Testo di supporto per la presentazione delle diapositive inerenti i quiz di protezione civile realizzati dal Settore Proretizione Civile della Regione Campania
1. Il Progetto “Educare alla Sicurezza”
Finalità del Progetto “Educare alla Sicurezza”, ideato e realizzato dal Settore
Protezione Civile della Regione Campania, è fornire alle Scuole, alle
Associazioni di Volontariato, ai Comuni una serie di strumenti per sviluppare nel
loro territorio campagne educative finalizzate alla conoscenza dei principali rischi e alle norme per
evitarli.
In questo ambito il Settore ha già realizzato e distribuito, oltre al manuale “Educare alla
Sicurezza” di cui questo testo è parte integrante, il Manuale di Protezione Civile, (che alcuni
comuni della Campania, con l’ausilio del Settore hanno anche potuto “personalizzare” inserendovi,
oltre un breve saluto dell’Amministrazione comunale, una sintesi del Piano comunale di Protezione
Civile); una serie di sette manifesti (terremoto, alluvione, incendi nelle abitazioni, incendi boschivi,
annegamenti, incidenti domestici e stradali...); il multimedia su CD “Il Settore Protezione Civile
della Regione Campania” (esaurito)... mentre sono in corso di realizzazione il gioco da tavolo
“Educare alla sicurezza”, segnalibri e altro merchandise.
Questo documento
Questo documento, riportato anche in stampa sull’opuscolo “Educare alla Sicurezza”, serve per
coadiuvare gli insegnanti e/o i volontari che volessero tenere in classe due lezioni (“Terremoto che
fare” e “Come fare una telefonata di emergenza”) utilizzando il kit di diapositive in Powerpoint
riportate nel CD allegato all’opuscolo. Ovviamente il testo qui riportato vuole essere un semplice
suggerimento e dovrebbe essere adattato dall’insegnante o dal volontario alle specifiche
caratteristiche della scolaresca o alle particolarità del territorio nella quale questa vive. Rispetto a
questo ultimo punto, qualora il territorio fosse caratterizzato da specifici rischi o fosse dotato di un
Piano comunale di Protezione Civile, è possibile concordare con il Settore Protezione Civile la
realizzazione di un corso “personalizzato” (che, ad esempio, illustra in quali slarghi debba
concentrarsi la popolazione dopo un sisma o le aree del territorio da evitare, in caso di
emergenza.)
2. “Terremoto che fare?”
Diapositiva 1
Oggi parleremo del terremoto. Che cosa è, come nasce, come si misura. Ma
sopratutto cosa fare per affrontarlo. Ma prima di parlare del terremoto, parliamo
di una cosa che, ormai è diventata pane quotidiano delle trasmissioni televisive:
la paura.
Diapositiva 2
Il terremoto continua a far paura, anche a chi abita in solide costruzioni in
cemento armato. Ogni sisma, anche piccolo, diventa pretesto per comportamenti
irrazionali: ci si precipita in strada, si tenta di “scappare in macchina” non si sa
bene dove, ci si aggrappa al telefono.... Il risultato è il collasso dei servizi, il
blocco delle informazioni e dei trasporti, il panico.... con conseguenze spesso
gravi per la Protezione Civile.
Diapositiva 3
Ma perché il terremoto ci fa paura?
Il problema è che noi conosciamo il terremoto sopratutto a seguito di come
viene trattato dai mass media (in primo luogo la televisione) che per motivi di
“audience” tendono a trasformarlo in uno “spettacolo”.
Diapositiva 4
Nei reportage effettuati dopo un sisma, tutto quello che è “in piedi” o intatto
viene scartato, cosicché lo spettatore arriva a collegare l'idea del terremoto a
quello di sicura e totale distruzione. Questa equazione resterà sopita nella
mente per scattare improvvisamente quando si percepisce un sisma, anche di
piccolissima intensità. Nascono da qui tanti comportamenti inconsulti e
pericolosi che si assumono durante e immediatamente dopo un terremoto.
Diapositiva 5
Che fare, quindi, per ridurre la paura del terremoto?
Intanto una domanda: quanti di voi hanno paura dei fulmini? Solitamente,
sono i bambini piccoli ad avere paura dei fulmini. E perché? Perché le prime
volte che li vedono il fenomeno appare come misterioso, terrorizzante, quasi
soprannaturale. Poi, visto un altro fulmine, visti altri, ci si fa l’abitudine. Certo,
nessuno tra noi sarebbe così sciocco da rifugiarsi sotto un albero o un traliccio
mentre intorno scoccano fulmini ma, certamente, nessuno pensa, quando si verifica un fulmine a farsi
prendere dal panico.
Diapositiva 6
I terremoti fanno paura anche purché si pensa che siano un fenomeno
eccezionale. Così non è. Ogni anno, infatti, mediamente il nostro pianeta è
scosso da circa 800.000 terremoti e migliaia di questi si verificano in Italia.
