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Jean-Jacques SARTHOU
INSEGNARE
IL RUGBY
in età scolastica
Valutazioneetecnicadibaseconpropostedidatticheediallenamentoinsicurezza
3
CAPITOLO 1
Introduzione								5
Definizioni e sfide legate al rugby							 7
Comprensione del gioco e allenamento sistematico					 14
CAPITOLO 2
Campo, ruoli e schieramento dei giocatori						 21
I diversi approcci								 26
Metodo d’insegnamento 								 29
Supporto storico e prima seduta 							 35
Situazioni, obiettivi, contenuti, indicazioni 						 39
CAPITOLO 3
Comportamenti durante il gioco (quattro livelli) 					 45
Strategie di gioco								 77
Gioco al piede								 81
CAPITOLO 4
Tecnica, tattica, strategia								 85
Esercizi di riferimento								 87
Esercizi di insegnamento classici							 89
CAPITOLO 5
Osservazioni e valutazioni								 115
Riscaldamento 								 129
Gestione dei giocatori 								 131
Svolgimento di una seduta 							 133
Il ritardo nell’uscita dell’edizione italiana ha implicato la conservazione di riferimenti
tecnici variati nei tempi. Criteri didattici e percorsi formativi sono a tutt’oggi validati
per completezza ed efficacia.
INDICE
4 Insegnare il rugby in età scolastica
CAPITOLO 6
Gestione dello sforzo fisico 							 139
Sicurezza										 144
Socializzazione 									 147
Sia maschi che femmine								 149
CAPITOLO 7
Tecnica individuale 								 155
Gestualità di base dell’arbitro							 164
Variabili didattiche 								 166
CAPITOLO 8
Flag rugby e touch rugby								 173
Testi istituzionali									 175
CAPITOLO 9
Glossario del rugby 								 181
CAPITOLO 10
Conclusione										 197
BIBLIOGRAFIA									 199
5
1.1 Introduzione
Convinti della ricchezza educativa ed emotiva del rugby, desideriamo fortemente far sì che tutti gli
insegnanti possano capire a fondo le peculiarità di questo sport, offrendo loro un percorso di inse-
gnamento sul quale basarsi per creare sessioni di allenamento completamente sicure. Nella nostra
riflessione pedagogica abbiamo integrato anche tutti gli esercizi e i fondamentali che potrebbero
essere considerati a rischio, per permettere agli allievi di giocare in tutta sicurezza.
In assenza di un metodo univoco per insegnare il rugby, le proposte didattiche e pedagogiche con-
tenute in quest’opera sono il frutto di un’esperienza più che ventennale di insegnante, educatore,
allenatore, responsabile della formazione e ricercatore.
Queste proposte sono organizzate sulla base di obiettivi professionali volti a:
• rassicurare e aiutare gli insegnanti e i futuri insegnanti desiderosi di intraprendere “l’avventura”
dell’insegnamento del rugby;
• offrire a tutti coloro che già insegnano il rugby un insieme di strumenti didattici che potranno
utilizzare come confronto, per continuare a far progredire il loro personale concetto di insegna-
mento di questo sport.
CAPITOLO 1
21
2.1 Campo, ruoli e schieramento dei giocatori
Il rugby è uno sport giocato all’aperto su un campo in erba, cosa che permette ai giocatori di affron-
tarsi e, soprattutto, di colpirsi in tutta sicurezza. La superficie di gioco riveste quindi un’importanza
particolare nell’insegnamento di questa disciplina.
CAPITOLO 2
45
3.1 Comportamenti durante il gioco (quattro livelli)
In una prospettiva di insegnamento scolastico proponiamo una classificazione e una gerar-
chizzazione dei fondamentali e dei comportamenti da acquisire.
Presentiamo quindi i comportamenti più caratteristici che si verificano durante l’allenamento
e durante il gioco, oltre ai “rimedi” necessari a far apprendere all’allievo i fondamentali tec-
nici e tecnico-tattici del rugby.
Questi fondamentali vengono divisi secondo quattro livelli, per scuole medie e licei:
• livello 1 debuttante;
• livello 2 intermedio;
• livello 3 avanzato;
• livello 4 esperto.
