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Progetto PON - Facciamo scienze

                       Attività 1 – Soluzioni e Miscugli

Esperimento 1: Separazione forzata

Scopo:
             Osservare la separazione dei componenti di una emulsione

Materiali:
            Acqua
            Olio
            Sapone per piatti
            Inchiostro di china blu idrosolubile
            6 provettoni in plastica con coperchio

Procedimento:
       1.  Versare in un contenitore grande (1 bottiglietta in plastica o un bicchiere)
           tanta acqua quanto serve per riempire 6 provettoni per 2/3.
       2.  aggiungere poche gocce di colorante fino ad ottenere una tonalità uniforme e
           visibilmente scura.
       3.  aggiungere lentamente 1/3 in volume di olio nel provettone: sarà possibile
           notare immediatamente la disposizione di una fase sull’altra.
       4.  agitare energicamente per 10 volte il provettone: si noterà che i due strati
           sono scomparsi e al loro posto è presente un’emulsione grigiastra.
       5.  tenere il contenitore in mano ed osservare la separazione di fase

Risultati:
             La fase iniziale dell’esperimento vede la formazione di una macroemulsione
             con goccioline di olio disperse in acqua. La colorazione del sistema bifasico si
             presenta grigiastra, ciò indica che nell’acqua sono ancora presenti moltissime
             goccioline d'olio. Dopo un po’ di tempo di osservazione, si potranno
             osservare tre strati come in figura.

Perché?
             L’olio e l’acqua sono due fasi immiscibili. Agitando il contenitore si fornisce
             l’energia tale da formare un’emulsione molto instabile, che inizia
             immediatamente a separarsi nei tre strati visti in base al loro peso specifico
             (densità). Il liquido meno denso (l’olio) tenderà a stratificare in alto nel
             contenitore, l’emulsione a densità intermedia si disporrà al centro mentre
             l’acqua più pesante si posizionerà al fondo del contenitore.
Olio con poche goccioline d’acqua


         Emulsione O/A


Acqua con poche goccioline d’olio
Esperimento 2: Formazione dell’emulsione con tensioattivo

Scopo:
             Osservare l’azione stabilizzante di un emulsionante su un’emulsione
             olio/acqua

Materiali:
            Olio
            Inchiostro di china blu idrosolubile
            Provettoni in plastica con coperchio
            Acqua
            Sapone per piatti

Procedimento:
           In 3 dei 6 provettoni dell’esperimento precedente, avendo cura di attendere
           che le due fasi si siano completamente smiscelate dopo la precedente prova,
           si aggiungono alcune gocce di detersivo per piatti. Contemporaneamente
           verranno agitati per 10 volte tutti e dieci i provettoni, e ne verranno osservate
           le variazioni. I provettoni contenti il sapone per piatti formeranno
           un’emulsione stabile e biancastra, mentre quelli senza sapone formeranno di
           nuovo velocemente i tre strati di partenza.

Perché?
             La separazione di fase è ostacolata dalla presenza di tensioattivi
             emulsionanti che stabilizzano l’interfaccia ritardando i fenomeni di
             coalescenza e la smiscelazione. Il colore biancastro indica tipicamente la
             presenza di goccioline nella fase disperdente.
Esperimento 3: Solubilità in acqua

Introduzione:
            Una soluzione è una miscela tra una sostanza solubile (polveri) e una solvente
            (acqua). Non tutte le polveri si sciolgono nell’acqua, e la loro capacità di
            dissolversi è dipendente dalla temperatura del sistema.
            Mettendo insieme sostanze DIVERSE è possibile ottenere:
            ·    MISCUGLI (le sostanze mantengono caratteristiche proprie)
            ·    SOSPENSIONI          (le sostanze restano sospese nell’acqua)
            ·    SOLUZIONI (le sostanze si sciolgono nell’acqua)

Scopo:
              Osservare come le diverse polveri si sciolgono in acqua in dipendenza della
              temperatura

