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Università degli Studi di Bologna
Scuola di Economia, Management e Statistica
Corso di Laurea Magistrale in Economia e Diritto
Corso di Diritto pubblico della concorrenza e degli appalti
Prof. Daniele Senzani
Il caso Hera-Sorgenia:
la normativa sull’abuso di posizione dominante correlata
alle problematiche connesse al mercato del gas e
dell’energia.
di
Carlo Signor
Ottobre 2012
2
Keywords
abuso di posizione dominante, mercato del gas e dell’energia, liberalizzazione,
strumenti giuridici, istruttoria Agcm.
Abstract
Il working paper è volto all’approfondimento del tema dell’abuso di posizione
dominante attraverso il richiamo della disciplina giuridica applicata al caso Agcm
Hera c. Sorgenia. Il procedimento segue l’iter logico-giuridico di riconoscimento di
pratiche predatorie nel caso considerato, per poi dare un giudizio sul grado di
sviluppo regolatorio del mercato. L’obiettivo è quello di evidenziare la sussistenza
di problematiche di carattere concorrenziale in mercati recentemente liberalizzati,
quali quello del gas e dell’energia, di cui il caso è espressione, e di segnalare il
sentiero normativo da percorrere attraverso l’utilizzo di definiti strumenti giuridici
ed economici.
3
Sommario
Introduzione. ...................................................................................4
Il mercato del gas e dell’energia: quadro normativo. ..........................6
Il caso Hera-Sorgenia: le parti e l’avvio dell’istruttoria Agcm. .............7
Analisi: la disciplina giuridica applicata al caso.................................8
L’oggetto........................................................................................8
Definizione del mercato rilevante....................................................8
Accertamento della posizione dominante. .....................................11
Il riconoscimento dell’abuso di posizione dominante. ....................12
l’abuso di posizione dominante correlato alle criticità del mercato del
gas e dell’energia. ........................................................................15
Conclusioni. ..................................................................................17
Riferimenti bibliografici. .................................................................19
4
Introduzione
Le liberalizzazioni recentemente promosse nei servizi di pubblica utilità si sono
accompagnate all’ingresso di nuovi operatori, a privatizzazioni diffuse, ad
interventi di separazione verticale e orizzontale, a progresso tecnico e ad una
regolazione tecnicamente sofisticata, consentendo nei corrispondenti settori
notevoli sviluppi, anche se ancora non sufficienti a creare un ambiente
pienamente concorrenziale. È altresì assodato che, nonostante margini di
concorrenza sempre più ampi conseguenti alle novità regolamentari, continuino a
persistere posizioni di rendita la cui esistenza è in grado di compromettere o
quantomeno ostacolare la completa apertura dei mercati. Contribuiscono al
mantenimento di siffatte posizioni sia la detenzione di quote di mercato assai
significative da parte dell’incumbent, nonché ulteriori indici sistematici di natura
strutturale (Falce 2006).
“Nei settori recentemente liberalizzati, gli ex monopolisti, abituati per anni alla
protezione offerta dal regime della riserva legale, una volta che essa è stata
eliminata, tendono a replicarne gli effetti tramite comportamenti escludenti,
rifiutando ai concorrenti l’accesso a un’infrastruttura essenziale o
pregiudicandone la permanenza nel mercato mediante l’adozione di strategie
predatorie. Si tratta di comportamenti particolarmente negativi, che si inseriscono
in un contesto di grandi asimmetrie già penalizzanti nei confronti dei nuovi
entranti e che contribuiscono a mantenere nel tempo, anche a danno della
crescita economica, posizioni dominanti altrimenti assai meno solide”1.
Tuttavia, questo atteggiamento potenzialmente riconducibile all’ex monopolista si
può attribuire anche a quell’operatore che, nonostante l’avvento della concorrenza
regolamentata, detiene comunque una posizione di dominanza all’interno del
mercato. La problematica relativa all’abuso di posizione dominante può, dunque,
essere considerato come indicatore di una necessità di perfezionamento di
regolamentazione e di controllo di un mercato aperto da poco alla concorrenza.
Partendo dall’analisi del caso Hera-Sorgenia, l’Autore approfondisce le
caratteristiche relative alla disciplina dettata dalla normativa nazionale e
comunitaria in tema di abuso di posizione dominante, con applicazione e
riferimento al caso in specie.
1
Antonio Catricalà, Relazione annuale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, 2004, Introduzione.
5
Vengono di conseguenza richiamate in breve le questioni ancora irrisolte di tutela
della concorrenza in mercati particolarmente strategici e complessi quali quelli
dell’energia. Proprio al fine di una maggiore comprensione delle problematiche
denunciate dall’istruttoria dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato
considerata, vengono, inoltre, descritti sinteticamente gli aspetti regolatori
fondamentali introdotti dal processo di liberalizzazione del mercato del gas e
dell’energia con particolare interesse per i segmenti, direttamente connessi al
caso, della distribuzione della vendita di gas ed energia elettrica.
6
Il mercato del gas e dell’energia: quadro normativo
L’avvio della liberalizzazione del mercato del gas risale al 1998, con l’emanazione
della direttiva europea 98/30/CE, nella quale sono state stabilite le prime norme
comuni per il trasporto, la distribuzione, la fornitura e lo stoccaggio di gas
naturale, le norme relative all’organizzazione e al funzionamento del settore del
gas naturale, l’accesso al mercato, le modalità di gestione dei sistemi, nonché i
criteri e le procedure applicabili in materia di rilascio di autorizzazioni per il
trasporto, la distribuzione, la fornitura e lo stoccaggio di gas naturale. La direttiva
è stata recepita in Italia con il decreto 194/00. Gli aspetti rilevanti per la
trattazione sono:
• in tema di unbundling, la separazione societaria delle attività di trasporto e
dispacciamento di gas naturale da tutte le altre attività del settore, ad
eccezione dello stoccaggio2;
• in relazione all’apertura del mercato, la possibilità dei clienti di poter
scegliere liberamente il fornitore: a partire dal 2000 per i clienti industriali,
termoelettrici, delle imprese di distribuzione e dei grossisti e con decorrenza
1° gennaio 2003 per i clienti domestici;
• a tutela e sviluppo della concorrenza i cosiddetti “tetti antitrust”, ovvero
limiti imposti a ciascun operatore alla quantità di gas naturale immettibile
nel sistema al fine della vendita in Italia e limiti alla vendita ai clienti finali.
Perfezionamenti ulteriori che testimoniano il costante cammino verso una
maggior concorrenzialità del mercato vengono introdotti attraverso il D.Lgs.
93/11 di recepimento della Direttiva 2009/73/CE e del Regolamento
2009/715/CE.
Il processo di liberalizzazione del mercato elettrico italiano è stato avviato con
l'emanazione del decreto legislativo n. 79/99, "Decreto Bersani", che ha recepito
nel nostro ordinamento la Direttiva Comunitaria 96/92/CEE. La prima fase della
liberalizzazione ha riguardato le attività di produzione dell'energia elettrica, di
importazione e di vendita all'ingrosso. L'attività di vendita per le utenze diverse
2
Successivamente perfezionata con delibera 11/07 dell’AEEG di applicazione della cosiddetta “seconda direttiva gas”,
2003/55/CE.
7
dall'abitazione viene liberalizzata gradualmente, partendo nel 1999 dai clienti con
i consumi più elevati ed estendendo in seguito la liberalizzazione ai clienti con
consumi più bassi.
Dal 1° luglio 2007, dall’attuazione della Direttiva 2003/54/CE, si è dato il via alla
completa liberalizzazione della domanda dell’energia elettrica, con l’apertura
dell’attività di vendita dell’energia elettrica estesa anche ai clienti domestici.
Il caso Hera-Sorgenia3: le parti e l’avvio dell’istruttoria Agcm.
Hera S.p.A. è una società a capo di un gruppo attivo nei settori della produzione,
distribuzione e vendita dell’energia elettrica e del gas naturale, della gestione
integrata delle risorse idriche, del teleriscaldamento e dei servizi ambientali. E’
una multi-utility operante nel territorio dell’Emilia Romagna, attraverso la
distribuzione di gas in diversi comuni, tra cui i capoluoghi di provincia di
Bologna, Ferrara, Modena, Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, e tramite la
distribuzione di energia elettrica nell’area di Modena ed Imola. Il gruppo opera
nella vendita di energia elettrica e gas a clienti finali tramite Hera Comm. S.r.l..
