1. INNOVAZIONE
(tutela minori)
Capacità di cambiare
gli schemi, gli
approcci e i modelli
del passato
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2. INNOVAZIONE
Il management ad alta velocità richiede
una cultura basata sulla fiducia ed un
clima che ammetta il rischio, l’errore e
l’innovazione
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3. L’innovazione ha luogo quando si
costruisce una cultura in cui:
l’apprendimento continuo è parte
integrante del lavoro
la creatività, la propensione al
rischio e le nuove idee vengono
supportate e celebrate
viene diffusa a tutti i livelli la
piena assunzione di
responsabilità
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4. I 5 punti delle nuove sfide
• 1° Siamo in presenza di una forte
accelerazione dei cambiamenti in ogni
settore
• 2° aumento dei livelli di concorrenza
• 3° rapidità e discontinuità dei cambiamenti
(tecnologici, culturali e politici)
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5. I 5 punti delle nuove sfide
• 4° la forza lavoro (da braccia a cervelli, ma
vi è un cambiamento simultaneo delle
aspettative e dei valori e conseguenti
nuove richieste per quanto attiene la
valorizzazione delle persone)
• 5° L’instabilità quasi cronica delle
condizioni economico-finanziarie del
mercato
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6. • COME PUO’
UN’ORGANIZZAZIONE
PROSPERARE IN UN
AMBIENTE QUALE QUELLO
APPENA DESCRITTO ?
• INNOVANDO
CONTINUAMENTE !!!!!
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7. 4 TIPOLOGIE DI INNOVAZIONE
• DEL PRODOTTO (nuovi servizi eo
prodotti) e miglioramento di quelli esistenti
• DEL PROCESSO (aumento dell’efficienza
e dell’efficacia dei processi)
• DEL MARKETING
• DEL MANAGEMENT
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8. INNOVAZIONE E CREATIVITA’
• Rompere gli schemi precostituiti
• Inn. incrementale e rivoluzionaria
• L’organizzazione deve possedere una
cultura che supporti e alimenti
l’innovazione, cioè vi deve essere una
tensione emotiva che spinga verso la
rottura dei modelli mentali tradizionali (una
tensione che si alimenta in gruppo)
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9. L’equazione dell’innovazione
• CREATIVITA’ (person
ale e di gruppo) = INNOVAZIONE DI :
• PROCESSI (tecniche) PRODOTTO
PROCESSO
+ MERKETING
CULTURA MANAGEMENT
DELL’ORGANIZZAZI
ONE (possibilità)
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10. DEVO USCIRE DAL MIO RUOLO PER FARMI CAPIRE,
ovvero il rapporto fra ruolo e persona.
Vediamo spesso come genitori, insegnanti, educatori, quando
sono in difficoltà nella relazione con utenti minorenni, tendano
ad abdicare al proprio ruolo per prendere scorciatoie
relazionali: la madre che fa l’amica con la figlia, l’insegnante
che anche involontariamente è connivente con la classe, ad
esempio parlando male dei colleghi. In questo modo pensano
di avvicinarsi maggiormente all’altro, perché nascondono il
ruolo, avvertito come ingombrante. In realtà non si accorgono
che mandano un messaggio confusivo all’utente, che ha invece
bisogno di confrontarsi sempre con la figura adulta in quanto
tale e con il relativo ruolo. Il ruolo dovrebbe essere come una
bolla blu che circonda la persona ed è importante che l’altro
veda sempre in modo prioritario il ruolo per potere adeguarne la
comunicazione. Naturalmente è vero anche il contrario, cioè vi
sono persone che avendo difficoltà o non volendo investire
nulla in una relazione, si sclerotizzano in ruoli stereotipati,
freddi e rigidi (senza cioè fare pulsare la persona che risiede
nel ruolo).
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