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29/04/2010 Perchè studiare i media? Pagina 1 Media literacy .. in breve Prof. Romana Andò Teoria e analisi delle audience
Media literacy Per media literacy si intende la capacità di  accedere, analizzare,  valutare e  creare messaggi in diverse forme. (S. Livingstone, “The Changing Nature and Uses of Media Literacy”,2003)
1) Accedere  L’accesso non deve essere inteso solo come la risultante del possesso.  ma, piuttosto, come capacità di domesticazione delle tecnologie, ovvero come quella capacità del soggetto di rendere familiare un mezzo e i suoi linguaggi attraverso la sua assimilazione all’interno della vita quotidiana e degli ambienti domestici.
Competenze stratificate La storia ci ha insegnato a non credere alla logica della sostituzione mediale, quanto a quella della complementarità:  le nuove tecnologie non prendono il posto di quelle vecchie, ma tendono a cercare elementi di sinergia e convergenza, che si sedimentano, poi, nelle pratiche e nelle competenze dei soggetti attraverso continui processi di updating.  Le competenze richieste per affrontare il digital divide, dunque, aumentano piuttosto che diminuire e il problema dell’accesso si ammanta di interpretazioni decisamente più complesse.
Le competenze dell’accesso Rispetto all’accesso/domesticazione si rilevano tre tipi di competenze:  le competenze di base o di navigazione (basic functional or navigational competence), come per esempio la conoscenza delle modalità di uso degli sms o la capacità di ritrovare messaggi sui telefoni cellulari.  Le competenze di controllo della tecnologia (controlling the technology), che implicano attività avanzate, come gestire una ricerca online o una transazione economica;  Le competenze nel regolare le tecnologie (regulating the technology), che includono la capacità di proteggere la privacy e di filtrare condotte inappropriate.
Obbligare ad essere intelligenti Anche rispetto all’uso della televisione, diverse sono le competenze oggi richieste per interagire con i testi. Si pensi a quei prodotti tv che non sono intelligenti, ma che obbligano ad essere intelligenti per essere compresi e goduti (Johnson). Quei programmi, cioè, che richiedono il coinvolgimento attivo dello spettatore nel completamento dei testi, nel rispondere alle interrogazioni che il testo prevede, per sollecitare lo spettatore a riversarsi nel testo e a con-versare con lui.
I minori davanti alla complessità del video Nella visione ripetuta dello stesso contenuto, per es. il minore impara a controllare nuovi dettagli, diverse sfumature, elementi satirici sfuggiti ad una prima visione: ogni visione “addestra [il bambino] a tenere presenti tutti i vari intrecci, in una sorta di ginnastica mentale” (Johnson) Nelle fiction, come nei videogiochi i minori esercitano il “telescoping” ovvero la capacità di concentrarsi su problemi immediati, senza perdere di vista la visione di insieme. Creare legami telescopici tra gli obiettivi simultanei che un videogioco pone ad ogni quadro è un’attività molto simile alla fruizione di una fiction o di un cartone, in cui è necessario seguire di volta in volta l’intreccio narrativo proposto in primo piano, senza perdere di vista la storia nel suo insieme
2) Analizzare e 3) valutare i testi Un soggetto, oggi, per relazionarsi in modo funzionale ai media deve poggiare l’attività di fruizione-consumo sulla comprensione, nella doppia accezione  di decodifica interpretativa dei testi e dei linguaggi  e  di utilizzo dei media per l’attribuzione di senso alla realtà Oltre che sulla capacità di critica e lettura dei messaggi in termini di riconoscimento dei livelli di oggettività e verità.

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competenze delle audience [Andò]

  • 1. 29/04/2010 Perchè studiare i media? Pagina 1 Media literacy .. in breve Prof. Romana Andò Teoria e analisi delle audience
  • 2. Media literacy Per media literacy si intende la capacità di accedere, analizzare, valutare e creare messaggi in diverse forme. (S. Livingstone, “The Changing Nature and Uses of Media Literacy”,2003)
  • 3. 1) Accedere L’accesso non deve essere inteso solo come la risultante del possesso. ma, piuttosto, come capacità di domesticazione delle tecnologie, ovvero come quella capacità del soggetto di rendere familiare un mezzo e i suoi linguaggi attraverso la sua assimilazione all’interno della vita quotidiana e degli ambienti domestici.
  • 4. Competenze stratificate La storia ci ha insegnato a non credere alla logica della sostituzione mediale, quanto a quella della complementarità: le nuove tecnologie non prendono il posto di quelle vecchie, ma tendono a cercare elementi di sinergia e convergenza, che si sedimentano, poi, nelle pratiche e nelle competenze dei soggetti attraverso continui processi di updating. Le competenze richieste per affrontare il digital divide, dunque, aumentano piuttosto che diminuire e il problema dell’accesso si ammanta di interpretazioni decisamente più complesse.
  • 5. Le competenze dell’accesso Rispetto all’accesso/domesticazione si rilevano tre tipi di competenze: le competenze di base o di navigazione (basic functional or navigational competence), come per esempio la conoscenza delle modalità di uso degli sms o la capacità di ritrovare messaggi sui telefoni cellulari. Le competenze di controllo della tecnologia (controlling the technology), che implicano attività avanzate, come gestire una ricerca online o una transazione economica; Le competenze nel regolare le tecnologie (regulating the technology), che includono la capacità di proteggere la privacy e di filtrare condotte inappropriate.
  • 6. Obbligare ad essere intelligenti Anche rispetto all’uso della televisione, diverse sono le competenze oggi richieste per interagire con i testi. Si pensi a quei prodotti tv che non sono intelligenti, ma che obbligano ad essere intelligenti per essere compresi e goduti (Johnson). Quei programmi, cioè, che richiedono il coinvolgimento attivo dello spettatore nel completamento dei testi, nel rispondere alle interrogazioni che il testo prevede, per sollecitare lo spettatore a riversarsi nel testo e a con-versare con lui.
  • 7. I minori davanti alla complessità del video Nella visione ripetuta dello stesso contenuto, per es. il minore impara a controllare nuovi dettagli, diverse sfumature, elementi satirici sfuggiti ad una prima visione: ogni visione “addestra [il bambino] a tenere presenti tutti i vari intrecci, in una sorta di ginnastica mentale” (Johnson) Nelle fiction, come nei videogiochi i minori esercitano il “telescoping” ovvero la capacità di concentrarsi su problemi immediati, senza perdere di vista la visione di insieme. Creare legami telescopici tra gli obiettivi simultanei che un videogioco pone ad ogni quadro è un’attività molto simile alla fruizione di una fiction o di un cartone, in cui è necessario seguire di volta in volta l’intreccio narrativo proposto in primo piano, senza perdere di vista la storia nel suo insieme
  • 8. 2) Analizzare e 3) valutare i testi Un soggetto, oggi, per relazionarsi in modo funzionale ai media deve poggiare l’attività di fruizione-consumo sulla comprensione, nella doppia accezione di decodifica interpretativa dei testi e dei linguaggi e di utilizzo dei media per l’attribuzione di senso alla realtà Oltre che sulla capacità di critica e lettura dei messaggi in termini di riconoscimento dei livelli di oggettività e verità.