Su internet, il sito dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,
http://www.ingv.it, riporta tutti i terremoti che interessano quotidianamente il
nostro Paese.
Diapositiva 7
Ma come nascono i terremoti? Se si osserva una cartina delle penisola
italiana ci si accorge che il nostro Paese è attraversato da una catena di
montagne (gli Appennini) mentre un'altra catena di montagne (le Alpi) lo collega
al continente europeo. Queste catene di montagne sono nate dal corrugamento
determinato dal movimento delle zolle: una sorta di zatteroni di roccia che
galleggiano sul mare di magma sottostante.
3. Diapositiva 8
I lentissimi movimenti delle zolle, provocano forti compressioni e grossi sforzi
di taglio nelle rocce. Col passare del tempo questi sforzi superano il limite di
resistenza delle rocce stesse, le quali possono deformarsi, accavallarsi,
spaccarsi. Il “contraccolpo” di queste spaccature determina il terremoto che
viene registrato da speciali apparecchiature dette sismografi.
Diapositiva 9
La zona dove si manifesta la spaccatura è denominata ipocentro (parola
formata dal termine greco “ipo” = sotto e quot;centroquot;) che può essere localizzato
anche a centinaia di chilometri di profondità. Invece l'epicentro (dal termine
greco “epi” = sopra) corrisponde al territorio posto sulla verticale dell'ipocentro. I
terremoti tendono a verificarsi sempre nelle stesse zone corrispondenti, quasi
sempre, ai bordi delle zolle. Queste zone sono denominate quot;aree sismichequot;.
Diapositiva 10
Il terremoto si manifesta attraverso onde sismiche. Le onde P (dal latino
primae perché essendo più veloci arrivano prima) si propagano attraverso
successioni di dilatazioni e compressioni della roccia; una persona che si trova
su un terreno attraversato da questo tipo di onde è come se si trovasse sul
mantice di una fisarmonica e avrà la sensazione di un “terremoto ondulatorio”.
Le onde S (dal latino secundae, perché arrivano dopo) si propagano, invece,
attraverso deformazioni della roccia (non causano variazioni di volume nel mezzo attraversato); una persona
ha la sensazione di come su una barca in un mare mosso e parlerà di “terremoto sussultorio”.
Nel terremoto gran parte dell'energia (fino all'85%) viene trasmessa dalle onde S e questo ha la sua
rilevanza dal punto di vista dell'emergenza in quanto più distante é la zona ipocentrale dall'osservatore tanto
più tempo intercorrerà tra la percezione del terremoto (onde P) e i suoi rovinosi effetti (onde S).
Diapositiva 11
Immaginiamo di dovere misurare l'esplosione di una bomba. Abbiamo diversi
modi per farlo. Il primo consiste nel misurare l'energia liberata dalla esplosione,
il secondo nel misurare gli effetti che questa ha provocato, ad esempio sulle
costruzioni adiacenti. La misurazione della energia liberata dal terremoto viene
effettuata, generalmente, con la “Scala Richter”. Il terremoto nell'Irpinia del
23/11/1980 è stato misurato in 6.8 scala Richter (si legge quot;sei punto 8quot; in quanto
la scala è logaritmica), l'equivalente dell'esplosione di 10-15 bombe atomiche del tipo usato ad Hiroscima. La
scala Richter è logaritmica decimale: Richter 3 significa 10 elevato a 3 e cioè 1.000; Richter 4 significa 10
elevato a 4 e cioè 10.000.... Richter 4, quindi, è dieci volte più grande di Richter 3.
Diapositiva 12
Per misurare gli effetti di un terremoto si utilizza la scala Mercalli, inventata
da Giuseppe Mercalli, fondatore della Sismologia e direttore, fino al marzo
1914, dell’Osservatorio Vesuviano. Inizialmente questa Scala era composta di
soli dieci gradi, diventati dodici per potere catalogare gli sconvolgenti effetti del
terremoto di Messina del 1908. Oggi la Scala Mercalli è stata perfezionata
diventando Scala Mercalli-Cancani-Sieberg (MCS).
Sono molti i parametri che legano l'energia liberata dal terremoto ai suoi effetti (e, quindi, il valore della
Scala Richter a quello della Scala Mercalli). Innanzitutto, la profondità dove si verifica il terremoto: è evidente
che più lontano è l'ipocentro dall'epicentro più ridotto sarà l'effetto del terremoto. Altri parametri che
influiscono sul rischio sismico sono connessi alle caratteristiche dei terreni attraversati dalle onde sismiche,
alla vulnerabilità delle costruzioni, alla possibilità del verificarsi di frane, alla densità abitativa...
