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Ore 8:00, suona la campanella. Gli alunni della 4 B entrano in classe, qualcuno
un po' assonnato, qualcuno ascoltando la musica con gli auricolari, altri
guardando il cellulare. Prendono posto. Il professore di italiano è già seduto al
suo posto e inizia a fare l’appello
PROFESSORE: Bevo c’è, Cirone c’è, Cavito…Cavito non c’è…siamo alle solite…la
puntualità ragazzi!!
CAVITO (arriva in ritardo con il fiatone): presente prof. presente…
Terminato l’appello il professore distribuisce ad ognuno un quotidiano
PROFESSORE: oggi ragazzi faremo un’attività diversa dal solito. Leggeremo gli
articoli del quotidiano…Vi invito a sfogliarlo…
CAVITO: Prof. prof. c’è un articolo che prende tutta la prima pagine dice: Un
infortunio ogni 3 giorni. Posso leggere?
GIACOLELLA: prof. pure io voglio leggere!
VASARANO: oh sempre lui si prenota…
PROFESSORE: Facciamo così, visto che tutti volete leggere, ognuno di voi trova
un articolo che tratta dell’infortunio sul posto di lavoro…così facciamo italiano
ed educazione civica insieme. Il tema della sicurezza sul posto di lavoro è un
tema attualissimo e voi che vi affaccerete al mondo del lavoro dovete prendere
coscienza di questo problema sociale…
I ragazzi si immergono nella lettura del quotidiano e uno alla volta leggono
l’articolo…
Si spengono le luci sul palcoscenico. Si accende una luce che illumina l’alunno
che incomincia a leggere l’articolo. Contemporaneamente si illumina un ‘altra
parte del palcoscenico dove inizia a svolgersi la scena delle varie storie…
Gli alunni a seconda dei personaggi che fanno parte delle varie scene si alzano
e occupano il palcoscenico, mentre un alunno seduto al proprio posto legge il
titolo dell’articolo.
IL MIRACOLO
Un alunno legge il titolo “IL TRINCIAERBA CHE FA MALE. SALVO PER
MIRACOLO UN VENTENNE” e due alunni interpretano la scena.
Il ventenne Carlo si sveglia, un letto, una sedia con delle robe di lavoro
Carlo: oggi è uno dei giorni più belli, userò il trinciaerba, uno dei miei attrezzi
preferiti!
Mamma: Caaaaa, guarda che oggi fa freddo mettiti un giubbino più pesante se
no ti raffreddi!
Carlo: madooo ma a te sempre freddo fa… va bene dai metto quello col
cappuccio anche se non l’ho mai per questo tipo di lavoro.
Carlo si trova sul posto di lavoro, c’è un paesaggio con in primo piano un
albero d’ulivo. Rumori del trattore in movimento.
Carlo: finalmente ho quasi terminato.
Il cappuccio s’impiglia al ramo dell’Ulivo.
Carlo urla e rimane appeso all’albero, rumore del trattore che continua a
camminare e dell’attrezzo che continua a macinare.
Carlo cade, rumore. Si trova steso a terra con davanti a sé il mezzo.
IL CASCO
Un alunno legge il titolo “IL CASCO DIMENTICATO. ILLESO GIOVANE
AGRICOLTORE” e due alunni interpretano la scena.
Andrea, 22 anni, si sveglia per andare a lavoro con il padre, va nel suo garage
ma non trova il casco e decide di andare via senza non cercarlo.
Andrea: Dai forza Pà, andiamo a lavorare… Non trovo il casco, vabbè dai non
lo metto per oggi
Padre: Mettiti il casco che se succede qualcosa, per la maggior parte sei
protetto.
Andrea: Ma cosa pa, non è mai successo niente fino ad ora, secondo te proprio
oggi deve succedere qualcosa?
Padre: Vabbè, devi fare sempre di testa tua
Andrea e il padre arrivano sul posto di lavoro e completano due lavori diversi
Andrea: Pa’, al posto del casco ho messo il cappuccio così almeno sono un
minimo protetto.
Padre: Va bene, ma fai attenzione mi raccomando mi raccomando
miraccomando
Andrea: Ok io vado a finire il lavoro col trattore, tu vai dall’altra parte, che
stanno le piantagioni da coltivare.
Padre: Ok va bene va bene
Il padre si allontana e mentre Andrea è sul trattore.
Andrea: Papà, Papà, aiuto!
Il padre ovviamente non stando vicino non lo sente.
Andrea: Papà, Papà, vieni a salvarmi
Il padre in lontananza inizia a sentire delle urla e va nella zona del figlio
Andrea: Papà, Papà, aiutami, il mio cappuccio si è impigliato in mezzo ai rami e
non riesco più a fermare il trattore che continua a camminare da solo!
Il padre spaventatissimo si assicura prima che il figlio stia bene e poi si dirige
verso il trattore per sistemarlo
Padre: Andrea, te l’avevo detto che dovevi metterti il casco, non sai mai cosa
possa succedere! Non farlo mai più! Poteva finire molto ma molto peggio, il
trattore poteva metterti sotto ti rendi conto?
Andrea: Si… scusami pa’
Padre: No Andrea, non devi chiedermi scusa, devi capire quello che stai per
fare. In fin dei conti non ci vado di mezzo io, ma tu stesso.
Andrea e il padre tornano a casa molto spaventati.
IL FORNO
Un alunno legge il titolo “OPERAIO CADUTO DALLA SCALA. GRAVI LE SUE
CONDIZIONI” e quattro alunni interpretano la scena.
Incidente sul posto di lavoro di un operaio di manutenzione di nome Enrico
Esposito, circa 40 anni.
È giorno, Enrico si sta dirigendo presso il luogo in cui svolgerà il suo lavoro di
manutenzione presso una pizzeria a Milano per visionare lo stato di un forno.
Incontra il proprietario della pizzeria, suo coetaneo.
ENRICO: “Buongiorno, salve!”
PROPRIETARIO: Salve signor Enrico, sono lieto di ospitarvi nella mia pizzeria!”
ENRICO: “Oh è un piacere anche per me!”
PROPRIETARIO: “Prego si accomodi, può poggiare la sua roba qui davanti”
ENRICO:”Grazie”
PROPRIETARIO: “Mi segua, le mostro il forno”
---
PROPRIETARIO:“Ecco qui, è proprio questo!”