CAPITOLO 3
85
4.1 Tecnica, tattica, strategia
Sono necessarie tutte e tre per una buona formazione di un giocatore:
• la tecnica serve per la gestualità e i fondamentali;
• la tattica fa riferimento alle scelte di gioco durante l’azione e sotto pressione;
• la strategia è individuale o collettiva; è un’idea che viene concepita prima dell’inizio dell’a-
zione.
La prima tappa della formazione di un giocatore di rugby consiste nel comprendere il metodo con
il quale sarà possibile raggiungere l’obiettivo del gioco: avanzare.
Il debuttante assoluto viene subito inserito, quindi, in una logica di strategia individuale: “Ho il
pallone, perciò devo avanzare”, oppure: “Sto difendendo, avanzo per placcare l’avversario e
recuperare palla”. Una volta che lo scopo del gioco viene appreso (cosa che, generalmente, avviene
dopo il superamento di una fase affettiva dell’allenamento), l’allievo dovrà formarsi nei gesti tecnici
di base, che gli permetteranno di giocare a rugby in tutta sicurezza: per lui, per i compagni e per gli
avversari (placcaggi, percussioni, spinte, cadute, passaggi ecc.).
Il debuttante deve necessariamente intraprendere, quindi, un percorso di apprendimento basato
sulla tecnica.
Quando gli allievi possono allenarsi in tutta sicurezza, è l’essenza stessa del rugby a imporre loro di
effettuare scelte durante il gioco.
CAPITOLO 4
115
5.1 Osservazioni e valutazioni
Elenchiamo di seguito una serie di strumenti utili per l’osservazione e la valutazione degli allievi, in
gioco o durante i vari esercizi.
Questi strumenti sono stati pensati per ottenere delle conferme sul livello dei giocatori, ma
soprattutto per ricavare informazioni. Questi strumenti di valutazione permettono:
• all’allievo di sapere come sta lavorando e interpretando il gioco, sia in partita che in
allenamento e lavorare a seconda degli obiettivi prefissati dall’insegnante o dall’allenatore;
• all’insegnante di sapere quali sono gli ostacoli incontrati dall’allievo;
• a una squadra di sapere qual è il suo rendimento in termini di efficacia.
Nel caso dei vari esercizi dell’allenamento, esiste un numero di strumenti di valutazione pari a
quello degli obiettivi. In questo modo, ogni insegnante può (e deve) concepire degli strumenti
di valutazione adatti al livello dei propri allievi e a seconda degli obiettivi che si è prefissato. La
presenza degli strumenti di valutazione è spesso sinonimo di professionalità e, di conseguenza, di
apprendimento e progressi da parte della squadra.
Gli strumenti di valutazione vengono subito messi a disposizione degli allievi. Devono poter essere
consultati in ogni momento, per far sì che i giocatori possano porsi dei nuovi obiettivi, sempre
orientati verso l’apprendimento e le migliori prestazioni.
Proponiamo adesso qualche esempio di valutazione che, come tanti altri, permetta di giudicare o
avere a disposizione:
• i fondamentali: placcare, fissare l’avversario e trasmettere il pallone;
• i livelli di gioco: debuttante – intermedio – avanzato – esperto;
• il contratto didattico, volto a spingere l’allievo a cercare di migliorare sempre;
• i profili individuali dei giocatori;
• un’analisi della partita per lavorare su temi individuali o collettivi.
Seguono griglie di valutazione in ottica scolastica o agonistica.
CAPITOLO 5
139
6.1 Gestione dello sforzo fisico
In uno sport come il rugby lo sforzo fisico è costante e si alterna fra lotte individuali corpo a
corpo, scontri collettivi e corse più o meno lunghe ed esplosive. Se il coinvolgimento fisico totale
garantisce la sicurezza di ciascuno nei vari esercizi di riferimento, non può certo essere perseguito
con continuità per tutta la durata della seduta di allenamento.