Diapositiva 13
Un effetto (per fortuna molto raro) che può caratterizzare un terremoto è il
maremoto (o tsunami) come quello verificatosi nel dicembre 2004 nell’Oceano
indiano. In Italia un’area sottoposta a questo rischio è lo Stretto di Messina,
colpito da un catastrofico maremoto nel 1908.
4. Diapositiva 14
Il terremoto fa paura perché si sente vibrare l'edificio. In realtà un qualunque
edificio vibra sempre sotto l'effetto - ad esempio - del traffico veicolare, del
vento, dell'escursione termica dello stesso movimento dei suoi abitanti... Le
vibrazioni sono conseguenza della elasticità dei materiali della costruzione. Una
costruzione in cemento armato - generalmente - vibra molto di più di una
costruzione in muratura e questo è un bene perché permette la trasmissione
dell'accelerazione impressa dal suolo senza determinare una rottura delle strutture portanti dell'edificio. Le
vibrazioni, comunque, possono frantumare vetrate, rompere tubature del gas o cavi elettrici, far cadere
tegole o altri oggetti... Per questi motivi è importante tenere a mente delle semplici norme di comportamento.
Diapositiva 15
Prima del terremoto: Decidete già ora dove la famiglia dovrà riunirsi dopo un
terremoto. Fissate alle pareti i mobili che potrebbero cadere durante la scossa.
Insegnate ai bambini come chiudere l'interruttore del gas immediatamente dopo
il terremoto.
Diapositiva 16
Durante il terremoto
Mettetevi sotto un tavolo o nell'andito di una porta per proteggervi dalla
caduta di calcinacci.
Non usate le scale o l’ascensore.
Non uscite dall'edificio: potreste restare colpiti da vetri o calcinacci.
State lontano da vetrate, pentole sul fuoco....
Diapositiva 17
Dopo il terremoto.
A casa controllate eventuali perdite di gas o altre situazioni di pericolo.
Se è il caso, recatevi nelle aree indicate nel Piano di emergenza:
accompagnate lì persone in difficoltà. Non usate il telefono. State lontano da
macerie e linee elettriche (e, se vivete in aree a rischio maremoto, anche dalla
costa)
Diapositiva 18
In un locale pubblico
Prima che scoppi il panico, qualche secondo dopo l'inizio della scossa,
bisogna gridare a tutti di “stare fermi... mettersi con le spalle al muro... è
pericolosissimo uscire adesso” Qualsiasi ordine che eviti il precipitarsi di tutti
verso l'uscita va bene.
Se la folla si precipita comunque verso l'uscita, non immergetevi in essa. Nel
caso vi troviate già in essa: evitate che qualcuno vi calpesti i piedi (altrimenti spinti dalla folla cadreste
immediatamente a terra e rischiereste di rimanere schiacciati); cercate di aprire tutte le uscite di sicurezza;
stringete le braccia davanti allo stomaco per evitare di fratturarvi la cassa toracica - evitate di trovarvi tra la
folla ed un ostacolo (ad esempio un pilastro o un muro).
Diapositiva 19
Terremoto a scuola
Durante la quot;scossaquot; rifugiatevi sotto il banco; dopo, con calma e senza
portarvi dietro libri e zainetto, mettetevi in fila con gli altri alunni e, seguendo il
percorso stabilito, raggiungete lo slargo previsto dal Piano.
Aspettate lì le disposizioni che vi saranno impartite.
Diapositiva 20
Ogni edificio scolastico, anche ai sensi del D.M. 626/94, dovrebbe essere
dotato di un Piano di protezione civile da verificarsi con periodiche
esercitazioni. Al di là di quanto previsto dal Piano, vi sono delle norme
generali da seguire in caso di terremoto. Conoscete il Piano di protezione
civile della vostra scuola?
5. “Come fare una chiamata di soccorso”
Diapositiva 1
Come effettuare una chiamata di soccorso
Diapositiva 2
Prima, comunque, una breve informazione su:
Come farsi soccorrere!
Diapositiva 3
Regola fondamentale
Prima di fare qualcosa di insolito, comunicalo preventivamente.
Ad esempio, se in vacanza decidi di fare una passeggiata in un bosco,
comunicalo prima ai genitori cosicché se non torni per l’ora prevista verranno
a cercarti e, se hai qualche problema, a soccorrerti.
Diapositiva 4
Seconda regola
Se ti perdi in una folla (ad esempio in un manifestazione), mettiti dove la
folla è meno fitta; se i tuoi genitori tardano a trovarti, rivolgiti ad un poliziotto,
un carabiniere, un vigile urbano, un addetto della struttura (ad esempio, un
commesso del supermercato) e chiedigli di avvertire i tuoi genitori.
Diapositiva 5
Terza regola
Quando non sai cosa fare per affrontare l’emergenza, limitati a chiedere
soccorso. Ad esempio: non tentare di sollevare un ferito da terra se non sai
come farlo. Meglio fare subito una telefonata di soccorso.
