grande crescita del commercio.   Evoluzione del commercio come % del PIL. 70 60 50 percent 40 30 20 10 0 70 73 76 79 82 85 88 91 94 97 00 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 year
  • 98. La globalizzazione (II) L’aumento è generalizzato... 80 70 60 Percentage trade in GDP 50 Brazil China 40 Germany India Italy 30 Mexico Spain 20 United States 10 0 75 77 79 81 83 85 87 89 91 93 95 97 99 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19
  • 99. La globalizzazione (III) …e ha luogo fondamentalmente nelle manifatture. 250 200 Index 1990 = 100 150 Agriculture Manufacturing 100 50 0 1970 1973 1976 1979 1982 1985 1988 1991 1994 1997 2000 year
  • 100. La globalizzazione (IV) Relazione tra commercio agricultura e industria. 2 1,8 1,6 1,4 1,2 Brazil Ratio 1 China Germany 0,8 India Italy 0,6 Mexico Spain 0,4 USA 0,2 0 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 00 19 19 19 19 19 19 19 19 19 19 20 Year
  • 101. Le origini e l’evoluzione della globalizzazione
  • 102. Una rassegna sintetica dei tassi di crescita World US UK Jap 1820- 0.6 1.3 1.2 0.1 1870 1870- 1.3 1.8 1.0 1.4 1913 1913- 0.9 1.6 0.8 0.9 1950 1950- 2.9 2.4 2.5 8.0 1973 1973- 1.2 1.4 1.4 3.0 1992
  • 103. La crescita media annuale del PIL pro capite mondiale
  • 104. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 105. L’economia dei paesi emergenti L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 106. I “PAESI IN TRANSIZIONE” Insieme di stati ex comunisti dell’Est europeo: q  paesi che hanno avviato la transizione q  paesi che hanno una transizione bloccata q  la Russia Differenze: aree di antica industrializzazione, precedente al regime comunista (Repubblica Ceca, regioni polacche) e aree rurali (Romania, Bulgaria) Caratteri comuni: sforzo di dialogo con l’occidente europeo (costituito da stati regioni) L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 107. I “PAESI CHE HANNO AVVIATO LA TRANSIZIONE” Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Estonia, Lettonia e Lituania Caratteri comuni: q  sforzo di dialogo con l’occidente europeo e specialmente con la Germania q  ristrutturazione delle industrie (meccanica, alimentare) q  bassa inflazione con poche eccezioni q  elevati investimenti esteri L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 108. LA TRANSIZIONE BLOCCATA NELLA PENISOLA BALCANICA Limiti alla transizione verso un’economia di mercato: q  mancanza di una preesistente base industriale q  presenza di un settore agricolo con eccessi di m.o. e bassa redditività q  instabilità politica e conflitti etnici Vantaggi verso la transizione: Ø  basso costo della m.o. che attrae investimenti esteri Ø  governi tolleranti verso le industrie inquinanti L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 109. RUSSIA Caratteri: Ø  ricchezza di risorse minerarie, agricole ed energetiche Ø  riconversione dell’apparato industriale militare Ø  opportunità di sviluppo per il settore della microelettronica e dell’informatica Limiti: v  limitato mercato interno v  spinte politiche non definitivamente equilibrate L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 110. MEDIO ORIENTE (ARABIA SAUDITA, BAHREIN, EMIRATI ARABI, IRAN, IRAQ, KUWAIT, OMAN, QATAR) Ø  ricchezza di risorse energetiche Ø  gli oleodotti accrescono l’importanza dei luoghi Ø  area di accoglienza di immigrati pachistani, indiani, filippini Non è solo l’economia a determinare l’importanza di un’area