Ogni esercizio deve essere concepito basandosi su fattori principali che hanno una ripercussione
sulla gestione dello sforzo:
• obiettivi dell’esercizio (l’intensità non è mai la stessa in un esercizio finalizzato
all’apprendimento o di perfezionamento, in una fase di gioco raggruppata o alla mano, a
ranghi completi o ridotti, in esercizi che integrano le fasi statiche o meno);
• temi di lavoro (maul, ruck, placcaggi, percussioni in esercizi finalizzati al perfezionamento
tecnico richiedono intensità e ripetizioni adeguate alle capacità degli allievi);
• effettivi: numero dei partecipanti - età e stato fisico degli allievi;
• dimensioni del campo;
• quantità di lavoro (numero di ripetizioni);
• intensità richiesta;
• tempo di gioco.
Gli esercizi che, invece, comprendono alcuni fattori secondari, sono comunque essenziali nel
percorso didattico:
• momento della giornata, della settimana, dell’anno;
• condizioni climatiche e del campo;
• livello di motivazione degli allievi;
• affaticamento;
• eterogeneità del gruppo;
• presenza o meno di maschi e femmine in squadra.
CAPITOLO 6
155
7.1 Tecnica individuale
Di seguito elenchiamo un insieme di fondamentali utilizzati dagli allievi a livello debuttante e
intermedio. Possiamo definirli come “indicazioni tecniche fondamentali”.
Va considerato che tutti i principi che l’allievo deve acquisire sono identici a quelli padroneggiati
dai giocatori di alto livello. Tuttavia, non si deve imporre ai debuttanti una riproduzione dei gesti
compiuti dai giocatori esperti. Dobbiamo permettere loro di crearsi il proprio stile, sulla base di
principi tecnici legati all’efficacia motoria e alla sicurezza:
• l’efficacia corrisponde alla realizzazione rapida dell’obiettivo con un dispendio energetico
minimo;
• la sicurezza consiste nel realizzare l’azione senza mettersi fisicamente in pericolo.
Pensiamo che non si debba esitare a valorizzare la nozione di tecnica, a condizione che questo
concetto si basi su dei principi di efficacia e sicurezza e sia messo al servizio della motricità
dell’allievo.
CAPITOLO 7
173
Capitolo 8
8.1 Flag rugby e touch rugby
Il flag rugby e il touch rugby sono due attività che possiamo
sfruttare per l’apprendimento e l’allenamento del rugby. La loro
particolarità è che possono essere praticate in tutta sicurezza,
poiché non prevedono alcuno scontro fisico corpo a corpo. Infatti,
il flag e il touch rugby si praticano senza placcaggi, mischie, touche
o raggruppamenti.
Nel flag rugby, il placcaggio viene sostituito dal furto di uno dei due
pezzi di stoffa fissati alla vita dei giocatori.
Nel touch, il placcaggio è sostituito dal tocco del portatore di palla,
con una o due mani.
In entrambi i casi, le cariche sul portatore di palla sono proibite.
Tutte le altre regole, invece, sono identiche a quelle del rugby.
Per un insegnante di educazione fisica, tutti i problemi che nascono
da flag e touch rugby ruotano attorno a questa domanda:
Possiamo considerare queste due attività equivalenti al rugby,
quando però sappiamo che l’essenza del rugby sta nel contatto fisico corpo a corpo?
La tenuta del giocatore
di flag rugby
CAPITOLO 8
181
9.1 Glossario del rugby
Questo glossario offre una lista di termini propri del mondo del rugby, utilizzati anche per la stesura
di quest’opera. Abbiamo ritenuto importante precisare il loro senso per una migliore comprensione
delle nostre idee.
A
Ala:
Ruolo definito su fasi statiche, che si basa essenzialmente sul farsi carico del gioco allargato, sia in
attacco che in difesa. Le qualità dell’ala sono rapidità nella corsa e vivacità.
Andare in percussione:
Andare volontariamente a contatto con un avversario con l’obiettivo di avanzare o mantenere il
possesso (perché solo il portatore può andare in percussione).
La percussione come gesto difensivo non è permessa, per ragioni di sicurezza.
Esempio: andare in percussione e trasmettere il pallone al’altezza restando in piedi, o andare
in percussione e liberare il pallone a terra.
CAPITOLO 9
197
Conclusione
Imparare uno sport di contatto (e di squadra) porta gli allievi a partecipare a delle situazioni a
rischio, mentre l’insegnante è angosciato dalla possibilità che si possano verificare infortuni.