ENRICO: “Perfetto. Mi potrebbe prendere una scala?” -il forno si trova
leggermente in alto-
PROPRIETARIO: “Certo, gliela porto subito”
Il proprietario gli porta la scala nel frattempo Enrico è andato a recuperare gli
attrezzi lasciati all’ingresso.
Il proprietario torna con la scala e la posiziona sotto il forno, non accorgendosi
che l’ha posizionata in dislivello.
ENRICO: “Grazie”
Enrico sale sulla scala, apre il forno e lo inizia a smontare
ENRICO: “È molto pesante questo forno, sarà difficile estrarlo..”
PROPRIETARIO:” Se vuole posso darle una mano”
ENRICO: “No non si preoccupi, tranquillo, posso farcela da solo”
---
!!!COLPO DI SCENA- CADE IL FORNO SU Enrico, LA SCALA SI È SPOSTATA -!!!
PROPRIETARIO: “NOOO, Enrico mi sente?? Enrico!!! - disperato chiama il 118
“Pronto sono il proprietario della pizzeria qui in centro a Milano, ho bisogno di
aiuto un operaio si è fatto male e non è cosciente!”
118: “Arriviamo subito”
IN OSPEDALE c’è il dottore cinquantenne
DOTTORE: “Salve, lei è il proprietario della pizzeria?”
PROPRIETARIO: "Sì, sono io, mi dica!” - preoccupato e disperato-
DOTTORE: “Il signor Enrico è in coma…gli abbiamo rilevato dei danni cerebrali
alla testa, non sappiamo per certo come si risveglierà.”
Il proprietario è assolto da un grande senso di colpa e disperazione.
IL LACCIO
Un alunno legge il titolo “SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO. ANCORA POCA
ATTENZIONE AI DISPOSITIVI DI SICUREZZA” e tre alunni interpretano la
scena
Luce rossastra dell’alba. Michele, un agricoltore quarantenne, e suo padre
Ernesto, anch’egli agricoltore e uomo di sessant’anni, alle sei del mattino si
trovano in campagna per riempire una botte d’acqua per fare un diserbo. (Al
centro della scena sono presenti Ernesto e Michele, una botte, un trattore, un
trullo proiettato sullo sfondo e un pozzo nel bel mezzo di una campagna.)
Michele: pa’ (rivolgendosi al padre), sta pieno il pozzo? (parlando con un
accento pugliese)
Ernesto: (con tono di voce alto, perché i due sono un pò distanti) Si Miché,
dobbiamo riempire la botte. Michele: Eh sisi, inizio ad avvicinare la botte.(si
dirige verso il trattore, cui è collegata la botte)
Ernesto: (guardando l’orologio da polso) va bene, dai veloce che altrimenti si fa
tardi.
Michele: (esclama, mentre accende il trattore) Chiu, sono già le 6:15, come
passa il tempo!
Michele sposta la botte vicino al pozzo. I due si muniscono degli arnesi
necessari per poter riempire la botte d’acqua.
Ernesto: ok Miché, basta così, sta abbastanza vicina. (la botte al pozzo)
Michele: va bene!
Ernesto: ora prendo il tubo
Michele: si, vedi che sta dentro il trullo
Ernesto: (di corsa, sempre con tono di voce alto) si tieni
Michele: (collega il tubo alla botte per riempirla) okay ci sono.
Ernesto: (incitando Michele ad azionare il sistema del trattore) vai!
Michele, si avvicina senza protezione (tuta da lavoro priva di lacci) alla
trasmissione del proprio trattore, tra l'altro priva dell'apposita copertura [Si
rende conto di essere senza protezione,(come suo padre d’altronde) e di aver
dimenticato di applicare la copertura alla trasmissione del trattore]. Dopo aver
controllato che tutto fosse al proprio posto, Michele aziona la leva del mezzo
per iniziare ad aspirare acqua dal pozzo. A un certo punto, il laccio della sua
felpa si impiglia nel sistema del mezzo agricolo ed egli viene attirato.
Michele: (Esclamazione, tono di voce alto) Mado pà, ci siamo dimenticati di
mettere la copertura alla trasmissione, ed inoltre io sono senza protezione,
come te!
Ernesto: (altrimenti si fa tardi) mannaggia, non possiamo tornare in paese.
Michele: vabbè per un giorno non fa niente.
Ernesto: eh sì, vai riempi!
Michele: Okay.
Michele (tra sé e sé parlando in dialetto pugliese): mannagh, tutto oggi oh!
Ernesto: (chiedendo a Michele perché non abbia ancora azionato la leva) oh
beh?
Michele: (sussurrando mentre controlla il tutto) va bene… qua va bene. (tono
di voce alto) Aspe pà, sto controllando qua le cose
Ernesto: (esclamazione) va bene, me veloce!
Michele: (sussurrando) Apposto…. (azionando la leva) Beh pà vado
Ernesto: Vai!
Qualche secondo di pausa
Michele: (urla) Mado pà il lacciooooo!!
Ernesto: (Incomprensione;urla) che laccio ohh!
Michele si infortuna gravemente e riesce a salvarsi con l’aiuto di suo padre
Ernesto che, accorgendosi subito della situazione, riesce a tirar fuori suo figlio
dagli ingranaggi della trasmissione, portandolo in salvo.
Michele: (urla disperate) il laccio della felpaaa!!
Ernesto: (gridando) Calmati, arrivo ioo!
Michele: (urla disperate) aiutoo!
Ernesto: (Inizia a tirare Michele dai piedi) ci sonoooo, forza!!! (gridando dal
dolore) Michele: madooo, chiama un'ambulanza!
Ernesto: subito, menomale che c’ero io! (esclamazione)
Michele:mi sono visto la morte in faccia! (esclamazione)
(Cambio ambientazione campagna → studio medico)
Dopo la sua ultima visita medica, a Michele viene concesso il ritorno a praticare
il proprio lavoro. (entra in scena il dott.Fanti)
Michele:Buonasera dottore.
Dott.Fanti: Buonasera Michele, come andiamo?
Michele: Ora sto bene dottore.
Dott.Fanti:Sono estremamente felice di questo!(esclamazione)
Michele: La ringrazio infinitamente, mi sembra un miracolo!
Dott.Fanti: Non deve ringraziarmi, è il mio lavoro. Quando ti sentirai pronto
mentalmente a ritornare a praticare il tuo lavoro, potrai farlo!
Michele: Certo dottore! La ringrazio ancora, arrivederci.