L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 111. Tigri Asiatiche (Hong Kong, Taiwan, Singapore, Corea del Sud) Caratteri: Ø  accelerata crescita economica ma recente rallentamento Ø  crescita provocata dall’apertura ai mercati e dal peso delle industrie tecnologicamente avanzate volte alle esportazioni Ø forti investimenti esteri Ø  modello dirigistico delle economie nazionali che rassicura gli investitori Ø  basso costo della mo Ø  crisi finanziaria per il forte indebitamento delle imprese industriali e per il coinvolgimento delle banche, oltre che per le rivendicazioni sinda. Ø  passaggio nel 1997 di Hong Kong alla Cina e pressione cinese anche per il passaggio di Taiwan L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 112. Tigri Asiatiche (Hong Kong, Taiwan, Singapore, Corea del Sud) Caratteri: Ø  accelerato sviluppo ma recente rallentamento Ø  sviluppo provocato dall’apertura ai mercati e dal peso delle industrie tecnologicamente avanzate volte alle esportazioni Ø forti investimenti esteri Ø  modello dirigistico delle economie nazionali che rassicura gli investitori Ø  basso costo della mo Ø  crisi finanziaria per il forte indebitamento delle imprese industriali e per il coinvolgimento delle banche, oltre che per le rivendicazioni sinda. Ø  passaggio nel 1997 di Hong Kong alla Cina e pressione cinese anche per il passaggio di Taiwan L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 113. Corea del Sud Ø  nel dopoguerra dall’economia agricola si passa a quella industriale grazie a un forte e pervasivo intervento dello stato Ø lo stato offre a privati finanziamenti, incentivi fiscali, commesse pubbliche e protezioni doganali Ø  presenza degli chaebol, grandi imprese oligopolistiche Ø  mo non sindacalizzata e a basso costo, che oggi rivendica un ruolo non solo come lavoratori ma anche come consumatori Taiwan Nonostante l’interscambio con la Cina sia elevato questo stato rischia di diventare una regione cinese, ricca ma dipendente L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 114. Cina Ø  la transizione verso un’economia di mercato comporta la liquidazione di moltissime imprese pubbliche col rischio di reazioni sociali Ø Vi sono diverse realtà: quella industriale del Nord-Est (tessile, siderurgico, trasporti); quella costiera più dinamica del Centro-Sud (Hong Kong e Shanghai) dove si hanno molti investimenti esteri; quella continentale ancora agricola; quella di Taiwan. Ø  la quota di popolazione dedita all’agricoltura è ancora molto elevata Ø  il reddito pro capite è molto basso da non sorreggere un buon mercato interno, ma è prevedibile una sua espansione L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 115. Indonesia Ø  gigante demografico con una struttura industriale debole che soffre le congiunture avverse Ø  forti esportazioni di prodotti manifatturieri, nonostante il peso dell’occupazione agricola Filippine v  industria nascente rivolta al mercato interno L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 116. India Ø  gigante demografico che emerge come mercato piuttosto che come produttore, tranne per le zone di Bombay e di Bangalore Ø  molti dei suoi abitanti vivono al di sotto della sogli di povertà Ø  la maggior parte della popolazione è dedita all’agricoltura Brasile v  il Sud-Est e l’area di San Paolo sono le più vivaci v  il Nord-Est è povero v  dallo sfruttamento delle risorse agricole –minerarie (canna da