Materiali:
             Acqua
             Polveri varie: zucchero, sale, caffè, bicarbonato di Sodio, farina bianca, farina
              gialla
             Agitatore/riscaldatore magnetico
             Magnetino
             Becker
             Termometro digitale

Procedimento:
       1.  Produrre e compilare una scheda per rendere partecipi i bambini
           sull’esperienza di laboratorio, chiedendo loro quale delle sostanze indicate è
           realmente solubile in acqua e quale no.
       2.  Versare l’acqua nel becker quindi disporre tutto sull’heater con il magnetino.
       3.  Verificare la differenza di solubilizzazione prima a T ambiente, poi a T
           superiori delle sostanze usate.

Risultati:
              Alcune delle polveri usate si scioglieranno perfettamente in piccole quantità
              anche nell’acqua a temperatura ambiente, per quantità maggiori sarà
              necessario un aumento della temperatura. Altre sostanze formeranno
              semplicemente dei miscugli e non si scioglieranno in acqua neanche alle alte
              temperature.

Perché?
              In chimica per solubilità si intende la quantità massima di soluto che si
              scioglie in una quantità fissa di un solvente ad una temperatura specificata.
Una soluzione si dice satura quando, in una data quantità di solvente a una
            certa temperatura, non è possibile sciogliere ulteriore soluto.
            Il rapporto tra soluto e solvente per unità di soluzione è espressa dalla
            concentrazione.
            La solubilità di un certo soluto in un certo solvente dipende, oltre che dalle
            caratteristiche delle due sostanze, anche dalla temperatura e dalla pressione.
            In generale (ma non sempre è così) l'aumento della temperatura coincide con
            l’aumento della solubilità delle sostanze solide, e con la diminuzione della
            solubilità delle sostanze gassose; una riprova di questo fenomeno può essere
            rilevata dal fatto che i mari tropicali, più caldi, sono più "salati" e con meno
            nutrienti di quelli glaciali.




                   Fac-simile scheda: Temperatura ambiente

  SOLUBILI                    SI              NO           VERIFICA        SI        NO

  Zucchero                    X                                             X

     Sale                     X                                             X

Farina Gialla                                  X                                      X

Farina Bianca                                  X                                      X

    Caffè                                      X                                      X

Bicarbonato di

    Sodio                     X                                             X



                    Fac-simile scheda: Temperatura elevata

  SOLUBILI                    SI              NO           VERIFICA        SI        NO

  Zucchero                    X                                             X

     Sale                     X                                             X

Farina Gialla                                  X                                      X

Farina Bianca                                  X                                      X

    Caffè                                      X                                      X
Esperimento 4: Concentrazione e diversa colorazione

Introduzione:
            La concentrazione di una soluzione è una grandezza che esprime il rapporto
            tra la quantità di soluto e la quantità di solvente.
            In chimica una soluzione è un sistema omogeneo che può essere decomposto
            per mezzo di metodi fisici.
            Nelle soluzioni generalmente si usa chiamare soluto o fase dispersa la
            sostanza (o le sostanze) in quantità minore e solvente o fase disperdente la
            sostanza in quantità maggiore.

Scopo:
             Osservare gli effetti dovuti ad un aumento della concentrazione sulle
             caratteristiche di una soluzione.

Materiali:
            Acqua
            colorante
            Provette e portaprovette

Procedimento:
           Versare lo stesso quantitativo di acqua in 4 provette e versare un contenuto
           crescente di colorante.

Risultati:
             La tonalità di colore appare più decisa nelle provette a più alta
             concentrazione di colorante.

Perché?
             A parità di volume (o massa) d’acqua immessa nelle provette, si è
             somministrato un contenuto crescente di colorante: l’incremento della
             concentrazione di colorante nella provetta consente di fatto di avere un
             numero maggiore di pigmenti a parità di unità di volume, dando una
             tonalità      di       colore       visibilmente       più        intensa
Esperimento 5: Reazione chimica per produrre acetato di sodio

Introduzione:
            Una reazione chimica è una trasformazione della materia in cui uno o più
            reagenti iniziali si modificano per generare i prodotti. I prodotti di reazione
            possono essere gas anche se i reagenti sono liquidi o solidi (ad esempio la
            combustione).