Il capitale sociale è così strutturato:
 Il 62% circa detenuto dai comuni e altri azionisti pubblici, prevalentemente
nella regione dell’Emilia Romagna;
 il 7,5% del capitale sociale è detenuto da fondazioni bancarie;
 il rimanente è flottante in Borsa4.
Sorgenia S.p.A. è una società attiva nella generazione e vendita di energia
elettrica, esclusivamente nella vendita di gas a clienti finali. E’ controllata,
attraverso la CIR S.p.A., dalla famiglia De Benedetti, che ne detiene il 52% circa
del capitale sociale attraverso Sorgenia Holding.
3
Caso A411C dell’AGCM.
4
Provvedimento AGCM n. 21726 di chiusura dell’istruttoria.
8
In data 27 ottobre 2008, è pervenuta una segnalazione da parte di Sorgenia che
dà avvio al procedimento istruttorio, concernente “presunti abusi di posizioni
dominanti commessi da diversi gruppo societari verticalmente integrati, attivi sia
nella distribuzione, sia nella vendita di energia elettrica e di gas, tra cui il gruppo
Hera, con particolare riferimento alle condotte delle Società Operative Territoriali
(SOT) incaricate della distribuzione del gas e dell’elettricità”.
Il 7 maggio 2009, l’Autorità avvia un’istruttoria volta a verificare l’esistenza di
ostacoli e ritardi messi in atto, dalle SOT del gruppo Hera, nei confronti dei nuovi
operatori dediti alla vendita di energia elettrica ai clienti del mercato elettrico
domestico e delle piccole imprese e di gas per consumi inferiori a 200.000 mc.
Analisi: la disciplina giuridica applicata al caso.
L’oggetto.
L’oggetto del procedimento è il rapporto tra il distributore di energia elettrica e di
gas e venditore al dettaglio, con particolare riferimento ai processi di
cambiamento del fornitore (cosiddetto switching) e alle comunicazione da parte
del distributore dei dati di misura relativi a prelievi effettuati dai clienti del
venditore. La denuncia è, dunque, circoscritta alle ultime fasi della filiera
produttiva del gas e dell’energia. Sorgenia avanza l’ipotesi che Hera adotti
pratiche predatorie sfruttando la propria posizione dominante nella fase di
distribuzione e misurazione per influenzare il funzionamento della concorrenza
nella fase successiva di vendita al dettaglio.
Definizione del mercato rilevante.
Preliminarmente, è necessario rilevare che, da un punto di vista normativo, la
posizione dominante non rappresenta una violazione. Il suo abuso invece,
attraverso le cosiddette pratiche predatorie, è causa di compromissione del
9
fenomeno della concorrenza e, conseguentemente, attività illecita, quindi
perseguibile, secondo regolamentazione nazionale e comunitaria. Si ricorda che
le caratteristiche di attribuzione di un ruolo di dominanza ad un’impresa
all’interno di un mercato concorrenziale son state definite da Falce nel 2006: una
cosiddetta impresa dominante è tale in funzione del grado di indipendenza delle
strategie adottate dalla stessa rispetto alle azioni/reazioni attuabili in prima
istanza dai concorrenti e alle strategie delle controparti contrattuali, quindi dei
clienti o dei consumatori finali. La Corte di Giustizia CE afferma che un ruolo di
dominanza si manifesta attraverso “…una posizione di potenza economica grazie
alla quale l’impresa che la detiene è in grado di ostacolare la persistenza di una
concorrenza effettiva sul mercato in questione ed ha la possibilità di tenere
comportamenti alquanto indipendenti nei confronti dei concorrenti, dei clienti e,
in ultima analisi, dei consumatori”5.
Per quanto concerne le fonti giuridiche nazionali, l’unico riferimento normativo
esplicito limitante lo strapotere di mercato è contenuto nell’art. 2597 c.c. relativo
al monopolista, il quale è costretto a concludere il contratto con chiunque gli
faccia richiesta, mantenendo la parità di condizioni tra tutte le controparti,
evitando discriminazioni per gli utenti che intendano avere accesso a un bene o
un servizio6. In seguito, la Corte costituzionale, con sentenza n. 241 del 1990,
ha ritenuto che l’obbligo di contrarre fosse imputabile non solo al monopolista di
diritto, ma anche al monopolista di fatto7. Questo aspetto è particolarmente
rilevante per il caso di specie.
Il concetto di indipendenza, dunque, è strettamente legato al grado di pressione
concorrenziale esercitata sull’impresa. L’esistenza di una posizione dominante
significa che tali pressioni concorrenziali non sono sufficientemente efficaci e che
l’impresa in questione gode di un considerevole potere di mercato durante un
certo periodo. La pressione concorrenziale può essere esercitata dai diversi
concorrenti, ma anche dai clienti che, in ragione delle dimensioni o della loro
importanza, potrebbero condizionare il comportamento dell’impresa. In
5
Corte di Giustizia CE, United Brands Company e United Brands Continental B.V. c. Commissione, in Racc., 1978, 207,
par. 65.
6
La norma è inoltre tutelata dall’art. 2932 c.c.
7
Dalla definizione di posizione dominante è facile comprendere come oggi, dopo la caduta dei grandi monopoli statali
e in considerazione dei processi di liberalizzazione in atto, la tutela ex art.2932 c.c. possa trovare applicazione nei
confronti di operatori economici dominanti non monopolisti, con ulteriore estensione dell’art. 2597 c.c.
10
quest’ottica si ricorre ad un determinato iter logico-giuridico che consta di tre
fasi: individuazione del mercato rilevante, accertamento di una posizione
dominante, verifica di un’eventuale pratica di abuso.
L’individuazione del mercato rilevante costituisce il principale parametro di
riferimento di ogni valutazione volta a misurare l’egemonia dell’impresa e la liceità
del comportamento in esame. Il riconoscimento del mercato rilevante, preliminare
e imprescindibile per l’accertamento di una condotta anticoncorrenziale ai sensi
dell’art. 3 della legge n. 287 del 1990, richiede l’analisi di tre elementi: il mercato
del prodotto (o del servizio), il mercato geografico, l’arco temporale di riferimento8.
Tornando al caso considerato ed applicando sapientemente la normativa finora
descritta, nel provvedimento di avvio dell’istruttoria vengono identificati quattro
mercati a monte, relativi alla distribuzione e tre mercati a valle, relativi alla
vendita al dettaglio di gas ed elettricità.
Due mercati a monte ipotizzati sono quelli di distribuzione di energia elettrica e di
distribuzione di gas naturale: questi sono di dimensione geografica locale,
coincidente con l’area di attribuzione di ciascuna concessione esclusiva. Il
concessionario risulta in posizione di monopolio rilevante e nel caso di specie i
mercati rilevanti coincidono per il primo con i territori dei comuni di Modena,
Imola e altri comuni limitrofi, mentre per il secondo con i territori di vari comuni
delle province di Bologna, Ferrara, Modena, Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini, tra
cui i capoluoghi stessi.
I secondi due mercati a monte sono relativi ai servizi di misura dell’energia
elettrica e misura del gas naturale: tali attività non fanno parte della concessione
di distribuzione, ma risultano ugualmente attribuite al distributore9.
I mercati a valle sono relativi alle attività di vendita di energia elettrica al dettaglio
a clienti domestici e non domestici, allacciati in bassa tensione, e di gas naturale
a clienti finali con consumi inferiori ai 200.000 mc annui.
8
Gli indicatori da analizzare nel mercato del prodotto sono la sostituibilità del prodotto e l’elasticità dell’offerta come
indicatore di concorrenza potenziale. La nozione di mercato geografico consente di delimitare l’ambito territoriale
entro il quale i consumatori possono orientare la propria domanda verso il prodotto economicamente più
vantaggioso. Per quanto concerne l’arco temporale di riferimento del mercato, vista la mutevolezza delle variabili
incidenti sulla definizione di mercato rilevante, non si può prescindere dall’ancorare quest’ultima a un dato periodo di
tempo.
9
Delibere Aeeg 37/01, 348/07, 159/08.