Abbiamo voluto dimostrare che la sicurezza dei ragazzi dipende esclusivamente dalle competenze
didattiche dell’insegnante: sono necessarie conoscenza dell’evoluzione storica di questo sport e
della sua regolamentazione, padronanza dell’insieme dei fondamentali rugbystici in termini di
efficacia e sicurezza, concezione e gestione delle situazioni di apprendimento.
Attraverso quest’opera abbiamo voluto presentare un percorso di insegnamento del rugby
che possa permettere all’insegnante di educazione fisica di capire i fondamenti di questo sport
(il contatto fisico e il gioco di squadra), gli obiettivi educativi (il rispetto dell’ambiente sociale:
avversari, compagni, regole) e permettere allo stesso tempo di godere appieno del piacere dato
dal gioco e dagli esercizi di apprendimento (le emozioni legate all’affrontare situazioni con un alto
grado di incertezza).
Se da un lato abbiamo presentato un percorso di insegnamento, dall’altro affermiamo che
questo deve costituire soltanto un punto di riferimento didattico supplementare a disposizione
dell’insegnante. Sarebbe un errore affermare che questo libro contiene delle ricette pedagogiche.
Cose simili non esistono. Gli strumenti proposti diventano operativi solo se vengono messi a
confronto con le realtà pedagogiche: le caratteristiche della classe - la motivazione e le paure
dei praticanti - le condizioni materiali e le competenze didattiche dell’insegnante. Un percorso di
insegnamento è sempre personale, ma deve costruirsi a partire da convinzioni e principi.
I principi che abbiamo ritenuto fondamentali per l’insegnamento del rugby in ambito scolastico
sono i seguenti:
• un rugby di coinvolgimento, rispettoso delle proprie origini e della propria evoluzione;
• un apprendimento orientato verso efficacia e sicurezza;
• un insegnamento dell’attività al servizio dell’educazione e della socializzazione dell’allievo.
CAPITOLO 10
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  • 1. Jean-Jacques SARTHOU INSEGNARE IL RUGBY in età scolastica Valutazioneetecnicadibaseconpropostedidatticheediallenamentoinsicurezza
  • 2. 3 CAPITOLO 1 Introduzione 5 Definizioni e sfide legate al rugby 7 Comprensione del gioco e allenamento sistematico 14 CAPITOLO 2 Campo, ruoli e schieramento dei giocatori 21 I diversi approcci 26 Metodo d’insegnamento 29 Supporto storico e prima seduta 35 Situazioni, obiettivi, contenuti, indicazioni 39 CAPITOLO 3 Comportamenti durante il gioco (quattro livelli) 45 Strategie di gioco 77 Gioco al piede 81 CAPITOLO 4 Tecnica, tattica, strategia 85 Esercizi di riferimento 87 Esercizi di insegnamento classici 89 CAPITOLO 5 Osservazioni e valutazioni 115 Riscaldamento 129 Gestione dei giocatori 131 Svolgimento di una seduta 133 Il ritardo nell’uscita dell’edizione italiana ha implicato la conservazione di riferimenti tecnici variati nei tempi. Criteri didattici e percorsi formativi sono a tutt’oggi validati per completezza ed efficacia. INDICE
  • 3. 4 Insegnare il rugby in età scolastica CAPITOLO 6 Gestione dello sforzo fisico 139 Sicurezza 144 Socializzazione 147 Sia maschi che femmine 149 CAPITOLO 7 Tecnica individuale 155 Gestualità di base dell’arbitro 164 Variabili didattiche 166 CAPITOLO 8 Flag rugby e touch rugby 173 Testi istituzionali 175 CAPITOLO 9 Glossario del rugby 181 CAPITOLO 10 Conclusione 197 BIBLIOGRAFIA 199
  • 4. 5 1.1 Introduzione Convinti della ricchezza educativa ed emotiva del rugby, desideriamo fortemente far sì che tutti gli insegnanti possano capire a fondo le peculiarità di questo sport, offrendo loro un percorso di inse- gnamento sul quale basarsi per creare sessioni di allenamento completamente sicure. Nella nostra riflessione pedagogica abbiamo integrato anche tutti gli esercizi e i fondamentali che potrebbero essere considerati a rischio, per permettere agli allievi di giocare in tutta sicurezza. In assenza di un metodo univoco per insegnare il rugby, le proposte didattiche e pedagogiche con- tenute in quest’opera sono il frutto di un’esperienza più che ventennale di insegnante, educatore, allenatore, responsabile della formazione e ricercatore. Queste proposte sono organizzate sulla base di obiettivi professionali volti a: • rassicurare e aiutare gli insegnanti e i futuri insegnanti desiderosi di intraprendere “l’avventura” dell’insegnamento del rugby; • offrire a tutti coloro che già insegnano il rugby un insieme di strumenti didattici che potranno utilizzare come confronto, per continuare a far progredire il loro personale concetto di insegna- mento di questo sport. CAPITOLO 1