Dott.Fanti: Arrivederci, e buona serata!
IL TRITATUTTO
Un alunno legge il titolo “IL TRITRATUTTO POTEVA ESSERE FATALE. SALVO
OPERAIO” e due alunni interpretano la scena
Luca è al lavoro e ha deciso di rendere la fabbrica in cui lavora splendente,
così prende la scala più alta che trova e l’avvicina a un macchinario destinato
alla tritatura di qualsiasi cosa.
Luca presta molta attenzione in questo procedimento.
Sale sulla scala con cautela e si sporge verso il di dentro del macchinario per
pulire meglio, cercando di arrivare con la spugna più giù possibile. Dopo un
brusco movimento la scala si sposta.
Luca urla per lo spavento.
Le sue mani sono aggrappate al macchinario e i suoi piedi sono sospesi
nel vuoto.
Le sue braccia stanno cedendo.
LUCA: <Aiuto!>urla
OPERAIO: <Resisti>esclama una voce in lontananza.
Le sue braccia non reggono.
LUCA :<Oddio aiuto, il macchinario si è acceso>urla.
Le lame incominciano a girare cercando qualcosa da tritare.
Luca urla e nel mentre le lame riescono a raggiungere la sua
gamba destra.
Le lame si spengono.
I suoi colleghi lo tirano fuori.
LUCA: <grazie>
IL POLLICE
Un alunno legge il titolo “INCIDENTE AL PASTIFICIO. FERITO OPERAIO CHE
PERDE DITA DELLA MANO” e sei alunni interpretano la scena
Un operaio di 64 anni (Giovanni) presso il punto di produzione di pasta di un
pastificio svolge, come di routine, il suo lavoro di controllo del taglio della pasta
effettuato da un macchinario. Entrano in scena anche due suoi colleghi
(Francesco,19 anni, e Mauro, 35 anni)
GIOVANNI: (Si rivolge al pubblico) Ciao! Benvenuti nel reparto di taglio e
confezionamento della pasta del pastificio dove lavoro. Seguitemi in questo
viaggio per scoprire di cosa mi occupo. Oh Francè, Mauro tutt’appost?
FRANCESCO: Ciao Giovaa! Tutto bene e a te?
MAURO: Giovanni carissimo. I figli tutto bene? Hai bisogno di una mano?
GIOVANNI: Nono, grazie. Andate pure.
Giovanni, nell’atto di svolgimento della sua normale attività, si accorge che il
nastro trasportatore della pasta si è inceppato.
GIOVANNI: (Si rivolge al pubblico) Sapete, il mio lavoro sembra così scontato,
ma in realtà è molto importante! Provate voi a rimanere sempre vigili a
controllare che tutto vada per il verso giusto.
Poco dopo…
GIOVANNI: Oh no, il nastro trasportatore si è inceppato! Sarà meglio
sistemarlo prima che arrivino gli altri…
Giovanni cerca di far ripartire il nastro trasportatore riuscendoci, ma non si
accorge di essersi avvicinato al macchinario adibito al taglio e rischia di essere
tagliato da quest’ultimo. Per fortuna ritorna Francesco, che si accorge del
pericolo imminente, che lo mette in salvo.
GIOVANNI: Fiuu ce l’ho fatta! Il nastro è ripartito, per fortuna… Oddio ma
quella è la lama… Aiuto (gridando), aiuutooo.
FRANCESCO: (Appena rientrato nel reparto) Giovaa arrivoooo! Afferra la mia
mano, ora
I due cadono a terra…
FRANCESCO: Ci è mancato poco… Giova tutto bene? Oddio ma ti sei tagliato le
dita della mano!
GIOVANNI: Non importa, sono contento di essere ancora vivo. Grazie mille
amico mio, grazie di avermi salvato… ti voglio bene.
FRANCESCO: Figurati, ti voglio bene anch’io!
Giovanni si reca in ospedale per farsi medicare da un infermiere in modo
efficiente il taglio che si è procurato sul posto di lavoro.
INFERMIERE: Buongiorno, come si è procurato il taglio?
GIOVANNI: Buongiorno, ero sul posto di lavoro e per far ripartire un nastro
trasportatore bloccato non mi sono accorto di essermi avvicinato alla lama del
macchinario.
INFERMIERE: Ho capito, denunci l’accaduto all’INAIL entro le 24 ore
dall’accaduto per ottenere il premio assicurativo che le spetta per ciò che le è
capitato… nel frattempo ecco qui, la fasciatura è terminata.
GIOVANNI: Certo grazie mille, buona giornata!
INFERMIERE: A lei!
Giovanni ha ormai raggiunto l’età della pensione e un giorno racconta ai suoi
due nipoti (Angela, 10 anni, e Dario, 12 anni) ciò che accadde il giorno
dell’infortunio sul posto di lavoro dando loro anche un insegnamento.
ANGELA: Dai nonno raccontaci cosa ti è successo alla mano.
DARIO: Sii daii
GIOVANNI: Va bene nipotini miei… un giorno mentre lavoravo un nastro
trasportatore di pasta da tagliare si inceppò e io lo feci ripartire, ma nel fare
tale manovra non mi accorsi di essermi avvicinato alla lama del macchinario;
fortunatamente un mio collega, Francesco, vide l’accaduto e mi salvò la vita
tirandomi via da lassù… mi salvò la vita.
Ho ancora oggi gli incubi su quel brutto episodio; e tutto questo solo perché
non spensi il macchinario, per non interrompere la catena produttiva, prima di
effettuare quella manovra pericolosa. Ecco cari miei vi do con questa storia un
insegnamento: LA SICUREZZA SUL LAVORO PRIMA DI TUTTO IL RESTO
(GUADAGNO O ALTRO…)
I DUE NIPOTI: Va bene nonno, ti promettiamo di fare sempre attenzione.
LA GRU
Un alunno legge il titolo “LA GRU. OPERAIO MUORE SCIACCIATO ” e tre alunni
interpretano la scena.
Giornata normale per il quarantenne Simone, sveglia alle 6, colazione con la
moglie Giorgia, il solito caffè poi a lavoro
SIMONE: Oggi finalmente è sabato. Domani finalmente ci riposiamo, possiamo
portare i bambini al parco.
Ora vado! Ciao
GIORGIA (mentre fa le faccende di casa risponde): Certo, tu non tornare tardi
e non stancarti!