zucchero, oro, diamanti, caffè) si è passati ad una solida base industriale (trasporti e componentistica) grazie agli investimenti esteri v  immense aree a verde a rischio di degrado v  le aree urbane presentano caratteristiche comuni nell’America Latina: espansione del settore finanziario, dei servizi e di alcune imprese a scapito di altri settori L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 117. I PAESI IN VIA DI SVILUPPO (PVS) Negli anni ‘90: q  ritmi di crescita superiori ai paesi industrializzati q  sfruttamento della divisione internazionale del lavoro q  offerta di mo a basso costo Alcune aree restano escluse dalla ripresa economica: ü  l’Africa (eccetto Egitto e pochi altri stati) ü buona parte dell’America Latina (eccetto quei paesi aderenti ad accordi commerciali: il Messico al NAFTA (con Canada e USA); Argentina Uruguay Paraguay Brasile e Cile al Mercosur) L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 118. LE STRATEGIE DEI PVS In passato: q  modelli di sviluppo protezionistici q  richiesta di aiuti internazionali q  stabilizzazione dei prezzi delle materie prime q  attacchi alle multinazionali ritenute predatrici di risorse Oggi: Ø  apertura dei mercati alla globalizzazione Ø  accoglimento di capitali esteri Ø  attrazione di imprese transnazionali Ø  maggior peso del ruolo del privato rispetto al pubblico L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 119. LE STRATEGIE DEI PVS PER DIVENIRE PIÙ COMPETITIVI v  riduzione esasperata dei salari al limite di provocare disordini sociali v  riduzione delle tasse per le imprese estere v  riduzione dello stato sociale v  riduzione dei controlli ambientali Ma questi paesi devono fare i conti con l’economia finanziaria globale che provoca crisi valutarie e speculazioni L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 120. EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE v  sul commercio dei beni di consumo v  sul mercato dei capitali v  nonostante i flussi di emigranti il mercato del lavoro è meno globalizzabile v  aumenta la disoccupazione con poche eccezioni mondiali, perché si incorpora più tecnica e capitale che lavoro nel prodotto L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 121. LE STRATEGIE DEI PAESI INDUSTRIALIZZATI v  deregulation esasperata dei mercati dei capitali e dei beni v  deregulation del mercato del lavoro per aumentarne la flessibilità v  assoluto rilievo del settore privato ma nell’Europa Occidentale si tenta di q  conservare lo stato sociale q  tutelare il lavoratore e le figure più deboli Si delinea una contrapposizione tra l’economia americana e un’economia “alternativa” (prevalentemente europea) per l’egemonia mondiale, a cui non saranno estranei i pvs anche per l’incognita demografica (in India e Cina) Prof. Carmelo Maria Porto 121
  • 122. Dinamismo di crescita dei paesi industriali rispetto a quelli in via di sviluppo OCDE EMCs Fonte: IMF
  • 123. La crescita della produzione manifatturiera nei paesi di nuova industrializzazione (1963-2002) a 1994; b 1995; c 1996; d 1998 Fonte: Dicken (1998, Table 2.3; 2003, Table 3.6); UNIDO, www.unido.org/geostat; World Bank (2004), World Development Indicators 04, The World Bank, Washington, Table 4.1.
  • 124. OCSE e PVS: quote di commercio, popolazione e PIL 80 70 60 50 OECD 40 LDCs 30 20 10 0 Trade Population GDP Fonte: IMF/WEO
  • 125. Commercio internazionale - PVS I paesi che si sono aperti al commercio estero sono quelli che hanno avuto le performance migliori Rapporto apertura/crescita