Materiali:
            Acqua
            Acido acetico
            Bicarbonato di sodio
            Beuta
            Palloncino

Procedimento:
           Preparare una beuta piena a metà di acqua e 1 cucchiaio di acido acetico. In
           un palloncino versare alcuni cucchiaini di bicarbonato di sodio in modo tale
           da ottenere una soluzione concentrata. Applicare il palloncino sul collo della
           beuta, quindi riversarne il contenuto nella stessa. A contatto con l’acqua e
           l’aceto avverrà la reazione chimica.

Risultati:
             La reazione sviluppa gas e il palloncino applicato sulla beuta inizia a
             gonfiarsi.

Perché:
             E' avvenuta una reazione chimica fra il bicarbonato (sostanza basica) e
             l'acido acetico (sostanza acida). Queste due sostanze hanno reagito fra loro,
             producendo un sale, acqua ed anidride carbonica. E' stato proprio questo gas
             a produrre le bollicine osservate. In generale, le sostanze acide e quelle
             basiche reagiscono fra loro, producendo un sale e spesso altre sostanze quali
             appunto acqua ed anidride carbonica.
             Il sale prodotto da questa reazione è l'acetato di sodio:

             CH3COOH         +   NaHCO3        =    CH3COONa        +    H2O      +   CO2
Esperimento 6: Valutare con la cartina al tornasole il pH di diverse sostanze

Introduzione:
            Gli acidi e le basi sono sostanze con cui abbiamo a che fare continuamente.
            Infatti classifichiamo come acidi le
            sostanze che hanno in comune un
            sapore aspro, pungente; sono tali l’acido
            acetico contenuto nell’aceto o l’acido
            citrico contenuto nel limone. Altre
            proprietà che caratterizzano gli acidi
            sono la capacità di sviluppare bollicine
            di gas a contatto di certi metalli. Le basi
            hanno in comune un sapore amaro
            particolare ed alcuni esempi sono il
            bicarbonato di sodio e l’ammoniaca.

Scopo:
             Conoscere la scala del pH e osservare la differenza tra acidi e basi.

Materiali:
            sostanze portate in classe dagli alunni
            cartina al tornasole

Procedimento:
           immergere un pezzo della cartina al tornasole nella sostanza da analizzare,
           quindi aspettare che assuma il colore indicatore e confrontarlo con la scala
           del pH per stabilirne il valore.

Risultati:
             la cartina al tornasole assume colori differenti a secondo che la sostanza sia
             acida o basica.

Perché?
             Una sostanza che ha la proprietà di cambiare colore a contatto con materiali
             acidi o basici è chiamato indicatore, come il tornasole, estratto dai licheni, che
             assume colore rosso con sostanze acide e blu con sostanze basiche.
Esperimento 7: Valutare con la cartina al tornasole il pH di diverse sostanze

Introduzione:
            Abbiamo già conosciuto nella scorsa esperienza la definizione di acido e di
            base. Non solo il tornasole ha la caratteristica di cambiare colore a contatto
            con sostanze acide o basiche, ma anche il succo del cavolo rosso o del
            radicchio.

Scopo:
             Osservare la differenza tra acidi e basi con l’utilizzo del succo di radicchio.

Materiali:
            acqua e bollitore
            succo di radicchio rosso
            succo di limone e bicarbonato
            vetreria necessaria

Procedimento:
           Tagliare a fettine un radicchio rosso e
           metterle in un becker con acqua
           bollente per mezz'ora, poi lasciare
           scendere la temperatura. Versare il
           liquido blu-viola ottenuto in un
           recipiente dall'imboccatura ampia.
           Versate alcune gocce di questo liquido
           su di una superficie bianca ed
           osservate i cambiamenti di colore che
           esso subisce quando viene mescolato con succo di limone o con soluzione di
           bicarbonato.