Simone arriva a lavoro, timbra il cartellino. Appena arrivato saluta i colleghi
Sale sulla gru su cui ogni giorno lavora
I COLLEGHI: Siamo pronti per un’altra giornata da urlo? Ci sono carichi pesanti
da caricare sui camion!
Così la giornata inizia e Simone lavora con il sorriso.
A fine giornata si sente un boato che fa tremare il suolo
Simone non capisce cosa sia successo…
LA BOTTIGLIA
Un alunno legge il titolo “INCIDENTE AL BAR DEL CENTRO. LO SCOPPIO DI
UNA BOTTIGLIA POTEVA ESSERE FATALE" e sei alunni interpretano la scena.
Alessandro è un ragazzo diciassettenne ha deciso di andare a lavorare a
Giugno dopo la fine della scuola in un bar insieme con Dario, un suo compagno
di classe.
È mattina ore 08:00. Alessandro esce di casa, prende la sua motocicletta e va
a fare benzina prima di recarsi a lavoro. Alla stazione di servizio incontra
SIMONE, un amico ventenne.
ALESSANDRO: Ciao Simo come va?
SIMONE: Bene Ale, dove stai andando?
ALESSANDRO: A lavoro Simo.
SIMONE: Ma chi te lo fa fare a quest’età, pensa a divertirti; stai attento a
lavoro però, perché potrebbe succedere qualsiasi cosa se non stai attento con
gli strumenti da lavoro.
ALESSANDRO: Tranquillo, tranquillo. Ci vediamo
Alessandro arriva al bar con la sua moto e saluta tutti
ALESSANDRO: (con gioia) Buongiorno ragazzi!
GIORGIA: Ciao Alessandro vuoi un caffè?
ALESSANDRO: si Giorgia grazie. Ma Dario dov’è?
GIORGIA: Dario ha il turno di sera oggi
ALESSANDRO: mh va bene.
Dario arriva alle 16 e inizia il suo turno di lavoro.
Arrivano le 22 e come ogni giorno uno dei ragazzi deve rimpiazzare il frigo
delle bevande che sono state consumate durante il giorno. Dario si propone e
dice ad Alessandro
DARIO: vado io a fare il carico… (sottovoce) coprimi così mi bevo un the in
magazzino.
ALESSANDRO: va bene Da’, la prossima volta mi copri tu.
Dario prende la cassa nella quale inserire le bevande e va in magazzino. Finito
di caricare le bevande ritorna e inizia a caricare il frigo.
DARIO: bello fresco il the, ci voleva proprio
ALESSANDRO: Da’ veloce così andiamo via presto oggi.
DARIO: faccio presto e ti aiuto.
Alessandro sta sistemando e ordinando il bancone con Giorgia quando ad un
certo punto sente lo scoppio di bottiglia.
DARIO: (in maniera concitata) Alessandroooo, Alessa’ aiutami è scoppiata la
bottiglia della coca cola
ALESSANDRO: Mado’ Dario! Tieni, prendi questo fazzoletto e tampona
GIORGIA: vado a chiamare subito Antonio (il titolare)
Arriva Antonio
ANTONIO: ragazzi cosa è successo?
DARIO: aiutami Anto’ ho paura che abbia preso l’occhio.
ANTONIO: Alessandro chiama subito il fratello di Dario e fallo venire qui
urgentemente.
ALESSANDRO: ok Anto faccio presto.
Alessandro chiama il fratello di Dario che tempestivamente arriva al bar e
accompagna suo fratello al pronto soccorso. Dario viene fatto accomodare sulla
sedia e arriva il dottore.
DOTTORE: ciao Dario che è successo?
DARIO: dottore è scoppiata una bottiglia di vetro e un pezzettino di vetro è
arrivato quasi vicino all’occhio. Mi sono tagliato. Esce tanto sangue…
DOTTORE: Stai tranquillo andrà tutto bene.
Il dottore chiude la ferita con 6 punti in prossimità della tempia. Dario saluta il
dottore e torna a casa con il fratello
Qualche giorno dopo Alessandro incontra nuovamente Simone per strada.
ALESSANDRO: Ciao Simo’ non sai cosa è successo. Ti devo raccontare tutto.
Qualche giorno fa Dario si è fatto male ed ora ha 6 punti vicino all’occhio.
SIMONE: io te lo avevo detto; a quest’età è giusto lavorare ma con le giuste
precauzioni senza prendere le cose troppo alla leggera. Non state a giocare.
ALESSANDRO: hai ragione, credo che la causa sia stata il fatto che il
magazzino abbia una temperatura molto alta ed una volta aver fatto uscire le
bevande da lì, ci sarà stato uno sbalzo termico che ha provocato lo scoppio.
Nessuno di noi due ci aveva pensato a questa cosa.
SIMONE: l’importante è che ora Dario stia bene. Aprite gli occhi!!
IL CAMION
Un alunno legge il titolo “DISPOSITIVI E NORME SULLA SICUREZZA.
CAMIONISTA INFORTUNATO” e due alunni interpretano la scena
Gaetano, uomo di 40 anni guida il camion, guarda l'orario:
GAETANO: Mado sono già le 11 e mezza, chidd alle 12 acchiudn, sto ancora a
Margherita, boh s c la fazz ad arriva a Fogg entr mezzadì. "
Gaetano, arriva in tempo a Foggia
GAETANO: "Menomale che sono riuscito in tempo ad arrivare a Foggia, mo
devo fare veloce a scaricare, che sennò questi chiudono, e stasera poi non
riesco a rientrare a casa. Ora non m mett ne casc e ne nud, tand c ava scced."
Gaetano risale sul camion per prendere la bolla di trasporto:
GAETANO: "mo li do la bolla a questi e m n voc, ahhh la gamb
Gaetano avverte dolori alla gamba, sale e perde l'equilibrio
GAETANO: mado mado (rumori della caduta).
Gaetano è caduto di fondoschiena a terra
GAETANO: " ahhhh, mado c m fasc mal (fare vedere che non riesce a respirare
per qualche secondo)".
Dopo una quindicina di minuti:
GAETANO" beh però m send n pic meghij, fammn sci da do".
Gaetano torna a casa e spiega ciò che è successo alla famiglia (dire l'accaduto)
Qualche mese dopo, (indumenti estivi), Gaetano va a fare una radiografia per
dolori alla schiena. Rivolgendosi alla moglie
GAETANO: "boh c alt ie stu fatt".