  • 126. Ratios di apertura del commercio (XGS/GDP%) 350% France= 25% Brazil= 16% India= 14% 300% USA= 9% 250% 200% 150% 100% 50% 0% China Hongkong Singapour Taiwan Korea Malaysia Philippines Thailand Indonesia
  • 127. I nuovi globalizzatori: crescita del PIL pro capite al procedere dell’integrazione 6% Cina Corea del Sud Hong Kong 5.0% India Singapore 4% Taiwan 3.5% 2.9% 2% 1.4% 0% 1960s 1970s 1980s 1990s
  • 128. Cina, India, Giappone: quote % del PIL globale China= 13% Japan= 7% India= 6%
  • 129. Il PIL pro capite in quattro paesi (1820-2000) Fonte: A. Maddison, Monitoring the World Economy 1820-1992, Paris, Organization for Economic Cooperation and Development, 1995
  • 130. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 131. L’inatteso recupero asiatico Produzione industriale dei paesi ¨  Uno degli aspetti cruciali emergenti della prima parte del decennio deè rappresentata 15.0 dalla forza del ciclo delle 12.0 economie asiatiche. 9.0 ¨  Si ricordi che nel ’97-’98 tutto il sud est asiatico era stato 6.0 investito da una grave crisi. 3.0 ¨  La chiave di volta sta nell’abbattimento delle 0.0 barriere commerciali e -3.0 nell’ingresso della Cina nel Wto. -6.0 98 00 02 04 06 ¨  Con l’ascesa del gigante var % tendenziali cinese il termine GLOBALIZZAZIONE acquisisce un diverso significato. 131
  • 132. La crescita dei paesi emergenti sposta gli equilibri della crescita globale Il Pil mondiale Il Pil mondiale 6 Emergenti Economie avanzate 9 5 8 4 7 6 3 5 2 4 3 1 2 1 0 80 85 90 95 00 05 0 80 85 90 95 00 05 Var. % medie annue Var. % medie annue 132
  • 133. L’ascesa della Cina Le quote di mercato Giappone Stati Uniti ¨  Crescita del Pil intorno al 10 per cento. Germania Cina ¨  Forte crescita della produttività 14.0 ¨  Spostamento della popolazione dalle campagne verso la città 12.0 (industrializzazione) ¨  Alto tasso di risparmio (politiche di 10.0 abbassamento della natalità). ¨  Forte avanzo delle partite correnti 8.0 ¨  La Cina gioca un ruolo centrale quale assemblatore dei manufatti prodotti in 6.0 tutto il sud est asiatico ¨  Il Giappone rafforza la competitività cinese svolgendo un ruolo di fornitore 4.0 di tecnologia. 2.0 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 Esportazioni in dollari in % del commercio mondiale, 133 m.m di 12 termini
  • 134. La politica del cambio dei paesi asiatici ¨  L’avanzo delle partite correnti cinesi Riserve valutarie (ma non solo) genera spinte per un Cina Giappone apprezzamento delle loro valute sul 1500 dollaro. Queste vengono contrastate dalle autorità monetarie cinesi che 1200 mantengono una politica di cambio (quasi) fisso sul dollaro. 900 ¨  E’ questo un caso abbastanza peculiare. Di solito è la valuta di 600 riferimento ad apprezzarsi. ¨  La fragilità del sistema bancario 300 domestico e il bisogno di sostenere lo sviluppo export-led del 0 manifatturiero hanno spinto le 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 autorità cinesi a contrastare Mld di dollari l’indebolimento del dollaro tramite un forte aumento delle riserve. 134
  • 135. Lo yen debole, i carry trades e la politica anti-deflazione della Bank of Japan BA SIC D ISCO UNT & LOA N RA TE - MIDDLE R ATE 7 FR OM 7/12/90 TO 7/12/07 MON TH LY Cambio reale bilaterale yen dollaro Cambio yen dollaro 6 160 110 150 5 100 140 4 90 130 80 120 3 70 110 2 100 60 1 90 50 90 92 94 96 98 00 02 04 06 80 0 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 00 01 02 03 04 05 06 07 1990 1994 1998 2002 20 basato sui prezzi al consumo, Indice gen '07 = 100 Sour c D AT ASTR EA M e: 135