11
Conseguentemente, si è ipotizzata una dimensione geografica di carattere locale,
tenendo conto del basso tasso di switching, utilizzato come indicatore di pratiche
difensive, identificando l’ambito territoriale e la conseguente quota di mercato
delle varie società.
Accertamento della posizione dominante.
Individuato il mercato rilevante, si passa alla seconda fase, coincidente con
l’accertamento della posizione dominante. La difficoltà insita nell’individuazione
del potere di mercato, inteso quale capacità di fissazione del prezzo, ha portato
Commissione e Corte della CE a individuare una serie di indici in presenza dei
quali desumere l’esistenza di una posizione dominante:
 la detenzione di un’elevata quota di mercato per un periodo
sufficientemente prolungato;
 la potenza economica e la struttura dell’impresa;
 le barriere all’entrata.
Del tutto irrilevanti sono invece le cause che hanno condotto l’impresa a
raggiungere una posizione di dominanza economica.
Il criterio principale per individuare la posizione dominante di un’impresa è il
criterio cd. strutturale, fondato sulle quote di mercato detenute dalla stessa. La
disciplina non stabilisce aprioristicamente il limite al di sopra del quale
un’impresa possa essere considerata, rispetto alle altre, in posizione dominante.
Sebbene sia corretto muovere le mosse dell’analisi dalla quota di mercato attuale,
non si deve prescindere dal considerare la prospettiva dinamica del mercato: una
rilevante quota di mercato che non abbia carattere durevole non pone l’impresa
che la detiene in posizione di dominanza economica.
Indice molto importante, che non riguarda la struttura del mercato, ma è
elemento intrinseco dell’impresa, rilevante ai fini dell’accertamento della posizione
dominante, è senz’altro la potenza economica. Essa si sostanzia nella presenza di
un’efficiente struttura organizzativa, di ingenti risorse produttive e di una
importante rete commerciale; nella capacità di fare fronte a ingenti innalzamenti
della domanda; nel vantaggio tecnologico rispetto alle imprese concorrenti,
determinato dalla capacità di ricerca e miglioramento dei prodotti e da un efficace
know how.
12
Entrambi i criteri di riconoscimento della posizione dominante sposano al meglio
il caso di specie approfondito. L’Hera s.p.a., come già anticipato, è una holding
che a livello centrale svolge l’attività di distribuzione di energia elettrica e gas,
mentre, attraverso la Hera Comm s.r.l. svolge attività di vendita al cliente finale.
Quindi, Hera, dal punto di vista strutturale, occupando il ruolo fondamentale di
distributore e addetto alla misurazione, in evidente monopolio attraverso la sua
espressione di holding centrale, è in grado di influenzare le attività attinenti la
fase successiva della filiera di vendita al dettaglio.
È assodato, infatti, dalla definizione del mercato rilevante, la stretta connessione
tra attività di distribuzione da un lato e vendita al dettaglio dall’altro. Nel mercato
dell’energia elettrica e del gas, il distributore è il fulcro dei rapporti contrattuali
che assicurano l’esecuzione della fornitura di energia elettrica e gas ai clienti
finali ed ha quindi la responsabilità di gestire i cambi di forniture, le nuove
attivazioni e le cessazioni. Pertanto, al distributore, nella configurazione della
filiera elettrica e del gas, viene attribuito un ruolo di evidente centralità,
nonostante i clienti finali abbiano come unica interfaccia sistemica il venditore.
Ulteriore asimmetria deriva dalla gestione dei servizi di misura che consentono di
esercitare una funzione nodale nei complessi, ma determinanti, rapporti tra
venditore e cliente finale. La qualità del servizio di distribuzione dell’energia
elettrica e del gas e dell’attività di misurazione si riflette sulla qualità del rapporto
tra venditori al dettaglio e clienti finali.
Il riconoscimento dell’abuso di posizione dominante.
Come anticipato in fase introduttiva, fino a questo punto la normativa non
riscontra aspetti di illiceità, poiché la questione relativa a condotte illecite è
connessa a pratiche di abuso derivanti da vantaggio competitivo dovuto alla
posizione di dominanza da parte di un’impresa.
Tuttavia, analizzando il caso, sinora si può notare come sussistano tutti i
presupposti per cui Hera potrebbe abusare della sua posizione all’interno del
mercato.
Infatti, in questo contesto le preoccupazioni concorrenziali espresse da Sorgenia
sono relative a comportamenti attuati dalla società distributrice che, in questa
13
struttura della filiera, incidono notevolmente sulla qualità del servizio offerto dal
venditore al cliente.
Si presume la possibilità che le SOT del gruppo Hera abbiano potuto sfruttare la
propria centralità per degradare la qualità dei servizi forniti ai venditori
concorrenti di Hera Comm, riguardo sia allo switching, sia alle misure e alle altre
prestazioni, al fine di innalzare i costi dei nuovi entranti (raising rivals’ costs) per
difendere le quote di mercato storicamente detenute da Hera Comm nei mercati
rilevanti.
Nel riconoscimento di tali pratiche predatorie ci si riconduce alla disciplina
antitrust. In realtà l’elencazione dei casi di abuso di posizione dominante
contenuta nell’art. 102 TFUE (già art. 82 e 86) e nell’art. 3 della legge n. 287 del
1990, non è esaustiva. In sede di stesura della norma, si è posto il problema di
astrarre un principio di carattere generale che facesse da guida
nell’individuazione delle ipotesi di abuso. Il principio sancisce: “Quella di
sfruttamento abusivo è una nozione di carattere oggettivo che riguarda il
comportamento dell’impresa in posizione dominante atto a influire sulla struttura
di un mercato in cui, proprio in virtù del fatto che vi opera detta impresa, il grado
di concorrenza è già sminuito e che ha come effetto di ostacolare, ricorrendo a
mezzi diversi su quello su cui si impernia la concorrenza normale tra prodotti o
servizi, fondata sulle prestazioni di operatori economici, la conservazione del
grado di concorrenza ancora esistente sul mercato o lo sviluppo di detta
concorrenza”10.
Pertanto, il divieto in esame può trovare applicazione solo ove ricorrano tre
presupposti indefettibili:
 lo sfruttamento abusivo della posizione dominante: qualunque
comportamento in contrasto con gli obiettivi del TFUE11.
 effetti negativi nel commercio fra Stati: ostacolo all’ingresso di nuovi clienti,
riduzione del numero degli stessi e altre modifiche alla struttura del
mercato in termini di ripartizione.
 mancanza di qualunque giustificazione obiettiva che motivi tale
comportamento12.
10
Corte di Giustizia CE, Hofmann La Roche c. Commissione, 1979.
11
Instaurazione di un mercato comune e il ravvicinamento delle politiche economiche tra Stati attraverso lo sviluppo
della libera concorrenza.
14
Nel caso considerato, Sorgenia denuncia comportamenti riconducibili a pratiche
di abuso di posizione dominante, accusando la condotta delle SOT del gruppo
Hera, nei confronti dei venditori entranti nelle aree da essi servite, la quale
sarebbe stata caratterizzata da:
 uno scarso rispetto della tempistica prevista dalla regolazione, con
conseguenti ritardi nell’esecuzione degli switching;
 il mancato svolgimento di qualsiasi attività utile a correggere eventuali
errori nei dati comunicati dal venditore entrante, pur disponendo delle
informazioni necessarie ad individuare l’errore;
 la mancanza di strumenti informatici adeguati per interfacciarsi con i
venditori, tra cui una procedura standard che consentisse di verificare l’iter
dello switching.
Dopo la procedura ispettiva dell’authority, in realtà, si dimostra come la
responsabilità di information disclosure e delle procedure di switching siano
attribuibili più che alle SOT del gruppo Hera, le quali svolgono esclusivamente
attività operative, direttamente alla holding Hera S.p.a., evidenziando ancora una
volta la strettissima dipendenza del mercato di vendita al dettaglio alla fase di
distribuzione, di cui Hera S.p.a. è monopolista.
La pratica che si presume è una dilazione ed un rallentamento procedurale dello
switching, un mancato aggiornamento o correzione dei dati e delle misure e di
altre prestazioni, che portano a una scarsa qualità dei servizi. Sembra evidente
come questa condotta, adottata da Hera, vada a chiaro vantaggio delle
verticalmente integrate SOT e, conseguentemente, a tutela delle quote di mercato
detenute da Hera Comm. Infatti, la peggiore qualità dei servizi forniti può
aumentare i costi di potenziali competitors, innalzando barriere all’entrata.