Dopo la radiografia si scopre che ha un'ernia, e che è la conseguenza per
l'infortunio che ebbe qualche mese prima:
GAETANO:"ecc io mu sndai ca stai cocc e cos".
Si spengono le luci
Si riaccendono e sul palco ci sono gli alunni seduti ai loro banchi, chiudono tutti
contemporaneamente il quotidiano.

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La prevenzione nel quotidiano

  • 1.
  • 2. Ore 8:00, suona la campanella. Gli alunni della 4 B entrano in classe, qualcuno un po' assonnato, qualcuno ascoltando la musica con gli auricolari, altri guardando il cellulare. Prendono posto. Il professore di italiano è già seduto al suo posto e inizia a fare l’appello PROFESSORE: Bevo c’è, Cirone c’è, Cavito…Cavito non c’è…siamo alle solite…la puntualità ragazzi!! CAVITO (arriva in ritardo con il fiatone): presente prof. presente… Terminato l’appello il professore distribuisce ad ognuno un quotidiano PROFESSORE: oggi ragazzi faremo un’attività diversa dal solito. Leggeremo gli articoli del quotidiano…Vi invito a sfogliarlo… CAVITO: Prof. prof. c’è un articolo che prende tutta la prima pagine dice: Un infortunio ogni 3 giorni. Posso leggere? GIACOLELLA: prof. pure io voglio leggere! VASARANO: oh sempre lui si prenota… PROFESSORE: Facciamo così, visto che tutti volete leggere, ognuno di voi trova un articolo che tratta dell’infortunio sul posto di lavoro…così facciamo italiano ed educazione civica insieme. Il tema della sicurezza sul posto di lavoro è un tema attualissimo e voi che vi affaccerete al mondo del lavoro dovete prendere coscienza di questo problema sociale… I ragazzi si immergono nella lettura del quotidiano e uno alla volta leggono l’articolo… Si spengono le luci sul palcoscenico. Si accende una luce che illumina l’alunno che incomincia a leggere l’articolo. Contemporaneamente si illumina un ‘altra parte del palcoscenico dove inizia a svolgersi la scena delle varie storie… Gli alunni a seconda dei personaggi che fanno parte delle varie scene si alzano e occupano il palcoscenico, mentre un alunno seduto al proprio posto legge il titolo dell’articolo. IL MIRACOLO Un alunno legge il titolo “IL TRINCIAERBA CHE FA MALE. SALVO PER MIRACOLO UN VENTENNE” e due alunni interpretano la scena. Il ventenne Carlo si sveglia, un letto, una sedia con delle robe di lavoro Carlo: oggi è uno dei giorni più belli, userò il trinciaerba, uno dei miei attrezzi preferiti! Mamma: Caaaaa, guarda che oggi fa freddo mettiti un giubbino più pesante se no ti raffreddi!
  • 3. Carlo: madooo ma a te sempre freddo fa… va bene dai metto quello col cappuccio anche se non l’ho mai per questo tipo di lavoro. Carlo si trova sul posto di lavoro, c’è un paesaggio con in primo piano un albero d’ulivo. Rumori del trattore in movimento. Carlo: finalmente ho quasi terminato. Il cappuccio s’impiglia al ramo dell’Ulivo. Carlo urla e rimane appeso all’albero, rumore del trattore che continua a camminare e dell’attrezzo che continua a macinare. Carlo cade, rumore. Si trova steso a terra con davanti a sé il mezzo. IL CASCO Un alunno legge il titolo “IL CASCO DIMENTICATO. ILLESO GIOVANE AGRICOLTORE” e due alunni interpretano la scena. Andrea, 22 anni, si sveglia per andare a lavoro con il padre, va nel suo garage ma non trova il casco e decide di andare via senza non cercarlo. Andrea: Dai forza Pà, andiamo a lavorare… Non trovo il casco, vabbè dai non lo metto per oggi Padre: Mettiti il casco che se succede qualcosa, per la maggior parte sei protetto. Andrea: Ma cosa pa, non è mai successo niente fino ad ora, secondo te proprio oggi deve succedere qualcosa? Padre: Vabbè, devi fare sempre di testa tua Andrea e il padre arrivano sul posto di lavoro e completano due lavori diversi Andrea: Pa’, al posto del casco ho messo il cappuccio così almeno sono un minimo protetto. Padre: Va bene, ma fai attenzione mi raccomando mi raccomando miraccomando Andrea: Ok io vado a finire il lavoro col trattore, tu vai dall’altra parte, che stanno le piantagioni da coltivare. Padre: Ok va bene va bene Il padre si allontana e mentre Andrea è sul trattore. Andrea: Papà, Papà, aiuto! Il padre ovviamente non stando vicino non lo sente. Andrea: Papà, Papà, vieni a salvarmi
  • 4. Il padre in lontananza inizia a sentire delle urla e va nella zona del figlio Andrea: Papà, Papà, aiutami, il mio cappuccio si è impigliato in mezzo ai rami e non riesco più a fermare il trattore che continua a camminare da solo! Il padre spaventatissimo si assicura prima che il figlio stia bene e poi si dirige verso il trattore per sistemarlo Padre: Andrea, te l’avevo detto che dovevi metterti il casco, non sai mai cosa possa succedere! Non farlo mai più! Poteva finire molto ma molto peggio, il trattore poteva metterti sotto ti rendi conto? Andrea: Si… scusami pa’ Padre: No Andrea, non devi chiedermi scusa, devi capire quello che stai per fare. In fin dei conti non ci vado di mezzo io, ma tu stesso. Andrea e il padre tornano a casa molto spaventati. IL FORNO Un alunno legge il titolo “OPERAIO CADUTO DALLA SCALA. GRAVI LE SUE CONDIZIONI” e quattro alunni interpretano la scena. Incidente sul posto di lavoro di un operaio di manutenzione di nome Enrico Esposito, circa 40 anni. È giorno, Enrico si sta dirigendo presso il luogo in cui svolgerà il suo lavoro di manutenzione presso una pizzeria a Milano per visionare lo stato di un forno. Incontra il proprietario della pizzeria, suo coetaneo. ENRICO: “Buongiorno, salve!” PROPRIETARIO: Salve signor Enrico, sono lieto di ospitarvi nella mia pizzeria!” ENRICO: “Oh è un piacere anche per me!” PROPRIETARIO: “Prego si accomodi, può poggiare la sua roba qui davanti” ENRICO:”Grazie” PROPRIETARIO: “Mi segua, le mostro il forno” --- PROPRIETARIO:“Ecco qui, è proprio questo!” ENRICO: “Perfetto. Mi potrebbe prendere una scala?” -il forno si trova leggermente in alto- PROPRIETARIO: “Certo, gliela porto subito” Il proprietario gli porta la scala nel frattempo Enrico è andato a recuperare gli attrezzi lasciati all’ingresso.