  • 136. Il boom del petrolio e dei prezzi delle materie prime ¨  La crescita dei paesi emergenti si è tradotta in un Prezzo del petrolio forte impulso alla domanda 150 di materie prime. ¨  I prezzi delle materie prime 120 sono cresciuto molto nel corso degli ultimi anni 90 ¨  La delocalizzazione ha aumentato l’elasticità della domanda di petrolio rispetto 60 alla crescita del prodotto globale. media '74-'85 media '86 - '05 30 ¨  Si pone un problema di sostenibilità ambientale 0 dello sviluppo asiatico 70 75 80 85 90 95 00 05 Quotazioni in dollari; 136
  • 137. Petrolio: prezzo nominale e reale Prezzo reale del petrolio 160 140 120 100 80 media '74-'85 60 40 media '86 - '04 20 0 70 75 80 85 90 95 00 05 Quotazioni in dollari, deflazionate con l'indice dei prezzi al consumo Usa e livello medio dei due sottoperiodi 137
  • 138. Il prezzo del petrolio: fondamentali e finanza ¨  Il trend degli ultimi anni ¤  Effetto finanziario – le materie prime entrano nei portafogli degli hedge funds ¤  Mismatch domanda (effetto Cina) – offerta (bassi investimenti d’inizio decennio) ¨  Le tendenze dei prossimi anni ¤  Dal punto di vista dei fondamentali di domanda-offerta i prezzi dovrebbero restare elevati ¤  Dal punto di vista del peso della finanza, è finita la fase liquidità abbondante e a buon mercato e questo porterà a minore pressione dei fondi sui mercati delle commodities 138
  • 139. Non c’è pressione dal lato dell’offerta Produzione mondiale di petrolio ¨  Ritardi negli investimenti – 75000 elasticità dell’offerta ai prezzi 70000 65000 60000 95 97 99 01 03 05 07 mgl di barili al giorno 139
  • 140. Si è ridotta la capacità di suasion da parte dei paesi occidentali Usa - Quota sulla produzione Russia -Quota sulla produzione mondiale di greggio mondiale di greggio 12.0 14.0 11.0 13.0 10.0 12.0 9.0 11.0 8.0 10.0 7.0 9.0 6.0 8.0 95 97 99 01 03 05 07 95 97 99 01 03 05 07 140
  • 141. Nel lungo periodo la domanda cinese crescerà ancora molto Consumi di petrolio Consumi pro-capite di petrolio 120.0 120 100.0 100 80.0 80 60.0 60 40.0 40 20.0 20 0.0 0 Cina Usa Giap Ger Fra ita Cina Usa Giap Ger Fra ita Indice Usa = 100 Indice Usa = 100 141
  • 142. Lo spostamento del baricentro economico del Mondo Previsione della distribuzione della produzione mondiale nel 2010
  • 143. La crescita di CINA e INDIA puo’ ¨  mettere a dura prova settori non marginali del nostro sistema produttivo (es. tessile, calzaturiero); ¨  diventare, però, la grande opportunità per il sistema logistico – portuale italiano; ¨  far rinascere il Mediterraneo che potrebbe trasformarsi nell’epicentro di controllo dei traffici e della logistica europea.
  • 144. Maggiori detentori esteri di titoli del Tesoro americano Hong Kong Lussemburgo Paesi caraibici sedi di ist finanz Brasile Paesi esportatori di petrolio Regno Unito Cina Giappone 0 100 200 300 400 500 600 700 miliardi di dollari a settembre 2007 144
  • 145. L’avvicendamento dei leader globali US leadership Dutch decline British empire Northern Italy Netherlands Belgium 1500 1600 1750 1820 1900 Fonte: A. Maddison