  • 5. 21 2.1 Campo, ruoli e schieramento dei giocatori Il rugby è uno sport giocato all’aperto su un campo in erba, cosa che permette ai giocatori di affron- tarsi e, soprattutto, di colpirsi in tutta sicurezza. La superficie di gioco riveste quindi un’importanza particolare nell’insegnamento di questa disciplina. CAPITOLO 2
  • 6. 45 3.1 Comportamenti durante il gioco (quattro livelli) In una prospettiva di insegnamento scolastico proponiamo una classificazione e una gerar- chizzazione dei fondamentali e dei comportamenti da acquisire. Presentiamo quindi i comportamenti più caratteristici che si verificano durante l’allenamento e durante il gioco, oltre ai “rimedi” necessari a far apprendere all’allievo i fondamentali tec- nici e tecnico-tattici del rugby. Questi fondamentali vengono divisi secondo quattro livelli, per scuole medie e licei: • livello 1 debuttante; • livello 2 intermedio; • livello 3 avanzato; • livello 4 esperto. CAPITOLO 3
  • 7. 85 4.1 Tecnica, tattica, strategia Sono necessarie tutte e tre per una buona formazione di un giocatore: • la tecnica serve per la gestualità e i fondamentali; • la tattica fa riferimento alle scelte di gioco durante l’azione e sotto pressione; • la strategia è individuale o collettiva; è un’idea che viene concepita prima dell’inizio dell’a- zione. La prima tappa della formazione di un giocatore di rugby consiste nel comprendere il metodo con il quale sarà possibile raggiungere l’obiettivo del gioco: avanzare. Il debuttante assoluto viene subito inserito, quindi, in una logica di strategia individuale: “Ho il pallone, perciò devo avanzare”, oppure: “Sto difendendo, avanzo per placcare l’avversario e recuperare palla”. Una volta che lo scopo del gioco viene appreso (cosa che, generalmente, avviene dopo il superamento di una fase affettiva dell’allenamento), l’allievo dovrà formarsi nei gesti tecnici di base, che gli permetteranno di giocare a rugby in tutta sicurezza: per lui, per i compagni e per gli avversari (placcaggi, percussioni, spinte, cadute, passaggi ecc.). Il debuttante deve necessariamente intraprendere, quindi, un percorso di apprendimento basato sulla tecnica. Quando gli allievi possono allenarsi in tutta sicurezza, è l’essenza stessa del rugby a imporre loro di effettuare scelte durante il gioco. CAPITOLO 4
  • 8. 115 5.1 Osservazioni e valutazioni Elenchiamo di seguito una serie di strumenti utili per l’osservazione e la valutazione degli allievi, in gioco o durante i vari esercizi. Questi strumenti sono stati pensati per ottenere delle conferme sul livello dei giocatori, ma soprattutto per ricavare informazioni. Questi strumenti di valutazione permettono: • all’allievo di sapere come sta lavorando e interpretando il gioco, sia in partita che in allenamento e lavorare a seconda degli obiettivi prefissati dall’insegnante o dall’allenatore; • all’insegnante di sapere quali sono gli ostacoli incontrati dall’allievo; • a una squadra di sapere qual è il suo rendimento in termini di efficacia. Nel caso dei vari esercizi dell’allenamento, esiste un numero di strumenti di valutazione pari a quello degli obiettivi. In questo modo, ogni insegnante può (e deve) concepire degli strumenti di valutazione adatti al livello dei propri allievi e a seconda degli obiettivi che si è prefissato. La presenza degli strumenti di valutazione è spesso sinonimo di professionalità e, di conseguenza, di apprendimento e progressi da parte della squadra. Gli strumenti di valutazione vengono subito