  • 5. Il proprietario torna con la scala e la posiziona sotto il forno, non accorgendosi che l’ha posizionata in dislivello. ENRICO: “Grazie” Enrico sale sulla scala, apre il forno e lo inizia a smontare ENRICO: “È molto pesante questo forno, sarà difficile estrarlo..” PROPRIETARIO:” Se vuole posso darle una mano” ENRICO: “No non si preoccupi, tranquillo, posso farcela da solo” --- !!!COLPO DI SCENA- CADE IL FORNO SU Enrico, LA SCALA SI È SPOSTATA -!!! PROPRIETARIO: “NOOO, Enrico mi sente?? Enrico!!! - disperato chiama il 118 “Pronto sono il proprietario della pizzeria qui in centro a Milano, ho bisogno di aiuto un operaio si è fatto male e non è cosciente!” 118: “Arriviamo subito” IN OSPEDALE c’è il dottore cinquantenne DOTTORE: “Salve, lei è il proprietario della pizzeria?” PROPRIETARIO: "Sì, sono io, mi dica!” - preoccupato e disperato- DOTTORE: “Il signor Enrico è in coma…gli abbiamo rilevato dei danni cerebrali alla testa, non sappiamo per certo come si risveglierà.” Il proprietario è assolto da un grande senso di colpa e disperazione. IL LACCIO Un alunno legge il titolo “SICUREZZA SUL POSTO DI LAVORO. ANCORA POCA ATTENZIONE AI DISPOSITIVI DI SICUREZZA” e tre alunni interpretano la scena Luce rossastra dell’alba. Michele, un agricoltore quarantenne, e suo padre Ernesto, anch’egli agricoltore e uomo di sessant’anni, alle sei del mattino si trovano in campagna per riempire una botte d’acqua per fare un diserbo. (Al centro della scena sono presenti Ernesto e Michele, una botte, un trattore, un trullo proiettato sullo sfondo e un pozzo nel bel mezzo di una campagna.) Michele: pa’ (rivolgendosi al padre), sta pieno il pozzo? (parlando con un accento pugliese) Ernesto: (con tono di voce alto, perché i due sono un pò distanti) Si Miché, dobbiamo riempire la botte. Michele: Eh sisi, inizio ad avvicinare la botte.(si dirige verso il trattore, cui è collegata la botte)
  • 6. Ernesto: (guardando l’orologio da polso) va bene, dai veloce che altrimenti si fa tardi. Michele: (esclama, mentre accende il trattore) Chiu, sono già le 6:15, come passa il tempo! Michele sposta la botte vicino al pozzo. I due si muniscono degli arnesi necessari per poter riempire la botte d’acqua. Ernesto: ok Miché, basta così, sta abbastanza vicina. (la botte al pozzo) Michele: va bene! Ernesto: ora prendo il tubo Michele: si, vedi che sta dentro il trullo Ernesto: (di corsa, sempre con tono di voce alto) si tieni Michele: (collega il tubo alla botte per riempirla) okay ci sono. Ernesto: (incitando Michele ad azionare il sistema del trattore) vai! Michele, si avvicina senza protezione (tuta da lavoro priva di lacci) alla trasmissione del proprio trattore, tra l'altro priva dell'apposita copertura [Si rende conto di essere senza protezione,(come suo padre d’altronde) e di aver dimenticato di applicare la copertura alla trasmissione del trattore]. Dopo aver controllato che tutto fosse al proprio posto, Michele aziona la leva del mezzo per iniziare ad aspirare acqua dal pozzo. A un certo punto, il laccio della sua felpa si impiglia nel sistema del mezzo agricolo ed egli viene attirato. Michele: (Esclamazione, tono di voce alto) Mado pà, ci siamo dimenticati di mettere la copertura alla trasmissione, ed inoltre io sono senza protezione, come te! Ernesto: (altrimenti si fa tardi) mannaggia, non possiamo tornare in paese. Michele: vabbè per un giorno non fa niente. Ernesto: eh sì, vai riempi! Michele: Okay. Michele (tra sé e sé parlando in dialetto pugliese): mannagh, tutto oggi oh! Ernesto: (chiedendo a Michele perché non abbia ancora azionato la leva) oh beh? Michele: (sussurrando mentre controlla il tutto) va bene… qua va bene. (tono di voce alto) Aspe pà, sto controllando qua le cose Ernesto: (esclamazione) va bene, me veloce! Michele: (sussurrando) Apposto…. (azionando la leva) Beh pà vado Ernesto: Vai!
  • 7. Qualche secondo di pausa Michele: (urla) Mado pà il lacciooooo!! Ernesto: (Incomprensione;urla) che laccio ohh! Michele si infortuna gravemente e riesce a salvarsi con l’aiuto di suo padre Ernesto che, accorgendosi subito della situazione, riesce a tirar fuori suo figlio dagli ingranaggi della trasmissione, portandolo in salvo. Michele: (urla disperate) il laccio della felpaaa!! Ernesto: (gridando) Calmati, arrivo ioo! Michele: (urla disperate) aiutoo! Ernesto: (Inizia a tirare Michele dai piedi) ci sonoooo, forza!!! (gridando dal dolore) Michele: madooo, chiama un'ambulanza! Ernesto: subito, menomale che c’ero io! (esclamazione) Michele:mi sono visto la morte in faccia! (esclamazione) (Cambio ambientazione campagna → studio medico) Dopo la sua ultima visita medica, a Michele viene concesso il ritorno a praticare il proprio lavoro. (entra in scena il dott.Fanti) Michele:Buonasera dottore. Dott.Fanti: Buonasera Michele, come andiamo? Michele: Ora sto bene dottore. Dott.Fanti:Sono estremamente felice di questo!(esclamazione) Michele: La ringrazio infinitamente, mi sembra un miracolo! Dott.Fanti: Non deve ringraziarmi, è il mio lavoro. Quando ti sentirai pronto mentalmente a ritornare a praticare il tuo lavoro, potrai farlo! Michele: Certo dottore! La ringrazio ancora, arrivederci. Dott.Fanti: Arrivederci, e buona serata! IL TRITATUTTO Un alunno legge il titolo “IL TRITRATUTTO POTEVA ESSERE FATALE. SALVO OPERAIO” e due alunni interpretano la scena Luca è al lavoro e ha deciso di rendere la fabbrica in cui lavora splendente, così prende la scala più alta che trova e l’avvicina a un macchinario destinato alla tritatura di qualsiasi cosa. Luca presta molta attenzione in questo procedimento.