  • 146. La crisi finanziaria (ed economica) internazionale L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 147. ECONOMIA MONDIALE la peggiore crisi dal dopoguerra Ø  All’origine squilibri macroeconomici (Cina, Usa, sovrabbondanza di risparmio, liquidità); nel precipitare degli eventi, la correzione di questa lontana causa si è “persa”; l’uscita dalla recessione non sarà il ritorno a un periodo di stabilità; vecchi e nuovi squilibri da cui rientrare (eccessi di liquidità e peggioramento finanze pubbliche) Ø  Nuove priorità: normalizzare mercati finanziari, stimolare la domanda aggregata; obiettivi interrelati Ø  Misure comuni per realizzare gli obiettivi di normalizzazione creditizio/finanziaria e sostegno domanda aggregata Ø  Normalizzazione finanziaria, condizione necessaria per assicurare l’efficacia delle misure di sostegno della domanda Ø  Grandfather’s recession (fine ‘800-inizio ‘900), con due differenze: globalizzazione più intensa di allora; politica economica consapevole dell’importanza di agire contro il ciclo negativo Ø  Dimensione internazionale della crisi richiede politiche quanto più collettive e concertate tra i principali attori
  • 148. Una economia è considerata in “declino” quando assistiamo ad una diminuzione del tasso di crescita potenziale. Per misurare il “declino” o lo “sviluppo” dobbiamo analizzare: - la dinamica del PIL; - le dinamiche della produttività del lavoro (rapporto tra il prodotto e il numero di lavoratori impiegati nella produzione); - le quote di mercato delle esportazioni. Il permanere in uno stato di declino è una situazione molto più grave di quella congiunturale. L’economia contemporanea e la crisi internazionale
  • 149. Ricorrenza delle crisi Le crisi ci sono sempre state: non ci può essere economia di mercato senza le crisi. I capitalismi e i sistemi finanziari sono instabili … 149 •  I Bardi e i Peruzzi fallirono tra il 1343 e il 1346 perché Eduardo III non ripagò i suoi debiti •  I fallimenti delle banche in Italia e negli USA nell’Ottocento (cfr. la prossima slide!) e all’inizio del Novecento •  Le crisi bancarie durante la Grande Depressione degli anni Trenta, in USA, Italia (la nascita dell’IRI), Germania, Austria •  Dal 1945 al 1970 fase di stabilità bancaria, ma le crisi sono esplose successivamente
  • 150. 150
  • 151. Ricorrenza delle crisi 151 Secondo la WB, da fine anni settanta al 2002 ci sono state 117 crisi bancarie sistemiche in 93 paesi e 51 crisi minori, in 45 paesi. Alcuni esempi (molto diversi tra loro): ¨  saving and loans americane (anni Ottanta) ¨  banche scandinave (primi anni Novanta) ¨  sistema bancario meridionale italiano (metà anni ‘90) ¨  Giappone e altre banche asiatiche (anni ’90)
  • 152. Ricorrenza delle crisi 152 Caratteristiche delle crisi (Reinhart e Rogoff) Prima delle crisi: crescita dei prestiti bancari, ovvero ¨  dei debiti delle imprese, aumento dei prezzi delle azioni e delle case (evidenza di herd behavior e di “esuberanza irrazionale”/Shiller) ¨ Quando scoppia la crisi: brusca decelerazione dei prestiti, caduta della Borsa e dei prezzi delle case ¨ Le difficoltà di famiglie e imprese a loro volta si ripercuotono sulle banche
  • 153. Ricorrenza delle crisi 153 Fattori che ricorrono nella crisi di oggi: - indebitamento eccessivo: non delle imprese!, delle famiglie - cfr. paper Jappelli -  crollo dei prezzi di Borsa in tutto il mondo (-49% in Italia nel 2008) -  crollo dei prezzi delle case in alcuni paesi, dopo anni di forte crescita - fallimenti e salvataggi pubblici delle banche (Northern Rock, Bearn Stearns, Lehman Brothers, AIG etc.)