Questo fenomeno di preclusione è un indicatore fondamentale nel riconoscimento
di pratiche predatorie derivanti da posizione dominante. In aggiunta, questa
condotta provoca un impatto anticoncorrenziale, creando i presupposti per
un’altra questione: un notevole svantaggio per i consumatori, i quali non godono
12
Analisi condotte caso per caso secondo criteri di ragionevolezza, in particolare di “proporzionalità” e “giustificazione
obiettiva”.
15
della tutela, in termini di minori prezzi e maggiore qualità del servizio, della
concorrenza.
Tale condotta inefficiente accresce il costo di competere dei venditori nuovi
entranti, limita la concorrenza che i venditori integrati incumbent devono
fronteggiare e, in definitiva, distorce il processo concorrenziale ostacolando il
processo di liberalizzazione dei mercati al dettaglio dell’energia, in contrasto con i
sopracitati principi TFUE.
l’abuso di posizione dominante correlato alle criticità del mercato del
gas e dell’energia.
La problematica relativa all’aumento dei costi dei competitors è di particolare
rilevanza in questo tipo di mercato, in quanto crea evidenti preoccupazioni di
natura concorrenziale e di efficienza: in un quadro come quello considerato,
dominato da una tariffa di riferimento fissata dal regolatore a livelli che
comprendono solo una modesta copertura dei costi di commercializzazione al
dettaglio e da una bassa propensione al cambio fornitore da parte soprattutto dei
clienti domestici, ogni efficienza di costo risulta preziosa per favorire lo sviluppo
di una concorrenza sostenibile dal punto di vista economico-finanziario nei
mercati della vendita al dettaglio di energia elettrica e gas. Un comportamento
inefficiente dei distributori configura quindi una oggettiva limitazione della
concorrenza nei mercati della vendita al dettaglio di energia elettrica e gas13.
Un ulteriore indicatore utilizzabile nel riconoscimento di pratiche abusive e
soprattutto di criticità sistemiche che permettono tali condotte coincide con lo
studio del tasso di successo dello switching. Questa infatti, nel segmento di
vendita al dettaglio del gas naturale e dell’energia elettrica risulta molto bassa14.
13
Valutazioni dell’Agcm sul caso.
14
Per quanto riguarda il settore gas, dai dati relativi al semestre ottobre 2008 – marzo 2009 richiesti in ispezione è
emersa una forte disparità nel tasso di successo degli switching dei concorrenti rispetto al venditore integrato Hera
Comm: mentre per quest’ultimo gli insuccessi sono circa l’1%, per i concorrenti quasi un terzo (31%) delle richieste
hanno avuto esito almeno inizialmente negativo. Per quanto riguarda i tempi di esecuzione degli switching, il tempo
intercorrente tra la richiesta di switching e la conferma è del 27% più lungo per i concorrenti dei venditori integrati.
Per quanto riguarda il settore elettrico, è emersa, come nel gas, una forte disparità dei tassi di successo degli
switching: in media il tasso di insuccesso degli switching richiesti dalle società di vendita concorrenti di Hera Comm è
stato superiore di circa due terzi rispetto a quello di Hera Comm, pur mantenendosi su livelli elevati (circa 90%).
Sono inoltre emersi vari ritardi nella comunicazione delle letture di switching e delle letture periodiche, nonché nella
fatturazione del trasporto dell’energia elettrica ai venditori.
16
Alla luce di questa analisi, ricorrendo alla disciplina del diritto della concorrenza
e dell’evidenza empirica si è in grado di riconoscere, secondo una definita
procedura logico-giuridica e un’analisi puntuale dei dati, la condotta illecita
adottata da Hera che contrasta lo sviluppo concorrenziale del mercato neo-
liberalizzato.
Durante la procedura di istruttoria, la stessa Hera, infatti, propone all’Authority
impegni volti al perfezionamento del funzionamento del mercato. Si tratta di
interventi di natura tecnica finalizzati al miglioramento della qualità delle
informazioni. In particolare, tali impegni riguardano un sistema di verifica
preliminare dei dati necessari allo switching e la messa a disposizione dei dati di
misura. Tali impegni vengono accettati, poiché funzionali alla rimozioni delle
preoccupazioni concorrenziali manifestate durante l’analisi del caso.
17
Conclusioni.
Alla luce dell’analisi svolta si evince come l’abuso di posizione dominante sia
facilmente riscontrabile anche in settori che hanno subito una recente
liberalizzazione. Gli strumenti giuridici deputati al riconoscimento di tali pratiche,
che compromettono il regolare svolgimento della legge del mercato, sembrano
funzionalmente efficienti alla tutela della concorrenza, fine ultime di tale
disciplina. Si denota come, attraverso una visione globale dello studio delle
condotte adottate dai soggetti coinvolti, delle norme e del continuo confronto tra
risultati ottenuti rispetto ai risultati attesi, si possano riconoscere in modo più
facile e preciso i limiti regolatori relativi ad un determinato mercato.
Dal caso considerato si deduce una volta di più come le pratiche di abuso di
posizione dominanti concorrono alla parziale compromissione del fenomeno di
liberalizzazione di un mercato. In particolare la condotta adottata dalla società
denunciata gioca sul vantaggio informativo.
Una questione fondamentale che si delinea è dunque la problematica relativa
all’asimmetria informativa. Asimmetria informativa sofferta dai potenziali
competitors, i quali, per via di un’integrazione verticale non formale ma
sostanziale tra le imprese incumbent dei diversi segmenti della filiera, com’è stato
ampiamente dimostrato dall’evidenza empirica, sostengono un costo ulteriore per
entrare nel mercato (raising rivals’ costs) generando inefficienza. Inoltre
asimmetria informativa intesa tra imprese fornitrici del servizio e i consumatori,
che, non sollecitati, tendono a scegliere la soluzione contrattuale proposta
dall’incumbent, la quale non necessariamente corrisponde alla migliore.
Combattere l’asimmetria informativa attraverso strumenti di carattere economico
e giuridico si rivela il sentiero più efficace da percorrere al fine di perfezionare la
regolamentazione del mercato considerato.
Gli strumenti giuridici richiamati nello studio del caso, collegati alla costante
attività di controllo, permettono di individuare le criticità ed i limiti, sia di natura
economica che normativa, nella regolamentazione del mercato. In particolare, in
mercati dalla struttura complessa come quello dell’energia recentemente aperto
alla concorrenza, pratiche strategiche di perfezionamento dinamico ed evolutivo
18
permettono la risoluzione delle criticità e delle problematiche che si manifestano
step-by-step nell’esercizio della concorrenza e della sua regolazione.
19
Riferimenti bibliografici.
Istruttoria A411C – Sorgenia/Hera: Provvedimenti Agcm n. 19836 e 21726.
I contratti della concorrenza, Antonio Catricalà e Enrico Gabrielli, UTET, pag.
211-270.
La concorrenza nei settori dell’elettricità e del gas, 2006, a cura di Ref. Ricerche
per l’economia e la finanza, Progetto Concorrenza di Confindustria coordinato da
Innocenzo Cipolletta, Stefano Micossi, Giangiacomo Nardozzi, pag. 59-100.
La nozione e la fattispecie di abuso di posizione dominante, Diritto e
giurisprudenza, 1995, fascicoli 1-2, pag. 18-72.
La rilevanza della posizione dominante nel Codice Civile e nel diritto della
concorrenza, Laura Cerroni e Giulia Zanchi, rivista di diritto privato, 2011,
fascicolo 1, pag. 81-97.
Paper sulla liberalizzazione del mercato del gas, Assolombarda Gruppo Energia,
2010.
Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta, Aeeg, 31 marzo
2012.
Segnalazione dell’Aeeg sullo stato e sulle criticità dei mercati dell’energia elettrica
e del gas naturale, 410/2012/I/COM 11 ottobre 2012.
Strategie predatorie in settori recentemente liberalizzati, Valeria Falce, Il diritto
industriale, 2006, fascicolo 4, pag. 345-356.
Versione consolidata del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.
Codice Civile.