messi a disposizione degli allievi. Devono poter essere consultati in ogni momento, per far sì che i giocatori possano porsi dei nuovi obiettivi, sempre orientati verso l’apprendimento e le migliori prestazioni. Proponiamo adesso qualche esempio di valutazione che, come tanti altri, permetta di giudicare o avere a disposizione: • i fondamentali: placcare, fissare l’avversario e trasmettere il pallone; • i livelli di gioco: debuttante – intermedio – avanzato – esperto; • il contratto didattico, volto a spingere l’allievo a cercare di migliorare sempre; • i profili individuali dei giocatori; • un’analisi della partita per lavorare su temi individuali o collettivi. Seguono griglie di valutazione in ottica scolastica o agonistica. CAPITOLO 5
  • 9. 139 6.1 Gestione dello sforzo fisico In uno sport come il rugby lo sforzo fisico è costante e si alterna fra lotte individuali corpo a corpo, scontri collettivi e corse più o meno lunghe ed esplosive. Se il coinvolgimento fisico totale garantisce la sicurezza di ciascuno nei vari esercizi di riferimento, non può certo essere perseguito con continuità per tutta la durata della seduta di allenamento. Ogni esercizio deve essere concepito basandosi su fattori principali che hanno una ripercussione sulla gestione dello sforzo: • obiettivi dell’esercizio (l’intensità non è mai la stessa in un esercizio finalizzato all’apprendimento o di perfezionamento, in una fase di gioco raggruppata o alla mano, a ranghi completi o ridotti, in esercizi che integrano le fasi statiche o meno); • temi di lavoro (maul, ruck, placcaggi, percussioni in esercizi finalizzati al perfezionamento tecnico richiedono intensità e ripetizioni adeguate alle capacità degli allievi); • effettivi: numero dei partecipanti - età e stato fisico degli allievi; • dimensioni del campo; • quantità di lavoro (numero di ripetizioni); • intensità richiesta; • tempo di gioco. Gli esercizi che, invece, comprendono alcuni fattori secondari, sono comunque essenziali nel percorso didattico: • momento della giornata, della settimana, dell’anno; • condizioni climatiche e del campo; • livello di motivazione degli allievi; • affaticamento; • eterogeneità del gruppo; • presenza o meno di maschi e femmine in squadra. CAPITOLO 6
  • 10. 155 7.1 Tecnica individuale Di seguito elenchiamo un insieme di fondamentali utilizzati dagli allievi a livello debuttante e intermedio. Possiamo definirli come “indicazioni tecniche fondamentali”. Va considerato che tutti i principi che l’allievo deve acquisire sono identici a quelli padroneggiati dai giocatori di alto livello. Tuttavia, non si deve imporre ai debuttanti una riproduzione dei gesti compiuti dai giocatori esperti. Dobbiamo permettere loro di crearsi il proprio stile, sulla base di principi tecnici legati all’efficacia motoria e alla sicurezza: • l’efficacia corrisponde alla realizzazione rapida dell’obiettivo con un dispendio energetico minimo; • la sicurezza consiste nel realizzare l’azione senza mettersi fisicamente in pericolo. Pensiamo che non si debba esitare a valorizzare la nozione di tecnica, a condizione che questo concetto si basi su dei principi di efficacia e sicurezza e sia messo al servizio della motricità dell’allievo. CAPITOLO 7
  • 11. 173 Capitolo 8 8.1 Flag rugby e touch rugby Il flag rugby e il touch rugby sono due attività che possiamo sfruttare per l’apprendimento e l’allenamento del rugby. La loro particolarità è che possono essere praticate in tutta sicurezza, poiché non prevedono alcuno scontro fisico corpo a corpo. Infatti, il flag e il touch rugby si praticano senza placcaggi, mischie, touche o raggruppamenti. Nel flag rugby, il placcaggio viene sostituito dal furto di uno dei due pezzi di stoffa fissati alla vita dei giocatori. Nel touch, il placcaggio è sostituito dal tocco del portatore di palla, con una o due mani. In entrambi i casi, le cariche sul portatore di palla sono proibite. Tutte le altre regole, invece, sono identiche a quelle del rugby. Per un insegnante di educazione fisica, tutti i problemi che nascono da flag e touch rugby ruotano attorno a questa domanda: Possiamo considerare queste due attività equivalenti al rugby, quando però sappiamo che l’essenza del rugby sta nel contatto fisico corpo a corpo? La tenuta del giocatore di flag rugby CAPITOLO 8