  • 154. Le novità della crisi in corso 154 A metà 2007 uno shock cambia le opportunità di profitto in un settore dell’economia: aumentano le insolvenze sui mutui subprime, ma dare la colpa della crisi ai mutui subprime è come dare la colpa della I^ guerra mondiale all’attentato di Sarajevo C’erano squilibri di fondo negli USA (Roubini e altri) ¨  Triplo deficit – pubblico, di bilancia commerciale e delle famiglie – finanziato dal resto del mondo ¨  Dopo il 2000 tassi di interesse bassi hanno alimentato la domanda di prestiti. I politici hanno favorito l’accesso al credito delle famiglie (l’obiettivo di “una casa per tutti”), contribuendo all’abbassamento delle regole ¨  L’aumento eccessivo del credito è stato favorito dalla crescita dei prezzi delle case, aumentando la disponibilità di garanzie per le banche
  • 155. Le novità della crisi in corso 155 L’intepretazione di Roubini era in buona parte giusta, ma ci aspettavamo un aggiustamento diverso (come insegnano i manuali di macro e molti casi del passato): svalutazione del dollaro, riequilibrio commerciale americano, inflazione in crescita, aumento da parte della FED dei tassi di interesse, decelerazione ordinata del credito e del debito delle famiglie, riduzione contenuta dei prezzi delle case Insomma si pensava: a una classico ciclo negativo americano, con ripercussioni sugli altri paesi via commercio internazionale (minori esportazioni negli USA), senza crolli delle banche, salvataggi pubblici, ricapitalizzazioni, garanzie pubbliche …
  • 156. Le novità della crisi in corso 156
  • 157. Le novità della crisi in corso 157 C’erano squilibri di fondo nell’economia mondiale, ma quattro novità li hanno trasformati in una recessione mondiale (cfr. Blanchard, 2008; Brunnermeier, 2008; Gorton, 2008). Possiamo chiamarli meccanismi propagatori o amplificatori della crisi
  • 158. Le novità della crisi in corso 158 Novità 1: la crisi dell’interbancario Dall’agosto del 2007 le banche non si prestano fondi o lo fanno a prezzi elevati. L’interbancario era da anni diventato un canale di finanziamento indispensabile per banche con difficoltà di raccolta retail Due spiegazioni del blocco dell’interbancario a) percezione di un elevato rischio di controparte b) paura che la liquidità possa servire in futuro alla banca offerente Sull’interbancario è in atto un run alla Diamond e Dybvig: tutti domandano liquidità (cfr. Rochet) Le banche centrali hanno ampliato l’offerta di liquidità, rendendo più favorevoli le condizioni di accesso per il sistema bancario: la situazione è oggi migliorata.
  • 159. Le novità della crisi in corso 159 Novità 2: è la globalizzazione, bellezza! L’impatto sistemico è analogo solo alla crisi degli anni Trenta Dagli anni settanta le crisi bancarie (cfr. la slide precedente) avevano avuto effetti sistemici in un paese, ma senza spillovers su altri paesi. Forse le uniche eccezioni sono state le crisi bancarie asiatiche, con esternalità da un paese all’altro, legate anche al canale del cambio Le difficoltà contemporanee di banche americane, inglesi, tedesche etc. sono una novità assoluta Un effetto panico ha investito i titoli bancari, coinvolgendo i titoli degli altri settori e facendo crollare le Borse
  • 160. Le novità della crisi in corso 160 Novità 3: cartolarizzazioni L’aumento delle insolvenze sui mutui subprime, in corrispondenza della diminuzione dei prezzi delle case, è stato il detonatore della crisi I mutui erano stati cartolarizzati. Società veicolo avevano acquisito i mutui, emettendo obbligazioni (asset backed securities). A loro volta le ABS erano state cartolarizzate, dando luogo a nuove passività, ad esempio collateralized debt obligations (CDOs), moltiplicando i titoli con rating AAA in circolazione
  • 161. Le novità della crisi in corso 161 Novità 3: le cartolarizzazioni (segue) Dal 2007 il mercato ha perso fiducia negli strumenti finanziari legati alle cartolarizzazioni: sono titoli con rating elevati ma da mesi impossibili da liquidare La diversificazione del rischio in teoria raggiunta con le cartolarizzazioni si è rivelata illusoria (Rajan): spesso il rischio continuava a gravare sulle banche
  • 162. Le novità della crisi in corso 162 Novità 4: soffrono di più le banche di investimento ¨  Sono in particolare difficoltà le banche di investimento: negli USA quelle sopravvissute hanno chiesto di diventare banche commerciali ¨  Le banche di investimento erano poco regolamentate ¨  L’ipotesi era che le loro attività, diversamente dai prestiti bancari, potessero essere sempre dismesse e che le loro passività (carta commerciale, obbligazioni a breve termine) potessero essere sempre raccolte sul mercato ¨  L’indebitamento delle banche di investimento era molto elevato: Adrian e Shin: correlazione tra leverage e prezzi asset. C’erano banche con attivi pari a 50 volte il patrimonio.