20
E per un inquadramento generale sul mercato del gas e dell’energia:
articoli su Lavoce.info.
Un bilancio delle liberalizzazioni dei settori dell’energia elettrica e del gas naturale
in Italia e in Europa, Giovanni Goldoni, Università degli Studi di Verona, 2007.

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Il caso hera-sorgenia: la normativa sull'abuso di posizione dominante correlata alle problematiche connesse al mercato del gas e dell'energia.

  • 1. 1 Università degli Studi di Bologna Scuola di Economia, Management e Statistica Corso di Laurea Magistrale in Economia e Diritto Corso di Diritto pubblico della concorrenza e degli appalti Prof. Daniele Senzani Il caso Hera-Sorgenia: la normativa sull’abuso di posizione dominante correlata alle problematiche connesse al mercato del gas e dell’energia. di Carlo Signor Ottobre 2012
  • 2. 2 Keywords abuso di posizione dominante, mercato del gas e dell’energia, liberalizzazione, strumenti giuridici, istruttoria Agcm. Abstract Il working paper è volto all’approfondimento del tema dell’abuso di posizione dominante attraverso il richiamo della disciplina giuridica applicata al caso Agcm Hera c. Sorgenia. Il procedimento segue l’iter logico-giuridico di riconoscimento di pratiche predatorie nel caso considerato, per poi dare un giudizio sul grado di sviluppo regolatorio del mercato. L’obiettivo è quello di evidenziare la sussistenza di problematiche di carattere concorrenziale in mercati recentemente liberalizzati, quali quello del gas e dell’energia, di cui il caso è espressione, e di segnalare il sentiero normativo da percorrere attraverso l’utilizzo di definiti strumenti giuridici ed economici.
  • 3. 3 Sommario Introduzione. ...................................................................................4 Il mercato del gas e dell’energia: quadro normativo. ..........................6 Il caso Hera-Sorgenia: le parti e l’avvio dell’istruttoria Agcm. .............7 Analisi: la disciplina giuridica applicata al caso.................................8 L’oggetto........................................................................................8 Definizione del mercato rilevante....................................................8 Accertamento della posizione dominante. .....................................11 Il riconoscimento dell’abuso di posizione dominante. ....................12 l’abuso di posizione dominante correlato alle criticità del mercato del gas e dell’energia. ........................................................................15 Conclusioni. ..................................................................................17 Riferimenti bibliografici. .................................................................19
  • 4. 4 Introduzione Le liberalizzazioni recentemente promosse nei servizi di pubblica utilità si sono accompagnate all’ingresso di nuovi operatori, a privatizzazioni diffuse, ad interventi di separazione verticale e orizzontale, a progresso tecnico e ad una regolazione tecnicamente sofisticata, consentendo nei corrispondenti settori notevoli sviluppi, anche se ancora non sufficienti a creare un ambiente pienamente concorrenziale. È altresì assodato che, nonostante margini di concorrenza sempre più ampi conseguenti alle novità regolamentari, continuino a persistere posizioni di rendita la cui esistenza è in grado di compromettere o quantomeno ostacolare la completa apertura dei mercati. Contribuiscono al mantenimento di siffatte posizioni sia la detenzione di quote di mercato assai significative da parte dell’incumbent, nonché ulteriori indici sistematici di natura strutturale (Falce 2006). “Nei settori recentemente liberalizzati, gli ex monopolisti, abituati per anni alla protezione offerta dal regime della riserva legale, una volta che essa è stata eliminata, tendono a replicarne gli effetti tramite comportamenti escludenti, rifiutando ai concorrenti l’accesso a un’infrastruttura essenziale o pregiudicandone la permanenza nel mercato mediante l’adozione di strategie predatorie. Si tratta di comportamenti particolarmente negativi, che si inseriscono in un contesto di grandi asimmetrie già penalizzanti nei confronti dei nuovi entranti e che contribuiscono a mantenere nel tempo, anche a danno della crescita economica, posizioni dominanti altrimenti assai meno solide”1. Tuttavia, questo atteggiamento potenzialmente riconducibile all’ex monopolista si può attribuire anche a quell’operatore che, nonostante l’avvento della concorrenza regolamentata, detiene comunque una posizione di dominanza all’interno del mercato. La problematica relativa all’abuso di posizione dominante può, dunque, essere considerato come indicatore di una necessità di perfezionamento di regolamentazione e di controllo di un mercato aperto da poco alla concorrenza. Partendo dall’analisi del caso Hera-Sorgenia, l’Autore approfondisce le caratteristiche relative alla disciplina dettata dalla normativa nazionale e comunitaria in tema di abuso di posizione dominante, con applicazione e riferimento al caso in specie. 1 Antonio Catricalà, Relazione annuale dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, 2004, Introduzione.
  • 5. 5 Vengono di conseguenza richiamate in breve le questioni ancora irrisolte di tutela della concorrenza in mercati particolarmente strategici e complessi quali quelli dell’energia. Proprio al fine di una maggiore comprensione delle problematiche denunciate dall’istruttoria dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato considerata, vengono, inoltre, descritti sinteticamente gli aspetti regolatori fondamentali introdotti dal processo di liberalizzazione del mercato del gas e dell’energia con particolare interesse per i segmenti, direttamente connessi al caso, della distribuzione della vendita di gas ed energia elettrica.
  • 6. 6 Il mercato del gas e dell’energia: quadro normativo L’avvio della liberalizzazione del mercato del gas risale al 1998, con l’emanazione della direttiva europea 98/30/CE, nella quale sono state stabilite le prime norme comuni per il trasporto, la distribuzione, la fornitura e lo stoccaggio di gas naturale, le norme relative all’organizzazione e al funzionamento del settore del gas naturale, l’accesso al mercato, le modalità di gestione dei sistemi, nonché i criteri e le procedure applicabili in materia di rilascio di autorizzazioni per il trasporto, la distribuzione, la fornitura e lo stoccaggio di gas naturale. La direttiva è stata recepita in Italia con il decreto 194/00. Gli aspetti rilevanti per la trattazione sono: • in tema di unbundling, la separazione societaria delle attività di trasporto e dispacciamento di gas naturale da tutte le altre attività del settore, ad eccezione dello stoccaggio2; • in relazione all’apertura del mercato, la possibilità dei clienti di poter scegliere liberamente il fornitore: a partire dal 2000 per i clienti industriali, termoelettrici, delle imprese di distribuzione e dei grossisti e con decorrenza 1° gennaio 2003 per i clienti domestici; • a tutela e sviluppo della concorrenza i cosiddetti “tetti antitrust”, ovvero limiti imposti a ciascun operatore alla quantità di gas naturale immettibile nel sistema al fine della vendita in Italia e limiti alla vendita ai clienti finali. Perfezionamenti ulteriori che testimoniano il costante cammino verso una maggior concorrenzialità del mercato vengono introdotti attraverso il D.Lgs. 93/11 di recepimento della Direttiva 2009/73/CE e del Regolamento 2009/715/CE. Il processo di liberalizzazione del mercato elettrico italiano è stato avviato con l'emanazione del decreto legislativo n. 79/99, "Decreto Bersani", che ha recepito nel nostro ordinamento la Direttiva Comunitaria 96/92/CEE. La prima fase della liberalizzazione ha riguardato le attività di produzione dell'energia elettrica, di importazione e di vendita all'ingrosso. L'attività di vendita per le utenze diverse 2 Successivamente perfezionata con delibera 11/07 dell’AEEG di applicazione della cosiddetta “seconda direttiva gas”, 2003/55/CE.