Risultati:
             Il succo diviene rosso a contatto con sostanze acide e verde con sostanze
             basiche. Se si versa una certa quantità di questo liquido in un bicchiere
             trasparente fino a raggiungere circa 1 cm di altezza e si rabbocca poi fino a
             metà del bicchiere con acqua, si può osservare il cambiamento di colore nel
             bicchiere che “vira” al rosso.

Perché?
             Una sostanza che ha la proprietà di cambiare colore a contatto con materiali
             acidi o basici è chiamato indicatore. Come il tornasole anche il cavolo rosso ha
             questa proprietà.
Esperimento 8: Cambiamento di colore di soluzioni a diversi pH

Introduzione:
            Quando avviene una reazione chimica può avvenire contemporaneamente
            un cambiamento di colore del sistema dovuto a variazioni di pH. Questo è il
            caso della reazione che stiamo per studiare.

Scopo:
             Osservare il cambiamento di colore di una sostanza al variare del pH.

Materiali:
            timolftaleina
            acido cloridrico
            idrossido di sodio
            vetreria necessaria

Procedimento:
           In un becker, versare circa 100 ml d'acqua e 3 gocce di timolftaleina, sostanza
           indicatrice, che normalmente è incolore. Aggiungere poi idrossido di sodio e
           quindi acido cloridrico. Osservare i cambiamenti di colore.

Risultati:
             Con l’aggiunta dell’idrossido di Sodio la soluzione diviene di colore blu,
             aggiungendo quindi l’acido cloridrico la soluzione ridiviene trasparente.

Perché?
             La timolftaleina è una sostanza che cambia colore (da trasparente a blu)
             quando il pH della soluzione in cui si trova è elevato. Aggiungendo una base
             forte quindi si innalza il pH e si consente il cambiamento di colore.
             Se si aggiunge poi acido cloridrico, acido forte, il pH viene nuovamente
             abbassato al punto in cui la timolftaleina torna ad essere trasparente.
Esperimento 9: determinazione del peso specifico e lattodensimetro di Quevenne

Introduzione:
            Il peso specifico è definito come il peso di un campione di materiale diviso
            per il suo volume. Colloquialmente è frequente far coincidere il peso di un
            corpo con la sua massa (peso misurato sulla bilancia). Il volume o capacità è
            la misura dello spazio occupato da un corpo. si misura in litri o m3. Il peso
            specifico o densità è una misura importante per stabilire la freschezza del
            latte (emulsione di grassi ed acqua). Il latte intero ha un peso specifico
            compreso tra 1.29 e 1.34.

Scopo:
             misurare il peso specifico di vari liquidi.



Materiali:
            latte intero e scremato, succo di frutta, acqua, olio, birra
            densimetri (lattodensimetro di Quevenne)
            termometro

Procedimento:
           il lattodensimetro di Quevenne è un galleggiante zavorrato in basso con
           un’asta sottile di vetro con scala graduata. Il campione di latte deve essere
           mescolato ed omogeneizzato agitandone bene il contenitore. Il latte deve
           essere versato in un cilindro alto e stretto graduato lambendo le pareti per
           evitare la formazione di schiuma, fino a 10 cm dall’orlo superiore. Si
           immerge quindi il lattodensimetro e si procede alla lettura dopo 1 minuto.

                                              Scala del lattodensimetro
                                                    20       1.020
                                                    25       1.025
                                                    30       1.030
                                                    35       1.035
                                                    40       1.040

             Lo stesso procedimento può essere utilizzato per la valutazione della densità
             degli altri liquidi.
             La correzione sulla temperatura si applica eseguendo il seguente calcolo:
             Se Tlettura> 15°C allora   lattodensimetro  Tlettura  15C   0.0002
             in cui lattodensimetro è la densità letta direttamente dal lattodensimetro con
             la scala sopra riportata.
             Se Tlettura< 15°C allora   lattodensimetro  Tlettura  15C   0.0002
Esempio:       grado letto: 32
                          temperatura: 18°C
                          differenza = 18°C -15°C = 3°C
                          calcolo: 3 x 0,0002 = 0,0006
                          densità = 1032 + 0,0006 = 1,0326
             Il latte intero ha una densità, a 15 °C, compresa tra 1,029 e 1,034.