  • 163. Perché le banche italiane soffrono meno? 163 I. Il sistema bancario è meno internazionalizzato di quello di altri paesi II. L’innovazione finanziaria è in Italia meno diffusa che negli Usa o UK (no MEW) III.Le banche italiane sono più prudenti e le attività di banca di investimento sono limitate: maggiore importanza del margine di interesse nel c/e IV. Le fonti di raccolta bancaria sono stabili V. Il diritto italiano è più rigido di quello anglosassone: ciò spiega anche il punto (ii). VI. La vigilanza ha agito prontamente (chi parla è in evidente conflitto di interesse …); non c’è un sistema bancario ombra VII.L’indebitamento delle famiglie è contenuto e i prezzi delle case sono cresciuti meno che in altri paesi
  • 164. La congiuntura creditizia 164 Il tasso di crescita dei prestiti bancari sta decelerando … … a causa di fattori di offerta e di domanda Il rallentamento è più forte per i prestiti alle famiglie, in particolare per i mutui per acquisto abitazioni, che venivano da anni di forte crescita, e minore per i prestiti alle imprese Una buona notizia: negli ultimi mesi i tassi di interesse bancari sui prestiti sono diminuiti, a seguito delle riduzioni dei tassi ufficiali.
  • 165. La congiuntura creditizia 165 Prestiti bancari ai residenti in Italia (variazioni percentuali sui 12 mesi) 16 16 14 14 12 12 10 10 8 8 6 6 4 4 Totale "altri residenti": corretto per l'effetto delle cartolarizzazioni (dal 2004) 2 Totale "altri residenti": non corretto per l'effetto delle cartolarizzazioni 2 Famiglie: non corretto per l'effetto delle cartolarizzazioni 0 0 Società non finanziarie: non corretto per l'effetto delle cartolarizzazioni -2 -2 2003 2004 2005 2006 2007 2008
  • 166. La congiuntura creditizia 166 Tassi di interesse bancari sui prestiti in euro: nuove operazioni (valori percentuali) 11 11 10 10 9 9 Famiglie: per acquisto abitazioni (TAEG) 8 8 Famiglie: credito al consumo (TAEG) 7 Società non finanziarie (totale) 7 6 6 5 5 4 4 3 3 2 2 2003 2004 2005 2006 2007 2008
  • 167. Questioni per la discussione 167 Che deve fare la regolamentazione? Che legami ci sono tra ciclo finanziario ed economia reale? Occorre intervenire sulla remunerazione dei managers? I vari capitalismi daranno risposte diverse alla crisi? Ci sono tendenze comuni?
  • 169. Probabilità di crisi finanziaria
  • 170. Le ultime notizie sulla crisi La Banca centrale europea rileva un «grave rallentamento» dell'attività economica, sia a livello globale sia nell'area euro, che ha trovato conferme nei dati delle indagini preliminari dei primi mesi del 2009. Tanto che i tecnici della Bce hanno effettuato una revisione al ribasso molto marcata sulle loro previsioni per l'economia dell'Unione monetaria: per quest'anno si attendono una recessione del Pil che si attesterà tra il 3,2 e il 2,2 per cento. Per il 2010 prevedono una «ripresa graduale» con un andamento del Pil tra il meno 0,7 o e il più 0,7 per cento. Previsioni riferite dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, durante la conferenza stampa a seguito del consiglio direttivo. Nettamente riviste al ribasso anche le stime sull'inflazione: i tecnici della Bce prevedono quest'anno una crescita media dei prezzi al consumo nell'area euro che si limiterà tra lo 0,1 e lo 0,7 per cento, ha proseguito Trichet. Per il 2010 tra lo 0,6 e l'1,4 per cento. Peraltro il numero uno della Bce ha avvertito che «non è escluso che l'inflazione segni livelli negativi» nel corso dei prossimi mesi. L’economia contemporanea e la crisi internazionale