Diapositiva 6
NUMERI TELEFONICI DI EMERGENZA
Diapositiva 7
Come effettuare una chiamata di soccorso al 118 (ambulanza)
La telefonata è gratuita (Si può fare anche se non si ha “carica” al
telefonino)
La telefonata è registrata Se fai uno “scherzo” rischi l’arresto
6. Diapositiva 8
Per effettuare una chiamata di soccorso al 118: Parla con chiarezza. Dai le
tue generalità (nome e cognome). Rispondi a tutte le domande dell’operatore
e riferisci: cosa e’ successo? dove e’ successo? quanti sono i feriti? sono
coscienti? Se si tratta d’incidente: quanti e quali mezzi sono coinvolti? Se i
mezzi sono incastrati...
Diapositiva 9
Per accertarsi se la vittima è cosciente, avvicinati a lei e chiamala ad alta
voce (potrebbe sentirci poco); se non risponde toccala con dolcezza.
Per accertarti se respira: inginocchiati al lato della vittima, avvicina
l’orecchio alla sua bocca o al suo naso e, per 10 secondi guarda eventuali sue
escursioni del torace; ascolta eventuali suoi rumori provenienti dalla bocca;
senti sulla tua guancia la lieve brezza d’aria che eventualmente fuoriesce dalla
bocca e dal naso della vittima.
Per accertarti se il cuore della vittima batte: con il dito indice ed il medio individua sul suo collo il “pomo
d’Adamo”; fai scivolare da lì le dita verso il basso fino ad incontrare un incavo nella parte laterale del collo.
Controlla, per 10 secondi ,con i polpastrelli se ci sono pulsazioni in questa area, la pulsazione va cercata con
delicatezza per evitare di schiacciare l’arteria.
Diapositiva 10
Altri fondamentali segnali o sintomi, da valutare ed eventualmente riferire al
telefono, facendo anche attenzione alle domande poste dall'operatore:
presenza o assenza di coscienza; zona precisa della lesione (esempio:
guancia e non viso); estensione della lesione (esempio: taglio lungo 2 cm);
presenza o assenza di sanguinamento; entità del sanguinamento; altri segni
esteriori sulla parte lesa (deformazione, tumefazione, ecchimosi, anormale
mobilità di una parte normalmente rigida ecc.); se la vittima manifesta dolore e
che tipo di dolore continuo, intermittente, al movimento, al respiro... se il dolore è in aumento, costante, in
diminuzione... se il colorito della pelle è pallido, cianotico, congestionato.... se la vittima manifesta vomito,
nausea, vertigini...
Diapositiva 11
E IN ATTESA DEI SOCCORSI… COSA NON FARE:
Non tenere occupato il tuo telefono, l’operatore potrebbe richiamarti per
ulteriori informazioni sia sul luogo che sull’infortunato. Non spostare il paziente
cercando di metterlo in piedi o seduto a meno che non ci sia immediato rischio
per l’incolumità della persona stessa (ad es: scoppio, incendio, crollo…)
Non dar da bere o mangiare all’infortunato. Non rimuovere eventuali corpi
estranei conficcati (pericolo di emorragie) e non agire sulla zona traumatizzata
del paziente (per es. non raddrizzare un arto in posizione innaturale). Non metterti in situazioni di pericolo
cercando di dare aiuto. Non rimuovere il casco e/o gli abiti (in caso di incidente stradale o ustioni)
Diapositiva 12
COSA FARE:
Mantieni la calma. Controlla eventuali pericoli (fuoco, pericolo d’esplosioni,
d’annegamento, elettricità, etc…) Verifica le condizioni delle persone
coinvolte. Se sei solo chiama qualcuno in aiuto e non abbandonare
l’infortunato. Rispondi alle domande dell’operatore di centrale. Segui i consigli
dell’operatore 118 su come puoi essere d’aiuto al paziente, se ti senti in grado
di farlo. Dai indicazioni all’ambulanza e/o all’elisoccorso quando arriva,
segnalando dov’è l’abitazione o il luogo dell’incidente e ciò che è accaduto
7. Diapositiva 13
Telefonata al Centro Antiveleni
In caso di avvelenamento o ingestione di sostanze tossiche o caustiche.
Assolutamente NON tentare di indurre il vomito. NON somministrare latte o
altro
Chiama al più presto il Centro Antiveleni per chiedere istruzioni su cosa
fare
Comunica all'operatore del Centro: l’età della persona interessata (anche
approssimativa); il suo peso approssimativo; cosa ha ingerito (o almeno si crede) e in che quantità; da
quanto tempo lo ha ingerito; le sue condizioni generali di salute. Se disponibile, conserva un campione del
materiale ingerito e dallo ai soccorritori.
Diapositiva 14
Grazie per l’attenzione