  • 7. 7 dall'abitazione viene liberalizzata gradualmente, partendo nel 1999 dai clienti con i consumi più elevati ed estendendo in seguito la liberalizzazione ai clienti con consumi più bassi. Dal 1° luglio 2007, dall’attuazione della Direttiva 2003/54/CE, si è dato il via alla completa liberalizzazione della domanda dell’energia elettrica, con l’apertura dell’attività di vendita dell’energia elettrica estesa anche ai clienti domestici. Il caso Hera-Sorgenia3: le parti e l’avvio dell’istruttoria Agcm. Hera S.p.A. è una società a capo di un gruppo attivo nei settori della produzione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica e del gas naturale, della gestione integrata delle risorse idriche, del teleriscaldamento e dei servizi ambientali. E’ una multi-utility operante nel territorio dell’Emilia Romagna, attraverso la distribuzione di gas in diversi comuni, tra cui i capoluoghi di provincia di Bologna, Ferrara, Modena, Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, e tramite la distribuzione di energia elettrica nell’area di Modena ed Imola. Il gruppo opera nella vendita di energia elettrica e gas a clienti finali tramite Hera Comm. S.r.l.. Il capitale sociale è così strutturato:  Il 62% circa detenuto dai comuni e altri azionisti pubblici, prevalentemente nella regione dell’Emilia Romagna;  il 7,5% del capitale sociale è detenuto da fondazioni bancarie;  il rimanente è flottante in Borsa4. Sorgenia S.p.A. è una società attiva nella generazione e vendita di energia elettrica, esclusivamente nella vendita di gas a clienti finali. E’ controllata, attraverso la CIR S.p.A., dalla famiglia De Benedetti, che ne detiene il 52% circa del capitale sociale attraverso Sorgenia Holding. 3 Caso A411C dell’AGCM. 4 Provvedimento AGCM n. 21726 di chiusura dell’istruttoria.
  • 8. 8 In data 27 ottobre 2008, è pervenuta una segnalazione da parte di Sorgenia che dà avvio al procedimento istruttorio, concernente “presunti abusi di posizioni dominanti commessi da diversi gruppo societari verticalmente integrati, attivi sia nella distribuzione, sia nella vendita di energia elettrica e di gas, tra cui il gruppo Hera, con particolare riferimento alle condotte delle Società Operative Territoriali (SOT) incaricate della distribuzione del gas e dell’elettricità”. Il 7 maggio 2009, l’Autorità avvia un’istruttoria volta a verificare l’esistenza di ostacoli e ritardi messi in atto, dalle SOT del gruppo Hera, nei confronti dei nuovi operatori dediti alla vendita di energia elettrica ai clienti del mercato elettrico domestico e delle piccole imprese e di gas per consumi inferiori a 200.000 mc. Analisi: la disciplina giuridica applicata al caso. L’oggetto. L’oggetto del procedimento è il rapporto tra il distributore di energia elettrica e di gas e venditore al dettaglio, con particolare riferimento ai processi di cambiamento del fornitore (cosiddetto switching) e alle comunicazione da parte del distributore dei dati di misura relativi a prelievi effettuati dai clienti del venditore. La denuncia è, dunque, circoscritta alle ultime fasi della filiera produttiva del gas e dell’energia. Sorgenia avanza l’ipotesi che Hera adotti pratiche predatorie sfruttando la propria posizione dominante nella fase di distribuzione e misurazione per influenzare il funzionamento della concorrenza nella fase successiva di vendita al dettaglio. Definizione del mercato rilevante. Preliminarmente, è necessario rilevare che, da un punto di vista normativo, la posizione dominante non rappresenta una violazione. Il suo abuso invece, attraverso le cosiddette pratiche predatorie, è causa di compromissione del
  • 9. 9 fenomeno della concorrenza e, conseguentemente, attività illecita, quindi perseguibile, secondo regolamentazione nazionale e comunitaria. Si ricorda che le caratteristiche di attribuzione di un ruolo di dominanza ad un’impresa all’interno di un mercato concorrenziale son state definite da Falce nel 2006: una cosiddetta impresa dominante è tale in funzione del grado di indipendenza delle strategie adottate dalla stessa rispetto alle azioni/reazioni attuabili in prima istanza dai concorrenti e alle strategie delle controparti contrattuali, quindi dei clienti o dei consumatori finali. La Corte di Giustizia CE afferma che un ruolo di dominanza si manifesta attraverso “…una posizione di potenza economica grazie alla quale l’impresa che la detiene è in grado di ostacolare la persistenza di una concorrenza effettiva sul mercato in questione ed ha la possibilità di tenere comportamenti alquanto indipendenti nei confronti dei concorrenti, dei clienti e, in ultima analisi, dei consumatori”5. Per quanto concerne le fonti giuridiche nazionali, l’unico riferimento normativo esplicito limitante lo strapotere di mercato è contenuto nell’art. 2597 c.c. relativo al monopolista, il quale è costretto a concludere il contratto con chiunque gli faccia richiesta, mantenendo la parità di condizioni tra tutte le controparti, evitando discriminazioni per gli utenti che intendano avere accesso a un bene o un servizio6. In seguito, la Corte costituzionale, con sentenza n. 241 del 1990, ha ritenuto che l’obbligo di contrarre fosse imputabile non solo al monopolista di diritto, ma anche al monopolista di fatto7. Questo aspetto è particolarmente rilevante per il caso di specie. Il concetto di indipendenza, dunque, è strettamente legato al grado di pressione concorrenziale esercitata sull’impresa. L’esistenza di una posizione dominante significa che tali pressioni concorrenziali non sono sufficientemente efficaci e che l’impresa in questione gode di un considerevole potere di mercato durante un certo periodo. La pressione concorrenziale può essere esercitata dai diversi concorrenti, ma anche dai clienti che, in ragione delle dimensioni o della loro importanza, potrebbero condizionare il comportamento dell’impresa. In 5 Corte di Giustizia CE, United Brands Company e United Brands Continental B.V. c. Commissione, in Racc., 1978, 207, par. 65. 6 La norma è inoltre tutelata dall’art. 2932 c.c. 7 Dalla definizione di posizione dominante è facile comprendere come oggi, dopo la caduta dei grandi monopoli statali e in considerazione dei processi di liberalizzazione in atto, la tutela ex art.2932 c.c. possa trovare applicazione nei confronti di operatori economici dominanti non monopolisti, con ulteriore estensione dell’art. 2597 c.c.
  • 10. 10 quest’ottica si ricorre ad un determinato iter logico-giuridico che consta di tre fasi: individuazione del mercato rilevante, accertamento di una posizione dominante, verifica di un’eventuale pratica di abuso. L’individuazione del mercato rilevante costituisce il principale parametro di riferimento di ogni valutazione volta a misurare l’egemonia dell’impresa e la liceità del comportamento in esame. Il riconoscimento del mercato rilevante, preliminare e imprescindibile per l’accertamento di una condotta anticoncorrenziale ai sensi dell’art. 3 della legge n. 287 del 1990, richiede l’analisi di tre elementi: il mercato del prodotto (o del servizio), il mercato geografico, l’arco temporale di riferimento8. Tornando al caso considerato ed applicando sapientemente la normativa finora descritta, nel provvedimento di avvio dell’istruttoria vengono identificati quattro mercati a monte, relativi alla distribuzione e tre mercati a valle, relativi alla vendita al dettaglio di gas ed elettricità. Due mercati a monte ipotizzati sono quelli di distribuzione di energia elettrica e di distribuzione di gas naturale: questi sono di dimensione geografica locale, coincidente con l’area di attribuzione di ciascuna concessione esclusiva. Il concessionario risulta in posizione di monopolio rilevante e nel caso di specie i mercati rilevanti coincidono per il primo con i territori dei comuni di Modena, Imola e altri comuni limitrofi, mentre per il secondo con i territori di vari comuni delle province di Bologna, Ferrara, Modena, Forlì, Cesena, Ravenna e Rimini, tra cui i capoluoghi stessi. I secondi due mercati a monte sono relativi ai servizi di misura dell’energia elettrica e misura del gas naturale: tali attività non fanno parte della concessione di distribuzione, ma risultano ugualmente attribuite al distributore9. I mercati a valle sono relativi alle attività di vendita di energia elettrica al dettaglio a clienti domestici e non domestici, allacciati in bassa tensione, e di gas naturale a clienti finali con consumi inferiori ai 200.000 mc annui. 8 Gli indicatori da analizzare nel mercato del prodotto sono la sostituibilità del prodotto e l’elasticità dell’offerta come indicatore di concorrenza potenziale. La nozione di mercato geografico consente di delimitare l’ambito territoriale entro il quale i consumatori possono orientare la propria domanda verso il prodotto economicamente più vantaggioso. Per quanto concerne l’arco temporale di riferimento del mercato, vista la mutevolezza delle variabili incidenti sulla definizione di mercato rilevante, non si può prescindere dall’ancorare quest’ultima a un dato periodo di tempo. 9 Delibere Aeeg 37/01, 348/07, 159/08.