  • 8. Sale sulla scala con cautela e si sporge verso il di dentro del macchinario per pulire meglio, cercando di arrivare con la spugna più giù possibile. Dopo un brusco movimento la scala si sposta. Luca urla per lo spavento. Le sue mani sono aggrappate al macchinario e i suoi piedi sono sospesi nel vuoto. Le sue braccia stanno cedendo. LUCA: <Aiuto!>urla OPERAIO: <Resisti>esclama una voce in lontananza. Le sue braccia non reggono. LUCA :<Oddio aiuto, il macchinario si è acceso>urla. Le lame incominciano a girare cercando qualcosa da tritare. Luca urla e nel mentre le lame riescono a raggiungere la sua gamba destra. Le lame si spengono. I suoi colleghi lo tirano fuori. LUCA: <grazie> IL POLLICE Un alunno legge il titolo “INCIDENTE AL PASTIFICIO. FERITO OPERAIO CHE PERDE DITA DELLA MANO” e sei alunni interpretano la scena Un operaio di 64 anni (Giovanni) presso il punto di produzione di pasta di un pastificio svolge, come di routine, il suo lavoro di controllo del taglio della pasta effettuato da un macchinario. Entrano in scena anche due suoi colleghi (Francesco,19 anni, e Mauro, 35 anni) GIOVANNI: (Si rivolge al pubblico) Ciao! Benvenuti nel reparto di taglio e confezionamento della pasta del pastificio dove lavoro. Seguitemi in questo viaggio per scoprire di cosa mi occupo. Oh Francè, Mauro tutt’appost? FRANCESCO: Ciao Giovaa! Tutto bene e a te? MAURO: Giovanni carissimo. I figli tutto bene? Hai bisogno di una mano? GIOVANNI: Nono, grazie. Andate pure. Giovanni, nell’atto di svolgimento della sua normale attività, si accorge che il nastro trasportatore della pasta si è inceppato. GIOVANNI: (Si rivolge al pubblico) Sapete, il mio lavoro sembra così scontato, ma in realtà è molto importante! Provate voi a rimanere sempre vigili a controllare che tutto vada per il verso giusto.
  • 9. Poco dopo… GIOVANNI: Oh no, il nastro trasportatore si è inceppato! Sarà meglio sistemarlo prima che arrivino gli altri… Giovanni cerca di far ripartire il nastro trasportatore riuscendoci, ma non si accorge di essersi avvicinato al macchinario adibito al taglio e rischia di essere tagliato da quest’ultimo. Per fortuna ritorna Francesco, che si accorge del pericolo imminente, che lo mette in salvo. GIOVANNI: Fiuu ce l’ho fatta! Il nastro è ripartito, per fortuna… Oddio ma quella è la lama… Aiuto (gridando), aiuutooo. FRANCESCO: (Appena rientrato nel reparto) Giovaa arrivoooo! Afferra la mia mano, ora I due cadono a terra… FRANCESCO: Ci è mancato poco… Giova tutto bene? Oddio ma ti sei tagliato le dita della mano! GIOVANNI: Non importa, sono contento di essere ancora vivo. Grazie mille amico mio, grazie di avermi salvato… ti voglio bene. FRANCESCO: Figurati, ti voglio bene anch’io! Giovanni si reca in ospedale per farsi medicare da un infermiere in modo efficiente il taglio che si è procurato sul posto di lavoro. INFERMIERE: Buongiorno, come si è procurato il taglio? GIOVANNI: Buongiorno, ero sul posto di lavoro e per far ripartire un nastro trasportatore bloccato non mi sono accorto di essermi avvicinato alla lama del macchinario. INFERMIERE: Ho capito, denunci l’accaduto all’INAIL entro le 24 ore dall’accaduto per ottenere il premio assicurativo che le spetta per ciò che le è capitato… nel frattempo ecco qui, la fasciatura è terminata. GIOVANNI: Certo grazie mille, buona giornata! INFERMIERE: A lei! Giovanni ha ormai raggiunto l’età della pensione e un giorno racconta ai suoi due nipoti (Angela, 10 anni, e Dario, 12 anni) ciò che accadde il giorno dell’infortunio sul posto di lavoro dando loro anche un insegnamento. ANGELA: Dai nonno raccontaci cosa ti è successo alla mano. DARIO: Sii daii GIOVANNI: Va bene nipotini miei… un giorno mentre lavoravo un nastro trasportatore di pasta da tagliare si inceppò e io lo feci ripartire, ma nel fare tale manovra non mi accorsi di essermi avvicinato alla lama del macchinario; fortunatamente un mio collega, Francesco, vide l’accaduto e mi salvò la vita tirandomi via da lassù… mi salvò la vita.
  • 10. Ho ancora oggi gli incubi su quel brutto episodio; e tutto questo solo perché non spensi il macchinario, per non interrompere la catena produttiva, prima di effettuare quella manovra pericolosa. Ecco cari miei vi do con questa storia un insegnamento: LA SICUREZZA SUL LAVORO PRIMA DI TUTTO IL RESTO (GUADAGNO O ALTRO…) I DUE NIPOTI: Va bene nonno, ti promettiamo di fare sempre attenzione. LA GRU Un alunno legge il titolo “LA GRU. OPERAIO MUORE SCIACCIATO ” e tre alunni interpretano la scena. Giornata normale per il quarantenne Simone, sveglia alle 6, colazione con la moglie Giorgia, il solito caffè poi a lavoro SIMONE: Oggi finalmente è sabato. Domani finalmente ci riposiamo, possiamo portare i bambini al parco. Ora vado! Ciao GIORGIA (mentre fa le faccende di casa risponde): Certo, tu non tornare tardi e non stancarti! Simone arriva a lavoro, timbra il cartellino. Appena arrivato saluta i colleghi Sale sulla gru su cui ogni giorno lavora I COLLEGHI: Siamo pronti per un’altra giornata da urlo? Ci sono carichi pesanti da caricare sui camion! Così la giornata inizia e Simone lavora con il sorriso. A fine giornata si sente un boato che fa tremare il suolo Simone non capisce cosa sia successo… LA BOTTIGLIA Un alunno legge il titolo “INCIDENTE AL BAR DEL CENTRO. LO SCOPPIO DI UNA BOTTIGLIA POTEVA ESSERE FATALE" e sei alunni interpretano la scena. Alessandro è un ragazzo diciassettenne ha deciso di andare a lavorare a Giugno dopo la fine della scuola in un bar insieme con Dario, un suo compagno di classe. È mattina ore 08:00. Alessandro esce di casa, prende la sua motocicletta e va a fare benzina prima di recarsi a lavoro. Alla stazione di servizio incontra SIMONE, un amico ventenne. ALESSANDRO: Ciao Simo come va?