  • 12. 181 9.1 Glossario del rugby Questo glossario offre una lista di termini propri del mondo del rugby, utilizzati anche per la stesura di quest’opera. Abbiamo ritenuto importante precisare il loro senso per una migliore comprensione delle nostre idee. A Ala: Ruolo definito su fasi statiche, che si basa essenzialmente sul farsi carico del gioco allargato, sia in attacco che in difesa. Le qualità dell’ala sono rapidità nella corsa e vivacità. Andare in percussione: Andare volontariamente a contatto con un avversario con l’obiettivo di avanzare o mantenere il possesso (perché solo il portatore può andare in percussione). La percussione come gesto difensivo non è permessa, per ragioni di sicurezza. Esempio: andare in percussione e trasmettere il pallone al’altezza restando in piedi, o andare in percussione e liberare il pallone a terra. CAPITOLO 9
  • 13. 197 Conclusione Imparare uno sport di contatto (e di squadra) porta gli allievi a partecipare a delle situazioni a rischio, mentre l’insegnante è angosciato dalla possibilità che si possano verificare infortuni. Abbiamo voluto dimostrare che la sicurezza dei ragazzi dipende esclusivamente dalle competenze didattiche dell’insegnante: sono necessarie conoscenza dell’evoluzione storica di questo sport e della sua regolamentazione, padronanza dell’insieme dei fondamentali rugbystici in termini di efficacia e sicurezza, concezione e gestione delle situazioni di apprendimento. Attraverso quest’opera abbiamo voluto presentare un percorso di insegnamento del rugby che possa permettere all’insegnante di educazione fisica di capire i fondamenti di questo sport (il contatto fisico e il gioco di squadra), gli obiettivi educativi (il rispetto dell’ambiente sociale: avversari, compagni, regole) e permettere allo stesso tempo di godere appieno del piacere dato dal gioco e dagli esercizi di apprendimento (le emozioni legate all’affrontare situazioni con un alto grado di incertezza). Se da un lato abbiamo presentato un percorso di insegnamento, dall’altro affermiamo che questo deve costituire soltanto un punto di riferimento didattico supplementare a disposizione dell’insegnante. Sarebbe un errore affermare che questo libro contiene delle ricette pedagogiche. Cose simili non esistono. Gli strumenti proposti diventano operativi solo se vengono messi a confronto con le realtà pedagogiche: le caratteristiche della classe - la motivazione e le paure dei praticanti - le condizioni materiali e le competenze didattiche dell’insegnante. Un percorso di insegnamento è sempre personale, ma deve costruirsi a partire da convinzioni e principi. I principi che abbiamo ritenuto fondamentali per l’insegnamento del rugby in ambito scolastico sono i seguenti: • un rugby di coinvolgimento, rispettoso delle proprie origini e della propria evoluzione; • un apprendimento orientato verso efficacia e sicurezza; • un insegnamento dell’attività al servizio dell’educazione e della socializzazione dell’allievo. CAPITOLO 10
  • 14. www.calzetti-mariucci.it Seguici sui social per rimanere sempre aggiornato sulle nostre iniziative Catalogo on line Visita il nostro sito Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquistare gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie a un sistema di ricerca semplice e innovativo Newsletter Libri e video per lo sport Iscriviti alla nostra mailing list in tutta sicurezza al riparo dallo spam. Dai la tua preferenza alla disciplina sportiva che più ti interessa, riceverai tutte le news direttamente sulla tua mail Approfondimenti Il sito è costantemente in aggiornamento, con sezioni specifiche di approfondimento su tutti gli argomenti più interessanti legati allo sport, come eventi, convegni, festival, e corsi di aggiornamento