Risultati:
             Il densimetro galleggia per spinta archimedea fino a trovarsi in equilibrio
             statico. Lo stato di equilibrio coincide con la tacca misurata.

Perché:
             Spinta archimedea: “Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal
             basso verso l'alto pari al peso del volume di liquido spostato”

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Facciamo scienza

  • 1. Progetto PON - Facciamo scienze Attività 1 – Soluzioni e Miscugli Esperimento 1: Separazione forzata Scopo: Osservare la separazione dei componenti di una emulsione Materiali:  Acqua  Olio  Sapone per piatti  Inchiostro di china blu idrosolubile  6 provettoni in plastica con coperchio Procedimento: 1. Versare in un contenitore grande (1 bottiglietta in plastica o un bicchiere) tanta acqua quanto serve per riempire 6 provettoni per 2/3. 2. aggiungere poche gocce di colorante fino ad ottenere una tonalità uniforme e visibilmente scura. 3. aggiungere lentamente 1/3 in volume di olio nel provettone: sarà possibile notare immediatamente la disposizione di una fase sull’altra. 4. agitare energicamente per 10 volte il provettone: si noterà che i due strati sono scomparsi e al loro posto è presente un’emulsione grigiastra. 5. tenere il contenitore in mano ed osservare la separazione di fase Risultati: La fase iniziale dell’esperimento vede la formazione di una macroemulsione con goccioline di olio disperse in acqua. La colorazione del sistema bifasico si presenta grigiastra, ciò indica che nell’acqua sono ancora presenti moltissime goccioline d'olio. Dopo un po’ di tempo di osservazione, si potranno osservare tre strati come in figura. Perché? L’olio e l’acqua sono due fasi immiscibili. Agitando il contenitore si fornisce l’energia tale da formare un’emulsione molto instabile, che inizia immediatamente a separarsi nei tre strati visti in base al loro peso specifico (densità). Il liquido meno denso (l’olio) tenderà a stratificare in alto nel contenitore, l’emulsione a densità intermedia si disporrà al centro mentre l’acqua più pesante si posizionerà al fondo del contenitore.
  • 2. Olio con poche goccioline d’acqua Emulsione O/A Acqua con poche goccioline d’olio
  • 3. Esperimento 2: Formazione dell’emulsione con tensioattivo Scopo: Osservare l’azione stabilizzante di un emulsionante su un’emulsione olio/acqua Materiali:  Olio  Inchiostro di china blu idrosolubile  Provettoni in plastica con coperchio  Acqua  Sapone per piatti Procedimento: In 3 dei 6 provettoni dell’esperimento precedente, avendo cura di attendere che le due fasi si siano completamente smiscelate dopo la precedente prova, si aggiungono alcune gocce di detersivo per piatti. Contemporaneamente verranno agitati per 10 volte tutti e dieci i provettoni, e ne verranno osservate le variazioni. I provettoni contenti il sapone per piatti formeranno un’emulsione stabile e biancastra, mentre quelli senza sapone formeranno di nuovo velocemente i tre strati di partenza. Perché? La separazione di fase è ostacolata dalla presenza di tensioattivi emulsionanti che stabilizzano l’interfaccia ritardando i fenomeni di coalescenza e la smiscelazione. Il colore biancastro indica tipicamente la presenza di goccioline nella fase disperdente.