  • 11. SIMONE: Bene Ale, dove stai andando? ALESSANDRO: A lavoro Simo. SIMONE: Ma chi te lo fa fare a quest’età, pensa a divertirti; stai attento a lavoro però, perché potrebbe succedere qualsiasi cosa se non stai attento con gli strumenti da lavoro. ALESSANDRO: Tranquillo, tranquillo. Ci vediamo Alessandro arriva al bar con la sua moto e saluta tutti ALESSANDRO: (con gioia) Buongiorno ragazzi! GIORGIA: Ciao Alessandro vuoi un caffè? ALESSANDRO: si Giorgia grazie. Ma Dario dov’è? GIORGIA: Dario ha il turno di sera oggi ALESSANDRO: mh va bene. Dario arriva alle 16 e inizia il suo turno di lavoro. Arrivano le 22 e come ogni giorno uno dei ragazzi deve rimpiazzare il frigo delle bevande che sono state consumate durante il giorno. Dario si propone e dice ad Alessandro DARIO: vado io a fare il carico… (sottovoce) coprimi così mi bevo un the in magazzino. ALESSANDRO: va bene Da’, la prossima volta mi copri tu. Dario prende la cassa nella quale inserire le bevande e va in magazzino. Finito di caricare le bevande ritorna e inizia a caricare il frigo. DARIO: bello fresco il the, ci voleva proprio ALESSANDRO: Da’ veloce così andiamo via presto oggi. DARIO: faccio presto e ti aiuto. Alessandro sta sistemando e ordinando il bancone con Giorgia quando ad un certo punto sente lo scoppio di bottiglia. DARIO: (in maniera concitata) Alessandroooo, Alessa’ aiutami è scoppiata la bottiglia della coca cola ALESSANDRO: Mado’ Dario! Tieni, prendi questo fazzoletto e tampona GIORGIA: vado a chiamare subito Antonio (il titolare) Arriva Antonio ANTONIO: ragazzi cosa è successo? DARIO: aiutami Anto’ ho paura che abbia preso l’occhio.
  • 12. ANTONIO: Alessandro chiama subito il fratello di Dario e fallo venire qui urgentemente. ALESSANDRO: ok Anto faccio presto. Alessandro chiama il fratello di Dario che tempestivamente arriva al bar e accompagna suo fratello al pronto soccorso. Dario viene fatto accomodare sulla sedia e arriva il dottore. DOTTORE: ciao Dario che è successo? DARIO: dottore è scoppiata una bottiglia di vetro e un pezzettino di vetro è arrivato quasi vicino all’occhio. Mi sono tagliato. Esce tanto sangue… DOTTORE: Stai tranquillo andrà tutto bene. Il dottore chiude la ferita con 6 punti in prossimità della tempia. Dario saluta il dottore e torna a casa con il fratello Qualche giorno dopo Alessandro incontra nuovamente Simone per strada. ALESSANDRO: Ciao Simo’ non sai cosa è successo. Ti devo raccontare tutto. Qualche giorno fa Dario si è fatto male ed ora ha 6 punti vicino all’occhio. SIMONE: io te lo avevo detto; a quest’età è giusto lavorare ma con le giuste precauzioni senza prendere le cose troppo alla leggera. Non state a giocare. ALESSANDRO: hai ragione, credo che la causa sia stata il fatto che il magazzino abbia una temperatura molto alta ed una volta aver fatto uscire le bevande da lì, ci sarà stato uno sbalzo termico che ha provocato lo scoppio. Nessuno di noi due ci aveva pensato a questa cosa. SIMONE: l’importante è che ora Dario stia bene. Aprite gli occhi!! IL CAMION Un alunno legge il titolo “DISPOSITIVI E NORME SULLA SICUREZZA. CAMIONISTA INFORTUNATO” e due alunni interpretano la scena Gaetano, uomo di 40 anni guida il camion, guarda l'orario: GAETANO: Mado sono già le 11 e mezza, chidd alle 12 acchiudn, sto ancora a Margherita, boh s c la fazz ad arriva a Fogg entr mezzadì. " Gaetano, arriva in tempo a Foggia GAETANO: "Menomale che sono riuscito in tempo ad arrivare a Foggia, mo devo fare veloce a scaricare, che sennò questi chiudono, e stasera poi non riesco a rientrare a casa. Ora non m mett ne casc e ne nud, tand c ava scced." Gaetano risale sul camion per prendere la bolla di trasporto: GAETANO: "mo li do la bolla a questi e m n voc, ahhh la gamb
  • 13. Gaetano avverte dolori alla gamba, sale e perde l'equilibrio GAETANO: mado mado (rumori della caduta). Gaetano è caduto di fondoschiena a terra GAETANO: " ahhhh, mado c m fasc mal (fare vedere che non riesce a respirare per qualche secondo)". Dopo una quindicina di minuti: GAETANO" beh però m send n pic meghij, fammn sci da do". Gaetano torna a casa e spiega ciò che è successo alla famiglia (dire l'accaduto) Qualche mese dopo, (indumenti estivi), Gaetano va a fare una radiografia per dolori alla schiena. Rivolgendosi alla moglie GAETANO: "boh c alt ie stu fatt". Dopo la radiografia si scopre che ha un'ernia, e che è la conseguenza per l'infortunio che ebbe qualche mese prima: GAETANO:"ecc io mu sndai ca stai cocc e cos". Si spengono le luci Si riaccendono e sul palco ci sono gli alunni seduti ai loro banchi, chiudono tutti contemporaneamente il quotidiano.