  • 11. 11 Conseguentemente, si è ipotizzata una dimensione geografica di carattere locale, tenendo conto del basso tasso di switching, utilizzato come indicatore di pratiche difensive, identificando l’ambito territoriale e la conseguente quota di mercato delle varie società. Accertamento della posizione dominante. Individuato il mercato rilevante, si passa alla seconda fase, coincidente con l’accertamento della posizione dominante. La difficoltà insita nell’individuazione del potere di mercato, inteso quale capacità di fissazione del prezzo, ha portato Commissione e Corte della CE a individuare una serie di indici in presenza dei quali desumere l’esistenza di una posizione dominante:  la detenzione di un’elevata quota di mercato per un periodo sufficientemente prolungato;  la potenza economica e la struttura dell’impresa;  le barriere all’entrata. Del tutto irrilevanti sono invece le cause che hanno condotto l’impresa a raggiungere una posizione di dominanza economica. Il criterio principale per individuare la posizione dominante di un’impresa è il criterio cd. strutturale, fondato sulle quote di mercato detenute dalla stessa. La disciplina non stabilisce aprioristicamente il limite al di sopra del quale un’impresa possa essere considerata, rispetto alle altre, in posizione dominante. Sebbene sia corretto muovere le mosse dell’analisi dalla quota di mercato attuale, non si deve prescindere dal considerare la prospettiva dinamica del mercato: una rilevante quota di mercato che non abbia carattere durevole non pone l’impresa che la detiene in posizione di dominanza economica. Indice molto importante, che non riguarda la struttura del mercato, ma è elemento intrinseco dell’impresa, rilevante ai fini dell’accertamento della posizione dominante, è senz’altro la potenza economica. Essa si sostanzia nella presenza di un’efficiente struttura organizzativa, di ingenti risorse produttive e di una importante rete commerciale; nella capacità di fare fronte a ingenti innalzamenti della domanda; nel vantaggio tecnologico rispetto alle imprese concorrenti, determinato dalla capacità di ricerca e miglioramento dei prodotti e da un efficace know how.
  • 12. 12 Entrambi i criteri di riconoscimento della posizione dominante sposano al meglio il caso di specie approfondito. L’Hera s.p.a., come già anticipato, è una holding che a livello centrale svolge l’attività di distribuzione di energia elettrica e gas, mentre, attraverso la Hera Comm s.r.l. svolge attività di vendita al cliente finale. Quindi, Hera, dal punto di vista strutturale, occupando il ruolo fondamentale di distributore e addetto alla misurazione, in evidente monopolio attraverso la sua espressione di holding centrale, è in grado di influenzare le attività attinenti la fase successiva della filiera di vendita al dettaglio. È assodato, infatti, dalla definizione del mercato rilevante, la stretta connessione tra attività di distribuzione da un lato e vendita al dettaglio dall’altro. Nel mercato dell’energia elettrica e del gas, il distributore è il fulcro dei rapporti contrattuali che assicurano l’esecuzione della fornitura di energia elettrica e gas ai clienti finali ed ha quindi la responsabilità di gestire i cambi di forniture, le nuove attivazioni e le cessazioni. Pertanto, al distributore, nella configurazione della filiera elettrica e del gas, viene attribuito un ruolo di evidente centralità, nonostante i clienti finali abbiano come unica interfaccia sistemica il venditore. Ulteriore asimmetria deriva dalla gestione dei servizi di misura che consentono di esercitare una funzione nodale nei complessi, ma determinanti, rapporti tra venditore e cliente finale. La qualità del servizio di distribuzione dell’energia elettrica e del gas e dell’attività di misurazione si riflette sulla qualità del rapporto tra venditori al dettaglio e clienti finali. Il riconoscimento dell’abuso di posizione dominante. Come anticipato in fase introduttiva, fino a questo punto la normativa non riscontra aspetti di illiceità, poiché la questione relativa a condotte illecite è connessa a pratiche di abuso derivanti da vantaggio competitivo dovuto alla posizione di dominanza da parte di un’impresa. Tuttavia, analizzando il caso, sinora si può notare come sussistano tutti i presupposti per cui Hera potrebbe abusare della sua posizione all’interno del mercato. Infatti, in questo contesto le preoccupazioni concorrenziali espresse da Sorgenia sono relative a comportamenti attuati dalla società distributrice che, in questa
  • 13. 13 struttura della filiera, incidono notevolmente sulla qualità del servizio offerto dal venditore al cliente. Si presume la possibilità che le SOT del gruppo Hera abbiano potuto sfruttare la propria centralità per degradare la qualità dei servizi forniti ai venditori concorrenti di Hera Comm, riguardo sia allo switching, sia alle misure e alle altre prestazioni, al fine di innalzare i costi dei nuovi entranti (raising rivals’ costs) per difendere le quote di mercato storicamente detenute da Hera Comm nei mercati rilevanti. Nel riconoscimento di tali pratiche predatorie ci si riconduce alla disciplina antitrust. In realtà l’elencazione dei casi di abuso di posizione dominante contenuta nell’art. 102 TFUE (già art. 82 e 86) e nell’art. 3 della legge n. 287 del 1990, non è esaustiva. In sede di stesura della norma, si è posto il problema di astrarre un principio di carattere generale che facesse da guida nell’individuazione delle ipotesi di abuso. Il principio sancisce: “Quella di sfruttamento abusivo è una nozione di carattere oggettivo che riguarda il comportamento dell’impresa in posizione dominante atto a influire sulla struttura di un mercato in cui, proprio in virtù del fatto che vi opera detta impresa, il grado di concorrenza è già sminuito e che ha come effetto di ostacolare, ricorrendo a mezzi diversi su quello su cui si impernia la concorrenza normale tra prodotti o servizi, fondata sulle prestazioni di operatori economici, la conservazione del grado di concorrenza ancora esistente sul mercato o lo sviluppo di detta concorrenza”10. Pertanto, il divieto in esame può trovare applicazione solo ove ricorrano tre presupposti indefettibili:  lo sfruttamento abusivo della posizione dominante: qualunque comportamento in contrasto con gli obiettivi del TFUE11.  effetti negativi nel commercio fra Stati: ostacolo all’ingresso di nuovi clienti, riduzione del numero degli stessi e altre modifiche alla struttura del mercato in termini di ripartizione.  mancanza di qualunque giustificazione obiettiva che motivi tale comportamento12. 10 Corte di Giustizia CE, Hofmann La Roche c. Commissione, 1979. 11 Instaurazione di un mercato comune e il ravvicinamento delle politiche economiche tra Stati attraverso lo sviluppo della libera concorrenza.
  • 14. 14 Nel caso considerato, Sorgenia denuncia comportamenti riconducibili a pratiche di abuso di posizione dominante, accusando la condotta delle SOT del gruppo Hera, nei confronti dei venditori entranti nelle aree da essi servite, la quale sarebbe stata caratterizzata da:  uno scarso rispetto della tempistica prevista dalla regolazione, con conseguenti ritardi nell’esecuzione degli switching;  il mancato svolgimento di qualsiasi attività utile a correggere eventuali errori nei dati comunicati dal venditore entrante, pur disponendo delle informazioni necessarie ad individuare l’errore;  la mancanza di strumenti informatici adeguati per interfacciarsi con i venditori, tra cui una procedura standard che consentisse di verificare l’iter dello switching. Dopo la procedura ispettiva dell’authority, in realtà, si dimostra come la responsabilità di information disclosure e delle procedure di switching siano attribuibili più che alle SOT del gruppo Hera, le quali svolgono esclusivamente attività operative, direttamente alla holding Hera S.p.a., evidenziando ancora una volta la strettissima dipendenza del mercato di vendita al dettaglio alla fase di distribuzione, di cui Hera S.p.a. è monopolista. La pratica che si presume è una dilazione ed un rallentamento procedurale dello switching, un mancato aggiornamento o correzione dei dati e delle misure e di altre prestazioni, che portano a una scarsa qualità dei servizi. Sembra evidente come questa condotta, adottata da Hera, vada a chiaro vantaggio delle verticalmente integrate SOT e, conseguentemente, a tutela delle quote di mercato detenute da Hera Comm. Infatti, la peggiore qualità dei servizi forniti può aumentare i costi di potenziali competitors, innalzando barriere all’entrata. Questo fenomeno di preclusione è un indicatore fondamentale nel riconoscimento di pratiche predatorie derivanti da posizione dominante. In aggiunta, questa condotta provoca un impatto anticoncorrenziale, creando i presupposti per un’altra questione: un notevole svantaggio per i consumatori, i quali non godono 12 Analisi condotte caso per caso secondo criteri di ragionevolezza, in particolare di “proporzionalità” e “giustificazione obiettiva”.