  • 4. Esperimento 3: Solubilità in acqua Introduzione: Una soluzione è una miscela tra una sostanza solubile (polveri) e una solvente (acqua). Non tutte le polveri si sciolgono nell’acqua, e la loro capacità di dissolversi è dipendente dalla temperatura del sistema. Mettendo insieme sostanze DIVERSE è possibile ottenere: · MISCUGLI (le sostanze mantengono caratteristiche proprie) · SOSPENSIONI (le sostanze restano sospese nell’acqua) · SOLUZIONI (le sostanze si sciolgono nell’acqua) Scopo: Osservare come le diverse polveri si sciolgono in acqua in dipendenza della temperatura Materiali:  Acqua  Polveri varie: zucchero, sale, caffè, bicarbonato di Sodio, farina bianca, farina gialla  Agitatore/riscaldatore magnetico  Magnetino  Becker  Termometro digitale Procedimento: 1. Produrre e compilare una scheda per rendere partecipi i bambini sull’esperienza di laboratorio, chiedendo loro quale delle sostanze indicate è realmente solubile in acqua e quale no. 2. Versare l’acqua nel becker quindi disporre tutto sull’heater con il magnetino. 3. Verificare la differenza di solubilizzazione prima a T ambiente, poi a T superiori delle sostanze usate. Risultati: Alcune delle polveri usate si scioglieranno perfettamente in piccole quantità anche nell’acqua a temperatura ambiente, per quantità maggiori sarà necessario un aumento della temperatura. Altre sostanze formeranno semplicemente dei miscugli e non si scioglieranno in acqua neanche alle alte temperature. Perché? In chimica per solubilità si intende la quantità massima di soluto che si scioglie in una quantità fissa di un solvente ad una temperatura specificata.
  • 5. Una soluzione si dice satura quando, in una data quantità di solvente a una certa temperatura, non è possibile sciogliere ulteriore soluto. Il rapporto tra soluto e solvente per unità di soluzione è espressa dalla concentrazione. La solubilità di un certo soluto in un certo solvente dipende, oltre che dalle caratteristiche delle due sostanze, anche dalla temperatura e dalla pressione. In generale (ma non sempre è così) l'aumento della temperatura coincide con l’aumento della solubilità delle sostanze solide, e con la diminuzione della solubilità delle sostanze gassose; una riprova di questo fenomeno può essere rilevata dal fatto che i mari tropicali, più caldi, sono più "salati" e con meno nutrienti di quelli glaciali. Fac-simile scheda: Temperatura ambiente SOLUBILI SI NO VERIFICA SI NO Zucchero X X Sale X X Farina Gialla X X Farina Bianca X X Caffè X X Bicarbonato di Sodio X X Fac-simile scheda: Temperatura elevata SOLUBILI SI NO VERIFICA SI NO Zucchero X X Sale X X Farina Gialla X X Farina Bianca X X Caffè X X
  • 6. Esperimento 4: Concentrazione e diversa colorazione Introduzione: La concentrazione di una soluzione è una grandezza che esprime il rapporto tra la quantità di soluto e la quantità di solvente. In chimica una soluzione è un sistema omogeneo che può essere decomposto per mezzo di metodi fisici. Nelle soluzioni generalmente si usa chiamare soluto o fase dispersa la sostanza (o le sostanze) in quantità minore e solvente o fase disperdente la sostanza in quantità maggiore. Scopo: Osservare gli effetti dovuti ad un aumento della concentrazione sulle caratteristiche di una soluzione. Materiali:  Acqua  colorante  Provette e portaprovette Procedimento: Versare lo stesso quantitativo di acqua in 4 provette e versare un contenuto crescente di colorante. Risultati: La tonalità di colore appare più decisa nelle provette a più alta concentrazione di colorante. Perché? A parità di volume (o massa) d’acqua immessa nelle provette, si è somministrato un contenuto crescente di colorante: l’incremento della concentrazione di colorante nella provetta consente di fatto di avere un numero maggiore di pigmenti a parità di unità di volume, dando una tonalità di colore visibilmente più intensa
