Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
piano battaglia portella colla
1. ITINERARI PAESAGGISTICI DEL GEOPARK
Sentiero geologico n° 1
Piano Battaglia - Portella Colla
Circa 220 milioni di anni fa, durante l’era mesozoica, tra la fine del periodo
triassico e l’inizio del Giurassico, la porzione di mare nella quale si è formata gran
parte delle rocce calcaree che costituiscono la dorsale montuosa del Carbonara
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2. (Piano Battaglia) e che annovera Pizzo Dipilo (Gratteri), era caratterizzata da un
ambiente subtropicale con un regime climatico caldo che favorì la proliferazione
di coralli, grandi molluschi bivalvi, spugne e alghe a impalcatura calcarea.
Questi organismi, assieme a molti altri, fissavano il carbonato di calcio nei
loro apparati scheletrici dando luogo alla formazione di enormi scogliere coralline
che orlavano lagune estese anche centinaia di chilometri; il fondo marino era in-
teressato da un lento abbassamento (subsidenza), permettendo alla sabbia di que-
ste lagune, ben presto litificata in spessi strati di roccia, di formare dei tavolati
rocciosi spessi chilometri con estensioni centochilometriche chiamate piattaforme
carbonatiche.
Le grandi piattaforme carbonatiche iniziarono così a svilupparsi lungo gran
parte del mare Tetide ed erano collegate con i bacini marini profondi (che corri-
spondono alle successioni rocciose alla base di Monte dei Cervi), da scoscese scar-
pate che costituiscono le dolomie di Monte Quacella.
Si raggiunge Piano Battaglia dalle tre direzioni di provenienza possibili: da
Collesano-Isnello, da Polizzi Generosa e da Petralia Sottana. Quindi, proseguendo
per il senso obbligato di marcia, ci si sposta a Piano della Battaglietta, da dove si
può percorrere il sentiero geologico n°1, l’Inghiottitoio della Battaglietta, indicato
da una serie di appositi pannelli. Il sentiero è inserito nella rete europea dei Geo-
park, ed offre la possibilità di un approccio ravvicinato alla storia geologica delle
Madonie degli ultimi 230 milioni di anni.
Con la fantasia è interessante immaginare che lì dove oggi poggiamo i piedi,
un tempo il mare ci avrebbe sovrastato, ma anche che ancora fino agli inizi del XX
secolo, quando l’uomo iniziò a tagliare querce e faggi per ricavarne traverse fer-
roviarie e legna da ardere, una fitta vegetazione boschiva ricopriva tutto il terri-
torio.
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