  • 15. 15 della tutela, in termini di minori prezzi e maggiore qualità del servizio, della concorrenza. Tale condotta inefficiente accresce il costo di competere dei venditori nuovi entranti, limita la concorrenza che i venditori integrati incumbent devono fronteggiare e, in definitiva, distorce il processo concorrenziale ostacolando il processo di liberalizzazione dei mercati al dettaglio dell’energia, in contrasto con i sopracitati principi TFUE. l’abuso di posizione dominante correlato alle criticità del mercato del gas e dell’energia. La problematica relativa all’aumento dei costi dei competitors è di particolare rilevanza in questo tipo di mercato, in quanto crea evidenti preoccupazioni di natura concorrenziale e di efficienza: in un quadro come quello considerato, dominato da una tariffa di riferimento fissata dal regolatore a livelli che comprendono solo una modesta copertura dei costi di commercializzazione al dettaglio e da una bassa propensione al cambio fornitore da parte soprattutto dei clienti domestici, ogni efficienza di costo risulta preziosa per favorire lo sviluppo di una concorrenza sostenibile dal punto di vista economico-finanziario nei mercati della vendita al dettaglio di energia elettrica e gas. Un comportamento inefficiente dei distributori configura quindi una oggettiva limitazione della concorrenza nei mercati della vendita al dettaglio di energia elettrica e gas13. Un ulteriore indicatore utilizzabile nel riconoscimento di pratiche abusive e soprattutto di criticità sistemiche che permettono tali condotte coincide con lo studio del tasso di successo dello switching. Questa infatti, nel segmento di vendita al dettaglio del gas naturale e dell’energia elettrica risulta molto bassa14. 13 Valutazioni dell’Agcm sul caso. 14 Per quanto riguarda il settore gas, dai dati relativi al semestre ottobre 2008 – marzo 2009 richiesti in ispezione è emersa una forte disparità nel tasso di successo degli switching dei concorrenti rispetto al venditore integrato Hera Comm: mentre per quest’ultimo gli insuccessi sono circa l’1%, per i concorrenti quasi un terzo (31%) delle richieste hanno avuto esito almeno inizialmente negativo. Per quanto riguarda i tempi di esecuzione degli switching, il tempo intercorrente tra la richiesta di switching e la conferma è del 27% più lungo per i concorrenti dei venditori integrati. Per quanto riguarda il settore elettrico, è emersa, come nel gas, una forte disparità dei tassi di successo degli switching: in media il tasso di insuccesso degli switching richiesti dalle società di vendita concorrenti di Hera Comm è stato superiore di circa due terzi rispetto a quello di Hera Comm, pur mantenendosi su livelli elevati (circa 90%). Sono inoltre emersi vari ritardi nella comunicazione delle letture di switching e delle letture periodiche, nonché nella fatturazione del trasporto dell’energia elettrica ai venditori.
  • 16. 16 Alla luce di questa analisi, ricorrendo alla disciplina del diritto della concorrenza e dell’evidenza empirica si è in grado di riconoscere, secondo una definita procedura logico-giuridica e un’analisi puntuale dei dati, la condotta illecita adottata da Hera che contrasta lo sviluppo concorrenziale del mercato neo- liberalizzato. Durante la procedura di istruttoria, la stessa Hera, infatti, propone all’Authority impegni volti al perfezionamento del funzionamento del mercato. Si tratta di interventi di natura tecnica finalizzati al miglioramento della qualità delle informazioni. In particolare, tali impegni riguardano un sistema di verifica preliminare dei dati necessari allo switching e la messa a disposizione dei dati di misura. Tali impegni vengono accettati, poiché funzionali alla rimozioni delle preoccupazioni concorrenziali manifestate durante l’analisi del caso.
  • 17. 17 Conclusioni. Alla luce dell’analisi svolta si evince come l’abuso di posizione dominante sia facilmente riscontrabile anche in settori che hanno subito una recente liberalizzazione. Gli strumenti giuridici deputati al riconoscimento di tali pratiche, che compromettono il regolare svolgimento della legge del mercato, sembrano funzionalmente efficienti alla tutela della concorrenza, fine ultime di tale disciplina. Si denota come, attraverso una visione globale dello studio delle condotte adottate dai soggetti coinvolti, delle norme e del continuo confronto tra risultati ottenuti rispetto ai risultati attesi, si possano riconoscere in modo più facile e preciso i limiti regolatori relativi ad un determinato mercato. Dal caso considerato si deduce una volta di più come le pratiche di abuso di posizione dominanti concorrono alla parziale compromissione del fenomeno di liberalizzazione di un mercato. In particolare la condotta adottata dalla società denunciata gioca sul vantaggio informativo. Una questione fondamentale che si delinea è dunque la problematica relativa all’asimmetria informativa. Asimmetria informativa sofferta dai potenziali competitors, i quali, per via di un’integrazione verticale non formale ma sostanziale tra le imprese incumbent dei diversi segmenti della filiera, com’è stato ampiamente dimostrato dall’evidenza empirica, sostengono un costo ulteriore per entrare nel mercato (raising rivals’ costs) generando inefficienza. Inoltre asimmetria informativa intesa tra imprese fornitrici del servizio e i consumatori, che, non sollecitati, tendono a scegliere la soluzione contrattuale proposta dall’incumbent, la quale non necessariamente corrisponde alla migliore. Combattere l’asimmetria informativa attraverso strumenti di carattere economico e giuridico si rivela il sentiero più efficace da percorrere al fine di perfezionare la regolamentazione del mercato considerato. Gli strumenti giuridici richiamati nello studio del caso, collegati alla costante attività di controllo, permettono di individuare le criticità ed i limiti, sia di natura economica che normativa, nella regolamentazione del mercato. In particolare, in mercati dalla struttura complessa come quello dell’energia recentemente aperto alla concorrenza, pratiche strategiche di perfezionamento dinamico ed evolutivo
  • 18. 18 permettono la risoluzione delle criticità e delle problematiche che si manifestano step-by-step nell’esercizio della concorrenza e della sua regolazione.
  • 19. 19 Riferimenti bibliografici. Istruttoria A411C – Sorgenia/Hera: Provvedimenti Agcm n. 19836 e 21726. I contratti della concorrenza, Antonio Catricalà e Enrico Gabrielli, UTET, pag. 211-270. La concorrenza nei settori dell’elettricità e del gas, 2006, a cura di Ref. Ricerche per l’economia e la finanza, Progetto Concorrenza di Confindustria coordinato da Innocenzo Cipolletta, Stefano Micossi, Giangiacomo Nardozzi, pag. 59-100. La nozione e la fattispecie di abuso di posizione dominante, Diritto e giurisprudenza, 1995, fascicoli 1-2, pag. 18-72. La rilevanza della posizione dominante nel Codice Civile e nel diritto della concorrenza, Laura Cerroni e Giulia Zanchi, rivista di diritto privato, 2011, fascicolo 1, pag. 81-97. Paper sulla liberalizzazione del mercato del gas, Assolombarda Gruppo Energia, 2010. Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta, Aeeg, 31 marzo 2012. Segnalazione dell’Aeeg sullo stato e sulle criticità dei mercati dell’energia elettrica e del gas naturale, 410/2012/I/COM 11 ottobre 2012. Strategie predatorie in settori recentemente liberalizzati, Valeria Falce, Il diritto industriale, 2006, fascicolo 4, pag. 345-356. Versione consolidata del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea. Codice Civile.
  • 20. 20 E per un inquadramento generale sul mercato del gas e dell’energia: articoli su Lavoce.info. Un bilancio delle liberalizzazioni dei settori dell’energia elettrica e del gas naturale in Italia e in Europa, Giovanni Goldoni, Università degli Studi di Verona, 2007.