  • 7. Esperimento 5: Reazione chimica per produrre acetato di sodio Introduzione: Una reazione chimica è una trasformazione della materia in cui uno o più reagenti iniziali si modificano per generare i prodotti. I prodotti di reazione possono essere gas anche se i reagenti sono liquidi o solidi (ad esempio la combustione). Materiali:  Acqua  Acido acetico  Bicarbonato di sodio  Beuta  Palloncino Procedimento: Preparare una beuta piena a metà di acqua e 1 cucchiaio di acido acetico. In un palloncino versare alcuni cucchiaini di bicarbonato di sodio in modo tale da ottenere una soluzione concentrata. Applicare il palloncino sul collo della beuta, quindi riversarne il contenuto nella stessa. A contatto con l’acqua e l’aceto avverrà la reazione chimica. Risultati: La reazione sviluppa gas e il palloncino applicato sulla beuta inizia a gonfiarsi. Perché: E' avvenuta una reazione chimica fra il bicarbonato (sostanza basica) e l'acido acetico (sostanza acida). Queste due sostanze hanno reagito fra loro, producendo un sale, acqua ed anidride carbonica. E' stato proprio questo gas a produrre le bollicine osservate. In generale, le sostanze acide e quelle basiche reagiscono fra loro, producendo un sale e spesso altre sostanze quali appunto acqua ed anidride carbonica. Il sale prodotto da questa reazione è l'acetato di sodio: CH3COOH + NaHCO3 = CH3COONa + H2O + CO2
  • 8. Esperimento 6: Valutare con la cartina al tornasole il pH di diverse sostanze Introduzione: Gli acidi e le basi sono sostanze con cui abbiamo a che fare continuamente. Infatti classifichiamo come acidi le sostanze che hanno in comune un sapore aspro, pungente; sono tali l’acido acetico contenuto nell’aceto o l’acido citrico contenuto nel limone. Altre proprietà che caratterizzano gli acidi sono la capacità di sviluppare bollicine di gas a contatto di certi metalli. Le basi hanno in comune un sapore amaro particolare ed alcuni esempi sono il bicarbonato di sodio e l’ammoniaca. Scopo: Conoscere la scala del pH e osservare la differenza tra acidi e basi. Materiali:  sostanze portate in classe dagli alunni  cartina al tornasole Procedimento: immergere un pezzo della cartina al tornasole nella sostanza da analizzare, quindi aspettare che assuma il colore indicatore e confrontarlo con la scala del pH per stabilirne il valore. Risultati: la cartina al tornasole assume colori differenti a secondo che la sostanza sia acida o basica. Perché? Una sostanza che ha la proprietà di cambiare colore a contatto con materiali acidi o basici è chiamato indicatore, come il tornasole, estratto dai licheni, che assume colore rosso con sostanze acide e blu con sostanze basiche.
  • 9. Esperimento 7: Valutare con la cartina al tornasole il pH di diverse sostanze Introduzione: Abbiamo già conosciuto nella scorsa esperienza la definizione di acido e di base. Non solo il tornasole ha la caratteristica di cambiare colore a contatto con sostanze acide o basiche, ma anche il succo del cavolo rosso o del radicchio. Scopo: Osservare la differenza tra acidi e basi con l’utilizzo del succo di radicchio. Materiali:  acqua e bollitore  succo di radicchio rosso  succo di limone e bicarbonato  vetreria necessaria Procedimento: Tagliare a fettine un radicchio rosso e metterle in un becker con acqua bollente per mezz'ora, poi lasciare scendere la temperatura. Versare il liquido blu-viola ottenuto in un recipiente dall'imboccatura ampia. Versate alcune gocce di questo liquido su di una superficie bianca ed osservate i cambiamenti di colore che esso subisce quando viene mescolato con succo di limone o con soluzione di bicarbonato. Risultati: Il succo diviene rosso a contatto con sostanze acide e verde con sostanze basiche. Se si versa una certa quantità di questo liquido in un bicchiere trasparente fino a raggiungere circa 1 cm di altezza e si rabbocca poi fino a metà del bicchiere con acqua, si può osservare il cambiamento di colore nel bicchiere che “vira” al rosso. Perché? Una sostanza che ha la proprietà di cambiare colore a contatto con materiali acidi o basici è chiamato indicatore. Come il tornasole anche il cavolo rosso ha questa proprietà.
  • 10. Esperimento 8: Cambiamento di colore di soluzioni a diversi pH Introduzione: Quando avviene una reazione chimica può avvenire contemporaneamente un cambiamento di colore del sistema dovuto a variazioni di pH. Questo è il caso della reazione che stiamo per studiare. Scopo: Osservare il cambiamento di colore di una sostanza al variare del pH. Materiali:  timolftaleina  acido cloridrico  idrossido di sodio  vetreria necessaria Procedimento: In un becker, versare circa 100 ml d'acqua e 3 gocce di timolftaleina, sostanza indicatrice, che normalmente è incolore. Aggiungere poi idrossido di sodio e quindi acido cloridrico. Osservare i cambiamenti di colore. Risultati: Con l’aggiunta dell’idrossido di Sodio la soluzione diviene di colore blu, aggiungendo quindi l’acido cloridrico la soluzione ridiviene trasparente. Perché? La timolftaleina è una sostanza che cambia colore (da trasparente a blu) quando il pH della soluzione in cui si trova è elevato. Aggiungendo una base forte quindi si innalza il pH e si consente il cambiamento di colore. Se si aggiunge poi acido cloridrico, acido forte, il pH viene nuovamente abbassato al punto in cui la timolftaleina torna ad essere trasparente.
  • 11. Esperimento 9: determinazione del peso specifico e lattodensimetro di Quevenne Introduzione: Il peso specifico è definito come il peso di un campione di materiale diviso per il suo volume. Colloquialmente è frequente far coincidere il peso di un corpo con la sua massa (peso misurato sulla bilancia). Il volume o capacità è la misura dello spazio occupato da un corpo. si misura in litri o m3. Il peso specifico o densità è una misura importante per stabilire la freschezza del latte (emulsione di grassi ed acqua). Il latte intero ha un peso specifico compreso tra 1.29 e 1.34. Scopo: misurare il peso specifico di vari liquidi. Materiali:  latte intero e scremato, succo di frutta, acqua, olio, birra  densimetri (lattodensimetro di Quevenne)  termometro Procedimento: il lattodensimetro di Quevenne è un galleggiante zavorrato in basso con un’asta sottile di vetro con scala graduata. Il campione di latte deve essere mescolato ed omogeneizzato agitandone bene il contenitore. Il latte deve essere versato in un cilindro alto e stretto graduato lambendo le pareti per evitare la formazione di schiuma, fino a 10 cm dall’orlo superiore. Si immerge quindi il lattodensimetro e si procede alla lettura dopo 1 minuto. Scala del lattodensimetro 20 1.020 25 1.025 30 1.030 35 1.035 40 1.040 Lo stesso procedimento può essere utilizzato per la valutazione della densità degli altri liquidi. La correzione sulla temperatura si applica eseguendo il seguente calcolo: Se Tlettura> 15°C allora   lattodensimetro  Tlettura  15C   0.0002 in cui lattodensimetro è la densità letta direttamente dal lattodensimetro con la scala sopra riportata. Se Tlettura< 15°C allora   lattodensimetro  Tlettura  15C   0.0002
  • 12. Esempio: grado letto: 32 temperatura: 18°C differenza = 18°C -15°C = 3°C calcolo: 3 x 0,0002 = 0,0006 densità = 1032 + 0,0006 = 1,0326 Il latte intero ha una densità, a 15 °C, compresa tra 1,029 e 1,034. Risultati: Il densimetro galleggia per spinta archimedea fino a trovarsi in equilibrio statico. Lo stato di equilibrio coincide con la tacca misurata. Perché: Spinta archimedea: “Un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso del volume di liquido spostato”